Outlook prima parte estate 2022

PREMESSA

La primavera 2022 è trascorsa con un regime di tempo molto secco, soprattutto al centro nord. La parte iniziale ha subito una sorta di reversal pattern rispetto a quello invernale, dovuto ad un warming stratosferico di tipo major a fine febbraio che ha riversato i suoi effetti in marzo sull’Europa meridionale e centrale, attraverso un corridoio di aria fredda proveniente dalla Russia continentale.
Nel mese di aprile è continuato l’effetto pregresso di tale configurazione, congiuntamente ad un Final Warming di tipo early. Nell’ultimo mese vi è stata una prima parte con un leggero rientro del clima siccitoso al centro e in misura minore al nord est. Nella seconda parte vi è stato invece un anticipo della stagione estiva, con clima caldo e secco sulla penisola; molto caldo interrotto da temporali sulla pianura Padana nell’ultima decade.
La Nina continua il suo lungo episodio oramai al suo terzo anno. Attualmente osserviamo un’anomalia di temperatura superficiale in Pacifico tropicale molto negativa ad est che si affievolisce spostandosi verso l’Indonesia, congiuntamente all’avanzare verso est di acque più calde del normale sotto la superficie. Per questo motivo le chance di Nada sono molto vicine a quelle de La Nina a fine estate e nel mese di settembre. La porzione dell’Oceano pacifico dove è inibita la convezione si sta spostando lentamente verso il continente marittimo ( Figura 1) mentre le aree di massima convezione sono relative a MJO7 e 8 cioè in area pacifica

Nella prima parte dell’estate questa situazione tende a favorire il distacco di blocchi alla circolazione zonale che dal nord America si spostano verso la Groenlandia e per contrasto a favorire un’area depressionaria sul medio Atlantico. Questa situazione è in linea con le SSTA atlantiche che presentano un dipolo zonale con acque che tra aprile e maggio si sono raffreddate tra Irlanda e Terranova e invece si sono riscaldate tra Gibilterra e la Florida ( Figura 2).

Gli altri indici di natura tropicale oceanica che interessano in vista della prossima estate europea sono l’AMM e l’IOD, gli unici due contigui all’Africa che hanno subito una netta variazione in primavera. L’Indian Ocean Dipole (IOD) dopo una fine inverno debolmente positivo ora torna ad essere consistente con la Nina, cioè con acque più calde della media che contornano Indonesia e nord Australia e più fredde a ridosso dell’Africa orientale.
L’Atlantic Meridional Mode (AMM) è passato con segno negativo in primavera dopo un inverno positivo. Quest’ultimo indice è in linea con il 2012. Se consideriamo il riflesso dell’AMM attuale con anomalia negativa su Capo Verde sul monsone occidentale del golfo di Guinea, l’ITCZ in ovest africa è previsto essere sostanzialmente in media nella prima parte dell’estate, eccetto per impennate nella porzione più estrema occidentale, Senegal e Mauritania. La dinamica che vede blocchi ad ovest della penisola con rotazione dell’asse nord-est / sud-ovest sarà favorita sotto questo aspetto. L’ITCZ ad est è previsto essere molto basso di latitudine per l’azione congiunta di IOD- e venti secchi dal deserto a nord est tra Etiopia e Ciad.
Il vortice polare è soggetto ad essere debole in area groenlandese (come detto in precedenza) e il difficile riassorbimento della pregressa area fredda continentale sul nord della Russia e Siberia, almeno in un primo tempo, spinge l’aria stabilizzante più ad est sull’Oceano Artico (Figura 3).

Il quadro descritto vede una coppia di aree depressionarie continentale e atlantica separate da un forte blocco alla circolazione zonale con asse meridiano tra Svalbard e Mar del Nord/Germania. Tuttavia questo blocco non copre latitudini inferiori (Francia, nord Spagna e nord Italia) favorendo il distacco di un’area di instabilità in quota dall’Oceano Atlantico. L’anomalia della prima parte estate 2022 è compatibile con il WR4.

Eventuali fasi assimilabili al WR 1 summer pattern saranno temporanee e ascrivibili agli effetti traslati più marcati della suddetta fase della Madden Julian Oscillation durante la quale maggiore sarà lo sprofondamento della corrente a getto verso le medie latitudine dei meridiani centro occidentali del NordAtlantico. In questo caso si assisterà ad un forcing dinamico del promontorio dell’alta pressione nord africana verso l’Europa occidentale e nord occidentale, passante per Spagna e ovest Francia. Questo pattern sarà probabilmente più presente ad inizio stagione e andrà via via perdendo d’importanza col passare delle settimane, complice un graduale calo dell’intensità della convezione tropicale.

PROSPETTIVE

Con tali premesse, dati gli scarsi contributi di correnti umide di matrice oceanica verso l’Europa centrale e meridionale dovuti all’alternanza di ATR (Atlantic Ridge) e/o blocking e di correnti mediamente zonali ad alta latitudine mediamente oltre i 55/60°N con ritornante di aria temporaneamente instabile verso l’Europa centro orientale, si prevedono fasi contrassegnate da un clima caldo (ben al di sopra delle medie del periodo) torrido sull’Europa e Mediterraneo centrale, alternate alla discesa di linee di instabilità associate a rovesci e temporali a ridosso delle Alpi centro orientali, e dell’Appennino centrale sconfinanti occasionalmente nelle aree pianeggianti del nord e sulle regioni del medio ed alto versante adriatico.
Data la radice dinamica occidentale, le onde di calore dovrebbero risultare più insistenti sulle aree tirreniche, pur colpendo in modo anche piuttosto intenso il resto delle regioni nei momenti di piegamento ad est della struttura.

Dalla parte finale del mese di giugno si dovrebbe assistere ad un debole e graduale mutamento verso un WR4 più statico. In un siffatto pattern, il promontorio dinamico dovrebbe seguitare ad interessare maggiormente la parte centro-occidentale del continente, con anomalie di geopotenziali positive anche sul Nord Europa. Temporanei deboli rinforzi del getto subtropicale potrebbero portare a rapidi tagli della radice subtropicale, con fugaci ingressi di aria più fresca ed instabile da ovest sul mediterraneo centrale.
Anche in questa fase le zone più a rischio, per quanto riguarda le anomalie termiche più rilevanti, dovrebbero risultare quelle occidentali, mentre gli ingressi instabili da ovest, in un contesto mediamente molto caldo, potrebbero portare a fenomeni violenti sulle pianure del Nord.

 

Outlook Febbraio 2022

PREMESSA
La prima parte della stagione invernale è stata contraddistinta da un Vortice Polare piuttosto disturbato dalla buona azione di un pattern a 2 onde, che però non è riuscito a portare alla sua destrutturazione a causa di flussi di calore sempre deboli; nel mese di gennaio abbiamo assistito ad un maggiore accorpamento delle vorticità in stratosfera, con rapido e fortissimo raffreddamento della colonna del VP, specie in medio-bassa stratosfera. Questo rinforzo del VPS è sfociato in un ESE Cold conclamato (su base NAM a 10 hPa) il 10 di gennaio, con primo impulso stratosferico diretto verso la troposfera individuabile il 16 gennaio. Questo primo trasferimento di moto verso la troposfera, seguito da altri in ultima decade, ha rappresentato l’inizio di un condizionamento troposferico che, verosimilmente, ci accompagnerà anche nel corso del mese di febbraio.

