Neve a Sanremo, 11 febbraio 2010

La Liguria spesso si è dimostrata protagonista di eventi nevosi, ma sappiamo bene che questi, quando riguardano la costa, sono tendenzialmente relegati al genovesato e al savonese.
Ma il 2010, dopo la bellezza di 24 anni, ha visto una delle zone “invernalmente” più miti d’Italia, la Riviera dei Fiori, imbiancarsi per una nevicata copiosa che ha colorato di bianco non solo colline e monti, ma anche le spiagge, le barche a vela ormeggiate ai vari porti turistici, i giardini delle ville rivierasche…
Lo staff ligure di MNW vi vuole far vivere una giornata storica attraverso l’entusiasmo dei suoi “inviati” sul campo.

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Staff MeteoNetwork Liguria

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Peggioramento del 13- 22 dicembre in Liguria

Come inizio inverno, la Liguria si è trovata ad affrontare un deciso peggioramento, causato da una forte ondata di gelo che ha caratterizzato il clima di tutta la regione, con nevicate più o meno consistenti, che hanno permesso di imbiancare il paesaggio dal levante al ponente ligure, sicuramente la porzione di territorio meno abituata a questo fenomeno.
Ondata di gelo talmente forte, che ha fatto vivere ai genovesi ad un gelicidio di grande portata, che raramente ha avuto risconti nel passato.

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Staff MeteoNetwork Liguria

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Evento ligure di inizio inverno 2009-2010b.pdf1.51 MB

Peggioramento del 29-30 novembre

 Consorzio Lamma)

Alla vigilia dell’inverno 2009-2010 la Liguria si è ritrovata a dover affrontare un peggioramento serio, ma fortunatamente con limitati problemi. Il tutto causato da una perturbazione atlantica che ha portato continue piogge nel territorio ligure.
Notevoli gli accumuli, praticamente quasi tutti a tre cifre, che sono stati anticipati anche da diversi avvisi di allerta della Protezione Civile.
Per capire cosa è successo negli ultimi due giorni dell’autunno meteorologico ligure qui una breve analisi realizzata dal gruppo MNW Liguria.

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Sezione Regionale MNW Liguria

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Il gennaio molto particolare ligure

Cosa si può dire di gennaio? Nella nostra regione solitamente in costa si ha freddo molto moderato, che l' umidità spesso acuisce ma che raramente fa scendere il termometro sotto lo zero. Diverso il discorso nell'entroterra, dove la morfologia accidentata della nostra regione elimina, su vari livelli,quasi del tutto gli effetti del mare, raggiungendo a quote collinari temperature a tratti anche rigide rispetto alla costa in cui l' azione mitigatrice del mare fa sentire maggiormente i suoi effetti. Ciò che contraddistingue maggiormente gennaio è però il regime delle precipitazioni, facendo di questo mese uno dei più importanti per la piovosità annua, con apporti spesso nevosi nell'entroterra.
Questo è un gennaio “classico”,benché di classico nella nostra regione, climaticamente parlando,negli ultimi mesi ci sia stato ben poco. E questo gennaio non fa eccezione: se potessimo storpiare un famoso detto diventerebbe un anno nuovo, vita vecchia. Se non che…
L'anno inizia con una imponente alta pressione che ormai da qualche mese tende a stazionare nel bacino del mediterraneo, il ristagno delle masse d'aria nei bassi strati  dell' atmosfera ci regalano delle impietose giornate di maccaja, di quelle che ti tagliano le gambe da quanto sono noiose, con temperature simili su tutta la Riviera e di qualche grado più basse nell'entroterra. E successivamente le giornate si aprono in modo ancor peggiore con giornate più brutta, con pioviggine diffusa su tutta la regione e qualche sporadico fiocco nell'entroterra genovese e savonese. Sul capoluogo la situazione è più dinamica, visto l'ingresso della tramontana scura nel pomeriggio che fa precipitare le temperature verso valori più consoni al periodo. Si tratta però di un fuoco di paglia: nei giorni successivi la temperatura si alza decisamente,così come le nuvole, lasciando campo libero a giornate di stampo prettamente primaverili sempre grazie all' alta pressione che sembra ormai aver piantato le radici nelle nostre zone, è solo verso il 6 gennaio che grazie alla befana arriva in regalo un intenso favonio, che fa scendere l'umidità a livelli incredibilmente bassi per la nostra regione, con punte minime anche inferiori al 10% che ristabilisce temporaneamente la forte umidità registrata nei giorni precedenti. La decade comunque si conclude senza storia: le minime non sono nemmeno poi così distanti dalla norma ma le massime sulla costa fanno pensare d' essere a maggio, più che a gennaio, soprattutto nei giorni caratterizzati dalle correnti di favonio. Si difendono decisamente meglio alcune zone dell'entroterra, soprattutto sulle minime, che raggiungono valori intorno allo zero e talvolta decisamente sotto. 
inizio gennaio 2012
Fig: 1 L'alta pressione tende a spostarsi leggermente verso ovest aprendo un debole corridoio ad est del nostro paese che impattando nelle Alpi creerà l'importante favonio registrato negli ultimi giorni della prima decade. 
 
