Partenza invernale dell'inverno ?

Ad inizio mese ci eravamo lasciati con una promessa, quella di una attesa di cambiamento invernale. Questa attesa sarà ben ripagata ? Prima di rispondere al quesito, evidenzio quali furono i punti di forza di quell’analisi. In primo luogo, la statistica ci diceva che la probabilità di avere un novembre mediamente anticiclonico, dopo un ottobre in cui l’oscillazione artica aveva chiuso in modo pesante, era molto elevata. E buona sarebbe la correlazione sull’indice AO con il successivo dicembre ad opera un ottobre molto anomalo, qualora sia seguito da un novembre anticiclonico su Europa centro-est.

In secondo luogo, sull’Oceano Pacifico non si era, non siamo e nemmeno saremo a breve in presenza di forcing capaci di rafforzare il vortice polare. Il dilemma è tra un Nino Modoki, come nel 2009, e una Nada, che invece latita da tempo. Quando invece ci sarebbe voluta una Nina almeno moderata West-based o un Nino Est-based per annichilire le pulsazioni dinamiche intrusive in Artico dal settore Aleutinico. Ed infatti ecco che, dopo due volte in ottobre in cui per poco non si era avuto la separazione del vortice polare in due circolazioni distinte per sinergia dinamica delle due principali onde planetarie, adesso si arriva al completo split del VP.

In terzo luogo, tentativi di accoppiamento del vortice polare con la stratosfera, che si sta raffreddando oltre il normale ciclo radiativo, erano visti minati dal trasporto di calore dalle latitudini temperate degli oceani nei rispettivi settori nord-occidentali. Avevamo accennato agli oltre 3° dell’area menzionata nel 1970 da Radcliffe e Murray (RM), a cui si aggiunge l’area tra il Giappone e la Kamchatka Peninsula. In sostanza la dicotomia tra settore ovest e settore est di entrambi gli oceani enfatizza il meccanismo di risonanza in stratosfera delle due waves planetarie.

Infine ultima ma non ultima, la presenza della QBO molto negativa in bassa stratosfera (fino a 30 hPa) e già positiva in media stratosfera (dai 20 hPa in su), non appare una situazione particolarmente favorevole all’accoppiamento tra tropo-strato del vortice polare. La QBO negativa rafforza gli anticicloni subtropicali a svilupparsi in senso meridiano e ciò evidentemente disturba le sparate zonali sulle circolazioni sud e nord emisferiche. Tuttavia il trasporto sull’Artico del carburante-ozono per innescare i meccanismi che favoriscono l’accoppiamento dall’alto verso il disturbo dal basso non appare ancora sufficiente. La MJO fornisce solo ora tentativi di vita nei settori che a suo tempo definimmo come sensibili (fase 6 e 7).

Nel campo previsionale, le conclusioni furono che la metà di novembre sarebbe stata seguita da una decina di giorni di alta subtropicale che si sarebbe estesa di nuovo dal sud-est Europa verso la Russia secondo un copione ben rappresentato negli ultimi tempi. In prospettiva poi si sarebbe ripresentata a noi una fase di negatività dell’indice AO e il pattern atteso in Europa, era un EUL (bassa pressione in Europa agganciata a saccatura artica). Rimaneva da capire ove si posizionava l’asse di saccatura. In interventi successivi su forum pensavo a un posizionamento un po’ più occidentale rispetto alla media (della figura teorica EUL).

A questa analisi va oggi aggiunto l’anomalia globale dei venti zonali delle medie latitudini (Global Wind Oscillation). Questo perché la GWO è esplosa in fase 5 e questo porta a un aumento significativo dell’anomalia che si riflette in ultima analisi nell’attrito sulla superficie. Soprattutto la transizione da una coppia di cicloni ad una di anticicloni subtropicali in W Pacifico porta dritta ad un treno d’onde in uscita dalla Siberia orientale che impatta nel lato opposto sulle Rockies. I disturbi dal basso nel brevissimo termine sono previsti in forte aumento.

Figura 1. La pulsazione dinamica aleutinica entra come una lama nel vortice polare, incontrando la sua partner nord-atlantica. Il vortice polare è diviso in due circolazioni separate e quella eurasiatica si chiude in ovest Europa, sede dei maggiori contrasti tra la massa d’aria artica russa e quella mite oceanica. Un nuovo impulso umido probabilmente procrastinerà il pattern per la prima decade di dicembre. 

Campo previsionale. Ormai a così poche ore l’EUL più occidentale si conferma. Perché lo vedo più occidentale ? Seppur più rilassato del suo partner pacifico, osservo un treno d’onde in uscita verso l’Atlantico. Una di queste ondulazioni sarà raggiunta sull’ovest Europa dall’affondo artico seguito allo split del Vortice Polare localizzando il massimo evento invernale come da Figura 1. 

Se vogliamo, la linea bianca riflette un po’ la mia risposta al quesito in apertura: sicuramente chi sta dalla parte giusta di quella linea sarà ripagato, per gli altri occorre un supplemento d’indagine.

Novembre, attesa di un cambiamento?

Nel precedente articolo era stato previsto un tempo di stampo atlantico, in divenire nella parte finale di Ottobre; questo tipo di tempo, denominato BRL (BRitish Low), si è effettivamente protratto fino a ieri. In successivi interventi sul forum, a partire dal 22 Ottobre, era stato fatto notare come il mese di Novembre avrebbe potuto essere contraddistinto da una fisiologica pausa al trend in essere, caratterizzato dal rallentamento del getto polare. Rallentamento che in Ottobre è stato molto forte, se è vero come è vero che il Vortice Polare si è trovato un paio di volte al limite dello split; nel mese di Ottobre l'oscillazione artica (AO) ha chiuso con un pesante -1,514.

