Amarcord Settembre 2008: un mese a due facce





Il mese di settembre del 2008 viene ricordato come un mese dal doppio volto: la prima metà un proseguo dell’estate, mentre la sua parte finale l’esatto opposto. 

La prima decade del mese iniziò con una vasta depressione atlantica posta sul Regno Unito come da immagine sottostante:


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La vasta depressione atlantica si trovò però incastonata tra due blocchi anticiclonici, uno ad ovest, l’altro ad est ad inglobare tutta l’Europa centro orientale, Italia compresa. In tale prima decade, si ebbero ancora condizioni estive nella nostra penisola, con temperature molto elevate, abbondantemente sopra i +30°C nelle regioni sud orientali, con scarti dalla media di oltre 2°C. 

Ma… la situazione iniziò radicalmente a cambiare da inizio seconda decade con crisi di zonalità nell’Europa Settentrionale:


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Così fu che l’ex ciclone tropicale Hanna partorì il cut off in direzione del Golfo di Carcassona destinato a cambiare le sorti del meteo italiano catapultato in autunno pieno. 

Il giorno seguente, il 14 settembre, si scavò una robusta bassa pressione con perno sul Centro Italia con forte maltempo:


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In Europa si venne a creare la configurazione, che nel gergo meteorologico, prende il nome di Rex Block con blocco bicellulare che si ha quando due figure bariche opposte si contrappongono: difatti a sud si ebbe una figura depressionaria contrapposta a nord da un forte anticiclone russo scandinavo tale da formare il ponte di Wejkof. 


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La penisola italiana venne a trovarsi per molti giorni sotto il tiro di correnti orientali molto instabili tali da creare minimi depressionari nel Mediterraneo centrale e temperature molto sottomedia tali da azzerare lo scarto di oltre 2° accumulato nella prima decade. 

Però tale cambio di configurazione era prevedibile soprattutto se si va ad analizzare la carta delle anomalie dei venti zonali a 500 hpa dal 1 agosto al 1 settembre:


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Situazione che si rispecchia nell’andamento delle precipitazione del mese in questione:


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Le precipitazioni risultarono sopramedia nelle regioni sud orientali europee mentre situazioni siccitose hanno riguardato l’Europa Settentrionale; dal punto di vista termico, specie la seconda parte del mese, si può affermare di aver avuto un’Europa capovolta con la penisola Scandinava con le maggiori anomalie positive, mentre le zone mediterranee con la anomalie più negative. 

Le cause di tale configurazione furono molte, in primis la disposizione delle Ssta atlantiche e la Pdo- che favorirono illo tempore la formazione di robusti anticicloni alle elevate latitudini con tutte le conseguenze del caso.

Le temperature massime, specie nel versante adriatico furono sotto i 20°C, comprese tra i +15 ed i +18°C per via anche dei cieli nuvolosi con temporali sul mare, mentre ad ovest qualche grado in più, ma pur sempre sottomedia. 

Come ogni Rex Block, anche in questo caso la situazione si sbloccò con il finire del mese con una forte incursione nord atlantica. 

Autori: 

Andrea Giulietti

Anticiclone semi-estivo ci incammina verso l’Autunno, sul finire di un Settembre molto caldo

Dopo il rapido, anche se intenso, passaggio di un nucleo di aria fresca Polare-Marittima in discesa dal Regno Unito durante la prima parte della settimana, le condizioni del tempo sul nostro paese han visto rientrare in scena l’Anticiclone Azzoriano, così le temperature hanno nuovamente avuto modo di risalire su valori molto più che gradevoli ovunque, anche se la fase caldissima, che perdurava dallo scorso Ferragosto, ha avuto il suo termine.

In realtà le temperature, come accennato poc’anzi, sono ritornate su valori praticamente estivi un po’ ovunque, e la veloce fase di maltempo ha fatto credere, probabilmente a molti, che si potesse assistere ad  un rapido passaggio dall’Estate più “infuocata” all’Autunno inoltrato. La neve è addirittura scesa intorno ai 1000 metri sulle Alpi Centrali e Orientali con accumuli anche notevoli per il periodo  (circa 30 cm sulle Dolomiti a 1500 metri, con neve che in Austria è riuscita a cadere fino a 500 metri di quota !) ma basti pensare che nell’arco di 4 giorni le temperature, sulle stesse vallate alpine, sono risalite fino agli attuali +17/+22 gradi e di neve neanche l’ombra ! Il respiro mite dell’area di Alta Pressione Azzoriana quindi, ci terrà ancora compagnia per il periodo a seguire e sarà la protagonista assoluta dell’ultima parte del mese di Settembre, così come d’altronde lo è stata per quasi tutto il mese, mese di Settembre molto caldo con anomalie notevoli un po’ ovunque, anche in assenza di ondate di calore eccezionali, Settembre 2011 che potrebbe risultare quindi il più caldo dal 1987 in Italia, ma avremo modo di controllare il dato a mese concluso. Nell’immagine le anomalie termiche, su base ’81-’10, dal 1° al 20 Settembre 2011.

