Ciclone mediterraneo in arrivo: un gioco di sponda

Tra cicloni tropicali e uragani, in questi giorni nei siti meteo più o meno organizzati, più o meno frequentati, è un continuo sbrodolamento di titoloni per indicare il peggioramento atteso nei prossimi giorni.
Sia chiaro: i cicloni tropicali non c'entrano niente; figuriamoci gli uragani, che non sono altro che forti cicloni tropicali con determinate caratteristiche.
Ma siccome non sappiamo che pensare al guadagno (in termini di prestigio, ovviamente), buttiamo lì qualche termine a caso, che fa tanto allarme e aiuta ad aprire link ad articoli che riportano quei termini nel titolo.

Quello in arrivo domani in Sardegna e poi sulle coste tirreniche è un ciclone mediterraneo, ossia una bassa pressione ampia, profonda, sostenuta da processi fisici tipici delle nostre latitudini.
Le sue caratteristiche la porteranno prima di tutto a scatenare venti forti su gran parte d'Italia, dapprima caldi e umidi, poi più asciutti e freschi, nella classica successione tra fronte caldo, freddo e – mettiamocelo, in quanto probabile protagonista per diverse ore – anche occluso.

E' insomma qualcosa di completamente diverso da un ciclone tropicale o da qualsiasi cosa possa assomigliargli. 
Una struttura con caratteristiche tropicali, talora comunque presente nel Mediterraneo, ha estensione limitata a poche decine di chilometri di diametro, è sostenuta esclusivamente da aria calda e umida, da cumulonembi organizzati in una struttura che si dice “barotropica”, non una prerogativa di queste trottole ma comunque estremamente rara alle nostre latitudini. Per le sue peculiarità scatena venti forti, o molto forti, ma su un territorio di estensione davvero limitata, e solitamente al largo in mare aperto.

Certo, in alcuni casi all'interno di una bassa pressione mediterranea (che sia ciclone o un lago amorfo e fiacco di aria instabile) può a volte nascere un piccolo ciclone dalle caratteristiche tropicali. Ma – questo è bene sottolinearlo – è pressoché impossibile prevedere una evoluzione di questo tipo.
Pertanto, è vero che non si può escludere completamente la nascita di un piccolo ciclone tropicale all'interno del ciclone mediterraneo, tra domani e domenica; tuttavia:

1) le probabilità sono (come in TUTTE le occasioni del genere) molto basse, anche sulla base dei venti troppo tesi e provenienti da direzioni completamente differenti alle varie quote, un po' su tutta l'Italia (questo allontana la possibilità di avere una colonna d'aria barotropica);
2) non è possibile – ripeto – NON E' POS-SI-BI-LE saperlo in fase di previsione, se non nel momento in cui i vari fronti (occluso, in particolare) dovessero essere ben lontani dal punto in cui andrebbe a formarsi il ciclone dalle caratteristiche tropicali, e sempre se in quel punto dovessero formarsi dei temporali organizzati;
3) tutta la struttura del ciclone mediterraneo si muoverà molto velocemente, trascinando rapidamente i centri motore della bassa pressione da una costa all'altra, dando così poco tempo ai venti di organizzarsi in maniera differente da quella tipica dell'evoluzione di una bassa pressione classica.

Sia chiaro: con un ciclone mediterraneo non c'è da scherzare: è una perturbazione forte, rapida, foriera di temporali anche pesanti. Ma fa parte della normale statistica autunnale italiana; il ciclone tropicale no.

Curiosità: la perturbazione in arrivo sarà conseguenza indiretta dell'avvicinamento alle coste europee dei rimasugli del vecchio uragano “Joaquin”, ormai plasmato anch'esso come normale depressione oceanica, ma in grado di dare un colpo di sponda a una fredda bolla d'aria in quota, che sonnecchiava sulla Spagna e si ritroverà invece scaraventata entro stanotte sulle coste algerine, dove la colonna è ancora calda. E' proprio questo contrasto che sta costruendo i prodromi del ciclone mediterraneo, che poi – ripeto – entro domenica attraverserà gran parte del Paese portando piogge più abbondanti al Centro-Sud.

