La calotta polare artica: bilancio estivo 2008

Dopo essere tornata a livelli medi durante l’inverno e la primavera scorsi, la calotta polare artica sembra essere di nuovo in difficoltà.
Di seguito i lettori troveranno una analisi completa dello stato della superficie ghiacciata del Polo Nord.
Dopo aver raggiunto il suo minimo stagionale durante la terza settimana di settembre, il ghiaccio artico ha cominciato nuovamente a incrementare la sua estensione. A partire dal 21 settembre infatti il numero di ore di luce ha cominciato ad essere inferiore a quelle di oscurità, ed il raffreddamento in sede polare con il passare di pochi giorni può farsi solitamente molto rilevante.

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Staff Comitato Scientifico

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Dietro le quinte: la fine delle estate 2008?


L’autunno è la stagione in cui in genere assistiamo all’alternanza di circolazioni ancora tipiche dell’estate, con bel tempo e temperature gradevoli, a situazioni perturbate e fresche che introducono alla stagione invernale. Durante l’autunno la frequenza con cui si presentano situazioni dalle caratteristiche estive va diminuendo man mano che ci si avvicina alla stagione fredda, lasciando sempre più spazio ad un tempo più umido e freddo. E’ lecito quindi attendersi, in questo periodo dell’anno, bruschi cambiamenti del tempo meteorologico, che il più delle volte possono erroneamente far pensare alla scomparsa delle mezze stagioni.
Durante i primi 10 giorni dell’autunno meteorologico 2008 (1 Settembre-30 Novembre), la situazione meteorologica in Europa è stata caratterizzata dal rafforzamento dell’alta pressione delle Azzorre sul Mediterraneo, con contributo via via maggiore di aria di origine africana. I primi disturbi alla stabilità hanno così coinvolto solo la parte più settentrionale e occidentale d’Europa mentre, specie in Italia, si sono registrati valori termici considerevolmente sopra le medie del periodo. Durante gli ultimi giorni della settimana appena trascorsa la situazione è invece cambiata grazie all’isolamento di un grosso anticiclone sulla Penisola scandinava. Così, una prima perturbazione atlantica arrivata sul Regno Unito (Figura 1) durante il suo tipico spostamento da Ovest verso Est, ha trovato la “strada sbarrata” ed è stata costretta a trovare una via più meridionale, la via per il Mediterraneo.

Fronte freddo in discesa sul Mediterraneo
Figura 1: Immagine satellitare sull’Europa alle ore 5 di Giovedì 11 Settembre 2008. In blu il lungo fronte freddo che scende verso il Mediterraneo. Al suo seguito linee di instabilità e aria fredda. In rosso il fronte caldo che risale verso la Norvegia. In viola il fronte occluso.Elaborazione grafica a cura di Lorenzo Catania.

Nella giornata di venerdì 12 l’aria fredda entra nel bacino del Mediterraneo dalla Porta di Carcassonne: lo scontro tra masse d’aria dalle caratteristiche nettamente differenti, rinvigorite dal contributo marino viste le alte temperature superficiali, produce i primi sistemi temporaleschi che colpiscono soprattutto la Pianura Padana Centro Orientale, la Sardegna ed il Lazio (Figura 2).

Fronte freddo sulle regioni centrali italiane
Figura 2: a sinistra immagine satellitare alle ore 13 di venerdì 12 Settembre 2008. Il fronte freddo ha raggiunto le regioni centrali italiane. L’aria fredda nelle ore successive comincerà ad affluire anche dalla porta della Bora, con l’approssimarsi del fronte freddo sull’Austria. Sistemi convettivi alla mesoscala sono presenti sulla Pianura Padana centrale, Ovest Sardegna.(Elaborazione grafica a cura di Lorenzo Catania). A destra è visibile il top delle nubi. I sistemi convettivi prima individuati ci mostrano la loro struttura tondeggiante: sono agglomerati di temporali, alcuni anche molto violenti, che colpiranno Sardegna, Lazio e Pianura Padana centro orientale.