La seconda decade si apre nuovamente con una forte alta pressione che ci porterà ad osservare nuovamente dei giorni di forte maccaja sulla costa, con pioggia molto sottile, quasi come se fosse spray. 
inizio 10 gennaio
Fig 2: l'altra pressione con valore di 1035 hpa si impadronisce del comparto europeo.
Ma la situazione cambia leggermente verso metà decade e metà mese, dove si registra un brusco calo delle temperature: nulla di trascendentale ma uno spiraglio d'inverno sia pur soleggiato in una stagione che d'invernale ha avuto poco o nulla. Infatti da come si può notare dall' immagine sinottica, l'alta pressione che era ormai ben radicata da mesi tende  a cedere, a diminuire di valori di pressione e di geopotenziale. Ciò indica che sta per verificarsi un cambio di circolazione atmosferica, grazie anche soprattutto ad un piccolo break del vortice polare. Il 16 gennaio, in particolare, si registrano finalmente delle buone minime, sotto la media anche in costa: nel pomeriggio, s'attiva anche una bella tramontana chiara sul capoluogo ligure, che fa scendere di molto le temperature. Nell'entroterra la temperatura è diffusamente sottozero, col raggiungimento della doppia cifra negativa in più di una località. 
inizio 16 gennaio
Fig 3: L' alta pressione tende a dare segni di cedimento e a posizionarsi in pieno altantico. Il gelo nella zona eurasiatica potrebbe favorire il formarsi di un' alta pressione termica.
L' effetto invernale e raffreddante è però di breve durata, perchè una nuova colata di aria artica impatta sulle Alpi creando nuovamente condizioni di favonio, che anche se non troppo accentuato come riduzione di umidità favorisce in ogni caso un lieve aumento delle temperature grazie anche ad un maggiore irragiamento solare. Difatti sembra più iniziare la primavera: le prime giornate si susseguono senza storia, con temperature minime accettabili e massime da focaccia in riva al mare con la giacca appoggiata su una panchina. Nell'entroterra la situazione non è dissimile: decisamente più freddo alla notte ma con sole caldo durante la giornata, con escursioni termiche molto elevate.
inizio 20 gennaio
Fig 4: Il raffreddamento della zona eurasiatica e una maggiore ondulazione del getto sembra sempre più prendere piede da far capire che a fine mese qualcosa potrebbe cambiare.
 Però si respira un'atmosfera davvero diversa per il futuro, finalmente invernale: i modelli sembrano concordare con largo anticipo su una massa d'aria gelida proveniente dalla profonda Russia, in un cammino che terrà fino all'ultimo tutti col fiato sospeso. In attesa di conferme o smentite,l'inverno comunque torna: nulla di eccezionale, ma finalmente qualcosa che faccia pensare che il Generale Inverno sia vivo e che non molli.  È nel pomeriggio di venerdì 27 che cominciano, seppur debolmente, precipitazioni diffuse su buona parte della regione, finalmente nevose nell'entroterra grazie ad una prima goccia di aria artica che discende nel territorio francese, trovando l'apice dei fenomeni nella giornata di sabato 28.
inizio 28 gennaio