Un'estate italiana – terza parte

L'heat index è l'indice che misura il disagio causato dalle alte temperature combinate a livelli di umidità da bollino rosso. Si calcola per temperature uguali o superiori ai 27°C e relativa umidità oltre il 40 percento e si distingue in 4 classi di valore crescenti, alle quali è associato un determinato disagio, che sarà tanto più grave, quanto più alta è la classe h.i.

 Monitorare questo tipo di dati ha una grande importanza dal punto di vista della prevenzione sanitaria. Per questo motivo l'associazione Meteonetwork ha realizzato il progetto di ricerca “Weatherness” con il Centro di ricerche in Bioclimatologia medica, biotecnologie e medicine naturali dell’Università degli Studi di Milano.

 La visualizzazione punta la sua attenzione sulla classe 3, che misura temperature tra i 40 e i 54 gradi. Questo valore è associato a un disagio fisiologico forte, il famoso “colpo di sole” e i suoi annessi: malessere diffuso, annebbiamento dei sensi, astenia, abulia, “respiro corto”.

 Sono state esaminate le città comprese tra 0 e 300 metri di altezza sul livello del mare che abbiano registrato un heat index massimo superiore o uguale al 40 per più di sei giorni consecutivi. Mantova guida la classifica.

 A luglio 2015 sono stati registrati i valori di h.i. più alti del trimestre estivo e gli italiani hanno risposto chiudendosi in casa o negli uffici e attivando qualsiasi fonte di refrigerio disponibile.

 Intrecciando i coefficienti relativi all'h.i. con il consumo di energia elettrica si nota, infatti, che  vertici della classifica dell'heat index per città coincidono con quelli dei consumi per aree regionali: Lombardia con Mantova, Cremona e Lodi; Emilia Romagna con Modena, Rimini e Forlì; Toscana con Grosseto; Friuli-Venezia Giulia con Pordenone; Veneto con Rovigo, Padova e Verona; Trentino-Alto Adige con Trento.

Lavoro svolto in collaborazione con A.p.s. “Gli Additivi

Un'estate italiana, seconda parte

Andare a dormire con una temperatura superiore ai 26° non è tra le gioie della vita. Se la cosa si ripete per più di una settimana consecutiva, allora il disagio diventa notevole. Il podio spetta a Palermo, con 24 giorni sopra i 26 gradi, a cui si affianca il record di Livorno, che ha superato la soglia dei 28° per ben 11 giorni su 13.

La top five delle minime più alte vede ancora il Sud primeggiare, con ben tre città pugliesi: al primo posto Fasano (Brindisi) con 30.1°; seguono Bassano del Grappa (Vicenza) con 29.4° e Genova con 29.1°. L’ultimo posto spetta a pari merito a Vieste (Foggia) e a Taranto con 29°.

Il dato interessante, straordinario e innaturale, è l'aumento delle temperature minime nelle città. La cementificazione che avanza trattiene il caldo generando una vera e propria isola di calore, che accresce il malessere degli abitanti, soprattutto in alcune città scarsamente ventilate.

Tutti dobbiamo iniziare a chiederci se si può fare qualcosa per mitigare il fenomeno.

Lavoro svolto in collaborazione con A.p.s. “Gli Additivi”  

Un'estate italiana, prima parte

L’estate 2015 si è aggiudicata il podio nel campionato delle estati più calde, dopo essersi contesa a lungo il primato con le altre campionesse del caldo, l’estate 2003 e l’estate 2012; per un soffio è finita al terzo posto, nonostante un luglio da record, soprattutto nel Nord Italia, dove in molte località è stato registrato come il mese più caldo dell’anno. Le temperature infatti in alcune città si sono stabilizzate sopra i 38 gradi per oltre 15 giorni, come nel caso di Mantova. 

