Clima pugliese: cronostoria della -5° a 850hPa

La frequenza di determinate isoterme al livello isobarico di 850 hPa (circa 1500m di quota) non è certamente il solo parametro di valutazione della magnitudo di un inverno ma può divenire un importante indizio qualora la ricerca si estendesse ad altre variabili. La presenza di isoterme inferiori ai -5°C può essere comunque visto come un marker infallibile nell’individuare avvezioni di masse d’aria polari o artiche alle nostre latitudini. 
Lo studio non offre però indicazioni circa il numero di irruzioni ne tantomeno la loro durata e gli effetti prodotti al suolo, strettamente legati alla circolazione atmosferica a tutte le quote ed alla tipologia della massa d’aria.  Fatte le dovute premesse il lavoro da me svolto ha riguardato l’analisi  della serie storica di radiosondaggi effettuati sulla verticale di Brindisi (1974-2010) e le re-analisi delle carte isobariche ad 850 hPa prodotte da Wetterzentrale (1948-1973).  Il parametro oggetto di studio è appunto la temperatura riferita alla superficie isobarica di 850 hPa presente alle ore ??UTC di ogni giorno della serie. I valori sono stati suddivisi in tre classi (-5/-7.5°C, -7.5/-10°C, inferiore a -10°C) e ordinati nelle relative tabelle.
L’intento di questa ricerca è quello di provare a rispondere in modo scientifico al sentimento soggettivo dell’opinione pubblica che ormai crede che “non esistano più gli inverni di una volta”.


A partire dal 1° Gennaio 1948, ovvero da quando sono disponibili le re-analisi di Wetterzentrale, fino al 31 dicembre 2010,  abbiamo registrato 599 giorni con temperatura a uguale o inferiore a -5° ad 850 hPa.
Tra le curiosità rivelatesi in questo studio spicca l’anno 2006 con l’episodio più precoce, precisamente il 4 novembre; invece l’anno con l’episodio più tardivo è il 1956 (9 aprile), che batte per un solo giorno il 2003 (il memorabile 8 aprile).
L’anno in cui si sono registrate più irruzioni fredde è il 2003 (24), seguito dal 1991 (22) e dal mitico 1987 a pari merito di 20 episodi col 2005. Come si può ben notare dal grafico, gli anni con più episodi sono circoscritti agli ultimi 2 decenni. Di contro, l’anno con meno episodi è il 1989 (0), seguito dalle annate 1951-1974-1990-1991 (1).
Per ben 33 volte (sempre a partire dal 1974) la temperatura è scesa sotto i -10° a 850 hPa (per ben 4 volte nel 1987 e nel 2004); il numero di episodi con temperature comprese tra i -7.5° e i -10.0° è  di 84; come ampiamente prevedibile, il numero maggiore di episodi si è registrato con temperature comprese tra i -5.0° e i 7.5° (246).
Analizzando il numero di eventi per mese, possiamo subito renderci conto che il mese con maggiore ricorrenza è senza dubbio febbraio (206), seguito da gennaio (177) e marzo (112), poi dicembre (77),novembre (22) ed infine aprile (5).
numero episodi totali
Scendendo nel dettaglio delle decadi possiamo affermare che il periodo più propizio per avere temperature uguali o inferiori ai -5° a 850 hPa risulti la 2° decade di febbraio (86), seguito dalla 1° decade di febbraio (70) immediatamente davanti alla 3° decade di gennaio  (69), poi abbiamo la 1° decade di marzo (63), la 2° decade di gennaio (56), la 1° decade di gennaio (52),  la 3° decade di febbraio (50) e cosi via.
Dall’analisi complessiva dei dati posso esprimere una valutazione conclusiva e quindi affermare che il numero di episodi con temperature a 850 hPa uguali o inferiori a -5° ad 850 hPa nel periodo 1948-2010 mostri un trend in salita. In particolare, la media 1948-2010 è di 9,52 eventi per anno, mentre la media dell’ultimo decennio si attesta a 11,7  giorni/anno, valore ben superiore rispetto alla media!
Tengo a precisare che i radiosondaggi, che ci permettono di misurare le temperature alle varie quote dell’atmosfera, registrati nell’area di Brindisi, sono iniziati a partire dal 1974, pertanto tali informazioni puntuali sono state utilizzate solo a partire da tale annata.
Sicuramente, però, anche in assenza del radiosondaggio, possiamo affermare con sicurezza che il giorno in cui si è verificata la temperature più bassa a 850 hPa è il 14 gennaio 1968, con una temperatura inferiore ai -15°. La temperatura più bassa effettivamente registrata da un radiosondaggio è, invece, -13.3° il  13 febbraio 2004.
Ringrazio per la collaborazione Valerio Convertini  (Valeloco), Fabio Dioguardi (Fabio Volcano), Francesco Paolo Barile ed il mio amico Davide Argentiero.

