Puglia: dall’estate tardiva all’autunno inoltrato. Nubifragi, frane e allagamenti

L’intensa ondata di calore giunta intorno alla metà del mese, la quale ha fatto registrare diversi record di caldo non solo stagionali ma anche per il mese di settembre, è stata spazzata via repentinamente dall’arrivo di una goccia di aria fredda in quota, generando forti contrasti termici che hanno dato vita ad intense strutture temporalesche sull’intero territorio pugliese e su parte di quello lucano, le quali hanno causato violenti nubifragi, grandinate e disagi dal Gargano al Salento.

Il maltempo ha annunciato il suo arrivo con un passaggio instabile prefrontale nelle primissime ore di domenica, il quale ha portato temporali sparsi con elevata attività elettrica ma fenomeni per lo più modesti. Nelle ore pomeridiane i cluster temporaleschi hanno cominciato a investire con più veemenza dapprima il basso barese, scaricando più di 50mm in meno di un’ora nel territorio compreso tra Putignano, Conversano e Castellana, per poi dirigersi su brindisino, est tarantino e infine leccese nelle ore successive.

Più a nord, intano, i temporali hanno accentuato la loro attività sull’alto barese e sul foggiano, scaricando più di 80mm su Ruvo di Puglia (BA) e sul promontorio interno del Gargano.

La serata e la nottata non hanno portato alcun miglioramento, piogge e temporali a tratti intensi hanno continuato a bagnare tutta la Puglia, scaricando gli ultimi nubifragi nella mattinata odierna sul brindisino, con punte oltre i 60mm a Cisternino in circa 45 minuti.

Riportiamo di seguito i dati pluviometrici più rilevanti registrati tra il pomeriggio di domenica e la mattinata di lunedì (fino alle ore 10:00), rilevati dalla rete della Protezione Civile regionale, dal servizio Agrometeorologico regionale e della Rete MeteoNetwork.

137,0mm Ruvo di Puglia (BA)

121,1mm Carpino-Ariola (FG)

115,4mm Bosco Umbra (FG)

94,6mm Carovigno – Via per Ceglie M. (BR)

94,0mm Villa Castelli – Via per Francavilla F. (BR)

91,3mm Cisternino (BR)

88,8mm Grottaglia (TA)

86,6mm Ostuni (BR)

84,8mm Castellana Grotte (BA)

83,1mm Martina Franca – Pasqualone (TA)

82,1mm Ceglie Messapica – Ferruzzo (BR)

80,0mm Toritto-Quasano (BA)

78,4mm Vico Garganico (FG)

A Ferragosto finisce l'estate? Non scherziamo

Tanto tuonò che piovve, naturalmente a Ferragosto. Dopo un'estate trascorsa fino a qui su binari vistosamente anomali, ora caso vuole che la stagione decida di rientrare nei ranghi proprio nel weekend più amato dai vacanzieri. Estate anomala fino a qui vero, tanto da ispirare da più parti figure retoriche come quella del caldo eccezionale. Beh, alla sesta ondata di caldo estiva, con un totale di 65 giorni di temperature generosamente al di sopra della media su 75 totali, questo caldo non può più dirsi “l'eccezione” ma più logicamente “la nuova regola“.

E per sottolineare che il soppesare le parole quando si tratta un argomento, rimane sempre e comunque la condotta corretta da tenere, basta leggere e sentire quanto da più parti già si ventila su questa rinfrescata di Ferragosto, quella che ai tempi d'oro delle estati azzorriane era la classica burrasca di Ferragosto: “fine dell'estate”, “crisi dell'estate”, “stagione al capolinea”. Son tutti termini figli di un eccezione ormai normale, son modi di pensare che dimostrano la perdita del senso della misura. L'estate è stata anomala fino ad oggi, non lo diventerà da Ferragosto. Da Ferragosto l'estate diventerà finalmente “normale” dal punto di vista climatologico.

