Outlook seconda parte Estate 2023

PREMESSA
L’emersione di condizioni di El Niño, seppure con un’anomala distribuzione delle SSTA (attualmente la regione ENSO 1+2 presenta anomalie di circa 2 gradi maggiori rispetto alla regione ONI 3.4), ha indotto un netto incremento di gradiente nelle fasce subtropicali, con un marcato aumento della tensione del getto a cavallo del continente americano tra i due oceani (Pacifico e Atlantico).
In tale contesto riscontriamo una forte anomalia positiva di momento angolare nello stage 3 della GWO, tipicamente rappresentativo di una fase ENSO positiva, ma un comportamento non del tutto coerente con il segnale stesso da parte degli altri indicatori che, a media o ad alta frequenza, traducono il segnale ENSO.
Ci si riferisce in particolare alla MJO (ma anche al OLR e al CHI oltre che allo stesso SOI), che ad oggi è stata scarsamente connotata dalle caratteristiche fasi forzanti di El Niño e con il diagramma RMM di magnitudo quasi assente o comunque molto bassa e in fasi poco tipiche.
Riteniamo che per questi motivi nel coupling oceano atmosfera si siano manifestati effetti più a bassa frequenza tipici di El Niño e del GLAAM+, nei quali si nota una tensione zonale più marcata e un dinamismo circolatorio più accentuato rispetto a quelli delle estati ultime ricorrenti, intervallata tuttavia dai segnali in discontinuità a maggior frequenza che sono andati a tratti ad interrompere la tensione del getto; tutto questo è evidenziato non solo dal comportamento fortemente oscillatorio del PNA ma anche dal calo della NAO, che nell’ultimo periodo è approdata in territorio negativo dando origine ad una heat wave mediterranea dalle caratteristiche di eccezionalità, “grazie” anche al contributo apportato dall’innalzamento delle fasce tropicali dovuto principalmente ad una intensificazione del WAM.
Conseguentemente, l’attuale fase molto calda sull’Europa centro-meridionale è il frutto di una doppia componente:

  1. Una risalita più o meno omogenea del W-ITF, che si prefigura particolarmente tenace per il centro sud italia e le isole maggiori
  2. Una vera e propria “heat wave”, figlia della attuale fase SNAO negativa e della fase (riteniamo temporanea) di calo di tensione della corrente a getto

 

PROSPETTIVE
Mentre l’attuale fase molto calda appare proseguire sulla nostra penisola in modo continuativo e duraturo su gran parte del centro, delle isole maggiori e al Sud, il Nord Italia alternerà fasi calde a brevi episodi più freschi e localmente instabili con possibili eventi di forte intensità, soprattutto sulle regioni padane centro-orientali fino grossomodo alla terza decade di Luglio, quando la ripresa della tensione zonale nel Nord Atlantico generata dallo spostamento dei centri di convezione nel Pacifico, da una nuova oscillazione del PNA e dal ritorno ad una fase SNAO positiva dovrebbero portare il Nord Italia ed in parte il centro sotto l’influenza di correnti più fresche di origine atlantica e quindi ad un ritorno di condizioni climatiche più gradevoli, anche se con un tipo di tempo più variabile e anche a tratti instabile, specie sulle regioni a Nord del Po.
La linea di demarcazione rispetto alle pregresse condizioni di caldo anomalo dovrebbe spostarsi gradualmente verso Sud, e anche il mese di Agosto presenterà probabilmente questo nuovo tipo di connotazione come pattern medio mensile.
Saranno tuttavia da mettere in conto nuovi rallentamenti della corrente a getto, con la possibilità quindi di nuove ondulazioni. Riteniamo che in queste fasi possa farsi nuovamente strada un pattern “Atlantic Ridge” con saccature in affondo sull’Europa occidentale e risposta di un promontorio anticiclonico subtropicale su basso mediterraneo e penisola balcanica.
Mediamente, la seconda parte dell’estate dovrebbe trascorrere con anomalie termiche più moderate al Nord, mentre le anomalie positive più marcate dovrebbero interessare nuovamente le isole maggiori e il Sud.

Outlook prima parte estate 2023

PREMESSA

L’evoluzione circolatoria che ha connotato gran parte della primavera ha visto l’incipit nel raffreddamento stratosferico limitato all’area polare conseguente al precedente MMW avvenuto in Febbraio. Il vortice polare troposferico ha visto una consistente contrazione con un core piccolo come ma molto compatto.

Queste condizioni hanno palesato l’instaurazione di una circolazione zonale molto alta dove il jet stream corre praticamente quasi all’altezza del polo.