Il nostro vecchio baluardo Anticiclone delle Azzorre, icona delle estati anni Novanta, con temperature da campione che da oltre un decennio restano insuperate, quest’anno si è scaldato tanto a bordo campo, ma poi è rimasto in panchina, sull’Oceano Atlantico,  lasciando il passo al pressing asfissiante di un anticiclone che, dal Nord Africa, come un pallonetto di Totti, ha scavalcato l’Italia del Centro-Sud ed è andato a segno in Nord Europa. 

E così a giugno la parte settentrionale della nostra penisola è stata investita da un caldo umido e stagnante che per le prime due settimane ha saturato l’aria rendendo difficoltoso persino respirare.  Nel mese successivo gli effetti della marcatura a zona non hanno tardato a farsi sentire più a sud, registrando valori eccezionali. E quindi il nostro goleador ha attraversato l’intera area, e insieme alla Spagna e alla Francia, ha investito a pieno l’intera penisola. Quello che si dice un campo infuocato.

Lavoro svolto in collaborazione con A.p.s. Gli Additivi”  www.facebook.com/gliadditivi 

Conferenza Expo Aquae Venezia: Cacciatori di tornado Italiani avventure e aneddoti di chi insegue. foto e video.

Sono disponibili alla visione i video e le foto della conferenza “Cacciatori di Tornado Italiani avventure e aneddoti di chi li insegue”:

Video:

Serena Giacomin-Comunicare la meteorologia


Pierluigi Randi-I tornado in Italia


Alberto Gobbi-Tornado tra Pianiga, Mira e Dolo


Valentina Abinanti-Sulle strade del vento 


Niccolò Ubalducci-Quando i tornado diventano arte


Giorgio Pavan-Stormchasing Triveneto

Grazie a Roberto Gaianigo per le riprese.

Foto:

Altre foto sul forum LINK

Conferenza Expo Aquae Venezia: Cacciatori di tornado Italiani avventure e aneddoti di chi insegue. (aggiornato 2)

Eccoci dopo la pausa vacanze, come promesso in collaborazione con il Centro Epson Meteo stiamo organizzando il secondo evento ad Expo Aquae Venezia, la conferenza sarà: 

“Cacciatori di tornado Italiani: avventure e aneddoti di chi insegue venti a 300 km/h”

Per motivi organizzativi la data originaria 3 settembre è stata posticipata a sabato 19 settembre.

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Programma completo della giornata:

“Cacciatori di tornado Italiani: Avventure e aneddoti di chi insegue venti a 300 km/h”

Sabato 19 settembre 2015 EXPO AQUAE VENEZIA 2015

• Programma e relatori:

    Ore 17,30-18,00

  • -Pierluigi Randi SMI/Meteocenter/MNW Thunderstorm Team-:

  • “I tornado in Italia: genesi, caratteristiche, ed aree a maggior rischio”.

    Ore 18,00-18,30

  • -Alberto Gobbi MNW/Thunderstorm Team-:

  • “Genesi e dinamica del tornado tra Pianiga, Mira e Dolo dell'8 luglio 2015”.

    Ore 18,30-19,00

  • -Valentina Abinanti Tornadoseeker.com-:

  • “Sulle strade del vento: un affascinante ed avvincente viaggio attraverso esperienze di stormchasing in USA ed Italia”.

    Ore 19,00-19,30

  • -Niccolò Ubalducci Gotstorms.net-:

  • “GotStorms?! quando i tornado diventano arte attraverso le spettacolari immagini di un rinomato stormchaser italiano”.

    Ore 19,30-20,00

  • -Giorgio Pavan Meteostretti/SWE/MNW Thunderstorm Team-:

  • “Stormchasing Triveneto: un racconto attraverso immagini di una delle zone col più alto potenziale temporalesco d’Italia.” 