ANALISI
La configurazione media assunta dal VP e dal treno d’onda ad inizio stagione non lasciava presagire ad un possibile Evento Stratosferico Estremo di tipo “cold” nel cuore dell’inverno ma, nonostante un buon setting di partenza, è mancata l’energia interna al sistema, come testimoniato dall’andamento dei flussi di calore. E’ verosimile immaginare che dietro a questa carenza di energia, nonostante che il trend del GW giustifichi speculazioni di senso opposto, ci possa essere l’episodio di Niña biennale che sta assumendo caratteristiche più simili a quelle di una Niña CP (Central Pacific, ovvero con le anomalìe negative maggiori verso la regione ENSO 3.4), nonostante una chiara impostazione di partenza come Niña EP (East Pacific, ovvero con anomalìe negative maggiori nelle SST a ridosso dell’America latina), come peraltro testimoniano sia i valori da evento moderato toccati anche nella zona 3.4 (ONI nel trimestre OND che ha toccato -1.0) che i forti effetti avvertiti nella componente atmosferica del fenomeno (SOI molto positivo in dicembre). Si ricorda infatti che secondo gli studi disponibili una Niña CP ha una maggiore influenza sul NAM rispetto ad un episodio EP .
Ad ESE Cold ormai conclamato, con effetti in troposfera che rientrano nella casistica ben descritta dal paper di Baldwin & Dunkerton e da quello di Waugh e Polvani a proposito di “Low Flux Events”, è ipotizzabile una prosecuzione dei pattern AO+ e NAO+ anche per il mese di febbraio, soprattutto per quanto riguarda quest’ultimo. Questa “accoppiata” sarà molto probabilmente l’elemento che caratterizzerà maggiormente il futuro prossimo, almeno fino all’esordio del mese di marzo. Eventuali disturbi troposferici al pattern principale, più probabili sul settore est siberiano-pacifico, risulteranno comunque deboli e transitori.
Primi cenni più significativi di ripresa degli heat fluxes potrebbero mostrarsi nella fase finale del mese, quando l’avanzamento stagionale e gli ormai 40/45 giorni passati dall’inizio dell’ESE Cold potrebbero portare a qualche timida risposta troposferica più incisiva negli intervalli tra gli impulsi stratosferici. Nonostante il reset imposto dall’Evento Stratosferico Estremo, riteniamo che il setting del VP possa mantenersi, e per questo ci attendiamo una disposizione sinottica simile a quella avuta in precedenza nelle possibili (brevi) fasi in cui andremo incontro ad un allentamento zonale, con la riproposizione di un ATR con deboli flussi divergenti anche al di sotto dei 60°N, quindi con valori della NAO che dovrebbero mantenersi positivi. Da segnalare il fatto che molto probabilmente il pattern zonale conseguente alla reiterazione di impulsi di una stratosfera che si manterrà molto fredda per tutto il mese, specialmente alle quote medie (30 hPa) e medio – basse (50/70 hPa), potrebbe relegare la stratificazione del gelo continentale molto ad est nel continente asiatico, allentando la presa progressivamente anche sull’Europa orientale.


PROSPETTIVE
Il mese di febbraio potrebbe trascorrere senza particolari sussulti invernali sul settore centro-occidentale europeo e quindi anche sul nostro paese. La circolazione marcatamente zonale per gran parte del mese non consentirà l’instaurazione di regimi che potrebbero portare azioni invernali degne di nota sul Mediterraneo centrale. Il mese probabilmente risulterà contraddistinto da una vasta e coriacea area di alta pressione in allungamento dall’Atlantico verso l’Europa centro-occidentale, caratterizzando il tempo anche sulle nostre regioni, con clima secco e a tratti mite. Le zone di pianura potrebbero risentire spesso di nebbie e accumulo di sostanze inquinanti, con temperature che risulterebbero quindi più basse rispetto alle anomalie positive che si avranno in quota.
Come abbiamo accennato sopra, non possiamo escludere qualche timido cambiamento nella parte finale del mese, quando potrebbe rifarsi vedere qualche ondulazione nella corrente a getto. L’abbozzo di ATR con NAO comunque prevalentemente positiva lascia pensare ad un maggiore interessamento dell’Est Europa e della zona Balcanica per ipotetiche discese di aria artica. In una siffatta situazione sarebbe più probabile un marginale o parziale interessamento delle nostre regioni orientali e meridionali, mentre più riparate potrebbero risultare ancora le zone settentrionali e tirreniche.

Outlook gennaio 2022

PREMESSA

Le condizioni di partenza a fine 2021 hanno evidenziato un Vortice Polare troposferico moderatamente disturbato da attività d’onda con un pattern prevalentemente riconducibile ad un “Atlantic Ridge”, evoluto temporaneamente in “Blocking” sul Nord Atlantico, in un regime medio di NAO negativa.
In stratosfera permangono condizioni di vortice polare moderatamente forte soprattutto in media e medio alta quota con contenuto disturbo bilaterale (Wave 2) dovuto all’intenso gradiente meridionale locale ma con scarso afflusso di “eddy heat and momentum flux” attraverso le quote più basse della stratosfera, ove pertanto l’alimentazione delle creste d’onda appare discontinuo e le stesse raramente convergenti sopra i 55/60° N.
In prospettiva è attesa un’intensificazione dell’attività d’onda a motivo della convergenza delle fasi 7 della MJO e 6 tendente a 7 dei venti circumglobali (GWO) in un regime di momento angolare positivo.
A motivo di questo, l’evoluzione del gradiente locale si sposta dalla catena uralica (Mountain Torque) al Pacifico centrale, entrando in coppia con la MJO ove i massimi di convezione si sono posizionati costantemente ad oggi nei pressi del meridiano del cambio di data (180°).


