Outlook Luglio 2021

INTRODUZIONE

L’andamento del mese di Giugno ha visto la graduale sostituzione del pattern che aveva caratterizzato la maggior parte della primavera con una configurazione pienamente estiva.
Diversamente da quanto previsto, si sono andate ad affermare anomalie di GPT positive sul Mediterraneo centrale, in seno ad una configurazione che ha visto un “omega block” passante per la penisola.

Figura 1 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa – Periodo 15-28 giugno 2021

Rispetto a quanto previsto, il differente setting circolatorio del mese di Giugno può essere spiegato con una netta modificazione delle caratteristiche della convezione equatoriale nell’Oceano Pacifico, che ha fatto traslare i centri di pressione più ad est (modifica del PNA con conseguente impatto sul treno d’onda) rispetto a quello che era indicato nell’outlook mensile.

PROSPETTIVE PER IL MESE DI LUGLIO

Per quanto concerne il mese di Luglio partiamo da una situazione termica fortemente connotata dal perdurare di una forte anomalia positiva di GPT e temperature sia al suolo che in quota.

Figura 2 – Anomalie termiche al suolo – Periodo 15-28 giugno 2021

Figura 3 – Anomalie termiche a 850 hPa – Periodo 15-28 giugno 2021

Durante la stagione estiva, una simile configurazione tende ad acquisire caratteristiche inerziali; servirebbero difatti eventi altrettanto importanti ma di segno opposto per smorzare un siffatto surplus termico. Tra l’altro, almeno per buona parte del mese di Luglio, non sembrano intervenire forzanti teleconnettive tali da rimodulare il jet-stream ad eccezione di una MJO prevista in rinforzo nelle fasi più tipicamente Niña-like (fasi 3-4-5).

Da tutto ciò ne consegue che in una prima fase potremmo osservare una prosecuzione delle dinamiche avute nella seconda metà del mese di Giugno, mentre successivamente potremmo assistere ad un riposizionamento dei massimi di GPT dell’alta subtropicale africana più ad Ovest.

In ragione di quanto sopra esposto, nella prima metà del mese ci aspettiamo il perdurare del pattern che ha connotato la seconda parte del mese di Giugno. con un regime circolatorio associabile ad un WR3 con asse di risalita che interesserebbe maggiormente il Centro-Sud della penisola, che continuerà a far registrare gli scarti termici più importanti rispetto alle medie del periodo. Dovremmo comunque assistere a temporanei inserimenti di aria atlantica più fresca da WNW, in grado di smorzare la calura segnatamente al Centro-Nord e sui versanti orientali della penisola.

Figura 4 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la prima parte di Luglio

All’incirca da metà mese dovremmo quindi assistere ad una rimodulazione dell’andamento del jet-stream, con una traslazione verso ovest dei massimi di GPT che prenderanno possesso dell’Ovest del Mediterraneo; questa evoluzione dovrebbe contribuire a smorzare progressivamente l’ampio sopra media previsto al Centro-Sud, anche se come detto in premessa dovrà smaltire una certa “inerzia termica” accumulata durante l’ultima decade di Giugno e la prima parte di Luglio. In questa fase il jet-stream dovrebbe orientarsi da NW verso SE sulla nostra penisola, con anomalie termiche positive che andranno ad interessare maggiormente le nostre isole maggiori, la Francia e l’Iberia.

Figura 5 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la seconda parte di Luglio

Outlook Giugno 2021

INTRODUZIONE

La primavera che sta per concludersi, ha risentito, nella prima parte di essa, dell’ESE cold avvenuto a fine inverno, seguito ad una stagione invernale che ha visto un VP debole ed instabile. Un VPS piuttosto compatto ma con vorticità deboli è proseguito per tutta la stagione e questo ha portato ad una quasi completa soppressione dei flussi di calore, con disaccoppiamento dei diversi piani atmosferici. Tutto questo si è tradotto in un FW late di tipo esclusivamente radiativo.
L’elemento cardine che ha caratterizzato il treno d’onda è stato, senza dubbio, la fase ormai pienamente negativa della PDO, che ha favorito l’instaurarsi di anomalie di geopotenziali ben positive su entrambi gli oceani. Questo elemento ha portato ad una primavera molto fresca e a tratti instabile su gran parte del Vecchio Continente

ANALISI TELECONNETTIVA

Le modalità e le tempistiche del FW non hanno apportato conseguenze alle dinamiche troposferiche e anzi, proprio dalla metà di maggio, i due principali indici che misurano lo stato di salute del VPT (AO e NAO), sono risaliti su valori neutri/debolmente positivi. In mancanza di altre forzanti, riteniamo probabile una prosecuzione di questo andamento anche per gran parte del trimestre estivo e questo dovrebbe garantire una buona vivacità del getto tra Atlantico e continente europeo.
Il quadro delle SSTA denota alcuni pattern “borderline” come ad esempio ENSO e IOD che pur essendo classificati neutri sono entrambi tendenti ad una fase debolmente negativa, con alisei più intensi della norma come dimostra il SOI positivo.

Questo si traduce in una attività convettiva tropico/equatoriale più intensa a ridosso del Continente Marittimo e parte occidentale del Pacifico, favorendo fasi 5 e 6 della MJO.


Un fattore invece ben definito continuerà ad essere la PDO- che andrà a modulare il getto, pur perdendo gradualmente di rilevanza col procedere della stagione.
In Atlantico, una pozza di acque più fredde della norma collocata alle medie latitudini, dovrebbe favorire una certa vivacità del jet stream. Anomalie positive nel golfo di Guinea e TNA negativo lasciano pensare ad un WAM lievemente sotto la linea climatologica o al più in media nelle prossime settimane

PROSPETTIVE

Con gli elementi indicati è possibile individuare un mese di giugno caratterizzato da un doppio pattern: l’uno prevalente e l’altro temporaneo.
Il primo caratteristico, per il mese di giugno, della Mjo in fase 6 proprio a ragione degli alisei intensi non solo nella fascia equatoriale pacifica nei pressi dell’America latina ma anche in prossimità della Regione 3.4 dell’Enso.
Tale pattern vede prevalenti anomalie negative di geopotenziale sulla Mitteleuropa dove l’estate farà molta fatica ad affermarsi.
Anomalìe lievemente negative di geopotenziale sono previste nei pressi dell’Atlantico portoghese per possibili cadute della corrente a getto.
Anomalìe marcatamente di segno opposto si concentreranno nel continente asiatico oltre gli Urali verso la Siberia.
Si potranno avere inoltre anomalìe positive nel Mediterraneo occidentale con parziale coinvolgimento dei settori meridionali di Spagna, Francia e, più marginalmente delle regioni tirreniche e delle Isole maggiori italiane mentre le Regioni settentrionali, più marcatamente quelle Alpine e prealpine centro orientali e quelle centro settentrionali dei versanti adriatici dovrebbero maggiormente risentire degli effetti di infiltrazioni di aria fresca, proprio a causa di una circolazione instabile che insisterà sull’Europa centrale.
Il secondo pattern, di carattere più transitorio, sarà dovuto a temporanei forcings di natura dinamica in grado di generare un ridge altopressorio dall’Atlantico verso l’Europa occidentale, sconfinando temporaneamente verso la penisola Scandinava e il nord Europa.
In questo quadro si potrebbero riscontrare, sulla nostra Penisola, oltre a quanto sopra evidenziato, anomalìe leggermente positive dal punto di vista precipitativo per il mese di giugno, nelle regioni settentrionali e, più segnatamente, su quelle dei versanti adriatici oltre che a sconfinamenti a ridosso dell’appennino centro-settentrionale.
Anche le temperature dovrebbero essere la conseguenza di questo tipo di circolazione presentando valori più elevati e leggermente sopra media nelle regioni tirreniche centro meridionali e nelle isole maggiori mentre dovrebbero allinearsi attorno alla media del periodo sulle altre regioni o temporaneamente inferiori alla media sulle regioni alpine e prealpine centro orientali.
Non sono da escludere brevi fasi caratterizzate da un promontorio dinamico del tutto transitorio passante per le nostre regioni. In questi intermezzi sono da mettere in conto moderate ma brevi onde di calore, più probabili ancora sulle regioni occidentali e Isole Maggiori.

