Genova Low – Genesi ed evoluzione

Osservando la configurazione sinottica su larga scala, nel comparto euro-atlantico è visibile un’ondulazione primaria, piuttosto pronunciata, delle correnti in libera atmosfera, caratterizzata da un promontorio, con asse inclinato verso nord-est, tra medio Atlantico – Isole Britanniche – Scandinavia, e da una saccatura con asse inclinato verso sud-ovest, tra Russia – Balcani – Mediterraneo centro-orientale. In seno a questa ondulazione primaria si inseriscono differenti onde a scala minore tra le quali un’onda secondaria sul territorio europeo caratterizzata da un’asse di saccatura meridiano in direzione della Francia meridionale e delle Alpi occidentali, in successione – verso il Mediterraneo centrale. All’interno di questo cavo d’onda è ben visibile la discesa di aria polare di matrice marittima che, dalla regione sub-polare collocata tra Groenlandia ed Islanda, si muove in direzione del Mediterraneo centrale, ove entra attraverso la valle del Rodano (la cosiddetta porta del Mistral).
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Figura 1 – E’ possibile osservare l’ondulazione del flusso zonale nella successione promontorio – saccatura sul continente Europeo, in uscita dal Nord America. L’asse del cavo d’onda ha inclinazione nord-est / sud-ovest mentre il promontorio ha inclinazione sud-ovest / nord-est. Sul Mediterraneo centrale le correnti in libera atmosfera sono tendenzialmente meridiane e trasportano una massa d’aria fredda di matrice polare marittima. Fonte dati: NCEP/NOAA.
La caratteristica principale del cavo d’onda secondario, oltre all’asse marcatamente settentrionale, è costituita dalla stretta saccatura, visibile in quota, che si propaga rapidamente verso sud, in seno al flusso a curvatura ciclonica dell’ondulazione primaria, trasportando vorticità dal nucleo principale collocato in prossimità delle Isole Britanniche. Tale avvezione di vorticità a contatto con l’arco Alpino occidentale mostra chiara tendenza a disporre le isoipse in libera atmosfera secondo una configurazione cosiddetta diffluente, cioè ripiegandole verso settentrione a nord delle Alpi e facendole fluire meridiane verso il Mediterraneo centrale attraverso la Francia meridionale. Tale deviazione ad opera dell’orografia alpina genera, da un lato, un addensamento della massa d’aria fredda sul versante svizzero-francese delle Alpi, dall’altro lato, un impetuoso flusso attraverso la valle del Rodano. E’ proprio in questo frangente che si genera al suolo una ciclogenesi sottovento alle Alpi occidentali, conosciuta come Genova Low, per trasporto di circolazione ciclonica da nord/nord-ovest.
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Figura 2 – Effetto diffluente dell’orografia alpina sulle correnti vorticose (avvezione di vorticità) in libera atmosfera in discesa verso il Mediterraneo centrale in seno ad una saccatura stretta con asse meridiano. L’aria fredda addensata sul versante svizzero-francese dell’arco alpino tende ad unirsi al flusso principale in ingresso dalla valle del Rodano, trasportante circolazione ciclonica sul Mediterraneo centrale, causa della genesi del minimo di pressione al suolo sottovento le Alpi occidentali. Fonte dati: NCEP/NOAA.
L’aria umida e relativamente fredda penetrata nel Mediterraneo dalla Francia meridionale si dirama a ventaglio verso i bacini occidentali italiani dividendosi, generalmente, in tre ramificazioni principali. La parte settentrionale del flusso viene richiamata dalla ciclogenesi sul Mar Ligure, la parte centrale imbocca il canale di Bonifacio mentre la parte meridionale investe la Sardegna spingendosi verso il Tirreno meridionale.
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Figura 3 – Intenso flusso in ingresso sul Mediterraneo centrale dalla valle del Rodano. E’ possibile osservare la diramazione del flusso in tre distinte ramificazioni. La prima ramificazione si distacca a nord-est del flusso e tende a convergere verso la ciclogenesi ligure, la seconda ramificazione tende ad incanalarsi tra Corsica e Sardegna, mentre la terza ramificazione mantiene la direzione del cuore del flusso e si dirige verso la Sardegna ed in successione verso il Tirreno meridionale. Fonte dati: NCEP/NOAA.
Nel frattempo il processo ciclogenetico sul Golfo Ligure si sviluppa verso sud/sud-est, sia per l’effetto sbarramento prodotto dall’Appennino ligure e dalle Alpi Apuane che si ergono molto vicine alla costa tirrenica, sia a causa della stretta curvatura ciclonica in quota che ne promuove il moto in direzione sud piuttosto che una traslazione verso est.  Con lo spostamento verso sud/sud-est del nucleo ciclonico sopraggiunge sulla Liguria un flusso da nord/nord-est, richiamato dalla Pianura Padana ove spira una corrente mediamente orientale per effetto della formazione di un forte gradiente barico al suolo sul settore settentrionale delle Alpi Dinariche.
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Figura 4 – La ramificazione settentrionale del flusso proveniente dalla porta del Mistral viene a cessare ed una corrente proveniente dalla Valpadana, incanalata attraverso i passi appenninici liguri, per effetto del rafforzamento di un gradiente barico positivo sul versante settentrionale delle Alpi Dinariche, sfocia sul Mar Ligure. La ramificazione centrale si intensifica attraverso il canale di Bonifacio in direzione delle coste Tirreniche . Fonte dati: NCEP/NOAA.
Generalmente, se non sopraggiunge una nuova onda di perturbazione dall’Atlantico, la situazione si risolve o con il colmamento della depressione sul Tirreno oppure con un suo graduale spostamento dall’area tirrenica verso lo Ionio od il basso Adriatico. Nello sviluppo di queste situazioni l’orografia appenninica fa’ barriera salvo casi piuttosto rari in cui si formi una debole depressione indotta sull’Adriatico settentrionale, in grado talvolta di assorbire la depressione ligure. 
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Figura 5 – L’aumento del geopotenziale in quota a nord dell’Arco Alpino interrompe l’alimentazione del processo ciclogenetico che tende ad assumere configurazione barotropica pertanto la fase di colmamento in area tirrenica ha inizio. La chiusura definitiva della saccatura in quota impedisce, altresì, l’innesco di depressione sul versante adriatico e la conseguente traslazione verso est del ciclone extratropicale. Un’eventuale traslazione in fase di colmamento può avvenire lungo la longitudine appenninica in direzione dello Ionio / basso Adriatico . Fonte dati: NCEP/NOAA.
Autori: 

Lorenzo Smeraldi

Terza perturbazione nevosa sull'Italia

L'inverno sembra non volersi prendere una pausa in questo mese di Febbraio 2012. Da stanotte un nuovo impulso di aria fredda di origine continentale, ma proveniente da latitudini più settentrionali, scatenerà nuove nevicate su gran parte del nostro paese per tutto il fine settimana. Un minimo depressionario in quota è ormai a ridosso delle Alpi, e dato il suo nucleo piuttosto freddo (-40°C), genera instabilità al momento su tutta l'Austria. Sul settore adriatico della penisola sono ancora presenti residue precipitazioni , nevose fino a quote collinari, derivanti dalla depressione Julia (fig. 1). L'alta pressione è ancora perfettamente formata sull' Europa centrale e si estende fino ai confini della Siberia occidentale. Un minimo al suolo si formerà nelle prossime ore sul golfo di Genova.  

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Figura 1. Analisi satellitare sull'Europa rielaborata delle ore 17.00 UTC del 09-02-2012. Fonte www.sat24.com. 