Storicamente, un così pesante mese di Ottobre non è seguito da un altrettanto pesante mese di Novembre; da quando si effettuano le rilevazioni, solo un paio di eccezioni stanno lì a confermare l’assunto, che possiamo così sintetizzare: durante il rinforzo stagionale a causa del raffreddamento radiativo, i forcing indotti dal sistema sul Vortice Polare non permettono un suo assorbimento che copra l’intero arco della stagione autunnale.
Tuttavia questo Novembre non vede la presenza di forcing sull’Oceano Pacifico capaci di rafforzare ulteriormente il Vortice Polare: eventuali momenti di coupling con la stratosfera, più fredda del normale, saranno minati alla radice dal trasporto di calore dagli oceani verso l’area polare. E questo trend potrebbe protrarsi anche per la prima parte della stagione invernale.

Sintesi dei punti di forza di quanto detto: RM a +3, presenza di Nada o Nino debole Modoki, SSN mediato che si trova un 25% al di sotto rispetto alla previsione corrente, QBO nettamente negativa in medio-bassa stratosfera (minimo avvenuto solo nello scorso Agosto-Settembre), rafforzata da previsione di accentuata negatività fino a tutto Gennaio.

Figura 1 – Composito degli highlights dell’analisi Novembre 2012: RM+, Nada/Nino Modoki, Sunspot Number, QBO-

Campo previsionale – L’oscillazione artica subirà un primo rallentamento, che dai valori di oltre +2 di venerdì e sabato si porterà di nuovo verso la neutralità in corrispondenza di un rilassamento del getto tra Est-Atlantico ed Ovest Europa tra sabato e domenica prossimi; quindi, altrettanto rapidamente si riporterà oltre i +2. Per una decina di giorni l’alta subtropicale si estenderà di nuovo sul Sud-Est Europa, secondo un copione ben rappresentato negli ultimi tempi; permarrà tuttavia la separazione tra questa figura anticiclonica e quella azzorriana, che invece è destinata a battere i territori su cui avvengono i maggiori forcing atlantici, cioè la zona RM e l’Ovest Atlantico.
Quindi, in una prospettiva di lungo termine si ripresenterà una fase di negatività dell’indice, ed il pattern atteso in Europa, a mio avviso, sarà un EUL (EUropean Low). Restano tuttavia da controllare le mediane degli assi della figura di anomalia barica prima di esporsi sul tempo dell’ultima settimana di Novembre/inizio Dicembre.

Ottobre riserva ancora due fasi ben distinte

Analizzando la situazione nord emisferica, osserviamo la conferma di quanto atteso sull’impatto autunnale del deficit estivo della superficie ghiacciata nell’Artico. L’indice su cui doveva impattare era l’oscillazione artica, il segno atteso era negativo, il mese di massimo impatto era ottobre. La causa ipotizzata è la quantità di calore intrappolata nell’Artico per ridotta albedo.

Per questo motivo la posizione attesa dell’anticiclone polare è l’Artico russo. Con le condizioni date e ipotizzando la retrogressione del blocking barico, l’indice AO associato alla bassa pressione sulla Groenlandia scenderà sì ma gradualmente.

In una prima fase il nocciolo artico-continentale in spostamento nord-est / sud-ovest, taglierà in due la Scandinavia e impatterà sulle Isole Britanniche come ipotizzato nel topic relativo all’analisi, prospettiva ed evoluzione stagionale. Il blocking dal canto suo si porterà dall’artico-russo verso l’estremo nord-est Atlantico con obiettivo la Groenlandia.

La seconda fase vede il vortice polare tra Groenlandia e artico canadese, schiacciarsi sui paralleli all’arrivo dell’alta polare. Lo schiacciamento avviene perché il getto subtropicale è ancora alto, attorno al 30°N. Una situazione simile ma con subtropicale bassa o quasi azzerata, quella del dicembre 2009, ci avrebbe portato a un flusso atlantico basso di latitudine. In questo caso si assiste a un flusso ondulato a media altezza con la saccatura canadese che avanza sull’Oceano Atlantico e il nocciolo freddo sulle Isole Britanniche che torna a muoversi verso est sull’Europa d’oltralpe. Precipitazioni alternate a giornate soleggiate con zero termico in leggera discesa al centro-nord, mentre al sud la stabilità simil-estiva è rotta quà e là da picchi precipitativi improvvisi (da monitorare la situazione). Questa seconda fase arriva ad abbracciare praticamente tutta la seconda decade.

Figura 1 – Movimento dei principali centri d’azione (su grafica by Meteonetwork.it)

La terza fase si proietta sull’ultima decade del mese. Questo flusso ondulato alle medie latitudini non supportato dal VP (sostituito dall’alta polare) e schiacciato in basso dal getto subtropicale, avrà un punto debole che potremmo vedere in prospettiva sul nord-ovest Atlantico, sede naturale dei forcing indotti dalle SSTA. Lì si dovrebbe interrompere l’antizonalità ad opera di una pulsazione dinamica verso l’alta polare in artico canadese (fase 2). Quindi la saccatura atlantica prenderebbe un asse dislocato più o meno tra est Atlantico e Spagna. Il getto subtropicale dovrebbe riprendere vigore per ragioni dinamiche e l’Italia potrebbe di nuovo essere tagliata di nuovo in due. A meno che la bassa pressione continentale non voglia estendersi fin dalla terza decade di ottobre sui Balcani (comunque è un ipotesi che considero un po’ remota), le piogge dovrebbero essere relegate al nord e tirreniche settentrionali.

Figura 2 – Possibile sviluppo per la 3° decade (grafica by Meteociel.fr)

Dal punto di vista dell’emisfero nord invece, e dunque per il proseguimento della stagione, se il VP continuerà a dare pochi segnali di vita durante la pulsazione dinamica sul nord-ovest Atlantico, si arriverebbe ad un coupling tropo-bassa strato (Canadian Warming).

Verifica Outlook Estate 2012

Con qualche giorno di ritardo, eccoci arrivati al momento della verifica dell’Outlook per l’Estate 2012, pubblicato in Home Page il 2 Giugno 2012.

