
Nevicata sul Veneto, dalle Dolomiti all’Adriatico, oltre che delle gelate dovute all’ulteriore abbassamento delle temperature, al di sotto della media stagionale, sui monti anche di 8 gradi centigradi. Da record, come di consueto, nel Vicentino, sulla Piana di Marcesina nell’Altopiano dei Sette Comuni, al confine col Trentino-Alto Adige: -26 gradi centigradi il picco, -18 gradi sempre nel Vicentino, ad Asiago e nel Bellunese, a Sappada. Anche il resto della provincia dolomitica è ai primi posti della classifica del gelo: in Cadore Santo Stefano e Auronzo a -16; Falcade a -15; Cortina e Val di Zoldo a -14; Feltre a -10 Belluno a -9. Manto nevoso anche a 20 centimetri di spessore sulle Dolomiti, una decina nei fondovalle fino a qualche centimetro sulla pianura. Traffico rallentato un po’ dappertutto, a Venezia la neve ha imbiancato i tetti e piazza San Marco offrendo ai turisti infreddoliti uno spettacolo decisamente romantico.
1- Mappa di pressione al suolo (hPa) e altezza di geopotenziale (dam) a 500 hPa alle 00Z di sabato 18 dicembre 2010. Evidente il minimo barico di 995 hPa sull’alto Adriatico (modello GFS, fonte Wetterzentrale)
2- Mappa di pressione al suolo (hPa) e fronti al suolo. Il fronte occluso ha appena lasciato il Veneto (fonte: MetOffice)
3- Radiosondaggio di Udine alle 00Z del 18 dicembre 2010 (fonte: University of Wyoming)
L'episodio nevoso del 17 dicembre 2010
a Campolongo Maggiore (VE) di Alberto Gobbi
I primi timidi fiocchi a Campolongo Maggiore (VE) sono comparsi all’ora di pranzo; a partire dalle ore 14 l’intensità è aumentata e in pochi minuti le strade erano già imbiancate con frequenti episodi di scaccianeve e i primi rallentamenti alla circolazione sulla statale che da Padova porta a Chioggia. Questo è avvenuto per il suolo gelato così come l’asfalto: la minima di -7.6°C rilevata dalla stazione Davis Vantage Vue è stata raggiunta intorno alla mezzanotte tra il 16 e il 17 dicembre (figura 4). Ad inizio evento nevoso i valori termici si attestavano sui -2.5°C/-3°C con bora moderata per poi subire un lento aumento nel corso della serata e della notte, restando comunque sempre negativi con una “massima” di -1.7°C alle ore 2 del 18/12. Alle 5 della mattinata successiva la minima si attestava a -7°C grazie ai rasserenamenti successivi al transito del fronte occluso (figura 2). La mattina del 19 dicembre la minima è scesa a -10°C, le strade secondarie erano ancora ricoperte di estese lastre di ghiaccio con seri pericoli per la circolazione stradale.
L’ evento, conclusosi intorno alle 23 del 17/12, ha portato ad un accumulo di 5-6 cm (figure 5 e 6), confrontando i valori di precipitazione registrati dalle due stazioni più vicine al mio paese (Legnaro (PD) 1.6 mm, Mira (VE) 2.0 mm) si evince l’ottima qualità della neve che quindi possedeva una densità di circa 30 kg/m3 a fronte di un valore medio di 100 kg/m3. La “farinosità” della neve è stata senz’altro dovuta alle temperature sempre negative nella medio-bassa troposfera e all’assenza di inversioni termiche come si evince dal radiosondaggio di Udine relativo alle 00Z del 18 dicembre quando a 850 hPa c’erano -5.9°C (addirittura -10.7°C alle 12Z del 17/12). Come si nota dal diagramma (figura 3), la coltre nuvolosa del tipo nembostrati si è elevata fino ad una quota di circa 5000 metri, livello al quale la curva di stato e di dew point si allontanano indicando un forte calo dell’umidità relativa a quote maggiori.
