Analisi ligure giugno 2011

Dopo due mesi di bonaccia, per dirla alla marinaresca, sull'arco ligure s'è presentato un giugno tutto sommato soddisfacente, con una coda di primavera degna finalmente di menzione. Come detto, aprile e maggio sono terminati con un pesante deficit di precipitazioni e il rischio di problemi idrici in pressoché tutta la regione con l'estate in arrivo era molto alto ma per fortuna la prima metà di giugno ha regalato non pochi episodi piovosi, risanando in parte il bilancio idrico e facendo schizzare i polverosi pluviometri ben sopra la media già nella prima metà di giugno. 

Le prime poco ispirate precipitazioni hanno avuto origine negli ultimi due giorni di maggio ma proprio al principio di questo mese, s'è scatenata la primavera, quella fatta di precipitazioni miste a tempo bello, in alternanza continua. Nel giorno 1 del mese, da Genova a La Spezia, precipitazioni diffuse, nell'ordine dei 60 mm sulla costa nel Genovese e comunque mai inferiori ai 40 mm. Discorso diverso nel Ponente, dove le precipitazioni sono andate scemando dal Savonese fino a Ventimiglia, con non più di 20 mm nei pluviometri. Dopo qualche giorno di pausa, dove si sono avuti scrosci sparsi e isolati lungo tutta la regione, si arriva al giorno 5, dove nella notte e durante la giornata si verificano buone precipitazioni, questa volta più localizzate nella parte occidentale della regione, con accumuli sull'ordine dei 15-20 mm, con i riscontri maggiori verificati a Genova e con locali “puntate” oltre ai 50 mm. Oltre alla pioggia e al maltempo, s'è verificato un buon evento: violente mareggiate hanno colpito buona parte della Liguria, provocando danni e locali allagamenti. I venti sono stati infatti di fortissima intensità e in alcune zone della regione si sono verificate locali trombe marine di buona entità. La situazione non cambia nei giorni successivi; dopo un giorno 6 di parziale stasi, il 7 assume la tendenza idrica dei giorni precedenti: pioggia un po' ovunque ma principalmente nella zona centro-orientale della regione, con cumulate che qua e là hanno sfiorato i 30 mm. Briciole invece per il Ponente, con pochi mm. Si arriva così al giorno 8: si ha l'apocalisse nella zona tra il Tigullio e le Cinque Terre, con forti temporali, venti di notevole entità e cumulate nell'ordine dei 50 mm che però si riferiscono all'arco della giornata e non riflettono la violenza monsonica della perturbazione. Il resto della regione ha avuto precipitazioni di portata e intensità decisamente minori, che sono andate progressivamente scemando verso ovest. La prima decade di un giugno che proprio giugno non sembra si conclude ancora con temporali di buona intensità nella zona centro-orientale della nostra regione e con accumuli che solo nei primi dieci giorni hanno abbondantemente superato, in buona parte del territorio, la media mensile di giugno. Le temperature si sono mantenute su valori tutto sommato contenuti, vista l'intensa fase perturbata: nei pochi sprazzi soleggiati andavano ovviamente ad alzarsi ma in generale si può dire che di caldo non se ne è patito, in questo finale di primavera astronomica.

prima decade giugno 2011

Ed è proprio a livello sinottico che si può notare come il bacino del mediterraneo sia stato “vittima” di una profonda saccatura che si è estesa dall' Islanda fino alle nostre regioni.

Ciò ha favorito l'entrata di aria più fresca ed instabile dall' Atlantico, che grazie anche al forte richiamo barico ha permesso altresì un imponente richiamo di correnti molto umide di origine africana. Ciò ha permesso ai fenomeni convettivi di poter avere a disposizione molta più umidità ed energia per poter formare dei fenomeni di così forte intensità.

Ma mentre la prima parte del mese ha regalato forti emozioni, la seconda decade di giugno ha avuto modo di non annoiarci più di tanto, regalandoci degli episodi caraterizzati da una spiccata variabilità  in cui ci si è potuto osservare per la maggior parte di questi giorni un bellissimo sole, alternati a maccaja afosa e a pochi sprazzi di pioggia. L'alternanza pressoché continua sulla nostra regione è tale che rende difficile analizzare con precisione questo periodo: mentre poteva essere sole e vento nel Ponente, nel Levante poteva essere maccaja e aria stagnante al mattino, al pomeriggio la situazione poteva ribaltarsi completamente. Da segnalare le temperature, che rimangono sostanzialmente in linea con quelle del periodo, senza avere quindi giornate di stampo estivo con puntate sopra i 30°C.

2 decade di giugno 2011

La sinottica che ci può permettere appieno di poter comprendere i motivi di questa forte variabilità. Perchè da come si può notare dall' immagine, in tutta la zona sud europea non si è potuto osservare un periodo di forte alta o bassa pressione. Questo momento in cui ci si è trovati di fronte ad una stagnazione barica ha dato la possibilità di radicarsi di alte pressioni, che favorendo lo schiacciamento al suolo delle correnti ha dato luogo alle famose nebbie marittime (maccaja) che hanno favorito il formarsi di nuvolosità bassa e foschie ma anche ha dato la possibilità a deboli passaggi perturbati di poter attraversare senza alcun disturbo le nostre zone.

