Verifica Outlook Inverno 2011-2012

Verifica Outlook Inverno 2011-2012


Riportiamo dapprima il testo integrale dei singoli mesi e le mappe di proiezione


Outlook Inverno 2011-2012

Pubblicato il 01/12/2011


Dicembre
Il mese di Dicembre potrebbe seguire le orme finali del mese di Novembre. La prima parte del mese vede il getto abbassarsi di latitudine in corrispondenza dei meridiani centro-occidentali europei. Nella seconda parte l’alta oceanica si erge conquistando le medie latitudini in un regime del tempo che inizia ad oscillare verso l’ATH. Nel complesso il mese dovrebbe risultare in media termica, con precipitazioni più abbondanti sul Mediterraneo orientale. 

Gennaio

Il mese di Gennaio potrebbe segnare lo snodo verso un tipo di circolazione diversa, probabilmente non prima della prima decade o della metà. Sussiste la possibilità di una svolta innescata da un SSW. Il mese dovrebbe finire con un pattern maggiormente meridiano, con HP maggiormente slanciato in pieno nord Atlantico e conseguente caduta barica sull'Europa centrale e meridionale. Con queste condizioni, si prevede una graduale diminuzione termica man mano che il mese evolve, con scarti finali maggiormente negativi e precipitazioni che ne risentirebbero di conseguenza.

Febbraio

Febbraio è il mese più difficile da prevedere. Riteniamo siano possibili due scenari, a seconda che la stratosfera forzi la circolazione troposferica (mediante SSW) o meno. Nel primo caso è possibile che il mese sia connotato da un coriaceo blocco anticiclonico scandinavo (con probabile radice continentale) con le conseguenze termiche e pluviometriche del caso (entrambe negative). Nel secondo caso, una possibile influenza da parte della Nina potrebbe portare ad una situazione tipicamente da ATH con le anomalie positive in pieno oceano, ma protese verso le isole britanniche. Scarti termici abbastanza negativi, soprattutto sulle adriatiche e precipitazioni un po' più abbondanti sul centro-sud in questo secondo caso. Ad oggi le chance sono per un 50%-50%.


ANOMALIA ALTEZZA GEOPOTENZIALE A  500HPA –  INVERNO 2011/12 


Figura 1


ANOMALIA ALTEZZA GEOPOTENZIALE A  500HPA – PRIMA METÀ INVERNO (indicativamente 1/12 – 15/1)


Figura 3


ANOMALIA ALTEZZA GEOPOTENZIALE A  500HPA –  SECONDA METÀ INVERNO (indicativamente 16/1 – 29/2)

VARIANTE A


Figura 5


NOMALIA ALTEZZA GEOPOTENZIALE A  500HPA –  SECONDA METÀ INVERNO (indicativamente 16/1 – 29/2)

VARIANTE B


Figura 7





Passiamo adesso a vedere qual’è stata l’anomalia a 500 hPa osservata sull’area euro-atlantica considerata nell’outlook. 


ANOMALIA ALTEZZA GEOPOTENZIALE A  500HPA –  INVERNO 2011/12 (prevista e realizzata)

Rianalisi by NCEP/NCAR



Figura 1


Figura 2




Rispetto a quanto indicato il 1 dicembre 2011 osserviamo che l’anomalia positiva di forma circolare associata all’alta pressione oceanica più forte della norma è esattamente centrata sulla proiezione che abbiamo fornito.

L’area di anomalia negativa contorna la zona positiva circolare piazzando due minimi, uno sulla Groenlandia ed uno sulle Repubbliche Baltiche ma estendendosi fino al sud-est Europa e al Mediterraneo centro-orientale. Questo non è dissimile a quanto visto il 1 dicembre 2011 in cui l’anomalia più forte era stata messa sul nord-est Atlantico tra Islanda e Scandinavia e un anomalia negativa più moderata era stata messa sul Mediterraneo centro-orientale.

La mappa di anomalia generale ha quindi prodotto una buona performance.


Passiamo adesso a valutare le mappe riassuntive dei due periodi in cui è stato scomposta la proiezione: prima metà e seconda metà.



ANOMALIA ALTEZZA GEOPOTENZIALE A  500HPA – PRIMA METÀ INVERNO (prevista e realizzata)



Figura 3




Figura 4



Per quanto riguarda la proiezione della prima parte essa ricalca fedelmente alla lettera quanto poi è avvenuto: la proiezione ha ottenuto la massima performance.


L’anomalia della seconda parte invernale era stata suddivisa in due possibili scenari, a seconda che la stratosfera forzi la circolazione troposferica (mediante SSW) o meno. Con il valore del NAM a 10 hPa di -2.99 a fine gennaio, siamo veramente border-line per poter affidarci ad una valutazione obiettiva. Ricordiamo che si parla di evento stratosferico estremo di tipo warm se il NAM è minore o uguale a -3. Ma intendendo un SuddenStratosphericWarming alla lettera, come un improvviso riscaldamento stratosferico che si propaga verso il basso sopra l’Artico senza la pretesa di essere un evento estremo, possiamo affidarci al primo scenario della proiezione: Variante A.

In tal caso la seconda parte e più esattamente febbraio, era visto connotato da un coriaceo blocco anticiclonico scandinavo con probabile radice continentale con le conseguenze termiche e pluviometriche del caso (entrambe negative).

Anche in questo caso la proiezione si è rivelata corretta come si evince dalla figura. L’evento particolarmente estremo di quei 15 giorni dal 30 gennaio al 13 febbraio sinceramente non poteva in nessun caso essere previsto a gran distanza. Quindi la minore importanza dell’anomalia negativa sul Mediterraneo e il debole blocco atlantico previsto nell’outlook risultano accettabili nel complesso di informazione data dal nostro sito just-in-time con l’inizio della stagione.