 

Outlook febbraio 2021

Premessa

L’andamento del mese di Gennaio ha visto la realizzazione della dinamica T-S-T con un esito di MMW di tipo displacement.
Questa situazione al netto dell’andamento del Jet stream in troposfera ha generato un impulso dalla stratosfera che ha innescato una retrogressione del nucleo del VPT con zonalità negativa al di sopra dei 60°N.

Prospettive

Il mese di febbraio si apre con un episodio in troposfera che fa seguito al contingentamento del NAM successivo all’evento Major.
L’episodio suddetto prende la forma di uno split del VP e la particolarità del suo asse è quella di assumere una forma arcuata (a “L”) che permette al flusso antizonale prodotto nel settore eurasiatico di confluire in modo naturale con l’uscita del jetstream del ramo canadese, rompendo ogni tentativo di blocking in area atlantica.
L’interazione tra le due opposte masse d’aria porterà verso l’Europa una serie a catena di sistemi perturbati seguita da correnti umide atlantiche.
L’Europa centro settentrionale sarà invece meta della confluenza di aria molto fredda da est con sovrascorrimento di aria umida e più temperata da ovest e traguardo di intense nevicate.
Il ricrearsi seppur lento del gradiente sul nord Atlantico manterrà queste condizioni per la prima parte del mese pur non potendo a priori escludere il temporaneo afflusso di aria più fredda limitatamente alle aree alpine e marginalmente all’Italia settentrionale.
Nella seconda parte del mese di febbraio il riformarsi del vortice polare tra Groenlandia ed est Canada dovrebbe portare ad una temporanea onda stabilizzante in direzione di UK e dell’Europa occidentale. Si manifestano quindi i presupposti per un rientro freddo da nord est sul settore meridionale e orientale dell’Europa.
Questa dinamica tuttavia non dovrebbe necessariamente essere quella interamente caratterizzante la seconda parte di febbraio in quanto è attesa a nostro avviso un nuovo rinforzo delle correnti occidentali sul vecchio continente ma questa volta a latitudini più elevate proprio a ridosso della fine del mese.
Il VPS inoltre inizierà una sua ristrutturazione a tutte le quote a tal punto da non poter escludere uno stratcooling tardo invernale o in precoce primavera. Questo a maggior ragione sul finire della stagione forzerà il flusso umido occidentale a seguire il percorso delle medie latitudini portando una fase stabilizzante sul Mediterraneo centro occidentale e relegando le ultime velleità invernali al settore orientale.

Outlook Gennaio 2021

PREMESSA

Nella prima parte del mese di Dicembre l’area del Mediterraneo centro-occidentale è stata coinvolta da una prolungata fase polare marittima, figlia di una ritrovata attività d’onda in area Pacifica in grado di trasmettere una buona oscillazione del jet stream sull’Atlantico; l’ingerenza delle correnti polari oceaniche è progressivamente calata nella fase centrale del mese.

Nel frattempo abbiamo assistito ad un notevole rinforzo dell’attività d’onda in area Pacifica, che ha contribuito al trasporto di una ingente massa di aria calda oltre il circolo polare ed alla formazione di un vasto anticiclone dinamico. Tutto ciò ha portato ad una parziale dislocazione delle masse del Vortice Polare Troposferico (VPT) a latitudini più basse, con il conseguente incremento della componente zonale su buona parte dell’emisfero settentrionale.

Da sottolineare come le condizioni di partenza del Vortice Polare Stratosferico (VPS) fossero molto molto fredde, con parecchia energia “da dissipare” in ragione delle condizioni di partenza, ovvero bassi flussi di calore prevalentemente ripartiti su wave 2 (e quindi in modo bilanciato).

La successiva traslazione dell’anticiclone polare verso l’Artico siberiano ed il suo rapido indebolimento hanno contribuito all’accorpamento del VPT in posizione decentrata rispetto al polo geografico, più precisamente nel comparto siberiano-pacifico, favorendo in questo modo la riattivazione degli attriti dovuti proprio al suo posizionamento con conseguente forte rinforzo dei flussi verticali di calore verso la stratosfera. Questa riattivazione dei flussi ha di fatto impedito di giungere agli effetti che sarebbero conseguentemente derivati da un evento di tipo “ESE cold”, data l’iniziale profondità del vortice stratosferico.

Da notare, eccetto rarissime fasi, come il comparto canadese abbia registrato una assenza quasi totale di vorticità. Indubbiamente gli attriti tra una potentissima “Siberian High” e le vorticità del VPT quasi del tutto assenti in area canadese hanno dato manforte al mantenimento di questa energia proprio sul quel comparto.

 

STRATOSFERA

Gli intensi flussi di calore che hanno caratterizzato la fine del mese di Dicembre hanno prodotto una grave destrutturazione del VPS. Il notevole forcing (quasi da record) di W1 (wave 1) ad iniziare dalle alte e medio-alte quote della stratosfera (1-10 hPa), pur in presenza di W2 inizialmente su valori prossimi alla media climatologica a 10 hPa (300-350 gpm) ma in diminuzione, sta generando un riscaldamento stratosferico maggiore che presenta tutte le caratteristiche di un evento SSMMW (Sudden Stratospheric Major Midwinter Warming) di tipo “split”, dal quale tuttavia si andrà a differenziare per la mancata realizzazione della rottura delle Ertel Potential Vorticity (EPC), elemento discriminante rispetto ad una classificazione a tal punto residuale quale evento di tipo “displacement”, di cui tuttavia non presenta sostanziali caratteristiche.

In particolare, si deve notare l’opera compiuta non solo dalla forte intrusione di W1, ma anche gli attriti progressivamente realizzati da W2 nella massa centrale del VPS che di fatto ne comporterà un sostanziale svuotamento di vorticità.

Benché le possibilità maggiori vadano verso una classificazione dell’evento come “displacement”, non è per ora totalmente da escludere che la frattura della massa del VPS possa avvenire entro i 10 giorni dall’inversione dei venti zonali alla quota e alla latitudine previste dalla letteratura (10 hPa ≥ 60° N), con evento che andrebbe quindi classificato come “split”.

Tuttavia, sulla base delle analisi dei modelli questa eventualità non andrebbe comunque ad aggiungere granché rispetto gli effetti propagativi (“downward”) che questa dinamica presenta, e che di fatto l’accomuna in tutto e per tutto anche sotto questo aspetto ad un MMW di tipo “split”. Al più ci si potrebbe attendere un maggior contributo in termini di GPT e di profondità delle saccature in uscita dal comparto artico, in caso si vada verso uno “split”.

Nel corso della terza decade del mese di Gennaio riteniamo che sarà fisiologico assistere ad una progressiva ristrutturazione del VPS ad iniziare dai suoi piani alti (1-5 hPa), e ad un suo più consistente rinforzo nel corso del mese di febbraio fino ai piani medi e medio-bassi (10-50 hPa); farà probabilmente eccezione la bassa stratosfera, ove probabilmente le tempistiche di accorpamento delle masse di vorticità potenziale sarà più diluito nel tempo.