Nella terza decade la situazione migliora leggermente per quanto riguarda il sole, presente con più costanza rispetto ai primi venti giorni del mese ma, per contro, aumenta l'umidità. L'incubo afa torna così prepotentemente, col solstizio d'estate: va detto che le temperature rimangono relativamente lontane dai 30°C, senza mai lambirli ma l'oppressione e il boccheggiamento sono alle stelle. Il peggioramento previsto per il giorno 23 peggiora la situazione, regalando un giorno di maccaja di quelli che si suda solo a rimanere fermi. Si migliora il giorno 25, dove una maggiore ventilazione e una generale bella giornata regalano un po' di sollievo rispetto ai giorni precedenti. I giorni successivi presentano generale bel tempo su tutta la regione, per tornare a peggiorare nel giorno 29, con maccaja persistente a Levante e temporali che riguardano prevalentemente il Ponente e Genova. Il mese si conclude con una giornata serena nelle zone colpite dai temporali il giorno precedente mentre a Levante, ancora forte maccaja, a concludere in maniera tutto sommato indegna un mese di giugno partito coi fuochi d'artificio. 

3 decade giugno 2011

Ma è nella terza decade in cui è stata sicuramente l'alta pressione ad avere un netto predominio su tutto il resto e non potevamo non scegliere quella che è stata l' immagine simbolo di questo periodo, in cui una forte invadenza di matrice africana ha potuto avvolgere le nostre zone da una forte ondata di caldo e di umidità ma di certo, non è stato solo il termine del mese a caratterizzare tutto il mese, perchè comunque rispetto ai due deficitari mesi precedenti, si può comunque parlare di un mese soddisfacente, con un bel po' di pioggia caduta sia sulla costa che sui rilievi, alternati a momenti anche più estivi che ci hanno fatto ricordare che la bella stagione ha ormai avuto inizio.

Autori: 

Emanuele Gianello (cronaca) – Andrea Redigolo (sinottica)

Analisi ligure maggio 2011

Comincio questo articolo scusandomi con i lettori per la totale assenza di spunti creativi e citazioni colte ma la calma meteorologica avuta in questo mese ha tolto al sottoscritto ogni ispirazione. Si può quindi parlare senza mezzi termini di un maggio deprimente, scialbo come se ne ricordano pochi, con precipitazioni pressoché nulle o comunque irrisorie, al punto che la situazione idrica della regione ha raggiunto livelli deficitari: il rischio di rimanere senz'acqua corrente in alcune zone della Liguria durante l'estate sarebbe stato davvero alto se non si fosse avuta una prima decade di giugno straordinariamente piovosa.
Passiamo ad analizzare ora la prima decade di maggio.Dopo un primo maggio sostanzialmente soleggiato, si sono avute condizioni simili in tutta la regione, con cieli spesso soleggiati e clima ventilato, salvo qualche sporadica precipitazione che ha colpito zone sparse della Liguria, in particolar modo sul Levante; stiamo però parlando di briciole e minimi contentini: la nostra regione ha un clima estremamente variabile e piovoso, soprattutto nelle stagioni di transizione ed è difficile poter parlare di precipitazioni nel verso senso del termine quando i millimetri di pioggia raccolti nei pluviometri si contano sulle dita di una mano. Le temperature minime si sono mantenute nelle medie del periodo mentre le massime, in giorni di sole, sono spesso schizzate verso l'alto, arrivando a toccare 25-26°C nelle zone più esposte, sia sulla costa che nell'entroterra.
Per la seconda decade sembrava prospettarsi qualcosa di diverso: nulla di eclatante ma delle precipitazioni che togliessero la polvere dal pluvio si aspettavano. E invece tanto rumore per nulla. Dopo un paio di giorni soleggiati e di generale bel tempo, arriva sì qualche goccia di pioggia, concentrata per lo più a Ponente ma è la maccaja tanto temuta e tanto detestata a farla da padrona sul resto della regione: diversa la situazione nell'entroterra, soprattutto quello genovese, dove si sono avuti dei buoni risultati, con anche 40 mm di pioggia in una sola giornata, il 15 maggio, raccolti nel pluviometro. Diversi scrosci si rilevano anche nella zona costiera del centro-Levante. La seconda metà della seconda decade vede un leggero aumentare della temperatura, con le minime che arrivano a toccare tranquillamente i 18-19°C e un'alternanza di giornate soleggiate e maccajose. Si segnala anche una curiosa formazione di due celle temporalesche gemelle nel giorno 19, andate però a perdersi nel nulla. Il tutto dovuto ad un piccolo minimo depressionario che si è venuto a formare proprio sopra la nostra regione. Ma questo minimo barico non è stato fiorirero di abbondanti precipitazioni, in quanto non è stato arricchito delle correnti umide atlantiche, ma bensì si è trattato di un minimo formatosi grazie ad una incurvatura dell' onda di rossby nel comparto europeo. Questa situazione pertanto non ha potuto farci trovare di fronte ad un fronte organizzato, ma ha comunque creato una situazione in cui delle masse d'aria molto instabili sono riuscite a superare la barriera alpina e a portarsi nelle nostre zone, riuscendo a favorire il formarsi di temporali, che un po' a macchia di leopardo hanno colpito la nostra regione.   
2 decade maggio
La terza decade si apre con un sontuoso anticipo d'estate, con temperature alzatesi ovunque al di sopra dei 25°C nei giorni 21 e 22, toccando e superando la soglia dei 30 da Ponente a Levante il giorno 23. Fino al 26, in generale sulla costa le temperature rimangono ben al di sopra della media mentre si registra qualche bel temporale nell'entroterra: nulla di clamoroso però un po' di varietà rispetto alla noia che si prova sulla costa ci vuole. Il 27 la giornata si apre con cielo maccajoso e con un caratteristico funnel ripreso al largo della costa genovese.
2 decade maggio

