Autunno tenace, ma si intravedono i primi scenari invernali

Possiamo dire che poco è cambiato negli ultimi due mesi: in sintesi, sul Mediterraneo centrale (e quindi sulla nostra penisola) abbiamo avuto modo di sperimentare l’alternanza di fasi stabili molto lunghe a fasi di maltempo intenso e virulento, il tutto in un contesto di temperature spesso sopra le medie e con assenza di vero freddo sulla nostra penisola.

E’ anche vero che l’Inverno è appena iniziato, e che durante la stagione autunnale è più consono assistere a scenari di tempo perturbato piuttosto che freddo, ma è altrettanto vero che anticipi di freddo invernale si sono verificati molto spesso anche negli ultimi anni. Tuttavia, quest’anno non c’è ancora stata la benché minima possibilità di assistere a eventi invernali  prematuri, a causa di un Vortice Polare in forma smagliante che ha concesso fino ad ora ben poco spazio a “slanci” anticiclonici verso le aree sub-polari, in grado di far scivolare il freddo a latitudini più meridionali.

Una delle dimostrazioni la ritroviamo nel nostro comparto alpino, piuttosto “spoglio” per la stagione, con neve sparata dai cannoni anche a quote relativamente elevate. Tale carenza di neve, molto pronunciata, è imputabile proprio alla mancanza di vere azioni fredde perturbate, che hanno invece lasciato spazio ad un clima dai connotati vagamente autunnali, con clima quasi primaverile di giorno e nebbie lungo i fondovalli e nelle pianure di notte. Non è un caso che l’Autunno 2011 sia risultato uno dei più caldi dal dopoguerra sull’Italia, anche a causa di un Settembre quasi da record come temperature medie registrate.

Anomalie termiche in Europa – Periodo Settembre-Novembre 2011 (elaborazione da sito www.esrl.noaa.gov)
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Nella giornata di ieri abbiamo assistito al veloce passaggio di una linea instabile, foriera anche stavolta di temporali intensi (forte nubifragio ieri mattina infatti su Roma), che ha percorso velocemente la penisola, seguita da aria più fresca di origine Nord atlantica che ha fatto calare le temperature di qualche grado nella giornata odierna. Si tratta di una circolazione sempre di stampo autunnale, con le temperature che rimarranno ugualmente al di sopra delle medie di riferimento praticamente ovunque. Un ennesimo e repentino “strappo” da Nord-Ovest si avrà nelle giornate di domani e dopodomani (Giovedì 15 e Venerdì 16), con un veloce rinfrescata (che si farà sentire soprattutto in quota) che scivolerà rapidamente lungo le coste adriatiche, apportando precipitazioni dapprima sul Nord-Est (anche se non particolarmente intense), ove qualche debole nevicata farà imbiancherà Alpi e Prealpi a quote superiori ai 1.000 metri, e successivamente al Centro-Sud.

Ribadiamo però che si tratterà di un passaggio quasi “indolore”, anche se qualche fiocco di neve potrebbe però fare la sua comparsa anche sulle cime più elevate dell’Appennino; anche il quadro termico rimarrà al di sopra della medie dicembrine, come sta capitando quasi ininterrottamente da molte settimane.

Tuttavia, un primo vero episodio di stampo invernale potrebbe essere dietro l’angolo. Dai modelli traspare infatti la possibilità di una prima seria ondata di freddo invernale, che dovrebbe presentarsi a cavallo fra la seconda e terza decade del mese, qualche giorno prima delle festività natalizie, grazie all’Anticiclone delle Azzorre che finalmente sembrerebbe avere l'intenzione di puntare il “suo naso” più a Nord, grazie alla ripresa di ondulazioni più pronunciate nell’Emisfero settentrionale.

Tali ondulazioni si faranno sentire prima sul comparto Nord Pacifico e successivamente su quello Atlantico. In questo modo, in seguito al temporaneo allentamento della corda zonale, l’Alta Pressione potrebbe favorire l'ingresso nel Mediterraneo di nuclei progressivamente più freddi, prima di natura Nord atlantica, quindi polare marittima, e successivamente di natura artica.  Se lo scenario verrà confermato, potremo avere un episodio di freddo piuttosto intenso su tutte le nostre regioni, con nevicate a quote basse sull’Appennino e forti venti nord-orientali, come sovente capita in queste circostanze.

Mappe previsionali per i giorni a cavallo tra la seconda e terza decade di Dicembre (www.meteonetwork.it/models)
 
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L’unico intoppo che potrebbe presentarsi sarebbe una veloce ripresa del flusso zonale, che ostacolerebbe l’effettiva discesa dei nuclei d’aria più fredda sul Mediterraneo; in questa eventualità assisteremmo solo ad un rientro delle temperature su valori attorno alle medie stagionali, ma non all'avvento di una vera e propria ondata di freddo.

Trattandosi comunque di una previsione a medio-lungo termine, ci riserviamo di pronunciarci su questi dettagli; ci apprestiamo comunque a vivere un periodo pre-natalizio caratterizzato finalmente da un clima più consono alla stagione, dopo davvero troppo tempo di clima mite e statico sul nostro paese.