 

 

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Tornando all’analisi per i prossimi giorni, si conferma quindi l’ottima tenuta dell’area di Alta Pressione che prenderà anzi, possesso di buona parte dell’Europa Continentale nei prossimi giorni, ciò avverrà per la discesa di nuclei d’aria Artica in pieno Atlantico a causa delle anomalie oceaniche ora presenti in Oceano, tale situazione quindi farà velocemente risalire aria calda sul fianco sinistro dell’Anticiclone che andrà a gonfiarsi in maniera vigorosa su tutto il comparto Europeo e Mediterraneo. Questa situazione porterà ad un generale rialzo termico su buona parte dell’Europa Centro-Occidentale, con valori massimi giornalieri superiori ai +22/+26 gradi, quindi ben al di sopra delle medie del periodo. Stessa situazione sulla nostra penisola, tuttavia sul bordo orientale dell’Anticiclone filtrerà aria più fresca e instabile.

 

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Ciò potrebbe causare un richiamo di correnti relativamente più fresche sulle regioni Centro-Meridionali a partire dalla prossima settimana e generali condizioni di instabilità, instabilità che comunque è già presente sulle zone interne e sull’Appennino Centro-Meridionale a causa del distacco di nuclei d’aria fresca in quota da Nord. Nei prossimi giorni rovesci e temporali tenderanno ad interessare principalmente le aree insulari della penisola, in particolar modo la Sicilia ma anche la Calabria e le regioni Joniche, altrove il sole la farà da padrona in un contesto di generale stabilità, anche se non del tutto convincente: la fragilità della zona bassa dell’Anticiclone infatti, potrebbe consentire l’ingresso di nuclei instabili via via sempre più poderosi sul Mediterraneo, sia di natura contientale che di natura atlantica, le temperature tuttavia, come detto, rimarranno ancora al di sopra delle medie, anche se i valori notturni tenderanno a calare nelle zone soggette ad inversione. Insomma se l’Estate vera e propria potremmo definirla un ricordo, dell’Autunno canonico, con le classiche pertubazioni Atlantiche ancora non vi è traccia certa.

 

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Autori: 

Giuseppe Figliola

Quando i tempi sono scanditi dal Nord Pacifico

Nel precedente editoriale del 2 settembre accennavamo a morbide ondulazioni calde in direzione delle Isole Britanniche come una tregua dopo una non-estate che ha colpito quelle zone, l’elemento di novità capace di creare la rottura della stagione estiva. In effetti, la seconda ondulazione del 14-15 settembre si è strutturata come una pulsazione ad onda corta capace di trasmettere un po’ di instabilità sul Mediterraneo centrale e di alimentare una lingua calda in rimonta dall’Europa fin verso le latitudini subpolari del continente eurasiatico: centro d’azione ad est della penisola artica della Nova Zemlja.

Ci si attendeva anche una confluenza tra le correnti da est subsidenti al ponte e deboli infiltrazioni umide dalle Baleari. Luca Bargagna nell’articolo pubblicato ieri ha messo bene in evidenza come la terza ondulazione che partirà nella giornata odierna porti a confluire le opposte masse d’aria con la possibilità di fenomeni particolarmente violenti dal prossimo fine settimana, segnatamente su Sicilia e versanti ionici in generale.


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Figura 1 – Situazione europea vista dal modello ECMWF per il 28 settembre

Detto questo, lo schema di circolazione sull’Europa come mostrato in figura non rappresenta un sostanziale elemento di rottura con quella nata a fine estate. L’anticiclone africano è stato inibito sul Mediterraneo dal ramo discendente di queste ondulazioni ma l’Alta delle Azzorre si è sostituita ad esso estendendosi verso l’Europa centro meridionale.

Tuttavia l’azione combinata di una coppia di nuclei artici in discesa meridiana sulla Russia e sulla Siberia che verranno intrappolati dalla preesistente lingua calda ed un nuovo promontorio esplosivo ad onda corta sulle Isole Britanniche sarà a medio termine capace di agganciare la partner continentale e di trasferire un nuovo corposo blocco di aria calda in quota tra Norvegia e nord Atlantico. Ma andiamo per gradi.


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Figura 2 – Pulsazione esplosiva ad onda corta sulle Isole Britanniche con trasferimento di un blocco di aria calda in quota tra Norvegia e nord Atlantico.

Una modifica dello schema generale di circolazione nord-emisferica è in atto sul Pacifico centro-settentrionale (area Namias), associato all’anomalia calda delle acque superficiali e costantemente sospinta verso l’alto dall’oscillazione decadale pacifica (PDO) e dal rinforzo della Nina. La fase negativa della PDO vede un raffreddamento superiore al normale di fronte alla costa occidentale del Nord America ed un anomalo riscaldamento sul Pacifico centro-settentrionale. 

Ci si attendeva lo sviluppo di un promontorio di alta pressione in area Namias con ad est una forte depressione che si stabilizza sul Golfo d'Alaska. L’attesa termina con la temporanea transizione verso la negatività dell’indice circolatorio del Nord Pacifico (PNA-). Il gioco adesso passa in mano alla circolazione generale in quanto condizionata sempre di più dal vortice polare in rinforzo stagionale. Per il gioco delle onde, sarà richiamato un ridge ben strutturato sul Nord America settore centrale con uscita tesa del getto da Labrador e da Terranova che va a scavare una seconda onda a vorticità positiva sul nord-ovest Atlantico. 