Foto: Andrea Calderini 
 Durante la giornata da Genova a Levante cade qualche goccia di pioggia ma con accumuli fortemente irrisori: da segnalare è stato il vento che ha colpito tutta la regione, con forti raffiche un po' dappertutto. Questa giornata è comunque positiva per il resto della decade: fa sempre caldo di giorno ma alla sera si torna a minime ben al di sotto dei 20°C, in linea con le medie del periodo. Le minime quindi allentano un po' la morsa del caldo nei giorni successivi ma è nell'aria un cambiamento: dopo il 30, favoloso, il 31 la circolazione cambia e l'aria comincia a profumare di acqua, quella che scende dal cielo, fresca e limpida. In alcune zone comincia a cadere già il 31 maggio, uno scroscio che preannuncia un buon periodo che potrebbe portarci fuori da questo periodo siccitoso. Ed è infatti dalla carta del 31 maggio che vogliamo focalizzare la nostra finestra sulla sinottica, perchè è evidente di come l'alta pressione delle azzorre si sia spostata decisamente molto più ad ovest liberando di fatto il bacino del Mediterraneo alle umide correnti atlantiche. E di fatto questa situazione sarà foriera di un periodo molto più perturbato… Ma di questo ve ne parleremo meglio nella nostra analisi di giugno.
2 decade maggio
Autori: 

Staff MeteoNetwork Liguria

Analisi ligure Aprile 2011

Aprile dolce dormire, recita il popolare proverbio. E si può dire che ad aprile il tempo, a eccezione di un evento abbastanza zonale a metà mese, s'è fermato, lasciando con l'amaro in bocca buona parte dei meteo-appassionati liguri. Veniamo subito alla descrizione della prima decade mensile.
La prima parte di aprile è stata contraddistinta dallo scambio di belle giornate di stampo tardo-primaverile alternate a giornata di maccaja tremenda. Le temperature nei giorni soleggiati sono variate da 12-13°C di minima a puntate oltre i 20°C; le massime sono risultate leggermente elevate per la media del periodo ma c'è da dire che la vicinanza al mare ha di fatto mitigato questi valori, che oltre Appennino sono stati ben superiori, arrivando a superare diffusamente i 30°C. Nei giorni di maccaja, chiaramente, la temperatura ha mediamente registrato variazioni di un grado tra minima e massima, facendo di quelle giornate quanto di peggio possa aspettarsi un ligure. Nei primissimi giorni del mese s'è anche “rischiato” il fenomeno del caligo, ovvero la nebbia da avvezione che viene dal mare ma quest'ultima s'è avuta solo in zone collinari, lasciando i rivieraschi a bocca ancor più asciutta.
Questa situazione si è venuta a verificare, in quanto una profonda bassa pressione presente al largo delle coste del portogallo che ha iniziato a fornire un afflusso di aria caldo-torrida sulla nostra nazione e su gran parte del comparto europeo.
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Nei giorni successivi, l' alta pressione ha lentamente ceduto nella sua imponenza (grazie anche ad una riduzione della corrente a getto) e poco alla volta ha permesso un lento ritorno a quello che è il clima classico primaverile accompagnata da un ritorno a temperature nella norma.
Infatti nel periodo successivo, ovvero quello della seconda decade (11-20 aprile), si è iniziato ad intravedere qualche timido spiraglio perturbato, ed è la data del 14 aprile che si segnerà la svolta. Dopo tre giorni in tutto e per tutto simili alla prima parte del mese, il 14 ci si sveglia con cielo nuvoloso pressoché ovunque, da Ventimiglia a Sarzana; la sensazione è quella di acqua ma non si sa né come né quanta, perchè come tutti i fenomeni convettivi sono quasi sempre di difficile previsione (e quanto avvenuto ad ottobre ne è un esempio). Infatti le precipitazioni si fanno violente dalle parti di Albaro fino a Nervi, miste tra pioggia e grandine ma è in mare che si verifica lo show: trombe marine alte e consistenti si levavano una dietro l'altra sulla superficie marina, conferendo a un buon temporale il carattere di evento del mese: peccato che solo in pochi se lo siano potuti gustare a fondo; infatti, come si può notare dalle carte dei geopotenziali molto più bassi a quelli che avevano caratterizzato il periodo precedente sono riusciti a fare breccia nel comparto mediterraneo entrando dalla famosa “porta della bora”, che è sempre fioriera di questi legami sia di geopotenziale che di aria molto più fresca, infatti gli effetti benefici di questa perturbazione si rilevano anche dalle temperature, essendo le minime finalmente ridiscese sotto i 10°C nel Levante, con punte di 3-4°C di minima nell'entroterra. Il resto della decade si mantiene su tonalità soleggiate ma con temperature più adeguate alla norma del periodo, con minime intorno ai 10°C sulla costa e ben più basse nell'entroterra e con massime tutto sommato gradevoli, intorno ai 20°C. 
Questi sono gli scatti più belli inviati da alcuni utenti nel nowcasting ligure di quel giorno :
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(foto di Luca Russo)
e questa invece, era la situazione sulla scala sinottica:
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Passiamo quindi alla terza decade: dopo un inizio in linea con gli ultimi giorni della decade precedente, si giunge alla classica perturbazione pasquale, la quale, nonostante il plenilunio continui a far cambiare la data della festività, non sbaglia mai e centra sempre il bersaglio, in maniera più o meno diffusa. Il peggioramento giunge il Venerdì Santo ma i suoi effetti si fanno sentire il giorno successivo: piogge spray lungo tutta la regione, con accumuli irrisori ma quel tanto che basta per rovinare una giornata. Le piogge si protraggono fino alla mattina di Pasqua, dove vanno scemando fino a scomparire del tutto, salvo qualche sporadico episodio sparso nell'entroterra. Si migliora leggermente a Pasquetta e nei giorni successivi, ad eccezione del giorno 28, dove s'è avuta qualche sterile pioggerella nel centro-Levante. Le temperature di questo periodo hanno avuto un rialzo nel week-end pasquale, con qualche puntata oltre i 20°C di massima nei momenti di sole, che s'è alternato in maniera continuativa a cielo nuvoloso e pronto a scaricare mentre le minime si sono irrimediabilmente alzate, rimanendo a cifra singola solo nell'entroterra. 
Solo verso il termine del mese, la bassa pressione presente nella zona del nord Africa, ha creato una situazione in cui il gradiente barico ha facilitato un impattare delle correnti sulla barriera alpina, creando di fatto un gradevole effetto favonico che ha completamente dissolto la pesante umidità dei giorni precedenti 
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Staff MeteoNetwork Liguria

