PREMESSA
La prima parte della stagione invernale è stata contraddistinta da un Vortice Polare piuttosto disturbato dalla buona azione di un pattern a 2 onde, che però non è riuscito a portare alla sua destrutturazione a causa di flussi di calore sempre deboli; nel mese di gennaio abbiamo assistito ad un maggiore accorpamento delle vorticità in stratosfera, con rapido e fortissimo raffreddamento della colonna del VP, specie in medio-bassa stratosfera. Questo rinforzo del VPS è sfociato in un ESE Cold conclamato (su base NAM a 10 hPa) il 10 di gennaio, con primo impulso stratosferico diretto verso la troposfera individuabile il 16 gennaio. Questo primo trasferimento di moto verso la troposfera, seguito da altri in ultima decade, ha rappresentato l’inizio di un condizionamento troposferico che, verosimilmente, ci accompagnerà anche nel corso del mese di febbraio.
ANALISI
La configurazione media assunta dal VP e dal treno d’onda ad inizio stagione non lasciava presagire ad un possibile Evento Stratosferico Estremo di tipo “cold” nel cuore dell’inverno ma, nonostante un buon setting di partenza, è mancata l’energia interna al sistema, come testimoniato dall’andamento dei flussi di calore. E’ verosimile immaginare che dietro a questa carenza di energia, nonostante che il trend del GW giustifichi speculazioni di senso opposto, ci possa essere l’episodio di Niña biennale che sta assumendo caratteristiche più simili a quelle di una Niña CP (Central Pacific, ovvero con le anomalìe negative maggiori verso la regione ENSO 3.4), nonostante una chiara impostazione di partenza come Niña EP (East Pacific, ovvero con anomalìe negative maggiori nelle SST a ridosso dell’America latina), come peraltro testimoniano sia i valori da evento moderato toccati anche nella zona 3.4 (ONI nel trimestre OND che ha toccato -1.0) che i forti effetti avvertiti nella componente atmosferica del fenomeno (SOI molto positivo in dicembre). Si ricorda infatti che secondo gli studi disponibili una Niña CP ha una maggiore influenza sul NAM rispetto ad un episodio EP .
Ad ESE Cold ormai conclamato, con effetti in troposfera che rientrano nella casistica ben descritta dal paper di Baldwin & Dunkerton e da quello di Waugh e Polvani a proposito di “Low Flux Events”, è ipotizzabile una prosecuzione dei pattern AO+ e NAO+ anche per il mese di febbraio, soprattutto per quanto riguarda quest’ultimo. Questa “accoppiata” sarà molto probabilmente l’elemento che caratterizzerà maggiormente il futuro prossimo, almeno fino all’esordio del mese di marzo. Eventuali disturbi troposferici al pattern principale, più probabili sul settore est siberiano-pacifico, risulteranno comunque deboli e transitori.
Primi cenni più significativi di ripresa degli heat fluxes potrebbero mostrarsi nella fase finale del mese, quando l’avanzamento stagionale e gli ormai 40/45 giorni passati dall’inizio dell’ESE Cold potrebbero portare a qualche timida risposta troposferica più incisiva negli intervalli tra gli impulsi stratosferici. Nonostante il reset imposto dall’Evento Stratosferico Estremo, riteniamo che il setting del VP possa mantenersi, e per questo ci attendiamo una disposizione sinottica simile a quella avuta in precedenza nelle possibili (brevi) fasi in cui andremo incontro ad un allentamento zonale, con la riproposizione di un ATR con deboli flussi divergenti anche al di sotto dei 60°N, quindi con valori della NAO che dovrebbero mantenersi positivi. Da segnalare il fatto che molto probabilmente il pattern zonale conseguente alla reiterazione di impulsi di una stratosfera che si manterrà molto fredda per tutto il mese, specialmente alle quote medie (30 hPa) e medio – basse (50/70 hPa), potrebbe relegare la stratificazione del gelo continentale molto ad est nel continente asiatico, allentando la presa progressivamente anche sull’Europa orientale.
PROSPETTIVE
Il mese di febbraio potrebbe trascorrere senza particolari sussulti invernali sul settore centro-occidentale europeo e quindi anche sul nostro paese. La circolazione marcatamente zonale per gran parte del mese non consentirà l’instaurazione di regimi che potrebbero portare azioni invernali degne di nota sul Mediterraneo centrale. Il mese probabilmente risulterà contraddistinto da una vasta e coriacea area di alta pressione in allungamento dall’Atlantico verso l’Europa centro-occidentale, caratterizzando il tempo anche sulle nostre regioni, con clima secco e a tratti mite. Le zone di pianura potrebbero risentire spesso di nebbie e accumulo di sostanze inquinanti, con temperature che risulterebbero quindi più basse rispetto alle anomalie positive che si avranno in quota.
Come abbiamo accennato sopra, non possiamo escludere qualche timido cambiamento nella parte finale del mese, quando potrebbe rifarsi vedere qualche ondulazione nella corrente a getto. L’abbozzo di ATR con NAO comunque prevalentemente positiva lascia pensare ad un maggiore interessamento dell’Est Europa e della zona Balcanica per ipotetiche discese di aria artica. In una siffatta situazione sarebbe più probabile un marginale o parziale interessamento delle nostre regioni orientali e meridionali, mentre più riparate potrebbero risultare ancora le zone settentrionali e tirreniche.