Sabato 13 Settembre la perturbazione prende forma (Figura 3a). Un minimo di pressione a 500hPa si scava sul Golfo di Genova andando in breve tempo a coincidere con il minimo al suolo. Contemporaneamente l’aria fredda russa affluisce aggirando le Alpi da est. Una lunga fase perturbata comincia a concretizzarsi per il nord Italia con venti freddi, precipitazioni e nevicate in alta montagna. Sulla Campania e su tutte le regioni Meridionali gli effetti dello scontro tra aria in risalita dall’Africa e quella nordatlantica si fanno sentire con temporali anche violenti e duraturi a partire dalla serata (Figura 3b). Sulle altre regioni si assiste a rovesci sparsi, alcuni anche di forte intensità.

Aria fredda da ovest e da est
Figura 3a-b: a) sinistra: immagine satellitare alle ore 7 di sabato 13 Settembre 2008: azione a “tenaglia” con l’aria fredda che sfocia nel Mediterraneo sia da ovest (fronte freddo, linea tratteggiata blu) che da est , dove osserviamo la sovrapposizione del fronte caldo della perturbazione atlantica sull’aria fredda russa in discesa da nordest (fronte occluso in viola). B) destra: Ore 20:30 si comincia a delineare il minimo di geopotenziale sull'ovest Piemonte, sviluppatosi bene grazie anche all'orografia ed alla azione combinata di Mistral da una parte e Bora dall'altra. Nel frattempo sulla Toscana centrale l'arrivo di una Jet Streak (un'accelerazione improvvisa della Corrente a Getto) ha portato alla formazione di una nuova linea temporalesca, che lentamente si estenderà verso nord-est, scivolando in contemporanea (molto lentamente) verso SE. Elaborazione grafica ed interpretazione a cura di Lorenzo Catania.

Domenica 14 Settembre La struttura depressionaria nella sua fase più matura si manifesta nel pieno vigore. L’instabilità è accentuata, i venti si intensificano portando una corposa diminuzione della temperatura e le precipitazioni si fanno sentire specialmente sulle linee frontali. Il fronte freddo ha raggiunto nelle prime ore della giornata la Sicilia, la Calabria e la Puglia, mentre il fronte occluso è stazionario da molte ore sull’appennino tosco-emiliano. Altrove permangono condizioni prettamente instabili con alternanza di nubi, rovesci e sprazzi di sole. La neve ha fatto la sua comparsa sulle Alpi a quote prossime o lievemente inferiori ai 2000 metri. Durante il pomeriggio e la serata di Domenica i fenomeni tendono ad indebolirsi ulteriormente. L’intera struttura ciclonica tende infatti ad occludersi con il passare delle ore.

Vortice sull'Italia
Figura 4a-b: a) sinistra: immagine satellitare delle prime ore di Domenica 14 Settembre 2008: Un bel vortice abbraccia tutta l'Italia in una morsa di tempo generalmente instabile. La perturbazione formatasi venerdì sera sulle Baleari ormai è evoluta in ossequio ai venti freddi russi ed a quelli freschi atlantici, arrivando ad occludersi in buona parte; il ramo freddo sta finendo di attraversare il sud, con gli ultimi spettacolari temporali. Al nord, grazie ai venti in quota ancora favorevoli, nonostante il passaggio dell'occlusione c'è ancora qualche ammasso cumuliforme ben organizzato; sulle altre regioni l'instabilità è ancor meglio accentuata, ed i cumulonembi sono alternati a belle schiarite.(Elaborazione grafica ed interpretazione a cura di Lorenzo Catania).

Al termine della giornata di domenica la prima perturbazione a carattere autunnale, che ha coinvolto la totalità delle regioni italiane, ha dato ormai il meglio di sé. Le precipitazioni sono state mediamente abbondanti e a carattere temporalesco, specie sulla Pianura Padana, sulle Alpi di Nordest ed al sud Italia, segnatamente su Campania, Calabria Basilicata e Sicilia. Le regioni centrali hanno anch’esse beneficiato delle prime piogge dopo un lungo periodo siccitoso (circa 80 giorni senza precipitazioni degne di considerazione), ma sono state le più penalizzate a causa del carattere stazionario della perturbazione.

