Outlook Agosto 2020

PREMESSA
I mesi di Giugno e Luglio hanno visto sul comparto Europeo l’affermazione di un pattern decisamente zonale. Ad eccezione delle prime due decadi di Giugno, caratterizzate da veri e propri cavi d’onda, per gran parte del periodo trascorso prevalenti distensioni zonali hanno garantito aspetti tipici di estati ormai dimenticate.

Nel complesso le temperature si sono attestate attorno alle medie di riferimento, in un contesto instabile soprattutto al Nord Italia ma non sul resto della penisola (eccezion fatta per i già citati primi venti giorni del mese di Giugno).

Anomalie di geopotenziale periodo 01/06-29/07/2020
Mappa dei geopotenziali periodo 01/06-29/07/2020

Le cause sono da ricercarsi in una desueta quanto marcata vivacità del Jet stream, riferibile da un lato all’eredità delle stagioni pregresse (Inverno e Primavera), connotate da un Vortice Polare molto forte, dall’altro ad un forte raffreddamento della regione ENSO 1+2 (la porzione del Pacifico tropicale più a ridosso dell’America latina), che ha favorito l’uscita di un getto molto teso dall’east coast americana alle medie latitudini. Questo pattern ha avuto la forza di “mitigare” fortemente le temperature su gran parte dell’Europa per il periodo considerato.

 

PROIEZIONI PER IL MESE DI AGOSTO

La progressiva attenuazione della vivacità del Jet stream, stanti la “maturazione” stagionale e l’innalzamento delle fasce tropicali, ben evidente dall’espansione verso Nord delle piogge monsoniche nord-africane (W-ITCZ), ha fatto sì che già in questi giorni l’andamento circolatorio sul comparto europeo sia connotato da ondulazioni maggiormente pronunciate rispetto a quanto visto finora.

Vi sono inoltre segnali più evidenti di emersione de La Niña, visibili dall’intensificazione dei venti equatoriali (alisei) nei meridiani centrali del Pacifico che, con tutta probabilità, andranno ad intensificare ulteriormente le ondulazioni del jet stream nell’area Pacifica occidentale.

In una prima fase, il trend maggiormente ondulatorio indotto da una progressiva ma non del tutto repentina flessione del PNA, accompagnata da un’anomalia di momento angolare ancora leggermente positiva, potrà sollecitare il trasporto verso latitudini più settentrionali di imponenti masse di aria calda, come risultato di una trasmissione d’onda dal continente nord americano verso il continente europeo caratterizzata da una corrente a getto più ondulata ma mai del tutto interrotta.

Tali fattori accentueranno fino grossomodo alla metà del mese di Agosto marcati contrasti termici, portando a ridosso dell’Europa centro-meridionale un’alternanza di onde termiche (promontori continentali o ibridi) molto marcate con fulcro sulla penisola iberica e discese di aria più fresca verso l’Europa centrale in seno a correnti settentrionali, in grado di provocare repentine interruzioni alle fasi calde ed associate a fenomeni di forte instabilità.

Anomalia geopotenziale prevista per la prima parte del mese di Agosto 2020

Riteniamo tuttavia di poter considerare la fase sopra descritta come transitoria, evolvendo in una nuova fase caratterizzata da un progressivo deterioramento delle condizioni di stabilità nel comparto europeo, in associazione ad un ridimensionamento del campo termico, in seguito all’affermazione di un più netto “coupling” del sistema oceano/atmosfera in modalità tipicamente “Niña like”.

Questi sono alcuni predictors che andrebbero in tal senso:
– IOD in discesa fino a valori negativi
– ITCZ stabile o in lieve regressione
– PNA inizialmente oscillante, poi in calo su valori neutri se non moderatamente negativi (fine mese)
– MJO debole e oscillante prevalentemente attorno alle fasi 3/4

Analizzando cosa successo in stagioni estive passate caratterizzate da una evoluzione come quella prospettata, ci aspettiamo quindi un deterioramento piuttosto anticipato della stagione estiva sul comparto europeo rispetto a quanto osservato negli ultimi anni.

Anomalia geopotenziale prevista per la seconda parte del mese di Agosto 2020

 

FOCUS ITALIA

Per quanto concerne l’andamento termico sull’Italia, ci aspettiamo una prima parte del mese caratterizzata da temperature sopra le medie di riferimento. Nel corso del mese assisteremo verosimilmente ad un progressivo ridimensionamento delle anomalie positive, fino ad arrivare verso la fine del mese in un contesto di temperature nella media o inferiori ad essa.

Outlook estate 2020

INTRODUZIONE
Una primavera contraddistinta per gran parte dalla fortissima attività del VPS ha visto una sostanziale assenza del jet stream sul comparto europeo. Infatti la marcata attività del VPS ha favorito un forte accentramento delle vorticità anche in troposfera con due rami dello stesso in azione sul centro America e NW Russia.

Sul comparto Atlantico il jet stream si è palesato basso di latitudine e poco sostenuto.
Intorno alla fine del mese di Aprile abbiamo avuto poi la risoluzione del VPS con un FW innescato da una inconsueta azione dinamica.
Tale destrutturazione che, ricordiamo, avviene dall’alto, non ha visto un rapido cambio di pattern in sede Europea. Diversamente nel mese di Maggio si è ancor più esacerbato il pattern primaverile con forte anomalie positive di GPT su ovest Europa e negative sulla parte centro-orientale.
Una siffatta connotazione del getto è andata gioco forza a condizionare la distribuzione delle anomalie superficiali dell’oceano Atlantico.
Un rapido raffronto tra le anomalie di GPT a 500 hpa e le ssta ci mostra una certa sovrapponibilità tra esse, con l’instaurazione di un marcato dipolo in Atlantico specchio della sostanziale assenza, durante il periodo primaverile, della corrente a getto sull’Europa. L’attuale disposizione delle SSTA nord-atlantiche è assimilabile ad un pattern NAO-. Da segnalare l’AMO che sta registrando valori molto positivi, come non si vedevano da parecchi anni in questo periodo.

Per quanto riguarda il monitoraggio dell’oceano Pacifico e in particolare dell’ENSO, dopo una primavera trascorsa con una debole positività delle SSTA in quell’area, si sta assistendo al passaggio ad una debole fase di Nina e in concomitanza anche la PDO sembra tornare con più chiarezza verso valori negativi.
I forecast dei maggiori di centri di calcolo mondiali prevedono l’incipit di un episodio di Nina per il periodo estivo – autunnale ed invernale.
Spostandoci infine sul settore dell’oceano indiano, sicuramente da menzionare il calo dello IOD, che i principali centri di calcolo vedono negativo nella seconda parte dell’estate.

PROIEZIONE MESE DI GIUGNO

Il pattern prevalente di Maggio ha visto una parziale modifica negli ultimi giorni del mese con la traslazione verso ovest delle figure bariche prevalenti durante la primavera.
Per il mese di Giugno ci aspettiamo un sostanziale consolidamento della fase avviata in questi ultimi giorni, un robusto anticiclone dovrebbe posizionarsi in Atlantico con tendenza del getto a disporsi da nord o nord-ovest sul Vecchio Continente e possibilità quindi di saccature, anche piuttosto profonde per il periodo, in ingresso dal Nord Europa verso l’Europa centrale e il Mediterraneo.
Questo corridoio di bassi gpt che dal settore scandinavo dovrebbe, a fasi alterne, raggiungere le basse latitudini farebbe presupporre che i pattern prevalenti per il mese di Giugno siano assimilabili al WR1 o WR4.
Per la penisola italiana quindi ci aspettiamo precipitazioni mediamente superiori alle medie del mese in riferimento e temperature grossomodo intorno alla media, con possibili sbalzi verso il basso durante il passaggio dei fronti e verso l’alto durante i prefrontali (specie al Sud).
Nel parte finale del mese un ulteriore migrazione delle figure bariche verso ovest dovrebbe far sì che le anomalie negative vadano ad interessare l’ovest del continente palesando un pattern prevalente assimilabile al WR3 con anomalie positive di gpt su sud Italia, Balcani e Grecia. Non è da escludere in questa fase una forte ma probabilmente non duratura fase calda sulle regioni meridionali.