ANOMALIA ALTEZZA GEOPOTENZIALE A  500HPA –  SECONDA METÀ INVERNO (indicativamente 16/1 – 29/2) (prevista e realizzata)




Figura 5


Figura 6




A cura di: Alessandro Vannuccini, Andrea Giulietti, Andrea Rossi, Luca Bargagna e Stefano Agustoni



Autori: 

Comitato Tecnico Scientifico di Meteonetwork

Autunno tenace, ma si intravedono i primi scenari invernali

Possiamo dire che poco è cambiato negli ultimi due mesi: in sintesi, sul Mediterraneo centrale (e quindi sulla nostra penisola) abbiamo avuto modo di sperimentare l’alternanza di fasi stabili molto lunghe a fasi di maltempo intenso e virulento, il tutto in un contesto di temperature spesso sopra le medie e con assenza di vero freddo sulla nostra penisola.

E’ anche vero che l’Inverno è appena iniziato, e che durante la stagione autunnale è più consono assistere a scenari di tempo perturbato piuttosto che freddo, ma è altrettanto vero che anticipi di freddo invernale si sono verificati molto spesso anche negli ultimi anni. Tuttavia, quest’anno non c’è ancora stata la benché minima possibilità di assistere a eventi invernali  prematuri, a causa di un Vortice Polare in forma smagliante che ha concesso fino ad ora ben poco spazio a “slanci” anticiclonici verso le aree sub-polari, in grado di far scivolare il freddo a latitudini più meridionali.

Una delle dimostrazioni la ritroviamo nel nostro comparto alpino, piuttosto “spoglio” per la stagione, con neve sparata dai cannoni anche a quote relativamente elevate. Tale carenza di neve, molto pronunciata, è imputabile proprio alla mancanza di vere azioni fredde perturbate, che hanno invece lasciato spazio ad un clima dai connotati vagamente autunnali, con clima quasi primaverile di giorno e nebbie lungo i fondovalli e nelle pianure di notte. Non è un caso che l’Autunno 2011 sia risultato uno dei più caldi dal dopoguerra sull’Italia, anche a causa di un Settembre quasi da record come temperature medie registrate.

Anomalie termiche in Europa – Periodo Settembre-Novembre 2011 (elaborazione da sito www.esrl.noaa.gov)
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Nella giornata di ieri abbiamo assistito al veloce passaggio di una linea instabile, foriera anche stavolta di temporali intensi (forte nubifragio ieri mattina infatti su Roma), che ha percorso velocemente la penisola, seguita da aria più fresca di origine Nord atlantica che ha fatto calare le temperature di qualche grado nella giornata odierna. Si tratta di una circolazione sempre di stampo autunnale, con le temperature che rimarranno ugualmente al di sopra delle medie di riferimento praticamente ovunque. Un ennesimo e repentino “strappo” da Nord-Ovest si avrà nelle giornate di domani e dopodomani (Giovedì 15 e Venerdì 16), con un veloce rinfrescata (che si farà sentire soprattutto in quota) che scivolerà rapidamente lungo le coste adriatiche, apportando precipitazioni dapprima sul Nord-Est (anche se non particolarmente intense), ove qualche debole nevicata farà imbiancherà Alpi e Prealpi a quote superiori ai 1.000 metri, e successivamente al Centro-Sud.

Ribadiamo però che si tratterà di un passaggio quasi “indolore”, anche se qualche fiocco di neve potrebbe però fare la sua comparsa anche sulle cime più elevate dell’Appennino; anche il quadro termico rimarrà al di sopra della medie dicembrine, come sta capitando quasi ininterrottamente da molte settimane.

Tuttavia, un primo vero episodio di stampo invernale potrebbe essere dietro l’angolo. Dai modelli traspare infatti la possibilità di una prima seria ondata di freddo invernale, che dovrebbe presentarsi a cavallo fra la seconda e terza decade del mese, qualche giorno prima delle festività natalizie, grazie all’Anticiclone delle Azzorre che finalmente sembrerebbe avere l'intenzione di puntare il “suo naso” più a Nord, grazie alla ripresa di ondulazioni più pronunciate nell’Emisfero settentrionale.

Tali ondulazioni si faranno sentire prima sul comparto Nord Pacifico e successivamente su quello Atlantico. In questo modo, in seguito al temporaneo allentamento della corda zonale, l’Alta Pressione potrebbe favorire l'ingresso nel Mediterraneo di nuclei progressivamente più freddi, prima di natura Nord atlantica, quindi polare marittima, e successivamente di natura artica.  Se lo scenario verrà confermato, potremo avere un episodio di freddo piuttosto intenso su tutte le nostre regioni, con nevicate a quote basse sull’Appennino e forti venti nord-orientali, come sovente capita in queste circostanze.

Mappe previsionali per i giorni a cavallo tra la seconda e terza decade di Dicembre (www.meteonetwork.it/models)
 
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L’unico intoppo che potrebbe presentarsi sarebbe una veloce ripresa del flusso zonale, che ostacolerebbe l’effettiva discesa dei nuclei d’aria più fredda sul Mediterraneo; in questa eventualità assisteremmo solo ad un rientro delle temperature su valori attorno alle medie stagionali, ma non all'avvento di una vera e propria ondata di freddo.

Trattandosi comunque di una previsione a medio-lungo termine, ci riserviamo di pronunciarci su questi dettagli; ci apprestiamo comunque a vivere un periodo pre-natalizio caratterizzato finalmente da un clima più consono alla stagione, dopo davvero troppo tempo di clima mite e statico sul nostro paese.

Autori: 

Giuseppe Figliola

Sardegna: Febbraio 2012 – Statistica








Per le medie del mese di Febbraio 2012 della regione Sardegna sono stati elaborati i dati di un totale di 10 stazioni, di cui hanno superato il check di validità 4 stazioni per l'andamento termico e 5 stazioni per l’andamento pluviometrico. Le medie storiche delle nostre statistiche partiranno dall’anno 2008.