ANALISI
Alla luce delle premesse esposte, sul Pacifico settentrionale si andrà a strutturare un blocco vero e proprio, che andrà a consolidare il ridge semistazionario ivi già presente, rispecchiando il pattern pacifico caratteristico delle fasi di Niña che, in caso di modalità EP (East Pacific) come quella attuale, è generalmente composto da un tripolo con anomalie negative a ridosso del continente asiatico, positive a ridosso della regione centrale e nuovamente negative sulla west coast americana, consolidando il dipolo PDO negativo.
In questo contesto, a ragione del momento angolare positivo, è da mettere in conto (ad eccezione dell’area influenzata dall’attività convettiva, ovvero inizialmente nel Pacifico) un’intensificazione delle westerlies e quindi della componente zonale soprattutto nel comparto atlantico.
Ad incentivare questo incremento, verosimilmente, concorre anche una compressione d’onda stratosferica che, in caso di VPS strong come in questo caso, può venir sollecitata verso una trasmissione di moto verticale westerlies verso i piani inferiori.
Riteniamo per queste ragioni che i tentativi d’onda nel comparto atlantico, a fronte di una zonalità inizialmente non particolarmente marcata e quindi di un getto che andrà ad intensificarsi successivamente, non presentino idonee caratteristiche di stazionarietà tali per strutturare importanti azioni retrogressive in grado di coinvolgere tutta la Penisola ed il Mediterraneo centrale.
E’ probabile che quest’azione si concretizzi in un modesto strappo artico in rapido spostamento verso est con maggiore interessamento del Nord Italia e delle regioni adriatiche, e che presenti quale successivo focus l’est Europa, in considerazione del previsto aumento di valore dell’indice NAO.
La parziale avanzata del blocco Pacifico verso il continente americano, testimoniata dalla risalita del PNA, dovrebbe portare ad un ulteriore avanzamento verso est della zona di bassi geopotenziali ad inizio seconda decade. La presenza di una debole spalla anticiclonica in Atlantico, unita alla presenza di aria gelida precedentemente depositata sull’Europa Orientale, dovrebbe portare ad un abbassamento del jet stream verso il Mediterraneo centro-occidentale, con l’ingresso di aria polare marittima sul nostro Paese.
Lo scenario per il restante mese di gennaio appare parzialmente evolutivo per quanto concerne la traslazione dei massimi centri di convezione tropico-equatoriale, che vedrebbero attiva un’oscillazione tra la fase 7 e la fase 8 della MJO e venti globali che puntano in fase 8, ovvero laddove il GLAAM inizia la sua inversione di tendenza da anomalie positive verso anomalie di segno opposto.
E’ in questa fase che ritroviamo le possibilità più concrete di un avanzamento del “wave train” dal Pacifico verso il continente americano, con una conseguente maggiore probabilità di strutturazione di blocchi alle velocità zonali.
A decorrere grossomodo dalla metà del mese gli scenari possibili non sono del tutto univoci, in quanto si potrebbero alternare pattern di temporanei ATR (Atlantic Ridge) ad una tendenza da parte dell’apice del promontorio ad evolvere verso nord-est, contribuendo a costituire uno scivolo di correnti di matrice polare verso l’Europa centro-meridionale.
Al momento non si potrebbe neppure del tutto escludere l’evoluzione del predetto Atlantic Ridge in un pattern Scandinavian positivo, qualora l’incidenza del trasporto d’onda riuscisse a marginalizzare le correnti zonali uscite dalla East coast USA e pertanto l’indice NAO si portasse su valori neutro-negativi dopo un’iniziale fase di maggiore positività.
In questa fase, almeno fino all’inizio della terza decade di gennaio, grazie alla coppia MJO/GWO in fasi forzanti si dovrebbe assistere al mantenimento di un buon gradiente, coadiuvato da GLAAM+ ad azioni da parte degli eddy fluxes tendenti ad indebolire le Vorticità Potenziali del VPS.
Sarebbe lecito attendersi infatti un incremento dei flussi di calore provenienti dalla troposfera e una salita del diagramma dell’Heat Flux a 100 hPa che attesti un trasferimento verticale di calore e momento più corposi rispetto alla situazione iniziale, che vede un buon gradiente meridionale alle quote medio alte della stratosfera ma un insufficiente apporto dalle quote inferiori.
Gli esiti finali di questa dinamica non è facilmente pronosticabile allo stato attuale.

PROSPETTIVE

Alla luce di questa non univoca premessa è comunque possibile tracciare l’andamento medio della circolazione sull’Europa centro-meridionale con influenza sulla nostra penisola.
Dopo un inizio di gennaio caratterizzato da un anomalo promontorio subtropicale proteso verso l’Europa centro meridionale, che sta comportando/comporterà valori di temperatura assolutamente anomali per il periodo, si dovrebbe difatti assistere ad un incremento marcato del regime zonale dall’Atlantico verso l’Europa, che provvederà a stemperare i valori notevolmente superiori alle medie del periodo, in attesa di un più intenso raffreddamento che a cavallo dell’Epifania dovrebbe riguardare tutta la penisola; in questo caso gli apporti precipitativi saranno probabilmente poco incisivi e limitati ai settori orientali.
Dovrebbe quindi seguire una breve fase anticiclonica in attesa di nuovi contributi nord-atlantici, che verosimilmente interesseranno il nostro territorio con maggior riguardo alle regioni settentrionali.
Questo tipo di tempo, variabile ed a tratti instabile e caratterizzato da un quadro termico grossomodo in linea con le medie del periodo o solo temporaneamente al di sotto, dovrebbe costituire il trend prevalente fino almeno alla metà del mese di gennaio.
In seguito il panorama evolutivo, connotato dalle incertezze prognostiche descritte in ANALISI, potrebbe essere caratterizzato da un promontorio atlantico (ATR, blocco relativamente basso di latitudine) o una “Bartlett High“; in entrambi i casi, verso metà mese dovrebbe interrompersi il flusso occidentale e partire una fase più favorevole all’instaurazione di forcing dinamici dell’alta pressione atlantica verso l’Europa centro settentrionale, con un nuovo raffreddamento del comparto europeo orientale.
Questo comporterebbe una maggiore esposizione della nostra Penisola a correnti fredde dai quadranti orientali o nord orientali in ragione della posizione ed estensione della radice dell’ATR.
Eventuali confluenze con correnti più umide di matrice polare marittima, piuttosto che una più spiccata evoluzione del ridge atlantico sull’Europa centro settentrionale con una maggiore prevalenza di clima freddo ma mediamente più asciutto, fanno parte del bivio previsionale concernente l’evoluzione/intensificazione o meno dei flussi tropico-equatoriali, con probabili marcate differenze sugli effetti nell’evoluzione delle dinamiche stratosferiche.

Outlook dicembre 2021

PREMESSA
La stagione autunnale è stata connotata da flussi assenti o al più deboli. Un flusso e un trasporto di momento sottotono sono in genere associati ad una maturazione del Vortice Polare Stratosferico (VPS) lento, in accordo al normale decadimento stagionale.
Il pattern emisferico associato al dipolo artico negativo (AD-) stabilitosi in fase di “imprinting” del VPS è andato progressivamente affermandosi nel corso dell’autunno; tuttavia, sul finire della stagione un approfondimento del Vortice Polare in media stratosfera ha modificato l’equilibrio attraverso un trasporto di momento negativo in troposfera.
L’ultima parte del mese di Novembre è stata così caratterizzata da una configurazione con anomalie negative di geopotenziale sull’Europa Settentrionale (SCAND-), una tipologia di pattern che, in accordo con recenti studi, compare in seguito alla propagazione verso il basso degli “influssi” stratosferici come quello che abbiamo appena sperimentato.
Secondo la recente letteratura, confermata da riscontri fattuali, la permanenza di questa tipologia di pattern favorisce l’incremento delle velocità zonali, che difatti in meno di 20 giorni sono all’incirca raddoppiate.
La discesa artica di fine novembre, avente come obiettivo la penisola italiana e non l’area balcanica, rappresenta una sorta di “mediazione” tra la fase precedente il rinforzo del vortice polare e un indice NAO che, in base a diversi parametri troposferici, non è “predisposto” a portarsi verso valori francamente positivi, come invece era propenso a fare nelle ultime stagioni invernali, in particolare fino al 2019/2020.