Fig 5: l' alta pressione eurasiatica tende a rafforzarsi e dei minimi di geopenziale tendono a formarsi nell' area centrale dell' Europa
Ed è in questo momento che l'inverno comincia a fare sul serio: neve abbondante sull'entroterra savonese e genovese, con conseguenti disagi su tutte le strade e autostrade appenniniche e pioggia, non troppo copiosa, sui litorali. E nonostante il poco travaso di aria dalla Pianura Padana e una tramontana non troppo vigorosa, anche su Genova scende la dama bianca: anche se poca, si vede fin sui litorali e in maniera più copiosa nelle zone collinari. La situazione non cambia di molto la domenica: nevicate nell'entroterra, con locali sconfinamenti fin sulla costa nel capoluogo mentre sul resto dei litorali piove più o meno intensamente. Ancora una volta Genova, nonostante il posizionamento geografico marittimo e nonostante il nocciolo freddo non troppo consistente in quota, riesce comunque a vedere la neve, sicuramente ben oltre le aspettative. Ovviamente, le temperature in questi giorni si sono abbassate notevolmente, mantenendosi intorno allo zero in collina e su valori tra i 5 e i 9°C sulla fascia costiera della Liguria in condizioni di assenza dei fenomeni. Lunedì 30 il cielo è per lo più sereno nella fascia costiera, ma le temperature cominciano ad abbassarsi, anche se nella prima mattinata cessano le precipitazioni nell'entroterra, ma si comprende che è solo una pausa in quanto i modelli hanno già inquadrato una seconda goccia fredda molto più consistente di quella dei giorni precedenti che molto probabilmente potrebbe innescare al formazione di un minimo barico sulla costa azzurra che potrebbe favorire decisamente le precipitazioni. Ma mentre la giornata passa febbrilmente nel mondo dei meteoappassionati, accecati dal desiderio della dama bianca su tutta la regione. 
Nella serata, nel Ponente, cominciano le prime e poco convinte precipitazioni. Ma è nella mattinata del 31 che la realtà dà conferma alle previsioni: nell'estremo Ponente comincia a cadere pioviggine mista a nevischio ad una quota di 150 mt, di cui sicuramente l'estremo ponente ligure è poco avezza, mentre sul capoluogo comincia a fioccare in maniera discretamente intensa a metà mattinata. E non finisce qua perché nevica a livello del mare non solo nel capoluogo ma anche in tutta la Riviera di Levante, un coast to coast nevoso che solo la settimana prima sarebbe stato quasi impossibile immaginare.
Ovviamente anche l'entroterra vede importanti quantitativi nevosi, con accumuli che in alcune zone sfiora il mezzo metro e in quote elevate, favorite da una temperature inferiori riesce a superare agevolmente il metro di altezza. Le precipitazioni continuano per tutto il pomeriggio e cominciano a scemare in serata e in nottata: le previsioni indicano che non è ancora finita ma il mese sì! E dopo questo gennaio svegliatosi casualmente nei giorni della merla, speriamo che febbraio ci sappia regalare ancora soddisfazioni.
inizio 31 gennaio
Fig 6: la seconda goccia gelida scende dalla francia e successivamente nel pomeriggio tenderà a posizionarsi al largo della costa azzurra e a formare un minimo barico.
Autori: 