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Nella regione il mese di Febbraio registra nella media sia delle temperature minime sia in quelle massime una sottomedia, rispettivamente con uno scarto di -2,6°C per le minime e -3,5°C per le massime. Anche gli estremi min e max registrano temperature inferiori al periodo.


Riepilogo delle differenze tra i parametri:

Media T minime -2,6°C

Media T medie -3,1,°C

Media T massime -3,5°C

Estremo minimo -1,7°C

Estremo massimo -1,7°C


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Passiamo ora al grafico confronto stazioni temperatura con in dettaglio l'andamento termico delle regione per ogni singola stazione. La media più bassa delle minime è stata registrata a Sestu con 2,3C e la media delle massime più alta spetta sempre alla stazione di Sestu con 12,6°C

Il picco di temperatura massima della regione è stato registrato a Sestu e Guspini con 18,1°C mentre il picco della minima di -3,0°C è stato registrato a Sestu.


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Ora diamo uno sguardo alle precipitazioni registrate nella regione, nel Febbraio 2012 come possiamo vedere dal grafico abbiamo avuto quasi il doppio della media delle precipitazioni, il mese chiude con 66,4 mm con un +30,3 mm dalla media 2008-2011. Anche la media dei giorni di pioggia registra un andamento in crescita con 10 gg (+1,8 gg), la massima precipitazione giornaliera è stata registrata a con 24,7 mm a Iglesias.


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Dal grafico confronto stazioni precipitazioni vediamo nel dettaglio le singole stazioni della regione. Il maggior accumulo mensile si registra a Iglesias con 109,3 mm dove si registra anche il maggior numero di giorni piovosi con 13 gg e il maggior accumulo giornaliero con 24,7 mm.


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Dal grafico dell'andamento annuale parametri possiamo subito notare come le medie delle temperature siano tutte sottomedia, il 2012 risulta attualmente il Febbraio più freddo nella regione da quando si registrano i dati (2008). Unico dato in leggero aumento rispetto all'ultimo anno è stata la massima di 18,1°C registrata sia a Sestu che a Guspini.


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Dal grafico dell'andamento annuale parametri pluviometria vediamo che anche sotto l'aspetto pluviometrico il 2012 esce un po' dalle medie, così che il 2012 risulta l'anno con la media di precipitazioni più alta mentre i giorni nonostante tutto risultano essere non così considerevoli.

Sempre dal grafico vediamo che il 2009 ha il maggior numero di giorni piovosi (13 gg) e il 2008 l' anno con meno precipitazioni e giorni piovosi.


Infine vediamo una tabella riassuntiva dei valori significativi del mese di Febbraio, con le stazioni in cui si è verificato il dato e i giorni se si tratta di un valore puntuale e non mensile.


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Autori: 

Analisi Clima Statistiche e grafici a cura di Cristina Cappelletto, commento grafici di Simone Cerruti

Sardegna: Febbraio 2012 – Cronaca







CRONACA METEO



Il mese di febbraio si apre con un grande freddo e le prime importanti nevicate nell’isola a causa di una saccatura artica, con isoterme fino a – 35°C a 500hPa e quota neve già a 700 m. Però poi intorno al 9 febbraio con la spinta delle Azzorre e la creazione di un ponte di Woejkoff, si è aperta la strada alle freddi correnti russo–siberiane. In questi giorni si sono ci sono stati grandi accumuli di neve sulla punta del Serpeddi e a Burcei, dove si sono avuti problemi allo scorrimento per via del fondo stradale ghiacciato. Temperature record in Sardegna con -17°C registrati nell'Agro di Gavoi e i -16°C registrati nell'Agro di Fonni. 15 cm di neve tra il 4 e 6 febbraio a Ittiri,Sassari e Osilo con nevicate abbondanti in Barbagia con 40-50 cm di neve.


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Nella seconda decade si registrano temperature molto basse nel Sassarese (-5°C e -8°C) e nevicate fin sulle coste come a Porto Cervo e Castelsardo, il tutto accompagnato da venti di maestrale molto freddi e forti. Questa situazione però è destinata a mutare intorno alla metà della seconda decade per l’arrivo dell’alta delle Azzorre, facendo alzare le massime oltre i 10°C in alcune zone meridionali della Sardegna, con solo un po’ di instabilità passeggera il 15 febbraio sempre nelle medesime zone.


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Un serio indebolimento di questo anticiclone possente si ha intorno al 22 febbraio, quando una saccatura artica che tentava di penetrare sull’Italia è stata “tagliata” da una forte spallata dell’anticiclone da ovest, creando cosi un cut off con un isolamento barico tra Corsica e Mar Ligure. Si è verificata un po’ di instabilità sulla Sardegna orientale e deboli precipitazioni altrove. Questo cut off negli ultimi giorni del mese si è allontanato verso la Libia, lasciando a pieno regime l’egemonia dell’Alta delle Azzorre.


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Sadali (NU)


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Oristano:

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San Sperate (CA)


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Precipitazioni Sardegna Febbraio 2012


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(FOTO 8) – foto di Giaime Salustro,
punta del Serpeddi innevata


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(FOTO 9) – foto di Dario Secci, Sadali


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(FOTO 10) – foto di Dario Secci, vicino
al Serpeddi

Autori: 