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Figura 3 – Climate Prediction Center: 8 to 14 Day 500mb Outlook


E’ il 2-wave pattern, L’elemento di novità rispetto a quanto detto il 2 settembre. Tuttavia l’approfondimento della bassa pressione sul Nord Pacifico, come del resto quella nord-atlantica, è soggetto ad una forte variabilità intra-stagionale. A meno che non sussistano forzanti particolari, il passaggio alla fase negativa del PNA è da ritenere temporaneo ed il vortice polare potrebbe assestarsi con un differente wavenumber.


Quali sono le novità in ambito euro-atlantico ? Il profondo vortice Atlantico si allungherà verso sud ed inizierà a scontrarsi ad est con una figura bloccante di tutto rilievo in area continentale. Questa è una situazione tipica del regime del tempo europeo cosiddetto Atlantic Low /Scandinavian High (ATL/SCH in acronimo). 

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Figura 4 – Il regime del tempo Atlantic Low / Scandinavian High (ATL/SCH) descritto con le anomalie di geopotenziale a 500 hPa.


Le isole Britanniche si trovano nella zona di confine tra la bassa e l’alta pressione ottenendo il massimo delle precipitazioni. Talvolta il lobo atlantico tende ad essere progressivamente livellato dal rinforzo del getto oppure indebolito da una modifica del getto in uscita dal Nord America e l’Alta delle Azzorre domina incontrastata oppure non subisce importanti cambiamenti sul centro-sud Europa. Talvolta invece tale pattern evolve incuneando la depressione madre atlantica sotto alla figura di blocco tra la Russia ed il nord-est Atlantico (Figura 4): per esempio, lo spumeggiante inizio d’inverno un paio d’anni fu introdotto proprio dal regime ATL/SCH con il PNA che rimase negativo per settimane.


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Figura 5 – Il regime del tempo associato ad un cavo d’onda sull’Europa occidentale (EA/WR-).


Talvolta invece è proprio un tempestivo cambio di segno del PNA che strattona la corda del getto d’alta quota e l’ondulazione si trasmette al di qua del continente nordamericano spostando temporaneamente il vortice atlantico verso le coste europee con richiamo umido da sud sull’Europa centrale e sull’Italia. La transizione avviene tipicamente con un lag temporale di un paio o tre di settimane.

Sara questa terza via quella su cui verremo convogliati ?

Autori: 

Andrea Rossi

Possibilità di un Tropical Like Cyclone (TLC) per la settimana prossima?

Ebbene si, se  le ultime proiezioni modellistiche si confermeranno, la settimana prossima ci potrebbero (ripeto POTREBBERO) essere le condizioni adatte per lo sviluppo di un TLC tra il mar Ionio e il Canale di Sicilia. In realtà non ci sono condizioni ben definite per stabilire se ci sarà la formazione di tale fenomeno come può essere per gli uragani, ma sicuramente quelle che elencherò possono aiutare in tal senso. Innanzitutto ci sarà una blanda circolazione depressionaria in quota, come si evince da questa mappa di altezza di geopotenziale a 500 hPa e pressione al livello del mare (fig. 1). Questa tenderà a rendere l'atmosfera in quell'area abbastanza instabile da essere favorevole allo sviluppo di convezione, inoltre la baroclinicità del sistema è ridotta al minimo e tendente subito alla barotropicità (minimo al suolo coincidente con quello in quota)

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Figura 1. Altezza di geopotenziale a 500 hPa e pressione al livello del mare previsti dal modello GFS per il 26/09/2011 alle 12 UTC. Plotting by MeteoNetwork.



Tale convezione sarà anche favorita dall'abbondante quantità di carburante (calore latente e sensibile) fornito da un mare piuttosto caldo per il periodo, con temperature superiore ai 25-26 °C e anomalia calda molto evidente (figg 2-3).


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Figura 2. Temperatura della superficie del mare prevista dall'INGV sul Mediterraneo per il 26/09/2011.


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Figura 3. Anomalie di temperatura della superficie del mare prevista dall'INGV sul Mediterraneo per il 26/09/2011.


La temperatura alla pressione di 850 hPa sarà anch'essa molto calda, con valori oscillanti tra i 14 e 18 °C (fig. 4). Questo permetterebbe la formazione del cosiddetto “cuore caldo” nella bassa pressione presente nei bassi strati della troposfera. 

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Figura 4. Temperatura alla pressione di 850 hPa prevista dal modello GFS per il 26/09/2011 alle 12 UTC. Plotting by MeteoNetwork.


Infine il vento, che dovrebbe essere debole un po' a tutte le quote, con sostanziale assenza di wind shear direzionale che sappiamo essere una condizione che tende a distruggere un ciclone tropicale (fig. 5)


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Figura 5. Vento alla pressione di 300 hPa previsto dal modello GFS per il 26/09/2011 alle 12 UTC. Plotting by MeteoNetwork.