Alla conferenza saremo preceduti dalla meteorologa del Centro Meteo Epson Serena Giacomin, che ci parlerà di comunicazione meteorologica:

–Ore 16 COMUNICARE LA METEOROLOGIA

Come viene comunicata la meteorologia, dall’università ai media, dai centri previsionali ai cittadini, passando attraverso le pubbliche amministrazioni.

 avventure e aneddoti di chi insegue 

Serena sarà nostra ospite alla meteo-pizza post conferenza, presso pizzeria “Ae Oche Docks” di Mestre, info e prenotazioni LINK

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Come arrivare ad Expo Aquae Venezia LINK

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Come entrare gratuitamente al padiglione  Expo Aquae Venezia Link 

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Vi aspettiamo numerosi, info e aggionamenti sul forum

26 giugno, MeteoNetwork ad Expo Aquae 2015 Venezia, cronaca fotografica

Il 26 giugno scorso siamo stati ospiti  del  Centro Epson Meteo  a cui va ancora una volta la nostra più viva e sincera riconoscenza, al padiglione Expo Aquae Venezia 2015, dove nel contesto di una giornata ricca di conferenze sul tema meteorologico abbiamo potuto far conoscere la nostra realta associativa e i nostri principali progetti futuri.

Cronaca fotografica.

Angolo MeteoNetwork nello stand Centro Epson Meteo

Sala conferenze padiglione Expo Aquae 2015 Venezia.

Marco Mancini (Politecnico di Milano): Integrated soil moisture measurements for flood and drought predictions

Raffaele Salerno (Centro Epson Meteo) e Alessandro Ceppi (MeteoNetwork)

Flavio Galbiati: Gli strumenti del meteorologo: i satelliti, i computer e….

 Marco Giazzi: L’Associazione Onlus MeteoNetwork: storia di una metamorfosi

 Giovanni Tesauro: L’Associazione Onlus MeteoNetwork: storia di una metamorfosi

 Alessandro Ceppi: L’Associazione Onlus MeteoNetwork: storia di una metamorfosi

 Edoardo Mazza: L’Associazione Onlus MeteoNetwork: storia di una metamorfosi

Il presidente di MeteoNetwork Marco Giazzi ringrazia pubblicamente il tecnico Gianandrea Peressuti.

Foto di Giuliano Nardin 

A breve saranno disponibili i video dei relatori MeteoNetwork

26 giugno, associazione MeteoNetwork ad Expo Aquae di Venezia

Come già preannunciato in un articolo precedente LINK l'associazione Meteonetwork Onlus prende ufficialmente parte ad Aquae Venezia 2015, padiglione collaterale di EXPO 2015 dal 3 maggio al 31 ottobre a Venezia. Due in particolare gli appuntamenti che ci vedranno protagonisti: il 26 giugno con la presentazione ufficiale della realtà associativa e l’illustrazione dei nostri principali progetti e il 3 settembre prossimo, con un’attenta disamina incentrata sui cacciatori di temporali e sulle loro esperienze. Saremo ospiti del Centro Epson Meteo (Content Partner dell’evento) a cui va ancora una volta la nostra più viva e sincera riconoscenza. 

Dettagli per la giornata del 26 giugno presentazione ufficiale della realtà associativa e l’illustrazione dei nostri principali progetti

Nello stand Centro Epson Meteo durante l'intera giornata sarà presente parte del nostro staff ad illustrare la realtà associativa e relativi progetti, potete chiedere informazioni sulla rete stazioni, live map, modelli, forum e altro, inoltre sono a disposizione dei visitatori materiale cartaceo informativo e una stazione meteo funzionante. 

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Le conferenze in programma per venerdì 26 giugno.