Anzi, per dirla tutta, l'estate diventerà normale per una decina di giorni probabilmente solo per le regioni del centro-nord, mentre per il sud, la terza decade potrebbe vedere rialzare nuovamente le temperature qualche grado al di sopra della media. Nulla di trascendentale se si pensa che dall'inizio dell'estate, in fatto di caldo anomalo, il nord al momento è ancora in vantaggio di due ondate di calore rispetto agli amici del sud.

Ma prima di tutto, cari amici e lettori, l'importante è rendersi tutti conto che l'estate climatica non sta finendo. Si smorzano gli eccessi, aumenta la frequenza dei temporali, calano le ore di luce ma la sostanza poco cambia: le temperature dopo il break di Ferragosto torneranno a danzare al limite delle medie, spesso tornandoci sopra, facendoci senz'altro intendere che alla nostra “amata” stagione, d'ora in avanti rimarranno ancora sei vite da spendere.

Luca Angelini

Dal weekend diminuisce la calura: svolta o semplice “rimbalzo tecnico”?

Spostando l'asticella sempre più su, quello che oggi chiamiamo “grande caldo” un giorno, magari i nostri nipoti, lo chiameranno “fresco”. Sull'onda di questo gioco pericoloso, in bilico sul filo dei quaranta (gradi), anche un semplice rientro alla normalità climatica stagionale sembra una rinfrescata. E' quello che si conferma per una manciata di giorni a partire dal prossimo fine settimana, allorquando un refolo di aria temperata sfuggita alle maglie della circolazione nord-atlantica, riuscirà ad eludere il muro quasi invalicabile delle alte pressioni subtropicali, concedendoci un po' di sollievo.

Le ferite però, quelle di un mese di luglio che indubbiamente se la sta giocando seriamente per entrare nel guinness dei primati, restano. Non solo i terreni riarsi che continueranno a rilasciare il calore immagazzinato in questi giorni da delirio ma, cosa certamente più preoccupante, i nostri mari sull'orlo di una crisi di nervi e ancor più i ghiacciai alpini, ridotti a lastroni di detrito anche alle quote più elevate. I temporali in arrivo, alcuni già in atto in preparazione all'avvicinamento dell'asse della saccatura atlantica, faranno quello che potranno, di certo non i miracoli. Si spera che il tutto non si riduca a fenomeni brevi, circoscritti e magari molto violenti, che aggiungerebbero oltre al danno anche la beffa.

Comunque, da domenica si starà meglio: via l'afa, l'aria assumerà una costituzione più palpabile, l'aumento della ventilazione rimetterà i circolo le brezze andate in corto circuito dall'esuberanza delle folate roventi del Sahara. A proposito, ma l'Africa ci lascerà definitivamente oppure rimarrà di quinta a farci pregare per il suo non ritorno?

Osservando le elaborazioni numeriche, sia da un punto di vista probabilistico (vedi rispettive figure), sia da quello più strettamente sinottico, si notano due ondulazioni depressionarie che nei prossimi giorni verranno ad interessare l’Europa centro-occidentale: la prima si renderà responsabile del ricambio d’aria previsto a partire dal prossimo fine settimana, la seconda proietterà il suo asse più ad ovest, con vertice sulle Canarie.

Da questa posizione, l’elevato gradiente nel frattempo generatosi tra la circolazione temperata (margine nero seconda figura) e quella subtropicale (margine bianco), attiverà una risposta calda da sud-ovest verso il Mediterraneo centrale, che coinvolgerà direttamente il nostro centro-sud tra il 28 e il 31 luglio, dapprima in quota, poi anche nei bassi strati.

Se il nostro settentrione quindi rimarrà sotto il tiro di un flusso temperato di origine atlantica, il centro e soprattutto ilsud e le Isole Maggiori, potrebbero venire interessate da un nuovo promontorio di aria calda di estrazione nord-africana che di fatto ridurrebbe a sole 24-36 ore il calo termico previsto, seguito da una nuova fase con temperature al di sopra della media dal 28 sino a fine luglio.

