Polonia: la siccità aiuta la storia

Negli ultimi mesi, le scarse precipitazioni hanno portato la Vistola, il più lungo fiume polacco, a raggiungere il suo minimo storico di portata, da quando sono iniziate le rilevazioni 200 anni fa: il letto del fiume nella città di Varsavia presenta solo qualche rigagnolo dal flusso molto debole. Questa drammatica siccità però ha dato un contributo importantissimo per storia della Polonia: dalla fanghiglia presente nel letto del fiume infatti negli ultimi giorni sono emersi degli enormi manufatti di marmo, provenienti da un carico affondato 400 anni fa.

 

 

Secondo gli archeologi, che ipotizzavano la presenza dei reperti in fondo al fiume, si tratta del carico di alcune chiatte svedesi, poi affondate, che trasportavano quanto rubato dal castello di Varsavia e da altri palazzi della città durante l’invasione del XVII secolo. Questa è la prova più importante mai scoperta riguardante l’invasione svedese in territorio polacco, affermano gli studiosi.  Il carico, che comprendeva colonne, statue, gradini e molti altri oggetti marmorei di grande dimensione, era probabilmente diretto verso Danzica, da dove gli svedesi l’avrebbero poi trasportato verso la loro terra d’origine, tuttavia le cause dell’affondamento sono ancora ignote. Nel letto del fiume poi sono stati rinvenuti ordigni inesplosi e altri reperti risalenti al periodo della seconda guerra mondiale, ma questo tipo di ritrovamenti sono molto comuni, considerato il triste passato dell’area.

 

 

“La siccità ci ha aiutato molto: cioè che era sommerso e per metà sepolto dalla sabbia ora può essere recuperato”, ha dichiarato Hubert Kowalski, vice direttore del Museo dell'Università di Varsavia. Ma ora è importantissimo rimuovere i reperti dal letto del fiume e catalogarli. Tuttavia il livello del fiume è troppo basso affinchè le gru galleggianti possano intervenire per estrarre gli enormi blocchi di  pietra dalla fanghiglia maleodorante, quindi si attende un incremento del livello per fare un balzo in avanti nelle operazioni di recupero. Un rapido incremento del fiume è atteso anche per riprendere la normale navigazione, ora gravemente limitata ma soprattutto per scongiurare la chiusura di alcune centrali elettriche che utilizzano l’acqua del fiume per i loro sistemi di raffreddamento. (foto credit: Reuters)

Fonte: Diario Meteorologico della Terra

Medio e lungo termine: Fase estiva al Sud ed Isole, piogge intense al Nord

La fase fresca  seguita dopo il passaggio  dell'ultimo transito del fronte atlantico, ha riportato le temperature nelle medie stagionali al Sud e nelle Isole, inferiori di qualche grado nel resto della Penisola.

Tuttavia all'inizio della prossima settimana vi sarà un nuovo rialzo termico, segnatamente al centro-sud e nelle Isole, a causa di una profonda saccatura Atlantica che probabilmente si isolerà nei pressi della  Penisola Iberica.

La saccatura evolverà verso est, determinando un severo peggioramento sui settori del centro-nord. Il Sud resterà sotto la protezione della cupola anticiclonica, con termiche superiori ai 27/28°C, tipicamente estivi.

Anche la tempesta tropicale Nadine avrà una sua “influenza” sulle vicende meteo italiane. Secondo alcuni modelli previsionali la tempesta tropicale ad inizio della prossima settimana potrebbe essere “agganciata” dalla profonda depressione atlantica, tra Portogallo e Spagna.

La saccatura iberica e l'Alta pressione  nord africana continueranno a “contrapporsi” fino alla fine del mese, determinando   le “vicende” meteo italiane.

Correnti sud-occidentali  porteranno a fasi alterne rovesci anche intensi al nord, specie sulle aree alpine,  zone adiacenti, e successivamente verso il centro, sopratutto la Toscana.

Solo all'inizio del nuovo mese avremo un miglioramento del tempo, con termiche in leggero rialzo, tipiche autunnali, grazie al ritorno dell'Alta pressione delle Azzorre sul comparto mediteranneo.