Abbiamo dapprima fornito una valutazione ai singoli mesi, per poi arrivare a quella complessiva. Nel mese di Giugno pensavamo ad un cambio di pattern tra il nascente ATL ed un’alta pressione che avrebbe dovuto strutturarsi progressivamente tra Spagna ed Est Atlantico:

GIUGNO (tratto dall’Outlook stagionale)

La prima parte del mese di Giugno vedrà il Mediterraneo occidentale sotto l'influenza di una saccatura atlantica centrata sull'UK, che apporterà disturbi all'avvio della bella stagione. L'anticiclone delle Azzorre patirà l'aumento dei GPT groenlandesi, ma nella seconda parte del mese crediamo sia molto probabile un graduale avvicinamento al nostro bacino ed un innalzamento del campo barico a favore di una stabilità più decisa sull'Europa occidentale.

Nella seconda parte del mese dovrebbero verificarsi ondate di calore sulla penisola iberica che temporaneamente potrebbero estendersi verso latitudini più elevate e sull'area atlantica, mentre sull'Europa orientale dovrebbe localizzarsi una zona di instabilità in seno a flussi freschi settentrionali, che di tanto in tanto influenzeranno le condizioni atmosferiche soprattutto sui settori orientali della nostra penisola.

Nel complesso il mese dovrebbe risultare sopra la media termica e sotto media precipitativa sul settore occidentale.

Niente di tutto questo è avvenuto, ed anzi il regime del tempo WR3 si è incancrenito ulteriormente fino a descrivere una Summer NAO+++ che va ad includere con l’anomalia negativa di geopotenziale la Scandinavia:

Dalla Figura 2 si evince un sopra media termico come da Outlook, ed un sotto media di precipitazione più generalizzato di quanto indicato nello stesso Outlook:

Nel mese di Luglio pensavamo ad una ulteriore estensione dell’alta africana all’Europa centrale con frequenti ondate di calore sul Sud-Ovest Europa (Spagna, Sud Francia, Italia, Ovest Mediterraneo):

LUGLIO (tratto dall’Outlook stagionale)

Il mese di Luglio vedrebbe un radicamento ed una maggiore estensione del campo altopressorio sull'Europa, con una maggiore influenza di aria di matrice africana. Saranno probabili ondate di calore intense sull'Europa sud-occidentale, ma nel complesso l'intero continente dovrebbe godere di condizioni meteorologiche più stabili rispetto al mese precedente. L’Europa centrale, fino alle isole britanniche, sarà periodicamente influenzata da un flusso di aria calda in risalita dall’Africa occidentale.

In Italia, nel complesso il mese dovrebbe risultare sopra la media termica e sotto la media precipitativa, in particolare sul settore centro-settentrionale.

Al contrario, l’alta pressione subtropicale africana si è estesa verso il Mediterraneo orientale, la penisola Balcanica e la Russia con un “core” di anomalia negativa centrata sulle isole britanniche. Il regime del tempo medio è una variante del WR1 con getto est-atlantico (EAJ) annullato e Summer NAO pure essa neutralizzata.

Per quanto riguarda i 2 parametri sensibili che consideriamo sempre nei nostri Outlook (cioè quello termico e quello precipitativo), consideriamo pienamente centrata la proiezione. L’unica eccezione riguarda una limitata porzione del territorio nazionale, cioè la Sardegna e la parte più estrema del Nord-Est, ma limitatamente al fattore precipitazione.

In Agosto pensavamo ad una certa penetrazione del flusso atlantico su Sud e Centro Europa che avrebbe limato le onde di calore africane, ma purtroppo sappiamo tutti come è andata a finire (vedi Figura 5).

AGOSTO (tratto dall’Outlook stagionale)

Agosto presenterebbe un sostanziale mutamento barico rispetto a Luglio, anche se non si prefigura un vero e proprio “reversal pattern”. Si assisterebbe piuttosto ad una scissione dell'anomalia positiva di geopotenziale con migrazione dal centro Europa verso Nord-Ovest e verso Nord-Est, associata ad un calo di geopotenziali sul settore occidentale europeo, con relativa intensificazione

e penetrazione dei flussi atlantici che sarebbero in grado di limitare l'influenza delle ondate di calore dall'Africa occidentale sul suolo europeo.

In Italia il mese dovrebbe chiudere in media termica e sopra la media precipitativa nel settore centro-settentrionale e sopra la media termica e sotto la media precipitativa nel settore centro- meridionale.

Per quanto riguarda l’aspetto termico e precipitativo, consideriamo pienamente centrata la proiezione di sopra media termica e sotto media precipitativa nel settore Centro-Sud e parzialmente sbagliata al Nord, in quanto vi è stato un sopra media termico ed un sotto media di precipitazione su un buon 50% del settore (Friuli, basso Veneto, Emilia Romagna, Liguria e basso Piemonte).

Siamo quindi arrivati alla verifica del quadro stagionale complessivo.

ESTATE 2012 – ANOMALIA ALTEZZA GEOPOTENZIALE A 500 hPa (tratto dall’Outlook stagionale)

Crediamo che l'anticiclone delle Azzorre, inizialmente relegato a più basse latitudini ed ancora lontano dal bacino del Mediterraneo, dovrebbe successivamente estendersi dall'Atlantico verso l'Europa centro-occidentale apportando un'anomalia positiva dei geopotenziali sull'asse iberico/inglese. In corrispondenza dell'avvicinamento del campo pressorio stabile azzorriano, in Europa orientale dovrebbe insistere un flusso fresco settentrionale che andrà ad instabilizzare il periodo estivo. Un sostanziale mutamento del quadro barico euro-atlantico è prevedibile nell'ultima parte della stagione: durante l'ultima parte dell'estate dovrebbero infatti aumentare le chances per maggiori infiltrazioni umide sulla parte occidentale del continente.

