ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: MAGGIO 2011

Il mese di maggio inizia sotto l’insegna dell’instabilità, un ampio anticiclone si estende dal Polo Nord fin verso Scandinavia ed Isole Britanniche inviando aria fresca ed instabile verso l’Europa ed il Mediterraneo. Una circolazione depressionaria si forma tra Spagna e Marocco spostandosi successivamente verso est. Sul Salento, ad una iniziale fase meno instabile ne segue una, il giorno 4, con un deciso rinvigorimento dell’instabilità pomeridiana, diverse celle temporalesche scaricano rovesci di pioggia sparsi su tutto il territorio salentino e gli accumuli salgono fino ad oltre i 30 mm: Manduria 36,9mm, Lecce Idr. 35,6mm, 21,5mm Monteruga (LE), 20,4mm Lecce ovest, 19,7mm Talsano (TA), 18,9mm San Giorgio J.(TA), 17,7mm San Vito dei N. (BR), 17mm Novoli ed Ecotekne (LE), 16,6mm San Pietro V. (BR). Successivamente si instaura una fase più fresca dettata da un marginale interessamento di una circolazione instabile balcanica che invia saltuariamente gocce fredde di modesta intensità. Il giorno 9 si rinvigorisce l’instabilità ma gli accumuli, come le precipitazioni, si mantengono di modesto spessore con una media di circa 10 mm.

La seconda decade inizia con una circolazione più secca, le correnti settentrionali annuvolano localmente il cielo durante le ore più calde della giornata ma il tempo si mantiene per lo più stabile. La temperatura sale gradualmente nei giorni successivi soprattutto nei valori massimi per l’avvicinarsi di un temporaneo respiro africano da sud che il giorno 15 che fa registrare temperature vicine ai 30 gradi.
A partire dal giorno 16 il tempo cambia radicalmente: una goccia fredda si tuffa dalla valle del Rodano e percorre tutta l’Italia scaricando rovesci e temporali durante il suo passaggio. Sul Salento, dopo due giorni con qualche episodio piovoso più localizzato soprattutto nel brindisino dove sono stati superati i 50mm a Latiano e San Vito,  il giorno 18 i temporali conquistano sempre più territori giungendo all’apice dell’episodio instabile  nel primo mattino. Francesco Marasco segnala gli accumuli delle zone più colpite da un autorigenerante che, partendo dal mare adriatico, si è spinto verso W interessando tutto il Salento centro-settentrionale con tuoni di intensità incredibile. A fine episodio sono da segnalare gli 80mm a Caprarica, 60mm a Cavallino e 102mm a Lequile. 

Nei giorni successivi il tempo cerca di stabilizzarsi ma permane una situazione di stallo, un anticiclone azzorriano poco convinto lascia lo spazio a episodi di instabilità pomeridiana che si accanisce soprattutto per il medio-basso Salento, i fenomeni sono accentuati dalla particolare convergenza di brezze che interessa il territorio salentino e così, tra il 25, 26 e 27 episodi di grandine e rovesci fanno alzare gli accumuli  mensili. La situazione si mantiene simile anche per gli ultimi giorni del mese, con episodi sempre più localizzati che lasciano più spazio al sole..un sole che inizia a diventare caldo! 

maggio

Marco Fioschini
Autori: 

Staff MeteoNetwork Puglia

Analisi meteo-climatica salentina: Marzo 2012

Il mese di Marzo inizia con il segno lasciato dal suo storico predecessore, Febbraio, quando una enorme massa di aria gelida ha stazionato per diversi  giorni sull’Europa. 
Il temporaneo respiro primaverile dei primi giorni nasconde le vere intenzioni del freddo nel cercare, a partire dal giorno 5, di alzare nuovamente la voce. Un impulso freddo distaccatosi dall’enorme lago gelido presente su Russia ed Est Europa si tuffa dalla porta del Rodano il giorno 6 contribuendo ad un abbassamento delle temperature ed un deciso aumento dell’instabilità. 
Dal giorno 6 al 10 il Salento vive giornate parzialmente instabili accompagnate da piovaschi ed episodi temporaleschi, in particolare il giorno 6, quando i cumulonembi hanno scaricato localmente accumuli di moderato spessore come il caso di Squinzano con 28,5 mm di pioggia. 