Fonti dati:

Mappe di re-analisi di Wetterzentrale


Alessio Lamura
Autori: 

Staff MeteoNetwork Puglia

Analisi meteo-climatica salentina: Dicembre 2011

Il mese di dicembre inizia con l’anticiclone ben saldo sul Mediterraneo, il vortice polare è in gran forma, sul Salento non si respira proprio aria autunnale. Nei giorni successivi il fronte polare tenta di abbassarsi di latitudine, almeno temporaneamente, producendo però pochi effetti significativi se non il passaggio di corpi nuvolosi accompagnati da scarsi e locali piovaschi in un contesto più umido dominato dalle correnti occidentali. 
La decade si chiude assaporando aria quasi primaverile, le correnti da sw trasportano aria mite sull’Italia e al Sud si toccano valori tra i +5 e i +7 a 850 hpa. 

La seconda decade inizia come la prima: intensa circolazione depressionaria nord atlantica che spiana l’anticiclone alle medie e basse latitudini. Il getto è davvero poco ondulato e consente solo il transito saltuario di modesti ammassi nuvolosi. La situazione inizia a sbloccarsi a partire dal 17 quando un rallentamento delle vorticità produce un affondo di aria fredda artico-marittima.
 Un classico scambio meridiano che quantomeno aiuta l’ abbassamento delle temperature. Sotto l’aspetto precipitativo poco da segnalare, le piogge durante il passaggio del fronte sono veloci consentendo accumuli modesti.
 Tra il 19 ed il 20 la circolazione fredda si approfondisce grazie alla formazione di un minimo che dall’Italia centrale si porterà verso la Grecia. 
Durante il suo passaggio si attiva l’ASE (Adriatic snow effect), diverse zone montuose e di alta collina pugliese vengono interessate da rovesci di neve. Il Salento potrà beneficiare solo di precipitazioni deboli, ovviamente sotto forma di pioggia.

La terza decade parte incerta, resiste una circolazione depressionaria in definitivo spostamento verso i Balcani. Il tempo si mantiene ventoso, mediamente freddo e con scarsi fenomeni. Successivamente e per tutti i giorni che accompagnano la fine del mese il pattern dominante è l’EA+ : l’anticiclone si stende lungo i paralleli convogliando però aria più fresca di origine orientale che aiuta a mantenere i valori di temperatura nella media del mese.



allegato dicembre
Marco Fioschini
Autori: 

Staff Meteonetwork Puglia

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: APRILE 2011

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: APRILE 2011

Il mese di aprile si apre sotto l’insegna della stabilità: dopo un inverno da indeciso, il vortice polare sembra acquisire un po’ di vigore perduto, la sua azione ciclonica tra Groenlandia e Atlantico settentrionale costringe un promontorio alto pressorio a dirigersi verso il mediterraneo costituendo la più classica figura di EA+. 