Il flusso atlantico non concederà ampi “spazi” alla “rediviva” Alta pressione, poichè già a partire dal 5 Ottobre potrebbe profilarsi una nuovo attacco “atlantico”, ma questa  volta con interessamento anche dei settori meridionali della Penisola.

Modelli MeteoNetwork http://www.meteonetwork.it/models/

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Fabio Porro

Emergenza siccità in alcune regioni spagnole

La siccità non vuole mollare la presa in Spagna: nel 2012 ha più volte fatto parlare di sé soprattutto nel periodo primavera/estate dove fino ai primi di Settembre numerosi sono stati i nuovi record registrati su buona parte del Paese.
Sotto l'influenza dell'anticiclone africano le piogge sono risultate molto scarse, portando i livelli di alcuni bacini fluviali a livelli molto bassi; altri invece si mantengono nella norma, grazie alle piogge degli inverni 2009 e 2010.

Tale siccità si trascina da molti mesi, dove già da Marzo 2011, è stato immesso un primo allarme. Le precipitazioni non sono state così abbondanti in primavera e l'estate ha portato con sé pochissime piogge, aggravando la situazione. Agosto 2012 è risultato il secondo più caldo dall'inizio delle rilevazioni. E Settembre sembra voler continuare sulla stessa strada con piogge scarse e temperature abbondantemente sopra la media mensile. Le precipitazioni a livello nazionale dall'1 Ottobre 2011 all'11 Settembre 2012 risultavano pari 384 mm, che sono approssimativamente tra il 35 e il 40% al di sotto della media storica di quel periodo. Valori addirittura inferiori al 50% rispetto alla media in gran parte del sud-ovest della penisola.

 


 

Dando uno sguardo alla mappa sottostante, che identifica il livello di siccità su buona parte del territorio spagnolo, si può notare come la situazione sia preoccupante in alcune zone. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Ambientali ha dichiarato che alcuni bacini sono entrati nello stato di pre-allerta, soprattutto alcuni tratti del fiume Douro, Ebro e Guadiana.

Ovviamente una mancanza di pioggia e una siccità di tali proporzioni ha portato anche a un livello di incendi molto elevati, dove un numero di ettari bruciati risulta pari a 115.000. Anche l'agricoltura ha sofferto la mancanza di pioggia, soprattutto in tutte quelle zone non irrigate.

 

 

 

Anche questo confronto satellitare, fornita dalla NASA, mette a confronto la situazione in Spagna a Marzo 2011 e a Settembre 2012, dove è facilmente riscontrabile una situazione del tutto diversa.

 

Fonte: Diario Meteorologico della Terra

Centro-nord dell'Argentina dalle piogge record

Ne avevamo già ampiamente discusso poco tempo fa sulle piogge record in alcune zone dell'Argentina (Piogge record: martoriata la provincia di Buenos Aires) ed ecco che il Servicio Meteorologico Nacional dell'Argentina ha emesso un bollettino riguardante le piogge di Agosto ma anche quelle relative alla prima decade di Settembre.

Nuove inondazioni a Buenos Aires anche nei primi giorni di settembre, che hanno portato allo straripamento di torrenti e fiumi, e provocato innumerevoli danni alle campagne con circa dieci milioni di ettari distrutti e danni che ammontano a 4.500 milioni di pesos, sia per quanto riguarda le colture sia per quanta riguarda le infrastrutture.

Le precipitazioni maggiori si sono avute in tre provincie nel centro-est del Paese: La Pampa, Buenos Aires ed Entre Rios; queste hanno ricevuto un quantitativo pluviometrico ben superiore al normale, nonostante il periodo più piovoso sia solitamente durante la primavera. In alcune città le piogge cadute hanno ormai superato il quantitativo pluviometrico medio annuale. In alcune località si sono toccati i 300 mm, valori straordinari da record, i più alti registrati in moltissimi anni di misurazioni.

Le immagini satellitari seguenti mostrano l'elevata quantità di pioggia caduta, rendendo i terreni saturi di acqua: in azzurro si osservano fiumi, laghi e zone allagate mentre le tonalità meno accese di blu corrispondo ai diversi livelli di umidità del suolo.

 

 

La tabella seguente mostra le zone che hanno fatto registrare i maggiori accumuli e tutti i nuovi record pluviometrici mensili.