MESE DI DICEMBRE
Nel corso del mese di novembre, dopo una fase caratterizzata da una conformazione del Vortice Polare Troposferico esemplificativa di un dipolo artico negativo (AD-), le anomalie negative di geopotenziale si sono concentrate a ridosso dell’Artico orientale, con i minimi localizzati tra la penisola scandinava e la Russia occidentale e prevalentemente disposti con asse Ovest-Est.
Tuttavia, proprio l’incremento del gradiente meridionale di calore (meridional heat flux) testimoniato dalla ripresa dell’attività della Madden Julian Oscillation (MJO) porterà ad inizio del mese di dicembre e probabilmente per tutta la prima decade del mese un progressivo cambiamento nell’assetto circolatorio, non solo in troposfera ma anche in stratosfera, andando a disturbare un vortice fortemente approfondito a tutte le quote e rinforzato in modo particolare dalla media stratosfera verso i piani più bassi.
A motivo di questo, si ritiene che la ripresa del heat and momentum flux possa rivelarsi temporaneamente prevalente su w1 (una sola cresta d’onda) e nettamente divergente sulla seconda cresta d’onda, contestualmente al transito in fase 6 della MJO in troposfera.
A causa delle masse di vorticità potenziale strutturate dalla media troposfera (da 30 hPa) fino ai piani isobarici inferiori, la compressione della massa del VPS dovrebbe favorire una moderata trasmissione di moto zonale ed un progressivo allineamento delle masse artiche verso il comparto euro-atlantico.
Da questa azione dovrebbe derivare una forzatura anche sul segno della NAO, che potrebbe attestarsi temporaneamente su valori moderatamente positivi.
La soppressione della seconda onda dovrebbe comunque risultare limitata nel tempo, già entro fine della prima decade dovremmo avere una nuova attivazione di deboli disturbi a carico di entrambe le onde con vortice polare stratosferico che andrebbe a “stirarsi” con asse Canada-siberia centrale. Nel frattempo in troposfera dovremmo ancora smaltire gli effetti della precedente trasmissione di moto ma con effetti meno impattanti e possibilità di avere debole attività d’onda proprio sulla zona europea.
Qualche modifica più sostanziale dovrebbe intervenire a partire da metà mese, quando la progressiva traslazione della MJO verso una fase 7-8 dovrebbe riportare il segno della NAO su valori neutri o debolmente negativi, con attività d’onda in ripresa anche sull’oceano Pacifico e buona trasmissione fino in Atlantico.
Questo tipo di circolazione dovrebbe caratterizzare per buona parte il proseguo del mese di dicembre.

PROSPETTIVE
Con il panorama sopra descritto, si dovrebbe prospettare una primissima parte del mese di dicembre (i primi 5/7 giorni) caratterizzata da moderate oscillazioni del jet stream sul comparto euro-atlantico. Visti i massimi di GPT posizionati saldamente sull’Est Atlantico, è lecito attendersi un’alternanza di distensioni dell’alta pressione verso il Mediterraneo intervallata a cavi d’onda che potrebbe interessare maggiormente il Centro est Europa/ Balcani e, marginalmente, i settori più orientali della penisola italiana.
L’evoluzione di questo pattern dovrebbe vedere intorno alla fine della prima decade una progressiva meridianizzazione dell’asse dell’alta pressione, con il passaggio a condizioni meteorologiche sulla penisola via via più stabili. Non è escludibile, in questo contesto, un interessamento delle zone orientali da parte di correnti fredde dall’est Europa.


Qualche mutamento rispetto questo scenario è da mettere in conto nella seconda parte del mese di dicembre, quando la progressione della MJO verso le fasi 7-8 dovrebbe contribuire a un indebolimento del presidio dell’alta pressione proprio a ridosso dell’Europa meridionale, grazie anche all’infiltrazione di correnti fredde da Nord-Est di provenienza russa o balcanica.
In questo assetto, l’alta pressione sul comparto euro-atlantico dovrebbe posizionarsi a latitudini più elevate, lasciando l’Europa meridionale più esposta agli influssi di correnti fredde e a tratti instabili.

Outlook agosto 2021

INTRODUZIONE

La circolazione, dalla seconda metà di luglio, è stata dominata da prevalenti correnti portanti sud occidentali calde e umide dalle medie latitudini dell’Atlantico verso l’Europa meridionale.

Questa sinottica è motivata da un forte sbilanciamento delle fasce altopressorie tropicali africane contraddistinte da un West ITF (la porzione occidentale dell’ITCZ Africano) sotto la media climatologica del periodo e, al contrario l’E-ITF (la porzione orientale oltre i 10°E) marcatamente traslato più a nord.
Ne deriva una sorta di “piano inclinato” in salita che crea una sorta di maggior resistenza e tenacia del promontorio nord africano a prediligere L’Europa centro orientale, il Mediterraneo orientale e le nostre regioni meridionali e in gran parte anche quelle centrali.
Diversamente il nord Italia, soprattutto le zone oltrepò e ancora più segnatamente quelle centro occidentali, si trovano in confluenza rispetto questa circolazione caldo-umida e le infiltrazioni più fresche capitanate dall’ampia depressione attualmente centrata sul Regno Unito.

PROIEZIONI PER IL MESE DI AGOSTO

Tale situazione che probabilmente contraddistinguerà anche la prima parte del mese di agosto sarà motivo di una sostanziale divisione dell’Italia in 2 sfere di influenza: il gran caldo al sud e parte del centro e delle isole maggiori (solo occasionalmente toccato dagli sconfinamenti dell’aria più fresca presente in quota) con deficit pluviometrico, la forte umidità ma in un contesto instabile al nord Italia con fasi piovose sparse ma localmente anche intense specialmente sulla Pianura padana, sulle regioni alpine e prealpine.
Le zone pianeggianti del nord, segnatamente centro occidentali, potrebbero vedere la formazione di eventi temporaleschi anche di notevole portata data la confluenza e l’apporto di aria umida di matrice nord africana e di aria più fresca oceanica.

La seconda parte del mese di agosto potrebbe essere contraddistinta da un ridimensionamento dell’E-ITF e da un temporaneo incremento nella parte occidentale intorno a metà mese. Ne conseguirebbe, quindi, uno spostamento dei massimi di anomalia geopotenziale verso la parte ovest del Mediterraneo nel corso della seconda decade, con graduale rimozione dell’aria stabile e molto calda che stazione da settimane tra centro-sud Italia e penisola balcanica.
Una temporanea ondulazione, figlia anche della “frustata” del PNA, potrebbe creare i presupposti per una breve ondata di calore ad interessare maggiormente le Isole Maggiori e le zone occidentali.
La progressione della MJO, unita al nuovo calo del PNA, dovrebbe garantire una ripresa della zonalità in tempi piuttosto brevi intorno a metà mese, con il possibile ingresso di aria più mite dai quadranti occidentali a spezzare la calura su tutto il nostro Paese.