Autori: 

Giuseppe Figliola

Sardegna: Febbraio 2012 – Statistica








Per le medie del mese di Febbraio 2012 della regione Sardegna sono stati elaborati i dati di un totale di 10 stazioni, di cui hanno superato il check di validità 4 stazioni per l'andamento termico e 5 stazioni per l’andamento pluviometrico. Le medie storiche delle nostre statistiche partiranno dall’anno 2008.


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Nella regione il mese di Febbraio registra nella media sia delle temperature minime sia in quelle massime una sottomedia, rispettivamente con uno scarto di -2,6°C per le minime e -3,5°C per le massime. Anche gli estremi min e max registrano temperature inferiori al periodo.


Riepilogo delle differenze tra i parametri:

Media T minime -2,6°C

Media T medie -3,1,°C

Media T massime -3,5°C

Estremo minimo -1,7°C

Estremo massimo -1,7°C


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Passiamo ora al grafico confronto stazioni temperatura con in dettaglio l'andamento termico delle regione per ogni singola stazione. La media più bassa delle minime è stata registrata a Sestu con 2,3C e la media delle massime più alta spetta sempre alla stazione di Sestu con 12,6°C

Il picco di temperatura massima della regione è stato registrato a Sestu e Guspini con 18,1°C mentre il picco della minima di -3,0°C è stato registrato a Sestu.


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Ora diamo uno sguardo alle precipitazioni registrate nella regione, nel Febbraio 2012 come possiamo vedere dal grafico abbiamo avuto quasi il doppio della media delle precipitazioni, il mese chiude con 66,4 mm con un +30,3 mm dalla media 2008-2011. Anche la media dei giorni di pioggia registra un andamento in crescita con 10 gg (+1,8 gg), la massima precipitazione giornaliera è stata registrata a con 24,7 mm a Iglesias.


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Dal grafico confronto stazioni precipitazioni vediamo nel dettaglio le singole stazioni della regione. Il maggior accumulo mensile si registra a Iglesias con 109,3 mm dove si registra anche il maggior numero di giorni piovosi con 13 gg e il maggior accumulo giornaliero con 24,7 mm.


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Dal grafico dell'andamento annuale parametri possiamo subito notare come le medie delle temperature siano tutte sottomedia, il 2012 risulta attualmente il Febbraio più freddo nella regione da quando si registrano i dati (2008). Unico dato in leggero aumento rispetto all'ultimo anno è stata la massima di 18,1°C registrata sia a Sestu che a Guspini.


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Dal grafico dell'andamento annuale parametri pluviometria vediamo che anche sotto l'aspetto pluviometrico il 2012 esce un po' dalle medie, così che il 2012 risulta l'anno con la media di precipitazioni più alta mentre i giorni nonostante tutto risultano essere non così considerevoli.

Sempre dal grafico vediamo che il 2009 ha il maggior numero di giorni piovosi (13 gg) e il 2008 l' anno con meno precipitazioni e giorni piovosi.


Infine vediamo una tabella riassuntiva dei valori significativi del mese di Febbraio, con le stazioni in cui si è verificato il dato e i giorni se si tratta di un valore puntuale e non mensile.


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Autori: 

Analisi Clima Statistiche e grafici a cura di Cristina Cappelletto, commento grafici di Simone Cerruti

Sardegna: Febbraio 2012 – Cronaca







CRONACA METEO



Il mese di febbraio si apre con un grande freddo e le prime importanti nevicate nell’isola a causa di una saccatura artica, con isoterme fino a – 35°C a 500hPa e quota neve già a 700 m. Però poi intorno al 9 febbraio con la spinta delle Azzorre e la creazione di un ponte di Woejkoff, si è aperta la strada alle freddi correnti russo–siberiane. In questi giorni si sono ci sono stati grandi accumuli di neve sulla punta del Serpeddi e a Burcei, dove si sono avuti problemi allo scorrimento per via del fondo stradale ghiacciato. Temperature record in Sardegna con -17°C registrati nell'Agro di Gavoi e i -16°C registrati nell'Agro di Fonni. 15 cm di neve tra il 4 e 6 febbraio a Ittiri,Sassari e Osilo con nevicate abbondanti in Barbagia con 40-50 cm di neve.


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Nella seconda decade si registrano temperature molto basse nel Sassarese (-5°C e -8°C) e nevicate fin sulle coste come a Porto Cervo e Castelsardo, il tutto accompagnato da venti di maestrale molto freddi e forti. Questa situazione però è destinata a mutare intorno alla metà della seconda decade per l’arrivo dell’alta delle Azzorre, facendo alzare le massime oltre i 10°C in alcune zone meridionali della Sardegna, con solo un po’ di instabilità passeggera il 15 febbraio sempre nelle medesime zone.


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Un serio indebolimento di questo anticiclone possente si ha intorno al 22 febbraio, quando una saccatura artica che tentava di penetrare sull’Italia è stata “tagliata” da una forte spallata dell’anticiclone da ovest, creando cosi un cut off con un isolamento barico tra Corsica e Mar Ligure. Si è verificata un po’ di instabilità sulla Sardegna orientale e deboli precipitazioni altrove. Questo cut off negli ultimi giorni del mese si è allontanato verso la Libia, lasciando a pieno regime l’egemonia dell’Alta delle Azzorre.