Non si è realizzata l’attesa migrazione dell’alta delle Azzorre verso l’Europa occidentale, marcando l’anomalia positiva su tale settore. Di conseguenza l’effetto pendolo non ha portato ad una instabilizzazione con conseguente anomalia di geopotenziale sull’Est Europa come da Outlook (vedi Figura 7).

L’Estate 2012 si è rivelata molto ma molto calda sul Sud Europa, segnatamente sui settori orientali, Balcani e Grecia dove si sono avute anomalie positive di oltre 3° sul già caldissimo periodo di riferimento 1981-2010:

Questo potrebbe indurre in modo errato ad un paragone con la terribile estate del 2003. In Figura 9 osserviamo però che sui meridiani centrali ed occidentali europei, dove insistette la violenta ondata di calore del 2003, si sono avuti da 1° a 4° in meno quest’anno. Solo dove l’anomalia fu lieve, segnatamente sui Balcani, questa Estate è stata più calda, e forse alcuni stati come la Macedonia, la Serbia/Montenegro e parte di Bulgaria e Romania possono dire di aver vissuto la loro Estate 2003.

Autore: Comitato Tecnico Scientifico

Quadro dinamico in ulteriore evoluzione

La vicina area atlantica ha subito una persistente attività depressionaria durante tutto l’arco dell’Estate, mentre al contrario il Mediterraneo occidentale è stato oggetto di persistenti intrusioni e attività stabilizzanti dell’alta subtropicale. Uno scambio energetico tra queste aree geograficamente contigue sembra essere all’origine della rottura del pattern estivo WR3. Il Weather Regime di tipo 3 (WR3), come definito dal Comitato Tecnico-Scientifico di Meteonetwork [1] che ha reanalizzato criticamente lo studio di Cassou [2], oppone una persistente area depressionaria centrata a Sud-Ovest delle isole britanniche ad una persistente area di rimonte africane con direttrice Ovest-Mediterraneo, Italia peninsulare e Balcani.

La prima onda atlantica che ha disturbato la stabilità estiva è datata 25-26 Agosto. La Figura 1, tratta dal sito di Mercator [3] evidenzia che in precedenza, il giorno 22 Agosto, la differenza di temperatura tra i due cerchi raffigurati era di oltre 6°C. Lo scambio di energia è continuato attraverso un secondo episodio, quello del cut-off Ovest-italico del 31 Agosto – 3 Settembre. Il 5 Settembre la differenza di temperatura tra i due cerchi è scesa a 2°C. Infine un terzo episodio ha ridotto l’anomalia anche sul Mediterraneo centrale.

Figura 1 – Cambiamento delle SSTA atlantico-mediterranee tra il 22 Agosto ed il 5 Settembre (Fonte: Mercator Ocean, Operational Ocean Forecasting)

Già adesso nelle reanalisi della prima parte di Settembre non si riscontra più il WR3 (Figura 2).

Figura 2 – Anomalia GPT a 500 hPa sul settore euro-atlantico (Plotting by NCEP/NCAR Reanalysis – NOAA)

Questa transizione resterà fine a se stessa? In assenza di forzanti teleconnettive, la via spianata dalle SSTA tra Atlantico e Mediterraneo dovrebbe essere sufficiente a modulare morbide ondulazioni del flusso atlantico. Ma una forzante teleconnettiva, divenuta dal settembre 2007 il “dominus” incontrastato del periodo 15 Settembre – 31 Ottobre, incombe sul Nord Atlantico: la scarsissima estensione dei ghiacci artici causata dal Global Warming durante l’Estate, di nuovo associata all’incredibile record di queste settimane, fa assorbire eccessiva radiazione infrarossa alle acque dell’Oceano Artico. La connessione è al Dipolo Artico [4]. Il tutto si riflette su di un indice AO in territorio negativo da metà Settembre a tutto Ottobre (se non anche nella prima parte di Novembre), fino a quando le dinamiche stratosferiche potranno eventualmente essere in grado di rovesciare la situazione.
D’altro lato, la tempesta tropicale Nadine rafforzerà il ponte in pieno Oceano Atlantico, che si collega al Nord-Ovest Atlantico dove l’anomalia positiva della superficie oceanica è piuttosto vistosa ed in grado di deviare e frammentare il jetstream oltre il 75° parallelo Nord.
Come evolverà la semipermanente nord-atlantica in questo contesto? L’ipotesi più accreditata è un approfondimento di vorticità attorno alle isole britanniche, che catturerà nell'Atlantico portoghese parte della suddetta frammentazione del getto. La profondità meridiana verso Sud dell’asse della saccatura sarà molto importante per la posizione e la forza che assumerà il ridge atlantico e per l’emarginazione dell’anomalia di SST all’origine del temibile WR3 dell’Estate scorsa, confinata sempre più a distanza dal comparto europeo (come d’altronde avevamo anticipato nel precedente articolo).
Sussistono ad oggi buone possibilità di osservare una tempesta equinoziale a partire dal 23 Settembre in seguito allo spostamento di tale asse di saccatura fin verso la Spagna, preceduta da un poderoso richiamo sciroccale su Nord-Ovest e alto Tirreno per probabile blocco balcanico. In tal caso l’anomalia di SSTA di circa 2,5°C attorno all’Italia porrebbe a rischio idrogeologico alcune zone esposte all’azione sciroccale.
Col passare dei giorni (Figura 3) l’azione di blocco balcanico farà perdere smalto all’area vorticosa posizionata sull'Ovest Europa, che verrà respinta tra Atlantico portoghese ed Est Atlantico. Sull’Europa mediterranea il mese di ottobre dovrebbe iniziare con l’avanzata da Est dell’area stabilizzante.