Marco Mancini (Politecnico di Milano): Integrated soil moisture measurements for flood and drought predictions

Prime ore del pomeriggio – Sala conferenze, all’interno dell’evento “White Drop” di Pianeta Acqua organizzato da eAmbiente

Tema: Rischio idrogeologico e gestione dell'acqua

Misurazioni integrate dell’umidità del suolo per la previsione di alluvioni e siccità

Il monitoraggio in tempo reale del tasso di umidità del suolo è importante sia per comprendere il fabbisogno irriguo sia per la previsione delle inondazioni, unendo modelli meteorologici ed idrologici basati sui dati raccolti da misurazioni satellitari e in loco. L’uso combinato di questi due modelli è stato riconosciuto dalla comunità scientifica come mezzo fondamentale per prevedere i processi idrologici in un tempo sufficiente ad attivare misure mitigative e procedure di allerta. 

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Flavio Galbiati: Gli strumenti del meteorologo: i satelliti, i computer e….

Ore 16:30 – Sala eventi all’interno dello stand (durata circa 1 ora)

Tema: Le Previsioni Meteorologiche

La tecnologia ha permesso dei notevoli passi avanti nell’affidabilità delle previsione meteo. Ma di quali strumenti si avvale oggi il meteorologo? È vero che le previsioni sono migliorate soprattutto grazie all’uso dei satelliti?

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Associazione MeteoNetwork: Marco Giazzi, Giovanni Tesauro, Alessandro Ceppi (Politecnico di Milano), Edoardo Mazza (DRHIM – FU Berlin): L’Associazione Onlus MeteoNetwork: storia di una metamorfosi
Ore 18:00 – 20:00 – Sala convegni Cina

Tema: Meteo e Società 

Il cammino evolutivo di un’associazione sorta per il semplice compiacimento di una passione ed oggi trasformatasi in una realtà dinamica al servizio degli Enti e della Comunità, proiettata verso la moderna concezione dei Citizen Scientists.
Programma: 

Introduzione del Presidente dell’Associazione MeteoNetwork Marco Giazzi;
Giovanni Tesauro: Rete stazioni Meteo Network;
Alessandro Ceppi ed Edoardo Mazza: Utilità dei dati nella condivisione con altre istituzioni (Politecnico di Milano e Fondazione CIMA). 

Associazione Onlus MeteoNetwork: history of an evolution 

The evolutionary path of an association that arose for the simple pleasure of a passion and now transformed into a dynamic reality in the service of the Community institutions and projected into the modern concept of Citizen Scientists.
Program: 

Introduction of the President of Association MeteoNetwork Marco Giazzi;
Giovanni Tesauro: Network stations MeteoNetwork;
Alessandro Ceppi and Edoardo Mazza: Utilities data sharing with other institutions (Politecnico di Milano and Fondazione CIMA). 

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Anche nella giornata di Venerdì 26 giugno p.v. grazie all’organizzazione Expo Aquae 2015 e all’interessamento del Centro Meteo Epson che organizza gli eventi e ci ospita nei loro spazi, sarà possibile entrare al padiglione di Venezia gratuitamente, previo iscrizione entro le ore 20 di giovedì 25 giugno.

Info per ottenere l'acceredito d'ingresso gratuito LINK 

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Dopo gli interventi pomeridiani organizzati dal centro Epson Meteo e l'importante appuntamento riguardante la nostra associazione delle ore 18 , abbiamo il piacere di organizzare una cena tutti in compagnia, presso Pizzeria “Ae Oche Docks” di Mestre.
Sarà nostro ospite l'amico meteorologo Flavio Galbiati.

Info menù e prenotazioni cena LINK 

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Come arrivare al padiglione Expo Aquae 2015 di Venezia LINK 

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Costruisci un pluviometro con un secchio, un imbuto e software libero

Sabato 27 giugno 2015 dalle 10:00 alle 13:00 a Vicenza, all'interno del Festival delle Libertà digitali  http://libertadigitali.wikimedia.it/ organizzato da Wikimedia Italia nella splendida cornice della Festambiente 2015 http://www.festambientevicenza.org/  è possibile partecipare ad un laboratorio di autocostruzione di OpenPluvio: un pluviometroelettronico OpenSource basato su Linux.