La prima decade trascorre senza scossoni, solo nel giorno 6 un temporaneo cedimento da est causa il veloce passaggio di un nucleo freddo soprattutto al Centro Sud Italia, sul Salento solo locali piovaschi in un contesto nuvoloso e con forte vento da nord. 
Dopo il giorno 6 l’anticlone si intensifica ulteriormente con centro sulla Spagna disponendosi però con asse longitudinale. 
Ad inizio della seconda decade l’anticiclone inizia a perdere colpi e a ritirarsi, verso nord est su territori russi si forma lago di aria fredda che prepara  il cammino verso l’Italia. 
Il giorno 14 si sentono i primi effetti termici soprattutto sulle regioni adriatiche con un abbassamento di temperatura consistente rispetto ai giorni scorsi. 
L’affondo freddo genera il giorno 16 una depressione che dalla Sicilia si sposta verso est in direzione dello Jonio dove il 17 causa un peggioramento su tutto il Salento ma in special modo la parte meridionale: Santa Maria di Leuca a fine giornata registra ben 60 mm di pioggia a differenza delle parti più settentrionali salentine con accumuli medi tra i 5 e i 20 mm. 
Dopo l’allontanamento della depressione il tempo tende nuovamente a stabilizzarsi.
Nell’ultima decade mensile il pattern tende a modificarsi, affondi atlantici si dirigono verso la penisola iberica e di risposta aumenta la pressione su tutto il Mediterraneo centro-orientale ma a partire dal giorno 24 una depressione più intensa inizia a scavarsi tra Marocco e Africa settentrionale nel tentativo, poi riuscito, di scardinare il dominio anticiclonico. 
Dal giorno 26 l’instabilità aumenta su tutto il territorio salentino con diversi passaggi nuvolosi che si accompagnano fino al 28 ed i primi più interessanti episodi temporaleschi della stagione. 
Gli accumuli sono irregolari e variano a seconda delle zone colpite ma comunque dai 10 ai 30 mm eccetto casi isolati. L’instabilità pomeridiana si prolunga anche per gli ultimi due giorni del mese con la persistenza di aria fresca in quota su tutta l’Italia.
aprile allegato
Marco Fioschini
Autori: 

Staff MeteoNetwork Puglia

Analisi meteo-climatica salentina: Novembre 2011

I primi giorni di Novembre vedono una circolazione depressionaria tra Atlantico settentrionale e Isole Britanniche che spalma l’anticiclone sul Mediterraneo. 
La situazione inizia a sbloccarsi dal giorno 5 quando una profonda saccatura si affaccia dalla Spagna attivando correnti molto umide e miti da Sud su tutta l’Italia. Saranno i primi segnali del disastro ligure, l’alluvione che colpirà Genova con oltre 500 mm di pioggia.

Il giorno 6 si forma un fronte temporalesco che attraversa quasi tutto il meridione da S/W verso N/E  sfiorando  solo il Salento, interessato successivamente da apporti umidi provenienti dallo Jonio che hanno provocato rovesci di modesta intensità.
La saccatura spagnola ormai è una depressione attiva nel tratto di mare tra Francia e Sardegna, bloccata nel suo movimento verso est da una forte fascia anticiclonica che si estende dai Balcani fin verso la Scandinavia. Questo ne crea il suo ulteriore approfondimento in loco diventando un vero e proprio TLC con raffiche di vento oltre i 100km/h sulle zone costiere francesi. Sul Salento la situazione è molto più tranquilla, ma instabile: fino al giorno 10 ci saranno diverse occasioni per rovesci localizzati, tuttavia senza accumuli di rilievo.

La seconda decade inizia con uno SCAND+ decadente che acquista una solida radice africana; questa volta il blocking si forma ad ovest e le correnti orientali sono libere di interessare il settore adriatico e meridionale italiano. Sul Salento, più che un calo deciso delle temperature, non c’è molto altro da segnalare. Il prosieguo della decade non vede nulla di sostanzioso o di tipicamente “autunnale” con un discreto campo anticiclonico che accompagna il prolungarsi di giornate anonime dal punto di vista dei fenomeni atmosferici.

L’ultima decade mensile prova a dare uno scossone all’autunno: il giorno 21 una depressione si approfondisce sul Marocco muovendosi verso N/E. Il 22 le prime deboli piogge cadono sul Salento che intensificheranno in nottata diventando rovesci. Francesco Marasco segnala accumuli di 78mm a Monteruga, 48mm Avetrana, 51mm Manduria, 55mm San Pancrazio S., 61mm Latiano nella mattina del 23. La situazione andrà migliorando gradualmente nei giorni successivi con gli ultimi sussulti il giorno 24, il mese chiuderà con una nuova fase anticiclonica.

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Marco Fioschini
Autori: 

Staff Meteonetwork Puglia

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: MARZO 2011

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: MARZO 2011


Il mese di Marzo inizia all’insegna dell’instabilità con forti pioggia.