PROIEZIONE MESE DI LUGLIO

Per il mese centrale dell’estate ci aspettiamo un proseguimento del pattern instauratosi a fine giugno, associabile quindi al WR3. Rispetto ad una versione “classica” di questo pattern, ci aspettiamo anomalie negative leggermente più ad est e quindi maggiore invadenza atlantica sull’Europa occidentale e fino a lambire il Nord Italia.
Va da sé che con una siffatta disposizione barica le zone maggiormente a rischio di intense ondate di caldo siano sempre i Balcani, la Grecia ma anche il nostro Sud Italia mentre invece il Nord pur in un contesto caldo dovrebbe beneficiare di qualche break con possibilità di fasi di forte instabilità a Nord del Po.

PROIEZIONE MESE DI AGOSTO

Ci attendiamo, nel corso del mese di agosto, un graduale spostamento verso est dell’anomalia negativa prima presente sull’Europa occidentale, con pattern che dovrebbe farsi nuovamente più meridiano sull’Europa.
Probabile una rottura anticipata della stagione estiva nei paesi dell’Europa Centrale con parziale coinvolgimento anche dell’Italia.

Data l’elevata distanza temporale non ci sentiamo di sbilanciarsi sulle zone che eventualmente risulterebbero più colpite, ci riserviamo di tornare su questa previsione durante l’estate e di inserire successivamente le proiezioni relative alle anomalie di geopotenziale.

Outlook MARZO 2020

Abbiamo assistito durante il mese di Febbraio ad una sostanziale prosecuzione del pattern che si era affermato durante il mese di Gennaio. Un progressivo aumento delle velocità zonali su tutta la colonna del vortice polare ha portato ad una scarsa/assente attività d’onda con blande oscillazioni del getto che , nella loro manifestazione, sono state appannaggio dell’est Europa e/o medio oriente.

Siffatta situazione troposferica ha consentito un notevole raffreddamento e stabilità del vortice polare in “prima armonica”. Ripetuti e intensi sfondamenti della soglia NAM hanno confermato come il VP, in questa seconda parte della stagione, sia da considerarsi “very strong”. La particolare intensità e la lunghissima durata di questa configurazione, che si sta portando avanti anche in questo giorni con vari record sia per il valore NAM che per lo zonal wind, non ha permesso il normale accumulo di ozono nella stratosfera polare, la concentrazione di O3 infatti è attualmente su valori estremamente bassi e questo ci fa pensare ad una maggiore possibilità di avere un FW di tipo late. Non aspettandoci quindi particolari scossoni a livello del VPS, crediamo che AO e NAO possano continuare su valori prevalentemente positivi anche nel prossimo mese. Da annotare invece l’ormai compiuto cambio di segno della PDO.

Marzo dovrebbe iniziare apportando un cambio piuttosto netto rispetto a quanto avuto a febbraio. Ci attendiamo un sensibile abbassamento del getto in ingresso sull’Europa con fronti atlantici più organizzati anche alle latitudini medio-basse e tempo spesso perturbato su tutto il Paese.
Le temperature dovrebbero risultare intorno alla media in una prima fase mentre successivamente un maggiore apporto di aria artica potrebbe portare anche temperature sotto la media al centro-nord. Probabili, in questa fase, nevicate in Appennino fino a quote medio-basse.
Un nuovo progressivo innalzamento del jet-stream in Atlantico, dovrebbe aversi verso metà mese, con anticiclone nuovamente in espansione verso l’Europa occidentale, in modesta elevazione verso il nord Atlantico e discese di aria artica sull’Est Europa. Ne consegue, per il nostro territorio, un miglioramento del tempo. Qualche temporaneo sbuffo da est potrebbe portare a qualche lieve disturbo sull’alto Adriatico in un contesto termico intorno alla media del periodo su gran parte d’Italia e leggermente sopra sulle regioni tirreniche e Sardegna.

Outlook febbraio 2020

PREMESSA


Il mese di gennaio è stato caratterizzato da anomalie positive termiche e di geopotenziale su gran parte dell’Europa centro-meridionale, più marcate nella prima decade ma comunque caratterizzanti di fatto l’intero periodo, con scarse soluzioni di continuità. L’abbassamento del fronte polare in seconda decade prospettato nel precedente outlook mensile è risultato meno incisivo del previsto, a causa di un forte compattamento delle masse artiche.

ANALISI DELLE COMPONENTI TELECONNETTIVE

STRATOSFERA


Valori molto elevati del North Annular Mode (=>+2,2) raggiunti durante il mese di gennaio in stratosfera (10 hPa) hanno conclamato un ESE (Extreme Stratospheric Event) di tipo Cold, che ha trovato conferma nella propagazione di moto e approfondimento barico del vortice polare a tutte le quote. Il superamento della soglia del NAM (+1,5) si è attuato tra l’11 e il 12 gennaio ed è rimasto tale per tutto il mese salvo una breve interruzione, confermando condizioni di vortice polare “strong” su tutta la colonna.

Da evidenziare come la risonanza di moto da parte del vortice stratosferico abbia operato anche prima della data nella quale il valore soglia è stato raggiunto, a causa di vorticità potenziali molto compatte e di valori di geopotenziale anormalmente bassi (anche inferiori a 2780 dam nel core del VPS a 10 hPa) benché il core dello stesso sia rimasto dislocato rispetto alla posizione di riferimento del NAM/AO. L’Arctic Oscillation, rimasta positiva per tutto il periodo, è rappresentativa della propagazione del cooling stratosferico.

All’inizio del mese di febbraio si prospetta tuttavia una modifica sostanziale rispetto a quanto avvenuto nel mese di gennaio, caratterizzato interamente da flussi di calore molto deboli (Low Flux event); alcuni parametri infatti, visibili anche in troposfera, evidenziano una netta ripresa dei flussi di calore, dapprima con E.P. flux divergente principalmente in alta stratosfera (1/5 hPa) ove assisteremo ad un intenso forcing dislocativo della massa del VPS, quindi a partire dal 3-4 febbraio con E.P. flux convergente con effetti sulle quote medie e medio-alte del VPS (10-30 hPa), che probabilmente assumerà una conformazione allungata (ellittica) a causa della maggiore intrusione da parte degli “eddy” (calore e momento) all’interno della massa del vortice.

Assisteremo quindi ad una forte rarefazione delle vorticità potenziali (EPV) a cominciare dalle alte quote e fino ai piani isobarici di 10/15 hPa, unitamente ad un netto incremento dei geopotenziali che si compirà entro la prima decade di febbraio. Le quote inferiori risentiranno inevitabilmente gli effetti di quanto avverrà ai “piani superiori”, anche se le EPV molto coese tenderanno probabilmente ad opporre resistenza alla propagazione del disturbo.

Degno di rilievo è il livello molto basso della quantità di ozono stratosferico, che indubbiamente non aiuterà ad invertire anzitempo il processo di raffreddamento radiativo che crediamo possa agevolmente riprendere a causa di una nuova fase caratterizzata da deboli flussi verticali di calore; in virtù di questo riteniamo minoritaria l’ipotesi di un riscaldamento maggiore (Major Warming) in grado di interrompere questa lunga fase caratterizzata da un vortice polare forte.