Analisi Ligure Febbraio 2011

Il mese di febbraio 2011 per la Liguria è stato caratterizzato, nel suo complesso, da una spiccata presenza alto pressoria e da incursioni perturbate per lo più di moderata intensità che hanno garantito quantitativi di precipitazioni nella media e per alcune zone anche superiori. 
Il mese si apre con una depressione mediterranea in via di esaurimento e la nostra regione che rimane fuori dalla zona perturbata, con correnti dai quadranti settentrionali a portare un miglioramento del tempo.  La prima decade di febbraio prosegue con una rimonta di alta pressione decisamente potente e ben strutturata con valori anche di 1030 hpa e geopotenziali molto alti. 
Questo si traduce in un tempo sostanzialmente stabile che si protrae per quasi tutta la prima decade di febbraio, caratterizzato per la nostra regione da temperature miti, da giornate soleggiate e qualche giornata di cielo coperto (dalla classica macaia) ma con totale assenza di precipitazioni. 
In questa situazione si sono registrate temperature miti e senza escursione termica sulla costa, mentre nell’entroterra e nelle valli appenniniche ha fatto la sua comparsa il fenomeno dell’inversione termica con minime al suolo anche sottozero per strati di freddo puramente “pellicolare” che stagnano nei fondovalle e nelle conche soggette al poco rimescolamento dell’aria. 
Un altro fattore caratterizzante della prima decade di febbraio sono le temperature in quota  fortemente sopramedia, con punte di 10-12 ° C fino sulle vette della Val d’Aveto a oltre 1500 metri d’altezza. 
Bisogna leggere questa situazione nel contesto più ampio della zona Mediterranea  che in questa prima decade è caratterizzata da una netta anomalia pressoria positiva con pressioni al suolo che nella nostra regione toccano i 1030 mb. 
In tali situazioni,  l’aria è soggetta a pochissimo rimescolamento e tende quindi a stagnare formando la ben nota (e temuta!) “cappa” di macaia e di sostanze inquinanti. 
Le temperature minime sulla nella fascia costiera non scendono quasi mai sotto i 5 gradi (nella prima decade), mentre le massime sono sempre superiori ai 10 gradi con punte di 15-16 C nelle giornate di sole. A tal proposito si vedano i quasi 16 gradi registrati a Savona dalla rete stazioni Meteonetwork nella giornata del 4 febbraio, con la maggior parte della stazioni meteo costiere allineate sui 15 C di massima.   
Anche la seconda decade del mese inizia con un clima mite, meteorologicamente poco dinamico e caratterizzato dall’assenza di piogge.
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Questa situazione di stabilità dura fino al 13 febbraio, quando pian piano la pressione comincia a calare e si affacciano nel Mediterraneo una serie di fronti provenienti dall’Atlantico che interessano la nostra regione nelle giornate del 14-15 e 16 febbraio. Questi fronti portano piogge moderatamente copiose che accumulano 60-70 mm in alcune zone del genovesato ed accumuli localmente anche maggiori. 
Questo peggioramento risulta piuttosto intenso per molte zone della Liguria: pur senza arrecare danni si ripetono nella gionata del 15 febbraio episodi di grandine su tutto il genovesato, con chicchi copiosi ma (per lo più) di modesta dimensione.  
Si tratta di due giorni caratterizzati da rovesci molto intensi ma di breve durata che iniziano in maniera repentina cosi come terminano improvvisamente per poi ricominciare. In altre parole rovesci di stampo tardo invernale-primaverili che più facilmente si verificano nei mesi di marzo e aprile.   
Per citare qualche dato, vengono registrati 88 mm di pioggia nella sola giornata del 15 febbraio presso la stazione della rete Meteonetwork di Campomorone, nell’immediato entroterra genovese.
In questo contesto le temperature si abbassano di qualche grado e grazie anche alle piogge tornano a stento nella media di febbraio.  Nelle zone più alte dell’Appennino Ligure si rivede finalmente la neve, che fa la sua comparsa a quote superiori ai 1000-1200 metri.
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La giornata del 16 febbraio vede un nuovo peggioramento, con altra pioggia per la costa e con la neve che scende fino a quota 800 metri nel’entroterra e localmente anche a quote inferiori. Un esempio ne è il sassello che si imbianca con qualche centimetro di neve. Il tutto favorito da un calo delle temperature in quota e dei geopotenziali.
I giorni seguenti, fino alla fine della seconda decade sono caratterizzati da instabilità residua, con qualche pioggia debole e temperature che ritornano sopramedia su tutta la regione. 
Dal bilancio complessivo della seconda decade di febbraio emerge un tempo perturbato con cumulate complessive della decade che toccano in certe zone della Liguria anche gli 80 – 90 mm. Cumulate di tutto rispetto soprattutto se considerate nel contesto del mese di febbraio, generalmente poco piovoso. 
Le temperature invece possono essere considerate nel complesso della decade ancora leggermente sopramedia rispetto al periodo.
La terza decade si apre con una bassa pressione sul Mar Ligure e delle piogge  moderate su tutta la Liguria, con la neve che fa di nuovo la sua comparsa sui rilievi liguri al di sopra dei 1100 metri.  Non è un peggioramento molto intenso e con l’esaurirsi della depressione prevalgono per la nostra regione correnti da nord e da est, con qualche residuo d’instabilità ma anche con sprazzi di sole.  
Questa ultima parte di febbraio verrà ricordata soprattutto per le correnti di tramontana, non eccessivamente fredde ma secche che perdurano per più giorni in un contesto in cui la Liguria rimane sul bordo occidentale di una rimonta alto pressoria in sede Iberica. 
Proprio gli ultimi giorni del mese vedono una nuova depressione di origine nord atlantica inserirsi nel mediterraneo, quindi un nuovo peggioramento del tempo ma questa volta con effetti veramente scarsi in termini di precipitazioni. Le temperature subiscono un  drastico calo cosi come la quota neve (per la verità solo pochi centimetri) che si attesta sui 500 metri anche sul versante costiero. 
Quest’ultima parte del mese è caratterizzata da forti venti dai quadranti settentrionali, con una raffica massima, registrata presso la stazione di Quarto Alto (rete Meteonetwork) di 101 km/h nella giornata del 28 febbraio.
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Autori: 