La seconda decade libera correnti secche settentrionali dopo il transito degli ultimi episodi instabili in attesa dell’incalzante anticiclone azzorriano. 
Dal giorno 15 le giornate sul Salento passano sotto il fresco sole di Marzo, le temperature minime si abbassano fino a toccare valori prossimi allo 0, mentre le massime, contenute, intorno ai 10 gradi.
 Il giorno 19 un cut-off si isola tra Francia, Spagna e Nord Italia richiamando correnti meridionali.
 Lecce, Brindisi, Taranto e provincia vedono le colonnine di mercurio alzarsi gradualmente toccando valori primaverili.

L’ultima decade inizia sicuramente mite, le massime arrivano a toccare 16-17 gradi. 
Per un cambiamento bisogna aspettare il 25 quando un abbassamento di pressione favorisce infiltrazioni di aria fresca ed instabile accompagnata da locali piovaschi.
I fenomeni si mantengono molto localizzati e di modesta entità. La situazione non cambia fino al termine del mese. 
allegato-marzo corretto
Marco Fioschini
Autori: 

Staff Meteonetwork Puglia

Analisi meteo-climatica salentina: Febbraio 2012

Il mese di Febbraio inizia con un incredibile massa d’aria fredda di origini siberiane ormai alle porte dell’Europa. Il Burian sbatte sulle Alpi aggirandole dalla Valle del Rodano, formando così una depressione sui mari occidentali italiani in lento movimento verso est – s/e. Il Salento viene interessato da un passaggio perturbato il giorno 1 a suon di piogge e temporali, accompagnati da vento sostenuto. 

 Nei giorni 3 e 4 si assiste al graduale abbassamento di latitudine dell’aria fredda, nel frattempo la depressione si intensifica e guadagna passi verso est; il giorno 4 è sul basso tirreno e nella penisola salentina si fa sentire: vento, temporali e grandine accumulano a Squinzano 28.4 mm.
Non è finita qui. L’aria fredda fa un giro davvero molto ampio attraversando Europa centro-settentrionale, parte dell’Italia, Spagna e Nord Africa. Il Sud Italia rimane linea di demarcazione tra l’aria fredda e quella più mite mediterranea ed una nuova intensa depressione non tarda a formarsi.

Dal giorno 6 al giorno 8 si assiste alla formazione di una depressione nord africana con movimento verso la Grecia. Il passaggio causa nuovi fenomeni temporaleschi su tutto il Meridione mentre il Centro – Nord è alle prese con l’emergenza neve.

La seconda decade inizia con il freddo che cerca di avvolgere il Sud Italia ma lo fa solo in parte, già dal giorno 11 le temperature sul Salento sono destinate ad aumentare causa un nuovo impulso freddo in tuffo dalla Valle del Rodano e nuove piogge il giorno 12. Proprio in questo periodo si registra l’eccezionale nevicata sulla capitale.

Nei giorni successivi l’asse del freddo cambia proponendosi maggiormente su binari meridiani, in questo modo il Salento potrà beneficiare di refoli freddi di una configurazione storica ormai “morta”, senz’altro si potrà apprezzare qualche valore minimo vicino allo 0.