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Sadali (NU)


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Oristano:

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San Sperate (CA)


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Precipitazioni Sardegna Febbraio 2012


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(FOTO 8) – foto di Giaime Salustro,
punta del Serpeddi innevata


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(FOTO 9) – foto di Dario Secci, Sadali


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(FOTO 10) – foto di Dario Secci, vicino
al Serpeddi

Autori: 

Analisi Clima Cronaca meteo a cura di Giaime Salustro

Preoccupazione per un blocco che non ha nessuna intenzione di mollare

Lo schema di Cassou per una MJO che nella stagione invernale si trova a transitare in fase 3 propone l’instaurarsi di un break d’onda anticiclonico in uscita del continente nordamericano. Questo significa una ripresa della zonalità medio-alta in Oceano in seguito all’allungamento sui paralleli dell’Anticiclone delle Azzorre che guadagna centinaia di chilometri verso il cuore dell’Europa. Il pattern descrittivo di riferimento è la NAO positiva che interviene circa una settimana dopo l’entrata nella suddetta fase.
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Figura 1. Relazione tra fasi 15 della Madden-Julian Oscillation e pattern descrittivo NAO+
Il transito in fase 3 è iniziato il giorno 27 febbraio e terminato il giorno 4 marzo in perfetta media di giorni/fase e con intensità crescente in posizione di massima forzante troposferica. La settimana citata è assimilabile (come periodo) alla stagione invernale. In generale lo schema di Cassou si ritiene valido per analisi di long-range nel periodo metà novembre  metà di marzo. 
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Figura 2. Fase/intensità della MJO nell’ultimo mese: rosso per febbraio; blu per marzo (completa di previsione Ensamble GFS).
A distanza di dieci giorni ci troviamo di fronte ad una pulsazione subtropicale (nord-ovest) africana che spinge di nuovo sul Portogallo e la Spagna e tende a distaccare una cella di alta pressione sull’Europa centro-occidentale. Essa funge da polo attrattore del break d’onda anticiclonico proveniente dall’Atlantico. Così ci avviciniamo sempre più ad una copertura nel senso dei paralleli (zonale) dal medio Atlantico all’est Europa.
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Figura 3. Long-range by ECMWF 00Z del 7.3.2012 (design grafico by Meteonetwork).
Finora l’anticiclone subtropicale oceanico era stato relegato tra le Azzorre e l’Europa occidentale con saccatura stazionaria sul lato est della struttura ad . Abbiamo assistito ad un inverno con frequenti e ripetuti fronti di aria polare marittima e talvolta artica marittima sui Balcani che hanno coinvolto il sud d’Italia; non sono mancati nemmeno due azioni continentali, di cui l’ultima in fieri, ma con centro d’azione più spostato ad est, tra i Balcani e la Bielorussia.
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Figura 4. Anomalia GPT a 500 hPa dell’inverno appena trascorso
Adesso la disposizione delle SSTA atlantiche depone invece per un getto da sud-ovest in uscita dal continente nord-americano e rientro da nord-est in uscita dal Mediterraneo e continente europeo.
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Figura 5. Forcing operato dalle SSTA sul medio Atlantico
Il cambiamento in area ENSO con lo sviluppo di un più che probabile Nino a partire dalla stagione estiva è ben al di là da portare un evoluzione favorevole alla risoluzione della struttura subtropicale in Europa. Infatti il comportamento atmosferico è in pieno stato Nina-like, http://www.cdc.noaa.gov/map/images/gcm/gwo_40d.gif  (cioè con propensione a forte azzorriana). Se poi guardiamo per analogia all’ultima fase di rientro da Nina moderata-forte, abbiamo una conferma di quanto detto: all’interno di un periodo con piovosità al centro-nord discretamente sopra la media (marzo 2008 dicembre 2010), quella fase – che coincideva con la primavera 2009 – fu molto secca. Non solo, ma finì anche con una heatwave record per il mese di maggio.
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Figura 6. Rianalisi GPT 500 hPa dell’ultima fase di passaggio da una Nina moderate-strong biannuale a Nada
Sic stanti bus rebus, una struttura anticiclonica che sposta il suo ramo principale in Europa con massimi al suolo vicini ai 1040 hPa sul nord della Francia desta preoccupazione. A partire dall’instaurarsi della circolazione secondaria a febbraio 2011, il Nord, la Sardegna, la Toscana, l’Umbria e ampi settori del Lazio sono stati colpiti da siccità che si è prolungata fino ad oggi. Un secco record che ha visto mediamente su tali zone la metà della pioggia media nel 2011 e se possibile tale dato è peggiorato nell’inverno appena passato dove il deficit si è attestato al 62%. 
La perseveranza della struttura di blocco delle perturbazioni atlantiche ed il rientro da settentrione delle correnti umide ha collocato il nord e le regioni tirreniche settentrionali sotto la protezione dei contrafforti alpini e della catena appenninica in una configurazione tra le migliori per avere regimi siccitosi, cieli tersi e presenza di aria molto secca al suolo. Una configurazione bloccata per altre settimane e che ho descritto con il pattern NAO positivo, è destinata a peggiorare ulteriormente le cose.
Autori: 