Durante la nottata il ciclone si intensificherà attorno alla Corsica, approfondendosi ma spostandosi rapidamente verso il centro Italia. In questa fase le precipitazioni saranno relegate all'estremo sud, mentre al nord-est l'aria fredda (fino a -15°C a 850 hPa) irromperà bruscamente con fortissimi venti di bora. Ciò potrebbe scatenare precipitazioni nevose convettive, dato il nucleo molto freddo presente in quota, con formazione di veri e propri “blizzard” (fig 2-3). Al primo mattino le precipitazioni aumenteranno di estensione, coinvolgendo un po' tutto il settore centro-settentrionale (Toscana, Lazio. Emilia-Romagna, Umbria e Marche) con nevicate sino al piano. AL sud la quota neve sarà in temporaneo rialzo per effetto del fronte caldo appena formatosi. La neve farà con alta probabilità ritorno nella capitale.

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Figura 2. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 10/02/2012 sull'Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 3. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork.

Domani in giornata il ciclone si sposterà vero il Tirreno centrale. Le precipitazioni saranno abbondanti sul centro e  sud, con le nevicate fino al piano relegate sul settore centro-settentrionale insieme a debole Stau sul Piemonte (figg. 4-5). Da est arriveranno ancora forti venti di bora a sferzare il nord e l'alto adriatico, con temperature nuovamente sotto media. La situazione rimarrà pressoché  invariata anche nella prima serata, con il minimo che si sposterà verso la Campania e il basso Lazio. Alcune aree del sud potrebbero avere problemi di smaltimento delle acque piovane, visto che il terreno è ancora zuppo delle abbondanti precipitazioni avute da inizio mese.

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Figura 4. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 5. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Domani in nottata il minimo si porterà sul Molise e nord Puglia, rilasciando ancora precipitazioni su tutto il centro basso Adriatico (sia costiero che marino). Precipitazioni nevose dall'Abruzzo verso nord, con coinvolgimento di tutta l' Emilia Romagna, basso Veneto e bassa Lombardia. Ancora correnti tese nord orientali molto fredde saranno presenti in tutto il centro -nord, con temperature molto rigide, e possibilità di minime molto basse laddove le condizioni lo consentiranno (figg. 6-7). Linee di instabilità si formeranno nel Tirreno, coinvolgendo Sardegna e Sicilia. Nella mattinata di sabato 11 il minimo si sposterà verso nord, a ridosso delle Marche. Il fronte occluso insisterà al nord su un po' tutta la Pianura Padana. Nel frattempo l'aria fredda sarà scesa di latitudine per cui precipitazioni nevose a bassa quota saranno possibili anche su Sardegna e Campania, mentre Sicilia e Calabria dovranno aspettare ancora un po'.

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Figura 6. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 7. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Durante la giornata di sabato, la depressione comincerà a colmarsi e a perdere di intensità ma permarranno forti correnti fredde orientali al nord, con precipitazioni nevose su tutta la costa adriatica centro-settentrionale.  (figg. 8-9).  La quota neve sarà in ulteriore calo, con neve che farà la sua comparsa anche a quote basse sulla Sicilia settentrionale e in Calabria. Nevicate insisteranno ancora su tutto il settore centrale e Campania. Dalla serata le precipitazioni dovrebbero calare di intensità un po' ovunque, ma colpiranno all'incirca le stesse aree.  La situazione potrebbe diventare critica su Marche e Romagna, dove non si escludono localmente accumuli superiori al metro. Nei giorni successivi resisterà ancora una blanda circolazione ciclonica con residue nevicate, ma sembra che un miglioramento netto delle condizioni meteo sia ancora lontano dal vedersi.

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Figura 8. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 9. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Autori: 

Cristian Rendina

La seconda replica (9-12 febbraio)

Dopo il sisma avvenuto in Europa nei giorni a cavallo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio ad opera di quella che abbiamo ribattezzato l’”Espresso Transiberiano”, almeno un’altra replica è attesa. L’Europa orientale è stata già messa in ginocchio ed in ginocchio si trovano alcune aree adriatiche e centrale della nostra penisola, da un vasto nucleo di aria continentale di prima qualità con temperature del nucleo fino a -25° a 850 hPa.
Ma la replica potrebbe peggiorare la situazione ed avere effetti forse anche doppi di quelli che ha avuto perché trova una situazione particolarmente grave. Inoltre il nuovo nucleo è di tipo artico-continentale ossia aria artica in distacco remoto sul nord della Russia che termicizza progressivamente a contatto di superfici interessate in questo momento (come nei prossimi 4 giorni), da un anticiclone termico mittleuropeo con minime comprese tra -25° e -30°.
Mentre scriviamo il nucleo artico continentale lascia la circolazione zonale sbalzata addirittura sopra il 75 parallelo nord da sconvolgimenti a carico dell’indice zonale (Artic Oscillation, AO) che lo ha portato durante la fase topica del trasporto antizonale del nucleo continentale a valori inferiori ai -3. Nel frattempo l’attività convettiva intertropicale si è intensificata sull’Indonesia (fase 6) e lo sarà ancora di più in fase 7 nel settore Indo-Pacifico, un settore che in genere è scarsamente interessato da questo tipo di azione in una fase come l’attuale di Nina moderata.
Fig 1 - MJO
Fig. 1. Madden-Julian Oscillation, MJO. Attuale e previsione Ensamble-GFS.
Le conseguenze sono le seguenti. Approfondimento ed abbassamento della depressione sull’Oceano Pacifico (PNA+) e relativa pulsazione ad onda molto corta ed intrusiva in area polare ad opera di un anticiclone presente su ovest Canada ed Alaska. Il Vortice Polare non riuscirà per almeno altri 4 o 5 giorni ad esplicare la sua azione di chiusura verso i nuclei continentali a spasso sul settore russo-siberiano. 
Fig 2 - PNA
Fig. 2. PNA index verso un massimo relativo intorno ai +1.5
L’indice di blocco al flusso zonale (blocking index, BI) è dirimente in tal senso: si sta estendendo dagli Urali (inizio giorno 6) fino alla Groenlandia (giorno 11) rimanendo connesso alla zona continentale in cui si è originato.
Fig 3 - BI
Fig. 3. Blocking Index, BI. Progressiva estensione dagli Urali alla Groenlandia. Siamo in presenza di una retrogressione del blocco alle correnti zonali in accordo fase 7 della MJO.
Nasce così un Ponte di Veikoff e cioè: 1. al suolo c’è un collegamento tra le HP delle Azzorre, della Scandinavia (entrambe con valori prossimi ai 1040 hPa) e quello termico russo-siberiano (valori intorno ai 1060 hPa); 2) in quota tale collegamento ha valori decrescenti di geopotenziali spostandosi dalle Azzorre alla Siberia.
Fig 4 - Veikoff
Figura 4. Apertura del Ponte di Veikoff che rimarrà attivo nei giorni 8-11 febbraio 2012.
La nascita di questo ponte che rimarrà attivo per 4 giorni consentirà al nostro nucleo artico-continentale di andare in progressione contraria alle normali correnti zonali, da nord-est verso sud-ovest. Domani esso è segnalato tra Finlandia e Russia.
Analizziamo adesso le diverse traiettorie.
1. ECMWF. Tra 2 giorni la goccia si trova sul Mar Baltico in prossimità della costa delle omonime Repubbliche. Venerdì si trova sul versante nord delle Alpi, centrato sul Tirolo con minimo al suolo sottovento alla traiettoria in quota e posizionato tra la Corsica e la Costa Azzurra. Sabato è centrato sull’Isola di Capraia, tra dito della Corsica e la costa livornese. Il minimo al suolo transita verso l’Abruzzo. L’obiettivo è quello nel senso che la goccia staziona lì anche il giorno di domenica.
2. GFS. Tra 2 giorni si trova sulla costa polacca del Mar Baltico. Venerdì si trova anch’essa sul Tirolo con minimo al suolo sempre tra la Corsica e la Costa Azzurra. Sabato il nucleo in quota si trova tra la Corsica e la Costa Azzurra con nucleo ampio esteso dalla bassa Toscana al sud della Francia. Minimo al suolo in prossimità di Roma. Il giorno dopo è centrata sul Mar Ligure.
3. UKMO. Tra 2 giorni si trova sulla del Mar Baltico a metà strada tra GFS e ECMWF. Venerdì si trova più ad est sulla Slovenia con minimo al suolo ad ovest delle Bocche di Bonifacio. Sabato il nucleo in quota si trova tra ad ovest della Sardegna con nucleo ampio che lascia fuori solo estremo sud ed Alpi. Minimo al suolo sul basso Tirreno tra Campania e Calabria. Il giorno dopo è centrata sul sud Italia.
Gli altri GM con minore risoluzione (GEM, NOGAPS, BOM) associano al nucleo traiettorie simili ad UKMO e dunque più orientali.
 