Un nucleo di aria fredda è isolato sul Mediterraneo occidentale, schiacciato da un forte ponte alto pressorio che si estende dalle Azzorre fin al cuore della Russia lanciando nuclei di aria fredda ed instabile su tutta l’Europa centro-meridionale.

Il Giorno 1 e 2 il Salento viene interessato da corposi ammassi nuvolosi, anche temporaleschi, provenienti da una depressione che si è strutturata tra Nord Africa e Isole Maggiori.

A più riprese la pioggia cade e gli accumuli sono abbondanti, variano dai 50 mm agli oltre 70 mm del golfo di Taranto e zone limitrofe, spesso le più interessate da questo tipo di peggioramento.

A partire dal giorno 3 si assiste ad un graduale temporaneo miglioramento del tempo sotto il profilo precipitativo, il nucleo freddo viaggia in modo retrogrado verso la Spagna e Atlantico ma un’altra depressione africana nel frattempo è decisa ad avvicinarsi al Sud Italia.

Il giorno 5 e 6 un altro peggioramento interessa il Salento, un corpo nuvoloso pullulante di celle temporalesche sferza vento e pioggia, tra  40 e 60 mm in 2 giorni; è l’inizio di un nuovo cambiamento.

Mentre il nucleo freddo di cui discutevamo prima continua il suo viaggio verso occidente, il ponte anticiclonico inizia a cedere costituendo una rimonta alto pressoria tra Spagna, Francia ed Europa centrale. 

Si prepara l’azione del freddo russo che con un colpo di coda riesce a far sentire l’ultimo profumo dell’inverno 2010-2011, l’irruzione destinata a Grecia ed est europeo interessa marginalmente anche il meridione, soprattutto adriatico. Il giorno 7 la penisola salentina riesce a vedere i primi distinti fiocchi di una sfortunata stagione, fiocchi che non riescono a generare accumuli per fattori termici.

Il giorno 8-9 si assiste ad un graduale allontanamento del polo freddo con minime vicine allo 0.

L’inizio della seconda decade vede un’intensificazione del vortice polare e del regime di alta pressione sull’Italia con l’inizio dei primi affondi atlantici verso Spagna e Azzorre: questo tipo di pattern segna l’arrivo dell’aria calda dal Nord Africa, siamo lontani ormai dalle fioccate di pochi giorni fa,  si instaura il libeccio forte e tiepido.

Quasi tutta la seconda decade vede il Salento sotto il forte vento dai quadranti meridionali con alcuni passaggi instabili di poco conto dato che gli accumuli, irrisori, si avvicinano al millimetro.

Sullo scacchiere europeo tra il 18-19 Marzo, l’area depressionaria prima sulla Spagna si sposta gradualmente verso est lasciando spazio ad un aumento pressorio su tutta l’Europa occidentale mentre aumenta l’instabilità sull’Italia meridionale ed adriatica, lo scirocco lascia spazio a più frizzanti correnti settentrionali.

L’ultima fase mensile si apre con più instabilità ma discreti accumuli, il giorno 21 debole instabilità interessa la penisola salentina, gli accumuli si mantengono al di sotto dei 10 mm prima di un aumento pressorio che, gradualmente, riporta la stabilità almeno fino al giorno 28.

In questa fase un potente anticiclone dalla Gran Bretagna si estende fin verso l’Europa centrale successivamente posizionando i suoi massimi sull’Italia ma si tratta comunque di un periodo temporaneo.

Come anticipato il precedenza, il giorno 28 ritorna l’instabilità sul Salento merito di un cavo atlantico da ovest che farà cedere nuovamente la pressione senza fenomeni di rilievo.

Il mese di Marzo, come spesso accade, si è dimostrato estremamente variabile con una faccia prima invernale poi primaverile. In pochi giorni si è passati dal veder la neve scendere dal cielo al forte libeccio con minime oltre i 10 gradi. Gli accumuli maggiori si sono registrati nei primi giorni del mese.