Il cambiamento previsto si mostra dunque in tutta la sua complessità e richiederà indubbiamente di rimanere aggiornati sull’evoluzione successiva, che pare non si risparmierà nel proporre ulteriori colpi di scena.

Luca Angelini

Dissesto idro-geologico: pensiamoci adesso

L’estate sta calando l’asso, mettendo in fila una sequela di giornate soleggiate e calde. Fiumi e torrenti tacciono, a parte quelli valdostani e piemontesi che si stan facendo carico della fusione dei rispettivi ghiacciai. Nessuna perturbazione all’orizzonte. Il momento sarebbe certamente il più propizio per mettere in pratica i buoni propositi seguiti all’ultima alluvione e rinforzare, ripristinare o rifare in toto argini e alvei.

E invece tutto è fermo. 

I giorni passano, le settimane volano, prima o poi tornerà l’autunno con le sue piogge e sicuramente si riproporranno gli stessi problemi e i rischi di tutti gli anni. Sarno, Messina, Senigallia, Medolla, Cinque Terre sono solo alcuni dei luoghi che rievocano eventi funesti. Prendiamo ad esempio la Liguria: disastri come quello occorso il 4 ottobre del 2010 a Sestri Ponente, oppure i 600 millimetri di pioggia caduti su Genova il 10 ottobre 2014 dovrebbero tornare alla memoria proprio adesso, con il gran secco che permette l'esecuzione a regola d'arte dei lavori necessari alla pulizia e al ripristino degli alvei. Ma qualcuno se lo ricorda?

Oggi no, neanche in riva allo stesso mare che in quei giorni accolse le acque inferocite del Fereggiano e del Bisagno. L’uomo ha la memoria corta, forse tanto quanto il “braccino” che impedisce alle istituzioni di porre definitivo rimedio al dissesto del nostro territorio.

E allora si piangerà lacrime di coccodrillo. Domani. Si domani. Oggi c’è tempo, oggi c’è il sole. Oggi è estate e si va al mare.

Luca Angelini

Aria artica nel cuore dell'estate, il caso del luglio 2000

Aria artica sull'Italia nel bel mezzo dell'estate? Sono eventi che, per quanto non del tutto infrequenti, si contano sulle dita di una mano. Anche risalendo alla letteratura di riferimento dei piovosissimi anni '70, contenuta negli archivi impolverati, si nota che una tale circostanza rientra senz'altro nel campo di una anomalia dovuta ad un blocco della circolazione generale dell'atmosfera.

Ma in quella prima estate del nuovo millennio, il mese di luglio risultò complessivamente fresco e piovoso. Intorno al 9 del mese una profonda e vasta saccatura colma di aria artico-marittima si protese dritta dritta verso l'Italia ondulando alternativamente come un pendolo con il suo asse principale, prima ad ovest e poi ad est dell'arco alpino. L'aria fredda irruppe principalmente in quota e ciò fu la causa scatenante di numerosi episodi temporaleschi anche intensi, soprattutto al nord.

Il rovesciamento progressivo dell'aria fredda dalle alte quote fece scendere la temperatura fino a valori di tutto rispetto per la stagione. A Milano il giorno 12 luglio (vedi mappa sinottica in figura) si raggiunse una temperatura minima di soli 11°C e a Torino di 9°C, mentre a Firenze spiccava una massima di soli 17°C. Dopo il transito del fronte freddo principale la struttura depressionaria, sempre alimentata a monte da aria molto fredda in altitudine, insistette sull'Europa centrale per una intera settimana abbracciando anche buona parte del nostro Paese ad esclusione delle estreme regioni meridionali.

Nell'aria fredda che seguitava ad avvitarsi sotto un sole che faceva letteralmente il solletico, si sviluppavano nelle ore pomeridiane celle temporalesche che scaricavano ulteriori grandi quantità d'acqua sulle regioni settentrionali e su parte dell'Appennino tosco-emiliano. In quell'occasione i temporali sulle Alpi si rivelarono nevosi fin verso i 1.800 metri di quota, imbiancando in modo innaturale la vegetazione d'alpeggio già in fioritura avanzata.