Tale situazione è stata coadiuvata da ulteriori forcing dinamici nascenti dal mutamento del quadro enso e connessi ad una fase forzante (mjo 6/7, momento angolare fortemente positivo) ben visibile dalle oscillazioni di un PNA che a tratti ha raggiunto e raggiunge valori molto elevati.
La permanenza di queste condizioni legata alle sole dinamiche del VP avrebbe portato, nel mese di giugno, ad un deciso ridimensionamento delle velocità zonali e alle prime insorgenze di forti heat waves in seno all’incremento di un trend ondulatorio.
Infatti se la resistenza della componente zonale ancora nel mese di maggio, con promontori altopressori ad elevate latitudini, dipende principalmente dalla dimensione ridotta che occupa il vpt sul Polo e che quindi più difficilmente viene intruso al proprio interno da trasporti di momento intensi come durante il periodo invernale, questa facilmente sarebbe stata vinta dal trasporto di calore in sede polare nel primo mese estivo con conseguente cambio circolatorio a livello emisferico.
Allo stesso tempo, però, la prevista esplosione del Nino non pare trovare riscontro nelle proiezioni della MJO. Se oggi infatti guardiamo la distribuzione delle ssta notiamo la regione enso principale, quella dell’ONI, con deboli anomalìe positive rispetto alle regioni limitrofe che invece restano maggiormente interessate da anomalìe più elevate.
Pertanto questa dilazione temporale dell’emersione netta del fenomeno El Nino potrebbe essere quantomeno ritardata (prossimo autunno?) e le fasi della convezione tropicale potrebbero essere meno incidenti sulla circolazione emisferica.
Oggi nelle prospettive di ecmwf compare questa evoluzione:

Questa fase di stasi dovrebbe permettere il mantenimento di una buona tensione del getto subtropicale facendo permanere un’inerzia circolatoria in linea con il mese di Maggio.

PROIEZIONE MESE DI GIUGNO E PRIMA PARTE MESE DI LUGLIO

In logica di quanto sopra esposto ci attendiamo una prosecuzione, con anomalie di GPT meno accentuate, del pattern del mese di Giugno con un’anomalia positiva sul nord Europa.
Il pattern prevalente dovrebbe essere assimilabile al WR4.

Con una tale configurazione, la buona attività della corrente a getto subtropicale si andrebbe a tradurre con l’ingresso ripetuto di saccature e gocce fredde sul Mediterraneo. Eventuali istmi altopressori, di collegamento tra l’anticiclone di blocco nord europeo è la radice subtropicale sul Nord Africa avranno carattere del tutto provvisorio e saranno più probabili sul Mediterraneo occidentale.
In questo contesto è lecito attendersi un mese con anomalie termiche in media/leggermente sopra media e con anomalie pluviometriche positive.

 

Sul limitare del mese e a cavallo con il mese di Luglio il pattern sopra descritto dovrebbe proseguire con una graduale ricollocazione.
L’avanzamento stagionale sicuramente darà forza alle fasce subtropicali che tenderanno naturalmente ad espandersi verso Nord e a prendere gradualmente possesso del Mediterraneo. In assenza di forzanti che possano andare a rimodulare la circolazione sul nostro comparto, ci attendiamo una sostanziale maggiore stabilità rispetto al mese di Giugno per un WR4 più alto di latitudine.
Le incursioni instabili al di sotto degli anticicloni presenti sul Nord Europa dovrebbero interessare maggiormente l’Europa centrale e il settore alpino.
In questo contesto eventuali mutazioni del pattern portante potrebbero vedere temporanei sbilanciamenti dei massimi di GPT verso l’ovest Europa ( Francia Spagna) con l’Italia sul ramo discendente del getto.

In questa fase ci attendiamo anomalie termiche positive, specie sulle regioni occidentali, mentre le precipitazioni dovrebbero mantenersi intorno alla media trentennale, con maggiori possibilità di fasi instabili su Alpi e Nord-est.

Nuovo servizio MNW: climatologia stazioni

L’associazione è felice di presentare a tutti gli utenti un nuovo servizio gratuito relativo alla gestione e consultazione dei dati meteorologici: https://meteonetwork.eu/it/climatologia

Si tratta della climatologia delle stazioni meteorologiche iscritte alla rete associativa, i grafici consultabili per ogni stazione riportano la media dei dati archiviati nel database associativo relativa a temperatura (massima, minima e media) e precipitazioni su base mensile.
La climatologia viene calcolata con tutti i dati disponibili, con un limite minimo di circa 2 anni per quanto concerne i dati termici e circa 5 anni per i restanti.

Attualmente il servizio è alla prima release che nel corso del tempo verrà migliorata e implementata, per questa ragione vi chiediamo di testarla e darci le vostre impressioni, cercheremo di farne tesoro e basare su di esse i prossimi rilasci.

Per chi volesse conoscere maggiori dettagli tecnici riportiamo delle caratteristiche più nel dettaglio.

Nella pagina vengono rappresentate le climatologie di temperatura minima, massima e media giornaliere (media mensile) e precipitazione (accumulo mensile). I dati sono calcolati sulla climatologia di riferimento 1991-2020. Dato che l’archivio della rete MeteoNetwork copre gli anni fino al 2002, e che la maggior parte delle stazioni hanno non più di qualche anno di dati, per poter calcolare la climatologia sul periodo 1991-2020 è stato adoperato un particolare algoritmo che permette di ricostruire l’andamento della serie storica sul periodo 1991-2020 per molte delle stazioni. Il funzionamento dell’algoritmo è descritto di seguito.

Il dato di riferimento per poter ricostruire la serie storica di ogni stazione è basato sulla rianalisi ERA5-Land (da non confondere con ERA5) alla risoluzione originale di circa 10km. Per ogni stazione vengono estratti i punti di griglia delle rianalisi in un intorno di 20 km dalla stazione stessa.