Fig 5 - Percorso del nucleo artico
Figura 5. Le traiettorie del nucleo di aria fredda artico-continentale nei giorni 8-10 febbraio 2012 ad opera dei 3 principali modelli. ECMWF: rosso. GFS: nero. UKMO: prugna.
Autori: 

Andrea Rossi

Ancora neve e gelo sull'Italia

La depressione Julia, che ha colpito l' Italia tra il 31 e il 4 febbraio 2012, ha generato copiose nevicate su gran parte del centro-nord (escluso tutto il nord-est), con accumuli ben al di sopra del metro in alcune località dell'Appenino romagnolo. Innevata anche Roma, che ha visto accumuli tra i 10 e 20 cm come non capitava da anni. Il freddo invece si è fatto sentire su tutto il centro-nord con temperature che sono rimaste al di sotto dello zero per molti giorni, nonostante una bora molto intensa. Nelle prossime ore un nuovo afflusso di aria fredda siberiana, genererà una nuova depressione con centro sullo Ionio, grazie anche alla profonda saccatura in quota che si estende fin dentro l'area del Maghreb. Attualmente la depressione è in fase di formazione, con precipitazioni sparse un po' su tutto il sud. Le altre perturbazioni atlantiche sono ancora bloccate dell'anticiclone russo-scandinavo e tendono a scorrere verso latitudini decisamente polari, di fatto bloccando la normale circolazione zonale, questo anche per via di un anticiclone termico sull'Europa centrale al suolo, formatosi grazie alle temperature estremamente fredde registrate in quelle aree(fino a -30°C) .
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Figura 1. Analisi satellitare sull'Europa rielaborata delle ore 17.00 UTC del 05-02-2012. Fonte www.sat24.com. 
Durante la nottata il ciclone si intensificherà al largo della Sicilia, approfondendosi e relegando le prime precipitazioni su tutto il centro sud. Nevicate saranno presenti dalle Marche in giù, con quota neve  via via più alta, attorno ai 1000m su Sicilia, Calabria e Puglia, per via del richiamo caldo da sud.(fig 2-3). Linee di instabilità dovute alle correnti orientali colpiranno il Tirreno e le coste tunisine e algerine. Al nord, se le condizioni lo permetteranno (assenza di vento e di copertura nuvolosa), saranno possibili temperature minime attorno ai -20°C.
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Figura 2. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 06/02/2012 sull'Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 3. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 06/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork.
Domani in giornata il ciclone si approfondirà ulteriormente, con minimo valore di pressione che potrebbe arrivare a 990 hPa. Se i flussi di calore provenienti dal mare dovessero essere elevati, non si esclude la formazione di un mesociclone a ridosso della Puglia meridionale, con valori di pressione attorno ai 980 hPa. Le precipitazioni saranno abbondanti su tale regione e resto del Sud, anche se di natura liquida, mentre su tutto il resto della costa adriatica fino alla Romagna, e regioni centrali compresa Campania saranno nevose con quota neve in calo al sud (figg. 4-5). Da est arriveranno ancora forti venti di bora a sferzare il nord e l' alto adriatico, con temperature decisamente sotto media. 
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Figura 4. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 06/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 5. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 06/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Domani in serata il minimo si porterà sulla Grecia, rilasciando ancora precipitazioni su tutto il basso Adriatico, Grecia e Turchia. Precipitazioni nevose all'incirca nelle stesse aree delle 12 ore precedenti, e piogge sparse tra Sardegna e Sicilia. Ancora correnti tese nord orientali molto fredde saranno presenti in tutto il paese, con temperature molto rigide, e possibilità di minime molto basse laddove le condizioni lo consentiranno (figg. 6-7).
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Figura 6. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 07/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 7. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 07/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Durante la giornata di martedi 7, la depressione si allontanerà definitivamente sulla Grecia, ma permarranno forti correnti fredde orientali, con precipitazioni nevose su tutta la costa adriatica, causate per lo più da Stau.  (figg. 8-9).  La quota neve sarà in ulteriore calo, con neve che farà la sua comparsa anche a quote basse sulla Sicilia settentrionale e in Calabria. Nel frattempo, se le dinamiche dovessero rimanere tali, ci attenderà una nuova fase perturbata sul finire della settimana, che colpirà nuovamente il nord, e che con tutta probabilità apporterà ancora elevati quantitativi di neve su tutta l'area. L' influsso di aria fredda siberiana si protrarrà dunque almeno fino all'inizio della settimana successiva.
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Figura 8. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 07/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 9. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 07/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Autori: 

Cristian Rendina

L'inverno si sveglia dal…letargo invernale

In seguito all'inversione dell'indice dell'Arctic Oscillation la situazione sull'area europea andrà radicalmente cambiando nel corso dei prossimi giorni. Infatti un poderoso anticiclone situato in area russo-scandinava si prepara a convogliare aria molto fredda di origine siberiana (fino a -25° C alla pressione di 850 hPa). I suoi effetti si fanno già sentire in sede mediterranea, infatti un minimo sottovento al golfo del Leone e in rapido spostamento verso il mar Ligure sta generando precipitazioni nevose fino al piano sul nord Italia (fig 1.). Le altre perturbazioni atlantiche sono bloccate dell'anticiclone e tendono a scorrere verso latitudini decisamente polari, di fatto bloccando la normale circolazione zonale.
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Figura 1. Analisi satellitare sull'Europa rielaborata delle ore 17.45 UTC del 31-01-2012. Fonte www.sat24.com. 
Durante la nottata il ciclone traslerà sul mar Tirreno, approfondendosi e, nel caso i flussi di calore lo consentissero, formando un mesociclone al largo della costa Toscana. In questo frangente gran parte dell' Emilia-Romagna, Sardegna, Toscana, Liguria, Basso Piemonte e Appennino centrale vedranno precipitazioni nevose fino al piano, con temperature che in quota raggiungeranno valori prossimi ai -10° C a 850 hPa (fig 2-3). Altrove ci saranno precipitazioni abbondanti un po' su tutte le regioni (escluso nord-est e Alpi in generale) ma piovose, con quota neve in aumento andando verso sud.
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Figura 2. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 01/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 3. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 01/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork.
Domani in giornata il ciclone si trasferirà lentamente verso sud-est, con precipitazioni che diventeranno nevose a bassa quota più a sud. Quasi tutta la penisola sarà colpita da precipitazioni abbondanti. Da est arriveranno forti venti di bora a sferzare il nord e l' alto adriatico, con temperature decisamente sottomedia, mentre il nucleo più gelido di origine siberiana si avvicinerà ancora verso l' Europa centrale. (figg. 4-5). Non si escludono in mattinata temperature minime negative a doppia cifra , soprattutto in Piemonte.
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Figura 4. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 01/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 5. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 01/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Domani in serata il minimo si porterà sulla Puglia, rilasciando ancora precipitazioni su tutto il basso Adriatico e Grecia. Nel frattempo parte dell'aria fredda siberiana avrà raggiunto la Francia, e grazie all'incurvamento del jet stream all'altezza della Spagna, un nuovo minimo di pressione si genererà sulle Baleari e comincerà ad interessarci dalla giornata di mercoledì. (figg. 6-7). Un ramo dell'occlusione insisterà sul centro nord, e grazie alle temperature rigide non è esclusa la presenza della neve lungo le coste marchigiane (il fattore determinante sarà il vento).
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Figura 6. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 02/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 7. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 02/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Durante la giornata di mercoledi 2, il nuovo minimo si sposterà lentamente verso est, coinvolgendo la Sardegna e la Corsica. A ovest, l'aria fredda genererà precipitazioni nevose fin sul sud della Spagna, piuttosto inusuale per la regione, e col passare delle ore potrebbero arrivare fino al piano, anche sulle Baleari. (figg. 8-9). In Italia residue precipitazioni interesseranno tutto il lato adriatico, nevose fino all' Abruzzo. Le temperature scenderanno di molti gradi su metà penisola, e dove il vento si calmerà saranno possibili minime negative a doppia cifra che potrebbero toccare anche i -20°C. In seguito il minimo stazionerà per alcune ore nei pressi della Sardegna, approfondendosi a causa dell'aria fredda in continua discesa dai quadranti settentrionali e orientali, mentre al sud il richiamo caldo favorirà un temporaneo aumento delle temperature, spaccando di fatto l' Italia in due. Se sarà un evento di portata storica ce lo dirà il tempo, non rimane che attendere la sua sentenza.
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Figura 8. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 02/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 9. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 02/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Autori: 