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Marco Fioschini

Autori: 

Staff MeteoNetwork Puglia

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: OTTOBRE 2011

Ottobre inizia con un tempo tardo-estivo, le correnti atlantiche sono lontane della penisola ed un vasto anticiclone dal cuore africano sovrasta il Mediterraneo. Sul Salento si alternano giornate con decisa escursione termica. Dal giorno 7 la situazione inizia a mutare, l’anticiclone si ritira in atlantico disponendosi con asse verticale formando così le condizioni propizie ad una discesa d’aria fredda artico-marittima.
Il giorno 7 si dispongono le correnti dai quadranti occidentali che preparano il terreno all’arrivo del vero impulso freddo. I primi fenomeni interessano soprattutto le zone del tarantino per il giorno 8 con accumuli tra i 10 ed i 15 mm, il vero impulso freddo attraversa tutta la Puglia il giorno 9 quando si manifesta, oltre ad un deciso calo delle temperature al suo passaggio, locali manifestazioni temporalesche accompagnate da grandine e gragnola anche di discreta intensità. 
La seconda decade vede l’allontanarsi dell’impulso freddo verso l’est europeo con una certa velocità data la pressione dell’anticiclone semi-estivo in arrivo da ovest. Le temperature aumentano piuttosto rapidamente portandole nuovamente a valori tardo-estivi.
La situazione cambia dal 13: l’anticiclone si estende verso nord lasciando scoperto il lato orientale a nuove infiltrazioni instabili, si crea una depressione che dal basso Tirreno slitterà verso lo Jonio.
In questa fase il Salento viene attraversato da corpi nuvolosi con sfondo temporalesco, provenienti da sud. Le zone meridionali salentine saranno le più colpite con 20mm Supersano, 53 mm a Leuca, 40mm a Presicce e Tricase, 70mm a Frassanito. Molto meno colpite le zone più a nord con accumuli irrisori vicini ai 5 mm.
La terza decade si apre con un tempo più stabile, ma sempre soggetto a locali formazioni di rovesci. Dal giorno 23 l’atmosfera si in stabilizza per l’arrivo di altri nuclei freschi ed instabili, temporali a macchia di leopardo fan piovere ad Otranto 50 mm, 37 mm a Gallipoli, 40mm a Scorrano.. molti meno sul resto del territorio salentino.
Successivamente e fino al termine del mese, il tempo si stabilizzerà con il passare dei giorni per il rafforzamento di una cellula anticiclonica che questa volta mette le radici sull’est europeo. Sarà il presagio di uno dei periodi più piovosi dell’anno che interesserà a Novembre il ponente italiano. 
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Autori: 

Marco Fioschini

Primo affondo invernale sulla Puglia: temporali, grandine e persino groupeln!

L’episodio perturbato è stato caratterizzato dall’arrivo di una saccatura nordatlantica con ciclogenesi mediterranea in progressiva traslazione dai mari meridionali italiani verso la Grecia. A seguito del suo passaggio ha fatto ingresso una massa d’aria molto fredda, con valori fino a -30°c alla quota di 500hpa. Il gradiente termico verticale fortemente pronunciato durante il transito del nocciolo freddo – su di un mare Adriatico caratterizzato da anomalie termiche fortemente positive della superficie marina – ha consentito dalla notte del 9 Ottobre lo sviluppo delle classiche nubi convettive dal “top” non particolarmente alto, lungo linee di convergenza semistazionarie. Nubi responsabili dei diffusi fenomeni a carattere di rovescio o di temporale lungo tutto il versante adriatico.

Dalla Romagna al Salento è stata dunque l’instabilità post-frontale ad apportare i maggiori accumuli pluviometrici, con particolare riferimento alla zona del Gargano, alla provincia di Barletta-Andria -Trani, alla costa a sud di Bari (Mola, Monopoli) e al nord brindisino (Fasano). Di particolare rilevanza anche i fenomeni vorticosi, favoriti dal discreto shear verticale, fenomeni che hanno interessato a più riprese solo le zone costiere con numerosi waterspouts (trombe marine). Non sono mancati neanche i rovesci grandinigeni e addirittura di graupel (neve tonda), questi ultimi favoriti dal crollo termico e dal forte rovesciamento di aria fredda generato dagli intensi downdrafts all’interno delle strutture temporalesche. 
La fase perturbata è quindi terminata nella giornata di Lunedì 10 Ottobre, con l’allontanamento della depressione mediterranea verso il mare Egeo e con gli ultimi residui rovesci .