Per le temperature il dato (media, minima e massima giornaliere) viene confrontato nel periodo temporale in comune tra rianalisi e stazione, per ogni giorno in cui sono presenti dati. Facendo il training di un algoritmo di Machine Learning, che ha come input la serie temporale dei punti di griglia della rianalisi e come output il dato osservato dalla stazione, è possibile costruire un modello che permette di fare una previsione per qualsiasi periodo arbitrario. Da notare che se lo skill score del modello ML scende sotto l’88% la stazione viene esclusa
Il modello ottenuto viene utilizzato per ricostruire una serie storica “fittizia” della stazione sul periodo 1991-2020 basandosi sui dati della rianalisi. Successivamente questa serie storica viene mediata sui 30 anni in modo da ottenere una climatologia per giorno dell’anno. Vengono utilizzate solo stazioni che hanno almeno 2 anni di dati in comune con la rianalisi. È possibile usare un periodo così limitato perché l’algoritmo non deve “imparare” a riconoscere ogni particolare evento nel corso dei 30 anni, ma piuttosto la relazione tra la temperatura prevista dalla rianalisi e quella osservata dalla stazione (quindi, fondamentalmente, il bias caratteristico del modello).

Per la precipitazione la bassa correlazione tra dato misurato dal modello ed osservato dalla stazione non permette di utilizzare lo stesso metodo, almeno al momento. In effetti la precipitazione, a differenza della temperatura, è caratterizzata da gradienti temporali e spaziali molto spiccati che non permettono di allenare un modello ML stabile. Inoltre, la correlazione tra precipitazione prevista dal modello ed osservata dalla stazione è, probabilmente per l’incapacità di ERA5-Land di rappresentare correttamente eventi locali come temporali, molto bassa.
Per questo motivo il confronto tra i punti vicini della rianalisi e della stazione è fatto sulla base di dati già mediati per giorno dell’anno. Inoltre, i punti più vicini estratti dalla rianalisi vengono mediati nello spazio, utilizzando dei pesi che dipendono dalla distanza dalla stazione (sia in latitudine/longitudine che in altezza), in modo da ottenere un solo dato che varia nel tempo.
Per ottenere delle medie statisticamente significative si richiede che la serie temporale della stazione e della rianalisi abbiano almeno 5 anni di dati in comune (a differenza dei 2 utilizzati per la temperatura).

Il confronto finale viene quindi effettuato tra due serie temporali fatte da 365 punti (uno per ogni giorno dell’anno). La differenza tra queste due serie permette di ottenere il “bias” caratteristico della rianalisi che poi può essere applicato, per giorno dell’anno, in modo da ottenere la climatologia sul periodo 1991-2020. Purtroppo l’accuratezza di questo metodo non è al pari di quello utilizzato per la temperatura, ma permette comunque di ricostruire quantitativi mensili sensati, cosa che non era possibile utilizzando solo un training di un modello ML.
È opportuno evidenziare che i sensori non a norma sono esclusi dalla climatologia quindi è possibile che alcune stazioni abbiano solo dati mensili di precipitazione e non di temperatura o viceversa.

Lo staff

Assemblea elettiva 2023

Il 15 aprile 2023 si è svolta l’assemblea annuale dell’Associazione MeteoNetwork, durante la quale sono stati presentati ai soci, oltre ai bilanci associativi, le attività di gestione dei fondi 5×1000 e le attività istituzionali svolte nel 2022 e in programmazione nel 2023.

Le attività sono state svolte in streaming, una modalità consolidata negli ultimi anni che anche nel 2023 ha consentito una larga partecipazione dei soci di tutta Italia i quali hanno potuto presentare le proprie osservazioni o proposte e confrontarsi in merito all’ordine del giorno.

L’assemblea, inoltre, è stata occasione di rinnovo del Consiglio Direttivo 2023-2026 che ha visto l’elezione dei seguenti consiglieri:
Alessandro Ceppi;
Marco Giazzi;
Francesco Marasco;
Isabella Riva;
Marco Tadini.
Tra i candidati a tale carica era presente anche Franco Tuzzato che potrà assumere il ruolo di consigliere in caso di dimissioni di un eletto.

In occasione del primo consiglio direttivo successivo all’assemblea, i consiglieri hanno assegnato le seguenti nomine associative:
Presidente – Marco Giazzi;
Vice Presidente – Marco Tadini;
Segretario – Luca Garbolino;
Tesoriere: Fabrizio De Grandi.

Tutta l’Associazione augura un proficuo triennio a tutte le cariche sociali.