Massimo Bandini – Staff MNW Liguria

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Un dicembre molto particolare per la Liguria

Questo dicembre, come un po' quest'anno che ormai si puo' dire concluso, si ricorderà a lungo per la sua dinamicità e per l'intensità con la quale si sono susseguito le cose, già avevamo preannunciato, con un articolo teleconnettivo, quanto questo fine del mese avrebbe potuto dare grandi sorprese ed in effetti non sono venute a mancare, perchè tanto ci sarebbe da parlare di questo mese, caratterizzato da molte caratteristiche sempre diverse, ma ci soffermeremo ed analizzeremo piu' a fondo una parte , quella cioè che va grosso modo dal 14 al 19 dicembre, la più viva e gelida, che ha caratterizzato molto la vita di tutti i giorni (non a caso è stato annullato il famoso derby della lanterna a causa della neve) insieme a quella dell'intenso peggioramento, di stampo più prettamente autunnale che ha caratterizzato il periodo prenatalizio.
Cominciamo quindi prendendo in esame il periodo che dal 14 al 19 dicembre ha caratterizzato il clima sia ligure ed altresì quello di tutto il nord Italia, dove tutti sono stati interessati da una forte ondata di gelo che ha fatto scendere la colonnina di mercurio di parecchi gradi su tutta la regione, regalando per ben due volte la neve su Genova e provocando parecchi disagi a causa del ghiaccio a causa delle continue temperature negative che hanno caratterizzato quei giorni.
Su scala globale la discesa fredda va inquadrata come risposta ad una situazione di blocking atlantico (non del “classico” tipo, ma più complesso ), con una vasta area di alta pressione che ha conquistato inizialmente l’area Britannica, si è andata a congiungere con una potentissima alta pressione dai valori eccezionali (fino a 1070 hpa!!) sulla Groenlandia. Il movimento di queste due gigantesche masse d’aria ha provocato nei giorni seguenti (16-17-18 dicembre) una risposta prepotente con una repentina e quasi folle caduta dei geopotenziali su tutta l’Europa centrale (in particolare sono da notare le notevoli  anomalie presenti sul territorio Franco- tedesco e Nord italia!).  
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Iniziamo dalla giornata del 14 dicembre, il calo termico a tutte le quote continua incontrastato e il risveglio sia per le zone costiere sia sopratutto per le aree interne della regione è abbastanza gelido. Si registrano circa +3/+4° sui litorali, fino invece a oltre -8° nelle zone interne. Si sta intanto irrobustendo il famigerato “cuscino freddo” oltre Appennino nella pianura Alessandrina indispensabile per vedere la neve fin sulla costa a Genova.
In quota continua l'afflusso di aria gelida, piano piano ci si sta avvicinando alla temperatura di -8° a 850 hPa ampiamente prevista dai principali matematici di previsione.
A livello barico questa prima discesa delle temperature è la conseguenza di correnti nord orientali determinate da un’area di alta pressione con massimi di 1040 hpa piazzata a varie quote tra l’Islanda ed il Regno Unito. L’alta pressione ruotando in senso orario favorisce sul suo bordo “destro” la colata di correnti fredde che dall’area scandinava si muovono con direzione Europa centrale ed Italia settentrionale. Inoltre tale situazione, favorisce venti al suolo da nord est e permette all’aria gelida di aggirare in parte l’ostacolo delle Alpi (anche se in questa discesa una buona dose di aria gelida ha impattato proprio contro le Alpi e noi italiani siamo stati parzialmente protetti, come quasi sempre avviene). 
Il 15 prosegue sotto gli incessabili venti tempestosi dai quadranti settentrionali, con temperature sempre piu' rigide sia alla mattina che durante il giorno, sulla costa infatti le minime arrivano fino a toccare quasi gli 0°, e durante il giorno non si spingono oltre i +4°/+5°. Gelo intenso nell'interno dove in alcuni casi le temperature si spingono verso i -10°.
La giornata del 16 è pressapoco simile a quella precedenza, con temperature sulla costa in live calo, che localmente scendono di qualche decimo al di sotto dello 0°. 
Tali temperature non sono che le avvisaglie di un nuovo impulso freddo che arriva da nord, e che  questa volta è associato ad un rapido abbassamento dei geopotenziali che culmina poi nella giornata del 17.  Queste ulteriori correnti da nord, vanno lette a livello globale col cossiddetto “split” del vortice polare, che detto in parole più semplici vede la stessa area basso pressoria generalmente relegata a latitudini artiche (appunto il vortice polare) scendere fino nel cuore dell’Europa.  Questo in risposta ad una immensa massa d’aria d’alta pressione che si è letteralmente conquistata dei record sulla Groenlandia ed ha determinato come risposta la discesa di latitudine del vortice polare. 
Per rendere l’idea di quanto anomala sia stata tale situazione basti pensare che mentre qui eravamo sferzati da correnti gelide,  temperature ben più miti si registravano in Islanda o nel sud della Groenlandia dove perennemente è di casa il gelo. Ed a ciò vanno aggiunte le anomalie in termini di geopotenziali, quest’ultime ancora più marcate delle anomalie termiche. 
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Grazie a tutto il freddo imaggazzinato nell'interno e nella pianura padana, e le temperature già basse sulla costa, con oltre -8° a 1500m circa in libera atmosfera, mentre la città di Genova veniva battuta dalla tipica “tramontana scura” che nella notte del 17 vede una bellissima nevicata piu' che coreografica che regala 2/3cm di accumulo, della durata dura poche ore, infatti già dal primo mattino con la cessazione dei fenomeni lo spettacolo sembra apparentemente finire. Invece nel corso della tarda mattinata riprendono i fenomeni che durano a fasi alterne, che con un avvicendarsi di precipitazioni variabili e non costanti di intensità, tenderanno poi a stabilirsi nel pomeriggio fino al diventare anche intense fino alle prime ore del pomeriggio, ciò ha potuto permettere alla neve di poter attecchire al suolo  fin sulla costa ma è la città che ne paga il dazio maggiore, venendo nuovamente imbiancata per la seconda volta in questa giornata. 