Analisi Clima Cronaca meteo a cura di Giaime Salustro

Preoccupazione per un blocco che non ha nessuna intenzione di mollare

Lo schema di Cassou per una MJO che nella stagione invernale si trova a transitare in fase 3 propone l’instaurarsi di un break d’onda anticiclonico in uscita del continente nordamericano. Questo significa una ripresa della zonalità medio-alta in Oceano in seguito all’allungamento sui paralleli dell’Anticiclone delle Azzorre che guadagna centinaia di chilometri verso il cuore dell’Europa. Il pattern descrittivo di riferimento è la NAO positiva che interviene circa una settimana dopo l’entrata nella suddetta fase.
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Figura 1. Relazione tra fasi 15 della Madden-Julian Oscillation e pattern descrittivo NAO+
Il transito in fase 3 è iniziato il giorno 27 febbraio e terminato il giorno 4 marzo in perfetta media di giorni/fase e con intensità crescente in posizione di massima forzante troposferica. La settimana citata è assimilabile (come periodo) alla stagione invernale. In generale lo schema di Cassou si ritiene valido per analisi di long-range nel periodo metà novembre  metà di marzo. 
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Figura 2. Fase/intensità della MJO nell’ultimo mese: rosso per febbraio; blu per marzo (completa di previsione Ensamble GFS).
A distanza di dieci giorni ci troviamo di fronte ad una pulsazione subtropicale (nord-ovest) africana che spinge di nuovo sul Portogallo e la Spagna e tende a distaccare una cella di alta pressione sull’Europa centro-occidentale. Essa funge da polo attrattore del break d’onda anticiclonico proveniente dall’Atlantico. Così ci avviciniamo sempre più ad una copertura nel senso dei paralleli (zonale) dal medio Atlantico all’est Europa.
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Figura 3. Long-range by ECMWF 00Z del 7.3.2012 (design grafico by Meteonetwork).
Finora l’anticiclone subtropicale oceanico era stato relegato tra le Azzorre e l’Europa occidentale con saccatura stazionaria sul lato est della struttura ad . Abbiamo assistito ad un inverno con frequenti e ripetuti fronti di aria polare marittima e talvolta artica marittima sui Balcani che hanno coinvolto il sud d’Italia; non sono mancati nemmeno due azioni continentali, di cui l’ultima in fieri, ma con centro d’azione più spostato ad est, tra i Balcani e la Bielorussia.
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Figura 4. Anomalia GPT a 500 hPa dell’inverno appena trascorso
Adesso la disposizione delle SSTA atlantiche depone invece per un getto da sud-ovest in uscita dal continente nord-americano e rientro da nord-est in uscita dal Mediterraneo e continente europeo.
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Figura 5. Forcing operato dalle SSTA sul medio Atlantico
Il cambiamento in area ENSO con lo sviluppo di un più che probabile Nino a partire dalla stagione estiva è ben al di là da portare un evoluzione favorevole alla risoluzione della struttura subtropicale in Europa. Infatti il comportamento atmosferico è in pieno stato Nina-like, http://www.cdc.noaa.gov/map/images/gcm/gwo_40d.gif  (cioè con propensione a forte azzorriana). Se poi guardiamo per analogia all’ultima fase di rientro da Nina moderata-forte, abbiamo una conferma di quanto detto: all’interno di un periodo con piovosità al centro-nord discretamente sopra la media (marzo 2008 dicembre 2010), quella fase – che coincideva con la primavera 2009 – fu molto secca. Non solo, ma finì anche con una heatwave record per il mese di maggio.
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Figura 6. Rianalisi GPT 500 hPa dell’ultima fase di passaggio da una Nina moderate-strong biannuale a Nada
Sic stanti bus rebus, una struttura anticiclonica che sposta il suo ramo principale in Europa con massimi al suolo vicini ai 1040 hPa sul nord della Francia desta preoccupazione. A partire dall’instaurarsi della circolazione secondaria a febbraio 2011, il Nord, la Sardegna, la Toscana, l’Umbria e ampi settori del Lazio sono stati colpiti da siccità che si è prolungata fino ad oggi. Un secco record che ha visto mediamente su tali zone la metà della pioggia media nel 2011 e se possibile tale dato è peggiorato nell’inverno appena passato dove il deficit si è attestato al 62%. 
La perseveranza della struttura di blocco delle perturbazioni atlantiche ed il rientro da settentrione delle correnti umide ha collocato il nord e le regioni tirreniche settentrionali sotto la protezione dei contrafforti alpini e della catena appenninica in una configurazione tra le migliori per avere regimi siccitosi, cieli tersi e presenza di aria molto secca al suolo. Una configurazione bloccata per altre settimane e che ho descritto con il pattern NAO positivo, è destinata a peggiorare ulteriormente le cose.
Autori: 