Outlook Febbraio 2023

PREMESSA

Il mese di Gennaio ha esordito sul comparto Europeo con la prosecuzione di un pattern prettamente anticiclonico e mite che si era affermato sul nostro comparto a partire dalla metà del mese di Dicembre 2022. Il concomitante raffreddamento della stratosfera fino all’evento estremo (Baldwin e Dunkerton) ha contestualmente inviato (seppur in modo “disordinato” e alterno) impulsi verso la troposfera.
Eloquente l’andamento dello zonal wind a partire dal mese di Gennaio che è rimasto su valori molto alti.
Questa trasmissione di moto, seppur ostacolata da MPV (Maximum Potential Vorticity) decisamente sotto la media, è andata ad impattare sulla circolazione nord emisferica segnatamente sul comparto nord Atlantico.
Pur non avendo riscontri definitivi sull’impatto dell’approfondimento stratosferico, possiamo notare come sul Nord Atlantico si sia avuto un sostanziale reversal pattern in quell’area ed un contestuale aumento dello Zonal Wind a 500 hPa su tutto l’emisfero settentrionale.
Le azioni polari e poi artiche che si sono avute durante tutta la seconda e terza decade sono state figlie di quell’aumento di vorticità proprio sulle regioni subpolari in area ATL, in un trend ondulatorio ancora apprezzabile e di un generale dislocamento delle masse del vortice polare verso il NATL.
La successiva intensificazione dei venti zonali ha ostacolato ulteriori apporti marittimi (polari o artici) e favorito una chiusura altopressoria oltre i 50°N, con una ritornante fredda da est sulla nostra Penisola e ancora instabile sulle regioni centrali adriatiche e meridionali.
La riattivazione dell’attività convettiva tropico-equatoriale nell’Oceano Indiano (MJO fasi 3/4) e il connesso basso momento angolare andrà a consolidare proprio a cavallo dell’inizio del mese di febbraio una fase più segnatamente zonale, con apprezzabile incremento del segno positivo di AO e NAO.
In tali circostanze è assai probabile un perdurante pattern zonale tra l’Atlantico e l’Europa centro occidentale, durante il quale le irruzioni di aria fredda avranno come target principale l’Europa orientale e il Mar Nero, non potendosi tuttavia escludere marginali influenze sul Mediterraneo orientale e (limitatamente) sulle nostre regioni meridionali.

Analisi e proiezione mese di Febbraio 2023

Come descritto in premessa, gli elementi teleconnettivi influenti saranno quelli caratteristici di una fase di bassi flussi di calore sia in troposfera che verso la stratosfera. In tale fase, che coinvolgerà buona parte della prima decade del mese di febbraio, si assisterà ad un riassetto delle vorticità anche in stratosfera verso il polo, e quindi ad un sostanziale reset degli effetti apportati dal forte Minor Warming che ha caratterizzato la terza decade di gennaio.

Altresì la bassa attività d’onda in troposfera si manifesterà attraverso tutta una serie di “segnali” caratteristici, ovvero NAO e AO positive, PNA negativo, basso momento angolare e Madden Julian Oscillation attiva sull’Oceano Indiano (in probabile transito verso il continente marittimo).

In questo periodo si ritiene probabile il mantenimento di una circolazione prevalentemente zonale nel comparto euroatlantico, con tendenza ad espansione del promontorio anticiclonico verso l’Europa meridionale ed il Mediterraneo centro-occidentale.

Le regioni maggiormente interessate da questa protezione altopressoria saranno probabilmente quelle dell’Italia settentrionale (ove proseguirà una fase molto asciutta) e in gran parte centrale, mentre il sud Italia potrebbe maggiormente risentire di una ritornante di aria fredda e instabile proveniente dall’Europa orientale. Non è da escludere un consistente episodio di föhn alpino intorno alla metà della prima decade, con breve fase molto mite sulle regioni settentrionali.

A partire dalla fase finale della prima decade dovrebbero attuarsi dei progressivi mutamenti nelle forzanti teleconnettive che, in una loro complessiva valutazione, potrebbero portare ad un sostanziale cambiamento della circolazione nord emisferica nella seconda decade.

Valutiamo infatti la possibile traslazione dell’attività convettiva tropico equatoriale dapprima verso il continente marittimo e poi in uscita verso l’Oceano Pacifico.

In genere questo spostamento è contestuale alla risalita del momento angolare (da AAM- ad AAM+), del segno del PNA ed in genere (come ben esposto in letteratura) dalla riattivazione dell’attività d’onda emisferica caratteristica dello Stage 2 del GWO (fase 5) e del momento torcente di montagna (AMT+).

Durante la riemersione pertanto di una nuova fase forzante, verranno nuovamente riattivati i flussi di calore non solo in troposfera ma anche in stratosfera, con trasporto verticale degli eddy heat and momentum flux. Da un punto di vista di dislocazione geografica delle waves emisferiche, un primo blocco alle correnti è atteso sul nord Atlantico probabilmente come conseguenza di un lag temporale intorno ai 10 giorni dell’attività convettiva tropico equatoriale di elevata magnitudine e persistente in fase 3. Esso si innesta sul precedente flusso zonale andando progressivamente a frazionare il getto a sud della Groenlandia, ed al culmine della sua azione un profondo nucleo di aria artico-marittima in distacco dalla Groenlandia è atteso isolarsi sull’Europa orientale e balcanica.

Tra fine prima e inizio seconda decade la nostra penisola sarà interessata da una fase correlata alla termicizzazione dell’aria artica che si andrà isolando sull’Europa orientale,  una azione di natura fredda di tipo continentale con correnti da Est.

Il blocco nordatlantico, quando confluisce nella sua massima estensione latitudinale, è previsto stabilizzare uno Scandinavian pattern positivo, seppure un po’ basso di latitudine a causa della ancora forte spinta delle correnti zonali. Ci attendiamo un periodo di temperature sottomedia su gran parte del Paese con effetti maggiori, in termini di instabilità, sulle regioni orientali.