Il progetto OpenPluvio è stato realizzato all'interno del Verona Fablab e con il contributo di Wikimedia Italia e MeteoNetwork Veneto Onlus chiunque potrà autocostruirselo e portarselo a casa. Per partecipare basta iscriversi online in http://goo.gl/forms/EEFQI1wr3v e versare un piccolo contributo di € 25,00 per i materiali che verranno forniti. 10 posti disponibili, fino a esaurimento. Per maggiori informazioni info@veronafablab.it

OpenPluvio è uno strumento di misura costruito con componenti a basso costo e semplici da reperire. E' un progetto aperto e quindi chiunque puo' collaborare e contribuire
al suo miglioramento.

OpenPluvio ha un suo wiki in cui è possibile trovare tutte le informazioni di dettaglio, gli schemi costruttivi e il software utilizzato, al link: http://167.88.40.66/OpenResmia/wiki/index.php/OpenPluvio

La parte elettronica si basa su un modulo Linux Embedded “Arietta G25” prodotto da ACME Systems, progettata e costruita in Italia. Grazie al software realizzato, è possibile collegarsi al pluviometro via wifi anche da uno smartphone per vedere i dati raccolti.

12 giugno 2015: Una giornata importante per la Meteorologia Italiana

Venerdì 12 giugno 2015 è stata una data importante per la meteorologia italiana: al padiglione di Expo Aquae 2015 di Venezia, collaterale a EXPO Milano 2015, numerosi esperti del settore si sono confrontati sullo stato attuale della meteorologia italiana che, come voi credo ben sapete, non è dei migliori, anzi è “una giungla senza regole, un Far West della meteorologia” così come l’aveva definito poco prima Luigi Latini, produttore esecutivo del Centro Epson Meteo.

Prima infatti di questo dibattito si sono succedute alcune interessanti conferenze dalle ore 11 curate dal Centro Epson Meteo: ha esordito alle 11 Flavio Galbiati con una facile spiegazione di come viene elaborata una previsione meteo a partire dai dati di osservazione fino al prodotto finale, a cui è seguito Daniele Izzo che ha presentato i modelli fisico-matematici, riuscendo ad essere chiaro anche ai meno avvezzi alla materia, quindi Serena Giacomin, moderatrice del ciclo di conferenze ha annunciato un’ora di meritata pausa pranzo. Alle 14 i lavori sono ripresi con Andrea Giuliacci che ha presentato le numerose difficoltà della comunicazione tra previsore e pubblico televisivo: molto per esempio si è insistito sulla brevità dello spazio concesso dagli emittenti televisivi ai previsori, anche solo 20 secondi, per fare una previsione la più accurata possibile per tutt’Italia. Alle 14:40 Luigi Latini ha iniziato a introdurre uno dei temi caldi del successivo dibattito, ossia il meteo-terrorismo e le cause che permettono una sua facile diffusione in Italia (per esempio la mancanza di cultura meteorologica, la superficialità dei mass media, l’assenza di normative…).

Alle 15:30 circa è iniziato l’atteso dibattito tra alcuni dei massimi esponenti della meteorologia italiana con la moderazione di Anna Maria Girelli Consolaro, giornalista del Centro Epson Meteo: erano presenti Carlo Cacciamani, Direttore Servizio IdroMeteoClima ARPA Emilia‐Romagna; il Colonnello Mario Giuliacci, Meteorologo; Vincenzo Levizzani, Dirigente di Ricerca presso ISACCNR; Rolando Rizzi, Professore di Fisica dell’atmosfera presso l’Università di Bologna; Filippo Thiery, Meteorologo televisivo per Geo – Rai3; Dino Zardi, Professore di Fisica dell’atmosfera presso l’Università di Trento; Daniele Izzo, Andrea Giuliacci e Flavio Galbiati meteorologi del Centro Epson Meteo. 