Questa nevicata non è stata vista dai modelli di previsione se non in minima parte. Infatti è bastata la formazione di un minimo depressionario sul mar ligure, che ha determinato per alcune ore venti meridionali a media quota (850 hpa) forieri di precipitazioni. Questa situazione ha favorito lo scorrimento di aria umida e leggermente piu’ calda (si fa per dire….) su uno strato gelido portando per buona parte della notte del 17 neve di buona intensità e di buona qualità sul capoluogo. Questo nonostante che le correnti in quota fossero sfavorevoli, con la 500 hpa marcatamente occidentale e quindi non buona per le precipitazioni a Genova. In poche parole, a causa del molto freddo è bastato lo strato d’aria tra gli 850 hpa e i 700hpa per determinare le precipitazioni nevose. Quindi uno strato di nuvole piuttosto sottile e senza sviluppo verticale, ma sufficenti per produrre queste precipitazioni.Nell'entroterra sono circa 10 i cm caduti. Contemporaneamente la temperatura è in crollo, già dall'ora di pranzo Genova si trova al di sotto dello zero, fino a raggiungere in serata i -2°/-3° nella gran parte dei quartieri, anche costieri imperversati dal vento da N, il tutto senza nessun tipo di precipitazioni. Valori davvero notevoli e memorabili per la città di Genova che scende al di sotto dello 0° solo in casi particolari e rarissimi, durante le nevicate, ma mai in condizioni tranquille. A causa di queste temperature, le strade si trasformano in lastre di ghiaccio, come d'altronde anche i marciapiedi, provocando non pochi disagi, sopratutto nei quartieri collinari. Rimarrà sicuramente una giornata quasi record per le temperature sulla costa. Da notare come detto più volte la diversità del clima ligure: mentre su Genova in questo venerdì 17 ha imperversato neve e ghiaccio, nell'estremo ponente della regione, la giornata è stata prevalentemente serena con temperature fino a +8°/9° e durante la serata non sotto i +4°.
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Finito un episodio, si pensa già a quello dopo, questo 2010 non finisce mai di stupire..
Infatti dopo un sabato 18, ancora molto freddo al mattino, la giornata prosegue in modo più mite rispetto ai giorni precedenti, grazie e timidi venti dai quadranti meridionali che fanno in modo che la colonnina di mercurio guadagni qualche grado. La giornata inizialmente serenissima regala ben presto pero' sorprese sul mare con locali rovesci nevosi all'interno del golfo del mari Ligure, come anche nella zona dell'Imperiese. Nell'entroterra le stazioni appartenenti alla rete di monitoraggio dell' ARPA Piemonte rilevano valori degni di località alpine di alta quota: Sassello 385m (SV) -14.3°, Calizzano 647m (SV) -14.0°, questi i piu' importanti. 
Domenica 19, dopo i ripetuti impulsi freddi dei giorni precedenti si forma una depressione sul comparto iberico che avanza molto lentamente verso occidente e determina l’instaurarsi correnti meridionali sulla nostra regione con il pescaggio di aria caldo-umida molto a sud. Questo determina una repentina risalita delle temperature in quota ma permette anche qualche centimetro di neve fino in città a causa della resistenza del freddo nei bassi strati aiutato anche dall’azione della tramontana da travaso (o tramontana scura). 
Infatti dopo una mattinata solo ventosa e coperta, dal primo pomeriggio arrivano le prime precipitazioni sulle zone centrali della regione, regalando fin da subito la neve nel centro di Genova, imbiancato sempre di più con il passare delle ore da circa 3/4cm di neve con un paesaggio fiabesco. 
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Molto “selettiva” questa nevicata, oltre ai quartieri collinari ed interni, imbiancato solo il centro, le zone leggermente a levante normalmente protagoniste anch'esse durante le nevicate vedono solo pioggia e richiamo umido dal mare, mentre nelle restanti parti la tramontana  faceva il suo ottimo lavoro di travaso. La nevicata provoca l'annullamento dei derby cittadino in programma alla sera e parecchi disagi nelle zone collinari. Per fortuna la cessazione dei fenomeni in serata insieme all'aumento termico fa si che le scuole nella giornata di lunedì 20 siano aperte e la circolazione torni alla normalità. La sciroccata in quota prosegue piu’ che al suolo con la neve che arriva nei giorni successivi a traformarsi in pioggia fino a quote molto alte, addirittura ai 1500 metri delle vette della Val d’Aveto. 
Ed infatti i giorni seguenti sono stati poi caratterizzati da precipitazioni continue, molto calde, considerando le correnti di provenienza, che hanno annullato qualsiasi effetto di gelo nelle zone che erano state precedentemente colpite dai fenomeni nevosi.
Le località sciistiche, quali Santo Stefano d' Aveto o spostandosi più a ponente Monesi di Triora, situata al confine ligure-piemontese, vedono quasi annullare qualunque precipitazione nevosa dei giorno precedenti.
richiamo caldo
E' evidente quanto il collasso del vortice polare abbia portato ad una conclusione per nulla piacevole dei fenomeni, un periodo di alta pressione, avrebbe potuto rinfrancare gli operatori sciistici, garantendo un innevamento nelle alte quote, mentre invece sulla costa, senza l'impulso di correnti gelide quali la tramontana scura, avrebbe potuto far mancare quel gelo continuo, donando la possibilità di un ritorno alla normalità.
Questa situazione invece, come evidenzia la freccia color rosso, ha accelerato questo processo, portando con se una seria ondata di calore ed in effetti si sono riscontrati molti problemi, in quanto come detto in precedenza, non solo è venuta a mancare la neve, ma ne ha accelerato lo scioglimento. Ciò ha creato notevoli disagi, soprattutto nel levante ligure, che si è trovata nuovamente ad affrontare una situazione di pericolo idrogeologico a causa di questa situazione che in aggiunta alle precipitazioni che hanno incessantemente caratterizzato quei giorni.
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Staff meteoNetwork Liguria