Durante la seconda decade si assisterà al passaggio dalla fase negativa dell’AAM a quella positiva, che avviene con lo Stage 2 e 3 del GWO ed in cui matura la massima attività di blocco delle westerlies sul nord emisfero. La disposizione pregressa in area mediterranea non verrà a mutare sostanzialmente fino a che il wave train oceanico non sarà in grado di incidere sul segno della NAO, e tale riflesso (rispetto ad una fase della MJO) non è immediato ma richiede un lag temporale di 8/10 giorni se ovviamente il segnale è impostato in magnitudo apprezzabile (>1,5) oppure nel caso in cui l’evoluzione non prenda ritmi più elevati (traslazione in fase 7 della MJO).

Annotiamo in questo stesso periodo il probabile crollo degli alisei pacifici in regione 3.4 (SOI) e, non da ultimo, il disturbo amplificato in stratosfera dalla concomitanza della fase occidentale della QBO in concorso con una fase intensa di Solar Flux Index (>150 SFI) come da apprezzati studi di Karin Labitzke e altri, che verificarono la maggior incidenza di SSMMW (riscaldamenti maggiori) in coincidenza di predetti fattori assai maggiore anche di quella meno certa occorrente in occasione di E-QBO e Solar Flux basso.

Dopo metà mese, a causa del blocco instauratosi sulla penisola scandinava ed alla sua successiva evoluzione verso ovest, si andrà verso un progressivo deterioramento della stabilità a cominciare da ovest (Spagna, Portogallo e Francia), per un possibile abbassamento delle correnti polari in associazione ad una divergenza della corrente a getto tra le medie latitudini dell’Atlantico ed il continente europeo.

Tale situazione potrebbe andare ad interagire con il predetto afflusso di aria fredda di matrice continentale in direzione dell’Europa centale.

Il consolidamento di questa fase potrebbe come detto portare quali conseguenze nella terza decade di febbraio ad un tempo instabile e marcatamente invernale sull’Europa centro meridionale.

Un calo inoltre più marcato dell’indice NAO in questa fase potrebbe portare ad una traiettoria più settentrionale delle correnti fredde, con interessamento delle regioni settentrionali, anche se queste dinamiche rimangono difficilmente predicibili a questa distanza temporale.

Outlook gennaio 2023

PREMESSA

Il mese di dicembre è stato, per gran parte, caratterizzato da un vortice polare troposferico debole fino in bassa stratosfera e da valori negativi degli indicatori NAO/AO.
Alle quote medio alte della stratosfera diversamente il vortice ha proseguito un percorso di raffreddamento piuttosto marcato benché mantenuto in condizioni di equilibrio rispetto a moderati flussi di calore prevalentemente disposti su W2 ( 2 waves pattern) con la prima cresta d’onda leggermente recessiva.
La troposfera ha coadiuvato questo equilibrio attraverso un vortice poco coeso che ha permesso l’evoluzione di uno scenario assimilabile al pattern SCAND + ad ATH in evoluzione di blocco sulla Groenlandia.
Una successiva fase maggiormente forzante in troposfera dovuta ad un AAM+ con Mountain Torque sulla catena asiatica ha generato un rinforzo del PNA evidente nell’approfondimento della depressione semipermanente aleutinica sfociato in un deciso blocco che ha esordito Dal Golfo dell’Alaska fino al polo ove si è generato il wave breaking dell’onda planetaria con conseguente inversione di gradiente troposferico e soppressione dei flussi orizzontali e verticali di calore per venir meno del gradiente meridionale di temperatura e di pressione.
Tale evento è associato, proprio per quanto detto, ad un rapido rinforzo della colonna del vortice polare per il venir meno dei disturbi provocati dagli eddy calore e momento.
L’evento stratosferico estremo che ne consegue rappresenta la rottura di quell’equilibrio fino a prima mantenuto tra flussi di calore e raffreddamento radiativo.
L’influenza di questo evento in troposfera, manifestatasi soprattutto sull’andamento della NAO, ha dovuto verosimilmente fare i conti con MPV nettamente sotto la media su tutta la colonna del VP. Questo si traduce in una minor capacità da parte dei piani più alti di condizionare quelli più bassi a livello polare, come dimostra l’andamento dell’indice AO, in netta risalita ma su valori comunque neutri/debolmente negativi.