Chiaramente se dovesse formarsi, l'intensità e la traiettoria del sistema saranno ancora più difficili da prevedere, con la possibilità che resti magari confinato in mare aperto come successo in altre occasioni. Vorrei inoltre ricordarvi che queste mappe sono indicative per il periodo (cioè non ho scritto che si formerà esattamente il 26 settembre)

Insomma alcuni ingredienti che possono portare allo sviluppo di un TLC potrebbero esserci tutti (resta sempre una previsione a 6 giorni da verificare) ma occhio ai facili entusiasmi, per cui monitoriamo la situazione e capiremo se potremo assistere a qualche evento raro per la nostra area geografica.

Autori: 

Cristian Rendina

Verso il break pre-natalizio

Sempre orientati verso un’analisi che prescinda dall’essere puramente astratta e che sia invece di senso pratico per un episodio invernale sull’Italia, è forse arrivato il momento buono per inquadrare un break natalizio (ovvero nella terza decade) di breve durata ma con buona probabilità proficuo per chi voglia passare qualche giornata in montagna con la neve.
In questa ottica, non avrebbe avuto molto senso prospettare una tale eventualità in un long-range che segue una propagazione verso il basso di forte raffreddamento stratosferico. Infatti abbiamo trascorso i canonici 20 giorni di nulla assoluto, con l’indice AO che se ne è andato per il quarto periodo dal 1950 sopra i +5. Se non fosse stato per un abbassamento del flusso zonale che ha portato timide precipitazioni sui versanti occidentali dopo un autunno tra i più secchi di sempre, sarebbe continuato ad emergere lo stesso pattern dominante.
Abbiamo appena assistito ad un primo debole segno di vita della wave 3, ovvero una risposta troposferica a carico degli eddy euroasiatici. Che porta a quotare un allentamento dei nefasti effetti sul vortice polare del raffreddamento stratosferico di fine novembre.
Ma una configurazione emisferica deve incastrare diversi tasselli per andare a buon fine. Non basta certo un’attesa di mancata previsione NCEP/GFS sul rientro della convezione intertropicale in seguito ad una abnorme convergenza sul Pacifico occidentale.
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Anomalia di velocità potenziale
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Proiezione statistica MJO. Migliore verification sulla linea rossa, a seguire la linea verde..
E’ una condizione necessaria per produrre una rottura d’onda in uscita dagli States ma non è sufficiente affinchè sia proprio il Mediterraneo centrale a beneficiare della ritrovata wave atlantica. L’entrata della MJO in fase 6 è invece sufficiente ad imprimere maggiore potenza nell’alta aleutinica con un incremento del flusso degli eddy sul tratto canadese. 
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Anomalia delle altezze nel campo del geopotenziale a 200 hPa
Il tutto si tradurrà con un warming nella bassa stratosfera dello stesso tratto canadese. Da non confondersi con il Canadian Warming che implicherebbe pure l’inversione dei venti zonali su quel tratto.
La sinergia delle wave 1 e 3 fa rallentare la trottola della semipermanente ma, stante la condizione iniziale del getto, questo ancora non basta certamente a sciogliere la prognosi. 
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Anomalia delle altezze nel campo del geopotenziale a 100 hPa previste all’inizio terza decade
Tra qualche giorno un evento molto limitato su scala spaziale trova le condizioni (le condizioni premesse) per stravolgere totalmente il quadro circolatorio del quadrante emisferico di nostro riferimento. Brevemente, una depressione tropicale in risalita di fronte alla costa est del nord America, approfonditasi sulla linea del fronte polare al contatto dell’aria fredda in discesa dal mar del Labrador diventa una struttura depressionaria con forza pari alla Cat 1 (e forse qualcosa di più). Questa struttura ha la capacità di andare in poche ore a catturare tutta la vorticità potenziale associabile alla semipermanente islandese producendo un cambiamento profondissimo quanto brevissimo (perché mancano le condizioni di base) sullo schema di circolazione atlantica. La depressione con forza di uragano va a colpire l’Europa centro-settentrionale con un rinforzo del ridge atlantico (ATH) dietro ad essa. Quello che rimane dopo è la meridianizzazione della struttura con affondo nord-atlantico sul Mediterraneo centrale.
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Vorticità a carico della semipermanente risucchiate sul Mar del Nord
Autori: 

Andrea Rossi

Reversal pattern in ottobre?

Da due mesi a questa parte, stiamo assistendo ad un rinforzo della semipermanente islandese con blande ondulazioni limitate al solo Atlantico centrorientale, con il risultato che il Mediterraneo centrale ha subito il progressivo rafforzamento del campo anticiclonico.
La particolare disposizione delle SSTA atlantiche ha giocato un ruolo chiave, a mio avviso, nel favorire il permanere di condizioni miti e stabili anche nel mese di Settembre, interrotte solo da fugaci eventi perturbati.
Nella figura sottostante, che rappresenta l’anomalia delle temperature superficiali marine, ho evidenziato un’area molto estesa con SSTA negative. Il particolare dipolo, SSTA- nel Nord Atlantico e SSTA+ nella fascia centrale dell’Atlantico settentrionale, è probabilmente favorito dal permanere di condizioni Nina nel Pacifico e ha importanti implicazioni nel medio e nel lungo periodo.