Andrea Rossi

Genova Low – Genesi ed evoluzione

Osservando la configurazione sinottica su larga scala, nel comparto euro-atlantico è visibile un’ondulazione primaria, piuttosto pronunciata, delle correnti in libera atmosfera, caratterizzata da un promontorio, con asse inclinato verso nord-est, tra medio Atlantico – Isole Britanniche – Scandinavia, e da una saccatura con asse inclinato verso sud-ovest, tra Russia – Balcani – Mediterraneo centro-orientale. In seno a questa ondulazione primaria si inseriscono differenti onde a scala minore tra le quali un’onda secondaria sul territorio europeo caratterizzata da un’asse di saccatura meridiano in direzione della Francia meridionale e delle Alpi occidentali, in successione – verso il Mediterraneo centrale. All’interno di questo cavo d’onda è ben visibile la discesa di aria polare di matrice marittima che, dalla regione sub-polare collocata tra Groenlandia ed Islanda, si muove in direzione del Mediterraneo centrale, ove entra attraverso la valle del Rodano (la cosiddetta porta del Mistral).
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Figura 1 – E’ possibile osservare l’ondulazione del flusso zonale nella successione promontorio – saccatura sul continente Europeo, in uscita dal Nord America. L’asse del cavo d’onda ha inclinazione nord-est / sud-ovest mentre il promontorio ha inclinazione sud-ovest / nord-est. Sul Mediterraneo centrale le correnti in libera atmosfera sono tendenzialmente meridiane e trasportano una massa d’aria fredda di matrice polare marittima. Fonte dati: NCEP/NOAA.
La caratteristica principale del cavo d’onda secondario, oltre all’asse marcatamente settentrionale, è costituita dalla stretta saccatura, visibile in quota, che si propaga rapidamente verso sud, in seno al flusso a curvatura ciclonica dell’ondulazione primaria, trasportando vorticità dal nucleo principale collocato in prossimità delle Isole Britanniche. Tale avvezione di vorticità a contatto con l’arco Alpino occidentale mostra chiara tendenza a disporre le isoipse in libera atmosfera secondo una configurazione cosiddetta diffluente, cioè ripiegandole verso settentrione a nord delle Alpi e facendole fluire meridiane verso il Mediterraneo centrale attraverso la Francia meridionale. Tale deviazione ad opera dell’orografia alpina genera, da un lato, un addensamento della massa d’aria fredda sul versante svizzero-francese delle Alpi, dall’altro lato, un impetuoso flusso attraverso la valle del Rodano. E’ proprio in questo frangente che si genera al suolo una ciclogenesi sottovento alle Alpi occidentali, conosciuta come Genova Low, per trasporto di circolazione ciclonica da nord/nord-ovest.
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Figura 2 – Effetto diffluente dell’orografia alpina sulle correnti vorticose (avvezione di vorticità) in libera atmosfera in discesa verso il Mediterraneo centrale in seno ad una saccatura stretta con asse meridiano. L’aria fredda addensata sul versante svizzero-francese dell’arco alpino tende ad unirsi al flusso principale in ingresso dalla valle del Rodano, trasportante circolazione ciclonica sul Mediterraneo centrale, causa della genesi del minimo di pressione al suolo sottovento le Alpi occidentali. Fonte dati: NCEP/NOAA.
L’aria umida e relativamente fredda penetrata nel Mediterraneo dalla Francia meridionale si dirama a ventaglio verso i bacini occidentali italiani dividendosi, generalmente, in tre ramificazioni principali. La parte settentrionale del flusso viene richiamata dalla ciclogenesi sul Mar Ligure, la parte centrale imbocca il canale di Bonifacio mentre la parte meridionale investe la Sardegna spingendosi verso il Tirreno meridionale.
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Figura 3 – Intenso flusso in ingresso sul Mediterraneo centrale dalla valle del Rodano. E’ possibile osservare la diramazione del flusso in tre distinte ramificazioni. La prima ramificazione si distacca a nord-est del flusso e tende a convergere verso la ciclogenesi ligure, la seconda ramificazione tende ad incanalarsi tra Corsica e Sardegna, mentre la terza ramificazione mantiene la direzione del cuore del flusso e si dirige verso la Sardegna ed in successione verso il Tirreno meridionale. Fonte dati: NCEP/NOAA.
Nel frattempo il processo ciclogenetico sul Golfo Ligure si sviluppa verso sud/sud-est, sia per l’effetto sbarramento prodotto dall’Appennino ligure e dalle Alpi Apuane che si ergono molto vicine alla costa tirrenica, sia a causa della stretta curvatura ciclonica in quota che ne promuove il moto in direzione sud piuttosto che una traslazione verso est.  Con lo spostamento verso sud/sud-est del nucleo ciclonico sopraggiunge sulla Liguria un flusso da nord/nord-est, richiamato dalla Pianura Padana ove spira una corrente mediamente orientale per effetto della formazione di un forte gradiente barico al suolo sul settore settentrionale delle Alpi Dinariche.
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Figura 4 – La ramificazione settentrionale del flusso proveniente dalla porta del Mistral viene a cessare ed una corrente proveniente dalla Valpadana, incanalata attraverso i passi appenninici liguri, per effetto del rafforzamento di un gradiente barico positivo sul versante settentrionale delle Alpi Dinariche, sfocia sul Mar Ligure. La ramificazione centrale si intensifica attraverso il canale di Bonifacio in direzione delle coste Tirreniche . Fonte dati: NCEP/NOAA.
Generalmente, se non sopraggiunge una nuova onda di perturbazione dall’Atlantico, la situazione si risolve o con il colmamento della depressione sul Tirreno oppure con un suo graduale spostamento dall’area tirrenica verso lo Ionio od il basso Adriatico. Nello sviluppo di queste situazioni l’orografia appenninica fa’ barriera salvo casi piuttosto rari in cui si formi una debole depressione indotta sull’Adriatico settentrionale, in grado talvolta di assorbire la depressione ligure. 
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Figura 5 – L’aumento del geopotenziale in quota a nord dell’Arco Alpino interrompe l’alimentazione del processo ciclogenetico che tende ad assumere configurazione barotropica pertanto la fase di colmamento in area tirrenica ha inizio. La chiusura definitiva della saccatura in quota impedisce, altresì, l’innesco di depressione sul versante adriatico e la conseguente traslazione verso est del ciclone extratropicale. Un’eventuale traslazione in fase di colmamento può avvenire lungo la longitudine appenninica in direzione dello Ionio / basso Adriatico . Fonte dati: NCEP/NOAA.
Autori: 