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Staff Comitato Scientifico

North Atlantic Oscillation – Parte Prima

Perché scrivere un articolo sulla North Atlantic Oscillation? La prima risposta che mi viene in mente è legata al fatto che per capire di più nell’ ambito delle teleconnessioni l’unico mezzo è avere una buona conoscenza dell’inglese e cominiciare a vagare in Internet per trovare articoli che trattino questo argomento. Il fatto è che la North Atlantic Oscillation non è fine a se stessa: ci sono interazioni molteplici che possono influenzare l’andamento di questa teleconnessione e questo indice è in grado di influenzare a sua volta altri indici.

Per fare un po’ di chiarezza e mettere a disposizione in italiano i testi che ho tradotto ho deciso di mettere tutto nero su bianco ed è così uscito fuori questo lavoro che dovrebbe almeno negli intenti rendere più chiaro a tutti cosa è la NAO.

Questa prima parte pubblicata sul nostro portale può essere intesa come un’introduzione, una parte semplicemente descrittiva che spiega cos’è la North Atlantic Oscillation. Seguirà una parte dedicata alle interazioni.

Autori: 

Luigi Bellagamba

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Verifica outlook estivo

Le previsioni stagionali sono da sempre un insidia in virtù della oggettiva difficoltà nel prevedere le linee di tendenza che potranno manifestarsi nei mesi successivi. Da qualche anno il Comitato Scientifico “espone” il fianco pubblicando le previsioni stagionali e, novità di quest’anno, eseguendo le revisioni del lavoro effettuato.
Al termine dei mesi analizzati dal nostro outlook era perciò un obbligo verificare quanto di buono era stato previsto nel nostro lavoro, e quanto invece poteva essere stato sbagliato, e dopo le verifiche mensili, ecco qua la verifica stagionale.
In attesa perciò di cominciare a lavorare per il prossimo outlook invernale, ecco in allegato il lavoro.
Buona lettura

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Rossi Andrea

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Verifica di giugno

In questo articolo si analizza in dettaglio la proiezione del mese di giugno 2008 fornita il 20 maggio precedente dal Comitato Scientifico Meteonetwork. In particolare state analizzate in dettaglio le seguenti parti differenziate:

  1. la parte di proiezione mensile classica, dedicata ad una descrizione generale basata sulle anomalie di geopotenziale, pressione media ed analisi del getto in quota
  2. la parte dedicata all’evoluzione dalle configurazioni nel mese analizzato, rispetto a quanto previsto

I punti salienti sono stati messi in evidenza e si è cercato di fornire un punto di vista su alcune difformità riscontrate. Questo lavoro verrà ripetuto per ciascuna previsione mensile e per il suo aggiornamento, fatto all'inizio del mese interessato. Infine a fine stagione sarà discusso il quadro complessivo della proiezione.”

Autori: 

Andrea Rossi

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All’insegna del maltempo

Dopo la pausa del ponte dell’Immacolata, una nuova ed intensa perturbazione è entrata nel Mediterraneo portando precipitazioni abbondanti e forti venti su tutta la penisola. Nell’articolo qui proposto si fa un’analisi temporale degli eventi accaduti tra il 10 e il 13 dicembre con l’ausilio di immagini satellitari elaborate dal CS.

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Novembre 2008: analisi climatica italiana

Il gruppo CS analisi clima vi presenta l’analisi del mese di Novembre. In questo numero abbiamo ampliato il lavoro con un’analisi sinottica e climatica capace di descrivere il mese in corso, un mese a due facce su due aspetti differenti: un Novembre sostanzialmente in linea dal punto di vista termico con gli anni precedenti ma una pluviometria da record in quasi tutt’Italia. In figura uno dei grafici riportati nei file di analisi con l’andamento negli anni della temperatura e della pluviometria.
Abbiamo inoltre curato la grafica dei plottaggi cercando di uniformarla e laddove disponibile abbiamo integrato il tutto con una parte di cronaca relativa al mese appena passato, riportata dagli utenti delle stanze di nowcasting del forum del sito.Ci aspettiamo di ampliare la cronaca con reportage più accurati per il prossimo mese.
Buona lettura a tutti voi.