In alta val Masino (provincia di Sondrio) alla quota di 2.500 metri i centimetri di neve fresca accumulati furono ben 85! La situazione si sbloccò molto lentamente tanto che la rotazione delle correnti dai quadranti settentrionali determinò l'arrivo di un foehn freddo sul versante sud-alpino e sulla pianura Padana. L'aria per contro rimase limpida e cristallina per oltre una settimana permettendo il piacere (decisamente inusuale in piena estate) di poter gustare il fresco profumo dei boschi alpini perfino nel pieno centro di Milano.

Luca Angelini

In uscita “METEOROLOGIA”, la prima opera in volumi sulle scienze atmosferiche scritta dal meteorologo Andrea Corigliano.

È di prossima uscita un nuovo prodotto editoriale dedicato alla divulgazione delle scienze atmosferiche: si tratta della collana “Meteorologia”, pubblicata dalla Casa Editrice Ronca e scritta dal meteorologo professionista Andrea Corigliano. L’opera, articolata in otto volumi, desidera essere un percorso che invita il lettore alla scoperta del fantastico mondo della meteorologia, senza avvertire la pesantezza di studiare la materia. Il testo, infatti, non è suddiviso in capitoli e paragrafi come è tipico dei libri scolastici e di tutti i libri di meteorologia finora pubblicati, ma solo in capitoli: ciascuno di questi è stato studiato e scritto con l’intenzione di prendere il lettore per mano per accompagnarlo in questo viaggio, seguendo un filo logico e facendo spesso leva sul ragionamento.

Il primo volume, suddiviso in dieci capitoli, ha come tema “L’atmosfera: costituzione, struttura e proprietà” (in allegato, la copertina). Questo percorso educativo inizia parlando innanzitutto del perché l’atmosfera è così importante per il nostro pianeta, per poi approfondire la sua evoluzione, la sua composizione, le sue proprietà e la sua struttura. Tre capitoli sono poi dedicati al bilancio energetico terrestre, in cui si parlerà di radiazione, di gas serra, di sistema climatico e di cambiamento climatico. Concludono il primo volume due capitoli che invitano il lettore ad entrare nel mondo della meteorologia con alcune discussioni generali sul tempo e su quanto accade nella troposfera, ovvero nel luogo in cui prendono vita i fenomeni meteorologici. Da qui partirà poi il lungo viaggio che si articolerà nei successivi sette volumi, la cui uscita è prevista  ogni 3-4 mesi circa, in cui si tratterà la meteorologia in tutti i suoi aspetti: dagli elementi meteorologici principali alle masse d’aria e alle loro caratteristiche fisiche; dalla circolazione atmosferica a grande scala a quella del Mediterraneo senza dimenticare le peculiarità meteorologiche italiane; dalle nubi alle precipitazioni; dai modelli fisico-matematici alla previsione del tempo, per chiudere con uno sguardo alla meteorologia nel mondo e ai fenomeni estremi.

Per chi desidera imbarcarsi in questo viaggio, ecco alcuni modi su come ordinare il primo volume:

  • nelle librerie via web, dove il titolo è già disponibile: ad esempio la Feltrinelli (http://www.lafeltrinelli.it) e IBS (www.ibs.it), inserendo nei motori di ricerca “Andrea Corigliano” per essere indirizzati alla copertina del volume.

 

 

Sole e caldo: e ora cosa ci aspetta?

Facendo seguito all'esauriente e squisitamente didattico approfondimento di Lorenzo Catania, procediamo a piccoli passi e cerchiamo di individuare la possibile evoluzione successiva. Punto nodale lo sviluppo dell'onda anticiclonica nord-africana e le relative conseguenze. Bene, partendo dall'immagine satellitare fornita dal Meteosat alle ore 17.30 di martedì 30 giugno, notiamo il gran sereno che coincide alla posizione attuale della bolla anticiclonica afro-mediterranea. 