PROSPETTIVE PER IL MESE DI GENNAIO

La prima parte del mese di gennaio risentirà giocoforza degli eventi occorsi nell’ultima parte di dicembre con un debole rinforzo del vortice polare troposferico, soprattutto nel suo ramo Nord-Atlantico, al punto che l’indice NAO da valori marcatamente negativi, generati dal vasto anticiclone polare, invertirà repentinamente il suo segno divenendo positivo seppure in maniera contenuta.
L’Europa meridionale nella prima decade di gennaio subirà dapprima i residui effetti generati dalla falla pressoria presente nel medio atlantico causata dalla precedente circolazione e responsabile di marcate anomalìe positive di temperatura e geopotenziale con valori del tutto anomali sull’Italia rispetto al periodo e a seguire di modeste ondulazioni in seno alla corrente occidentale con effetti limitati alle aree alpine e alle regioni settentrionali con temperature ancora elevate ma in progressivo ridimensionamento.
La tendenza verso un periodo dai connotati moderatamente invernali dovrebbe aversi dopo l’epifania, intorno alla fine della prima decade del mese e caratterizzare questo breve periodo.
Si prevede infatti un temporaneo aumento dei geopotenziali in direzione dell’Europa settentrionale verso la penisola scandinava ove vi sarà la tendenza all’affermarsi di una situazione di blocco.
Il disturbo al vortice polare sarà pertanto a carico di 3 principali ondulazioni a livello emisferico.
La prima nel Pacifico tra il Golfo dell’Alaska e la west coast nord americana incentivata dall’oscillazione del PNA che permarrà su valori mediamente positivi, la seconda dalle medie latitudini euroatlantiche verso la penisola scandinava e la terza più debole sull’Asia centro orientale.
Due i principali centri motore nei quali si ripartiranno le masse artiche: il primo a carico della semipermanente aleutinica, il secondo a carico del vortice canado-groenlandese.
Conseguenza di questo nuovo assetto sarà il calo dell’indice AO verso valori moderatamente negativi mentre il segno della nao oscillerà tra valori neutri o leggermente positivi.
A ragione di questa circolazione si ritiene che gli afflussi di aria fredda provenienti dal continente euroasiatico dovrebbero prediligere l’Europa orientale con debole e marginale coinvolgimento delle regioni orientali della nostra penisola.
Nel contempo la riattivazione degli eddy heat fluxes dopo la stasi di fine dicembre / inizio gennaio, dovrebbe rendersi evidente anche in stratosfera attraverso l’esordio di un nuovo disturbo al vortice polare con esordio prevalente di W1 su quasi tutte le quote (1/70 hpa).
L’azione compressiva del pattern ad una onda si tradurrà in troposfera in un travaso verso est della forte semipermanente islandese formatasi in precedenza. Questo porterà ad un sensibile rinforzo zonale sul settore europeo. Le correnti dovrebbero disporsi da WNW/NW alle medio-basse latitudini con clima spesso perturbato sull’Europa centro-settentrionale e più stabile su quella meridionale. L’andamento delle correnti potrebbe portare a ripetuti fenomeni di foehn alpino sul Nord Italia, in un contesto non lontano dalle medie termiche su tutto il Paese.

La rotazione del VP indotta dall’azione della prima onda dovrebbe compiersi, intorno a metà mese, con una maggiore redistribuzione delle masse artiche anche sul settore canadese, fino ad allora pressoché sgombro dalle maggiori vorticità. Questo potrebbe portare alla riemersione di uno dei pattern caratteristici di questo fine autunno/inizio inverno, cioè lo Scand +, intorno alla fine della seconda decade. Il tutto si accompagnerebbe con un calo della NAO su valori debolmente negativi e ad un nuovo disturbo a 2 onde in stratosfera.
Sull’Europa si riaffaccerebbero, in questo caso, correnti fredde di matrice artico-continentale o polare-continentale, con probabile maggior interessamento delle zone centrali ed orientali europee. Qualora la NAO dovesse calare su valori più marcatamente negativi, non è da escludere un maggior travaso dell’aria fredda verso ovest (ipotesi minoritaria).
Anche il nostro Paese dovrebbe risentire di questo afflusso freddo, specie le regioni Settentrionali e Orientali. Permane la possibilità di avere contributi umidi da ovest ad interagire con l’aria più fredda da est, durante l’ultima decade. In tal caso andrebbe valutata l’area di “scontro” per individuare quali zone potrebbero essere colpite da maltempo di carattere freddo, cosa ad ora impossibile da stabilire.

Qualora il disturbo su due onde dovesse risultare stazionario ed intrusivo, sarebbe da mettere in conto un MMW di tipo split nella prima parte del mese del febbraio.

Non possiamo tuttavia non sottolineare l’esistenza di un importante “bivio previsionale” a metà mese. Se infatti la rotazione del VP non dovesse tradursi in un aumento di gpt sul settore nord-europeo e quindi una riattivazione di wave 2 (ipotesi per noi maggioritaria) ma dovessimo assistere ad un fisiologico calo di W1 con riaccentramento del VPS sul Polo, allora si assisterebbe ad una nuova impennata del NAM in medio-alta stratosfera, con l’attivazione di un nuovo ESE Cold, stavolta con possibilità di condizionamento troposferico nettamente maggiori (ipotesi per noi minoritaria).

Outlook Dicembre 2022

PREMESSA

La stagione autunnale ormai giunta al termine ha confermato la oramai cronica difficoltà del getto polare ad entrare nel continente europeo: per quanto riguarda il nostro comparto, la debolezza del jetstream a latitudini subtropicali si è tradotta nella frequente instaurazione di blocchi dinamici e di anomalie positive di geopotenziale.