Lorenzo Smeraldi

Terza perturbazione nevosa sull'Italia

L'inverno sembra non volersi prendere una pausa in questo mese di Febbraio 2012. Da stanotte un nuovo impulso di aria fredda di origine continentale, ma proveniente da latitudini più settentrionali, scatenerà nuove nevicate su gran parte del nostro paese per tutto il fine settimana. Un minimo depressionario in quota è ormai a ridosso delle Alpi, e dato il suo nucleo piuttosto freddo (-40°C), genera instabilità al momento su tutta l'Austria. Sul settore adriatico della penisola sono ancora presenti residue precipitazioni , nevose fino a quote collinari, derivanti dalla depressione Julia (fig. 1). L'alta pressione è ancora perfettamente formata sull' Europa centrale e si estende fino ai confini della Siberia occidentale. Un minimo al suolo si formerà nelle prossime ore sul golfo di Genova.  

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Figura 1. Analisi satellitare sull'Europa rielaborata delle ore 17.00 UTC del 09-02-2012. Fonte www.sat24.com. 

Durante la nottata il ciclone si intensificherà attorno alla Corsica, approfondendosi ma spostandosi rapidamente verso il centro Italia. In questa fase le precipitazioni saranno relegate all'estremo sud, mentre al nord-est l'aria fredda (fino a -15°C a 850 hPa) irromperà bruscamente con fortissimi venti di bora. Ciò potrebbe scatenare precipitazioni nevose convettive, dato il nucleo molto freddo presente in quota, con formazione di veri e propri “blizzard” (fig 2-3). Al primo mattino le precipitazioni aumenteranno di estensione, coinvolgendo un po' tutto il settore centro-settentrionale (Toscana, Lazio. Emilia-Romagna, Umbria e Marche) con nevicate sino al piano. AL sud la quota neve sarà in temporaneo rialzo per effetto del fronte caldo appena formatosi. La neve farà con alta probabilità ritorno nella capitale.

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Figura 2. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 10/02/2012 sull'Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 3. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork.

Domani in giornata il ciclone si sposterà vero il Tirreno centrale. Le precipitazioni saranno abbondanti sul centro e  sud, con le nevicate fino al piano relegate sul settore centro-settentrionale insieme a debole Stau sul Piemonte (figg. 4-5). Da est arriveranno ancora forti venti di bora a sferzare il nord e l'alto adriatico, con temperature nuovamente sotto media. La situazione rimarrà pressoché  invariata anche nella prima serata, con il minimo che si sposterà verso la Campania e il basso Lazio. Alcune aree del sud potrebbero avere problemi di smaltimento delle acque piovane, visto che il terreno è ancora zuppo delle abbondanti precipitazioni avute da inizio mese.

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Figura 4. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 5. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Domani in nottata il minimo si porterà sul Molise e nord Puglia, rilasciando ancora precipitazioni su tutto il centro basso Adriatico (sia costiero che marino). Precipitazioni nevose dall'Abruzzo verso nord, con coinvolgimento di tutta l' Emilia Romagna, basso Veneto e bassa Lombardia. Ancora correnti tese nord orientali molto fredde saranno presenti in tutto il centro -nord, con temperature molto rigide, e possibilità di minime molto basse laddove le condizioni lo consentiranno (figg. 6-7). Linee di instabilità si formeranno nel Tirreno, coinvolgendo Sardegna e Sicilia. Nella mattinata di sabato 11 il minimo si sposterà verso nord, a ridosso delle Marche. Il fronte occluso insisterà al nord su un po' tutta la Pianura Padana. Nel frattempo l'aria fredda sarà scesa di latitudine per cui precipitazioni nevose a bassa quota saranno possibili anche su Sardegna e Campania, mentre Sicilia e Calabria dovranno aspettare ancora un po'.