Cristian Rendina

Transiberian Express. Chiamati ad assistere ad una configurazione molto rara

Due target si concatenano a fondo in questo incredibile finale di Gennaio 2012.
Il primo è il “piccolo target” in cui si attiva la fase continentale ad opera di due gocce nordiche, una in distacco sul Mar del Nord e l’altra in distacco sulla Scandinavia. Entrambe puntano il Mediterraneo occidentale percorrendo da Nord a Sud la Francia, ma la seconda con una traiettoria più orientale di un paio di centinaia di chilometri.
In pratica la prima punta sul Golfo del Leone la notte tra sabato e domenica, mentre l’altra punta la foce del Rodano la notte tra martedì e mercoledì (secondo modelli tipo ECMWF e UKMO). In altri modelli (tipo GEM e BOM) questa è più arretrata, ancora sull’Est della Francia, infine in GFS è già transitata sul Mediterraneo e si ritrova sul nord dell’Algeria.
L’obiettivo della prima goccia è la depressione afro-mediterranea che oggi ha iniziato ad interessare la Sardegna, le regioni del Nord-Ovest e quelle alto-tirreniche, e che sarà intercettata sulla Tunisia. Le due opposte masse d’aria approfondiranno la depressione mediterranea tra la Tunisia e la Sicilia, ed un cuscinetto di aria fredda pre-esistente sui Balcani verrà risucchiato sull’Italia attraverso l’Adriatico, ove è previsto un intenso Lake-effect Snow. Lo schema di attivazione ricalca quello proposto nel precedente editoriale, seppure con tempistiche un po’ più dilatate.

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Figura 1

L’obiettivo della seconda goccia ad oggi non sembra essere quello di riattivare la depressione mediterranea, che Mercoledì è vista sfuggire tra il Golfo della Sirte, la Cirenaica e Creta, ma dovrebbe essere quello di creare ex-novo una depressione in zona tirrenica. In tale fase i modelli (vedi UKMO) a più riprese fanno vedere una struttura fortemente baroclina sul Nord Atlantico ad opera del ramo canadese del Vortice Polare. In una struttura di questo tipo il getto si intensifica a Sud-Est della struttura, operando quindi un trasporto di calore dalle zone temperate dell’Oceano verso Nord-Est, in direzione dell’Oceano Artico, settore russo e scandinavo. Questo crea un ponte tra l’alta oceanica posizionata vicino alle Isole Azzorre e un lago caldo in quota rilasciato giorni fa dall’anticiclone dinamico asiatico. Una volta terminato il contributo dinamico, al suolo è iniziata la termicizzazone e l’alta pressione russo-siberiana si presenta con massimi intorno ai 1.065 hPa.

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Figura 2

A questo punto potrebbe esserci l’interazione con il Transiberian Express, un “enorme target” dove il ramo siberiano del Vortice Polare è visto macinare migliaia di chilometri in moto retrogrado verso l’Europa, alla velocità stimata di 1.000 km al giorno. E’ una massa d’aria continentale pura quella presente oggi sull’Altai Mongolo, laddove viene agganciata da una specie di affondo artico sul nord della Siberia, o meglio, da un travaso di aria polare marittima del ramo canadese del Vortice Polare. La temperatura è uniforme tra il suolo e i 1.300 m circa di altezza, intorno ai -35°C!

fig 3_SIB
Figura 3

Il nuovo ramo siberiano acquista dinamicità, e dalla zona del Lago Bajkal e del Nord della Mongolia, in 2 giorni lo vediamo (Figura 1) addossarsi già alla catena degli Urali. Fa da precursore al Transiberian Express, un nucleo freddo precedentemente staccatosi dal Kazakistan che si muove con velocità dimezzata e, dopo 5 giorni, sarà raggiunto dalla retrogressione continentale nei pressi dell’Ucraina come visto dalla media dei modelli (vedi Figura 2). A questo punto il nucleo siberiano si scinde dalla sua parte più avanzata, che ci appare come un enorme nucleo gelido posizionato due giorni dopo sulla Russia e sui Balcani in procinto di interagire con una depressione mediterranea.

Autori: 

Andrea Rossi

Toscana: Febbraio 2012 – Statistica

Nella regione Toscana le stazioni totali sono 41

Sono risultate valide 26 stazioni per la temperatura e 26 stazioni per la pluviometria

Una considerazione a parte prima di cominciare a commentare i grafici di questo mese riguarda i dati pluviometrici che potrebbero in parte essere poco attendibili a causa della nevicata realizzatesi nei primi giorni di Febbraio. I dati nivometrici infatti non sono vengono rilevati.

Cominciamo il nostro commento col grafico termico:


Possiamo da subito evidenziare come si è trattato di un mese più freddo se confrontato con la media precedente. Questo risultato si deve senza dubbio all’eccezionale ondata di freddo registrata a partire dal 31 Gennaio e proseguita per tutta la prima decade del mese. In questo periodo spesso anche le temperature massime sono rimaste sotto lo zero.

Come possiamo notare la media delle temperature minime è stata -0.1°C contro +2.8°C della media precedente, anche la temperatura media risulta nettamente inferiore alla media precedente di 3.2°C e allineate al dato risultano anche le temperature massime che sono state al di sotto della media di 3.2°C.

In questo mese si è anche registrata la temperatura minima record con -13.0°C. Il valore massimo resta quello degli anni precedenti con 21.2°C.



Grafico1


Uno sguardo veloce ai dati delle singole stazioni dove si evince che la parte orientale della nostra regione da un punto di vista termico ha interpretato il ruolo principale visto che la stazione di Pratovecchio ha registrato la temperatura minima record di -13.0°C , Foiano della Chiana quella massima con +20.8°C .



Grafico2


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Vediamo il dato pluviometrico: fatto cenno ai giorni di neve che hanno caratterizzato i primi giorni del mese dobbiamo dire che dai dati pervenuti registriamo valori nettamente sotto la norma. Questo dato che conferma un trend siccitoso per la regione Toscana è evidente sia per le precipitazioni totali, sia per i giorni di precipitazioni che per le precipitazioni massime ottenute in un giorno.