Figura 3 – Previsione anomalie di GPT a 500 hPa: 23 – 28 settembre (sinistra) vs 29 settembre – 5 ottobre (destra)

[1] Magnani M., 2008. Un Estate a Pieno Regime… ma quale ?. InMeteo Magazine, 6, 15-18. http://issuu.com/inmeteo/docs/inmeteo-magazine-61
[2] Cassou,  and Terray, , 2005. Tropical Atlantic Influence on European Heat Waves. J. Climate, 18, 2805-11. http://journals.ametsoc.org/doi/pdf/10.1175/JCLI3506.1
[3] Mercator Ocean, Operational Ocean Forecasting – Bullettin. http://bulletin.mercator-ocean.fr/html/produits/bestproduct/welcome_fr.j…
[4] Wu, B, Wang, J, Walsh, J.E., 2006. Dipole Anomaly in the Winter Arctic Atmosphere and Its Association with Sea Ice Motion. J. Climate,  19, 210-25. http://journals.ametsoc.org/doi/pdf/10.1175/JCLI3619.1

Svolta stagionale?

Quante volte è capitato di dover scegliere all’inizio di Settembre tra un Autunno-Inverno senza Niño (e senza Niña) oppure con un Niño West-based se non proprio Modoki, cioè con anomalia negativa a largo del Perù e positiva solo sulla parte centrale?
Credo di poter affermare: mai negli ultimi 15 anni (e forse anche di più). Colgo questo aspetto mettendolo in relazione col fatto che i semestri freddi che hanno avuto anomalie in ambito ENSO molto ben orientate, non hanno mai visto un anomalia centrata sull’Italia. Puntualizzerei che un’anomalia negativa centrata sull’Italia significherebbe una sequenza continua di affondi Nord-atlantici sui meridiani centrali europei.
Inoltre, quante volte è capitato negli ultimi anni di vedere una rottura di fine Estate così traumatica con un uno-due da knock-out ??
Anche qui credo di poter dire mai, almeno negli anni duemila, se non su aree molto limitate. Siamo invece di fronte a un colpo generalizzato: dopo il primo pugno sferrato su metà territorio, il prossimo cut-off, prima o dopo, sembra prendere tutte quelle aree che hanno sofferto siccità ed afa durante l’Estate. Estate che come media complessiva sul territorio nazionale ormai si piazzerà seconda dal 1880… Sola soletta dietro al 2003.
Indagando sugli aspetti che portano il getto a collassare sull’Italia, si può osservare che i blocchi con radici ben piantate sull’Algeria e che si estendevano di quando in quando su Spagna, su Italia e sull’Est Europa (riporto da un post del mese di luglio, Fig.1), siano molto differenti da quelli che in prospettiva si piazzeranno sul centro Atlantico ad Ovest delle Azzorre (Fig.2). In Fig.1 osserviamo infatti la convergenza sul Mediterraneo occidentale del getto tropicale caldo-umido di provenienza caraibica, con il flusso molto secco proveniente dall’entroterra africano. In Fig.2 invece osserviamo la separazione completa, che avverrà una volta saldato il tripolo di alte pressioni atlantiche, tra il getto occidentale in uscita dagli USA ed il getto subtropicale dall’entroterra africano.

Figura 1 – Mappa delle linee di flusso a 200 hPa prevista da GFS00 del 14 Luglio per il 20 Luglio

A prima vista tali radici dinamiche sembrano fatte proprio di “cemento armato”, in quanto appaiono a radice bipolare, cioé alimentate dal lato subtropicale africana e dal lato Atlantico tropicale. A prima vista… naturalmente, perché se il Niño ha un po’ mollato, i principali pattern descrittivi invece non si discostano significativamente da quelli avuti in piena Estate. Di qui il punto interrogativo che ho inserito nel titolo… Alla prossima!!!


Figura 2 – Mappa delle linee di flusso a 200 hPa prevista da GFS00 del 30 Agosto per il 5 Settembre

Prime piogge autunnali

L'Estate 2012 verrà ricordata come una delle più calde di sempre, ma soprattutto come una delle più siccitose, in particolare in Pianura Padana e nelle regioni centro-meridionali dell'Italia. Agosto pare voglia chiudere comunque in bellezza, regalandoci proprio nel suo ultimo giorno precipitazioni un po' su tutto il territorio. Ieri un lungo fronte perturbato da Nord a Sud interessava l'Europa occidentale (fig. 1). Tale fronte è legato ad una profonda saccatura in quota dovuta ad una brusca curvatura ciclonica del jet-stream, ed è caratterizzato da aria piuttosto fresca proveniente dalla Groenlandia. Nella giornata di ieri la penisola era ancora sotto l'influsso di un anticiclone di origine africana, che ha regalato temperature ancora piuttosto alte per il periodo, ma già dal pomeriggio di ieri un debole fronte, che precede il fronte freddo vero e proprio, ha interessato dapprima le Alpi occidentali, riportando le temperature su valori più vicini alle medie del periodo e portando precipitazioni di carattere temporalesco su Val d'Aosta e alto Piemonte (figg. 2-3).

Figura 1 - Analisi satellitare sull'Europa rielaborata delle ore 13.30 UTC del 30-08-2012. Fonte www.sat24.com

Figura 1 – Analisi satellitare sull'Europa rielaborata delle ore 13.30 UTC del 30-08-2012. Fonte www.sat24.com

Figura 2 – Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 30/08/2012 sull'Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork

Figura 3 – Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 30/08/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork

Nella serata di ieri il fronte principale si è portato a ridosso delle Alpi occidentali, facendo nascere l'embrione di una depressione centrata sul golfo ligure. Nel frattempo il fronte precedente si è esaurito velocemente, distribuendo comunque piogge convettive sulle Alpi centro-orientali (figg 4-5). Il resto della penisola era ancora in balia delle correnti calde da Sud-Ovest, con temperature notturne che specialmente sul lato adriatico sono risultare piuttosto elevate.