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Costruendo un indice che contempli le SST nell’area evidenziata sopra (45N-60N e 40W-10W) si possono analizzare più in dettaglio le correlazioni con le altezze geopotenziali nei mesi autunnali sul comparto europeo.
Partiamo dal lag 0, ossia tra le SST in tale area nel mese di settembre e le correlate altezze geopotenziali nello stesso mese. Le altezze geopotenziali correlate, rispecchiano in maniera fedele le anomalie osservate nei primi 15 giorni del mese. Anomalie che con ogni probabilità sono destinate a persistere anche nella seconda metà del mese.
N.B: essendo le SSTA in tale area negative, a correlazioni positive corrisponderà una maggiore probabilità di avere altezze geopotenziali negative rispetto alla media, e viceversa.

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Ed eccoci al mese di ottobre, con correlazione a lag 1 (ovvero con le SSTA del mese di settembre). In questo caso – ecco spiegato il titolo dell’articolo – si osservano invece correlazioni quasi opposte rispetto a settembre. Quindi SSTA nagative nell’area sopra descritta, sembrerebbero favorevoli ad un “reversal pattern” (ovvero una configurazione barica opposta rispetto a quella settembrina) accompagnato quindi da una instabilità persistente nel Mediterraneo centrale.

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Ovviamente si tratta di supposizioni esposte valutando come unico predictor, l’attuale dipolo Atlantico, che necessiteranno di essere vagliate più approfonditamente nelle prossime settimane in sede di analisi modellistica.
Volendoci spingere ancora più in là, novembre e dicembre vedrebbero il ritorno di condizioni più stabili, rispetto alla media.

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Bisogna però tenere conto che all’aumentare del lag, le correlazioni diminuiscono drasticamente. Pertanto sarà meglio riaggiornarsi e nel frattempo continuare a seguire gli sviluppi sul fronte della NAO prevista nei prossimi mesi:



 
Autori: 

Marco Magnani

Sardegna: Febbraio 2012 – Cronaca







CRONACA METEO



Il mese di febbraio si apre con un grande freddo e le prime importanti nevicate nell’isola a causa di una saccatura artica, con isoterme fino a – 35°C a 500hPa e quota neve già a 700 m. Però poi intorno al 9 febbraio con la spinta delle Azzorre e la creazione di un ponte di Woejkoff, si è aperta la strada alle freddi correnti russo–siberiane. In questi giorni si sono ci sono stati grandi accumuli di neve sulla punta del Serpeddi e a Burcei, dove si sono avuti problemi allo scorrimento per via del fondo stradale ghiacciato. Temperature record in Sardegna con -17°C registrati nell'Agro di Gavoi e i -16°C registrati nell'Agro di Fonni. 15 cm di neve tra il 4 e 6 febbraio a Ittiri,Sassari e Osilo con nevicate abbondanti in Barbagia con 40-50 cm di neve.


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Nella seconda decade si registrano temperature molto basse nel Sassarese (-5°C e -8°C) e nevicate fin sulle coste come a Porto Cervo e Castelsardo, il tutto accompagnato da venti di maestrale molto freddi e forti. Questa situazione però è destinata a mutare intorno alla metà della seconda decade per l’arrivo dell’alta delle Azzorre, facendo alzare le massime oltre i 10°C in alcune zone meridionali della Sardegna, con solo un po’ di instabilità passeggera il 15 febbraio sempre nelle medesime zone.


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Un serio indebolimento di questo anticiclone possente si ha intorno al 22 febbraio, quando una saccatura artica che tentava di penetrare sull’Italia è stata “tagliata” da una forte spallata dell’anticiclone da ovest, creando cosi un cut off con un isolamento barico tra Corsica e Mar Ligure. Si è verificata un po’ di instabilità sulla Sardegna orientale e deboli precipitazioni altrove. Questo cut off negli ultimi giorni del mese si è allontanato verso la Libia, lasciando a pieno regime l’egemonia dell’Alta delle Azzorre.


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Sadali (NU)


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Oristano:

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San Sperate (CA)


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Precipitazioni Sardegna Febbraio 2012


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(FOTO 8) – foto di Giaime Salustro,
punta del Serpeddi innevata


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(FOTO 9) – foto di Dario Secci, Sadali


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(FOTO 10) – foto di Dario Secci, vicino
al Serpeddi

Autori: 