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Figura 6. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 7. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Durante la giornata di sabato, la depressione comincerà a colmarsi e a perdere di intensità ma permarranno forti correnti fredde orientali al nord, con precipitazioni nevose su tutta la costa adriatica centro-settentrionale.  (figg. 8-9).  La quota neve sarà in ulteriore calo, con neve che farà la sua comparsa anche a quote basse sulla Sicilia settentrionale e in Calabria. Nevicate insisteranno ancora su tutto il settore centrale e Campania. Dalla serata le precipitazioni dovrebbero calare di intensità un po' ovunque, ma colpiranno all'incirca le stesse aree.  La situazione potrebbe diventare critica su Marche e Romagna, dove non si escludono localmente accumuli superiori al metro. Nei giorni successivi resisterà ancora una blanda circolazione ciclonica con residue nevicate, ma sembra che un miglioramento netto delle condizioni meteo sia ancora lontano dal vedersi.

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Figura 8. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 9. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Autori: 

Cristian Rendina

Marche: Febbraio 2012 – Statistica

Per le medie del mese di Febbraio 2012 della regione Marche sono stati elaborati i dati di 20 stazioni, ma hanno superato il nostro check di validità 7 stazioni per l' andamento termico e 8 stazioni per l’andamento pluviometrico. Le medie storiche delle nostre statistiche partiranno dall’anno 2003.

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Come si può vedere subito dal grafico sopra Il mese di Febbraio 2012 si dimostra estremamente freddo con medie delle temperature tutte sottomedia.

Riepilogo delle differenze tra i parametri:
Media T minime             -3,9°C
Media T medie               -4,0°C
Media T massime           -4,1°C
Estremo minimo            -4,8°C
Estremo massimo          +0,4°C

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Dal grafico confronto stazioni temperatura possiamo vedere ora nel dettaglio l'andamento termico per ogni singola stazione, la media della temperature minime è stata a  Matelica con -3,1°C mentre la media delle massime è stata a Grottammare con 7,4°C
Gli estremi della regione sono stati rispettivamente + 20,6°C a Macerata come estremo massimo e -10,3°C a Matelica per la minima.

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Nel mese di Febbraio nella regione si registrano il doppio delle precipitazioni con una media di 69,7mm, con una differenza di +33,6 mm dalla media storica 2003-2011. I giorni piovosi sono stati di media 7,3 (+0,5gg ) e le massima precipitazione giornaliera è stata a Grottammare con 85,3 mm.

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Prima di dare un' occhiata al grafico ricordiamo che nella regione nel mese di Febbraio si sono verificate nevicate, anche abbondanti, e che non tutte le stazioni hanno un riscaldatore, per poter dare con la massima precisione gli equivalenti in mm di acqua di neve fusa. Vediamo ora nel dettaglio le precipitazioni di ogni singola stazione della regione, a Grottammare si registra il maggior accumulo mensile con 153,2 mm dove si registra anche il maggior accumulo giornaliero 85,3 mm.  A Castelfidardo invece il maggior numero di giorni piovosi con 15 gg

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Dal grafico dell'andamento annuale parametri possiamo vedere che Febbraio 2012 è stato un mese con temperature sottomedia nei confronti degli ultimi anni, si evidenzia come il 2012 sia stato molto simile nelle medie sia massime che minime al 2003, mentre i due estremi massima e minima registrano due storici per la regione.

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Dal grafico dell'andamento annuale parametri pluviometria vediamo subito come Febbraio 2012 sia stato in assoluto, tra quelli presi in esame (2003-2012), l'anno più piovoso superiore di pochi mm al 2004. I giorni piovosi alla fine sono stati 7 di media, mentre nel 2004 la distribuzione delle precipitazioni sono state in 11 gg. La massima precipitazione di Grottammare avvenuta il 21 diventa in assoluto la maggior precipitazione giornaliera per i mese di Febbraio, in nessuno dei mesi degli altri anni presi in esame si va oltre i 23 mm giornalieri.

Infine vediamo una tabella riassuntiva dei valori significativi del mese di Febbraio:

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Autori: 

AC Statistiche e grafici a cura di Cristina Cappelletto, commento grafici di Simone Cerutti

Marche: Febbraio 2012 – Cronaca

Il secondo mese dell’anno verrà ricordato per molto nella storia meteorologica marchigiana.
E’ stato uno dei mesi più nevosi degli ultimi 30 anni, se non in assoluto il più nevoso per alcune zone, dove si sono registrati accumuli massimi oltre i record storici.

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Febbraio inizia all’insegna del maltempo con forti piogge e vento che causano non pochi disagi specie sulle coste per le mareggiate con onde che hanno raggiunto i 5 m e danni agli stabilimenti balneari più vicini al mare. Accumuli piovosi oltre i 40 mm e raffiche di vento intorno ai 40 km/h.
Dal 3 febbraio per una settimana circa l’area gelida siberiana è padrona dello scenario meteorologico marchigiano e porta abbondanti nevicate a partire dapprima dalle zone più interne fino ad arrivare abbastanza rapidamente fino alle zone costiere.