A margine dobbiamo anche dire che è pur vero che non sono stati inseriti i dati nivometrici ma si è comunque trattato di un mese realmente siccitoso in quanto le precipitazioni nevose abbondanti si sono avute solo nella parte orientale della regione ma non nella centro settentrionale. 

Eccezione a questo dato sotto norma è costituito dalla Versilia dove, a causa della particolare conformazione orografica le precipitazioni sono state a norma.


Grafico3


Infatti nel commento dei dati delle singole stazioni vediamo come Viareggio mantenga un valore in norma col periodo , Castenuovo val di Cecina risulta comunque la stazione con le maggiori precipitazioni.



Grafico4


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Seguendo i dati relativi ai singoli anni precedenti possiamo notare come la media delle temperature minime non risulta essere un record scalzata dal 2003 anche se come possiamo vedere si tratta di un dato con carattere di eccezionalità. In generale vediamo che infatti si è registrato un netto ribasso rispetto alle medie degli anni precedenti.



Grafico5


In assoluto il Febbraio 2012 è stato il più siccitoso, anche se come numero di giorni di precipitazioni il dato è sicuramente falsato dalla mancata considerazione dei giorni di neve: infatti seguendo i dati della cronaca meteo possiamo notare come ci sono state diverse occasioni di precipitazioni deboli nevose nei primi giorni di Febbraio senza accumulo che probabilmente avrebbero comportato una minima mossa dei pluviometri.



Grafico6


Per finire il commento delle temperature e delle precipitazioni record con Castelnuovo Val di Cecina che ha ottenuto i valori pluviometrici record, con Pratovecchio che con i suoi -13°C in piena incursione siberiana ha registrato il record storico e con Arezzo con i suoi 20.8 °C ha il record per la nostra regione registrata nella seconda parte del mese, in netta controtendenza rispetto a quanto accaduto nella prima parte.


Tabella1

Autori: 

Analisi Clima – Statistiche e grafici a cura di Cristina Cappelletto, commento grafici di Luigi Bellagamba

Toscana: Febbraio 2012 – Cronaca

Dei primi giorni del mese avevamo già fatto cenno nella cronaca di Gennaio visto che l'episodio di stampo invernale che ha interessato tutta Italia ha coinvolto anche la nostra regione, in particolare i settori sud-orientali della nostra regione, lasciando il resto della regione in condizioni climatologiche comunque notevoli visto che le temperature massime i primi giorni di Febbraio sono rimaste quasi ovunque sotto lo zero.
Abbiamo anche fatto cenno già nella cronaca scorsa a nevicate da sconfinamento nelle zone pedemontane con accumuli pressochè nulli visto i venti tesi nord orientali che hanno comunque impedito fenomeni significativi.
Passiamo perciò alla cronaca del mese di febbraio partendo dal 6 Febbraio.
Le minime ancora rigide ed il Burian imperversano sulla regione. Le minime sono ovunque sotto zero e spicca comunque il dato di Poppi con una minima di -8.3°C. Nella piana fiorentina si arriva ai -4°C. Anche in questa giornata le massime restano molto rigide, passando di poco lo zero. Temperature ovviamente più miti sulla zona costiera dove ad esempio Pisa raggiunge 5,9°C.
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Meteopalio ci da una visione di insieme delle zone coinvolte dalla nevicata in Toscana grazie a questa bella immagine satellitare.
Mi soffermerei un attimo su questa immagine satellitare perchè è davvero molto didattica Si nota come la Toscana sia stata coinvolta nella sua parte centrale e contemporaneamente il ruolo orografico che hanno avuto i monti Pisani e l'appennino centro-settentrionale. Trattandosi di una foto a distanza di 6 giorni dall'evento non si scorgono gli eccelenti risultati ottenuti dalla fascia costiera livornese dove in quei giorni sono stati registrati episodi nevosi anche sulle isole dell'arcipelago.
In serata continua a nevischiare sulla provincia di Arezzo.
7 Febbraio:
Nottata più mite sulle Pedemontane, più rigide sulla parte centrale della Toscana come testimoniano i -5.2°C di San Gimignano. Il vento è stato il padrone della notte con raffiche che a San Miniato hanno raggiunto i 70 kmh. Continua a nevicare da sconfinamento sull'alto Mugello. Nevischio con imbiancature anche su Prato. Gli sfiocchettamenti sterili continuano in maniera alterna per tutta la giornata fino a sera su tutte le zone a ridosso dell'Appenino peraltro senza avere accumuli.
8 Febbraio:
Sempre venti sostenuti da nord est e temperature in progerssivo aumento (ma sempre comunque sotto la media del periodo) sono le caratteristiche di questa giornata.
9 Febbraio:
Continuano le minime notevoli sulla Toscana anche se fanno eccezione le località pedeappeninniche dove la copertura nuvolosa ed il vento di ricaduta fanno registrare minime anche superiori allo zero.
A Pisa viene segnalato anche un leggero strato di ghiaccio sull’Arno e una minima di -6.0°C.
Massime intorno ai 7-9°C. Per la giornata successiva sono previste precipitazioni di debole intensità anche se già dalla sera vengono segnalate precipitazioni nevose su Livorno, Pisa e Massa.
Si tratta di precipitazioni che hanno permesso di vedere un po’ di coreografia in alcuni casi addirittura minimi accumuli.
10 Febbraio:
Nevica sulle isole dell'arcipelago, peraltro l'instabilità si limita alle zone costiere visto che il forte grecale smorza ogni velleità nelle zone interne.
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Neve sulla spiaggia di Punta Ala il 10 febbraio. Postata da Giglio
Il minimo velocemente si sposta tra Sardegna ed isola d'Elba e di conseguenza buona parte della Toscana viene saltata a pie' pari dai fenomeni, mentre a Poppi nell'aretino si ripete il risultato del 1 Febbraio con 16 cm di accumulo già nella prima mattina e temperatura a -5.0°C. Nevica in maniera copiosa anche nel Mugello. Le massime non superano lo 0°C praticamente su tutta la Toscana,
Se sulla parte sud orientale la neve fa la sua comparsa, nelle altre zone è il vento a farla da padrone con raffiche di grecale che superano i 50 kmh (ma sul Monte Cimone viene registrata addirittura una raffica a 126 kmh).
Episodi di nevischio talvolta anche intensi vengono segnalati a macchia di leopardo anche nella toscana settentrionale, ma non arrivano mai ad essere capaci di garantire accumuli
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Neve fra Grosseto e Orbetello come non si vedeva dal 1956. Postata da Albedo
12 Febbraio:
La mattina di Domenica il risveglio è dolce per i nivofili, visto che nella notte ci sono state nevicate sparse, che hanno consentito anche accumuli minimi, 1-2 cm al massimo. Tuttavia fa il suo ingresso il sole quindi il manto coreografico ben presto lascia il posto al canonico paesaggio. Eccezione fanno le località più orientali della Toscana dove la nevicata oltre a durare di più ha permesso accumuli più elevati.
13 Febbraio:
A Poppi si registra una minima di -13.1°C e a Lido di Camaiore -6.0°C , e comunque a parte Lucca che segna una temperatura di + 2.0°C su quasi tutta la toscana le temperature minime risultano abbondantemente sotto lo zero. Il periodo realmente dinamico sembra ormai essere alle spalle.
14 febbraio:
Minime rigide, ma in misura minore della giornata precedente a causa della ripresa della tramontana. Gli accumuli nevosi dei giorni scorsi persistono indisturbati visto le temperature che permangono rigide.
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Immagine satellitare che inquadra bene la distribuzione delle nevicate sul centro Italia.
15 Febbraio: 
La mattina si verificano brevi nevicate nelle province di Pisa e Livorno sfiorando quella di Firenze. Si tratta anche in questo caso di episodi coreografici, ma che a causa delle basse temperature hanno permesso di ottenere accumuli minimi. Episodi nevosi si verificano anche durante la giornata senza mai assumere connotati di persistenza.
Nel pomeriggio si segnalano precipitazioni stavolta acquose visto il rialzo delle temperature.
16-19 Febbraio:
Brinate mattutine il 16 Febbraio, che han potuto creare pure disagi alla circolazione dove si sono verificate piogge. Le massime tornano a due cifre raggiungendo i 14° C a Prato.
Il giorno successivo la nuvolosità su tutta la regione mantiene basse le temperature massime che non superano i 10°C. 
Da segnalare 3 trombe d'aria sul litorale pisano che sono state addirittura immortalate con foto.
Nella serata del 18 vengono anche segnalate precipitazioni di breve durata nel pratese e si estendono in nottata anche ad altre zone della Toscana con accumuli di lieve entità con l'eccezione della Versilia dove nel periodo 18-19 Febbraio si raggiungono i 40 mm di pioggia.
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Trombe d'aria il 18 Febbraio sul litorlae pisano. Postata da Giesse59
20 Febbraio:
Precipitazioni in atto fin dal mattino, con lo zero termico che in questa occasione si trova a 1100 m, anche se si descrivono nevicate fino ai 600 m sull'Appennino settentrionale e anche più in basso laddove l'influenza del settore adriatico (ancora più freddo del settore tirrenico) si è fatto sentire.
21-29 Febbraio:
Entra la Tramontana e spazza via le nuvole: si aprezzano le nevicate del giorno precedente che hanno coinvolto anche il Monte Serra e tutta la fascia appenninica, così ricomincia un periodo scialbo dal punto di vista della cronaca meteorologica.
Le temperature salgono e a causa dell'effetto favonizzante le fasce pedeappenninche raggiungono i 19°C nella giornata del 23 febbraio. Persistono comunque minime in media con il periodo avvicinandosi allo 0°C. Anche nella giornata del 24 le massime superano i 17°C .
Il 25 Febbraio nuvolosità sterile senza fenomeni di rilievo, le massime scendono intorno ai 15°C. Qualche breve rovescio si verifica anche il 26 e viene segnalato un forte temporale sul senese.
Il mese si chiude senza sussulti di rilievo dopo la prima decade davvero dinamica.
Autori: 