Emanuele Gianello, Andrea Redigolo

2 Novembre, Genova a bagno

Una giornata di intensa passione meteo in Liguria

Più ci si avvicina all’inverno, passando per l’autunno, più la passione meteo prende corpo sempre più anche grazie ad eventi che stimolano curiosità e interesse. Così novembre 2009 inizia in Liguria all’insegna di un evento piovoso che colpisce in particolar modo il centro della regione, con Genova che la fa da padrona in termini di precipitazioni.
Qui una dettagliata cronaca, a cura del Dott. Massimo Bandini, che racconta la giornata meteorologica del 2 novembre 2009 in Liguria tra pioggia e disagi, ma anche emozioni.

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Staff MeteoNetwork Liguria

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L' alluvione su Genova

Come accaduto per l'alluvione di un paio di settimane fa nel Levante, la violenza del peggioramento ha creato le condizioni per un allagamento lampo di proporzioni esagerate, non ai livelli del tragico ottobre 1970 ma comunque assolutamente disastrose, purtroppo con un esito anche mortale. 
Già l'immagine del satellite del 2 novembre lascia presagire che quanto sarebbe avvenuto nei giorni successivi non sarebbe stato molto facile per la zona ligure. 
Un importante fronte si estende dall'Islanda alla zona del Maghreb, raramente si possno vedere situazioni così tanto estese ed importanti.
satrit
La perturbazione ha inizio nella notte tra il 3 e il 4 novembre; le zone colpite dalla precedente alluvione vengono fortunatamente graziate a causa di un impianto barico favorevole, con un minimo posizionato nel comparto francese, in discesa poi nel Golfo del Leone; questo fatto, grazie anche ad un imponente muro di alta pressione, ci ha portato ad avere uno scirocco molto intenso.
vento suolo
Fortunatamente in caso di scirocco il levante ligure già colpito dalla scorsa perturbazione viene graziato dalle violente precipitazioni dei giorni successivi perchè se nel Golfo del Tigullio soffia un forte scirocco, non permette alla pioggia di scendere mentre invece al di là del monte il tempo si sa perfettamente che potrà avere potenzialità ben maggiori. 
E i modelli matematici sono stati sicuramente molto chiari a prevedere una situazione alquanto esplosiva nella zona del genovesato.
moloch prec genova
mappa smi genova
Ma nella cronaca di quel giorno, è già dal mattino che si può capire quanto la situazione possa divenire più delicata nelle ore successive, in quanto si segnalano allagamenti e frane locali a Camogli mentre fortunatamente il territorio tra Recco e Bogliasco riesce a smaltire le piogge senza grosse difficoltà. 
I disagi cominciano ad aver luogo dai quartieri orientali di Genova: in quel di Nervi si hanno allagamenti diffusi, così come a Quarto. Ma ciò è nulla in confronto a quanto avviene nelle zone immediatamente settentrionali del centro cittadino. Già in mattinata i pluviometri della zona centro-orientale di Genova raggiungono con terrificante scioltezza la tripla cifra in quanto a millimetri caduti. 
Problemi serissimi emergono intorno a mezzogiorno, con l'inizio dell'esondazione del Rio Fereggiano, torrente che scorre in mezzo al quartiere di Marassi: il letto cementificato e canalizzato non riesce a sopportare il terribile fardello di acqua. 
A metà giornata, in alcune zone della città, s'era già raggiunta la spaventosa cifra di 300 mm. 
La situazione è drammatica, si verificano allagamenti in ogni dove: davanti a Brignole, in Corso Sardegna, in fondo a Via XX Settembre bidoni della spazzatura corrono insieme alle macchine, in balia degli elementi. Dopo il Fereggiano,anche il Bisagno incute timore: l'altezza dell'acqua sale al livello dei numerosi ponti, inondandone addirittura alcuni e allagando completamente Borgo Incrociati. Si segnala anche una voragine apertasi in Via Donghi. 
via donghi
Fonte: genovatoday.it
Alle ore 14 Quezzi raggiunge l'immane quantità di 500 mm di pioggia caduti; nel resto della città, i pluviometri raggiungono livelli molto vari mentre da segnalare come nelle delegazioni occidentali, a parte qualche scroscio notevole, la situazione si manteneva tutto sommato tranquilla, mentre invece assume contorni drammatici  in Valle Scrivia, dove la pioggia,che alle 14 aveva raggiunto e superato i 200 mm, ha fatto ingrossare pericolosamente il torrente Scrivia mentre al largo della costa dei quartieri orientali, in testa alla linea autorigenerante della perturbazione si sono formati dei mesocicloni che hanno generato addirittura dei tornado. 
fereggiano bisagno
fonte: eco di bergamo
Questo è il punto in cui il rio Fereggiano si va ad incontrare nella sua foce con il fiume Bisagno. 