Analisi Clima Cronaca meteo a cura di Giaime Salustro

Preoccupazione per un blocco che non ha nessuna intenzione di mollare

Lo schema di Cassou per una MJO che nella stagione invernale si trova a transitare in fase 3 propone l’instaurarsi di un break d’onda anticiclonico in uscita del continente nordamericano. Questo significa una ripresa della zonalità medio-alta in Oceano in seguito all’allungamento sui paralleli dell’Anticiclone delle Azzorre che guadagna centinaia di chilometri verso il cuore dell’Europa. Il pattern descrittivo di riferimento è la NAO positiva che interviene circa una settimana dopo l’entrata nella suddetta fase.
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Figura 1. Relazione tra fasi 15 della Madden-Julian Oscillation e pattern descrittivo NAO+
Il transito in fase 3 è iniziato il giorno 27 febbraio e terminato il giorno 4 marzo in perfetta media di giorni/fase e con intensità crescente in posizione di massima forzante troposferica. La settimana citata è assimilabile (come periodo) alla stagione invernale. In generale lo schema di Cassou si ritiene valido per analisi di long-range nel periodo metà novembre  metà di marzo. 
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Figura 2. Fase/intensità della MJO nell’ultimo mese: rosso per febbraio; blu per marzo (completa di previsione Ensamble GFS).
A distanza di dieci giorni ci troviamo di fronte ad una pulsazione subtropicale (nord-ovest) africana che spinge di nuovo sul Portogallo e la Spagna e tende a distaccare una cella di alta pressione sull’Europa centro-occidentale. Essa funge da polo attrattore del break d’onda anticiclonico proveniente dall’Atlantico. Così ci avviciniamo sempre più ad una copertura nel senso dei paralleli (zonale) dal medio Atlantico all’est Europa.
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Figura 3. Long-range by ECMWF 00Z del 7.3.2012 (design grafico by Meteonetwork).
Finora l’anticiclone subtropicale oceanico era stato relegato tra le Azzorre e l’Europa occidentale con saccatura stazionaria sul lato est della struttura ad . Abbiamo assistito ad un inverno con frequenti e ripetuti fronti di aria polare marittima e talvolta artica marittima sui Balcani che hanno coinvolto il sud d’Italia; non sono mancati nemmeno due azioni continentali, di cui l’ultima in fieri, ma con centro d’azione più spostato ad est, tra i Balcani e la Bielorussia.
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Figura 4. Anomalia GPT a 500 hPa dell’inverno appena trascorso
Adesso la disposizione delle SSTA atlantiche depone invece per un getto da sud-ovest in uscita dal continente nord-americano e rientro da nord-est in uscita dal Mediterraneo e continente europeo.
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Figura 5. Forcing operato dalle SSTA sul medio Atlantico
Il cambiamento in area ENSO con lo sviluppo di un più che probabile Nino a partire dalla stagione estiva è ben al di là da portare un evoluzione favorevole alla risoluzione della struttura subtropicale in Europa. Infatti il comportamento atmosferico è in pieno stato Nina-like, http://www.cdc.noaa.gov/map/images/gcm/gwo_40d.gif  (cioè con propensione a forte azzorriana). Se poi guardiamo per analogia all’ultima fase di rientro da Nina moderata-forte, abbiamo una conferma di quanto detto: all’interno di un periodo con piovosità al centro-nord discretamente sopra la media (marzo 2008 dicembre 2010), quella fase – che coincideva con la primavera 2009 – fu molto secca. Non solo, ma finì anche con una heatwave record per il mese di maggio.
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Figura 6. Rianalisi GPT 500 hPa dell’ultima fase di passaggio da una Nina moderate-strong biannuale a Nada
Sic stanti bus rebus, una struttura anticiclonica che sposta il suo ramo principale in Europa con massimi al suolo vicini ai 1040 hPa sul nord della Francia desta preoccupazione. A partire dall’instaurarsi della circolazione secondaria a febbraio 2011, il Nord, la Sardegna, la Toscana, l’Umbria e ampi settori del Lazio sono stati colpiti da siccità che si è prolungata fino ad oggi. Un secco record che ha visto mediamente su tali zone la metà della pioggia media nel 2011 e se possibile tale dato è peggiorato nell’inverno appena passato dove il deficit si è attestato al 62%. 
La perseveranza della struttura di blocco delle perturbazioni atlantiche ed il rientro da settentrione delle correnti umide ha collocato il nord e le regioni tirreniche settentrionali sotto la protezione dei contrafforti alpini e della catena appenninica in una configurazione tra le migliori per avere regimi siccitosi, cieli tersi e presenza di aria molto secca al suolo. Una configurazione bloccata per altre settimane e che ho descritto con il pattern NAO positivo, è destinata a peggiorare ulteriormente le cose.
Autori: 