Luigi Bellagamba

Campania: Marzo 2012 – Statistica

Nella regione Campania le stazioni totali considerate sono 24.
Sono risultate valide 7 stazioni per la temperatura e 7 stazioni per la pluviometria.
Le temperature registrate in Campania nel mese di marzo 2012 sono risultate ben al di sopra della media di riferimento (2004-2011) sia per quanto riguarda i valori minimi e sia per i valori massimi. Il dato più significativo riguarda la media dei valori minimi che è risultato di 2,1° C superiore alla media del periodo 2004-2011. Più contenuto, invece, lo scarto delle massime che si discosta dalla media di 1,6° C. Per quanto riguarda gli estremi fa impressione il dato delle minime che è stato superiore di ben 3,7° C  rispetto alla media. L’estremo delle massime, invece, è di poco inferiore alla media (0,3° C).

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Dal confronto delle singole stazioni si evidenziano gli estremi dei valori di temperatura;  da notare come gli estremi delle massime sono risultati in tutte le stazioni superiori ai 20° C, mentre tutte le medie delle temperature massime in assoluto sono risultate superiori ai 15° C. Ciò evidenzia come questo mese sia stato per gran parte soleggiato. L’unico estremo minimo negativo è stato registrato a Buonabitacolo (SA) con -1,3° C.

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Dal grafico delle precipitazioni emerge che il mese di marzo 2012 è stato estremamente siccitoso; la media complessiva di pioggia caduta è risultata molto bassa, appena 13,6 mm contro una media di 103,2 mm del periodo 2004-2011. Lo dimostrano anche le giornate piovose che sono state ben poche, 2,3 rispetto al valore medio statistico di 8,9. La massima quantità di pioggia caduta nell’arco delle 24 ore è stata di 13,2 mm contro i 74 mm che si sono registrati mediamente nel periodo 2004-2011.

CGr3M

I maggiori quantitativi di precipitazione si sono registrati a Mirabella Eclano (38,6 mm) dove abbiamo avuto anche il maggior numero di giorni con precipitazioni, appena 6! Per quanto riguarda, invece, la massima precipitazione in un giorno questa è stata registrata a Pozzuoli con 13,2 mm.

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Dal grafico sull’andamento delle temperature a partire dal 2004 si evidenziano alcune situazioni: in primis la tendenza ad un leggero rialzo della temperatura media; tale rialzo è ben più accentuato dalle medie delle minime che è passato dai 6° del 2004 ai 9° del 2012. L’andamento degli estremi, invece, mette in risalto un netto aumento rispetto all’anno precedente del valore minimi, mentre per l’estremo massimo abbiamo quasi una linea retta, ossia poche variazioni!

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Per quanto riguarda le precipitazioni si evince una tendenza al ribasso, specie negli ultimi 4 anni, sia per quanto riguarda il totale, sia per la precipitazione caduta nell’arco delle 24 ore e sia per il numero dei giorni piovosi; anzi quest’ultimo è risultato il dato più basso rispetto a tutto il periodo 2004-2011!

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L’ultima tabella ci mostra gli estremi di alcuni parametri registrati per singola stazione;  il primato dell’accumulo massimo di precipitazione (38,6 mm) e del numero dei giorni piovosi (6) spetta a Mirabella Eclano. La massima quantità di precipitazioni nell’arco delle 24 ore è stata registrata a Pozzuoli con 13,2 mm; l’estremo di temperatura minima è stato registrato a Buonabitacolo con -1,3° mentre l’estremo massimo a Napoli Posillipo con 23,3°.

CTbM

 

Autori: 

AC Statistiche e grafici a cura di Cristina Cappelletto, commento di Giuseppe Stabile

Analisi e cronaca dell'Inverno 2011-12

L’Inverno che si è chiuso è stato caratterizzato, complessivamente, da un regime di ENSO negativa moderata nel Pacifico Centrale preceduta da una Nina Strong durante lo scorso trimestre Invernale.
 
Ne è risultato, sull’Europa, uno scenario barico relativamente più stabile, rispetto agli ultimi Inverni, caratterizzati spesso da forte antizonalità e Basse Pressioni centrate su gran parte del continente, con Alte Pressioni molto elevate di latitudine. In questo 2011-12 invece, seguendo una media che riguarda tutti e 3 i mesi, Dicembre, Gennaio e Febbraio, si sono avuti massimi pressori fra Europa Occidentale e Russia che han bloccato considerevolmente il flusso Atlantico pertubato, a favore di stabilità alternata a forti irruzioni di origine continentale.
 
Una media barica simile porta, solitamente ,all’instaurarsi di condizioni di freddo e instabilità sul Mediterraneo Centrale, ed è quello che è accaduto durante il mese di Febbraio, come ben sappiamo.
 
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L’inverno comunque, ha ugualmente presentato nette fasi più stabili e miti, soprattutto nella sua prima parte, anche se, sul bilancio termico finale, han prevalso le anomalie negative su vari piani, sempre a “causa” dell’unicità del mese di Febbraio.
 