Si può notare come l' incrocio delle loro direzioni sia di ostacolo per un normale deflusso delle acque, ma per fortuna è nel primo pomeriggio il momento in cui le piogge vanno scemando, spostandosi verso i quartieri occidentali della città, dove è ancora vivo nelle menti di tutti il disastro dell'ottobre 2010, quando si verificò l'alluvione a Sestri Ponente. Per fortuna, pur gonfiando in maniera preoccupante il Polcevera e il Chiaravagna, le precipitazioni nella zona occidentale della città si mantengono moderate, con rain rate decisamente inferiori a quelli monsonici avuti in buona parte della città. Nell'entroterra lo Scrivia esonda a Casella, alimentando ulteriori preoccupazioni.
mappa pioggia
In tarda serata, un'altra coltellata: poco prima della mezzanotte, altri violenti scrosci che aumentano ancor di più gli esagerati accumuli della giornata: Quezzi terminala giornata del 4 novembre con 556,5 mm di accumulo, di cui 158,5 in un'ora. Nelle altre zone delle città, va sopra i 400 Marassi, in altri quartieri si svaria da 150 a 300 mm di pioggia. Nell'entroterra, si segnalano oltre 400 mm anche a Casella, mentre nel resto della regione, la situazione è del tutto tranquilla.
La tensione e la paura giocano brutti scherzi il giorno successivo, che si apre con pioggia moderata, a livelli infinitamente minori rispetto alla giornata precedente: si teme una nuova esondazione del Fereggiano, nonostante il livello sia sceso di diversi metri. Per fortuna, la rottura di un argine non ha creato problemi al decorso del fiume ma la reazione di paura e panico è comprensibile. 
La situazione rimane di stallo:continua a piovere su Genova, in maniera però moderata mentre l'intensità è maggiore nell'entroterra della parte centro-occidentale della regione e nella zona orientale del Golfo del Tigullio. La perturbazione si espande anche verso Ponente, dove è incorso peraltro una mareggiata: è da segnalare anche l'esondazione del Var nei pressi di Nizza.
Il sabato a Genova si conclude con qualche raggio di luna visibile tra le nuvole, dopo una giornata intera di pioggia moderata. La situazione si fa invece critica nell'entroterra: in Valle Scrivia si sale in tripla cifra per il secondo giorno consecutivo e si segnala il cedimento di una massicciata della SSP 226 della Valle Scrivia a Savignone, che taglia in due la parte alta della vallata. La perturbazione si concentra ormai nell'entroterra con caratteristiche di stau: si segnalano accumuli significativi, oltre alla già citata Valle Scrivia, nell'entroterra ingauno e imperiese. 
Nonostante un leggero miglioramento nelle giornate di domenica e lunedì, la svolta meteorologica è ancora lontana: nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 novembre tornala paura. Un nuovo temporale rigenerante colpisce la città che tenta faticosamente di rialzarsi: i dati sono nuovamente terribili, si raggiungono quantità superiori ai 100 mm in molte zone della città,con nuovi rischi di esondazione da parte del Fereggiano ma per fortuna non ci sono ulteriori danni. La perturbazione scema quindi verso Ponente, senza causare però preoccupazioni.
Si può dire che la tempesta sia finalmente passata. Qualche dato: a Quezzi si sono registrati oltre 750 mm di pioggia tra venerdì e martedì, a Marassi circa 550 mm, ad Albaro 600 mm, a San Fruttuoso 500 mm, a Struppa 380 mm, a Quarto Alto oltre 400 mm. Una considerazione: è notevole la differenza di pioggia caduta da una zona all'altra della città, ennesima prova della stupefacente variabilità del clima della regione.
Purtroppo, c'è da fare un altro bilancio, molto più triste: sei vite sono state strappate via dalla furia dell'acqua, che ha invaso magazzini, negozi, garage e androni della zona di Marassi e di Quezzi. A loro e alle loro famiglie vanno le nostre più sincere condoglianze. 
A perturbazione conclusa, Genova sta tentando lentamente di rialzarsi, come già successo dopo la disastrosa alluvione dell'ottobre del 1970: gli Angeli del Fango sono già al lavoro dal fine settimana scorso e la popolazione genovese e non si sta rimboccando le maniche, per tornare alla normalità il prima possibile. 
Vorremmo concludere questa fredda analisi con una citazione, letta su internet in questi giorni.
NoiLiguri siamo gente strana: la nostra Terra ci ha insegnato che non ci si devono aspettare regali, che tutto deve essere guadagnato con il lavoro, i nostri nonni si sono guadagnati ogni singolo metro di terra da coltivare, strappandola da una parte al mare e dall' altra all'Appennino che ci si tuffa dentro, costruendo case su speroni di roccia trasportando pietra dopo pietra su dalle ripide creuze. Per questo siamo diffidenti e scontrosi, eppure leali con chi lo merita. 
Un Ligure piange dentro mentre si rimbocca le maniche ed inizia per l'ennesima volta a ricostruire quello che la natura gli ha tolto. Accettiamo gli aiuti con pudore, ringraziando con un mezzo sorriso ed un bicchiere di vino. Noi Liguri siamo fatalisti, guai a toglierci il diritto al mugugno, ma mentre mugugnamo spaliamo il fango dalle nostre case, e recuperiamo i nostri ricordi. Dai Liguria che ti rialzi anche questa volta. (cit. Paolo Solari)
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Emanuele Gianello (cronaca) – Andrea Redigolo (sinottica)