 

In alcune zone centrali dell'Argentina nella prima decade di Settembre accumulate talmente tante precipitazioni che hanno già superato il quantitativo pluviometrico medio mensile. In alcune si sono registrati oltre 40 mm, in altre superati i 75 mm. A Marcos Juarez, ad esempio, si sono già accumulati 130 mm nella prima decade di Settembre. Il 6 Settembre 2012 si sono accumulati 109 mm, superando il vecchio record di 69 mm giornalieri del 9 Settembre 1992, diventando quindi il nuovo record pluviometrico giornaliero.

 

Fonte: Diario Meteorologico della Terra

Clima dell'Artico sempre più umido

L’aumento delle precipitazioni nella regione artica preoccupa gli esperti che ritengono che i cambiamenti climatici subiranno un’accelerazione e che le conseguenze saranno gravissime a livello globale. Aumento dai fenomeni meteorologici, aumento delle temperature delle acque, stravolgimenti negli ecosistemi marini e innalzamento dei livelli degli oceani, sono solo alcune delle conseguenze attese.

Xiangdong Zhang spiega che i cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo gli equilibri del Pianeta stanno rendendo il clima dell'Artico sempre più umido.

In queste zone, oltre allo scioglimento dei ghiacciai, si sta osservando come l’aria sia sempre più densa di umidità e come le precipitazioni siano aumentate (così come anche il livello dei fiumi). Dalle analisi degli scienziati, è emerso che il tasso di umidità sta aumentando del 2,6% per decennio. Questo ha comportato un aumento anche della portata dei fiumi di almeno il 2%. Sembrano percentuali irrisorie, in realtà le conseguenze di queste variazioni sono ben più gravi di ciò che si possa immaginare.

 

I fiumi artici Ob, Lena e Yenesei stanno riversando 162 chilometri cubici in più di acqua ogni anno nell’Oceano Artico rispetto al 1940. Questa quantità così elevata di acqua abbassa il tasso di salinità dei mari aumentando la temperatura in superficie e riducendo la circolazione dell’acqua nell’Oceano Atlantico. Questo provoca danni irreversibili agli ecosistemi costieri, oltre che effetti sul clima ed una maggiore erosione delle coste (Un nuovo modello per prevedere l'erosione costiera). Questi effetti sono causati dallo scongelamento del permafrost, dalla riduzione della capacità di traspirazione delle piante e dai cambiamenti su larga scala che stanno interessando le dinamiche atmosferiche a causa del riscaldamento globale.

Tutto ciò sta comportando gravi conseguenze anche a livello globale, non sono nelle zone colpite direttamente da questi fenomi, con danni alle economie dei vari Paesi, oltre che con danni ambientali di rilevante portata.

Fonte: Diario Meteorologico della Terra

Andamento dell'ITCZ nella prima decade di settembre

Ecco come promesso il solito resoconto sull'ITCZ. Tra l'1 e il 10 Settembre 2012, l'ITF (Intertropical Front) l'ITF è arretrato su tutto il fronte dopo che nell'ultima decade di agosto aveva toccato la sua posizione più a Nord di tutta la stagione estiva. Che il fronte arretrasse era già successo sia a Fine Luglio che nella seconda decade di Agosto (fatti che avevano portato a credere ad un graduale abbassamento del fronte) ma poi puntualmente ITF è sempre avanzato… quindi anche in questo caso, prima di “cantare vittoria” è bene attendere i dati della seconda decade di Settembre per vedere se effettivamente si sta andando verso l'Autunno anche da questo punto di vista!

La posizione media della porzione occidentale dell'ITF è stata posizionata approssimativamente a 19.1°N , quasi 2° in meno rispetto alla posizione precedente, e solamente 0.6° a nord della posizione media sul lungo periodo.