La terza decade vede il graduale riassorbimento del freddo stagnante ormai da quasi un mese sull’Europa, iniziano ad aumentare le temperature in attesa di un impulso artico il giorno 21. La goccia artica percorre Francia, Sardegna e Nord Africa, in quest’ultima zona si scava una depressione in movimento verso n/e. Il giorno 22 è sulla Sicilia. Il Salento vedrà giorni instabili, piogge sparse fino al 23 quando la situazione migliorerà. La fine del mese sarà anticiclonica con qualche insidia da est che al massimo farà alzare un po’ di vento.

allegato febbraio2012

Marco Fioschini

Autori: 

Staff Meteonetwork Puglia

Analisi meteo-climatica salentina: Gennaio 2012

Nel mese di gennaio l’inverno sul Salento, come in tutta Italia, tarda ad arrivare. Una forte depressione con centro sull’Islanda spedisce aria mite e stabile sulle nostre zone.  La penisola salentina respira tepori quasi primaverili con valori massimi sui 15 gradi. La situazione cambia a partire dal giorno 4 quando una prima ondulazione fa da apri-strada ad un affondo corposo, aria fredda nord atlantica si riversa sull’Italia dalla porta della Bora. Si prepara un calo pressorio di notevole intensità accompagnato da forti fenomeni. 
Il giorno 6 sono diverse segnalazioni di utenti salentini riguardo a raffiche di vento vicine ai 70 km/h insieme a locali danni, pioggia impetuosa accompagnata da grandine, pressione che scende fino a toccare valori vicini ai 980 hpa.
La depressione si sposta verso la Grecia accompagnata per il resto della prima decade da uno sferzante vento con asse Nord/Sud e lieve instabilità, abbassando le temperature.
La seconda decade parte con l’invadenza anticiclonica, un campo di alta pressione porta nuovamente stabilità in tutta Italia ma una nuova onda di Rossby inizia a formarsi a partire dal 13. Si isola una circolazione fredda su Russia ed est Europa che lambisce molto marginalmente il sud/est italiano. Sul Salento i fenomeni sono davvero di scarso rilievo, solo da segnalare valori minimi prossimi agli 0 gradi, in alcune zone negativi, dal 16 a 18 Gennaio. Gli ultimi giorni della seconda decade vedono una nuova ripartenza anticiclonica da ovest, l’anticiclone delle Azzorre vuole imporre la sua forza e le temperature aumentano.
Il getto prova ad ondularsi con scarso risultato, la terza decade inizia con l’anticiclone forte in zona spagnola che interessa soprattutto il lato occidentale italiano ed un altro campo di alta pressione, di natura fredda, in zona russa. I primi movimenti interessanti iniziano dal 25 quando il legame tra i due anticicloni costituisce una forte azione di blocking alle correnti atlantiche, un ponte lungo il quale farà da spartiacque tra l’aria più mite atlantica e l’aria più fredda in discesa verso il Mediterraneo, da latitudini molto settentrionali. Il giorno 26 si scava una depressione sulla Grecia in movimento veloce verso est, il Salento è interessato da piovaschi di scarso rilievo accompagnati da un certo abbassamento delle temperature : le massime non superano i 10 gradi.
Il giorno 29 un’interferenza atlantica “buca” il ponte anticiclonico che si ricostruisce alla sue spalle. Si scava una depressione sul Mediterraneo occidentale e vengono regalati altri mm sulla penisola salentina. Accumuli modesti di ca. 10 mm. Inizia a modellarsi una configurazione storica, l’anticiclone russo si espande giorno dopo giorno verso l’Europa insieme al suo carico di aria fredda proveniente dai serbatoi più freddi del pianeta. E’ l’inizio di una fase di intenso gelo per l’Italia dove, però, il Salento rimarrà costantemente ai margini. 
Allegato-gennaio
Marco Fioschini
Autori: 