Andrea Rossi

Genova Low – Genesi ed evoluzione

Osservando la configurazione sinottica su larga scala, nel comparto euro-atlantico è visibile un’ondulazione primaria, piuttosto pronunciata, delle correnti in libera atmosfera, caratterizzata da un promontorio, con asse inclinato verso nord-est, tra medio Atlantico – Isole Britanniche – Scandinavia, e da una saccatura con asse inclinato verso sud-ovest, tra Russia – Balcani – Mediterraneo centro-orientale. In seno a questa ondulazione primaria si inseriscono differenti onde a scala minore tra le quali un’onda secondaria sul territorio europeo caratterizzata da un’asse di saccatura meridiano in direzione della Francia meridionale e delle Alpi occidentali, in successione – verso il Mediterraneo centrale. All’interno di questo cavo d’onda è ben visibile la discesa di aria polare di matrice marittima che, dalla regione sub-polare collocata tra Groenlandia ed Islanda, si muove in direzione del Mediterraneo centrale, ove entra attraverso la valle del Rodano (la cosiddetta porta del Mistral).
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Figura 1 – E’ possibile osservare l’ondulazione del flusso zonale nella successione promontorio – saccatura sul continente Europeo, in uscita dal Nord America. L’asse del cavo d’onda ha inclinazione nord-est / sud-ovest mentre il promontorio ha inclinazione sud-ovest / nord-est. Sul Mediterraneo centrale le correnti in libera atmosfera sono tendenzialmente meridiane e trasportano una massa d’aria fredda di matrice polare marittima. Fonte dati: NCEP/NOAA.
La caratteristica principale del cavo d’onda secondario, oltre all’asse marcatamente settentrionale, è costituita dalla stretta saccatura, visibile in quota, che si propaga rapidamente verso sud, in seno al flusso a curvatura ciclonica dell’ondulazione primaria, trasportando vorticità dal nucleo principale collocato in prossimità delle Isole Britanniche. Tale avvezione di vorticità a contatto con l’arco Alpino occidentale mostra chiara tendenza a disporre le isoipse in libera atmosfera secondo una configurazione cosiddetta diffluente, cioè ripiegandole verso settentrione a nord delle Alpi e facendole fluire meridiane verso il Mediterraneo centrale attraverso la Francia meridionale. Tale deviazione ad opera dell’orografia alpina genera, da un lato, un addensamento della massa d’aria fredda sul versante svizzero-francese delle Alpi, dall’altro lato, un impetuoso flusso attraverso la valle del Rodano. E’ proprio in questo frangente che si genera al suolo una ciclogenesi sottovento alle Alpi occidentali, conosciuta come Genova Low, per trasporto di circolazione ciclonica da nord/nord-ovest.
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Figura 2 – Effetto diffluente dell’orografia alpina sulle correnti vorticose (avvezione di vorticità) in libera atmosfera in discesa verso il Mediterraneo centrale in seno ad una saccatura stretta con asse meridiano. L’aria fredda addensata sul versante svizzero-francese dell’arco alpino tende ad unirsi al flusso principale in ingresso dalla valle del Rodano, trasportante circolazione ciclonica sul Mediterraneo centrale, causa della genesi del minimo di pressione al suolo sottovento le Alpi occidentali. Fonte dati: NCEP/NOAA.
L’aria umida e relativamente fredda penetrata nel Mediterraneo dalla Francia meridionale si dirama a ventaglio verso i bacini occidentali italiani dividendosi, generalmente, in tre ramificazioni principali. La parte settentrionale del flusso viene richiamata dalla ciclogenesi sul Mar Ligure, la parte centrale imbocca il canale di Bonifacio mentre la parte meridionale investe la Sardegna spingendosi verso il Tirreno meridionale.
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Figura 3 – Intenso flusso in ingresso sul Mediterraneo centrale dalla valle del Rodano. E’ possibile osservare la diramazione del flusso in tre distinte ramificazioni. La prima ramificazione si distacca a nord-est del flusso e tende a convergere verso la ciclogenesi ligure, la seconda ramificazione tende ad incanalarsi tra Corsica e Sardegna, mentre la terza ramificazione mantiene la direzione del cuore del flusso e si dirige verso la Sardegna ed in successione verso il Tirreno meridionale. Fonte dati: NCEP/NOAA.
Nel frattempo il processo ciclogenetico sul Golfo Ligure si sviluppa verso sud/sud-est, sia per l’effetto sbarramento prodotto dall’Appennino ligure e dalle Alpi Apuane che si ergono molto vicine alla costa tirrenica, sia a causa della stretta curvatura ciclonica in quota che ne promuove il moto in direzione sud piuttosto che una traslazione verso est.  Con lo spostamento verso sud/sud-est del nucleo ciclonico sopraggiunge sulla Liguria un flusso da nord/nord-est, richiamato dalla Pianura Padana ove spira una corrente mediamente orientale per effetto della formazione di un forte gradiente barico al suolo sul settore settentrionale delle Alpi Dinariche.
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Figura 4 – La ramificazione settentrionale del flusso proveniente dalla porta del Mistral viene a cessare ed una corrente proveniente dalla Valpadana, incanalata attraverso i passi appenninici liguri, per effetto del rafforzamento di un gradiente barico positivo sul versante settentrionale delle Alpi Dinariche, sfocia sul Mar Ligure. La ramificazione centrale si intensifica attraverso il canale di Bonifacio in direzione delle coste Tirreniche . Fonte dati: NCEP/NOAA.
Generalmente, se non sopraggiunge una nuova onda di perturbazione dall’Atlantico, la situazione si risolve o con il colmamento della depressione sul Tirreno oppure con un suo graduale spostamento dall’area tirrenica verso lo Ionio od il basso Adriatico. Nello sviluppo di queste situazioni l’orografia appenninica fa’ barriera salvo casi piuttosto rari in cui si formi una debole depressione indotta sull’Adriatico settentrionale, in grado talvolta di assorbire la depressione ligure. 
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Figura 5 – L’aumento del geopotenziale in quota a nord dell’Arco Alpino interrompe l’alimentazione del processo ciclogenetico che tende ad assumere configurazione barotropica pertanto la fase di colmamento in area tirrenica ha inizio. La chiusura definitiva della saccatura in quota impedisce, altresì, l’innesco di depressione sul versante adriatico e la conseguente traslazione verso est del ciclone extratropicale. Un’eventuale traslazione in fase di colmamento può avvenire lungo la longitudine appenninica in direzione dello Ionio / basso Adriatico . Fonte dati: NCEP/NOAA.
Autori: 

Lorenzo Smeraldi

Terza perturbazione nevosa sull'Italia

L'inverno sembra non volersi prendere una pausa in questo mese di Febbraio 2012. Da stanotte un nuovo impulso di aria fredda di origine continentale, ma proveniente da latitudini più settentrionali, scatenerà nuove nevicate su gran parte del nostro paese per tutto il fine settimana. Un minimo depressionario in quota è ormai a ridosso delle Alpi, e dato il suo nucleo piuttosto freddo (-40°C), genera instabilità al momento su tutta l'Austria. Sul settore adriatico della penisola sono ancora presenti residue precipitazioni , nevose fino a quote collinari, derivanti dalla depressione Julia (fig. 1). L'alta pressione è ancora perfettamente formata sull' Europa centrale e si estende fino ai confini della Siberia occidentale. Un minimo al suolo si formerà nelle prossime ore sul golfo di Genova.  

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Figura 1. Analisi satellitare sull'Europa rielaborata delle ore 17.00 UTC del 09-02-2012. Fonte www.sat24.com. 