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Castelfidardo (AN)

Accumuli nevosi che crescono rapidamente fino a raggiungere o superare in molte località il metro e mezzo, in particolare nei comuni più interni e montani.

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Segnalate frazioni isolate causa neve e frane in quasi tutte le province, ingenti danni ad agricoltura e reti elettriche oltre che enormi disagi alla viabilità, anche nel tratto autostradale marchigiano dell’A14.
Il fagiolo siberiano, oltre ad influenzare le precipitazioni, fa sentire la sua azione anche per quanto riguarda le temperature che sono inferiori alle medie stagionali, con minime di molto al di sotto dello zero e massime di poco sopra.

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All’inizio della seconda decade si ha una breve fase di maggiore stabilità di circa 36h con pochi fenomeni in atto e temperature in evidente rialzo. Le precipitazioni si riducono e convertono sovente da neve in pioggia specie sulle province più meridionali della regione. Tuttavia la quiete fa da preambolo ad un nuovo e rapido crollo termico nella giornata di venerdì 10 causato dal superamento delle Alpi di un nuovo nucleo d'aria fredda siberiana. Il ritorno del gelo e delle nevicate a quote basse condiziona il quadro meteo per tutta la seconda decade. I settori più colpiti sono ancora quelli adriatici e appenninici con situazioni gravi che si sono sviluppate dove già gli accumuli erano alti dopo la prima nevicata.

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Gabicce (PU) di jack95 (mnw)

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L'ultima decade, invece, vede il ritorno progressivo ma lento dell’anticiclone che condiziona soprattutto le temperature da subito più miti e in linea con le medie stagionali.
Da segnalare un forte e intenso nubifragio che si è abbattuto sulle coste marchigiane nella giornata di lunedì 27 con allagamenti e grosse mareggiate. La zona più colpita e con i disagi e danni maggiori è stata S. Benedetto del Tronto (AP) dove ci sono stati accumuli giornalieri oltre i 100 mm.
Piogge deboli che continuano sparse fino alla fine del mese ma senza accumuli significativi fino a lasciare spazio ad un miglioramento anche nelle giornate piano piano più soleggiate.

Autori: 

AC Cronaca meteo a cura di Irene Castelli

Campania: Febbraio 2012 – Statistica

Nella regione Campania le stazioni totali prese in esame sono 24.

Sono risultate valide 7 stazioni per la temperatura e 6 stazioni per la pluviometria

Le temperature registrate in Campania nel mese di febbraio 2012 sono risultate ben al di sotto della media (2004-2011) sia per quanto riguarda i valori minimi e sia per i valori massimi. Il dato più significativo riguarda le medie delle massime che si discostano di ben 2,9° C. Questo a causa delle condizioni di maltempo a carattere freddo che hanno interessato la regione durante la prima parte del mese, consentendo un’escursione termica giornaliera ridotta. Molto significativi anche gli estremi termici con valori che si discostano dalla media di 1.9° per quanto riguarda i valori minimi e di ben 3,8° per quanto riguarda i valori massimi.



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Dal confronto delle singole stazioni si evidenziano gli estremi dei valori di temperatura; questi si sono registrati a Napoli Posillipo, per quanto riguarda i valori massimi con 17,7°C e a Mirabella Eclano con -7,6°C per i valori minimi. Da notare, inoltre, come la stazione di Mirabella Eclano abbia registrato una media delle temperature minime negativa; tra 0°C e -1°C.



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Per quanto riguarda le precipitazioni è ben evidente come la media complessiva di questo febbraio 2012  risulti essere oltre il doppio rispetto alla media del periodo 2004-2011; la media delle giornate con precipitazioni è stata superiore di quasi 3 giorni rispetto al periodo 2004-2011, mentre risulta minore la quantità di precipitazione caduta nell’arco di 24 ore; 64 mm rispetto ai 69,1 del periodo 2004-2011. 



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I maggiori quantitativi di precipitazione si sono registrati a Mirabella Eclano dove abbiamo avuto anche il maggior numero di giorni con precipitazioni, ben 16! Per quanto riguarda, invece, la massima precipitazione in un giorno questa è stata registrata a Pignataro con 64 mm.



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Dal grafico sull’andamento delle temperature a partire dal 2004 si evidenziano situazioni molto interessanti; in primis il record dell’estremo minimo che spettava al 2009 con -5,7°C è stato battuto, con un valore di -7,6°C. La media delle minime, invece, pur avendo subito una drastica diminuzione rispetto all’ultimo triennio non ha battuto il record di 2,2° che spetta al febbraio del 2008. Comunque è ben evidente l’inversione di tendenza molto marcata dopo il timido aumento avvenuto dal 2008, specialmente per quanto riguarda la media delle temperature massime!