TROPOSFERA

Ci troviamo tuttora nel pieno del condizionamento troposferico iniziato nella prima metà di gennaio a seguito del superamento della soglia NAM, con i piani troposferici che analogamente a quanto evidenziato per la stratosfera già prima dell’ESE cold erano indirizzati verso condizioni di Vortice Polare “Strong”, grazie ad una attività convettiva tropicale spesso sopita ed a dinamiche votate alla scarsa propagazione orizzontale e verticale dei flussi di calore nell’oceano Pacifico; tutto questo ha rappresentato terreno fertile per il riverbero in troposfera delle pulsazioni stratosferiche. La disposizione delle vorticità in seno al Vortice Polare, unita alla riemersione di un netto tripolo positivo nel Nord Atlantico, hanno ulteriormente incentivato una forte tensione zonale in Atlantico, come dimostra la forte positività della NAO nel bimestre appena trascorso.

La discontinuità e la debolezza dei flussi di calore riscontrate in gennaio (low flux event) dovrebbero lasciar spazio solo temporaneamente ad una attività più incisiva attorno alla metà della prima decade del mese di febbraio, con gli effetti del condizionamento che dovrebbero persistere almeno fino alla seconda decade del mese.

Per quanto riguarda il comparto euro-asiatico stiamo assistendo in questi giorni ad un robusto raffreddamento del settore siberiano, che ha contribuito alla genesi di un HP termico su quel settore. La temporanea riattivazione dei flussi porterà quindi ad una momentanea frenata zonale, con l’attivazione di un pattern troposferico a 3 onde in grado di convogliare aria fredda di estrazione artica sull’Europa Orientale. Non ci aspettiamo un’azione particolarmente prolungata nel tempo, in quanto la soppressione dei flussi consentirà una nuova pulsazione in discesa dalla stratosfera che verrà assecondata dal VPT, che andrà incontro ad un nuovo ricompattamento con la ricomparsa di un pattern zonale sull’Europa, con indici AO e NAO fortemente positivi per tutta la seconda decade del mese di febbraio. In una prima fase non è comunque da escludere la permanenza di aria fredda stratificata sull’Europa orientale e Balcani, anche se riteniamo che le correnti zonali riusciranno a smantellare con relativa facilità il “serbatoio freddo” al suolo.

Nella terza decade ci aspettiamo un allentamento della tensione zonale, complice la fine del condizionamento stratosferico. In questa fase è lecito attendersi un nuovo progressivo raffreddamento dell’Europa centro-orientale; la permanenza di un pattern caratterizzato da una NAO sempre in campo positivo, anche se in calo rispetto alla seconda decade, non permetterà ciclogenesi alimentate da aria artica nel Mediterraneo centrale.

PROSPETTIVE PER IL QUADRO ITALIANO

Il mese di febbraio esordirà con condizioni prevalentemente stabili, caratterizzate dalla persistenza di geopotenziali alti e temperature decisamente sopra la media del periodo. A metà decade avremo comunque un rapido afflusso di correnti fredde di estrazione artica dirette verso l’Europa orientale e le pianure russe europee, che porteranno ad una repentina diminuzione delle temperature anche sulla nostra penisola ad iniziare dalle regioni adriatiche, interessate da veloci passaggi nuvolosi in un contesto di precipitazioni comunque scarse; sulle altre regioni proseguiranno condizioni di tempo asciutto, anche se decisamente più freddo.

Già dalla fine della prima decade tuttavia il ricompattamento del Vortice Polare Troposferico porterà ad una nuova accelerazione zonale sul nostro comparto, con progressiva erosione del blocco di aria fredda che precedentemente si era depositata al suolo tra Balcani ed Europa Orientale. In un primo momento quest’aria fredda potrebbe ancora interessare marginalmente le aree del basso adriatico ma con successivo sensibile aumento termico che riguarderà anche queste regioni. Il clima si manterrà asciutto pressoché ovunque salvo qualche sfondamento, sui settori alpini di confine, delle nevicate che interesseranno i versanti nord dell’arco alpino.

Un possibile cambio configurativo è attendibile per l’ultima parte del mese, l’allentamento del forcing stratosferico dovrebbe portare ad una parziale destrutturazione del Vortice polare in troposfera con calo dell’AO verso valori neutri o leggermente negativi. Di contro, come già esposto in precedenza, non ci aspettiamo un calo altrettanto significativo della NAO. In uno schema siffatto è verosimile una marginalizzazione del getto in Atlantico con anticiclone europeo in elevazione verso nord-est e nuova espansione verso ovest di aria artico-continentale che potrebbe arrivare ad interessare l’Europa Orientale. Più difficile un coinvolgimento diretto dell’Europa centrale e del mediterraneo, anche se è ipotizzabile quantomeno un moderato calo termico anche sulle nostre regioni con termiche che torneranno in media o leggermente sotto in un contesto comunque ancora asciutto, specie al nord e tirreniche. Seppur minoritaria, non è del tutto da escludere anche la possibilità di un coinvolgimento maggiore del mediterraneo centrale, in questo caso avremmo una fase di stampo spiccatamente invernale con effetti maggiori comunque sempre sulle regioni adriatiche del centro-sud.

Anomalie geopotenziali medie previste per febbraio

Outlook gennaio 2020

PREMESSA

Il mese di dicembre scorso ha riscontrato piuttosto fedelmente quanto prospettato nell’analisi precedentemente operata ovvero:

1.una breve fase più fredda ad inizio mese come effetto della traslazione di massa del vortice polare verso il continente europeo in grado di indurre un’ondulazione con aria prevalentemente artica verso l’Europa orientale ed il Bacino centro – orientale del Mediterraneo;
2.una più prolungata fase umida e molto mite nel corpo centrale del mese per insistenza di correnti prevalentemente da sud ovest attribuibili alla risonanza in troposfera degli effetti del Canadian Warming;
3.un successivo allentamento della corrente a getto dall’Atlantico in direzione dell’Europa con probabile insorgenza di ondulazioni di media ampiezza in direzione dell’Europa centrale e in parte settentrionale