 

TROPOSFERA

In seguito agli effetti del forte sconquasso stratosferico dovuti all’afflusso di intensi “eddy heat flux” ed “eddy momentum flux” dalla troposfera, assisteremo al consolidamento delle condizioni di VPT debole (“weak”) e di velocità zonali molto basse (< 5 m/s in media troposfera) fino almeno a tutta la prima metà del mese di Gennaio.

Le caratteristiche principali fino ad allora dominanti saranno rappresentate da:

  • Un’intensa depressione aleutinica con baricentro traslato ad ovest (come ricorrente in caso di ENSO negativo)
  • Una imponente Siberian High, con valori massimi di pressone al suolo nelle aree continentali di pianura più fredde prossimi a valori record
  • Una scarsa o quasi nulla vorticità in area canadese, con forte caratterizzazione NAO negativa

Date le premesse, anche in considerazione delle condizioni presenti in stratosfera, è assai probabile attendersi almeno fino alla metà del mese di Gennaio condizioni di marcata stasi dei centri motori principali e dello status iniziale sopra indicato, in virtù della permanenza di velocità zonali molto basse (< 5 m/s) fino ai 50° N; solo al di sotto di tale latitudine la corrente a getto si mostrerà più tesa. Tali condizioni potrebbero proseguire fino all’inizio della terza decade.

Con queste prospettive l’Europa centro-meridionale rimarrà sede di confluenza tra masse artiche più fredde in discesa dalle alte latitudini europee e correnti più miti e umide in transito dalle medie latitudini dell’Atlantico; questa confluenza pare ad oggi coinvolgere maggiormente l’Europa centrale, con riflessi più diretti sul Nord Italia, ove maggiori saranno le probabilità di nevicate anche in pianura in un contesto termico inferiore alle medie. Quindi freddo ma non gelo per lo meno in questa fase.

Più marginale invece l’apporto di correnti fredde al di sotto dei 44° N, ove pertanto le temperature risulteranno più miti benché in un contesto assai umido. Dato il reiterarsi del pattern artico-polare sull’Europa centro-occidentale, non sono da escludere in questo frangente rapidi ma intensi prefrontali sulle regioni centro-meridionali.

Ci attendiamo invece una sostanziale modifica nella seconda parte del mese di Gennaio (indicativamente nella terza decade), quando una graduale ripresa delle velocità zonali in sede polare comporterà la traslazione verso latitudini più basse del jet stream subtropicale ed un progressivo incremento dell’attività d’onda in sede Nord Atlantica, dato il graduale aumento di vorticità in area canadese (valori NAO negativi meno estremi).

La forte compartimentazione del continente euro-asiatico, connotato da una estesa termicizzazione delle pianure russo-siberiane, potrebbe creare un isolamento importante rispetto alla circolazione che verrà ad instaurarsi in seguito alla ripresa della corrente a getto polare, gettando quindi i presupposti per la genesi di un’ampia azione retrograda delle masse continentali verso i meridiani europei che, in tal caso, verrebbero interessati da possibili ondate di freddo molto intenso, localmente di gelo.

Se le nostre ipotesi venissero rispettate, è lecito attendersi una fase prolungata di tempo molto instabile sul Mediterraneo e sull’Italia, dai connotati decisamente invernali. Le correnti molto fredde da Est o da Nord-Est potrebbero seguire tuttavia una traiettoria non eccessivamente bassa di latitudine, andando quindi ad interessare in modo più marcato le regioni settentrionali e quelle adriatiche centro-settentrionali, senza tuttavia escludere a priori fasi di influenza più estese all’intera penisola.

Per la prima parte del mese di Febbraio ci attendiamo una prosecuzione del pattern, con condizioni piuttosto fredde sul settore Europeo. Il graduale venir meno degli effetti del MMW dovrebbe portare ad un progressivo aumento degli indici AO e NAO nella parte finale del mese, con maggiore invadenza anticiclonica sul settore centro-occidentale europeo. Residue interferenze fredde ed instabili da Est potrebbero continuare ad interessare il comparto sud-orientale del continente, con coinvolgimento delle regioni del medio-basso Adriatico e del Sud. Ci riserviamo di tornare su questa previsione a fine Gennaio per maggiore accuratezza.

Outlook Dicembre 2020

PREMESSA

L’autunno 2020 è stato connotato da alcune peculiarità, in particolare riguardo al meccanismo forzante della circolazione atmosferica sull’Emisfero Settentrionale (NH). Sul comparto euroasiatico il Jet Stream (JS) ha seguito una via preferenziale, “tracciata” dal pesante deficit della calotta artica nel settore siberiano.

Durante la fase di maturazione del vortice polare, le stagioni autunnali caratterizzate da condizioni di Niña moderata vedono sovente lo sviluppo di una forte azione meridiana, che statisticamente va a coinvolgere il continente europeo; la forzante operata dall’ammanco dei ghiacci nell’artico siberiano sul JS, nonché una circolazione pacifica dalle caratteristiche piuttosto ibride (specialmente nelle ultime settimane), ha di fatto inibito lo sviluppo di questa azione meridiana.

Altra caratteristica della stagione autunnale, in forte contrasto con quelli che avrebbero dovuto essere gli effetti del pesante deficit artico, è stata la vivacità del Vortice Polare Troposferico (VPT), decisamente attivo in termini di vorticità e sufficientemente accorpato da impedire lo sviluppo di onde di Rossby troppo ampie.

Facendo riferimento agli indicatori più comunemente utilizzati in sede di proiezione stagionale, l’inverno 2020/2021 si presenta ai blocchi di partenza con alcune caratteristiche piuttosto singolari:

  • Una Niña di intensità moderata, inizialmente modulata come Central Pacific (CP), in possibile graduale transizione in modalità East Pacific (EP);
  • Una Quasi-Biennal Oscillation (QBO) occidentale alle principali quote di riferimento (30-50 hPa), ma con una colonna asincrona per il salto di fase orientale delle quote medie, in probabile evoluzione tra metà di gennaio e il mese di febbraio alla quota di 30 hPa;
  • Un Indian Ocean Dipole (IOD) prevalentemente neutro o leggermente negativo;
  • Una Pacific Decadal Oscillation (PDO) negativa, ma con una disposizione delle anomalie di temperatura superficiali (SST) poco connotata

Caratteristiche dinamiche della stagione entrante sono:

A – STRATOSFERA

  • Un Vortice Polare Stratosferico (VPS) freddo e profondo, esito di eddy heat fluxes deboli, di fatto molto deboli sulla wave 1, deboli o al massimo moderati sulla wave 2, che hanno portato ad un consistente raffreddamento radiativo ad iniziare dalle quote più alte quote (1-5 hPa) ed in propagazione fino alla medio-alta stratosfera (10 hPa);
  • Una tendenziale moderata ellitticizzazione della massa, con deboli disturbi a carico delle Ertel Potential Vorticity (EPV) in probabile accentuazione durante il mese di dicembre

B – TROPOSFERA

  • Un precoce raffreddamento delle pianure russo-siberiane (HP termico), attribuibile in primo luogo alla dislocazione più ad ovest rispetto alla posizione climatologica dell’asse pacifico del VPT (Niña-like), che tende a immettere nuclei di vorticità potenziale con movimento retrogrado in entrata nel continente asiatico, ed in secondo luogo attribuibile alle anomalie termiche positive sulle coste artiche del vecchio continente che, immettendo calore in atmosfera, genera una corrente a getto piuttosto tesa in grado di inibire la penetrazione delle correnti occidentali (westerlies) all’interno del continente stesso.