Andrea Rossi

Genova Low – Genesi ed evoluzione

Osservando la configurazione sinottica su larga scala, nel comparto euro-atlantico è visibile un’ondulazione primaria, piuttosto pronunciata, delle correnti in libera atmosfera, caratterizzata da un promontorio, con asse inclinato verso nord-est, tra medio Atlantico – Isole Britanniche – Scandinavia, e da una saccatura con asse inclinato verso sud-ovest, tra Russia – Balcani – Mediterraneo centro-orientale. In seno a questa ondulazione primaria si inseriscono differenti onde a scala minore tra le quali un’onda secondaria sul territorio europeo caratterizzata da un’asse di saccatura meridiano in direzione della Francia meridionale e delle Alpi occidentali, in successione – verso il Mediterraneo centrale. All’interno di questo cavo d’onda è ben visibile la discesa di aria polare di matrice marittima che, dalla regione sub-polare collocata tra Groenlandia ed Islanda, si muove in direzione del Mediterraneo centrale, ove entra attraverso la valle del Rodano (la cosiddetta porta del Mistral).
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Figura 1 – E’ possibile osservare l’ondulazione del flusso zonale nella successione promontorio – saccatura sul continente Europeo, in uscita dal Nord America. L’asse del cavo d’onda ha inclinazione nord-est / sud-ovest mentre il promontorio ha inclinazione sud-ovest / nord-est. Sul Mediterraneo centrale le correnti in libera atmosfera sono tendenzialmente meridiane e trasportano una massa d’aria fredda di matrice polare marittima. Fonte dati: NCEP/NOAA.
La caratteristica principale del cavo d’onda secondario, oltre all’asse marcatamente settentrionale, è costituita dalla stretta saccatura, visibile in quota, che si propaga rapidamente verso sud, in seno al flusso a curvatura ciclonica dell’ondulazione primaria, trasportando vorticità dal nucleo principale collocato in prossimità delle Isole Britanniche. Tale avvezione di vorticità a contatto con l’arco Alpino occidentale mostra chiara tendenza a disporre le isoipse in libera atmosfera secondo una configurazione cosiddetta diffluente, cioè ripiegandole verso settentrione a nord delle Alpi e facendole fluire meridiane verso il Mediterraneo centrale attraverso la Francia meridionale. Tale deviazione ad opera dell’orografia alpina genera, da un lato, un addensamento della massa d’aria fredda sul versante svizzero-francese delle Alpi, dall’altro lato, un impetuoso flusso attraverso la valle del Rodano. E’ proprio in questo frangente che si genera al suolo una ciclogenesi sottovento alle Alpi occidentali, conosciuta come Genova Low, per trasporto di circolazione ciclonica da nord/nord-ovest.
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Figura 2 – Effetto diffluente dell’orografia alpina sulle correnti vorticose (avvezione di vorticità) in libera atmosfera in discesa verso il Mediterraneo centrale in seno ad una saccatura stretta con asse meridiano. L’aria fredda addensata sul versante svizzero-francese dell’arco alpino tende ad unirsi al flusso principale in ingresso dalla valle del Rodano, trasportante circolazione ciclonica sul Mediterraneo centrale, causa della genesi del minimo di pressione al suolo sottovento le Alpi occidentali. Fonte dati: NCEP/NOAA.
L’aria umida e relativamente fredda penetrata nel Mediterraneo dalla Francia meridionale si dirama a ventaglio verso i bacini occidentali italiani dividendosi, generalmente, in tre ramificazioni principali. La parte settentrionale del flusso viene richiamata dalla ciclogenesi sul Mar Ligure, la parte centrale imbocca il canale di Bonifacio mentre la parte meridionale investe la Sardegna spingendosi verso il Tirreno meridionale.
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Figura 3 – Intenso flusso in ingresso sul Mediterraneo centrale dalla valle del Rodano. E’ possibile osservare la diramazione del flusso in tre distinte ramificazioni. La prima ramificazione si distacca a nord-est del flusso e tende a convergere verso la ciclogenesi ligure, la seconda ramificazione tende ad incanalarsi tra Corsica e Sardegna, mentre la terza ramificazione mantiene la direzione del cuore del flusso e si dirige verso la Sardegna ed in successione verso il Tirreno meridionale. Fonte dati: NCEP/NOAA.
Nel frattempo il processo ciclogenetico sul Golfo Ligure si sviluppa verso sud/sud-est, sia per l’effetto sbarramento prodotto dall’Appennino ligure e dalle Alpi Apuane che si ergono molto vicine alla costa tirrenica, sia a causa della stretta curvatura ciclonica in quota che ne promuove il moto in direzione sud piuttosto che una traslazione verso est.  Con lo spostamento verso sud/sud-est del nucleo ciclonico sopraggiunge sulla Liguria un flusso da nord/nord-est, richiamato dalla Pianura Padana ove spira una corrente mediamente orientale per effetto della formazione di un forte gradiente barico al suolo sul settore settentrionale delle Alpi Dinariche.
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Figura 4 – La ramificazione settentrionale del flusso proveniente dalla porta del Mistral viene a cessare ed una corrente proveniente dalla Valpadana, incanalata attraverso i passi appenninici liguri, per effetto del rafforzamento di un gradiente barico positivo sul versante settentrionale delle Alpi Dinariche, sfocia sul Mar Ligure. La ramificazione centrale si intensifica attraverso il canale di Bonifacio in direzione delle coste Tirreniche . Fonte dati: NCEP/NOAA.
Generalmente, se non sopraggiunge una nuova onda di perturbazione dall’Atlantico, la situazione si risolve o con il colmamento della depressione sul Tirreno oppure con un suo graduale spostamento dall’area tirrenica verso lo Ionio od il basso Adriatico. Nello sviluppo di queste situazioni l’orografia appenninica fa’ barriera salvo casi piuttosto rari in cui si formi una debole depressione indotta sull’Adriatico settentrionale, in grado talvolta di assorbire la depressione ligure. 
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Figura 5 – L’aumento del geopotenziale in quota a nord dell’Arco Alpino interrompe l’alimentazione del processo ciclogenetico che tende ad assumere configurazione barotropica pertanto la fase di colmamento in area tirrenica ha inizio. La chiusura definitiva della saccatura in quota impedisce, altresì, l’innesco di depressione sul versante adriatico e la conseguente traslazione verso est del ciclone extratropicale. Un’eventuale traslazione in fase di colmamento può avvenire lungo la longitudine appenninica in direzione dello Ionio / basso Adriatico . Fonte dati: NCEP/NOAA.
Autori: 