L’ultima parte del mese dovrebbe continuare su questi binari, con getto piuttosto teso e probabile espansione verso est dell’anticiclone oceanico. In questo caso ovviamente ad avere clima più stabile e caldo (comunque non eccessivo) dovrebbero essere le regioni occidentali mentre il nord-est e le regioni adriatiche potrebbero risentire maggiormente di infiltrazioni più instabili da nord-ovest in un contesto non lo tanto dalle medie termiche di riferimento

Outlook Luglio 2021

INTRODUZIONE

L’andamento del mese di Giugno ha visto la graduale sostituzione del pattern che aveva caratterizzato la maggior parte della primavera con una configurazione pienamente estiva.
Diversamente da quanto previsto, si sono andate ad affermare anomalie di GPT positive sul Mediterraneo centrale, in seno ad una configurazione che ha visto un “omega block” passante per la penisola.

Figura 1 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa – Periodo 15-28 giugno 2021

Rispetto a quanto previsto, il differente setting circolatorio del mese di Giugno può essere spiegato con una netta modificazione delle caratteristiche della convezione equatoriale nell’Oceano Pacifico, che ha fatto traslare i centri di pressione più ad est (modifica del PNA con conseguente impatto sul treno d’onda) rispetto a quello che era indicato nell’outlook mensile.

PROSPETTIVE PER IL MESE DI LUGLIO

Per quanto concerne il mese di Luglio partiamo da una situazione termica fortemente connotata dal perdurare di una forte anomalia positiva di GPT e temperature sia al suolo che in quota.

Figura 2 – Anomalie termiche al suolo – Periodo 15-28 giugno 2021

Figura 3 – Anomalie termiche a 850 hPa – Periodo 15-28 giugno 2021

Durante la stagione estiva, una simile configurazione tende ad acquisire caratteristiche inerziali; servirebbero difatti eventi altrettanto importanti ma di segno opposto per smorzare un siffatto surplus termico. Tra l’altro, almeno per buona parte del mese di Luglio, non sembrano intervenire forzanti teleconnettive tali da rimodulare il jet-stream ad eccezione di una MJO prevista in rinforzo nelle fasi più tipicamente Niña-like (fasi 3-4-5).

Da tutto ciò ne consegue che in una prima fase potremmo osservare una prosecuzione delle dinamiche avute nella seconda metà del mese di Giugno, mentre successivamente potremmo assistere ad un riposizionamento dei massimi di GPT dell’alta subtropicale africana più ad Ovest.

In ragione di quanto sopra esposto, nella prima metà del mese ci aspettiamo il perdurare del pattern che ha connotato la seconda parte del mese di Giugno. con un regime circolatorio associabile ad un WR3 con asse di risalita che interesserebbe maggiormente il Centro-Sud della penisola, che continuerà a far registrare gli scarti termici più importanti rispetto alle medie del periodo. Dovremmo comunque assistere a temporanei inserimenti di aria atlantica più fresca da WNW, in grado di smorzare la calura segnatamente al Centro-Nord e sui versanti orientali della penisola.

Figura 4 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la prima parte di Luglio

All’incirca da metà mese dovremmo quindi assistere ad una rimodulazione dell’andamento del jet-stream, con una traslazione verso ovest dei massimi di GPT che prenderanno possesso dell’Ovest del Mediterraneo; questa evoluzione dovrebbe contribuire a smorzare progressivamente l’ampio sopra media previsto al Centro-Sud, anche se come detto in premessa dovrà smaltire una certa “inerzia termica” accumulata durante l’ultima decade di Giugno e la prima parte di Luglio. In questa fase il jet-stream dovrebbe orientarsi da NW verso SE sulla nostra penisola, con anomalie termiche positive che andranno ad interessare maggiormente le nostre isole maggiori, la Francia e l’Iberia.

Figura 5 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la seconda parte di Luglio

Outlook Giugno 2021

INTRODUZIONE

La primavera che sta per concludersi, ha risentito, nella prima parte di essa, dell’ESE cold avvenuto a fine inverno, seguito ad una stagione invernale che ha visto un VP debole ed instabile. Un VPS piuttosto compatto ma con vorticità deboli è proseguito per tutta la stagione e questo ha portato ad una quasi completa soppressione dei flussi di calore, con disaccoppiamento dei diversi piani atmosferici. Tutto questo si è tradotto in un FW late di tipo esclusivamente radiativo.
L’elemento cardine che ha caratterizzato il treno d’onda è stato, senza dubbio, la fase ormai pienamente negativa della PDO, che ha favorito l’instaurarsi di anomalie di geopotenziali ben positive su entrambi gli oceani. Questo elemento ha portato ad una primavera molto fresca e a tratti instabile su gran parte del Vecchio Continente

ANALISI TELECONNETTIVA

Le modalità e le tempistiche del FW non hanno apportato conseguenze alle dinamiche troposferiche e anzi, proprio dalla metà di maggio, i due principali indici che misurano lo stato di salute del VPT (AO e NAO), sono risaliti su valori neutri/debolmente positivi. In mancanza di altre forzanti, riteniamo probabile una prosecuzione di questo andamento anche per gran parte del trimestre estivo e questo dovrebbe garantire una buona vivacità del getto tra Atlantico e continente europeo.
Il quadro delle SSTA denota alcuni pattern “borderline” come ad esempio ENSO e IOD che pur essendo classificati neutri sono entrambi tendenti ad una fase debolmente negativa, con alisei più intensi della norma come dimostra il SOI positivo.

Questo si traduce in una attività convettiva tropico/equatoriale più intensa a ridosso del Continente Marittimo e parte occidentale del Pacifico, favorendo fasi 5 e 6 della MJO.


Un fattore invece ben definito continuerà ad essere la PDO- che andrà a modulare il getto, pur perdendo gradualmente di rilevanza col procedere della stagione.
In Atlantico, una pozza di acque più fredde della norma collocata alle medie latitudini, dovrebbe favorire una certa vivacità del jet stream. Anomalie positive nel golfo di Guinea e TNA negativo lasciano pensare ad un WAM lievemente sotto la linea climatologica o al più in media nelle prossime settimane

PROSPETTIVE

Con gli elementi indicati è possibile individuare un mese di giugno caratterizzato da un doppio pattern: l’uno prevalente e l’altro temporaneo.
Il primo caratteristico, per il mese di giugno, della Mjo in fase 6 proprio a ragione degli alisei intensi non solo nella fascia equatoriale pacifica nei pressi dell’America latina ma anche in prossimità della Regione 3.4 dell’Enso.
Tale pattern vede prevalenti anomalie negative di geopotenziale sulla Mitteleuropa dove l’estate farà molta fatica ad affermarsi.
Anomalìe lievemente negative di geopotenziale sono previste nei pressi dell’Atlantico portoghese per possibili cadute della corrente a getto.
Anomalìe marcatamente di segno opposto si concentreranno nel continente asiatico oltre gli Urali verso la Siberia.
Si potranno avere inoltre anomalìe positive nel Mediterraneo occidentale con parziale coinvolgimento dei settori meridionali di Spagna, Francia e, più marginalmente delle regioni tirreniche e delle Isole maggiori italiane mentre le Regioni settentrionali, più marcatamente quelle Alpine e prealpine centro orientali e quelle centro settentrionali dei versanti adriatici dovrebbero maggiormente risentire degli effetti di infiltrazioni di aria fresca, proprio a causa di una circolazione instabile che insisterà sull’Europa centrale.
Il secondo pattern, di carattere più transitorio, sarà dovuto a temporanei forcings di natura dinamica in grado di generare un ridge altopressorio dall’Atlantico verso l’Europa occidentale, sconfinando temporaneamente verso la penisola Scandinava e il nord Europa.
In questo quadro si potrebbero riscontrare, sulla nostra Penisola, oltre a quanto sopra evidenziato, anomalìe leggermente positive dal punto di vista precipitativo per il mese di giugno, nelle regioni settentrionali e, più segnatamente, su quelle dei versanti adriatici oltre che a sconfinamenti a ridosso dell’appennino centro-settentrionale.
Anche le temperature dovrebbero essere la conseguenza di questo tipo di circolazione presentando valori più elevati e leggermente sopra media nelle regioni tirreniche centro meridionali e nelle isole maggiori mentre dovrebbero allinearsi attorno alla media del periodo sulle altre regioni o temporaneamente inferiori alla media sulle regioni alpine e prealpine centro orientali.
Non sono da escludere brevi fasi caratterizzate da un promontorio dinamico del tutto transitorio passante per le nostre regioni. In questi intermezzi sono da mettere in conto moderate ma brevi onde di calore, più probabili ancora sulle regioni occidentali e Isole Maggiori.