ANALISI DELLE COMPONENTI TELECONNETTIVE

STRATOSFERA

Il vortice polare stratosferico continua a presentarsi piuttosto forte in media e alta stratosfera con temporanea migrazione dei massimi dei nuclei di vorticità potenziale (MPV) verso i bordi della struttura (edges) a causa di una moderata compressione della massa disposta inizialmente in un pattern bilaterale.
La componente di calore e di moto si mostra tuttavia assolutamente insufficiente ad intrudere il core del vortice polare stratosferico che, al contrario, proprio a causa di EPV piuttosto strutturate, induce proprio nell’ultima settimana di dicembre, una risonanza intermittente verso i piani più bassi della stratosfera e fino anche in troposfera ove tuttavia il segnale di trasmissione risulterà più intermittente e frammentato ( a causa di nuclei di vorticità più deboli ).
Non essendo evidenti indicatori di risposta da parte della troposfera che siano comunque in grado di garantire il mantenimento di tale equilibrio, il vps inizierà una dinamica di rotazione e di compressione a carico prevalente di un forcing ad un’onda (wave 1) che ne indurrà un ulteriore intenso raffreddamento e approfondimento per contrazione della massa.
Va detto da subito, a scanso di fraintendimenti, che i valori previsti dai modelli evidenziano una situazione di marcato strat cooling anche se, almeno in un primo momento, non andrà questa a coincidere con un Ese di tipo cold ( che si conclama alla quota relativa a 10 hpa in caso di valore pari o superiore a +1,5 ) a causa sia della conformazione del vps che della sua posizione che diverrà dapprima ellittica con uno degli assi disposti tra l’oceano Atlantico e l’Europa occidentale e poi più compatto ma sbilanciato ancora verso il comparto euroasiatico.
In questa seconda fase comunque, nonostante il contenuto disassamento della massa rispetto al polo, la sua estensione e i valori raggiungibili dal core del vps anche al disotto dei 2780 dam a 10 hpa potrebbero portare al raggiungimento della soglia dell’Ese cold .
Non è tuttavia quest’ultimo il punto maggiormente di rilievo quanto il fatto che l’alta stratosfera presenterà diversi momenti forzanti verso i piani medi della stessa proprio a causa di quanto sopra evidenziato ovvero la coesione e profondità dei proprio nuclei di vorticità potenziale.
Diversamente la discontinuità del segnale tra la bassa stratosfera e la troposfera sarà confermata da Epv ivi più rarefatte e dalla conformazione della colonna del vortice polare.
Successivi forcing operati prevalentemente da 1 onda con componente di calore più marcata, potrebbero mettere i presupposti dopo la metà del mese di gennaio per un progressivo indebolimento del vps a partire dalle alte quote (1/5 hpa). Non è dato ad oggi dare maggiori indicazioni che riguardino la possibilità di insorgenza di un evento di riscaldamento maggiore che ad ogni buon conto avrebbe maggiori probabilità di realizzarsi tra la fine del mese di gennaio e il mese di febbraio.

TROPOSFERA

La sinottica generale inquadrabile in troposfera nel mese di gennaio sarà molto probabilmente influenzata dalle dinamiche esposte in stratosfera e che, dopo un’iniziale riflesso d’onda a fine dicembre tra l’Europa centrosettentrionale e il settore est dell’atlantico settentrionale quale effetto del notevole calo di geopotenziali a partire dai piani più alti della stratosfera (richiamo verticale di calore che precede la risonanza degli effetti in troposfera della dinamica stratosferica), evidenzieranno da subito un brusco incremento del gradiente orizzontale e un netto rinforzo della corrente a getto polare in grado di imporre un trend prevalentemente zonale dall’Atlantico verso l’Europa centro orientale con prevalente direttrice nord occidentale.
Questo impianto circolatorio dovrebbe caratterizzare la prima decade del mese di gennaio ed essere confermati da indici AO e NAO prevalentemente positivi e da un PNA neutro a raffigurare la scarsa componente d’onda proveniente dal Pacifico nonché la progressiva migrazione del corpo più consistente della struttura del vortice verso il comparto atlantico e poi europeo.

A cavallo con la seconda decade del mese di gennaio si dovrebbe assistere a un calo del fronte polare nel comparto atlantico in direzione dell’Europa centrale.
In questo contesto è possibile che, grazie alla diminuzione dei geopotenziali anche verso le medie latitudini, si susseguano verso l’Europa centrale correnti temporaneamente più ondulate tendenti ad incrementare condizioni di variabilità (e a tratti di instabilità) a causa dell’afflusso più diretto di correnti polari o artiche.
In tale contesto si dovrebbe assistere ad un temporaneo calo degli indici AO e soprattutto NAO in quanto la traslazione delle masse artiche comporterà un disimpegno dell’area canadese e groenlandese rispetto le forti vorticità instauratesi nella prima decade.

E’ possibile infine che, nel corso della terza decade, vada nuovamente ad instaurarsi un pattern caratterizzato da una parziale ripresa delle velocità zonali.
L’Europa centro meridionale, stante questa situazione si troverebbe contesa tra la circolazione oceanica e possibili azioni più fredde provenienti dai quadranti nord orientali a causa di una parziale divergenza della corrente a getto in prossimità della penisola scandinava.

PROSPETTIVE

Alla luce delle condizioni sopra evidenziate, ci si potrebbe aspettare un mese di gennaio connotato dal transito di correnti tese prevalentemente occidentali o nordoccidentali dall’Atlantico in direzione del vecchio continente con soppressione della fase maggiormente ondulatoria presente negli ultimi giorni del vecchio anno.

Anche in questo caso si potranno comunque distinguere sommariamente tre fasi:
A) dopo una fase temporaneamente più fredda inquadrabile per fine 2019 a causa dell’afflusso di correnti balcaniche verso il Bacino centro orientale del Mediterraneo, si assisterà ad un netto aumento della pressione e dei geopotenziali verso l’Europa meridionale ove si instaureranno probabilmente nei primi 7/10 giorni del mese condizioni di tempo prevalentemente stabile (fig. 1 ), solo occasionalmente disturbato da rapidi passaggi nuvolosi sulle regioni alpine e marginalmente adriatiche.

In questo contesto ove la ventilazione sarà debole o solo temporaneamente moderata al nord Italia, le temperature saranno al di sopra delle medie del periodo e le precipitazioni occasionali e limitate ad alcune aree alpine e del nord Italia.

FIG. 1
B) Il calo di latitudini del flusso polare potrebbe influenzare maggiormente la nostra Penisola a cominciare dalle regioni settentrionali.
Dapprima queste infatti potrebbero risentire degli effetti di un calo delle temperature in quota e della pressione al suolo in grado di instaurare un tipo di tempo variabile ma anche temporaneamente instabile con precipitazioni sparse, nevose a quote medie e solo temporaneamente a bassa quota al nord. (fig. 2)
In seguito anche le altre regioni, specialmente quelle appenniniche e dei versanti adriatici potrebbero essere interessate da questi veloci passaggi perturbati.
In questo contesto la ventilazione potrebbe essere moderata ma con dei rinforzi anche considerevoli e il quadro termico portarsi su valori non lontani dalle medie del periodo.

FIG. 2
C) L’ultima fase che dovrebbe caratterizzare grossomodo la terza decade del mese potrebbe vedere una marginalizzazione delle correnti polari o artico marittime sostituite da westerliess più sostenute in atlantico che potrebbero lambire prevalentemente le regioni settentrionali della nostra Penisola alternando condizioni di variabilità a momenti di maggior stabilità mantenendo aperta la possibilità di una al più moderata incidenza delle correnti orientali, segnatamente sul bacino centro orientale del mediterraneo (fig. 3 )

FIG. 3

Outlook Dicembre 2019

PREMESSA

L’estate appena trascorsa ha visto l’affermazione di un pattern AO/NAO– dopo un lungo periodo di positività, che durava da circa 3 anni; questi due indici sono molto importanti per la definizione dei pattern dominanti nel nostro emisfero e nel comparto euro-atlantico. Questa configurazione ha certamente influito sulla tenuta dei ghiacci artici, che difatti hanno patito un forte deficit tra la fine dell’estate e la prima metà dell’autunno.

A causa del forte ammanco di ghiaccio nell’area polare, anche quest’anno il vortice polare troposferico (VPT) ha subito un grave ritardo nel proprio sviluppo; questo ritardo ha avuto inevitabili ripercussioni sullo sviluppo del vortice polare stratosferico che, a causa dei deboli flussi verticali di calore proveniente dal basso, è andato incontro ad un repentino quanto indisturbato raffreddamento.

Il VPS oggi si presenta più freddo e compatto della norma. Gli stessi nuclei di vorticità potenziali (EPV) appaiono molto coesi ed estesi in tutta la superficie del vortice a partire dai piani alti fino ai piani medi (da 1 a 50/70 hPa), mentre continuano ad essere più rarefatti ai limiti della tropopausa.