Durante la nottata il ciclone si intensificherà attorno alla Corsica, approfondendosi ma spostandosi rapidamente verso il centro Italia. In questa fase le precipitazioni saranno relegate all'estremo sud, mentre al nord-est l'aria fredda (fino a -15°C a 850 hPa) irromperà bruscamente con fortissimi venti di bora. Ciò potrebbe scatenare precipitazioni nevose convettive, dato il nucleo molto freddo presente in quota, con formazione di veri e propri “blizzard” (fig 2-3). Al primo mattino le precipitazioni aumenteranno di estensione, coinvolgendo un po' tutto il settore centro-settentrionale (Toscana, Lazio. Emilia-Romagna, Umbria e Marche) con nevicate sino al piano. AL sud la quota neve sarà in temporaneo rialzo per effetto del fronte caldo appena formatosi. La neve farà con alta probabilità ritorno nella capitale.

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Figura 2. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 10/02/2012 sull'Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 3. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork.

Domani in giornata il ciclone si sposterà vero il Tirreno centrale. Le precipitazioni saranno abbondanti sul centro e  sud, con le nevicate fino al piano relegate sul settore centro-settentrionale insieme a debole Stau sul Piemonte (figg. 4-5). Da est arriveranno ancora forti venti di bora a sferzare il nord e l'alto adriatico, con temperature nuovamente sotto media. La situazione rimarrà pressoché  invariata anche nella prima serata, con il minimo che si sposterà verso la Campania e il basso Lazio. Alcune aree del sud potrebbero avere problemi di smaltimento delle acque piovane, visto che il terreno è ancora zuppo delle abbondanti precipitazioni avute da inizio mese.

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Figura 4. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 5. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 10/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Domani in nottata il minimo si porterà sul Molise e nord Puglia, rilasciando ancora precipitazioni su tutto il centro basso Adriatico (sia costiero che marino). Precipitazioni nevose dall'Abruzzo verso nord, con coinvolgimento di tutta l' Emilia Romagna, basso Veneto e bassa Lombardia. Ancora correnti tese nord orientali molto fredde saranno presenti in tutto il centro -nord, con temperature molto rigide, e possibilità di minime molto basse laddove le condizioni lo consentiranno (figg. 6-7). Linee di instabilità si formeranno nel Tirreno, coinvolgendo Sardegna e Sicilia. Nella mattinata di sabato 11 il minimo si sposterà verso nord, a ridosso delle Marche. Il fronte occluso insisterà al nord su un po' tutta la Pianura Padana. Nel frattempo l'aria fredda sarà scesa di latitudine per cui precipitazioni nevose a bassa quota saranno possibili anche su Sardegna e Campania, mentre Sicilia e Calabria dovranno aspettare ancora un po'.

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Figura 6. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 7. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Durante la giornata di sabato, la depressione comincerà a colmarsi e a perdere di intensità ma permarranno forti correnti fredde orientali al nord, con precipitazioni nevose su tutta la costa adriatica centro-settentrionale.  (figg. 8-9).  La quota neve sarà in ulteriore calo, con neve che farà la sua comparsa anche a quote basse sulla Sicilia settentrionale e in Calabria. Nevicate insisteranno ancora su tutto il settore centrale e Campania. Dalla serata le precipitazioni dovrebbero calare di intensità un po' ovunque, ma colpiranno all'incirca le stesse aree.  La situazione potrebbe diventare critica su Marche e Romagna, dove non si escludono localmente accumuli superiori al metro. Nei giorni successivi resisterà ancora una blanda circolazione ciclonica con residue nevicate, ma sembra che un miglioramento netto delle condizioni meteo sia ancora lontano dal vedersi.

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Figura 8. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.

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Figura 9. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 11/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 

Autori: 

Cristian Rendina

La seconda replica (9-12 febbraio)