Peggioramento 19-20 gennaio

La sezione ligure di MeteoNetwork, ha il piacere di presentarvi una precisa analisi di quanto accaduto nel territorio ligure durante le giornate del 19/20 gennaio.
Preannunciato alcuni giorni prima, dai piu importanti previsori privati, il levante ligure, è stato interessato da una violenta ondata di maltempo, non tipica per il periodo invernale.
Diversi danni sono stati riportati, a causa anche della quota neve parecchio alta per il periodo, che ha provocato lo scioglimento della neve già presente in quota, creando notevoli disagi come frane,strade interrote, smottamenti e fiumi straripati, che hanno messo a dura prova gli abitanti.

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Staff MeteoNetwork Liguria

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Alluvione nel levante ligure

Attesa e prevista dai modelli con ampio anticipo, la perturbazione del 25 ottobre ha messo letteralmente in ginocchio il levante ligure, un territorio sicuramente abituato a piogge autunnali abbondanti  ma per il quale la violenza di questo peggioramento è stata assolutamente fuori portata.
Nella serata del 24, con le prime, timide precipitazioni, i livelli di accumulo si mantengono più o meno moderati su buona parte della regione, con picchi insolitamente alti anche nel Ponente ligure e nell'entroterra, addirittura più che nel Genovesato e nelle immediate vicinanze. Sicuramente, la tramontana scura ha influito notevolmente sui dati provenienti dal Genovese, mentre altrove, in assenza o calma di vento, si è registrato un notevole “buco” precipitativo: non a caso, una località come Sori, colpita molto moderatamente dalla perturbazione, ha raggiunto un accumulo di 20 mm di pioggia, mentre a Zoagli, a una ventina di km di distanza, ne sono caduti all'incirca 70. La differenza è evidente ma si parla di inezie, in confronto a quanto avvenuto a pochi chilometri di distanza.
I modelli avevano messo da tempo la Liguria in prima fila, perchè è risaputo cosa può potenzialmente accadere nella zona ligure e tirrenica ogni volta in cui vi siano i presupposti per un'entrata di correnti umide atlantiche nel bacino del Mediterraneo. E' inoltre spesso questo il periodo in cui le prime entrate piovose possono risultare molto importanti:come successo anche l'anno scorso con l'alluvione che ha colpito il genovesato (da Varazze a Sestri Ponente), spesso in passato si è dovuto far fronte a veri e propri fenomeni convettivi, che possono creare condizioni di pioggia molto intensa e duratura.
Fenomeni di questo tipo vengono definiti come “autorigeneranti”, ovvero sono quei fenomeni che, come recita la parola stessa, riescono a generare in modo continuativo condizioni alluvionali.
Prova ne è che il grosso della perturbazione si è scaricato nel triangolo compreso tra Levanto a ovest, Vernazza a est e Brugnato a nord: come possiamo osservare sulla carta dei venti qui di seguito, si nota come le correnti di tramontana discendenti dal comparto genovese vadano ad impattare con le correnti tese provenienti da sud.
mappa correnti
Ciò porta ad una situazione di convergenza delle correnti, che fa sì che un maggiore afflusso di correnti umide al suolo subisca una spinta che le porterà in quota, tale da portare all'ormai triste fenomeno dell'autorigenerazione dei fenomeni.