A livello circolatorio questa situazione (che in molte zone ha portato ad un aggravamento delle condizioni siccitose che perdurano da oltre 1 anno) è verosimilmente riconducibile a condizioni “Niña-like”, con alisei mediamente più forti in corrispondenza dei meridiani centrali del Pacifico equatoriale; tale “staticità configurativa” è inevitabilmente enfatizzata dalla persistenza di condizioni di ENSO negativo per il terzo anno consecutivo (ONI =< -0,5°C).

Per quanto riguarda lo sviluppo del Vortice Polare in Stratosfera, abbiamo assistito fino ad oggi ad un andamento grossomodo normale per quanto riguarda le velocità zonali, mentre le temperature, specie nella seconda parte della stagione, si sono portate su valori inferiori alla media climatologica fino a raggiungere valori record per il periodo nella terza decade di Novembre; il mantenimento di un pattern a due onde in media e medio-alta stratosfera, analogamente allo scorso anno, ha portato ad un’eccessiva canalizzazione dei flussi di calore e ad un elevato “wave number” in troposfera e bassa stratosfera. Se da un lato questa configurazione è andata a disturbare l’approfondimento radiativo del VPS, dall’altro l’eccessiva debolezza della prima cresta d’onda (che non ha goduto di altrettanta vivacità) sta inducendo un ulteriore raffreddamento delle quote più elevate della stratosfera, con un conseguente approfondimento del VPS.

ANALISI TELECONNETTIVA

Secondo i principali centri previsionali le condizioni di ENSO negativo ci accompagneranno fino a tutto il mese di gennaio, assistendo ad un graduale calo delle anomalie solo nella seconda parte  della stagione invernale.

Possiamo quindi ipotizzare anche per il mese di Dicembre un andamento dei flussi simile a quanto osservato durante la stagione autunnale, con una maggiore attività del pattern a 2 onde e carenza dei flussi sulla prima cresta d’onda; tale situazione potrebbe modificarsi temporaneamente a cavallo tra la prima e la seconda decade di Dicembre, con una ripresa dei flussi di calore anche sulla prima onda, analogamente a quanto avvenuto nella seconda parte del mese di Novembre grazie ad una fase forzante la circolazione caratterizzata da una repentina risalita del PNA, dall’esordio della Madden Julian Oscillation nelle fasi 6 e 7 e dal mantenimento di anomalìe positive del momento angolare (GLAAM+).

In troposfera la fase di partenza stagionale vedrà i 3 indici principali (AO, PNA e NAO) nettamente negativi; in particolare, il segno negativo della NAO connoterà in maniera chiara il comparto euro-atlantico, con la presenza di anticicloni localizzati a latitudini sub-polari e depressioni alle medie latitudini, alimentate dalla confluenza alta di aria fredda di origine artica con aria mite proveniente dal medio Atlantico.

In tale contesto si ritiene che il Vortice Polare Stratosferico si possa mantenere in condizioni di relativo equilibrio (mediamente più profondo in alta e medio-alta stratosfera e più debole alle quote inferiori), “rimandando” al successivo mese di Gennaio probabili Eventi Stratosferici Estremi (ESE).

ANALISI MESE DICEMBRE

L’avvio del primo mese invernale sarà decisamente influenzato su tutto il comparto europeo da un’ampia circolazione antizonale che dovrebbe interessare le medie latitudini. La propaggine occidentale dei nuclei di vorticità facente capo ad un marcato Dipolo Artico Siberiano (sbilanciamento delle masse artiche verso la Siberia) dovrebbe difatti andare ad alimentare le depressioni presenti alle latitudini mediterranee.

Sul nostro comparto ne conseguirà un forte gradiente termico Nord/Sud, con l’Europa centrale e settentrionale investita da fredde correnti di matrice artica mentre il Mediterraneo sarà presumibilmente alle prese con correnti umide da W-SW.

Questa circolazione dovrebbe interessarci fino a metà mese, andando a disegnare un profilo termico sopra le medie di riferimento per la penisola con le anomalie più alte localizzate nel sud Italia. Con questo tipo di circolazione dovremmo assistere a precipitazioni sopra alla norma di riferimento.

Per la seconda metà del mese ci aspettiamo una diversa ripartizione delle masse artiche del VP, in concomitanza della riattivazione dei flussi di calore sull’onda pacifica descritta in premessa; contestualmente dovremmo assistere ad una nuova emersione della MJO nella fasi a noi note (6 e 7), con la riproposizione di alte pressioni continentali sull’Europa centro-settentrionale.

Bisogna tuttavia tenere presente che l’attività della MJO potrebbe risentire di una Kelvin wave in zona ENSO, rimodulando la convezione tropicale in modo abbastanza marcato rispetto alle prospettive ad oggi ipotizzabili.

La nostra idea di massima propende per una fase governata da correnti orientali veicolate dall’HP presente sull’Europa centro-settentrionale; queste correnti fredde dovrebbero avere una traiettoria più “bassa” rispetto a quella osservabile nella prima parte del mese, stante una NAO sempre negativa ma su valori meno estremi. Una buona tensione zonale alle basse latitudini atlantiche dovrebbe portare alla possibile confluenza sull’Europa meridionale tra correnti più fredde orientali e correnti più umide da Ovest.

Ad oggi appare comunque dfficile indicare quali zone potrebbero risentire maggiormente di una o dell’altra circolazione, ma sono ipotizzabili precipitazioni attorno ai valori medi climatologici su buona parte d’Italia e temperature più basse della media al centro-nord.