Dopo il sisma avvenuto in Europa nei giorni a cavallo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio ad opera di quella che abbiamo ribattezzato l’”Espresso Transiberiano”, almeno un’altra replica è attesa. L’Europa orientale è stata già messa in ginocchio ed in ginocchio si trovano alcune aree adriatiche e centrale della nostra penisola, da un vasto nucleo di aria continentale di prima qualità con temperature del nucleo fino a -25° a 850 hPa.
Ma la replica potrebbe peggiorare la situazione ed avere effetti forse anche doppi di quelli che ha avuto perché trova una situazione particolarmente grave. Inoltre il nuovo nucleo è di tipo artico-continentale ossia aria artica in distacco remoto sul nord della Russia che termicizza progressivamente a contatto di superfici interessate in questo momento (come nei prossimi 4 giorni), da un anticiclone termico mittleuropeo con minime comprese tra -25° e -30°.
Mentre scriviamo il nucleo artico continentale lascia la circolazione zonale sbalzata addirittura sopra il 75 parallelo nord da sconvolgimenti a carico dell’indice zonale (Artic Oscillation, AO) che lo ha portato durante la fase topica del trasporto antizonale del nucleo continentale a valori inferiori ai -3. Nel frattempo l’attività convettiva intertropicale si è intensificata sull’Indonesia (fase 6) e lo sarà ancora di più in fase 7 nel settore Indo-Pacifico, un settore che in genere è scarsamente interessato da questo tipo di azione in una fase come l’attuale di Nina moderata.
Fig 1 - MJO
Fig. 1. Madden-Julian Oscillation, MJO. Attuale e previsione Ensamble-GFS.
Le conseguenze sono le seguenti. Approfondimento ed abbassamento della depressione sull’Oceano Pacifico (PNA+) e relativa pulsazione ad onda molto corta ed intrusiva in area polare ad opera di un anticiclone presente su ovest Canada ed Alaska. Il Vortice Polare non riuscirà per almeno altri 4 o 5 giorni ad esplicare la sua azione di chiusura verso i nuclei continentali a spasso sul settore russo-siberiano. 
Fig 2 - PNA
Fig. 2. PNA index verso un massimo relativo intorno ai +1.5
L’indice di blocco al flusso zonale (blocking index, BI) è dirimente in tal senso: si sta estendendo dagli Urali (inizio giorno 6) fino alla Groenlandia (giorno 11) rimanendo connesso alla zona continentale in cui si è originato.
Fig 3 - BI
Fig. 3. Blocking Index, BI. Progressiva estensione dagli Urali alla Groenlandia. Siamo in presenza di una retrogressione del blocco alle correnti zonali in accordo fase 7 della MJO.
Nasce così un Ponte di Veikoff e cioè: 1. al suolo c’è un collegamento tra le HP delle Azzorre, della Scandinavia (entrambe con valori prossimi ai 1040 hPa) e quello termico russo-siberiano (valori intorno ai 1060 hPa); 2) in quota tale collegamento ha valori decrescenti di geopotenziali spostandosi dalle Azzorre alla Siberia.
Fig 4 - Veikoff
Figura 4. Apertura del Ponte di Veikoff che rimarrà attivo nei giorni 8-11 febbraio 2012.
La nascita di questo ponte che rimarrà attivo per 4 giorni consentirà al nostro nucleo artico-continentale di andare in progressione contraria alle normali correnti zonali, da nord-est verso sud-ovest. Domani esso è segnalato tra Finlandia e Russia.
Analizziamo adesso le diverse traiettorie.
1. ECMWF. Tra 2 giorni la goccia si trova sul Mar Baltico in prossimità della costa delle omonime Repubbliche. Venerdì si trova sul versante nord delle Alpi, centrato sul Tirolo con minimo al suolo sottovento alla traiettoria in quota e posizionato tra la Corsica e la Costa Azzurra. Sabato è centrato sull’Isola di Capraia, tra dito della Corsica e la costa livornese. Il minimo al suolo transita verso l’Abruzzo. L’obiettivo è quello nel senso che la goccia staziona lì anche il giorno di domenica.
2. GFS. Tra 2 giorni si trova sulla costa polacca del Mar Baltico. Venerdì si trova anch’essa sul Tirolo con minimo al suolo sempre tra la Corsica e la Costa Azzurra. Sabato il nucleo in quota si trova tra la Corsica e la Costa Azzurra con nucleo ampio esteso dalla bassa Toscana al sud della Francia. Minimo al suolo in prossimità di Roma. Il giorno dopo è centrata sul Mar Ligure.
3. UKMO. Tra 2 giorni si trova sulla del Mar Baltico a metà strada tra GFS e ECMWF. Venerdì si trova più ad est sulla Slovenia con minimo al suolo ad ovest delle Bocche di Bonifacio. Sabato il nucleo in quota si trova tra ad ovest della Sardegna con nucleo ampio che lascia fuori solo estremo sud ed Alpi. Minimo al suolo sul basso Tirreno tra Campania e Calabria. Il giorno dopo è centrata sul sud Italia.
Gli altri GM con minore risoluzione (GEM, NOGAPS, BOM) associano al nucleo traiettorie simili ad UKMO e dunque più orientali.
 
Fig 5 - Percorso del nucleo artico
Figura 5. Le traiettorie del nucleo di aria fredda artico-continentale nei giorni 8-10 febbraio 2012 ad opera dei 3 principali modelli. ECMWF: rosso. GFS: nero. UKMO: prugna.
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Andrea Rossi

Ancora neve e gelo sull'Italia

La depressione Julia, che ha colpito l' Italia tra il 31 e il 4 febbraio 2012, ha generato copiose nevicate su gran parte del centro-nord (escluso tutto il nord-est), con accumuli ben al di sopra del metro in alcune località dell'Appenino romagnolo. Innevata anche Roma, che ha visto accumuli tra i 10 e 20 cm come non capitava da anni. Il freddo invece si è fatto sentire su tutto il centro-nord con temperature che sono rimaste al di sotto dello zero per molti giorni, nonostante una bora molto intensa. Nelle prossime ore un nuovo afflusso di aria fredda siberiana, genererà una nuova depressione con centro sullo Ionio, grazie anche alla profonda saccatura in quota che si estende fin dentro l'area del Maghreb. Attualmente la depressione è in fase di formazione, con precipitazioni sparse un po' su tutto il sud. Le altre perturbazioni atlantiche sono ancora bloccate dell'anticiclone russo-scandinavo e tendono a scorrere verso latitudini decisamente polari, di fatto bloccando la normale circolazione zonale, questo anche per via di un anticiclone termico sull'Europa centrale al suolo, formatosi grazie alle temperature estremamente fredde registrate in quelle aree(fino a -30°C) .
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Figura 1. Analisi satellitare sull'Europa rielaborata delle ore 17.00 UTC del 05-02-2012. Fonte www.sat24.com. 
Durante la nottata il ciclone si intensificherà al largo della Sicilia, approfondendosi e relegando le prime precipitazioni su tutto il centro sud. Nevicate saranno presenti dalle Marche in giù, con quota neve  via via più alta, attorno ai 1000m su Sicilia, Calabria e Puglia, per via del richiamo caldo da sud.(fig 2-3). Linee di instabilità dovute alle correnti orientali colpiranno il Tirreno e le coste tunisine e algerine. Al nord, se le condizioni lo permetteranno (assenza di vento e di copertura nuvolosa), saranno possibili temperature minime attorno ai -20°C.
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Figura 2. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 06/02/2012 sull'Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 3. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 06/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork.
Domani in giornata il ciclone si approfondirà ulteriormente, con minimo valore di pressione che potrebbe arrivare a 990 hPa. Se i flussi di calore provenienti dal mare dovessero essere elevati, non si esclude la formazione di un mesociclone a ridosso della Puglia meridionale, con valori di pressione attorno ai 980 hPa. Le precipitazioni saranno abbondanti su tale regione e resto del Sud, anche se di natura liquida, mentre su tutto il resto della costa adriatica fino alla Romagna, e regioni centrali compresa Campania saranno nevose con quota neve in calo al sud (figg. 4-5). Da est arriveranno ancora forti venti di bora a sferzare il nord e l' alto adriatico, con temperature decisamente sotto media. 
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Figura 4. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 06/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 5. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 06/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Domani in serata il minimo si porterà sulla Grecia, rilasciando ancora precipitazioni su tutto il basso Adriatico, Grecia e Turchia. Precipitazioni nevose all'incirca nelle stesse aree delle 12 ore precedenti, e piogge sparse tra Sardegna e Sicilia. Ancora correnti tese nord orientali molto fredde saranno presenti in tutto il paese, con temperature molto rigide, e possibilità di minime molto basse laddove le condizioni lo consentiranno (figg. 6-7).
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Figura 6. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 07/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 7. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 07/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Durante la giornata di martedi 7, la depressione si allontanerà definitivamente sulla Grecia, ma permarranno forti correnti fredde orientali, con precipitazioni nevose su tutta la costa adriatica, causate per lo più da Stau.  (figg. 8-9).  La quota neve sarà in ulteriore calo, con neve che farà la sua comparsa anche a quote basse sulla Sicilia settentrionale e in Calabria. Nel frattempo, se le dinamiche dovessero rimanere tali, ci attenderà una nuova fase perturbata sul finire della settimana, che colpirà nuovamente il nord, e che con tutta probabilità apporterà ancora elevati quantitativi di neve su tutta l'area. L' influsso di aria fredda siberiana si protrarrà dunque almeno fino all'inizio della settimana successiva.
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Figura 8. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 07/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 9. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 07/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Autori: 