La posizione media della porzione orientale dell'ITF è stata posizionata approssimativamente a 15.6°N, che è di 1° gradi più a sud rispetto alla decade precedente e 0,5° gradi più a sud della posizione media climatologica. Per la prima volta da aprile quindi la parte orientale del fronte presenta una posizione inferiore rispetto alle medie climatologiche… e questo fa ben sperare 😉

La posizione anomala della ITF lungo la parte occidentale del fronte è probabilmente da attribuirsi alle piogge superiori alla media che hanno interessato  gran parte del Sahel in particolar modo la Nigeria, Burkina Faso e Mali. Di rimando invece come abbiamo visto la parte est del fronte non ha avuto significativi apporti ventosi da sud e questo ne ha favorito l'arretramento. Questo arretramento è sicuramente una delle cause del fatto che sulla nostra penisola hanno trovato modo di arrivare 2 affondi Nord-Atlantici che hanno favorito le precipitazioni viste ad inizio di settembre e quelle di questi giorni. Il Fatto che i modelli non indichino per l'Italia il ritorno dell'Africano può significare davvero che per l'ITCZ è iniziato il declino…

La figura 1 mostra la posizione attuale ITF rispetto alle posizioni climatologiche della prima decade di Settembre, e la sua posizione nella terza decade di Agosto. Le figure 2 e 3 sono una serie temporale che illustra i valori medi di latitudine delle porzioni occidentali ed orientali della ITF, rispettivamente, e le loro progressioni osservate da aprile, 2012.

 

FIGURA 1 : Posizione ITCZ prima decade di Settembre (fonte: http://www.cpc.ncep.noaa.gov)

 

Ecco gli scostamenti rispetto ai mesi precedenti

 

FIGURA 2: Andamento Posizione ITCZ Occidentale  (fonte: http://www.cpc.ncep.noaa.gov)

 

 

FIGURA 3: Andamento Posizione ITCZ Occidentale  (fonte: http://www.cpc.ncep.noaa.gov)

 

Nicola Bortoletto

www.meteocaprino.it

 

Secondo assaggio autunnale

Dal punto di vista meteorologico, questo mese di Settembre sta mostrando delle caratteristiche alquanto dinamiche sul nostro paese. Infatti, dopo una settimana all'insegna della stabilità e del caldo ancora prettamente estivi, con temperature ancora oltre i 30°C di massima, attualmente un lungo fronte freddo perturbato esteso da Nord a Sud sta interessando l'Europa occidentale, dalla Scandinavia fino alla Spagna (fig. 1). Esso è legato ad una estesa area di bassa pressione centrata sul Mar di Norvegia, ed è caratterizzato da aria piuttosto fresca proveniente dalla Groenlandia, come è accaduto per la prima perturbazione del mese. La penisola è ancora sotto l'influsso di un anticiclone di natura azzorriana, che ancora per oggi regalerà temperature piuttosto alte per il periodo al Centro-Sud; già dal mattino, tuttavia, il fronte sta interessando il lato estero delle Alpi occidentali, riportando le temperature su valori più consoni alle medie del periodo e provocando precipitazioni di carattere temporalesco su Val d'Aosta e alto Piemonte (figg. 2-3). Subito si formerà il classico minimo sottovento all'altezza del Mar Ligure, ed i venti cominceranno a diventare piuttosto intensi.

Figura 1. Analisi satellitare sull'Europa delle ore 07.15 UTC del 12/09/2012 rielaborata. Fonte www.sat24.com

Figura 2. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 12/09/2012 sull'Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork

Figura 3. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 12/09/2012 sull'Europa. Plotting by MeteoNetwork

In serata il minimo ormai ben formato si sposterà sull'Italia centrale, con venti piuttosto intensi di maestrale sul Tirreno. Le precipitazioni interesseranno in questa fase Emilia Romagna e Lombardia orientale, Veneto e Friuli Venezia Giulia, soprattutto le Prealpi, con valori che potrebbero raggiungere anche le tre cifre nel Friuli Venezia Giulia. La quota neve sarà in drastico calo, e si vedrà dapprima sui 2.000 m, fino a scendere sui 1.500 m (localmente anche 1.000 m in Friuli) (figg 4-5). Altre precipitazioni generate dal fronte freddo saranno possibili sulle coste della bassa Toscana e del Lazio.