Come di consueto l’analisi stagionale viene effettuata su base mensile, e dunque si focalizzerà maggiormente sul mese di dicembre, con un semplice accenno all’andamento dei successivi mesi invernali.

PROIEZIONI PER IL MESE DI DICEMBRE

Il primo mese invernale presenta alcune condizioni di partenza che differiscono in maniera sostanziale da quelli degli anni precedenti. Come detto in premessa, le condizioni di PDO negativa ed il forte raffreddamento delle pianure russo-siberiane dovrebbero consentire un posizionamento del vortice canadese non troppo invadente sui meridiani centro-orientali del Nord Atlantico; ci attendiamo inoltre un andamento piuttosto “oscillante” della suddetta depressione, grazie ad una corrente a getto molto forte sul Pacifico ma più modulata nel comparto atlantico.

La prima parte del mese sarà caratterizzata dall’ingresso di aria umida ed instabile dal Nord Atlantico verso l’Europa meridionale, da inquadrare all’interno di un trend ondulatorio che vedrà l’interazione con masse d’aria più fredda proveniente dai quadranti orientali o nord-orientali.

In questa fase la North Atlantic Oscillation (NAO) dovrebbe scendere ed attestarsi su valori leggermente negativi, mentre la risalita progressiva dell’indice Pacific-North American (PNA) consentirà in una prima fase un’ulteriore maggiore ondulazione del getto. Il contributo di un VPS piuttosto profondo, benché al di sotto della soglia di un Evento Stratosferico Estremo (ESE) di tipo “cold”, costituisce l’innesco dei flussi verticali di calore provenienti dalla troposfera verso la stessa stratosfera; la variazione dell’indice PNA verso valori positivi rappresenta l’evidenza di questa importante modifica, rispetto al debole regime dei flussi di calore che ha caratterizzato gran parte del mese di novembre.

Grazie quindi all’attivazione dei flussi di calore anche sulla prima onda (Wave 1), è lecito attendersi un primo indebolimento delle EPV in alta stratosfera, le quali potrebbero permettere verso la metà del mese una robusta azione a due onde in grado di causare una più severa “frenata” del VPS.

Come sopra accennato, la ripresa del PNA e di un momento angolare positivo (GLAAM+) rappresentano un momento forzante della troposfera con incremento di tensione della corrente a getto. Questa dinamica contribuirà ad una momentanea ripresa dei valori AO e NAO, ed al mantenimento di un buon gradiente orizzontale troposferico in grado di tenere la stratosfera ancora al di sotto dei valori critici di soglia del North Annular Mode (NAM).

Sostanzialmente, per la fase centrale del mese ci attendiamo una marginalizzazione dell’influenza nord atlantica, con un JS che dovrebbe transitare sul nord Europa garantendo un generale aumento della pressione ma lasciando tuttavia il Mediterraneo e l’Europa meridionale in un generale contesto di lacuna barica.

In questo contesto, la ripresa della corrente a getto polare andrà ad alimentare una divergenza nei pressi del continente europeo, portando ad una nuova espansione dell’alta pressione termica siberiana sul cui bordo meridionale inizierebbe ad affluire una circolazione secondaria di aria via via più fredda; questa situazione potrebbe protrarsi per più giorni, favorendo un graduale raffreddamento del comparto orientale europeo. In tale contesto circolatorio non è da escludere una maggiore incidenza delle masse continentali anche verso l’Europa centrale, in grado di apportare una progressiva quanto diffusa diminuzione delle temperature.

Nel corso della terza decade si dovrebbe assistere ad una nuova marcata ondulazione del treno d’onda pacifico; tale dinamica favorirà un fisiologico allentamento delle velocità zonali in Atlantico, che potrebbe indurre l’insorgenza di un blocco anticiclonico in Atlantico disteso verso l’Artico russo-scandinavo, con conseguente risposta di matrice artica o artico-continentale diretta verso i settori centro-occidentali europei.

Se tale azione trovasse conferma, il forcing dinamico potrebbe favorire un’ulteriore incidenza dei flussi su tutta la colonna del vortice polare (flussi peraltro già attivi per via della divergenza imposta dall’alta siberiana), generando una decisa instabilizzazione delle condizioni del VPS i cui risvolti sono impredicibili allo stato attuale.

LINEA DI TENDENZA PER I MESI DI GENNAIO E FEBBRAIO

Gennaio

Nella prima parte del mese ci attendiamo frequenti irruzioni di aria fredda (anche molto fredda) verso le medie latitudini a causa della presenza di un vortice polare debole; nella prima metà del mese si potrà assistere anche ad eventi invernali di rilievo. Tali condizioni, favorite dalla migrazione di nuclei di vorticità potenziale attraverso il continente euroasiatico, tenderanno progressivamente ad attenuarsi nella seconda metà del mese. Per la seconda metà del mese ci aspettiamo una transizione di AO e NAO su valori neutro/positivi; pertanto il tempo sul sud Europa dovrebbe essere caratterizzato da fasi maggiormente stabili, ma non essendo rimosso completamente il pattern precedente, inserimenti di natura continentale potrebbero colpire marcatamente il settore sud-orientale del continente.

Febbraio

Probabile netto rinforzo del vortice polare a tutte le quote, senza poter escludere un ESE di tipo “cold”. Il mese di febbraio dovrebbe trascorrere per gran parte sotto condizioni piuttosto miti ed asciutte grazie all’intensificazione delle correnti zonali in transito dal nord Atlantico verso l’Europa centro-settentrionale. Eventuali maggiori ondulazioni, in seno a correnti comunque sempre mediamente occidentali, potrebbero essere relegate all’ultima parte del mese.

Outlook MARZO 2020

Abbiamo assistito durante il mese di Febbraio ad una sostanziale prosecuzione del pattern che si era affermato durante il mese di Gennaio. Un progressivo aumento delle velocità zonali su tutta la colonna del vortice polare ha portato ad una scarsa/assente attività d’onda con blande oscillazioni del getto che , nella loro manifestazione, sono state appannaggio dell’est Europa e/o medio oriente.

Siffatta situazione troposferica ha consentito un notevole raffreddamento e stabilità del vortice polare in “prima armonica”. Ripetuti e intensi sfondamenti della soglia NAM hanno confermato come il VP, in questa seconda parte della stagione, sia da considerarsi “very strong”. La particolare intensità e la lunghissima durata di questa configurazione, che si sta portando avanti anche in questo giorni con vari record sia per il valore NAM che per lo zonal wind, non ha permesso il normale accumulo di ozono nella stratosfera polare, la concentrazione di O3 infatti è attualmente su valori estremamente bassi e questo ci fa pensare ad una maggiore possibilità di avere un FW di tipo late. Non aspettandoci quindi particolari scossoni a livello del VPS, crediamo che AO e NAO possano continuare su valori prevalentemente positivi anche nel prossimo mese. Da annotare invece l’ormai compiuto cambio di segno della PDO.