Dicembre è stato caratterizzato da condizioni di elevata vorticità il Nord Atlantico e Nord Europa, con assenza di richiami freddi Artici di una certa rilevanza sull’Europa. Di conseguenza anche sulla nostra penisola, soprattutto la prima decade, è risultata piuttosto mite con temperature sopra le medie del periodo (anomalia di circa +3 sul quadro Italiano rispetto alla media trentennale ’71-’00). Seconda decade del mese simile alla prima ma con i primi cedimenti barici dell’Anticiclone sul Mediterraneo, con precipitazioni sparse e nevicate intense sul comparto alpino Centro-Occidentale a causa di una prima, seppur modesta, incursione fredda di stampo Artico-Marittimo verso il finire della decade, con strascichi sino ai giorni di Natale (anomalia decadale circa +1). L’ultima parte del mese infine, ha visto la penisola al crocevia fra l’area stabilizzante anticiclonica e queste correnti di lontana origine Artica che via via sono calate di latitudine. Nevicate si sono registrate anche sull’Appennino a quote medie con precipitazioni piovose spesso presenti soprattutto sulle regioni Centro-Meridionali. La decade ha chiuso in Italia con una debole anomalia negativa di circa -1, tuttavia il mese ha registrato una moderata anomalia positiva di circa +1.2 sulla media trentennale ’71-’00. Molto più intensa l’anomalia sull’Europa, specie su Russia e Scandinavia, con un Dicembre fra i più caldi degli ultimi anni.
 
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La prima decade di Gennaio ha registrato una progressiva dislocazione del Vortice Polare verso l’area Scandinava, di conseguenza il freddo si è mostrato in maniera più decisa sul Vecchio Continente a partire dai giorni dell’Epifania, con una prima, ma rapida incursione Marittima sui Balcani e sulle nostre regioni Meridionali, anche se ancora in maniera blanda, con ancora anomalie positive molto forti in tutta Europa, di meno sulla penisola (+1 circa la prima decade). La ferita lasciata da quest’ultima incursione fredda tuttavia, ha aperto la strada ad una più corposa ondata di freddo Artico sull’Europa Centro-Orientale a metà del mese. Essa, ha prodotto gli effetti maggiori sui Balcani meridionali, con freddo moderato anche sulle nostre regioni orientali e, dove non il freddo alle quote medie non ha avuto modo di insidiarsi, le temperature sono calate molto di notte nelle zone soggette ad inversione, con clima secco quasi ovunque. Decade pressochè nelle medie termiche in Italia.
 
Dalla terza decade del mese, cambia tutto: avanza l’Anticiclone Russo Siberiano in maniera dirompente e improvvisa verso ovest. Crollano le temperature su tutto il comparto orientale europeo con gelo continentale in veloce formazione sulle pianure sarmatiche. Sulla nostra penisola si hanno i primi spifferi freddi, anche se non ancora di stampo nettamente continentale, ma che precedono l’eccezionale ondata di gelo di Febbraio, proveniente addirittura dalla Siberia Centrale. Decade sottomedia in Italia di circa -1 con mese praticamente in media termicamente ma precipitazioni un po’ sottomedia ovunque a causa della mancanza di fronti pertubati Nord Atlantici.
 
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La genesi del gelo di Febbraio ha visto l’avanzata dell’Anticiclone termico dalla Siberia come non accadeva da tantissimi anni in Europa, in corrispondenza di un blocco delle correnti zonali già di per se in atto. Il lago gelido, con isoterme a 850hpa (1450 metri circa) fino a -28 nel core principale dello stesso, si è proteso dalle regioni poco a ovest della Mongolia fino all’Europa Occidentale, con un asse E/NE – W/SW. Già durante gli ultimi giorni di Gennaio, le regioni Russe Europee, l’Ucraina e gli stati Baltici han registrato una netta diminuzione termica anche in assenza di nuclei particolarmente gelidi alle quote medie, questo proprio a causa della presenza dell’Anticiclone termico, con diffusa inversione da albedo al suolo e prime minime al di sotto dei -25 gradi.
 
Il 31 Gennaio l’anticiclone termico, con un moto orario, trascina aria ancora più fredda direttamente dalle regioni centrali Siberiane sulla Russia Europea. È l’inizio dell’ondata di gelo per l’Europa. Comincia a nevicare anche in Italia la notte fra il 31 e 1° Febbraio a causa di una goccia fredda d’origine Artica che anticipa gli scenari Invernali. Nevica in modo abbondantissimo in Emilia Romagna e in Toscana a tutte le quote, con accumuli fino a oltre 50 cm a Bologna e circa 20-30 cm su gran parte delle provincie Toscane. Neve intensa anche sulle coste.
 
Il 2 Febbraio il gelo ha conquistato già gran parte d’Europa nel suo moto retrogrado, minime di oltre -25 si registrato in Polonia, Ucraina, Biellorussia, regioni Baltiche, Romania con picchi ben al di sotto dei -30-32 su gran parte della Russia. Gelo intenso anche in Germania, Austria e Svizzera con primi valori al di sotto dei -15 in pianura. In Italia continua a nevicare in Emilia Romagna e comincia su Marche e Abruzzo in maniera intensissima, così come nel Frusinate, dove si registrano oltre 50 cm di neve. Altrove piogge sulle regioni meridionali a causa di un temporaneo richiamo mite da W che precede il rilascio del nucleo d’aria gelida Siberiana dalla Valle del Rodano.
 
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Il 3 Febbraio nevica in modo eccezionale sul medio e alto versante Adriatico, con primi accumuli elevatissimi nell’immediato entrato terra Marchigiano. Continua a nevicare anche in Romagna e il gelo comincia ad entrare in maniera netta sulle regioni settentrionali, con nevicate anche su Piemonte e Lombardia in pianura. Una prima nevicata durante la notte colpisce Roma, con accumuli di 2-5 cm, specie sui quartieri a Sud della capitale. All’estremo Sud invece, il richiamo caldo raggiunge l’apice con la Sicilia che registra valori quasi primaverili, anche se momentanei. Dal pomeriggio l’aria fredda scivola rapidamente dalla Francia, con l’isoterma -10 che taglia la Toscana e le Marche con la -15 addossata alle Alpi. Durante la notte fra il 3 e il 4 Febbraio Roma vive la sua grande nevicata, la maggiore dal 1986, poiché raggiunta perfettamente dall’incontro dell’aria fredda Siberiana e il fronte pertubato dislocato sul Mediterraneo Centro-Occidentale. Nevica tutta la notte e la mattina del 4 Febbraio tutta la città si risveglia con accumuli compresi fra 12 e 18 cm, fino a oltre 20 cm sui quartieri Nord. Durante le prime ore dell’alba nevica anche sui quartieri collinari di Napoli, con accumuli di circa 2-5 cm.
 
Nel frattempo le regioni di Abruzzo, Emilia Romagna e Marche sono paralizzate dalla neve: la neve supera il metro e mezzo oltre i 400 metri con notevoli disagi nei comuni più colpiti, neve abbondantissima anche sulle coste. Il freddo comincia ad essere eccezionale invece su gran parte delle regioni Settentrionali e in particolar modo in Piemonte e Lombardia, con minime che sfondano il muro dei -20 nel Cuneese, ma ovunque non si superano i -10 di notte. Situazione migliore nel Nord-Est dove la neve non è riuscita a cadere in modo abbondante e quindi le minime non hanno avuto modo di calare a livelli inusuali per la mancanza dell’albedo.
 
Il 5 Febbraio il gelo ingloba tutta Europa, fa freddissimo anche in Francia, Olanda e Germania con minime fino a -20 in pianura. Si raggiungono picchi di gelo eccezionale in Scandinavia poiché il core più intenso del freddo Siberiano non penetra in modo completo sul Mediterraneo ma si isola più a Nord: in Lapponia il termometro scende fino a -45 e il gelo segna anomalie storiche nel Nord della Norvegia, con minime fino a -38-40, regioni non abituate ad un gelo di tale portata poiché influenzate dalla Corrente del Golfo.
 
Fra il 6 e il 7 la depressione Italica, colma d’aria fredda Siberiana, si sposta lentamente verso le regioni meridionali e qui nevica in maniera fitta su tutto l’entroterra fino in bassa collina o in pianura, con accumuli considerevoli fino ad un metro oltre i 500 metri. Disagi si registrano praticamente dalla Romagna alla Basilicata, i paesi più nell’entroterra rimanga praticamente isolati per giorni poiché irraggiungibili. Nelle Marche in alcuni comuni la neve supera i due metri di altezza. In Romagna su alcuni paesi non smette di nevicare da quasi una settimana.
 