Staff Meteonetwork Puglia

Clima pugliese: cronostoria della -5° a 850hPa

La frequenza di determinate isoterme al livello isobarico di 850 hPa (circa 1500m di quota) non è certamente il solo parametro di valutazione della magnitudo di un inverno ma può divenire un importante indizio qualora la ricerca si estendesse ad altre variabili. La presenza di isoterme inferiori ai -5°C può essere comunque visto come un marker infallibile nell’individuare avvezioni di masse d’aria polari o artiche alle nostre latitudini. 
Lo studio non offre però indicazioni circa il numero di irruzioni ne tantomeno la loro durata e gli effetti prodotti al suolo, strettamente legati alla circolazione atmosferica a tutte le quote ed alla tipologia della massa d’aria.  Fatte le dovute premesse il lavoro da me svolto ha riguardato l’analisi  della serie storica di radiosondaggi effettuati sulla verticale di Brindisi (1974-2010) e le re-analisi delle carte isobariche ad 850 hPa prodotte da Wetterzentrale (1948-1973).  Il parametro oggetto di studio è appunto la temperatura riferita alla superficie isobarica di 850 hPa presente alle ore ??UTC di ogni giorno della serie. I valori sono stati suddivisi in tre classi (-5/-7.5°C, -7.5/-10°C, inferiore a -10°C) e ordinati nelle relative tabelle.
L’intento di questa ricerca è quello di provare a rispondere in modo scientifico al sentimento soggettivo dell’opinione pubblica che ormai crede che “non esistano più gli inverni di una volta”.


A partire dal 1° Gennaio 1948, ovvero da quando sono disponibili le re-analisi di Wetterzentrale, fino al 31 dicembre 2010,  abbiamo registrato 599 giorni con temperatura a uguale o inferiore a -5° ad 850 hPa.
Tra le curiosità rivelatesi in questo studio spicca l’anno 2006 con l’episodio più precoce, precisamente il 4 novembre; invece l’anno con l’episodio più tardivo è il 1956 (9 aprile), che batte per un solo giorno il 2003 (il memorabile 8 aprile).
L’anno in cui si sono registrate più irruzioni fredde è il 2003 (24), seguito dal 1991 (22) e dal mitico 1987 a pari merito di 20 episodi col 2005. Come si può ben notare dal grafico, gli anni con più episodi sono circoscritti agli ultimi 2 decenni. Di contro, l’anno con meno episodi è il 1989 (0), seguito dalle annate 1951-1974-1990-1991 (1).
Per ben 33 volte (sempre a partire dal 1974) la temperatura è scesa sotto i -10° a 850 hPa (per ben 4 volte nel 1987 e nel 2004); il numero di episodi con temperature comprese tra i -7.5° e i -10.0° è  di 84; come ampiamente prevedibile, il numero maggiore di episodi si è registrato con temperature comprese tra i -5.0° e i 7.5° (246).
Analizzando il numero di eventi per mese, possiamo subito renderci conto che il mese con maggiore ricorrenza è senza dubbio febbraio (206), seguito da gennaio (177) e marzo (112), poi dicembre (77),novembre (22) ed infine aprile (5).
numero episodi totali
Scendendo nel dettaglio delle decadi possiamo affermare che il periodo più propizio per avere temperature uguali o inferiori ai -5° a 850 hPa risulti la 2° decade di febbraio (86), seguito dalla 1° decade di febbraio (70) immediatamente davanti alla 3° decade di gennaio  (69), poi abbiamo la 1° decade di marzo (63), la 2° decade di gennaio (56), la 1° decade di gennaio (52),  la 3° decade di febbraio (50) e cosi via.
Dall’analisi complessiva dei dati posso esprimere una valutazione conclusiva e quindi affermare che il numero di episodi con temperature a 850 hPa uguali o inferiori a -5° ad 850 hPa nel periodo 1948-2010 mostri un trend in salita. In particolare, la media 1948-2010 è di 9,52 eventi per anno, mentre la media dell’ultimo decennio si attesta a 11,7  giorni/anno, valore ben superiore rispetto alla media!
Tengo a precisare che i radiosondaggi, che ci permettono di misurare le temperature alle varie quote dell’atmosfera, registrati nell’area di Brindisi, sono iniziati a partire dal 1974, pertanto tali informazioni puntuali sono state utilizzate solo a partire da tale annata.
Sicuramente, però, anche in assenza del radiosondaggio, possiamo affermare con sicurezza che il giorno in cui si è verificata la temperature più bassa a 850 hPa è il 14 gennaio 1968, con una temperatura inferiore ai -15°. La temperatura più bassa effettivamente registrata da un radiosondaggio è, invece, -13.3° il  13 febbraio 2004.
Ringrazio per la collaborazione Valerio Convertini  (Valeloco), Fabio Dioguardi (Fabio Volcano), Francesco Paolo Barile ed il mio amico Davide Argentiero.