In troposfera il mese di Novembre ha presentato caratteristiche di particolare dinamicità nel comparto europeo; il mese è stato infatti caratterizzato da un’azione insistente da parte delle correnti nord-atlantiche e dalla presenza di un fronte polare piuttosto basso per il periodo, con le conseguenze che abbiamo sperimentato (e stiamo ahimé tuttora sperimentando).

ANALISI DELLE COMPONENTI TELECONNETTIVE

STRATOSFERA

Come anticipato in premessa il VPS appare più freddo e compatto rispetto alla media climatologica, ed alle alte e medie quote è contraddistinto da EPV molto coese ed estese. A breve subirà inoltre un intenso forcing dinamico a carico di una sola onda prevalente (Minor Warming, senza escludere l’eventualità di un Canadian Warming), che imporrà un’ulteriore contrazione della massa ed una rapida dislocazione sui meridiani euroasiatici, con il suo core centrato al di fuori del polo geografico.

Come conseguenza assisteremo ad una diminuzione delle velocità zonali sul polo e un consistente calo del North Annular Mode (NAM), dal momento che questo indice tiene in considerazione la proiezione ortogonale dell’Arctic Oscillation oltre alla profondità del VPS.

La compressione di massa esercitata su nuclei di vorticità così strutturati andrà a trasmettere moto zonale verso i piani isentropici più bassi, con probabili riflessi in troposfera a cavallo tra la fine del mese di novembre e l’inizio del mese di dicembre; in questa fase si dovrebbe assistere ad un rinforzo del VPT, in grado di imporre un reset alla circolazione che ha contraddistinto gran parte del mese di novembre.

Di difficile previsione il comportamento del VPS nella fase successiva, è ipotizzabile un proseguimento del disturbo in prevalenza a carico della prima onda, con un VPS che troverebbe equilibrio al di fuori del polo geografico. In questo caso potremmo assistere ad un indebolimento delle EPV a causa del minor contributo dovuto al raffreddamento radiativo, con cessazione del trasferimento di moto verso la troposfera, ma con un contestuale rinforzo delle velocità zonali alle quote più alte (1-5 hPa) qualora si configurasse un Canadian Warming.

Non possiamo del tutto escludere le due opzioni estreme, seppure al momento appaiano di difficile realizzazione. Le due opzioni vedrebbero in alternativa un riaccentramento del VPS sul polo geografico, con probabile superamento della soglia NAM ed Extreme Stratospheric Event (ESE) cold, oppure una attivazione della seconda onda con possibile Major Midwinter Warming (MMW) di tipo split ed ESE warm. Ribadiamo tuttavia che al momento queste due ipotesi hanno secondo noi una probabilità di realizzazione molto bassa, quantomeno nel mese di dicembre.

Aggiungiamo inoltre che la combinazione tra fase occidentale della QBO (seppure in inversione di segno a partire dalle quote più alte) e minimo solare non depongono a favore dell’insorgenza di riscaldamenti stratosferici maggiori durante la prossima stagione invernale.

TROPOSFERA

Gli impulsi in discesa dalla stratosfera porteranno alla formazione di un dipolo artico (AD) abbastanza marcato a partire da fine novembre. Con una tale disposizione è certamente più probabile assistere alla formazione di onde di Rossby sul settore Pacifico-Nord America rispetto al nostro comparto Atlantico-Europeo.

A differenza degli anni passati, sembra proseguire un trend di fondo poco incline alla positività del segno della NAO, anche se il tripolo nord-Atlantico, negativo nella prima meta dell’autunno, nelle ultime settimane risulta sicuramente meno chiaro ed impostato. Rimanendo in ambito SSTA, è sicuramente da tenere in considerazione il redivivo “warm blob” sul Nord Pacifico, visto in lieve spostamento verso est negli ultimi giorni. Nella visione d’insieme del Nord emisfero è quindi ancora presente il dipolo NAD (nord Pacifico/Atlantico), anche se sono evidenti alcune differenze che potrebbero influire sull’incidenza di questo dipolo proprio sul segnale NAO.

Rimaniamo su valori molto alti di IOD, anche se l’influenza di questo indice è più apprezzabile nel semestre caldo e meno in quello freddo, mentre è completamente abortito il tentativo di nascita della NINA con SOI in forte calo e SSTA in area ENSO che rimangono orientate verso le debole positività.

PROIEZIONE MESE DI DICEMBRE

Come riportato in premessa, il mese di dicembre dovrebbe risentire del trasferimento dei minimi di geopotenziale del VPT nel settore euro-asiatico (AD-) a causa del forcing imposto dalla compressione di massa del VPS. Questa fase di transizione e di “azzeramento” delle condizioni sinottiche dominanti fino ad oggi può essere collocata nella prima settimana/decade del mese di dicembre; il marcato calo della pressione in quota attiverà profonde ondulazioni nel getto polare, con probabili discese di aria fredda di origine artica verso l’Europa centrale.

Il target di queste incursioni fredde non è chiaramente definibile a priori, ma non possiamo ad oggi escludere un parziale interessamento della nostra penisola dal momento che il segno della NAO dovrebbe mantenersi attorno alla neutralità, impedendo una forte spinta verso est al getto in discesa sul continente. Riteniamo comunque che il progressivo incremento del gradiente orizzontale e il concomitante approfondimento del VPT tenderanno a marginalizzare gradualmente le irruzioni fredde, che non dovrebbero scendere oltre la Mitteleuropa.

Una modifica del pattern è attesa nella seconda decade del mese, con una redistribuzione dei minimi di geopotenziale sul comparto euro-atlantico; le vorticità appaiono minoritarie nel settore canadese. In questa fase la corrente a getto polare dovrebbe risultare più bassa e ondulata nel settore atlantico fino alle porte dell’Europa, con direttrice mediamente occidentale (o temporaneamente anche sud-occidentale) e quindi prevalentemente zonale; il getto sarà invece più teso invece sull’Europa settentrionale e nelle regioni subartiche euroasiatiche, a causa della permanenza in loco del nucleo principale del vortice polare. In questa fase il segno della NAO potrebbe portarsi temporaneamente su valori positivi.

L’ultima settimana del mese di dicembre dovrebbe infine vedere un progressivo e generale allentamento della tensione zonale nel comparto europeo, con la formazione di onde troposferiche di media ampiezza in grado di favorire un’alternanza tra masse d’aria mite da ovest e aria progressivamente più fredda, che potrebbero verso la fine del mese interagire tra loro.

PROSPETTIVE

Alla luce di quanto sopra esposto, ci potremmo aspettare tre differenti configurazioni sinottiche nel corso del mese, che tenderanno ora a prevalere, ora ad interagire tra loro.

Una prima fase è connotata dalla discesa di aria più fredda e secca di origine artica, che andando tuttavia ad interagire con l’aria umida preesistente potrebbe inizialmente portare a qualche precipitazione, seppure in maniera più isolata e meno continuativa rispetto a quanto avvenuto nel mese di novembre; il quadro termico non dovrebbe discostarsi eccessivamente dalle medie del periodo. Progressivamente assisteremo all’ingresso di aria più asciutta con una componente maggiormente settentrionale, che dovrebbe marginalizzare le precipitazioni sui versanti nord-alpini e adriatici centro-meridionali, permettendo un progressivo incremento dei valori barici al suolo soprattutto delle regioni settentrionali e tirreniche.

Figura 1 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la prima parte di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)

La seconda fase dovrebbe invece essere caratterizzata dalla presenza di una corrente a getto che dalle medie latitudini dell’Atlantico potrebbe avvicinarsi al continente europeo, apportando condizioni di generale variabilità soprattutto al nord Italia in un contesto molto mite per il periodo. Ci saranno occasioni solo per brevi precipitazioni, in un contesto comunque di nuvolosità diffusa specie sulle regioni settentrionali, mentre il tempo sarà migliore sulle altre regioni; le temperature saranno ovunque al di sopra delle medie del periodo.