La pressione esercitata dalla saccatura atlantica in fase di approfondimento (jet streak a monte dell'asse) non fa altro che esaltare il gradiente al largo delle coste occidentali europee e quindi la cintura di vento in quota, che risalendo di latitudine all’altezza dell’Algeria, va ad alimentare la figura anticiclonica afro-mediterranea, che nei prossimi giorni tenterà di collocare il cuore sulla Mitteleuropa e il vertice fin sulla regione scandinava.

L’analisi in quota evidenzia l’origine marittima della massa d’aria che alimenta l’alta pressione, ma quella al livello del mare mette in risalto il successivo scorrimento e la nuova riorganizzazione sull’entroterra algerino in fase di uscita dall’alta stessa. Sull’Italia arriva così aria marittima continentalizzata, una situazione di caldo estivo che condiziona il campo termico portandolo al di sopra della media sui settori occidentali, ovvero nord, regioni centrali tirreniche e Sardegna.

Le elaborazioni numeriche a medio termine (sino al prossimo weekend, seconda figura), non vedono sostanziali cambiamenti. La perturbazione che dall’immagine satellitare vediamo schierata sul vicino Atlantico sfilerà verso il mar di Norvegia, mentre una seconda in via di formazione lungo la stessa traiettoria, invierà aria un po’ più umida anche verso il nord Italia.  Frattanto la campana anticiclonica porrà i suoi massimi sulla Mitteleuropa, perdendo però potenza alla radice (jet streak a valle dell'asse di promontorio). Per questi motivi è opportuno ritenere una accentuazione della tendenza temporalesca su Alpi e nord Appennino a partire dal fine settimana e probabilmente sino a martedì 7 luglio. Frattanto sull’Europa orientale permarrà attivo un blocco depressionario che si farà sentire marginalmente  sulle nostre regioni meridionali le quali, grazie ad esso, si vedranno risparmiate dalla calura africana.

Le elaborazioni probabilistiche a lungo termine poi (sino al 7-8 luglio, ultima figura in basso) sembrano suggerire una ripresa del flusso zonale (da ovest verso est) in Atlantico e dunque un appiattimento dell’asse anticiclonico con successivo coricamento lungo i paralleli. Dovesse andare a buon fine, la manovra potrebbe avere due conseguenze: la prima vedrebbe il subentro sul Mediterraneo e sull’Italia di aria oceanica e dunque più temperata con ripristino dell’anticiclone delle Azzorre (probabilità 45%). La seconda potrebbe promuovere il distacco di un nucleo di aria fresca dalla depressione balcanica verso il nostro meridione, come evidenziato dal nocciolo a minor probabilità nella carta qui sopra (probabilità 35%). Come vedete trattasi di un disegno ancora tutto da tracciare. Non ci rimane che darci appuntamento al prossimi aggiornamento.

Luca Angelini

Caldo di inizio luglio: qualche aggiornamento

Il caldo di inizio luglio ci lascia un po’ con il fiato sospeso. La discriminante che sembra ancora una volta risultare determinante nell’evoluzione del tempo sul Mediterraneo, potrebbe essere un coriaceo blocco anticiclonico (blocco primario n.1 in figura) esteso verso la Russia centrale. Le correnti atlantiche, costrette ad impattare contro questo blocco, tendono ad ondulare con una spinta che si propaga a ritroso (verso ovest). Per questo motivo un asse di saccatura proteso dalla Finlandia verso la regione balcanica sembra opporre resistenza all’avanzata dell’anticiclone nord-africano, indebolendolo per di più alla radice.

D’altra parte le correnti perturbate atlantiche si organizzeranno in una saccatura che sprofonderà fin sulle Canarie. Per i motivi esposti sopra l’onda anticiclonica che, come risposta, partirà dal Marocco e andrà ad erigere l’alta africana, si chiuderà a fisarmonica e probabilmente andrà ad elevarsi verso la Penisola Iberica, la Francia, le Isole Britanniche e addirittura la Penisola Scandinava (blocco secondario n.2 in figura), lasciando all’Italia una fetta semi-periferica della lingua calda. Se questo disegno andasse in porto (a supporto anche le previsioni d’ensemble degli indici descrittivi NAO e AO), verrebbe un po’ ridimensionata l’ondata di caldo prevista sull’Italia per inizio luglio, soprattutto per i versanti orientali della nostra Penisola. 