 

Outlook febbraio 2021

Premessa

L’andamento del mese di Gennaio ha visto la realizzazione della dinamica T-S-T con un esito di MMW di tipo displacement.
Questa situazione al netto dell’andamento del Jet stream in troposfera ha generato un impulso dalla stratosfera che ha innescato una retrogressione del nucleo del VPT con zonalità negativa al di sopra dei 60°N.

Prospettive

Il mese di febbraio si apre con un episodio in troposfera che fa seguito al contingentamento del NAM successivo all’evento Major.
L’episodio suddetto prende la forma di uno split del VP e la particolarità del suo asse è quella di assumere una forma arcuata (a “L”) che permette al flusso antizonale prodotto nel settore eurasiatico di confluire in modo naturale con l’uscita del jetstream del ramo canadese, rompendo ogni tentativo di blocking in area atlantica.
L’interazione tra le due opposte masse d’aria porterà verso l’Europa una serie a catena di sistemi perturbati seguita da correnti umide atlantiche.
L’Europa centro settentrionale sarà invece meta della confluenza di aria molto fredda da est con sovrascorrimento di aria umida e più temperata da ovest e traguardo di intense nevicate.
Il ricrearsi seppur lento del gradiente sul nord Atlantico manterrà queste condizioni per la prima parte del mese pur non potendo a priori escludere il temporaneo afflusso di aria più fredda limitatamente alle aree alpine e marginalmente all’Italia settentrionale.
Nella seconda parte del mese di febbraio il riformarsi del vortice polare tra Groenlandia ed est Canada dovrebbe portare ad una temporanea onda stabilizzante in direzione di UK e dell’Europa occidentale. Si manifestano quindi i presupposti per un rientro freddo da nord est sul settore meridionale e orientale dell’Europa.
Questa dinamica tuttavia non dovrebbe necessariamente essere quella interamente caratterizzante la seconda parte di febbraio in quanto è attesa a nostro avviso un nuovo rinforzo delle correnti occidentali sul vecchio continente ma questa volta a latitudini più elevate proprio a ridosso della fine del mese.
Il VPS inoltre inizierà una sua ristrutturazione a tutte le quote a tal punto da non poter escludere uno stratcooling tardo invernale o in precoce primavera. Questo a maggior ragione sul finire della stagione forzerà il flusso umido occidentale a seguire il percorso delle medie latitudini portando una fase stabilizzante sul Mediterraneo centro occidentale e relegando le ultime velleità invernali al settore orientale.

Outlook Gennaio 2021

PREMESSA

Nella prima parte del mese di Dicembre l’area del Mediterraneo centro-occidentale è stata coinvolta da una prolungata fase polare marittima, figlia di una ritrovata attività d’onda in area Pacifica in grado di trasmettere una buona oscillazione del jet stream sull’Atlantico; l’ingerenza delle correnti polari oceaniche è progressivamente calata nella fase centrale del mese.

Nel frattempo abbiamo assistito ad un notevole rinforzo dell’attività d’onda in area Pacifica, che ha contribuito al trasporto di una ingente massa di aria calda oltre il circolo polare ed alla formazione di un vasto anticiclone dinamico. Tutto ciò ha portato ad una parziale dislocazione delle masse del Vortice Polare Troposferico (VPT) a latitudini più basse, con il conseguente incremento della componente zonale su buona parte dell’emisfero settentrionale.

Da sottolineare come le condizioni di partenza del Vortice Polare Stratosferico (VPS) fossero molto molto fredde, con parecchia energia “da dissipare” in ragione delle condizioni di partenza, ovvero bassi flussi di calore prevalentemente ripartiti su wave 2 (e quindi in modo bilanciato).

La successiva traslazione dell’anticiclone polare verso l’Artico siberiano ed il suo rapido indebolimento hanno contribuito all’accorpamento del VPT in posizione decentrata rispetto al polo geografico, più precisamente nel comparto siberiano-pacifico, favorendo in questo modo la riattivazione degli attriti dovuti proprio al suo posizionamento con conseguente forte rinforzo dei flussi verticali di calore verso la stratosfera. Questa riattivazione dei flussi ha di fatto impedito di giungere agli effetti che sarebbero conseguentemente derivati da un evento di tipo “ESE cold”, data l’iniziale profondità del vortice stratosferico.

Da notare, eccetto rarissime fasi, come il comparto canadese abbia registrato una assenza quasi totale di vorticità. Indubbiamente gli attriti tra una potentissima “Siberian High” e le vorticità del VPT quasi del tutto assenti in area canadese hanno dato manforte al mantenimento di questa energia proprio sul quel comparto.

 

STRATOSFERA

Gli intensi flussi di calore che hanno caratterizzato la fine del mese di Dicembre hanno prodotto una grave destrutturazione del VPS. Il notevole forcing (quasi da record) di W1 (wave 1) ad iniziare dalle alte e medio-alte quote della stratosfera (1-10 hPa), pur in presenza di W2 inizialmente su valori prossimi alla media climatologica a 10 hPa (300-350 gpm) ma in diminuzione, sta generando un riscaldamento stratosferico maggiore che presenta tutte le caratteristiche di un evento SSMMW (Sudden Stratospheric Major Midwinter Warming) di tipo “split”, dal quale tuttavia si andrà a differenziare per la mancata realizzazione della rottura delle Ertel Potential Vorticity (EPC), elemento discriminante rispetto ad una classificazione a tal punto residuale quale evento di tipo “displacement”, di cui tuttavia non presenta sostanziali caratteristiche.

In particolare, si deve notare l’opera compiuta non solo dalla forte intrusione di W1, ma anche gli attriti progressivamente realizzati da W2 nella massa centrale del VPS che di fatto ne comporterà un sostanziale svuotamento di vorticità.