Figura 2 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la seconda parte di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)

Nella terza ed ultima fase le correnti occidentali miti, in seno a maggiori ondulazioni della corrente a getto nel continente europeo tenderanno ad alternarsi con aria più fredda in grado di interagire con le prime, consentendo il ritorno a condizioni climatiche più in linea con il periodo. In questo contesto ci aspettiamo un tipo di tempo più favorevole a precipitazioni, soprattutto al nord e al centro ove il calo termico potrebbe consentire episodi nevosi anche a quote basse. Generalmente più mite e variabile al sud Italia.

Figura 3 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la parte finale di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)

Verifica Outlook estate 2019

Previsione descrittiva:

Negli ultimi anni abbiamo verificato con buona costanza un sostanziale consolidamento del pattern in affermazione nel mese di Giugno . Pertanto, anche nella seconda parte dell’estate, ci aspettiamo una distribuzione delle anomalie di GPT sostanzialmente immutata. E’ verosimilmente attendibile una fisiologica espansione della fascia subtropicale verso nord con una sostanziale aumento di geo potenziali anche nelle zone che vedranno un Giugno più “instabile”. Ci aspettiamo che si possano altresì verificare delle saltuarie infiltrazioni di aria nord atlantica verso le latitudini più basse del Mediterraneo.

Dopo un mese di giugno caratterizzato da prevalenti scambi meridiani tra l’oceano Atlantico e l’Europa frutto degli esiti di forti anomalìe positive di geopotenziale in sede polare, una seppur debole ripresa del gradiente polare nei mesi di luglio e agosto non possiamo escludere possa concretizzarsi in pattern assimilabili a WR4 dove le fasce altopressorie a medio alte latitudini potrebbe esporre l’Europa meridionale ad infiltrazioni di correnti moderatamente instabili
Queste dinamiche potrebbero evolvere rapidamente in cut-off forieri, nelle zone d’interesse, di fasi marcatamente instabili.”
 
Previsione grafica (anomalie geopotenziali a 500 hPa):
 
 
Verifica descrittiva:

 

Estate connotata da una SNAO negativa, in netta controtendenza con le ultime 2 estati. In virtù di ciò la componente zonale è stata blanda, e rispetto alla previsione abbiamo avuto GPT maggiormente slanciati verso nord e meno adagiati verso E/NE. L’istmo caratterizzato da GPT più elevati della norma può essere localizzato sul Mediterraneo centrale. Non sono mancate le fasi instabili anche decise. Si conferma ancora una volta l’evidenza che il pattern che va a consolidarsi ad inizio estate viene difficilmente scalfito durante il resto della stagione, stante un getto scarsamente ingerente sul continente.
Per essere più precisi si può asserire che i mesi di Giugno ed Agosto sono stati connotati da un WR3, mentre il mese di Luglio ha avuto un pattern assimilabile più ad WR1 in virtù di una deciso “reversal pattern” in area PNA, in un contesto comunque decisamente improntato ad una decisa meridianizzazione delle dinamiche circolatorie.

Per quanto riguarda l’aspetto termico, si evidenzia che in un contesto di scarsa “dinamicità configurativa” l’immissione nel sistema di una notevole quantità di calore avvenuta durante l’avvezione calda di fine Giugno ha a suo modo condizionato l’andamento termico complessivo stagionale sull’Italia e, più in generale, su tutto il continente europeo.

 

Verifica grafica (anomalie geopotenziali a 500 hPa):
 
 

Aspettative ed incertezze derivanti da uno split stratosferico

A cura del Comitato Tecnico Scientifico

Come prospettato in sede di Outlook invernale, il riscaldamento maggiore di tipo split è stato conclamato ad inizio gennaio e sta condizionando la circolazione stratosferica del vortice polare fino alle basse quote. (fig. 1)

Split stratosferico con divisione dei nuclei di PV

Pochi giorni prima tuttavia, una forte dislocazione del vortice polare su tutti i piani stratosferici ad opera della prima onda, aveva portato al superamento dei valori di soglia previsti da letteratura per conclamare un evento stratosferico maggiore.
Un originario disturbo troposferico piuttosto rapido si è concretizzato con un distacco di un nucleo di aria artica dalla Groenlandia che, con direttrice sud-sud-est, ha raggiunto il suo target proprio in queste ore sul Mediterraneo orientale, dopo essere transitata tra il Mar Adriatico e i Balcani.

Il riscaldamento maggiore di tipo split che, verosimilmente è andato successivamente a dar manforte (quale effetto indiretto) a tale dinamica, ha avuto facile ragione di un vortice polare stratosferico che si trovava molto allungato e dislocato sul Nord Atlantico con asse maggiore tra Canada orientale ed Europa.
E’ oggi del tutto evidente che la caratteristica peculiare che sta presentando, sia una propagazione limitata alle regioni polari e subpolari. (fig. 2)

Propagazione del disturbo stratosferico polare fino a 65/70°N


Infatti la compressione verso la troposfera del riscaldamento stratosferico, che sembra dover mantenere il vps alla quota principale di riferimento  ancora per almeno 10 giorni in condizioni di split (sulla base dell’analisi odierna dei centri di calcolo ecmwf), si è limitata ad oggi ai 70°N con il risultato di creare, anziché un blocco alla circolazione zonale fino almeno ai 40°N, una sostanziale divisione alta a bicella.

Oggi infatti la separazione delle masse artiche del vortice troposferico avviene sulla base di una ripartizione al di sopra di ciascun oceano (Pacifico ed Atlantico – fig. 3).

Ripartizione bicellulare del vortice troposferico

Paradossale agli occhi di molti ma reale il rinforzo della corrente a getto polare che risulta mediamente più bassa di latitudine rispetto il suo normale percorso ma non abbastanza da essere costretta a divergere e a scorrere fino alle latitudini subtropicali (portando quindi a NAO negativa).

Il gradiente termico infatti risulta ancora marcato appena al di sotto della posizione fisiologica della cella polare e questo crea una netta divergenza dei flussi di calore che al momento non sono in grado di strutturare onde di Rossby tali da modificare la circolazione atmosferica la quale assume quindi carattere prevalente di zonalità media.

Quali le cause di questo comportamento?

Si possono avanzare alcune ipotesi una delle quali poggia sull’anomalia che presenta ancora oggi e in prospettiva a lungo termine questa dinamica split.
Anomalìa che si concretizza nel ritardo nella ricostituzione del vps secondo i canoni ordinari presenti in letteratura ovvero dalle quote più alte della stratosfera che pare limitata e sostanzialmente stazionaria tra 1 e 5 hpa.

Infatti la ricostituzione del vps dopo il breakdown avviene a causa del rapido raffreddamento radiativo in alta stratosfera e l’embrione del nuovo vps si genera solitamente dal lobo eurasiatico mentre quello americano viene sostanzialmente distrutto.

In questo processo di ricostruzione si rigenerano gradualmente i nuclei di vorticità potenziale (epv) che conferiscono moto zonale ai piani inferiori (che è lo strumento propagativo verso il basso del MMW e contestualmente di riassetto dei piani superiori che vanno a forzare verso il basso la traslazione del disturbo).