Figura 4. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 13/09/2012 sull'Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork

Figura 5. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 13/09/2012 sull'Europa. Plotting by MeteoNetwork

Domani in mattinata il minimo al suolo si porterà verso le regioni meridionali, e le precipitazioni, per lo più ancora a carattere temporalesco, colpiranno in particolare Campania, Calabria e Sicilia con il fronte freddo, mentre Romagna, Marche e Abruzzo saranno interessate dall'occlusione (figg. 6-7). Dopo il passaggio del fronte, al Nord le temperature caleranno anche di una decina di gradi rispetto alla giornata di oggi con possibilità di minime ad una cifra in gran parte della Pianura Padana. Le ultime zone che saranno abbandonate dal caldo saranno la Puglia e la Basilicata. I mari che saranno un po' ovunque mossi o agitati.

Figura 6. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 12 UTC del 13/09/2012 sull'Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork

Figura 7. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 12 UTC del 13/09/2012 sull'Europa. Plotting by MeteoNetwork

Nella serata di domani il minimo si sposterà ancora una volta verso il Tirreno, portando così la saccatura in quota con in cut-off, isolandosi dal flusso principale in quota. In questa fase le precipitazioni colpiranno un po' tutto il Centro-Sud, con la formazione di una fascia temporalesca tra Ionio e Adriatico a causa di un low level jet piuttosto caldo e umido proveniente da Sud, che potrebbe interessare marginalmente il Salento e che potrebbe causare grossi problemi alla costa albanese e greca (figg 8-9). Al Nord la giornata trascorrerà per lo più serena, con cielo blu intenso per l'aria fredda appena entrata, con minime che ancora una volta saranno piuttosto basse per il periodo. Nei giorni a seguire il cut-off rimarrà attivo al Sud per altre 24-48 ore, esaurendosi per l'arrivo di un anticiclone di origine oceanica che permetterà al territorio di assestarsi senza problemi di natura idrogeologica.

Figura 8. Pressione al livello del mare (linee bianche), altezza di geopotenziale a 500 hPa (colori) previsti dal modello GFS per le 00 UTC del 14/09/2012 sull'Europa. Presenti anche i fronti al suolo. Plotting by MeteoNetwork

Figura 9. Precipitazioni accumulate in 6 h previste dal modello GFS per le 00 UTC del 14/09/2012 sull'Europa. Plotting by MeteoNetwork

L'inverno riappare in Nuova Zelanda con neve e gelo diffuso

Come annunciato in un breve articolo (Neve e vento gelido in Nuova Zelandala Nuova Zelanda sta affrontando un’intensa parentesi invernale, con freddo e neve che la fanno da padrone su vaste aree del Paese soprattutto nell’isola Sud, dove alcune segnalazioni riferiscono di nevicate sulle spiagge, ma senza accumuli. Questa mattina le nevicate hanno causato forti disagi nelle scuole e nella circolazione stradale e gli allevatori stanno prendendo le dovute precauzioni per proteggere agnellini appena nati da questa invernata tardiva, così come i coltivatori stanno subendo danni considerevoli avendo già iniziato l’attività agricola.

Queenstown e Dunedin sono tra i centri più colpiti, la neve infatti copre abbondantemente la periferia collinare di Dunedin, il che ha costretto le scuole ad iniziare le lezioni con ritardo per permettere agli studenti di raggiungere le sedi. Anche i voli hanno subito cancellazioni e ritardi: un volo da Melbourne è stato dirottato verso Auckland a causa del maltempo, mentre un volo da Auckland, e due voli da Christchurch sono stati cancellati. Come annunciato anche il vento ha creato numerosi problemi: i vigili del fuoco hanno ricevuto decine di chiamate durante la notte a Invercargill e in altre parti di Southland dai residenti che  hanno avuto i tetti danneggiati dalle forti raffiche.

 

Anche la circolazione stradale è pesantemente compromessa, specie sulla Rimutaka Road, sulla Hill Road, sul Lewis Pass, Arthurs Pass e Lindis Pass. Sulla Desert Road potrebbero accumularsi 20 cm sopra gli 800 metri e 5-15cm a 600 metri. Nevicate abbondanti sono ancora attese su Fiordland, Southland e Otago, le previsioni del servizio meteorologico stimano accumuli significativi nelle zone a nord di Canterbury oltre i 400 metri da questo pomeriggio fino alla mattina domani, e a Wairarapa oltre i 500 metri.

 

Il fronte che si sta spostando velocemente verso nord, ma lascerà alle sue spalle altre 48-72 ore di freddo intenso, portando gelate diffuse.

