31.12.2022 - Associazione
Outlook gennaio 2023

PREMESSA

Il mese di dicembre è stato, per gran parte, caratterizzato da un vortice polare troposferico debole fino in bassa stratosfera e da valori negativi degli indicatori NAO/AO.
Alle quote medio alte della stratosfera diversamente il vortice ha proseguito un percorso di raffreddamento piuttosto marcato benché mantenuto in condizioni di equilibrio rispetto a moderati flussi di calore prevalentemente disposti su W2 ( 2 waves pattern) con la prima cresta d’onda leggermente recessiva.
La troposfera ha coadiuvato questo equilibrio attraverso un vortice poco coeso che ha permesso l’evoluzione di uno scenario assimilabile al pattern SCAND + ad ATH in evoluzione di blocco sulla Groenlandia.
Una successiva fase maggiormente forzante in troposfera dovuta ad un AAM+ con Mountain Torque sulla catena asiatica ha generato un rinforzo del PNA evidente nell’approfondimento della depressione semipermanente aleutinica sfociato in un deciso blocco che ha esordito Dal Golfo dell’Alaska fino al polo ove si è generato il wave breaking dell’onda planetaria con conseguente inversione di gradiente troposferico e soppressione dei flussi orizzontali e verticali di calore per venir meno del gradiente meridionale di temperatura e di pressione.
Tale evento è associato, proprio per quanto detto, ad un rapido rinforzo della colonna del vortice polare per il venir meno dei disturbi provocati dagli eddy calore e momento.
L’evento stratosferico estremo che ne consegue rappresenta la rottura di quell’equilibrio fino a prima mantenuto tra flussi di calore e raffreddamento radiativo.
L’influenza di questo evento in troposfera, manifestatasi soprattutto sull’andamento della NAO, ha dovuto verosimilmente fare i conti con MPV nettamente sotto la media su tutta la colonna del VP. Questo si traduce in una minor capacità da parte dei piani più alti di condizionare quelli più bassi a livello polare, come dimostra l’andamento dell’indice AO, in netta risalita ma su valori comunque neutri/debolmente negativi.

PROSPETTIVE PER IL MESE DI GENNAIO

La prima parte del mese di gennaio risentirà giocoforza degli eventi occorsi nell’ultima parte di dicembre con un debole rinforzo del vortice polare troposferico, soprattutto nel suo ramo Nord-Atlantico, al punto che l’indice NAO da valori marcatamente negativi, generati dal vasto anticiclone polare, invertirà repentinamente il suo segno divenendo positivo seppure in maniera contenuta.
L’Europa meridionale nella prima decade di gennaio subirà dapprima i residui effetti generati dalla falla pressoria presente nel medio atlantico causata dalla precedente circolazione e responsabile di marcate anomalìe positive di temperatura e geopotenziale con valori del tutto anomali sull’Italia rispetto al periodo e a seguire di modeste ondulazioni in seno alla corrente occidentale con effetti limitati alle aree alpine e alle regioni settentrionali con temperature ancora elevate ma in progressivo ridimensionamento.
La tendenza verso un periodo dai connotati moderatamente invernali dovrebbe aversi dopo l’epifania, intorno alla fine della prima decade del mese e caratterizzare questo breve periodo.
Si prevede infatti un temporaneo aumento dei geopotenziali in direzione dell’Europa settentrionale verso la penisola scandinava ove vi sarà la tendenza all’affermarsi di una situazione di blocco.
Il disturbo al vortice polare sarà pertanto a carico di 3 principali ondulazioni a livello emisferico.
La prima nel Pacifico tra il Golfo dell’Alaska e la west coast nord americana incentivata dall’oscillazione del PNA che permarrà su valori mediamente positivi, la seconda dalle medie latitudini euroatlantiche verso la penisola scandinava e la terza più debole sull’Asia centro orientale.
Due i principali centri motore nei quali si ripartiranno le masse artiche: il primo a carico della semipermanente aleutinica, il secondo a carico del vortice canado-groenlandese.
Conseguenza di questo nuovo assetto sarà il calo dell’indice AO verso valori moderatamente negativi mentre il segno della nao oscillerà tra valori neutri o leggermente positivi.
A ragione di questa circolazione si ritiene che gli afflussi di aria fredda provenienti dal continente euroasiatico dovrebbero prediligere l’Europa orientale con debole e marginale coinvolgimento delle regioni orientali della nostra penisola.
Nel contempo la riattivazione degli eddy heat fluxes dopo la stasi di fine dicembre / inizio gennaio, dovrebbe rendersi evidente anche in stratosfera attraverso l’esordio di un nuovo disturbo al vortice polare con esordio prevalente di W1 su quasi tutte le quote (1/70 hpa).
L’azione compressiva del pattern ad una onda si tradurrà in troposfera in un travaso verso est della forte semipermanente islandese formatasi in precedenza. Questo porterà ad un sensibile rinforzo zonale sul settore europeo. Le correnti dovrebbero disporsi da WNW/NW alle medio-basse latitudini con clima spesso perturbato sull’Europa centro-settentrionale e più stabile su quella meridionale. L’andamento delle correnti potrebbe portare a ripetuti fenomeni di foehn alpino sul Nord Italia, in un contesto non lontano dalle medie termiche su tutto il Paese.

La rotazione del VP indotta dall’azione della prima onda dovrebbe compiersi, intorno a metà mese, con una maggiore redistribuzione delle masse artiche anche sul settore canadese, fino ad allora pressoché sgombro dalle maggiori vorticità. Questo potrebbe portare alla riemersione di uno dei pattern caratteristici di questo fine autunno/inizio inverno, cioè lo Scand +, intorno alla fine della seconda decade. Il tutto si accompagnerebbe con un calo della NAO su valori debolmente negativi e ad un nuovo disturbo a 2 onde in stratosfera.
Sull’Europa si riaffaccerebbero, in questo caso, correnti fredde di matrice artico-continentale o polare-continentale, con probabile maggior interessamento delle zone centrali ed orientali europee. Qualora la NAO dovesse calare su valori più marcatamente negativi, non è da escludere un maggior travaso dell’aria fredda verso ovest (ipotesi minoritaria).
Anche il nostro Paese dovrebbe risentire di questo afflusso freddo, specie le regioni Settentrionali e Orientali. Permane la possibilità di avere contributi umidi da ovest ad interagire con l’aria più fredda da est, durante l’ultima decade. In tal caso andrebbe valutata l’area di “scontro” per individuare quali zone potrebbero essere colpite da maltempo di carattere freddo, cosa ad ora impossibile da stabilire.

Qualora il disturbo su due onde dovesse risultare stazionario ed intrusivo, sarebbe da mettere in conto un MMW di tipo split nella prima parte del mese del febbraio.

Non possiamo tuttavia non sottolineare l’esistenza di un importante “bivio previsionale” a metà mese. Se infatti la rotazione del VP non dovesse tradursi in un aumento di gpt sul settore nord-europeo e quindi una riattivazione di wave 2 (ipotesi per noi maggioritaria) ma dovessimo assistere ad un fisiologico calo di W1 con riaccentramento del VPS sul Polo, allora si assisterebbe ad una nuova impennata del NAM in medio-alta stratosfera, con l’attivazione di un nuovo ESE Cold, stavolta con possibilità di condizionamento troposferico nettamente maggiori (ipotesi per noi minoritaria).

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