Fonti dati:

Mappe di re-analisi di Wetterzentrale


Alessio Lamura
Autori: 

Staff MeteoNetwork Puglia

Analisi meteo-climatica salentina: Dicembre 2011

Il mese di dicembre inizia con l’anticiclone ben saldo sul Mediterraneo, il vortice polare è in gran forma, sul Salento non si respira proprio aria autunnale. Nei giorni successivi il fronte polare tenta di abbassarsi di latitudine, almeno temporaneamente, producendo però pochi effetti significativi se non il passaggio di corpi nuvolosi accompagnati da scarsi e locali piovaschi in un contesto più umido dominato dalle correnti occidentali. 
La decade si chiude assaporando aria quasi primaverile, le correnti da sw trasportano aria mite sull’Italia e al Sud si toccano valori tra i +5 e i +7 a 850 hpa. 

La seconda decade inizia come la prima: intensa circolazione depressionaria nord atlantica che spiana l’anticiclone alle medie e basse latitudini. Il getto è davvero poco ondulato e consente solo il transito saltuario di modesti ammassi nuvolosi. La situazione inizia a sbloccarsi a partire dal 17 quando un rallentamento delle vorticità produce un affondo di aria fredda artico-marittima.
 Un classico scambio meridiano che quantomeno aiuta l’ abbassamento delle temperature. Sotto l’aspetto precipitativo poco da segnalare, le piogge durante il passaggio del fronte sono veloci consentendo accumuli modesti.
 Tra il 19 ed il 20 la circolazione fredda si approfondisce grazie alla formazione di un minimo che dall’Italia centrale si porterà verso la Grecia. 
Durante il suo passaggio si attiva l’ASE (Adriatic snow effect), diverse zone montuose e di alta collina pugliese vengono interessate da rovesci di neve. Il Salento potrà beneficiare solo di precipitazioni deboli, ovviamente sotto forma di pioggia.

La terza decade parte incerta, resiste una circolazione depressionaria in definitivo spostamento verso i Balcani. Il tempo si mantiene ventoso, mediamente freddo e con scarsi fenomeni. Successivamente e per tutti i giorni che accompagnano la fine del mese il pattern dominante è l’EA+ : l’anticiclone si stende lungo i paralleli convogliando però aria più fresca di origine orientale che aiuta a mantenere i valori di temperatura nella media del mese.



allegato dicembre
Marco Fioschini
Autori: 

Staff Meteonetwork Puglia

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: APRILE 2011

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: APRILE 2011

Il mese di aprile si apre sotto l’insegna della stabilità: dopo un inverno da indeciso, il vortice polare sembra acquisire un po’ di vigore perduto, la sua azione ciclonica tra Groenlandia e Atlantico settentrionale costringe un promontorio alto pressorio a dirigersi verso il mediterraneo costituendo la più classica figura di EA+. 