Dall' immagine del satellite si può notare come questa forte spinta dal suolo crei un importante cono di nuvolosità, segnale inequivocabile di quanto stava avvenendo nel territorio dello spezzino.
sat 2
E non solo il satellite dava una testimonianza diretta di quanto stava avvenendo in quella porzione di regione, ma anche il radar meteorologico dell' ARPAL, che evidenziava l'imponenza del quantitativo precipitativo e la persistenza di queste pesanti condizioni atmosferiche sempre sullo stesso lembo di territorio.
radar_acu
Un'immane quantità d'acqua ha colpito dal mattino le località comprese in quest'area, dando luogo a un'alluvione che rimarrà senza dubbio nella storia meteorologica della nostra regione. La violenza delle precipitazioni è facilmente intuibile dagli spaventosi accumuli avuti nell'arco di una giornata: in questa zona, i dati registrati dai pluviometri sono schizzati mediamente al di sopra dei 200 mm, con puntate locali ben oltre i 300 mm e gli estremi di Calice al Cornoviglio, con 460 mm e di Brugnato, dove sono caduti circa 540 mm (ovvero 540 lt  per metro quadrato) di pioggia. 
brugnato
La perturbazione ha cominciato a manifestarsi in maniera tutto sommato moderata nella notte;  a metà mattinata il volume delle precipitazioni è aumentato esponenzialmente, mantenendo un rain rate notevole fino a metà pomeriggio, quando la pioggia si è finalmente calmata. A questo punto è però subentrato un altro grave problema, dovuto alla conformazione morfologica della Val di Vara e del territorio delle Cinque Terre: il Vara e molti altri torrenti della zona sono tracimati in più punti, scaricando una quantità immensa di fango, terra e detriti verso valle, causando così allagamenti più o meno diffusi. 
La tragedia è dietro l'angolo: le operazioni di soccorso procedono a rilento, a causa di frane, smottamenti e allagamenti che interessano quasi tutte le strade provinciali; ci si arrangia come si può: a Vernazza e Monterosso, devastate dalla furia dell'acqua, si procede con l'evacuazione via mare mentre nei comuni dell'entroterra molte persone si sono rifugiate sui tetti delle abitazioni. 
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Emanuele Gianello (cronaca) – Andrea Redigolo (sinottica)

Analisi della nevicata del 6-7 gennaio

La neonata sezione ligure di MeteoNetwork già alla prova con un evento che ha colpito la regione tra il 6 e il 7 gennaio 2009: un’intensa nevicata, ampiamente prevista dai modelli e previsori, imbianca Genova e Savona. La Liguria si estende su un territorio complesso che, soprattutto durante queste occasioni, si dimostra artefice dei movimenti atmosferici che condizionano il tempo (correnti, precipitazioni, temperature…) e, contemporaneamente, ne subisce le conseguenze, ad esempio in termini di disagi nella circolazione.
Di seguito, un’analisi dettagliata di quanto sopra detto, sfruttando proprio come modello la nevicata del 6 e del 7 gennaio: elementi di sinottica e immagini che raccontano quanto accaduto e spunti per argomenti che saranno approfonditi in futuro per comprendere la meteorologia di un territorio così particolare.

Autori: 

Staff MNW Liguria

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