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Un periodo scoppiettante alle porte del Natale?

Una stratosfera disturbata su 2 fronti: quello Atlantico e quello Pacifico ha lasciato sulla testa del vortice polare troposferico una vera e propria “Spada di Damocle”.
I continui riscaldamenti indotti da persistenti anomalìe positive a sud della Groenlandia da una parte e ben 3 impulsi caldi provenienti dalla zona aleutinica  (benchè il primo piuttosto effimero) rischiano di far convergere sul polo un consistente aumento di geopotenziali causando un deciso collasso del vortice polare.
Tutto ciò potrebbe avvenire dopo un tentativo di parziale ricompattamento, in troposfera del vortice polare, visibile dalla relativa risalita dell’Arctic Oscillation index verso valori prossimi alla neutralità,  e che avrà comunque il merito di creare quella sorta di reset circolatorio in grado di interrompere l’andamento fin qui più volte visto e prevalentemente caratterizzato da target decisamente oltralpe  da parte delle masse d’aria polare e conseguente successiva discesa delle stesse discesa in area iberica.
Ed ecco pertanto delinearsi il primo vero afflusso di aria continentale sulla nostra penisola dopo un breve passaggio di aria artico marittima essenzialmente diretto verso i Balcani e con influenza poco più che marginale sulle regioni adriatiche.
articolo mat 1
Questa prima fase assai ventosa ma foriera di pochi fenomeni di rilievo avrà inizio nella giornata di giovedì e sarà favorita da una graduale maggior invadenza da parte dell’anticiclone atlantico alle medie latitudini e sull’Europa occidentale con contributi sulla nostra penisola di aria più secca e gradualmente più fredda a cominciare dalle regioni adriatiche.
Ma il freddo, quello vero, sembra destinato a impossessarsi di tutta la nostra penisola a partire dalla prossima settimana con inizio a partire dalla giornata di martedì in quanto l’alta pressione tenderà gradualmente a ruotare il suo asse verso NE distendendosi maggiormente lungo i paralleli e andando ad alimentare peraltro con aria molto fredda le condizioni di instabilità ancora preesistenti specialmente sulle regioni centro meridionali .
articolo mat 2
Il tirreno in particolare sembra poter diventare il crocevia tra l’aria preesistente  e i nuclei molto freddi in ingresso dalla porta della Bora con probabile ciclogenesi sul Tirreno difficilmente al momento localizzabile con precisione ma certamente polo attrattore di ulteriori masse di aria gelida.
indice ao 3
I primi segnali di un nuovo successivo crollo dell’AO index accompagnati da prospettive di fatto omogenee da parte dei principali modelli di calcolo focalizzano l’attenzione da parte di tutti verso una possibile poderosa discesa di masse d’aria artica verso il vecchio continente che potrebbe essere in grado, grazie a forti spinte meridiane con lieve componente antizonale dovuta allo strappo e alla conseguente discesa di un lobo del vortice polare, di portare un’intensa ondata di gelo e di maltempo approdando verosimilmente la penisola scandinava nella giornata di Venerdì 17 dicembre.
Se è possibile quindi disegnare nelle grandi linee l’impianto circolatorio generale, proprio per le enormi potenzialità delle energie in gioco, diviene quanto mai complesso tentare di individuare il traguardo di questa  discesa gelida e in quale misura possa venire coinvolta l’Italia.
articolo mat 4
Tuttavia in base alle proiezioni delle carte emesse dal centro di calcolo di Reading e rappresentanti gli indici di Vorticità potenziale in seno al Vortice polare, ritengo non peregrino ad oggi pensare ad un coinvolgimento piuttosto deciso della nostra penisola, limando quelle che sono i naturali scostamenti dei modelli.