La prima decade trascorre senza scossoni, solo nel giorno 6 un temporaneo cedimento da est causa il veloce passaggio di un nucleo freddo soprattutto al Centro Sud Italia, sul Salento solo locali piovaschi in un contesto nuvoloso e con forte vento da nord. 
Dopo il giorno 6 l’anticlone si intensifica ulteriormente con centro sulla Spagna disponendosi però con asse longitudinale. 
Ad inizio della seconda decade l’anticiclone inizia a perdere colpi e a ritirarsi, verso nord est su territori russi si forma lago di aria fredda che prepara  il cammino verso l’Italia. 
Il giorno 14 si sentono i primi effetti termici soprattutto sulle regioni adriatiche con un abbassamento di temperatura consistente rispetto ai giorni scorsi. 
L’affondo freddo genera il giorno 16 una depressione che dalla Sicilia si sposta verso est in direzione dello Jonio dove il 17 causa un peggioramento su tutto il Salento ma in special modo la parte meridionale: Santa Maria di Leuca a fine giornata registra ben 60 mm di pioggia a differenza delle parti più settentrionali salentine con accumuli medi tra i 5 e i 20 mm. 
Dopo l’allontanamento della depressione il tempo tende nuovamente a stabilizzarsi.
Nell’ultima decade mensile il pattern tende a modificarsi, affondi atlantici si dirigono verso la penisola iberica e di risposta aumenta la pressione su tutto il Mediterraneo centro-orientale ma a partire dal giorno 24 una depressione più intensa inizia a scavarsi tra Marocco e Africa settentrionale nel tentativo, poi riuscito, di scardinare il dominio anticiclonico. 
Dal giorno 26 l’instabilità aumenta su tutto il territorio salentino con diversi passaggi nuvolosi che si accompagnano fino al 28 ed i primi più interessanti episodi temporaleschi della stagione. 
Gli accumuli sono irregolari e variano a seconda delle zone colpite ma comunque dai 10 ai 30 mm eccetto casi isolati. L’instabilità pomeridiana si prolunga anche per gli ultimi due giorni del mese con la persistenza di aria fresca in quota su tutta l’Italia.
aprile allegato
Marco Fioschini
Autori: 

Staff MeteoNetwork Puglia

Analisi meteo-climatica salentina: Novembre 2011

I primi giorni di Novembre vedono una circolazione depressionaria tra Atlantico settentrionale e Isole Britanniche che spalma l’anticiclone sul Mediterraneo. 
La situazione inizia a sbloccarsi dal giorno 5 quando una profonda saccatura si affaccia dalla Spagna attivando correnti molto umide e miti da Sud su tutta l’Italia. Saranno i primi segnali del disastro ligure, l’alluvione che colpirà Genova con oltre 500 mm di pioggia.

Il giorno 6 si forma un fronte temporalesco che attraversa quasi tutto il meridione da S/W verso N/E  sfiorando  solo il Salento, interessato successivamente da apporti umidi provenienti dallo Jonio che hanno provocato rovesci di modesta intensità.
La saccatura spagnola ormai è una depressione attiva nel tratto di mare tra Francia e Sardegna, bloccata nel suo movimento verso est da una forte fascia anticiclonica che si estende dai Balcani fin verso la Scandinavia. Questo ne crea il suo ulteriore approfondimento in loco diventando un vero e proprio TLC con raffiche di vento oltre i 100km/h sulle zone costiere francesi. Sul Salento la situazione è molto più tranquilla, ma instabile: fino al giorno 10 ci saranno diverse occasioni per rovesci localizzati, tuttavia senza accumuli di rilievo.

La seconda decade inizia con uno SCAND+ decadente che acquista una solida radice africana; questa volta il blocking si forma ad ovest e le correnti orientali sono libere di interessare il settore adriatico e meridionale italiano. Sul Salento, più che un calo deciso delle temperature, non c’è molto altro da segnalare. Il prosieguo della decade non vede nulla di sostanzioso o di tipicamente “autunnale” con un discreto campo anticiclonico che accompagna il prolungarsi di giornate anonime dal punto di vista dei fenomeni atmosferici.

L’ultima decade mensile prova a dare uno scossone all’autunno: il giorno 21 una depressione si approfondisce sul Marocco muovendosi verso N/E. Il 22 le prime deboli piogge cadono sul Salento che intensificheranno in nottata diventando rovesci. Francesco Marasco segnala accumuli di 78mm a Monteruga, 48mm Avetrana, 51mm Manduria, 55mm San Pancrazio S., 61mm Latiano nella mattina del 23. La situazione andrà migliorando gradualmente nei giorni successivi con gli ultimi sussulti il giorno 24, il mese chiuderà con una nuova fase anticiclonica.

allegato-novembre
Marco Fioschini
Autori: 

Staff Meteonetwork Puglia

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: MARZO 2011

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: MARZO 2011


Il mese di Marzo inizia all’insegna dell’instabilità con forti pioggia.