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Una delle località simbolo di questa pesante ondata di maltempo è sicuramente Vico del Gargano, martoriata dalla violenza dei fenomeni manifestatisi sotto forma di violente grandinate che hanno messo in ginocchio tutta l’area circostante. 

Sulla vicina costa si sono abbattuti una serie di waterspout, delle trombe marine, la cui azione è stata straordinariamente ripresa da un videoamatore. 

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In elenco alcuni dei dati più rilevanti:

Vico G. (FG) 72mm
Turi (BA) 72mm
Bosco Umbra (FG) 62mm
San Marco in L. (FG) 54mm
Barletta 50mm
Conversano  (BA) 49mm
San Giovanni R. (FG) 46mm
Martina Franca (TA) 45mm
Andria 38,9mm
Conversano (BA) 37mm
Locorotondo (BA) 35mm
Lesina (FG) 34mm
Terlizzi (BA) 32mm
Mottola (TA) 31mm
Fasano (BR) 30,6mm
Palagiano (TA) 28,2mm
Bisceglie (BAT) 24mm
Noci (BA) 24mm
Mola di bari (BA) 22,1mm


Santeramo in Colle (BA)
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Fasano (BR)
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Autori: 

Staff MeteoNetwork Puglia

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: FEBBRAIO 2011

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: FEBBRAIO 2011

Il mese di Febbraio inizia con una circolazione depressionaria sul Mediterraneo occidentale in traslazione verso est isolata da un braccio anticiclonico che dall’Atlantico si spinge verso Europa centrale e orientale.
Sul Salento le correnti dall’iniziale s-s/e iniziano a ruotare dai quadranti settentrionali durante i primi giorni del mese proprio in concomitanza con lo spostamento del minimo verso est che il giorno 4 è ormai sulla Grecia. I fenomeni associati solo davvero pochi o del tutto assenti. Dal giorno 5 l’anticiclone delle Azzorre inizia a spingere da ovest alla conquista dell’Europa centro meridionale..e ce la fa piazzando i massimi pressori proprio sull’Italia: da questo momento gli unici fenomeni da segnalare sono le nebbie, anche fitte, nelle ore notturne e del primo mattino.

La seconda decade del mese inizia con alcuni cambiamenti, dopo le nebbie anticicloniche dei primi giorni, parte una risposta calda verso il Polo Nord che costringe a far scendere da est masse di aria fredda continentale ed un più attivo vortice groenlandese da ovest rimasto a dormire per tutto l’Inverno. 
Come si può intuire la penisola italiana rimane al limite tra la lotta delle umide correnti atlantiche e quelle gelide continentali prima della pressione esasperata delle correnti atlantiche che entrano con vigore sul Mediterraneo. Il giorno 15 l’anticiclone Azzorriano è costretto ad una ritirata veloce in Atlantico e sul Salento si attivano correnti umide da sud che fanno aumentare l’instabilità. Tra il 16 ed il 18 diversi corpi nuvolosi interessano la penisola salentina senza però generare accumuli di rilievo e spesso inferiori ai 5 – 10 mm.

L’ultima parte del mese vede costituirsi un potente anticiclone termico tra Scandinavia ed Europa orientale che cerca di far filtrare, in unione con l’anticiclone azzorriano, aria fredda continentale. La Puglia ed il Salento viene interessato solo da uno sbuffo freddo sufficiente a formare un episodio invernale di discreta intensità ma soprattutto un accumulo precipitativo quantomeno modesto il giorno 24 (la stazione di Squinzano misura 21 mm) e accompagnato da temperature degne di nota, data la fine di febbraio, con dell’ordine dei 6-7 gradi e minime vicine allo 0.
L’ultimo giorno del mese si chiude sotto l’insegna dell’instabilità ma con precipitazioni di basso rilievo.