Se, limitandoci a 10 hpa, osserviamo lo stato del vps, notiamo che le epv residue sono principalmente concentrate nel comparto americano mentre l’altro lobo è ancora praticamente inesistente. (fig. 4)

Previsione sullo stato delle epv a 10 hpa tra dieci giorni

La natura del tutto particolare di questo evento è ravvisabile, tra gli altri parametri, anche dallo stesso assetto delle epv che si presenta antitetico tra i piani in occasione di questa seconda bilobazione, laddove a partire dalla media stratosfera riscontriamo una concentrazione quasi interamente a carico del lobo siberiano.
Questo, riteniamo, sia avvenuto a causa della genesi del Major Midwinter Warming il quale ha avuto inizio con caratteristiche più assimilabili ad un displacement anche se poi sfociato inconfutabilmente, in base alle dinamiche successive, in uno split.
Riteniamo che questo sia alla base delle difficoltà propagative del disturbo che ancora oggi riscontriamo in prospettiva in quanto il segnale risulta decisamente frammentato e “a corrente alternata”,come dimostra lo stesso andamento dei flussi di calore ancora attivi e in rinforzo al limite della tropopausa in corrispondenza di un calo già ben avviato in medio alta strato.

La propagazione infatti non opera in modo selettivo come vi fosse un interruttore on/off a comandarla.

Effetti seppure indiretti della propagazione polare, come già precedentemente accennato ad inizio analisi, possono infatti estendersi nella sinottica troposferica come si ravviserebbero nella dinamica di distacco di un nucleo groenlandese che dopo aver imbiancato in Adriatico, ha portato un’anomalia termica notevole sui Balcani, flagellando l’Egeo e sotto i 35°N della Cirenaica e delta del Nilo, con successivo target su Israele e Giordania.
La stazionarietà almeno ad oggi di questa situazione in cui il getto ha già creato un suo alveo sulla parte orientale dell’Europa, non rende agevole formulare un’ipotesi di tempistica di propagazione diretta del disturbo bensì costringe a dover verificare lunghi tempi di attesa, certamente diversi rispetto quelli a suo tempo pronosticabili.

Outlook Inverno 2018/19

INTRODUZIONE

La forza del vortice polare, il quadro delle anomalie delle temperature oceaniche e la disposizione pregressa nella stagione autunnale dei principali centri di azione atmosferici accompagnano come sempre le previsioni sperimentali stagionali. Nella stagione invernale, l’elemento cardine progressivamente emerso negli ultimi anni è sicuramente il primo ovvero lo stato del vortice polare.
Negli ultimi anni si sono approfondite anomalie che coinvolgono la maturazione del vortice sull’emisfero Nord, già presenti nella prima decade del nuovo millennio. Un generale raffreddamento della stratosfera ed un generale riscaldamento della troposfera nella stagione autunnale, in risposta ad alcuni forcing naturali o indotti dall’inquinamento atmosferico, emergono successivamente sulle dinamiche circolatorie del trimestre invernale.
Uno dei principali fattori climatici responsabile dell’anomalia in troposfera è l’andamento prevalentemente positivo nelle temperature superficiali osservate nella stagione calda nell’area artica e nel Pacifico tropicale ed equatoriale (ENSO) e quindi il loro imprinting sulle dinamiche circolatorie. Tuttavia, al contrario degli ultimi anni, quest’anno, l’area polare ha goduto di una sorta di impermeabilizzazione alle dinamiche delle medie latitudini prodotta da un deciso gradiente orizzontale che ha connotato la circolazione atmosferica sul nord Emisfero durante la scorsa stagione estiva e l’attuale stagione autunnale.

Andamento AO nelle ultime settimane
Andamento NAO nelle ultime settimane
Anomalie geopotenziali tra giugno e ottobre

Uno dei fattori che ha maggiormente inciso in tal senso è stato un intenso ciclo positivo della nao che nel corso dell’anno solare 2018 ha raggiunto valori record rispetto alla seppur breve serie storica di riferimento, 
aspetto che si è rivelato di cruciale importanza per le sorti della scorsa stagione e che dovrebbe avere una valenza altrettanto significativa in quest’annata per via del potenziale cambio di regime a cui stiamo andando incontro. Tale possibilità è validata da alcuni fattori di sviluppo emersi nel corso della stagione autunnale.

Nei grafici qui sopra e nel plot delle anomalie di GPT dal 1 Giugno al 1 Novembre 2018 si può notare la permanenza in campo positivo degli indici descrittivi. Questo evidenzia un sostenuto flusso di venti occidentali che ha separato l’area polare da forti scambi meridiani osservati negli anni precedenti.
In questo contesto, in medio-bassa stratosfera il vortice polare ha potuto raffreddarsi senza nessun disturbo indotto dai flussi di calore dal basso. Questo è confermato dai valori record sia di temperatura che di velocità zonali alla quota di 10 hpa.

Anomalie geopotenziale sulla colonna del Vortice Polare
Andamento temperature in stratosfera 

In troposfera i pattern atmosferici ben descritti dagli indici AO/NAO+ sono andati a modulare le ssta atlantiche.
Ecco la situazione a metà settembre con deciso tripolo positivo perfettamente in linea con AO/NAO+.

SSTA durante il trimestre autunnale

Per quanto concerne l’area ENSO abbiamo potuto constatare l’emersione di un Nino di moderata intensità segnatamente sui settori occ.li dell’oceano Pacifico anche se la distribuzione delle anomalie si sta rapidamente modulando e le previsioni in tal senso non ci mostrano con chiarezza in che modo possa andare a forzare la convezione equatoriale.
Ad ogni buon conto allo stato attuale la convenzione equatoriale si sta palesando nella fase 8-1-2-3 con magnitudo medio-bassa.
Altro aspetto di notevole attenzione è stato lo snow cover sul continente Euroasiatico. Numerosi studi in merito mostrano come un esteso snow cover ad autunno inoltrato sia in grado di modulare il Jet stream in uscita dal continente Euroasiatico verso l’Oceano Pacifico e parimenti di andare a “trasportare” flussi di calore verso il VPS.
In tal senso abbiamo avuto una prima fase autunnale con nevicate concentrate nel nord del continente mentre sul finire del mese di Ottobre e in Novembre lo snow cover si incrementato notevolmente verso sud.

Andamento Snow Cover in area eurasiatica

Nella seconda parte di Novembre si è palesato un deciso cambio di pattern similare a quello che aveva connotato il finale dello scorso inverno dopo l’MMW.
Questo shift circolatorio è andato a modulare in modo deciso le ssta atlantiche con un rapido mutamento delle stesse. Mutamento ancora in corso d’opera.

Per quanto concerne lo stato della stratosfera si può rilevare che flussi verticali assai deboli benché modulati di calore hanno consentito uno sviluppo precoce della massa del vps che è apparso da inizio autunno molto estesa rispetto lo scorso anno.

Grafico area Vortice Polare

Anche i livelli dell’ozono stratosferico, benché oscillanti, sono risultati leggermente sopra la media permettendo quindi effetti amplificati di disturbo, da parte delle onde planetarie benché deboli, nei confronti delle vorticità potenziali (epv).

Grafico concentrazione ozono 

Le conseguenze si traducono oggi e in prospettiva in vortice stratosferico esteso ma poco strutturato al proprio interno e di conseguenza maggiormente assoggettabile a probabili eventi in grado di indebolirlo ulteriormente se non addirittura di destrutturarlo qualora la distribuzione dei flussi di calore dovesse operare nuovamente a carico delle due principali creste d’onda (two waves pattern).