Figura 4 – Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 31/08/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork

Figura 5 – Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 31/08/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork

Nella mattinata di oggi il minimo al suolo si è ben formato, e le precipitazioni, per lo più ancora di carattere temporalesco, stanno colpendo un  po' tutto il Nord e parte della Toscana (figg. 6-7). Non è facile stabilire con certezza quali saranno le aree più colpite, dal momento che entriamo in un periodo in cui i modelli mostrano livelli di stabilità della previsione che si abbassano notevolmente. DI fatto l'aria fredda a seguito del fronte entrerà piuttosto tardi nella giornata odierna, dalla porta del Rodano, per cui al momento le precipitazioni diffuse, caratteristiche dell'autunno, si presenteranno solo in un secondo momento. Al centro-sud la giornata si presenta ancora calda e soleggiata, con venti sostenuti dai quadranti meridionali e temperature piuttosto elevate nelle aree sottovento (adriatico in primis).

Figura 6 – Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 31/08/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork

Figura 7 – Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 31/08/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork

Nella serata di oggi il minimo si sposterà rapidamente verso oriente, dando l'impressione di viaggiare spedito nella direzione classica delle perturbazioni, ovvero i Balcani. In realtà vedremo poi che la saccatura con molta probabilità andrà in cut-off e si isolerà dal flusso principale in quota, spostandosi nuovamente verso Ovest. Le precipitazioni in questa fase risulteranno più deboli e irregolarmente distribuite sul territorio, ad esclusione dell'area sud-orientale (figg 8-9).

Figura 8 – Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 01/09/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork

Figura 9 – Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 01/09/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork

Il primo giorno dell'autunno meteorologico 2012 comincerà col verificarsi dell'evoluzione descritta in precedenza, ovvero la saccatura in quota comincerà ad isolarsi dal flusso principale e a spostarsi verso Ovest, così come il minimo al suolo. In questa fase l'aria fredda entrerà decisa nel Mediterraneo, apportando un calo termico deciso sul Nord Italia e le precipitazioni di origine convettiva saranno relegate al Centro-Sud (figg. 10-11). Nel corso della giornata e di quella successiva, la depressione si manterrà quasi stazionaria a ridosso del Tirreno, coinvolgendo in pieno la Sardegna, e portando alla formazione di un fronte occluso che potrebbe insistere per molte ore sul Nord, con piogge finalmente diffuse ma che in alcune aree potrebbero risultare eccessive e portare al problema opposto, ovvero ad alluvioni-lampo, dettate anche dalla estrema aridità del terreno.

Figura 10 – Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 01/09/2012 sull' Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork

Figura 11 – Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 01/09/2012 sull' Europa. Plotting by MeteoNetwork

Inferno terrestre nel futuro climatico di Hong Kong

I risultati di uno studio scientifico finanziato dai contributi pubblici di ricerca sulle politiche del Research Council Grants, condotto dai ricercatori dell’Università di Hong Kong (Department of Surveying and Geo-Informatics of the Hong Kong Polytechnic University) capitanati dal Prof. Janet Nichol prevederebbero un aumento della temperatura media dell’aria nella metropoli fino a 3-6°C da qui al 2100 e di 2-3°C entro i prossimi 30 anni.

Sul sito dell’istituto universitario, LINK , si legge che nella previsione della variazione di temperatura si è tenuto conto sia dell’effetto del riscaldamento su scala globale indotto dal cosiddetto effetto serra (proiezione ottenuta attraverso l’utilizzo degli oramai noti modelli climatici globali) sia dell’impatto a scala locale dell’urbanizzazione ritenuta responsabiledella creazione di un microclima conosciuto come isola di calore urbana.

Immagine 1 – A sinistra la proiezione della temperatura giornaliera nel centro di Kowloon nel 2039 e a destra la situazione attuale ricavata da rilevamenti satellitari (2009)

La variazione di temperatura per effetto di questi due fattori di natura antropica sarebbe stata analizzata in modo indipendente rispetto ai due fattori e si sarebbe stimato che l’incidenza dell’isola di calore risulterebbe pari a 0,08°C per decennio, nell’ipotesi, tra l’altro discutibile, di un tasso di urbanizzazione costante nel tempo e di intensità pari a quella attuale. Si fossero almeno ipotizzati scenari differenti dal momento che il tentativo di analizzare l’ambiente urbano e correlarlo alle dinamiche climatiche locali rappresenta l’unico punto di forza di questa ricerca poiché la maggior parte dell’incremento termico sarebbe imputabile al solito effetto serra che anche in questa occasione rappresenterebbe la forzante primaria di natura antropica in quanto collegata direttamente alle emissioni “umane” di CO2 in atmosfera. 

Nulla di nuovo sotto il sole … nella sostanza si attribuirebbe un ruolo fondamentale nelle dinamiche climatiche globali a forzanti di natura antropica piuttosto che di matrice naturale. L’ennesimo utilizzo di correlazioni statistiche, piuttosto che di casualità fisiche dimostrate, che in diverse occasioni sono state messe ufficialmente in discussione a causa di bias strumentali, legati essenzialmente alla posizione delle stazioni di rilevamento, in particolare quelle aeroportuali, e/o statistico-matematici legati ai metodi di omogeneizzazione dei dati grezzi che amplificherebbero a dismisura, sotto certe condizioni, l’intensità dei trend intercettati. Se viene messa in discussione l’intensità del trend termico è lecito attendersi che venga messa in discussione anche la relativa correlazione con il trend delle emissioni di gas ad effetto serra, con le conseguenze del caso circa queste proiezioni ultra-decadali.

Se pensate comunque nei prossimi decenni di trascorrere le vacanze durante la stagione estiva nella capitale finanziaria del globo preparatevi a trascorrere il vostro meritato riposo in un ambiente caratterizzato da una temperatura media diurna di 38°C (rispetto ai 35°C attuali) e di riposare a 31,5°C durante la notte .. un ambiente decisamente poco confortevole per la vita umana.