Benché le possibilità maggiori vadano verso una classificazione dell’evento come “displacement”, non è per ora totalmente da escludere che la frattura della massa del VPS possa avvenire entro i 10 giorni dall’inversione dei venti zonali alla quota e alla latitudine previste dalla letteratura (10 hPa ≥ 60° N), con evento che andrebbe quindi classificato come “split”.

Tuttavia, sulla base delle analisi dei modelli questa eventualità non andrebbe comunque ad aggiungere granché rispetto gli effetti propagativi (“downward”) che questa dinamica presenta, e che di fatto l’accomuna in tutto e per tutto anche sotto questo aspetto ad un MMW di tipo “split”. Al più ci si potrebbe attendere un maggior contributo in termini di GPT e di profondità delle saccature in uscita dal comparto artico, in caso si vada verso uno “split”.

Nel corso della terza decade del mese di Gennaio riteniamo che sarà fisiologico assistere ad una progressiva ristrutturazione del VPS ad iniziare dai suoi piani alti (1-5 hPa), e ad un suo più consistente rinforzo nel corso del mese di febbraio fino ai piani medi e medio-bassi (10-50 hPa); farà probabilmente eccezione la bassa stratosfera, ove probabilmente le tempistiche di accorpamento delle masse di vorticità potenziale sarà più diluito nel tempo.

 

TROPOSFERA

In seguito agli effetti del forte sconquasso stratosferico dovuti all’afflusso di intensi “eddy heat flux” ed “eddy momentum flux” dalla troposfera, assisteremo al consolidamento delle condizioni di VPT debole (“weak”) e di velocità zonali molto basse (< 5 m/s in media troposfera) fino almeno a tutta la prima metà del mese di Gennaio.

Le caratteristiche principali fino ad allora dominanti saranno rappresentate da:

  • Un’intensa depressione aleutinica con baricentro traslato ad ovest (come ricorrente in caso di ENSO negativo)
  • Una imponente Siberian High, con valori massimi di pressone al suolo nelle aree continentali di pianura più fredde prossimi a valori record
  • Una scarsa o quasi nulla vorticità in area canadese, con forte caratterizzazione NAO negativa

Date le premesse, anche in considerazione delle condizioni presenti in stratosfera, è assai probabile attendersi almeno fino alla metà del mese di Gennaio condizioni di marcata stasi dei centri motori principali e dello status iniziale sopra indicato, in virtù della permanenza di velocità zonali molto basse (< 5 m/s) fino ai 50° N; solo al di sotto di tale latitudine la corrente a getto si mostrerà più tesa. Tali condizioni potrebbero proseguire fino all’inizio della terza decade.

Con queste prospettive l’Europa centro-meridionale rimarrà sede di confluenza tra masse artiche più fredde in discesa dalle alte latitudini europee e correnti più miti e umide in transito dalle medie latitudini dell’Atlantico; questa confluenza pare ad oggi coinvolgere maggiormente l’Europa centrale, con riflessi più diretti sul Nord Italia, ove maggiori saranno le probabilità di nevicate anche in pianura in un contesto termico inferiore alle medie. Quindi freddo ma non gelo per lo meno in questa fase.

Più marginale invece l’apporto di correnti fredde al di sotto dei 44° N, ove pertanto le temperature risulteranno più miti benché in un contesto assai umido. Dato il reiterarsi del pattern artico-polare sull’Europa centro-occidentale, non sono da escludere in questo frangente rapidi ma intensi prefrontali sulle regioni centro-meridionali.

Ci attendiamo invece una sostanziale modifica nella seconda parte del mese di Gennaio (indicativamente nella terza decade), quando una graduale ripresa delle velocità zonali in sede polare comporterà la traslazione verso latitudini più basse del jet stream subtropicale ed un progressivo incremento dell’attività d’onda in sede Nord Atlantica, dato il graduale aumento di vorticità in area canadese (valori NAO negativi meno estremi).

La forte compartimentazione del continente euro-asiatico, connotato da una estesa termicizzazione delle pianure russo-siberiane, potrebbe creare un isolamento importante rispetto alla circolazione che verrà ad instaurarsi in seguito alla ripresa della corrente a getto polare, gettando quindi i presupposti per la genesi di un’ampia azione retrograda delle masse continentali verso i meridiani europei che, in tal caso, verrebbero interessati da possibili ondate di freddo molto intenso, localmente di gelo.

Se le nostre ipotesi venissero rispettate, è lecito attendersi una fase prolungata di tempo molto instabile sul Mediterraneo e sull’Italia, dai connotati decisamente invernali. Le correnti molto fredde da Est o da Nord-Est potrebbero seguire tuttavia una traiettoria non eccessivamente bassa di latitudine, andando quindi ad interessare in modo più marcato le regioni settentrionali e quelle adriatiche centro-settentrionali, senza tuttavia escludere a priori fasi di influenza più estese all’intera penisola.

Per la prima parte del mese di Febbraio ci attendiamo una prosecuzione del pattern, con condizioni piuttosto fredde sul settore Europeo. Il graduale venir meno degli effetti del MMW dovrebbe portare ad un progressivo aumento degli indici AO e NAO nella parte finale del mese, con maggiore invadenza anticiclonica sul settore centro-occidentale europeo. Residue interferenze fredde ed instabili da Est potrebbero continuare ad interessare il comparto sud-orientale del continente, con coinvolgimento delle regioni del medio-basso Adriatico e del Sud. Ci riserviamo di tornare su questa previsione a fine Gennaio per maggiore accuratezza.

Outlook Dicembre 2020

PREMESSA

L’autunno 2020 è stato connotato da alcune peculiarità, in particolare riguardo al meccanismo forzante della circolazione atmosferica sull’Emisfero Settentrionale (NH). Sul comparto euroasiatico il Jet Stream (JS) ha seguito una via preferenziale, “tracciata” dal pesante deficit della calotta artica nel settore siberiano.

Durante la fase di maturazione del vortice polare, le stagioni autunnali caratterizzate da condizioni di Niña moderata vedono sovente lo sviluppo di una forte azione meridiana, che statisticamente va a coinvolgere il continente europeo; la forzante operata dall’ammanco dei ghiacci nell’artico siberiano sul JS, nonché una circolazione pacifica dalle caratteristiche piuttosto ibride (specialmente nelle ultime settimane), ha di fatto inibito lo sviluppo di questa azione meridiana.

Altra caratteristica della stagione autunnale, in forte contrasto con quelli che avrebbero dovuto essere gli effetti del pesante deficit artico, è stata la vivacità del Vortice Polare Troposferico (VPT), decisamente attivo in termini di vorticità e sufficientemente accorpato da impedire lo sviluppo di onde di Rossby troppo ampie.