PV a fine novembre

PREVISIONE DICEMBRE 2018

La diminuzione dei flussi di calore e l’indebolimento del gradiente orizzontale e verticale, le cui basi erano state poste dalla forte discesa dell’indice ao nell’ultima parte del mese di novembre, ha messo i presupposti per una prima parte (fino al 10 /15) del primo mese invernale contrassegnata da un debole andamento circolatorio all’insegna di una generale zonalità intervallata da semionde o da onde al massimo di media ampiezza.
In questo contesto si possono ritenere condizioni di tempo piuttosto mite su gran parte della penisola condizionato da correnti prevalentemente umide occidentali.
Nell’ambito di questa circolazione eventuali fasi precipitative, attribuibili al passaggio di cavi d’onda, saranno di modesta portata e seguite da un modesto e poco durevole calo termico.
In questa fase tuttavia connotata dalla risalita degli indici AO (fino a valori prossimi alla neutralità) e NAO (fino a valori neutro-positivi) tenderanno a riattivarsi sostenuti flussi di calore in grado di generare un importante cambiamento della circolazione che dovrebbe concretizzarsi a cavallo tra la metà e la terza decade del mese di dicembre quando sarà possibile l’instaurazione di un progressivo blocco alla circolazione zonale nell’oceano Atlantico e all’arrivo verso l’Europa centro meridionale di correnti fredde dai quadranti nord orientali.
Nel contempo i forti flussi verticali opereranno una probabile fase di disturbo all’attività del vortice polare stratosferico senza poter escluderne una sostanziale destrutturazione a cavallo tra la fine del mese e l’inizio del mese di gennaio.
In questo contesto si assisterà ad una graduale diminuzione del campo termico su gran parte della penisola e ad una progressiva fase di tempo instabile.

PREVISIONE GENNAIO 2019

Pertanto ci aspettiamo che la circolazione su scala emisferica possa essere condizionata o dall’evento stratosferico descritto sopra con un riverbero in troposfera che condizionerà in negativo il segno dell’AO e della NAO o comunque da un vortice polare assai disturbato da un sostenuto flusso di calore prevalentemente distribuito su due creste d’onda (two waves pattern).
In base a queste considerazioni il settore Europeo potrebbe essere connotato da un pattern prevalente EA/WR + con un sostanziale blocco alle correnti zonali sul NATL, Jet stream polare in entrata sul continente da NE che dovrebbe consolidare condizioni instabili e fredde su gran parte dell’Europa e Mediterraneo centrale. In questo contesto è lecito attendersi irruzioni di aria artico/continentale anche di una certa rilevanza.

Anomalie di geopotenziale previste tra il 15/12 e il 31/01

PREVISIONE FEBBRAIO 2019

Qualora si siano prodotti gli esiti di un condizionamento troposferico derivante da un riscaldamento maggiore in stratosfera avutosi a cavallo con l’anno nuovo, questi dovrebbero progressivamente tendere ad esaurirsi nella prima parte del mese su tutti i piani isobarici con tendenza ad un progressivo rinforzo del vortice polare a cominciare dalle quote più elevate.
In questo contesto è lecito attendersi un mese ove il rinforzo zonale potrebbe trovare temporaneamente opposizione con il forte raffreddamento pregresso del continente eurasiatico con fasi di segno opposto soprattutto nella prima parte del mese e che sarà quindi fortemente condizionata dal confronto tra gli strascichi della circolazione continentale maturata nel corso delle settimane precedenti sul continente e il rinvigorirsi del flusso perturbato.
Nella seconda parte del mese di febbraio è probabile il venir meno della tensione fra le due forze opposte con prevalente tendenza ad un clima più mite condizionato dall’entrata più franca delle correnti atlantiche verso il continente europeo e da alternate fasi altopressorie.

Anomalie di geopotenziale previste a febbraio 2019

Outlook Estate 2018

Introduzione

La primavera appena trascorsa ha risentito per la prima metà del potente MMW avvenuto a Febbraio che, come da letteratura, ha condizionato il segno dell’AO verso la negatività per un periodo di circa 60 giorni.

Nella seconda metà invece si è assistito al fisiologico rinforzo del VPT, dato che il warming non si è rivelato Final, con valori AO/NAO positivi che perdurano tutt’ora.

Questo pattern ha portato all’esasperazione del tripolo atlantico (disposizione delle SSTA – + – chiaro segnale di prosecuzione di zonalità atlantica e NAO +.

Per quanto riguarda invece il settore pacifico, abbiamo registrato il perdurare della fase mediamente negativa del PNA, infuenzata dal cambio di segno della PDO avvenuto negli ultimi mesi a seguito dell’episodio di NINA dello scorso inverno.

Andando a monitorare l’andamento della convezione tropicale in questo finale di primavera, abbiamo assistito ad un ITCZ leggermente più basso della media ad ovest (complice delle ssta atlantiche in area TNA e TSA che indeboliscono l’intensità del WAM) e circa in media o di poco sopra ad est.

Un ENSO in debole fase negativa e lo IOD positivo hanno portato nel corso della primavera a ricorrenti fasi della MJO nei settori 8-1-2-3.

Proiezione dei principali indici nel trimestre estivo

Durante il trimestre estivo dovremmo assistere a condizioni attorno alla neutralità in area ENSO.
Un’eventuale possibile passaggio a condizioni di El nino sul finire della stagione non dovrebbe influenzare in alcun modo la circolazione sul comparto Europeo.

Il monsone Africano di nostro specifico interesse ovvero il WAM dovrebbe attestare l’W-ITF su un livello dapprima inferiore e poi grossomodo in linea con la media del periodo
Il monsone Indiano dovrebbe attestarsi su un’intensità grossomodo nella media stagionale o leggermente superiore per gran parte della stagione, in probabile calo nella fase finale.

Le ssta atlantiche, stanti le condizioni di cui sopra, dovrebbero mantenere un assetto costante durante la prima parte della stagione estiva.

Un discorso a parte merita la localizzazione prevalente della convezione tropicale che in considerazione del segnale ENSO e IOD potrebbe condurre a rivedere fasi piuttosto rare per gli standard dell’ultimo ventennio.

Proiezione per il mese di Giugno 2018

Per quanto concerne la circolazione sul comparto Europeo ci aspettiamo un pattern assimilabile ad WR4.
Tale pattern vedrebbe un’omega altopressorio con un radice mobile che andrebbe ad alimentare costantemente un’anomalia positiva di GPT e termiche su centro Nord Europa.
Tuttavia, stante la probabile mobilità della radice altopressoria, è presumibile che l’anomalia di cui sopra trasli temporaneamente a SE in ragione della temporanea risoluzione dell’omega altopressorio.

In questo contesto medio per l’Italia ci aspettiamo:

Al Nord Italia (specie settore ovest) per effetto di una sinottica tendenzialmente meridionale a basso gradiente, con passaggi instabili che potrebbero coinvolgere temporaneamente anche il centro Italia.
Al sud della penisola sinottica che si manifesterebbe con maggiore presenza di promontori stabilizzanti di prevalente matrice nord Africana.

– Contesto termico e di gpt generalmente sopra le medie di riferimento.
– Contesto precipitativo sopra le medie segnatamente sulle regioni occ.li del centro Nord.

Linea di tendenza per il mese di Luglio e Agosto

In assenza di elementi che possano stravolgere il quadro medio della circolazione Europea, è lecito aspettarsi un mantenimento del pattern prevalente di Giugno. Tuttavia nel corso della stagione un abbassamento previsto del monsone indiano, possibile ulteriore arretramento del ramo principale del getto in uscita dal continente americano unitamente ad un progressivo rientro dell’anomalia negativa delle ssta, potrebbe condurre di riflesso a un moderato rinforzo della radice subtropicale oceanica più a ovest.
In considerazione di ciò è possibile che l’anomalia di GPT positiva sul NE Europa venga sostituita da una di segno opposto che potrebbe vedere una traslazione verso ovest del pattern wr4 con possibile ribaltamento dell’anomalie termiche e di GPT sulla nostra penisola. 

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