Francesco Leone coordinatore CS – Analisi Clima

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AnalisiClimatica_Novembre2008_AreaSUD.pdf1.9 MB
Microsoft Word – analisi_Novembre2008_NORDEST.pdf2.2 MB
Microsoft Word – analisi_Novembre2008_NORDOVEST.pdf4.24 MB
Microsoft Word -Analisi Generale 2008.pdf1.31 MB
Microsoft_Word_-_analisi_Novembre2008_CENTRO[1].pdf2.76 MB

A spasso per il mondo: marzo 2008

Ecco un nuovo aggiornamento dell’analisi relativa all’emisfero boreale. Si affronta questa volta Marzo 2008: in Europa in questo mese , come ben ricordiamo, abbiamo assistito ad una recrudescenza invernale che ha mitigato in parte l’assenza di fenomenologia di questo inverno.
Tuttavia se andiamo a vedere quanto accaduto nel nostro emisfero, un dato significativo è senza dubbio stato il riscaldamento anomalo del contientente asiatico, ed in particolare la drastica perdita di snow cover che da Gennaio a Marzo ha visto una perdita di 10 milioni di Kmq , cosa mai accaduta da quando vengono fatti i rilievi dello snow cover ( 1973) . Non ci resta che analizzare nel dettaglio cosa è avvenuto.
Buona lettura.

Autori: 

Luigi Bellagamba

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A spasso per il mondo Marzo 2008.pdf1.02 MB

Il Blocking Atlantico di fine novembre

In questo breve articolo cerchiamo di esporre in termini semplici e con l'ausilio di alcune figure, le possibili cause del lungo blocking barico in Oceano Atlantico che si è evoluto sul settore centro-occidentale, nella seconda metà di novembre. L'analisi inquadra, tra i vari elementi, le anomalie termiche delle acque oceaniche del nord Atlantico ed in zona Nino, la disposizione dell'aliseo di nord-est, l'anomalia del getto tra l'Oceano Pacifico ed il nord America ed infine, un caso di studio molto simile.

Autori: 

Andrea Rossi

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Sulle cause del Blocking Atlantico.pdf812.51 KB

L'impatto dell'Oceano Atlantico sul clima europeo

Al giorno d'oggi si sente spesso parlare della Corrente del Golfo, soprattutto in relazione al clima europeo e ai cambiamenti a vasta scala che potrebbe portare una sua alterazione. Nello specifico ci si chiede quali potrebbero essere le conseguenze dell'arresto di una delle maggiori correnti oceaniche della Terra: una nuova era glaciale? stavolgimenti climatici globali immediati?

In realtà molti sono i fraintendimenti che ruotano attorno al mito della tiepida corrente atlantica: innanzitutto la Corrente del Golfo, nella sua corretta denominazione oceanografica, non potrà MAI fermarsi, almeno fin quando esisteranno i venti, i continenti saranno disposti come oggi e la Terra girerà; quello che potrebbe avvenire è un arresto, o rallentamento, della Corrente del Nord Atlantico, non della Corrente del Golfo, da cui si distingue.
Ma a parte questa improprietà dell'uso dei termini, non c'è alcuna evidenza, per ora, che negli ultimi decenni il trasporto di calore attraverso l'oceano verso l'Europa sia diminuito. In questo senso gli studi sono constrastanti nel diagnosticare l'eventuale cambiamento della circolazione atlantica.
Questo approfondimento non ha il compito di cercare delle risposte che solo ulteriori studi potranno fornire, ma di spiegare la conoscenza dello stato attuale delle cose per eliminare molti equivoci sorti su questi argomenti.

Ho pensato di fornire una prima parte propedeutica alla comprensione dei temi che verranno trattati (THC, MOC, AMO) in cui si discutono le principali caratteristiche della circolazione oceanica globale, pur senza una rigorosa spiegazione matematica dei fenomeni che appesantirebbe non poco la lettura.

Autori: 

Claudio Stefanini

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