4 – Cristalli di ghiaccio all’alba del 17 dicembre 2010 nelle campagne tra Padova e Venezia (foto: Alberto Gobbi)
5 – Neve al suolo nel primo pomeriggio del 18 dicembre 2010 nelle campagne tra Padova e Venezia (foto: Alberto Gobbi)
6 – Neve al suolo nel primo pomeriggio del 18 dicembre 2010 nelle campagne tra Padova e Venezia (foto: Alberto Gobbi)
L'episodio nevoso del 17 dicembre
a Treviso di Matteo Chiopris
La neve, i modelli meteo, la “vedevano” da molti giorni. La situazione prevista in quota era ben chiara: dopo una consistente e gelida irruzione da est, nelle prime ore di venerdì 17 si profilava l'ingresso di una perturbazione “fredda” dalla porta del Rodano, con la formazione di un minimo pressorio sul mar Ligure in successivo spostamento verso est; fino all'ultimo momento erano però rimasti molti dubbi sull'effettivo posizionamento dello stesso, e dunque sugli apporti in centimetri stimabili nelle diverse zone del nostro territorio. Ad episodio perturbato concluso è giusto dire che il modello matematico più preciso si è rivelato GFS, che lasciava intravedere come il minimo basso-pressorio inizialmente formatosi sul Mar Ligure sarebbe poi traslato lentamente verso Nord-Est, ma con una traiettoria piuttosto bassa, che ha in effetti favorito maggiori accumuli sul Friuli, specie centro-orientale, rispetto al Veneto nel suo complesso, dove le coste hanno registrato apporti nevosi leggermente superiori al resto della regione.
Qui nella città di Treviso la nevicata ha fatto registrare un accumulo variabile tra i 5,5 e i 6,5 cm; nulla di paragonabile per quantità all'evento del 19 dicembre 2009, giorno in cui le misurazioni più pessimistiche, a fine precipitazione, avevano mostrato un manto nevoso spesso 18-20 cm. Rimane tuttavia un evento notevole e particolare per le condizioni in cui si è svolto: dai dati della stazione ARPAV, posizionata in pieno centro città, si evince come la temperatura durante la nevicata sia variata tra -1,7°C e -2,9°C; valori così bassi durante una precipitazione sono notevolissimi per le nostre zone, dove solitamente la neve cade con temperature prossime o superiori allo zero.
Una temperatura così rigida ha fatto sì che praticamente alcun fiocco si perdesse durante la nevicata: sempre dai dati ARPAV rileviamo che i mm di pioggia caduti sono stati solo 2,2: visti i 6 cm misurati mediamente, il rapporto mm/cm è stato dunque 1 a 3. Questo dato sottolinea la straordinaria qualità della neve caduta e al contempo lascia un po' di amaro in bocca, pensando a che manto nevoso avremmo potuto godere se fossero caduti “solo” 10 mm di pioggia in più…!
La precipitazione nevosa è cominciata verso le 13 di venerdì 17, per terminare nelle prime ore della mattina del giorno successivo; la neve è caduta sempre molto fine e asciutta, connotati drasticamente diversi da quelli di una normale nevicata “padana” da scorrimento, che presenta solitamente fiocchi grandi, pesanti e bagnati. I momenti di maggiore intensità della precipitazione si sono registrati nel primo pomeriggio del 17 e verso l'una della notte seguente; all'alba del 18 dicembre le schiarite si sono fatte via via sempre più evidenti, permettendo di gustare uno spettacolo straordinario, com'è sempre quello della neve che riluce sotto i raggi del sole.
I disagi sulle strade della città e della provincia questa volta si possono considerare trascurabili: probabilmente, per una volta, chi di dovere ha attivato le misure precauzionali necessarie a fronteggiare il modesto episodio nevoso. Le strade principali già poche ore dopo l'inizio della nevicata risultavano piuttosto sgombre da ghiaccio e neve; da rilevare solo alcuni prevedibili e fisiologici rallentamenti del traffico e qualche ingorgo nei punti più critici della viabilità provinciale.
Staff MeteoNetwork Veneto
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