Marzo dovrebbe iniziare apportando un cambio piuttosto netto rispetto a quanto avuto a febbraio. Ci attendiamo un sensibile abbassamento del getto in ingresso sull’Europa con fronti atlantici più organizzati anche alle latitudini medio-basse e tempo spesso perturbato su tutto il Paese.
Le temperature dovrebbero risultare intorno alla media in una prima fase mentre successivamente un maggiore apporto di aria artica potrebbe portare anche temperature sotto la media al centro-nord. Probabili, in questa fase, nevicate in Appennino fino a quote medio-basse.
Un nuovo progressivo innalzamento del jet-stream in Atlantico, dovrebbe aversi verso metà mese, con anticiclone nuovamente in espansione verso l’Europa occidentale, in modesta elevazione verso il nord Atlantico e discese di aria artica sull’Est Europa. Ne consegue, per il nostro territorio, un miglioramento del tempo. Qualche temporaneo sbuffo da est potrebbe portare a qualche lieve disturbo sull’alto Adriatico in un contesto termico intorno alla media del periodo su gran parte d’Italia e leggermente sopra sulle regioni tirreniche e Sardegna.

Outlook febbraio 2020

PREMESSA


Il mese di gennaio è stato caratterizzato da anomalie positive termiche e di geopotenziale su gran parte dell’Europa centro-meridionale, più marcate nella prima decade ma comunque caratterizzanti di fatto l’intero periodo, con scarse soluzioni di continuità. L’abbassamento del fronte polare in seconda decade prospettato nel precedente outlook mensile è risultato meno incisivo del previsto, a causa di un forte compattamento delle masse artiche.

ANALISI DELLE COMPONENTI TELECONNETTIVE

STRATOSFERA


Valori molto elevati del North Annular Mode (=>+2,2) raggiunti durante il mese di gennaio in stratosfera (10 hPa) hanno conclamato un ESE (Extreme Stratospheric Event) di tipo Cold, che ha trovato conferma nella propagazione di moto e approfondimento barico del vortice polare a tutte le quote. Il superamento della soglia del NAM (+1,5) si è attuato tra l’11 e il 12 gennaio ed è rimasto tale per tutto il mese salvo una breve interruzione, confermando condizioni di vortice polare “strong” su tutta la colonna.

Da evidenziare come la risonanza di moto da parte del vortice stratosferico abbia operato anche prima della data nella quale il valore soglia è stato raggiunto, a causa di vorticità potenziali molto compatte e di valori di geopotenziale anormalmente bassi (anche inferiori a 2780 dam nel core del VPS a 10 hPa) benché il core dello stesso sia rimasto dislocato rispetto alla posizione di riferimento del NAM/AO. L’Arctic Oscillation, rimasta positiva per tutto il periodo, è rappresentativa della propagazione del cooling stratosferico.

All’inizio del mese di febbraio si prospetta tuttavia una modifica sostanziale rispetto a quanto avvenuto nel mese di gennaio, caratterizzato interamente da flussi di calore molto deboli (Low Flux event); alcuni parametri infatti, visibili anche in troposfera, evidenziano una netta ripresa dei flussi di calore, dapprima con E.P. flux divergente principalmente in alta stratosfera (1/5 hPa) ove assisteremo ad un intenso forcing dislocativo della massa del VPS, quindi a partire dal 3-4 febbraio con E.P. flux convergente con effetti sulle quote medie e medio-alte del VPS (10-30 hPa), che probabilmente assumerà una conformazione allungata (ellittica) a causa della maggiore intrusione da parte degli “eddy” (calore e momento) all’interno della massa del vortice.

Assisteremo quindi ad una forte rarefazione delle vorticità potenziali (EPV) a cominciare dalle alte quote e fino ai piani isobarici di 10/15 hPa, unitamente ad un netto incremento dei geopotenziali che si compirà entro la prima decade di febbraio. Le quote inferiori risentiranno inevitabilmente gli effetti di quanto avverrà ai “piani superiori”, anche se le EPV molto coese tenderanno probabilmente ad opporre resistenza alla propagazione del disturbo.

Degno di rilievo è il livello molto basso della quantità di ozono stratosferico, che indubbiamente non aiuterà ad invertire anzitempo il processo di raffreddamento radiativo che crediamo possa agevolmente riprendere a causa di una nuova fase caratterizzata da deboli flussi verticali di calore; in virtù di questo riteniamo minoritaria l’ipotesi di un riscaldamento maggiore (Major Warming) in grado di interrompere questa lunga fase caratterizzata da un vortice polare forte.

TROPOSFERA

Ci troviamo tuttora nel pieno del condizionamento troposferico iniziato nella prima metà di gennaio a seguito del superamento della soglia NAM, con i piani troposferici che analogamente a quanto evidenziato per la stratosfera già prima dell’ESE cold erano indirizzati verso condizioni di Vortice Polare “Strong”, grazie ad una attività convettiva tropicale spesso sopita ed a dinamiche votate alla scarsa propagazione orizzontale e verticale dei flussi di calore nell’oceano Pacifico; tutto questo ha rappresentato terreno fertile per il riverbero in troposfera delle pulsazioni stratosferiche. La disposizione delle vorticità in seno al Vortice Polare, unita alla riemersione di un netto tripolo positivo nel Nord Atlantico, hanno ulteriormente incentivato una forte tensione zonale in Atlantico, come dimostra la forte positività della NAO nel bimestre appena trascorso.

La discontinuità e la debolezza dei flussi di calore riscontrate in gennaio (low flux event) dovrebbero lasciar spazio solo temporaneamente ad una attività più incisiva attorno alla metà della prima decade del mese di febbraio, con gli effetti del condizionamento che dovrebbero persistere almeno fino alla seconda decade del mese.

Per quanto riguarda il comparto euro-asiatico stiamo assistendo in questi giorni ad un robusto raffreddamento del settore siberiano, che ha contribuito alla genesi di un HP termico su quel settore. La temporanea riattivazione dei flussi porterà quindi ad una momentanea frenata zonale, con l’attivazione di un pattern troposferico a 3 onde in grado di convogliare aria fredda di estrazione artica sull’Europa Orientale. Non ci aspettiamo un’azione particolarmente prolungata nel tempo, in quanto la soppressione dei flussi consentirà una nuova pulsazione in discesa dalla stratosfera che verrà assecondata dal VPT, che andrà incontro ad un nuovo ricompattamento con la ricomparsa di un pattern zonale sull’Europa, con indici AO e NAO fortemente positivi per tutta la seconda decade del mese di febbraio. In una prima fase non è comunque da escludere la permanenza di aria fredda stratificata sull’Europa orientale e Balcani, anche se riteniamo che le correnti zonali riusciranno a smantellare con relativa facilità il “serbatoio freddo” al suolo.

Nella terza decade ci aspettiamo un allentamento della tensione zonale, complice la fine del condizionamento stratosferico. In questa fase è lecito attendersi un nuovo progressivo raffreddamento dell’Europa centro-orientale; la permanenza di un pattern caratterizzato da una NAO sempre in campo positivo, anche se in calo rispetto alla seconda decade, non permetterà ciclogenesi alimentate da aria artica nel Mediterraneo centrale.

PROSPETTIVE PER IL QUADRO ITALIANO

Il mese di febbraio esordirà con condizioni prevalentemente stabili, caratterizzate dalla persistenza di geopotenziali alti e temperature decisamente sopra la media del periodo. A metà decade avremo comunque un rapido afflusso di correnti fredde di estrazione artica dirette verso l’Europa orientale e le pianure russe europee, che porteranno ad una repentina diminuzione delle temperature anche sulla nostra penisola ad iniziare dalle regioni adriatiche, interessate da veloci passaggi nuvolosi in un contesto di precipitazioni comunque scarse; sulle altre regioni proseguiranno condizioni di tempo asciutto, anche se decisamente più freddo.