Da sinistra: Anna Maria Girelli Consolaro, Filippo Thiery, Vincenzo Levizzani, Mario Giuliacci, Carlo Cacciamani, Flavio Galbiati, Rolando Rizzi, Andrea Giuliacci, Dino Zardi e Daniele Izzo. 

I problemi salienti che sono emersi sono stati la mancanza di una cultura meteorologica nella popolazione italiana a causa della carenza di insegnamento della materia nelle scuole, problema evidenziato un po’ da tutti, ma con maggior forza da Filippo Thiery, fermamente convinto che ciò darebbe una scrematura risolutiva alle scemenze, da Daniele Izzo che ha denunciato la superficialità con cui i libri di testo scolastici trattano la disciplina e da Carlo Cacciamani. Cacciamani inoltre ha illustrato il progetto che sta portando avanti in Emilia Romagna, ossia quello di creare una qualifica professionale di meteorologo come possibile soluzione al meteo-terrorismo, progetto condiviso da tutti i presenti. Anche Il Professor Dino Zardi sta portando avanti un simile progetto a livello nazionale, che punta piuttosto sulla creazione di “associazioni di meteorologi”, cosi come esistono per esempio associazioni di ingegneri. Zardi ha anche presentato il suo progetto del festival della meteorologia che avrà luogo a metà ottobre di quest’anno a Rovereto di Trento e che vorrà essere una specie di meeting tra meteorologi e anche meteo-appasionati italiani: progetto che sicuramente ci incuriosisce assai e che speriamo riesca a portare avanti. Nell’ambito della formazione dei nuovi meteorologi, è intervenuto il Professor Rolando Rizzi che da una parte ha denunciato l’assenza di professori ordinari di meteorologia, dall’altra ha sottolineato con un pizzico d’orgoglio la qualità degli studenti che escono dalla facoltà di Fisica del Sistema Terra ( dove insegna), molti dei quali però purtroppo vanno all’estero dove riescono a ottenere facilmente posti di lavoro e dottorati. Ha espresso inoltre il volere di provare ad aprire una facoltà di meteorologia, ancora assente in Italia, progetto condiviso anche da Zardi. Il meteorologo Flavio Galbiati si è soffermato sulla necessità  di diffondere giá nei ragazzi nelle scuole le conoscenze che permettano di capire meglio le previsioni e distingue le informazioni affidabili dalle bufale, e come con gli anni ci siamo abituati a sintetizzare al massimo le informazioni nei brevi interventi televisivi. 

Ha concluso il dibattito il professor Vincenzo Levizzani che ha sottolineato con orgoglio il ruolo che la ricerca nell’ambito meteorologico ha a livello europeo, portando alcuni esempi tra cui la presenza nei satelliti meteorologici europei che verranno lanciati in orbita in futuro, di vari strumenti di ideazione tutta italiana. Ha concluso l’emozionante giornata Filippo Thiey e Carlo Cacciamani con un appello e una stuzzicata ai meteorologi italiani di provare a far qualcosa di diverso, per esempio di invitare gli emittenti televisivi a dare più spazio alla meteorologia o di portare la didattica meteorologica nel grande schermo, di provare insomma, ognuno nei limiti delle sue possibilità di migliorare questo “Far West” meteorologico. Quest’appello ci sentiamo di rivolgerlo anche a tutti voi meteo-appassionati: non abbiate paura a fare una giusta divulgazione meteorologica, a spiegare l’errore del meteo-terrorismo, tentate di far percepire questa materia, non come l’astrologia (ahimè questa è l’attuale credenza diffusa), ma come l’aveva definita il nostro grande Andrea Baroni “una scienza inesatta,che elabora dati incompleti,con metodi discutibili per fornire previsioni inaffidabili”.

di Francesco De Martin, foto Giuliano Nardin

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