Lorenzo Smeraldi

Terza perturbazione nevosa sull'Italia

L'inverno sembra non volersi prendere una pausa in questo mese di Febbraio 2012. Da stanotte un nuovo impulso di aria fredda di origine continentale, ma proveniente da latitudini più settentrionali, scatenerà nuove nevicate su gran parte del nostro paese per tutto il fine settimana. Un minimo depressionario in quota è ormai a ridosso delle Alpi, e dato il suo nucleo piuttosto freddo (-40°C), genera instabilità al momento su tutta l'Austria. Sul settore adriatico della penisola sono ancora presenti residue precipitazioni , nevose fino a quote collinari, derivanti dalla depressione Julia (fig. 1). L'alta pressione è ancora perfettamente formata sull' Europa centrale e si estende fino ai confini della Siberia occidentale. Un minimo al suolo si formerà nelle prossime ore sul golfo di Genova.  

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Figura 1. Analisi satellitare sull'Europa rielaborata delle ore 17.00 UTC del 09-02-2012. Fonte www.sat24.com. 

Durante la nottata il ciclone si intensificherà attorno alla Corsica, approfondendosi ma spostandosi rapidamente verso il centro Italia. In questa fase le precipitazioni saranno relegate all'estremo sud, mentre al nord-est l'aria fredda (fino a -15°C a 850 hPa) irromperà bruscamente con fortissimi venti di bora. Ciò potrebbe scatenare precipitazioni nevose convettive, dato il nucleo molto freddo presente in quota, con formazione di veri e propri “blizzard” (fig 2-3). Al primo mattino le precipitazioni aumenteranno di estensione, coinvolgendo un po' tutto il settore centro-settentrionale (Toscana, Lazio. Emilia-Romagna, Umbria e Marche) con nevicate sino al piano. AL sud la quota neve sarà in temporaneo rialzo per effetto del fronte caldo appena formatosi. La neve farà con alta probabilità ritorno nella capitale.

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Figura 2. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 10/02/2012 sull'Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 3. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork.

Domani in giornata il ciclone si sposterà vero il Tirreno centrale. Le precipitazioni saranno abbondanti sul centro e  sud, con le nevicate fino al piano relegate sul settore centro-settentrionale insieme a debole Stau sul Piemonte (figg. 4-5). Da est arriveranno ancora forti venti di bora a sferzare il nord e l'alto adriatico, con temperature nuovamente sotto media. La situazione rimarrà pressoché  invariata anche nella prima serata, con il minimo che si sposterà verso la Campania e il basso Lazio. Alcune aree del sud potrebbero avere problemi di smaltimento delle acque piovane, visto che il terreno è ancora zuppo delle abbondanti precipitazioni avute da inizio mese.

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Figura 4. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 5. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Domani in nottata il minimo si porterà sul Molise e nord Puglia, rilasciando ancora precipitazioni su tutto il centro basso Adriatico (sia costiero che marino). Precipitazioni nevose dall'Abruzzo verso nord, con coinvolgimento di tutta l' Emilia Romagna, basso Veneto e bassa Lombardia. Ancora correnti tese nord orientali molto fredde saranno presenti in tutto il centro -nord, con temperature molto rigide, e possibilità di minime molto basse laddove le condizioni lo consentiranno (figg. 6-7). Linee di instabilità si formeranno nel Tirreno, coinvolgendo Sardegna e Sicilia. Nella mattinata di sabato 11 il minimo si sposterà verso nord, a ridosso delle Marche. Il fronte occluso insisterà al nord su un po' tutta la Pianura Padana. Nel frattempo l'aria fredda sarà scesa di latitudine per cui precipitazioni nevose a bassa quota saranno possibili anche su Sardegna e Campania, mentre Sicilia e Calabria dovranno aspettare ancora un po'.

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Figura 6. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 7. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Durante la giornata di sabato, la depressione comincerà a colmarsi e a perdere di intensità ma permarranno forti correnti fredde orientali al nord, con precipitazioni nevose su tutta la costa adriatica centro-settentrionale.  (figg. 8-9).  La quota neve sarà in ulteriore calo, con neve che farà la sua comparsa anche a quote basse sulla Sicilia settentrionale e in Calabria. Nevicate insisteranno ancora su tutto il settore centrale e Campania. Dalla serata le precipitazioni dovrebbero calare di intensità un po' ovunque, ma colpiranno all'incirca le stesse aree.  La situazione potrebbe diventare critica su Marche e Romagna, dove non si escludono localmente accumuli superiori al metro. Nei giorni successivi resisterà ancora una blanda circolazione ciclonica con residue nevicate, ma sembra che un miglioramento netto delle condizioni meteo sia ancora lontano dal vedersi.

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Figura 8. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 9. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Autori: 

Cristian Rendina

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