Già dalla fine della prima decade tuttavia il ricompattamento del Vortice Polare Troposferico porterà ad una nuova accelerazione zonale sul nostro comparto, con progressiva erosione del blocco di aria fredda che precedentemente si era depositata al suolo tra Balcani ed Europa Orientale. In un primo momento quest’aria fredda potrebbe ancora interessare marginalmente le aree del basso adriatico ma con successivo sensibile aumento termico che riguarderà anche queste regioni. Il clima si manterrà asciutto pressoché ovunque salvo qualche sfondamento, sui settori alpini di confine, delle nevicate che interesseranno i versanti nord dell’arco alpino.

Un possibile cambio configurativo è attendibile per l’ultima parte del mese, l’allentamento del forcing stratosferico dovrebbe portare ad una parziale destrutturazione del Vortice polare in troposfera con calo dell’AO verso valori neutri o leggermente negativi. Di contro, come già esposto in precedenza, non ci aspettiamo un calo altrettanto significativo della NAO. In uno schema siffatto è verosimile una marginalizzazione del getto in Atlantico con anticiclone europeo in elevazione verso nord-est e nuova espansione verso ovest di aria artico-continentale che potrebbe arrivare ad interessare l’Europa Orientale. Più difficile un coinvolgimento diretto dell’Europa centrale e del mediterraneo, anche se è ipotizzabile quantomeno un moderato calo termico anche sulle nostre regioni con termiche che torneranno in media o leggermente sotto in un contesto comunque ancora asciutto, specie al nord e tirreniche. Seppur minoritaria, non è del tutto da escludere anche la possibilità di un coinvolgimento maggiore del mediterraneo centrale, in questo caso avremmo una fase di stampo spiccatamente invernale con effetti maggiori comunque sempre sulle regioni adriatiche del centro-sud.

Anomalie geopotenziali medie previste per febbraio

Outlook gennaio 2020

PREMESSA

Il mese di dicembre scorso ha riscontrato piuttosto fedelmente quanto prospettato nell’analisi precedentemente operata ovvero:

1.una breve fase più fredda ad inizio mese come effetto della traslazione di massa del vortice polare verso il continente europeo in grado di indurre un’ondulazione con aria prevalentemente artica verso l’Europa orientale ed il Bacino centro – orientale del Mediterraneo;
2.una più prolungata fase umida e molto mite nel corpo centrale del mese per insistenza di correnti prevalentemente da sud ovest attribuibili alla risonanza in troposfera degli effetti del Canadian Warming;
3.un successivo allentamento della corrente a getto dall’Atlantico in direzione dell’Europa con probabile insorgenza di ondulazioni di media ampiezza in direzione dell’Europa centrale e in parte settentrionale

ANALISI DELLE COMPONENTI TELECONNETTIVE

STRATOSFERA

Il vortice polare stratosferico continua a presentarsi piuttosto forte in media e alta stratosfera con temporanea migrazione dei massimi dei nuclei di vorticità potenziale (MPV) verso i bordi della struttura (edges) a causa di una moderata compressione della massa disposta inizialmente in un pattern bilaterale.
La componente di calore e di moto si mostra tuttavia assolutamente insufficiente ad intrudere il core del vortice polare stratosferico che, al contrario, proprio a causa di EPV piuttosto strutturate, induce proprio nell’ultima settimana di dicembre, una risonanza intermittente verso i piani più bassi della stratosfera e fino anche in troposfera ove tuttavia il segnale di trasmissione risulterà più intermittente e frammentato ( a causa di nuclei di vorticità più deboli ).
Non essendo evidenti indicatori di risposta da parte della troposfera che siano comunque in grado di garantire il mantenimento di tale equilibrio, il vps inizierà una dinamica di rotazione e di compressione a carico prevalente di un forcing ad un’onda (wave 1) che ne indurrà un ulteriore intenso raffreddamento e approfondimento per contrazione della massa.
Va detto da subito, a scanso di fraintendimenti, che i valori previsti dai modelli evidenziano una situazione di marcato strat cooling anche se, almeno in un primo momento, non andrà questa a coincidere con un Ese di tipo cold ( che si conclama alla quota relativa a 10 hpa in caso di valore pari o superiore a +1,5 ) a causa sia della conformazione del vps che della sua posizione che diverrà dapprima ellittica con uno degli assi disposti tra l’oceano Atlantico e l’Europa occidentale e poi più compatto ma sbilanciato ancora verso il comparto euroasiatico.
In questa seconda fase comunque, nonostante il contenuto disassamento della massa rispetto al polo, la sua estensione e i valori raggiungibili dal core del vps anche al disotto dei 2780 dam a 10 hpa potrebbero portare al raggiungimento della soglia dell’Ese cold .
Non è tuttavia quest’ultimo il punto maggiormente di rilievo quanto il fatto che l’alta stratosfera presenterà diversi momenti forzanti verso i piani medi della stessa proprio a causa di quanto sopra evidenziato ovvero la coesione e profondità dei proprio nuclei di vorticità potenziale.
Diversamente la discontinuità del segnale tra la bassa stratosfera e la troposfera sarà confermata da Epv ivi più rarefatte e dalla conformazione della colonna del vortice polare.
Successivi forcing operati prevalentemente da 1 onda con componente di calore più marcata, potrebbero mettere i presupposti dopo la metà del mese di gennaio per un progressivo indebolimento del vps a partire dalle alte quote (1/5 hpa). Non è dato ad oggi dare maggiori indicazioni che riguardino la possibilità di insorgenza di un evento di riscaldamento maggiore che ad ogni buon conto avrebbe maggiori probabilità di realizzarsi tra la fine del mese di gennaio e il mese di febbraio.

TROPOSFERA

La sinottica generale inquadrabile in troposfera nel mese di gennaio sarà molto probabilmente influenzata dalle dinamiche esposte in stratosfera e che, dopo un’iniziale riflesso d’onda a fine dicembre tra l’Europa centrosettentrionale e il settore est dell’atlantico settentrionale quale effetto del notevole calo di geopotenziali a partire dai piani più alti della stratosfera (richiamo verticale di calore che precede la risonanza degli effetti in troposfera della dinamica stratosferica), evidenzieranno da subito un brusco incremento del gradiente orizzontale e un netto rinforzo della corrente a getto polare in grado di imporre un trend prevalentemente zonale dall’Atlantico verso l’Europa centro orientale con prevalente direttrice nord occidentale.
Questo impianto circolatorio dovrebbe caratterizzare la prima decade del mese di gennaio ed essere confermati da indici AO e NAO prevalentemente positivi e da un PNA neutro a raffigurare la scarsa componente d’onda proveniente dal Pacifico nonché la progressiva migrazione del corpo più consistente della struttura del vortice verso il comparto atlantico e poi europeo.

A cavallo con la seconda decade del mese di gennaio si dovrebbe assistere a un calo del fronte polare nel comparto atlantico in direzione dell’Europa centrale.
In questo contesto è possibile che, grazie alla diminuzione dei geopotenziali anche verso le medie latitudini, si susseguano verso l’Europa centrale correnti temporaneamente più ondulate tendenti ad incrementare condizioni di variabilità (e a tratti di instabilità) a causa dell’afflusso più diretto di correnti polari o artiche.
In tale contesto si dovrebbe assistere ad un temporaneo calo degli indici AO e soprattutto NAO in quanto la traslazione delle masse artiche comporterà un disimpegno dell’area canadese e groenlandese rispetto le forti vorticità instauratesi nella prima decade.

E’ possibile infine che, nel corso della terza decade, vada nuovamente ad instaurarsi un pattern caratterizzato da una parziale ripresa delle velocità zonali.
L’Europa centro meridionale, stante questa situazione si troverebbe contesa tra la circolazione oceanica e possibili azioni più fredde provenienti dai quadranti nord orientali a causa di una parziale divergenza della corrente a getto in prossimità della penisola scandinava.