Ciclogenesi mediterranea nel cuore dell'estate

Il tempo atmosferico a cui stiamo assistendo in questo inizio di terza decade di luglio 2012 certamente presenta caratteristiche poco consone con la stagione estiva, soprattutto per quanto riguarda il settore meridionale della nostra penisola ove il regime termico e pluviometrico registrato assomiglia più ad un principio d'autunno piuttosto che al cuore dell'estate. In talune regioni (ad esempio Sicilia) alcune località hanno registrato record stagionali di pioggia caduta nelle 24-48 ore e temperature piuttosto fresche.

Tutto ciò per effetto di una rara configurazione barica su scala mediterranea caratterizzata da una ciclogenesi sul Tirreno meridionale originatasi a causa di un'avvezione di aria polare marittima in discesa dal nord Europa. Il contrasto termico fra la massa d'aria fredda in quota e la preesistente aria calda al suolo ha contribuito ad alimentare gli effetti meteorici su quelle zone ove si è sommato il contributo di natura dinamica (ed orografica) innescato dalla ciclogenesi.

Come era lecito attendersi, tale situazione meteorologica ha trovato un ampio riscontro mass-mediatico e come troppo spesso accade in presenza di fenomeni estremi il sensazionalismo e la strumentalizzazione hanno giocato un ruolo fondamentale nel creare un'opinione, per certi versi distorta, circa l'evento, soprattutto in fase previsionale cioè nel momento in cui si dovrebbe prestare massima attenzione nell'utilizzare aggettivi superlativi.

Se dal lato fenomenologico un evento estremo è caratterizzato dall'intensità con cui esso si manifesta non bisogna però dimenticare che tale catalogazione è funzione anche della frequenza con cui si presenta nel corso del tempo. In estrema sintesi, fenomenologia intensa ed alto tempo di ritorno (cioè bassa frequenza) rappresenta una definizione praticabile di evento estremo.

Da un punto di vista statistico, questa relazione tra intensità e frequenza può essere descritta in termini di variabilità climatica e misurata utilizzando come unità di misura la deviazione standard che esprime il grado di scostamento rispetto ad un valor medio atteso.

Qualora fenomenologia ad alta intensità tendesse a presentarsi sempre più spesso nel corso del tempo cronologico allora è come se la rarità diventasse la regola, l'estremo divenisse la norma perdendo così la caratteristica di atipicità climatologica. Allo stesso modo, qualora tale fenomenologia tendesse a rarefarsi nel corso del tempo allora essa assumerebbe connotati sempre più estremi rispetto al clima attuale.

E' in questo contesto di relatività che la situazione meteorologica di questa terza decade di luglio 2012 deve essere inserita al fine di un'analisi il più possibile oggettiva e slegata dalla percezione soggettiva e dal sensazionalismo dilagante.

Com'e' noto attraverso gli studi di climatologia dinamica, le ciclogenesi in estate risultano meno frequenti e meno importanti rispetto a quelle che si verificano nelle altre stagioni; tuttavia esse rappresentano comunque un tratto saliente del clima italiano per effetto della variabilità delle configurazioni bariche che dettano legge sul bacino del Mediterraneo.

Rispolverando un vecchio studio dell'Urbani, nel corso del decennio 1945-1954 furono rilevate 140 ciclogensi autoctone contro le 240 della stagione invernale. I mari settentrionali italiani (Tirreno ed Adriatico) presentano il maggior numero di casi riscontrati che tendono a verificarsi soprattutto durante il mese di Luglio. I settori più meridionali, invece, tendono ad ospitare ciclogenesi soprattutto nel corso del mese di giugno in misura pari al 10% del totale su scala mediterranea.

Visto il ristretto arco temporale ed il periodo storico analizzato, dalla ricerca dell'Urbani non si può certamente trarre delle conclusioni soddisfacenti circa la climatologia attuale di tali eventi anche se l'informazione essenziale è presente … le ciclogenesi mediterranee durante la stagione estiva non sono poi una configurazione così anomala come si è portati istintivamente a pensare.

Il vortice ciclonico originatosi in questo luglio 2012 rappresenta pertanto una rarità soprattutto in riferimento all'intensità dello stesso piuttosto che al suo materializzarsi nel corso del cuore estivo, rarità accentuata dal suo posizionamento latitudinale. Siamo difronte ad un evento estremo in quanto a configurazione barica ed alla frequenza di accadimento che caratterizza tale configurazione. Parlare però di eccezzionalità in senso assoluto o di segnali precursori di cambiamenti climatici epocali sembra veramente una forzatura inaccettabile.

Analizzando l'altezza media del geopotenziale della terza decade di luglio degli ultimi sessant'anni, in riferimento alla nostra penisola si riscontrano pesanti anomalie negative in differenti annate:

Immagine1 – Annate con maggior anomalia (scostamento dal valor medio atteso in riferimento al periodo 1961-2010 misurato in termini di deviazione standard) del geopotenziale a 500 Hpa in Italia durante la terza decade del mese di luglio.

Generalmente tale anomalia si presenta uniformemente distribuita in senso latitudinale differendo solamente per il grado d'intensità e ad essa non necessariamente è associata una ciclogenesi ma sicuramente tale evento rappresenta una considerevole rottura della stagione proprio durante il suo massimo splendore, cioè a circa un mese dal solstizio d'estate, periodo climatologicamente più caldo e stabile per buona parte del territorio nazionale.

Immagine2 – Animazione dei principali eventi anomali su base decadeale (annate 1966, 1973 e 2011) e giornaliera (22.07.1966, 27.07.1973 e 26.07.2011).