Cristian Rendina

L'inverno si sveglia dal…letargo invernale

In seguito all'inversione dell'indice dell'Arctic Oscillation la situazione sull'area europea andrà radicalmente cambiando nel corso dei prossimi giorni. Infatti un poderoso anticiclone situato in area russo-scandinava si prepara a convogliare aria molto fredda di origine siberiana (fino a -25° C alla pressione di 850 hPa). I suoi effetti si fanno già sentire in sede mediterranea, infatti un minimo sottovento al golfo del Leone e in rapido spostamento verso il mar Ligure sta generando precipitazioni nevose fino al piano sul nord Italia (fig 1.). Le altre perturbazioni atlantiche sono bloccate dell'anticiclone e tendono a scorrere verso latitudini decisamente polari, di fatto bloccando la normale circolazione zonale.
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Figura 1. Analisi satellitare sull'Europa rielaborata delle ore 17.45 UTC del 31-01-2012. Fonte www.sat24.com. 
Durante la nottata il ciclone traslerà sul mar Tirreno, approfondendosi e, nel caso i flussi di calore lo consentissero, formando un mesociclone al largo della costa Toscana. In questo frangente gran parte dell' Emilia-Romagna, Sardegna, Toscana, Liguria, Basso Piemonte e Appennino centrale vedranno precipitazioni nevose fino al piano, con temperature che in quota raggiungeranno valori prossimi ai -10° C a 850 hPa (fig 2-3). Altrove ci saranno precipitazioni abbondanti un po' su tutte le regioni (escluso nord-est e Alpi in generale) ma piovose, con quota neve in aumento andando verso sud.
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Figura 2. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 01/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 3. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 01/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork.
Domani in giornata il ciclone si trasferirà lentamente verso sud-est, con precipitazioni che diventeranno nevose a bassa quota più a sud. Quasi tutta la penisola sarà colpita da precipitazioni abbondanti. Da est arriveranno forti venti di bora a sferzare il nord e l' alto adriatico, con temperature decisamente sottomedia, mentre il nucleo più gelido di origine siberiana si avvicinerà ancora verso l' Europa centrale. (figg. 4-5). Non si escludono in mattinata temperature minime negative a doppia cifra , soprattutto in Piemonte.
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Figura 4. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 01/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 5. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 01/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Domani in serata il minimo si porterà sulla Puglia, rilasciando ancora precipitazioni su tutto il basso Adriatico e Grecia. Nel frattempo parte dell'aria fredda siberiana avrà raggiunto la Francia, e grazie all'incurvamento del jet stream all'altezza della Spagna, un nuovo minimo di pressione si genererà sulle Baleari e comincerà ad interessarci dalla giornata di mercoledì. (figg. 6-7). Un ramo dell'occlusione insisterà sul centro nord, e grazie alle temperature rigide non è esclusa la presenza della neve lungo le coste marchigiane (il fattore determinante sarà il vento).
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Figura 6. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 02/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 7. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 02/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Durante la giornata di mercoledi 2, il nuovo minimo si sposterà lentamente verso est, coinvolgendo la Sardegna e la Corsica. A ovest, l'aria fredda genererà precipitazioni nevose fin sul sud della Spagna, piuttosto inusuale per la regione, e col passare delle ore potrebbero arrivare fino al piano, anche sulle Baleari. (figg. 8-9). In Italia residue precipitazioni interesseranno tutto il lato adriatico, nevose fino all' Abruzzo. Le temperature scenderanno di molti gradi su metà penisola, e dove il vento si calmerà saranno possibili minime negative a doppia cifra che potrebbero toccare anche i -20°C. In seguito il minimo stazionerà per alcune ore nei pressi della Sardegna, approfondendosi a causa dell'aria fredda in continua discesa dai quadranti settentrionali e orientali, mentre al sud il richiamo caldo favorirà un temporaneo aumento delle temperature, spaccando di fatto l' Italia in due. Se sarà un evento di portata storica ce lo dirà il tempo, non rimane che attendere la sua sentenza.
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Figura 8. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 02/02/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork.
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Figura 9. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 02/02/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork. 
Autori: 

Cristian Rendina

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