articolo mat 5
Aggiungerei peraltro che, a scongiurare l’ipotesi maggiormente “temuta” dagli amanti del freddo, di un target troppo occidentale, convergano, a favore, indici di natura sia predittiva che descrittiva.Nel primo caso l’attuale disposizione delle SSTA nel medio Atlantico in prossimità della penisola iberica rafforzate in tal senso dalle forti anomalìe presenti nelle coste occidentali del nord Africa
articolo mat 6
 fanno pensare ad una certa resistenza del blocco in prossimità delle coste ispanico portoghesi e all’approfondirsi invece di un cavo d’onda, come una sorta di “scivolo naturale” tra Francia ed Italia con coinvolgimento, nel nostro caso, più diretto, da parte delle masse artiche, delle regioni settentrionali (segnatamente nord occidentali) ed alto tirreniche.
Inoltre la NAO viene ad oggi  mediamente vista dai vari clusters in territorio non esasperatamente negativo, il che potrebbe scongiurare, l’instaurarsi di un regime zonale basso 
che accrediterebbe maggiormente l'ipotesi del target iberico.
indice nao 7
Si tratta naturalmente ipotesi di natura puramente teleconnettiva, specie quest’ultima, in quanto al momento nessun modello deterministico può avallare con certezza l’evoluzione nel dettaglio di quanto previsto a livello circolatorio generale.
Staff MeteoNetwork Liguria 

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La Liguria nuovamente a bagno

Dopo l'articolo che ha trattato l'immane disastro dell' alluvione del 4 ottobre, è con immenso piacere che lo staff MeteoNetwork Liguria vi presenta l'analisi sinottica, corredata di cronaca, dell' ultimo peggioramento del ponte di ognissanti che ha caratterizzato le giornate della mite Liguria.
Un' analisi attenta degli eventi, sia su come questi si sono svolti, che dei notevoli disagi che hanno portato.
Non resta che augurarvi buona lettura!

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Staff MeteoNetwork Liguria

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L'alluvione che ha colpito al cuore la Liguria

La sezione ligure di MeteoNetwork è lieta di presentarvi una piccola cronaca rigurdante l'alluvione che ha colpito il 4 ottobre di quest'anno, la regione Liguria, precisamente le zone che vanno da Genova Sestri ponente e Varazze, con un evento molto deciso, che per certi versi ha ricordato le due grandi alluvioni del 1970 e del 1992.
Questo articolo vuole cercare di descrivere quanto vissuto dalla popolazione genovese, raccogliendo quanto descritto da tutti gli amici liguri che hanno partecipato attivamente al racconto, di una delle giornate più intense per la nostra regione, oltre ai dati ed immagini che sono stati disponibili.
Un racconto minuzioso e dettagliato, curato in ogni particolare da Matteo Capurro, non resta che augurarvi buona lettura!

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Staff MeteoNetwork Liguria

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Analisi teleconnettiva inizio autunno e possibili evoluzioni future

La sezione ligure di MeteoNetwork è orgogliosa di presentarvi la prima analisi teleconnettiva, redatta da Matteo Sacchetti, in cui si vuole provare ad analizzare quali sono gli aspetti teleconnettivi che hanno caratterizzato questo inizio di stagione, con una piccola parentesi di quanto ci si potrebbe aspettare nei prossimi mesi autunnali, con un' analisi attenta di tutto quello che concerne il mondo teleconnettivo.
Questo è sicuramente solo l'inizio, in quanto vi invitiamo mese per mese a seguire i nostri futuri aggiornamenti, che non vi faremo di certo mancare sulla nostra home page.
Buona lettura

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Staff MeteoNetwork Liguria

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