Anche da questa angolazione l'evento di questa terza decade di luglio 2012 rappresenta un estremizzazione della variabilità climatica ma non certamente una rarità assoluta. Infatti, analizzando il contesto climatologico in cui tali anomalie si materializzano nel cuore della stagione estiva è possibile evidenziare come in riferimento al clima del passato esse rappresentano un'atipicità (dello stesso segno) che senza soluzione di continuità caratterizza l'intero trimestre assumendo quindi caratteristica ricorrente di quel determinato clima influenzato maggiormente da un flusso atlantico più basso di latitudine rispetto ai giorni nostri. In riferimento al clima attuale, al contrario, esse rappresentano una differente faccia della stessa medaglia, cioè si inseriscono in un contesto anomalo di fondo contraddistinto da un generale aumento del geopotenziale medio causato da una prevalente disposizione in senso longitudinale delle figure altopressorie con conseguente prevalenza di anticicloni di matrice continentale rispetto a quelli di matrice oceanica intervallati da altrettante ondulazioni meridiane della corrente a getto verso sud, sempre però in un contesto generale di innalzamento latitudinale della fascia anticiclonica subtropicale in area mediterranea.

Immagine3 – Relazione tra anomalia geopotenziale a 500 Hpa 3a decade luglio e stagione estiva in riferimento al Sud Italia (LAT 36.5 – 42.1; LON 11.8 – 18.7) nel contesto del clima attuale e del passato. E' possibile osservare una tendenza verso una prevalente anomalia di segno positivo per effetto dello shift verso nord della fascia anticiclonica subtropicale in area mediterranea nel corso dell'ultimo ventennio e la totale scomparsa nel contesto del clima attuale dell'associazione tra anomalia negativa nel cuore dell'estate ed anomalia negativa dell'intera stagione (quadro giallo), sintomo che il clima estivo è mutato non certamente verso configurazioni caratterizzate da maggior incidenza del getto polare in sede mediterranea.

Emilia Romagna, un caldo inizio d'estate

La stagione estiva in Emilia Romagna è iniziata decisamente sopra le righe, all'insegna dell'anticiclone nord africano che, a più riprese, ha determinato tre distinte avvezioni di aria calda tropicale di matrice continentale nell'arco temporale di appena un mese, cioè da metà giugno fino a metà luglio.

Nonostante la massa d'aria calda si sia in parte arricchita di vapore acqueo nel suo cammino al di sopra del Tirreno, la particolare configurazione barica in seno alla quale si è diretta verso l'Appennino settentrionale ha imposto una componente mediamente meridionale del vento in quota che, impattando contro l'orografia appenninica, è risultato responsabile di un ricorrente effetto foehn che ha notevolmente seccato tale massa d'aria stazionante sul territorio regionale.

Questa caratteristica fisica dell'aria è risultata fondamentale nel raggiungimento di estremi prossimi ai 40°C soprattutto in quelle zone dove il regime delle brezze diurne è risultato pressoché nullo e dove l'elevato indice di continentalità, unitamente ad una siccità idrologica che inizia ad assumere intensità preoccupante, ha esaltato l'effetto della subsidenza anticiclonica, quindi bassa pianura emiliana (da Parma verso est), Ferrarese e zone non costiere della Romagna.

Immagine 1 – Interpolazione su base regionale degli estremi termici registrati dalla rete Meteonetwork nel corso delle tre ondate di calore di matrice nord africana. E' evidente come nel settore centro orientale della regione si sono toccati i massimi valori estremi a causa del microclima locale che tende ad esaltare maggiormente gli effetti termici delle avvezioni di aria calda di matrice tropicale continentale rispetto alle zone occidentali. Elaborazione dati a cura di Alessandro Raolil.

Questa persistente situazione (barica e termica) in quota è stata determinante nel collocare il mese di giugno al secondo posto fra i più caldi dal dopo guerra ad oggi. Ad esempio, in riferimento alla stazione meteorologica di Parma, il mese ha chiuso con una media di 25,2°C, secondo valore più elevato dell'intera serie storica in nostro possesso (cioè dal 1942), dietro solo al mostruoso valore di 27,9°C del 2003, cioè pesantemente sopra media rispetto al clima attuale (1981-2010):

22,21°C < 22,8°C < 23,39°C

Un primo consuntivo di questa estate 2012 parla molto chiaro. La prima metà della stagione (dalla prima decade di giugno alla seconda decade di luglio compresa) risulta essere la seconda più calda nel confronto con stagioni estive del passato che, a regime (cioè al 31 agosto), hanno chiuso con una media superiore a 25 °C.

Immagine 2 – Andamento termico di Parma in riferimento al clima attuale (1981-2010) e all'estate 2003 che mantiene il record dell'intera serie storica, cioè dal 1942 ad oggi.

Nonostante questo costante sopra media, per effetto della reiterazione di ondate di calore di matrice africana, questi tre eventi valutati a sé stante non risultano particolarmente intensi, se confrontati con altre ondate di calore del passato. Questo fatto, apparentemente in contrasto con il regime termico registrato, è imputabile al fatto che fra le tre onde termiche si è assistito ad un rientro verso valori meno estremi della durata di almeno 3 giorni consecutivi.

Si pensi, ad esempio, all'ondata di calore dell'agosto 2003 quando per ben 27 giorni consecutivi la temperatura massima giornaliera è sempre risultata superiore a 33 °C. Gli eventi di queste settimane, invece, hanno presentato una durata assai più contenuta che ha inciso sul valore dell'intensità.
Tralasciando l'evento iniziato il 18 luglio, in quanto catalogabile come onda pre-frontale, e considerando che l'intensità di un'ondata di calore è proporzionale alla sua durata temporale e alla temperatura registrata in quell'arco di tempo, compreso il valore estremo raggiunto, l'evento di maggior intensità (4,7 in riferimento ad una scala fra 0 e 10) di questa prima parte dell'estate 2012 è risultato essere a Parma quello fra la terza decade di giugno e la prima decade di luglio. Valore di tutto rispetto essendo la media climatologica (1981-2010) pari a 3,3.

Immagine 3 – Intensità delle ondate di calore a Parma della durata di almeno 3 giorni (esclusi quindi i pre-frontali). E visibile un trend positivo in seno alla serie storica che mette in risalto sia la maggior frequenza di questi eventi a partire dal 2000 sia la maggior intensità assunta da queste onde termiche nell'ultimo decennio (intensità media pari a 3,8).

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