Dall’8 Febbraio, l’Anticiclone Siberiano, dopo una temporanea chiusura, si distende nuovamente verso W, allacciato anche all’Anticiclone delle Azzorre, ne consegue una nuova pulsazione dinamica che invia un ennesimo nucleo d’origine continentale sul Mediterraneo. Continua a fare freddo su tutta Europa comunque, con gelo in accentuazione sulle regioni Balcaniche, con minime fino a -27-30 in Romania e Serbia, si placa momentaneamente invece sull’Europa Centro-Occidentale con minime di “soli” -10-13 fra Germania, Polonia e Francia.
 
La prima decade di Febbraio 2012 risulta, in Italia, la più fredda degli ultimi decenni e la più fredda, complessivamente, dal Gennaio 1985, nonostante, su buona parte della penisola le temperature non abbiano raggiunto valori eccezionali ma solo sulle regioni di NordOvest. L’anomalia decadale raggiunge i -7 su scala nazionale e le precipitazioni, soprattutto sulle regioni meridionali, risultano già al di sopra delle medie di Febbraio.
 
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Il giorno 10 il nocciolo d’aria fredda in discesa dalla Scandinavia e Nord della Russia si trova già adagiato alle Alpi, le temperature crollano di nuovo su gran parte del Vecchio Continente, anche se in realtà son sempre risultate basse, ma di nuovo valori di -15-20 invadono l’Europa Centrale e in Polonia il termometro scende di nuovo al di sotto dei -25. In Italia, nevica nuovamente su tutte le regioni dell’medio e alto Adriatico fin sulle coste e, durante la notte fra il 10 e l’11, la neve ricompare nuovamente a Roma, anche se con accumuli più modesti rispetto al 4 Gennaio: circa 5-6 cm al centro ma ad Ovest della città la nevicata assume i contorni di eccezionalità con accumuli di addirittura 30 cm nei dintorni di Boccea e all’Olgiata. Nevicata intensissima anche sulle coste dell’Alto Lazio con accumuli di quasi 10 cm fra Ladispoli e Civitavecchia.
 
L’11 Febbraio nevicate intensissime colpiscono tutto il Centro-Sud fino in pianura, anche se in maniera più evidente sempre le regioni del versante Adriatico, si raggiungono valori storici di accumulo nelle Marche ed in Emilia Romagna: ad Urbino la neve tocca i 3 metri e 26 centimetri totali, superando addirittura il 1985 e il 1956, per trovare un evento così bisogna risalire al 1929, quasi un secolo fa ! Ma in quasi tutte le località la neve supera il metro e solo verso le coste la neve non ha superato il mezzo metro.
Il 12 Febbraio continua il gelo intenso in tutta Europa, soprattutto su Ucraina, Biellorussia, Lituania, Estonia, Lettonia con minime comprese fra -23 e -30 ovunque in queste zone. Fa freddo in Germania, soprattutto l’area meridionale, con minime fino a -22-23 in Baviera ma ovunque si registra un sottomedia termico generalizzato. In Italia gelo intenso su tutte le regioni, con ancora nevicate sulle regioni meridionali a bassa quota o in pianura sulle regioni adriatiche.
 
Grande gelo in Russia il 13 Febbraio con Mosca che capitola sotto i -30 e svariate minime fino a -37 nelle provincie adiacenti. Il gelo allenta gradualmente la presa invece sull’Europa Occidentale, con progressivo aumento termico; situazione pressochè immutata sulle regioni italiane invece, con clima ancora instabile sulle regioni meridionali, con occasionali episodi nevosi anche sulle coste (su Capri durante la mattinata e la nottata), ma col manto nevoso che supera il metro e mezzo in alcuni comuni della Basilicata. Il 14 situazione invariata sulle nostre regioni con gelo fortissimo sulle regioni settentrionali con minime fino a -15-17 in pianura e ancora residua instabilità sulle estreme regioni meridionali. Nel frattempo l’Alta Pressione comincia a spingersi verso Est, ponendo fine all’ondata di gelo sull’Europa Occidentale. In Russia intanto ancora temperature estremamente rigide con punte di -37-39 poco a Nord della capitale.
 
Dal 15 Febbraio in poi il freddo allenta gradualmente la morsa anche sulla nostra penisola, con aumento delle temperature massime dopo oltre due settimane consecutive di gelo. Si chiude il ponte fra Anticiclone termico Siberiano e Alta delle Azzorre e quest’ultima si innalza in maniera abbastanza rapida per regalare un ultima rasoiata Invernale, questa volta di origine Artica, ma solo sulle regioni Balcaniche, fra il 16 e il 18 del mese. La seconda decade del mese chiude anch’essa in forte anomalia negativa, ma meno accentuata rispetto alla prima decade eccezionale, con un anomalia di -4 circa a livello nazionale sulla ’71-’00.
 
La terza decade sembra cominciare similmente alle altre due, con una discesa d’aria fredda Artico-Marittima che si disloca sul Mediterraneo Occidentale, apportando piogge al Centro-Sud e ancora deboli nevicate a quote collinari su Emilia Romagna e Toscana il giorno 21 del mese, tuttavia la depressione, erede della saccatura d’aria Artica, si isola velocemente sulle regioni meridionali, apportando fra l’altro un severo peggioramento del tempo su Sicilia e Calabria Jonica il giorno 22 con locali nubifragi su Messinese e Reggino. Dal 23 in poi e fino agli ultimi giorni del mese, ha inizio una fase decisamente mite su tutta la penisola e sull’Europa Centro-Occidentale con particolarmente incidenza sulle regioni settentrionali Italiane poiché l’Alta Pressione si soffermerà esattamente addossata al comparto Alpino, causando un considerevole evento di fohn soprattutto su Piemonte, Lombardia, Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige, con massime che in alcuni casi hanno superato abbondantemente i +20 gradi.
Break invernale velocissimo sulle regioni meridionali e adriatiche fra il 27 e il 28 del mese che riportano le temperature in media e l’ultimo giorno del mese fa segnale massime elevatissime sulle regioni di NordOvest con picchi di +23+25 nel cuneese: e pensare che in queste zone il termometro era sceso fino a -20-22 ad inizio mese, un escursione termica mensile di quasi 50 gradi !!!
 
Terza decade che chiude a circa +3 di anomalia sull’Italia ma con un bilancio finale del mese nettamente negativo su tutto il paese: anomalia di circa -2.7 sulla trentennale ’71-’00 e Febbraio più freddo dal 1965, terzo più freddo dal Dopoguerra. Di recente anche i mesi di Febbraio 2003 e 2005 era risultati parecchio freddi sul nostro paese ma con le regioni Settentrionali interessate più marginalmente.
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Sul lato precipitativo invece, le precipitazioni questo mese sono risultate al di sotto delle medie sulle stesse regioni Settentrionali, soprattutto al NordOvest, con un deficit meno consistente scendendo di latitudine; precipitazioni sopramedia dalla Campania in giù, con un picco, solito, sulla Sicilia e Calabria.
 
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L’Inverno 2011-12 infine termina con un anomalia di circa -0.5 sempre sulla media di riferimento sul territorio nazionale e con anomalie precipitative dislocate sempre allo stesso modo: sottomedia al Nord, con particolare riferimento alle regioni di NordOvest, quindi Valle D’Aosta, Liguria, Piemonte e Lombardia e sopramedia sulle estreme regioni meridionali, su Calabria e Sicilia. Precipitazioni circa in media sulle restanti regioni, senza particolari deficit o surplus.
Autori: 

Giuseppe Figliola

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