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Anche le precipitazioni sono risultate superiori rispetto al periodo 2004-2011 con una media di 143,8 mm, un valore quasi il triplo rispetto a tutti gli altri anni con la sola eccezione del 2008 dove la media è inferiore solo di 0,5 mm. Stesso discorso per quanto riguarda la media delle giornate piovose (11) che occupano la seconda posizione nel periodo 2004-2011 alle spalle del 2008 che ha fatto registrare ben 16 giorni. Identica situazione per la massima precipitazione caduta in un giorno! In sintesi, non considerando il febbraio del 2008 possiamo notare una tendenza ad un aumento netto delle piogge dal 2004 sia per quanto riguarda la quantità, sia per il numero di giornate piovose e sia per la massima precipitazione caduta in un giorno.



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L’ultima tabella ci mostra gli estremi di alcuni parametri registrati per singola stazione; da notare come la stazione di Mirabella Eclano occupa la prima posizione per quanto riguarda l’estremo di temperatura minima, l’accumulo mensile di precipitazioni ed il numero dei giorni con precipitazioni. Considerando il valore minimo di temperatura di -7,6°C è intuibile che è stata la località che ha ricevuto i maggiori accumuli nevosi. L’estremo di temperatura massima, invece, è stato registrato a Napoli Posillipo con 17,7°C mentre la massima quantità di precipitazione caduta nell’arco delle 24 ore spetta a Pignataro Maggiore con 64 mm.



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Autori: 

Analisi Clima Statistiche e grafici a cura di Cristina Cappelletto, commento grafici di Giuseppe Stabile

Campania: Febbraio 2012 – Cronaca

La prima metà del mese di febbraio 2012 è stata caratterizzata da una fase di tempo di stampo marcatamente invernale con frequenti precipitazioni, che nelle aree interne hanno assunto carattere nevoso a quote molto basse; tutto ciò grazie ad una forte invasione di aria siberiana sull’Europa centrale che ha interessato marginalmente anche la nostra penisola, specie le regioni centro-settentrionali. 

Le fasi di maltempo anche intenso sono state due: la prima dal giorno 3 al 7 e la seconda dal giorno 9 al 13. 

Nella prima fase la regione si è trovata tagliata letteralmente in due con l’aria fredda che non è riuscita a sfondare pienamente verso sud a causa del richiamo temperato dal nord-africa. Pertanto mentre le zone interne dell’avellinese, beneventano e casertano sono state interessate da copiose nevicate a bassissima quota, le aree a sud di Salerno hanno beneficiato di precipitazioni anche temporalesche con nevicate solo sui rilievi oltre i 600-700 metri. Solo a fine evento, tra il 6 ed il 7 con lo sfondamento dell’aria fredda si sono registrate sporadiche nevicate su tutta la regione anche in bassa collina con fiocchi che localmente hanno raggiunto alcune zone pianeggianti. 


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Altavilla Silentina 275 m.s.l.m.


Un secondo impulso ancora più freddo (dal 9 al 13) ha causato un sensibile peggioramento con precipitazioni molto diffuse e persistenti che hanno assunto prevalente carattere nevoso fin quasi in pianura. Manifestazioni temporalesche anche intense si sono avute il giorno 9 con gragnola che si è accumulata anche su alcuni litorali del nord della regione. 

Nelle foto seguenti Calabritto:


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Il clou del maltempo si è avuto tra il giorno 11 ed il 13 quando, grazie alla diminuzione delle temperature, le nevicate hanno raggiunto le aree di bassa collina ovunque. Temporali nevosi si sono verificati nei Paesi del Cilento tra il 12 ed il 13. 

Nelle foto seguenti Flumeri (625 m.s.l.m.):



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Nei giorni seguenti la situazione è andata migliorando con le temperature che hanno fatto registrare un lieve aumento portandosi in linea con la media del periodo. Brevi piovaschi a macchia di leopardo si sono registrati tra il 19 ed il 21 mentre dal 22 fino a fine mese abbiamo assistito a condizioni di tempo a connotazione primaverile con temperature massime ben al di sopra della norma.


Ecco alcuni dati registrati dalla stazione meteo di Altavilla Silentina (SA) alla località Cerrelli 60 metri s.l.m. per questo mese di Febbraio 2012:

Il totale delle precipitazioni è stato di 138,7 mm.

La giornata più piovosa è risultata l’1 con 33,75 mm.

Le giornate senza alcuna precipitazione sono state 12.

La giornata più ventosa è risultata il 27 con un’intensità media del vento pari a 1268 Km/h con direzione di provenienza da Est.

La temperatura minima più bassa è stata registrata all’alba del giorno 15 con un valore di -2.3°C.

La temperatura massima più alta è stata registrata il giorno 24 con un valore di 16,6°C.

La media totale della temperatura in tutto il mese è stata di 7,3°C.

Le giornate più fredde sono state il 6-7-12-14 con una media delle temperature giornaliere inferiori a 4° C.

Concludo affermando che il periodo di freddo e neve che abbiamo registrato in questo mese in Campania non ha nulla a che vedere con il febbraio del 1956 che tante volte è stato tirato in ballo. Allora il freddo fu molto più intenso e persistente con continue irruzioni di aria gelida; le nevicate interessarono tutta la costa anche con notevoli accumuli. Più corretto sarebbe un paragone con il febbraio del 2005 

Autori: 

Analisi Clima Cronaca meteo a cura di Giuseppe Stabile

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