Un nucleo di aria fredda è isolato sul Mediterraneo occidentale, schiacciato da un forte ponte alto pressorio che si estende dalle Azzorre fin al cuore della Russia lanciando nuclei di aria fredda ed instabile su tutta l’Europa centro-meridionale.

Il Giorno 1 e 2 il Salento viene interessato da corposi ammassi nuvolosi, anche temporaleschi, provenienti da una depressione che si è strutturata tra Nord Africa e Isole Maggiori.

A più riprese la pioggia cade e gli accumuli sono abbondanti, variano dai 50 mm agli oltre 70 mm del golfo di Taranto e zone limitrofe, spesso le più interessate da questo tipo di peggioramento.

A partire dal giorno 3 si assiste ad un graduale temporaneo miglioramento del tempo sotto il profilo precipitativo, il nucleo freddo viaggia in modo retrogrado verso la Spagna e Atlantico ma un’altra depressione africana nel frattempo è decisa ad avvicinarsi al Sud Italia.

Il giorno 5 e 6 un altro peggioramento interessa il Salento, un corpo nuvoloso pullulante di celle temporalesche sferza vento e pioggia, tra  40 e 60 mm in 2 giorni; è l’inizio di un nuovo cambiamento.

Mentre il nucleo freddo di cui discutevamo prima continua il suo viaggio verso occidente, il ponte anticiclonico inizia a cedere costituendo una rimonta alto pressoria tra Spagna, Francia ed Europa centrale. 

Si prepara l’azione del freddo russo che con un colpo di coda riesce a far sentire l’ultimo profumo dell’inverno 2010-2011, l’irruzione destinata a Grecia ed est europeo interessa marginalmente anche il meridione, soprattutto adriatico. Il giorno 7 la penisola salentina riesce a vedere i primi distinti fiocchi di una sfortunata stagione, fiocchi che non riescono a generare accumuli per fattori termici.

Il giorno 8-9 si assiste ad un graduale allontanamento del polo freddo con minime vicine allo 0.

L’inizio della seconda decade vede un’intensificazione del vortice polare e del regime di alta pressione sull’Italia con l’inizio dei primi affondi atlantici verso Spagna e Azzorre: questo tipo di pattern segna l’arrivo dell’aria calda dal Nord Africa, siamo lontani ormai dalle fioccate di pochi giorni fa,  si instaura il libeccio forte e tiepido.

Quasi tutta la seconda decade vede il Salento sotto il forte vento dai quadranti meridionali con alcuni passaggi instabili di poco conto dato che gli accumuli, irrisori, si avvicinano al millimetro.

Sullo scacchiere europeo tra il 18-19 Marzo, l’area depressionaria prima sulla Spagna si sposta gradualmente verso est lasciando spazio ad un aumento pressorio su tutta l’Europa occidentale mentre aumenta l’instabilità sull’Italia meridionale ed adriatica, lo scirocco lascia spazio a più frizzanti correnti settentrionali.

L’ultima fase mensile si apre con più instabilità ma discreti accumuli, il giorno 21 debole instabilità interessa la penisola salentina, gli accumuli si mantengono al di sotto dei 10 mm prima di un aumento pressorio che, gradualmente, riporta la stabilità almeno fino al giorno 28.

In questa fase un potente anticiclone dalla Gran Bretagna si estende fin verso l’Europa centrale successivamente posizionando i suoi massimi sull’Italia ma si tratta comunque di un periodo temporaneo.

Come anticipato il precedenza, il giorno 28 ritorna l’instabilità sul Salento merito di un cavo atlantico da ovest che farà cedere nuovamente la pressione senza fenomeni di rilievo.

Il mese di Marzo, come spesso accade, si è dimostrato estremamente variabile con una faccia prima invernale poi primaverile. In pochi giorni si è passati dal veder la neve scendere dal cielo al forte libeccio con minime oltre i 10 gradi. Gli accumuli maggiori si sono registrati nei primi giorni del mese.

marzo copia


Marco Fioschini

Autori: 

Staff MeteoNetwork Puglia

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