PROSPETTIVE

Alla luce delle condizioni sopra evidenziate, ci si potrebbe aspettare un mese di gennaio connotato dal transito di correnti tese prevalentemente occidentali o nordoccidentali dall’Atlantico in direzione del vecchio continente con soppressione della fase maggiormente ondulatoria presente negli ultimi giorni del vecchio anno.

Anche in questo caso si potranno comunque distinguere sommariamente tre fasi:
A) dopo una fase temporaneamente più fredda inquadrabile per fine 2019 a causa dell’afflusso di correnti balcaniche verso il Bacino centro orientale del Mediterraneo, si assisterà ad un netto aumento della pressione e dei geopotenziali verso l’Europa meridionale ove si instaureranno probabilmente nei primi 7/10 giorni del mese condizioni di tempo prevalentemente stabile (fig. 1 ), solo occasionalmente disturbato da rapidi passaggi nuvolosi sulle regioni alpine e marginalmente adriatiche.

In questo contesto ove la ventilazione sarà debole o solo temporaneamente moderata al nord Italia, le temperature saranno al di sopra delle medie del periodo e le precipitazioni occasionali e limitate ad alcune aree alpine e del nord Italia.

FIG. 1
B) Il calo di latitudini del flusso polare potrebbe influenzare maggiormente la nostra Penisola a cominciare dalle regioni settentrionali.
Dapprima queste infatti potrebbero risentire degli effetti di un calo delle temperature in quota e della pressione al suolo in grado di instaurare un tipo di tempo variabile ma anche temporaneamente instabile con precipitazioni sparse, nevose a quote medie e solo temporaneamente a bassa quota al nord. (fig. 2)
In seguito anche le altre regioni, specialmente quelle appenniniche e dei versanti adriatici potrebbero essere interessate da questi veloci passaggi perturbati.
In questo contesto la ventilazione potrebbe essere moderata ma con dei rinforzi anche considerevoli e il quadro termico portarsi su valori non lontani dalle medie del periodo.

FIG. 2
C) L’ultima fase che dovrebbe caratterizzare grossomodo la terza decade del mese potrebbe vedere una marginalizzazione delle correnti polari o artico marittime sostituite da westerliess più sostenute in atlantico che potrebbero lambire prevalentemente le regioni settentrionali della nostra Penisola alternando condizioni di variabilità a momenti di maggior stabilità mantenendo aperta la possibilità di una al più moderata incidenza delle correnti orientali, segnatamente sul bacino centro orientale del mediterraneo (fig. 3 )

FIG. 3

Outlook Dicembre 2019

PREMESSA

L’estate appena trascorsa ha visto l’affermazione di un pattern AO/NAO– dopo un lungo periodo di positività, che durava da circa 3 anni; questi due indici sono molto importanti per la definizione dei pattern dominanti nel nostro emisfero e nel comparto euro-atlantico. Questa configurazione ha certamente influito sulla tenuta dei ghiacci artici, che difatti hanno patito un forte deficit tra la fine dell’estate e la prima metà dell’autunno.

A causa del forte ammanco di ghiaccio nell’area polare, anche quest’anno il vortice polare troposferico (VPT) ha subito un grave ritardo nel proprio sviluppo; questo ritardo ha avuto inevitabili ripercussioni sullo sviluppo del vortice polare stratosferico che, a causa dei deboli flussi verticali di calore proveniente dal basso, è andato incontro ad un repentino quanto indisturbato raffreddamento.

Il VPS oggi si presenta più freddo e compatto della norma. Gli stessi nuclei di vorticità potenziali (EPV) appaiono molto coesi ed estesi in tutta la superficie del vortice a partire dai piani alti fino ai piani medi (da 1 a 50/70 hPa), mentre continuano ad essere più rarefatti ai limiti della tropopausa.

In troposfera il mese di Novembre ha presentato caratteristiche di particolare dinamicità nel comparto europeo; il mese è stato infatti caratterizzato da un’azione insistente da parte delle correnti nord-atlantiche e dalla presenza di un fronte polare piuttosto basso per il periodo, con le conseguenze che abbiamo sperimentato (e stiamo ahimé tuttora sperimentando).

ANALISI DELLE COMPONENTI TELECONNETTIVE

STRATOSFERA

Come anticipato in premessa il VPS appare più freddo e compatto rispetto alla media climatologica, ed alle alte e medie quote è contraddistinto da EPV molto coese ed estese. A breve subirà inoltre un intenso forcing dinamico a carico di una sola onda prevalente (Minor Warming, senza escludere l’eventualità di un Canadian Warming), che imporrà un’ulteriore contrazione della massa ed una rapida dislocazione sui meridiani euroasiatici, con il suo core centrato al di fuori del polo geografico.

Come conseguenza assisteremo ad una diminuzione delle velocità zonali sul polo e un consistente calo del North Annular Mode (NAM), dal momento che questo indice tiene in considerazione la proiezione ortogonale dell’Arctic Oscillation oltre alla profondità del VPS.

La compressione di massa esercitata su nuclei di vorticità così strutturati andrà a trasmettere moto zonale verso i piani isentropici più bassi, con probabili riflessi in troposfera a cavallo tra la fine del mese di novembre e l’inizio del mese di dicembre; in questa fase si dovrebbe assistere ad un rinforzo del VPT, in grado di imporre un reset alla circolazione che ha contraddistinto gran parte del mese di novembre.

Di difficile previsione il comportamento del VPS nella fase successiva, è ipotizzabile un proseguimento del disturbo in prevalenza a carico della prima onda, con un VPS che troverebbe equilibrio al di fuori del polo geografico. In questo caso potremmo assistere ad un indebolimento delle EPV a causa del minor contributo dovuto al raffreddamento radiativo, con cessazione del trasferimento di moto verso la troposfera, ma con un contestuale rinforzo delle velocità zonali alle quote più alte (1-5 hPa) qualora si configurasse un Canadian Warming.

Non possiamo del tutto escludere le due opzioni estreme, seppure al momento appaiano di difficile realizzazione. Le due opzioni vedrebbero in alternativa un riaccentramento del VPS sul polo geografico, con probabile superamento della soglia NAM ed Extreme Stratospheric Event (ESE) cold, oppure una attivazione della seconda onda con possibile Major Midwinter Warming (MMW) di tipo split ed ESE warm. Ribadiamo tuttavia che al momento queste due ipotesi hanno secondo noi una probabilità di realizzazione molto bassa, quantomeno nel mese di dicembre.

Aggiungiamo inoltre che la combinazione tra fase occidentale della QBO (seppure in inversione di segno a partire dalle quote più alte) e minimo solare non depongono a favore dell’insorgenza di riscaldamenti stratosferici maggiori durante la prossima stagione invernale.

TROPOSFERA

Gli impulsi in discesa dalla stratosfera porteranno alla formazione di un dipolo artico (AD) abbastanza marcato a partire da fine novembre. Con una tale disposizione è certamente più probabile assistere alla formazione di onde di Rossby sul settore Pacifico-Nord America rispetto al nostro comparto Atlantico-Europeo.

A differenza degli anni passati, sembra proseguire un trend di fondo poco incline alla positività del segno della NAO, anche se il tripolo nord-Atlantico, negativo nella prima meta dell’autunno, nelle ultime settimane risulta sicuramente meno chiaro ed impostato. Rimanendo in ambito SSTA, è sicuramente da tenere in considerazione il redivivo “warm blob” sul Nord Pacifico, visto in lieve spostamento verso est negli ultimi giorni. Nella visione d’insieme del Nord emisfero è quindi ancora presente il dipolo NAD (nord Pacifico/Atlantico), anche se sono evidenti alcune differenze che potrebbero influire sull’incidenza di questo dipolo proprio sul segnale NAO.