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Marco Fioschini
Staff Meteonetwork Puglia
Autori: 

Staff MeteoNetwork Puglia

ANALISI METEO-CLIMATICA SALENTINA: SETTEMBRE 2011

La prima decade di settembre inizia con un respiro pienamente estivo: l’anticiclone sub-tropicale si espande verso le regioni centro-meridionali regalando nei primi giorni del mese umidità, caldo e cielo sereno. Il giorno 5 un cavo d’onda depressionario lambisce il Centro-Nord e solo marginalmente il Sud Italia ma è stato sufficiente per far esplodere l’instabilità. Taranto viene interessata da un episodio temporalesco di forte intensità che accumula 50 mm di pioggia in poco tempo causando moltissimi disagi in alcune zone della città. Dopo il breve periodo instabile la pressione aumenta velocemente ed il campo di alte pressioni nord-africane si instaura nuovamente.

Nella seconda decade il regime alto-pressorio continua indisturbato, si registrano temperature ancora di stampo estivo nonostante ci avviciniamo al periodo autunnale. Il giorno 19 un affondo nord-atlantico cerca di scalzare l’anticiclone, si forma un cut-off che attraversa tutta la penisola accendendo l’instabilità lungo tutto lo stivale
Il giorno 20 fenomeni temporaleschi interessano il Salento in maniera localizzata, tra i dati più interessanti quello di Manduria(TA) con 23,8 mm e San Vito dei Normanni (BR) con 36,2 mm.
Anche in questa occasione, dopo il passaggio depressionario, il campo di alta pressione tenta di impadronirsi dei territori perduti piuttosto velocemente ma la sua azione questa volta è meno efficace delle precedenti lasciando aperto al Centro-Sud Italia una debole azione orientale, sufficiente però a creare nuovi episodi instabili.

Sulla penisola salentina è già dal 23 che iniziano le “prove” per la fase temporalesca di fine mese  che vede la formazione di modesti e locali cumulonembi durante le ore pomeridiane. Il giorno 26 l’atmosfera era decisamente più instabile delle precedenti, si avvicinavano correnti da s/s-e in quota e le formazioni temporalesche questa volta erano decisamente più imponenti dei giorni scorsi: un autentico fronte temporalesco si forma sul Salento occidentale che accompagnato da un notevole shear e dalle correnti meridionali in quota attraversa praticamente tutta la Puglia. Alcune zone del Salento orientale vengono colpite marginalmente ma il suo passaggio si fa sentire ovunque con  rovesci intensi, grandine e forte vento. Gli accumuli variano dai 20 ai 30 mm in molte località salentine.
La situazione rimane incerta ed il giorno 27 nuovi temporali si accendono sul Salento ma con episodi meno intensi del giorno precedente.
Nei giorni successivi l’instabilità lascia gradualmente tutta la Puglia accanendosi più a sud, tra Sicilia e Calabria.

allegato-settembre


Marco Fioschini
Autori: 

Staff MeteoNetwork Puglia

Marcato maltempo del 1 Marzo 2011: alluvioni su Puglia, Basilicata e Calabria

L’esordio della primavera meteorologica 2011 sarà ricordato da molti meridionali come un evento catastrofico, i cui effetti saranno a lungo visibili sul territorio. La cronaca giornalistica ha dato voce ai disastri che hanno colpito ogni angolo del Sud peninsulare e la Sicilia, la furia delle acque meteoriche ha divelto infrastrutture, isolato intere comunità, ha strappato persino delle vite umane.

Riportiamo alcune fonti: 

Maltempo, tendopoli a Ginosa chiesto lo stato di calamità Si contano i danni in tutta la Puglia e in particolare nella province di Taranto e Foggia. Situazione critica a Ginosa per l'esondazione del fiume Bradano: case allegate, famiglie sui tetti e nella tendopoli allestita dal Comune. Stte persone salvate dall'elicottero della Marina, ancora problemi sulle linee dei treni. La Coldiretti parla di “eventi calamitosi di eccezionale gravità” 

Piove, strade in tilt chiude la Basentana. Basilicata nel caos. Sott'acqua Bari e Bat