Luca Angelini

Caldo a inizio luglio? Ecco qualche considerazione

Per il momento ci facciamo solo un appunto, giusto per tenere a mente di controllare l'evoluzione a lunga scadenza, poi approfondiremo con gli strumenti più adeguati l'effettivo svolgimento dei fatti. A parere delle ultime elaborazioni numeriche pare possibile che la prima settimana di luglio l'Italia possa venire interessata da una ondata di caldo estivo.

Ora, utilizzando esclusivamente gli strumenti probabilistici a disposizione della moderna catena previsionale, possiamo affermare che in quel periodo sussista una probabilità massima pari al 65-70% che le temperature si portino al di sopra della media stagionale. Questo per il verificarsi di uno schema come quello rappresentato in figura: si tratta di una carta in quota riferita al giorno 1 luglio (topografia media di 500hPa, 5.500 metri), elaborata come media degli scenari ufficiali proposti dai migliori Centri di Calcolo mondali.

La linea bianca evidenzia la circolazione che potrebbe intercettare l'Italia: segue l'isoipsa di 5.900 metri geopotenziali, il che suggerisce una cupola anticiclonica di notevole potenza e di derivazione nord-africana. Dovesse effettivamente verificarsi si tratterebbe di una ondata di caldo medio-forte. Osserviamo ora la linea nera: al di sotto la circolazione risulta piuttosto probabile, mentre al di sopra della stessa il disegno sinottico è ancora tutto da scrivere.

Questo fa presupporre che lo scenario di caldo potenziale possa venire stemperato nelle prossime elaborazioni numeriche. I grafici probabilistici a spaghetti derivati dai modelli GFS ed ECMWF (i migliori al mondo) indicano le seguenti possibilità.

NORD: probabilità ondata di caldo: 70%. Fase con temperature al di sopra della media: 29 giugno – 7 luglio. Scarto massimo rispetto alla media circa 5-7°C.

CENTRO:  probabilità ondata di caldo: 65%. Fase con temperature al di sopra della media: 30 giugno – 7 luglio. Scarto massimo rispetto alla media circa 3-5°C.

SUD e ISOLE:  probabilità ondata di caldo: 50% (Sicilia 40%). Fase con temperature al di sopra della media: 1 – 7 luglio. Scarto massimo rispetto alla media circa 1-3°C.

Il tutto in attesa di ulteriori approfondimenti.

Luca Angelini

Pasqua instabile con freddo, piogge e neve a quote basse

Non è raro che la Santa Pasqua possa trascorrere in Lombardia, con tempo instabile e perfino freddo molto accentuato. I giorni antecedenti alla Festività Pasquali ci avevano “offerto” un anticipo primaverile molto gradevole, con ottimo soleggiamento e temperature massime ottimali.

A ridosso del Sabato Santo invece un fronte instabile è giunto sulla nostra Regione, inizialmente con deboli pioviggini al nord-ovest, più insistenti sulle zone adiacenti alle pianure. Nella giornata della Domenica di Pasqua aria fredda si è “associata” al fronte instabile giunto il giorno precedente, “incentivando” nuova instabilità sui settori pedemontani bergamaschi con quote neve in veloce abbassamento sotto i 1000 metri di quota.

Finalmente nella giornata del Lunedì di Pasqua le condizione meteo sono sensibilmente migiorate, ma il passaggio perturbato ha lasciato in “eredità” un freddo mattiniero molto “pungente”.

Freddo che si è accentuato subito nei giorni successivi, con minime al piano di alcuni gradi sotto zero, con la stazione meteo di Malpensa che ha registrato una minima di -4°C.

Insomma una Santa Pasqua in Lombardia, tra luci ed ombre “meteorologiche”.

A presto

Porro Fabio

Credit immagine: Valbrembanaweb.com

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