Rimaniamo su valori molto alti di IOD, anche se l’influenza di questo indice è più apprezzabile nel semestre caldo e meno in quello freddo, mentre è completamente abortito il tentativo di nascita della NINA con SOI in forte calo e SSTA in area ENSO che rimangono orientate verso le debole positività.

PROIEZIONE MESE DI DICEMBRE

Come riportato in premessa, il mese di dicembre dovrebbe risentire del trasferimento dei minimi di geopotenziale del VPT nel settore euro-asiatico (AD-) a causa del forcing imposto dalla compressione di massa del VPS. Questa fase di transizione e di “azzeramento” delle condizioni sinottiche dominanti fino ad oggi può essere collocata nella prima settimana/decade del mese di dicembre; il marcato calo della pressione in quota attiverà profonde ondulazioni nel getto polare, con probabili discese di aria fredda di origine artica verso l’Europa centrale.

Il target di queste incursioni fredde non è chiaramente definibile a priori, ma non possiamo ad oggi escludere un parziale interessamento della nostra penisola dal momento che il segno della NAO dovrebbe mantenersi attorno alla neutralità, impedendo una forte spinta verso est al getto in discesa sul continente. Riteniamo comunque che il progressivo incremento del gradiente orizzontale e il concomitante approfondimento del VPT tenderanno a marginalizzare gradualmente le irruzioni fredde, che non dovrebbero scendere oltre la Mitteleuropa.

Una modifica del pattern è attesa nella seconda decade del mese, con una redistribuzione dei minimi di geopotenziale sul comparto euro-atlantico; le vorticità appaiono minoritarie nel settore canadese. In questa fase la corrente a getto polare dovrebbe risultare più bassa e ondulata nel settore atlantico fino alle porte dell’Europa, con direttrice mediamente occidentale (o temporaneamente anche sud-occidentale) e quindi prevalentemente zonale; il getto sarà invece più teso invece sull’Europa settentrionale e nelle regioni subartiche euroasiatiche, a causa della permanenza in loco del nucleo principale del vortice polare. In questa fase il segno della NAO potrebbe portarsi temporaneamente su valori positivi.

L’ultima settimana del mese di dicembre dovrebbe infine vedere un progressivo e generale allentamento della tensione zonale nel comparto europeo, con la formazione di onde troposferiche di media ampiezza in grado di favorire un’alternanza tra masse d’aria mite da ovest e aria progressivamente più fredda, che potrebbero verso la fine del mese interagire tra loro.

PROSPETTIVE

Alla luce di quanto sopra esposto, ci potremmo aspettare tre differenti configurazioni sinottiche nel corso del mese, che tenderanno ora a prevalere, ora ad interagire tra loro.

Una prima fase è connotata dalla discesa di aria più fredda e secca di origine artica, che andando tuttavia ad interagire con l’aria umida preesistente potrebbe inizialmente portare a qualche precipitazione, seppure in maniera più isolata e meno continuativa rispetto a quanto avvenuto nel mese di novembre; il quadro termico non dovrebbe discostarsi eccessivamente dalle medie del periodo. Progressivamente assisteremo all’ingresso di aria più asciutta con una componente maggiormente settentrionale, che dovrebbe marginalizzare le precipitazioni sui versanti nord-alpini e adriatici centro-meridionali, permettendo un progressivo incremento dei valori barici al suolo soprattutto delle regioni settentrionali e tirreniche.

Figura 1 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la prima parte di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)

La seconda fase dovrebbe invece essere caratterizzata dalla presenza di una corrente a getto che dalle medie latitudini dell’Atlantico potrebbe avvicinarsi al continente europeo, apportando condizioni di generale variabilità soprattutto al nord Italia in un contesto molto mite per il periodo. Ci saranno occasioni solo per brevi precipitazioni, in un contesto comunque di nuvolosità diffusa specie sulle regioni settentrionali, mentre il tempo sarà migliore sulle altre regioni; le temperature saranno ovunque al di sopra delle medie del periodo.

Figura 2 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la seconda parte di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)

Nella terza ed ultima fase le correnti occidentali miti, in seno a maggiori ondulazioni della corrente a getto nel continente europeo tenderanno ad alternarsi con aria più fredda in grado di interagire con le prime, consentendo il ritorno a condizioni climatiche più in linea con il periodo. In questo contesto ci aspettiamo un tipo di tempo più favorevole a precipitazioni, soprattutto al nord e al centro ove il calo termico potrebbe consentire episodi nevosi anche a quote basse. Generalmente più mite e variabile al sud Italia.

Figura 3 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la parte finale di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)

Verifica Outlook estate 2019

Previsione descrittiva:

Negli ultimi anni abbiamo verificato con buona costanza un sostanziale consolidamento del pattern in affermazione nel mese di Giugno . Pertanto, anche nella seconda parte dell’estate, ci aspettiamo una distribuzione delle anomalie di GPT sostanzialmente immutata. E’ verosimilmente attendibile una fisiologica espansione della fascia subtropicale verso nord con una sostanziale aumento di geo potenziali anche nelle zone che vedranno un Giugno più “instabile”. Ci aspettiamo che si possano altresì verificare delle saltuarie infiltrazioni di aria nord atlantica verso le latitudini più basse del Mediterraneo.

Dopo un mese di giugno caratterizzato da prevalenti scambi meridiani tra l’oceano Atlantico e l’Europa frutto degli esiti di forti anomalìe positive di geopotenziale in sede polare, una seppur debole ripresa del gradiente polare nei mesi di luglio e agosto non possiamo escludere possa concretizzarsi in pattern assimilabili a WR4 dove le fasce altopressorie a medio alte latitudini potrebbe esporre l’Europa meridionale ad infiltrazioni di correnti moderatamente instabili
Queste dinamiche potrebbero evolvere rapidamente in cut-off forieri, nelle zone d’interesse, di fasi marcatamente instabili.”
 
Previsione grafica (anomalie geopotenziali a 500 hPa):
 
 
Verifica descrittiva:

 

Estate connotata da una SNAO negativa, in netta controtendenza con le ultime 2 estati. In virtù di ciò la componente zonale è stata blanda, e rispetto alla previsione abbiamo avuto GPT maggiormente slanciati verso nord e meno adagiati verso E/NE. L’istmo caratterizzato da GPT più elevati della norma può essere localizzato sul Mediterraneo centrale. Non sono mancate le fasi instabili anche decise. Si conferma ancora una volta l’evidenza che il pattern che va a consolidarsi ad inizio estate viene difficilmente scalfito durante il resto della stagione, stante un getto scarsamente ingerente sul continente.
Per essere più precisi si può asserire che i mesi di Giugno ed Agosto sono stati connotati da un WR3, mentre il mese di Luglio ha avuto un pattern assimilabile più ad WR1 in virtù di una deciso “reversal pattern” in area PNA, in un contesto comunque decisamente improntato ad una decisa meridianizzazione delle dinamiche circolatorie.

Per quanto riguarda l’aspetto termico, si evidenzia che in un contesto di scarsa “dinamicità configurativa” l’immissione nel sistema di una notevole quantità di calore avvenuta durante l’avvezione calda di fine Giugno ha a suo modo condizionato l’andamento termico complessivo stagionale sull’Italia e, più in generale, su tutto il continente europeo.

 

Verifica grafica (anomalie geopotenziali a 500 hPa):
 
 
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