 

Fonte: Diario Meteorologico della Terra

Uganda sotto scacco a causa delle alluvioni e inondazioni

Continuano le alluvioni soprattutto nel nord dell'Uganda, dove le piogge hanno distrutto case, raccolti, strade e ponti e costretto almeno 15.000 persone a lasciare le loro case. I distretti di Acholi Agago, Kitgum, Pader Lamwo sono i più colpiti; Solo ad Agago è stato segnalato che un totale di 3.492 persone sono state duramente colpite dalle inondazioni con circa 13.000 ettari di coltivazioni sommersi dall'uscita di fiumi e torrenti.

Il ministro di Stato dell'Uganda ha sottolineato che la situazione è preoccupante non solo per la mancanza di cibo, ma anche per il possibile sviluppo di un focolaio per quanto riguarda alcune malattie. Ha inoltre aggiunto: “Diverse aree sono state duramente colpite dalle alluvioni, la gente sta sradicando le proprie colture alimentari dai propri terreni per la paura che quel poco del raccolto rimasto possa marcirsi. Questo potrebbe provocare un'insicurezza alimentare e una necessità di cibo nel giro di pochi mesi”.

Strade impraticabili hanno ostacolato l'accesso ad alcuni dei centri di trattamenti per i pazienti affetti da malattie.

 

Il capo dello Stato ha aggiunto: “Stiamo lavorando con i ministeri della salute,dell'agricoltura e dell'ambiente per rispondere a tale situazione, a breve invieremo beni di prima necessità come medicinali e disinfettanti per prevenire focolai di eventuali malattie”.

Le regioni limitrofe, come Karamoja, Lango e Teso sono state nuovamente colpite dalle piogge, iniziate ai primi di luglio e aumentate d'intensità alla fine di agosto. Le inondazioni hanno colpito anche la riapertura delle diverse scuole.

 

Fonte: Diario Meteorologico della Terra

Estate 2012: la seconda più piovosa nel Regno Unito

Mentre in moltissime zone, non solo d'Europa, ma anche d'America, l'Estate 2012 è stata caratterizzata da temperature ben oltre la media e da una siccità eccezionale, il Regno Unito ha sperimentato una delle estati più piovose dall'inizio delle rilevazioni: infatti si sono registrati 366.8 mm di pioggia, che vengono solo dopo ai 384.4 mm dell'Estate 1912.

Questi dati recenti seguono altri record già stabiliti quest'anno: il primo, che è stato stabilito ad aprile 2012 (come aprile più piovoso di sempre), ed il secondo record, che vede il periodo compreso tra aprile e giugno come il più povoso registrato nel Regno Unito.

Agosto 2012 sembra destinato a essere il più secco e più soleggiato dei tre mesi estivi in tutto il Regno Unito, con 105,5 millimetri di pioggia fino al 29 agosto e 140 ore di sole registrate fino al 28 agosto. Agosto 2012 ha una temperatura media di 15,7°C ed è in questo mese che si colloca il giorno più caldo fino ad ora, giorno nel quale si sono raggiunti i 32.4°C a Cavendish, Suffolk il 18 agosto 2012.

L'estate 2012 sembra però essere una delle estati più “noiose”, dal 1980, per quanto riguarda i record delle ore di sole, con appena 399 ore di sole calcolate fino al 28 agosto 2012 (mentre nel 1980 erano state registrate nel Regno Unito solo 396 ore di sole).

Per completare il quadro deludente, è stata anche un'estate relativamente fresca con una temperatura media di 14,0°C, di 0,4°C al di sotto della media a lungo termine. Nonostante ciò  si ritiene essere leggermente più calda dell'estate del 2011 che ha visto una temperatura media di soli 13,7°C.

Guardando i singoli paesi del Regno Unito, questa è destinata ad essere l'estate più piovosa secondo i dati raccolti in Inghilterra, la terza più piovosa in Galles, la nona in Irlanda del Nord, e la settima più piovosa in Scozia. Per le ore di sole invece è previsto che sia la seconda estate più “noiosa” per Inghilterra e Galles, la dodicesima in Irlanda del Nord e la sedicesima in Scozia.

Fonte: Diario Meteorologico della Terra

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