Facendo riferimento agli indicatori più comunemente utilizzati in sede di proiezione stagionale, l’inverno 2020/2021 si presenta ai blocchi di partenza con alcune caratteristiche piuttosto singolari:

  • Una Niña di intensità moderata, inizialmente modulata come Central Pacific (CP), in possibile graduale transizione in modalità East Pacific (EP);
  • Una Quasi-Biennal Oscillation (QBO) occidentale alle principali quote di riferimento (30-50 hPa), ma con una colonna asincrona per il salto di fase orientale delle quote medie, in probabile evoluzione tra metà di gennaio e il mese di febbraio alla quota di 30 hPa;
  • Un Indian Ocean Dipole (IOD) prevalentemente neutro o leggermente negativo;
  • Una Pacific Decadal Oscillation (PDO) negativa, ma con una disposizione delle anomalie di temperatura superficiali (SST) poco connotata

Caratteristiche dinamiche della stagione entrante sono:

A – STRATOSFERA

  • Un Vortice Polare Stratosferico (VPS) freddo e profondo, esito di eddy heat fluxes deboli, di fatto molto deboli sulla wave 1, deboli o al massimo moderati sulla wave 2, che hanno portato ad un consistente raffreddamento radiativo ad iniziare dalle quote più alte quote (1-5 hPa) ed in propagazione fino alla medio-alta stratosfera (10 hPa);
  • Una tendenziale moderata ellitticizzazione della massa, con deboli disturbi a carico delle Ertel Potential Vorticity (EPV) in probabile accentuazione durante il mese di dicembre

B – TROPOSFERA

  • Un precoce raffreddamento delle pianure russo-siberiane (HP termico), attribuibile in primo luogo alla dislocazione più ad ovest rispetto alla posizione climatologica dell’asse pacifico del VPT (Niña-like), che tende a immettere nuclei di vorticità potenziale con movimento retrogrado in entrata nel continente asiatico, ed in secondo luogo attribuibile alle anomalie termiche positive sulle coste artiche del vecchio continente che, immettendo calore in atmosfera, genera una corrente a getto piuttosto tesa in grado di inibire la penetrazione delle correnti occidentali (westerlies) all’interno del continente stesso.

Come di consueto l’analisi stagionale viene effettuata su base mensile, e dunque si focalizzerà maggiormente sul mese di dicembre, con un semplice accenno all’andamento dei successivi mesi invernali.

PROIEZIONI PER IL MESE DI DICEMBRE

Il primo mese invernale presenta alcune condizioni di partenza che differiscono in maniera sostanziale da quelli degli anni precedenti. Come detto in premessa, le condizioni di PDO negativa ed il forte raffreddamento delle pianure russo-siberiane dovrebbero consentire un posizionamento del vortice canadese non troppo invadente sui meridiani centro-orientali del Nord Atlantico; ci attendiamo inoltre un andamento piuttosto “oscillante” della suddetta depressione, grazie ad una corrente a getto molto forte sul Pacifico ma più modulata nel comparto atlantico.

La prima parte del mese sarà caratterizzata dall’ingresso di aria umida ed instabile dal Nord Atlantico verso l’Europa meridionale, da inquadrare all’interno di un trend ondulatorio che vedrà l’interazione con masse d’aria più fredda proveniente dai quadranti orientali o nord-orientali.

In questa fase la North Atlantic Oscillation (NAO) dovrebbe scendere ed attestarsi su valori leggermente negativi, mentre la risalita progressiva dell’indice Pacific-North American (PNA) consentirà in una prima fase un’ulteriore maggiore ondulazione del getto. Il contributo di un VPS piuttosto profondo, benché al di sotto della soglia di un Evento Stratosferico Estremo (ESE) di tipo “cold”, costituisce l’innesco dei flussi verticali di calore provenienti dalla troposfera verso la stessa stratosfera; la variazione dell’indice PNA verso valori positivi rappresenta l’evidenza di questa importante modifica, rispetto al debole regime dei flussi di calore che ha caratterizzato gran parte del mese di novembre.

Grazie quindi all’attivazione dei flussi di calore anche sulla prima onda (Wave 1), è lecito attendersi un primo indebolimento delle EPV in alta stratosfera, le quali potrebbero permettere verso la metà del mese una robusta azione a due onde in grado di causare una più severa “frenata” del VPS.

Come sopra accennato, la ripresa del PNA e di un momento angolare positivo (GLAAM+) rappresentano un momento forzante della troposfera con incremento di tensione della corrente a getto. Questa dinamica contribuirà ad una momentanea ripresa dei valori AO e NAO, ed al mantenimento di un buon gradiente orizzontale troposferico in grado di tenere la stratosfera ancora al di sotto dei valori critici di soglia del North Annular Mode (NAM).

Sostanzialmente, per la fase centrale del mese ci attendiamo una marginalizzazione dell’influenza nord atlantica, con un JS che dovrebbe transitare sul nord Europa garantendo un generale aumento della pressione ma lasciando tuttavia il Mediterraneo e l’Europa meridionale in un generale contesto di lacuna barica.

In questo contesto, la ripresa della corrente a getto polare andrà ad alimentare una divergenza nei pressi del continente europeo, portando ad una nuova espansione dell’alta pressione termica siberiana sul cui bordo meridionale inizierebbe ad affluire una circolazione secondaria di aria via via più fredda; questa situazione potrebbe protrarsi per più giorni, favorendo un graduale raffreddamento del comparto orientale europeo. In tale contesto circolatorio non è da escludere una maggiore incidenza delle masse continentali anche verso l’Europa centrale, in grado di apportare una progressiva quanto diffusa diminuzione delle temperature.

Nel corso della terza decade si dovrebbe assistere ad una nuova marcata ondulazione del treno d’onda pacifico; tale dinamica favorirà un fisiologico allentamento delle velocità zonali in Atlantico, che potrebbe indurre l’insorgenza di un blocco anticiclonico in Atlantico disteso verso l’Artico russo-scandinavo, con conseguente risposta di matrice artica o artico-continentale diretta verso i settori centro-occidentali europei.

Se tale azione trovasse conferma, il forcing dinamico potrebbe favorire un’ulteriore incidenza dei flussi su tutta la colonna del vortice polare (flussi peraltro già attivi per via della divergenza imposta dall’alta siberiana), generando una decisa instabilizzazione delle condizioni del VPS i cui risvolti sono impredicibili allo stato attuale.

LINEA DI TENDENZA PER I MESI DI GENNAIO E FEBBRAIO

Gennaio

Nella prima parte del mese ci attendiamo frequenti irruzioni di aria fredda (anche molto fredda) verso le medie latitudini a causa della presenza di un vortice polare debole; nella prima metà del mese si potrà assistere anche ad eventi invernali di rilievo. Tali condizioni, favorite dalla migrazione di nuclei di vorticità potenziale attraverso il continente euroasiatico, tenderanno progressivamente ad attenuarsi nella seconda metà del mese. Per la seconda metà del mese ci aspettiamo una transizione di AO e NAO su valori neutro/positivi; pertanto il tempo sul sud Europa dovrebbe essere caratterizzato da fasi maggiormente stabili, ma non essendo rimosso completamente il pattern precedente, inserimenti di natura continentale potrebbero colpire marcatamente il settore sud-orientale del continente.

Febbraio

Probabile netto rinforzo del vortice polare a tutte le quote, senza poter escludere un ESE di tipo “cold”. Il mese di febbraio dovrebbe trascorrere per gran parte sotto condizioni piuttosto miti ed asciutte grazie all’intensificazione delle correnti zonali in transito dal nord Atlantico verso l’Europa centro-settentrionale. Eventuali maggiori ondulazioni, in seno a correnti comunque sempre mediamente occidentali, potrebbero essere relegate all’ultima parte del mese.

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