ANALISI SINOTTICA

Tutto ha avuto origine dall’instradamento di un’area depressionaria nord-atlantica attraverso il corridoio lasciato aperto dal mancato legame tra l’anticiclone russo e quello delle Azzorre nella regione franco-britannica.  
Domenica 27 febbraio prende forma un minimo di pressione al suolo con epicentro sul mare tra Corsica e Toscana mentre il cut-off della goccia in quota si concretizzerà nelle prime ore di lunedì. Geopotenziali non eccezionali sul mediterraneo occidentale (5460 mgp a 500hPa) ma con la presenza di un lago piuttosto gelido in quota (-28/-32°C).
Nelle ore centrali di lunedì un secondo minimo si genera ad oriente delle coste tunisine andando ad accelerare la formazione di una cintura di convezione calda (WCB) sul ramo orientale dalla struttura depressionaria.
La posizione, molto bassa, del minimo tunisino risucchia  masse d’aria molto miti ed umide dai mari meridionali, le cui temperature superficiali raggiungono punte di 17-18°C. Quantità industriali di carburante (calore e umidità) si sono riversati dal Mar Libico e Ionio Meridionale verso le coste ioniche dell’Italia meridionale. La curvatura ha permesso, tra l’altro, un fetch (permanenza in mare) lunghissimo ed anche negli strati medio-alti le componenti meridionali e sud-orientali del flusso hanno garantito un eccellente rifornimento.
Nella serata di lunedì le prime piogge, per lo più moderate, cominciano a manifestarsi sulla parte centro-meridionale della regione unite ad una ventilazione di scirocco in intensificazione.
Martedì 1 marzo il minimo di origine tunisina, approfondito (1008 hPa) e ben strutturato, va a posizionarsi su Malta. Alla sua destra le isobare si avvicinano ulteriormente amplificando l’erogazione di masse d’aria con elevato contenuto energetico. I venti sud-orientali sullo ionio oltrepassano i 40 nodi ma decelerano una volta entrati sulla terraferma provocando una pericolosa convergenza per rallentamento del flusso ed  aggravandone di conseguenza la convezione. L’onda baroclina ne risulta amplificata. Le piogge risultano estese e s’intensificano un po’ ovunque, specie sui versanti meridionali e orientali sopravvento, inasprite dall’effetto stau. 
Tutto lascia presagire ad una giornata di maltempo estremo. Il colpo di grazia è però rappresentato dall’avanzata da sud-ovest del fronte freddo collegato al vortice principale sul tirreno. La superficie frontale non è caratterizzata da una grande discontinuità termica (gradiente termico orizzontale basso) ma piuttosto da un elevato shear del vento nei bassi strati (da sud-est ad ovest nel giro di pochi chilometri) e da una forte differenza nei valori igrometrici. Aria più secca e pesante pertanto che va ad insinuarsi sotto la massa caldo-umida.
Queste le foto scattate dal sat e rielaborate con l’analisi dei fronti al suolo. Evidente l’avanzata del ramo freddo da sud. Lungo la linea di convergenza si sviluppano imponenti nubi convettive, foriere di piogge e temporali che dalla Calabria muovono verso la Lucania orientale e la Puglia.

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Ore 11.15: Analisi dei fronti

Il risultato dell’interazione è una spaventosa linea di confluenza in lenta traslazione da ovest verso est nella quale si concepisce una linea di groppo temporalesco molto attiva e portatrice di alluvioni lampo dapprima sulla Sicilia orientale poi, a spazzare, tutta la Calabria, la Basilicata centro-meridionale ed infine, in serata, la Puglia. 

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Ore 16.30:  Squall-line ben evidente. Di lì a poco investirà la Puglia con il suo pesante carico di rovesci e temporali. 
 
Scaturiscono piogge d’intensità  e durata “monsonica” che si vanno a sommare ai già abbondanti accumuli della mattinata. Per molte località significa alluvione. L’evento raggiunge portata storica sia per magnitudo ma principalmente per il carattere diffuso dei nubifragi che raggiungono, con il ramo occluso, anche le regioni centrali adriatiche esacerbate dall’immobilismo del ciclone che i meteorologi dell’Istituto di Meteorologia di Berlino hanno battezzato Tim.

In seguito alcuni plotting che evidenziano gli accumuli registrati su Puglia e Basilicata; quelli relativi a quest'ultima sono stati realizzati con la collaborazione degli amici di Associazione Meteo Basilicata, che ringraziamo calorosamente.
Dati: Rete MNW-CEM; Rete AMB; Rete Ufficio Idrografico Regione Puglia; Rete ALSIA Basilicata.

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Staff Meteonetwork Puglia
Autori: 

Staff MeteoNetwork Puglia

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