Outlook prima parte estate 2022

PREMESSA

La primavera 2022 è trascorsa con un regime di tempo molto secco, soprattutto al centro nord. La parte iniziale ha subito una sorta di reversal pattern rispetto a quello invernale, dovuto ad un warming stratosferico di tipo major a fine febbraio che ha riversato i suoi effetti in marzo sull’Europa meridionale e centrale, attraverso un corridoio di aria fredda proveniente dalla Russia continentale.
Nel mese di aprile è continuato l’effetto pregresso di tale configurazione, congiuntamente ad un Final Warming di tipo early. Nell’ultimo mese vi è stata una prima parte con un leggero rientro del clima siccitoso al centro e in misura minore al nord est. Nella seconda parte vi è stato invece un anticipo della stagione estiva, con clima caldo e secco sulla penisola; molto caldo interrotto da temporali sulla pianura Padana nell’ultima decade.
La Nina continua il suo lungo episodio oramai al suo terzo anno. Attualmente osserviamo un’anomalia di temperatura superficiale in Pacifico tropicale molto negativa ad est che si affievolisce spostandosi verso l’Indonesia, congiuntamente all’avanzare verso est di acque più calde del normale sotto la superficie. Per questo motivo le chance di Nada sono molto vicine a quelle de La Nina a fine estate e nel mese di settembre. La porzione dell’Oceano pacifico dove è inibita la convezione si sta spostando lentamente verso il continente marittimo ( Figura 1) mentre le aree di massima convezione sono relative a MJO7 e 8 cioè in area pacifica

Nella prima parte dell’estate questa situazione tende a favorire il distacco di blocchi alla circolazione zonale che dal nord America si spostano verso la Groenlandia e per contrasto a favorire un’area depressionaria sul medio Atlantico. Questa situazione è in linea con le SSTA atlantiche che presentano un dipolo zonale con acque che tra aprile e maggio si sono raffreddate tra Irlanda e Terranova e invece si sono riscaldate tra Gibilterra e la Florida ( Figura 2).

Gli altri indici di natura tropicale oceanica che interessano in vista della prossima estate europea sono l’AMM e l’IOD, gli unici due contigui all’Africa che hanno subito una netta variazione in primavera. L’Indian Ocean Dipole (IOD) dopo una fine inverno debolmente positivo ora torna ad essere consistente con la Nina, cioè con acque più calde della media che contornano Indonesia e nord Australia e più fredde a ridosso dell’Africa orientale.
L’Atlantic Meridional Mode (AMM) è passato con segno negativo in primavera dopo un inverno positivo. Quest’ultimo indice è in linea con il 2012. Se consideriamo il riflesso dell’AMM attuale con anomalia negativa su Capo Verde sul monsone occidentale del golfo di Guinea, l’ITCZ in ovest africa è previsto essere sostanzialmente in media nella prima parte dell’estate, eccetto per impennate nella porzione più estrema occidentale, Senegal e Mauritania. La dinamica che vede blocchi ad ovest della penisola con rotazione dell’asse nord-est / sud-ovest sarà favorita sotto questo aspetto. L’ITCZ ad est è previsto essere molto basso di latitudine per l’azione congiunta di IOD- e venti secchi dal deserto a nord est tra Etiopia e Ciad.
Il vortice polare è soggetto ad essere debole in area groenlandese (come detto in precedenza) e il difficile riassorbimento della pregressa area fredda continentale sul nord della Russia e Siberia, almeno in un primo tempo, spinge l’aria stabilizzante più ad est sull’Oceano Artico (Figura 3).

Il quadro descritto vede una coppia di aree depressionarie continentale e atlantica separate da un forte blocco alla circolazione zonale con asse meridiano tra Svalbard e Mar del Nord/Germania. Tuttavia questo blocco non copre latitudini inferiori (Francia, nord Spagna e nord Italia) favorendo il distacco di un’area di instabilità in quota dall’Oceano Atlantico. L’anomalia della prima parte estate 2022 è compatibile con il WR4.

Eventuali fasi assimilabili al WR 1 summer pattern saranno temporanee e ascrivibili agli effetti traslati più marcati della suddetta fase della Madden Julian Oscillation durante la quale maggiore sarà lo sprofondamento della corrente a getto verso le medie latitudine dei meridiani centro occidentali del NordAtlantico. In questo caso si assisterà ad un forcing dinamico del promontorio dell’alta pressione nord africana verso l’Europa occidentale e nord occidentale, passante per Spagna e ovest Francia. Questo pattern sarà probabilmente più presente ad inizio stagione e andrà via via perdendo d’importanza col passare delle settimane, complice un graduale calo dell’intensità della convezione tropicale.

PROSPETTIVE

Con tali premesse, dati gli scarsi contributi di correnti umide di matrice oceanica verso l’Europa centrale e meridionale dovuti all’alternanza di ATR (Atlantic Ridge) e/o blocking e di correnti mediamente zonali ad alta latitudine mediamente oltre i 55/60°N con ritornante di aria temporaneamente instabile verso l’Europa centro orientale, si prevedono fasi contrassegnate da un clima caldo (ben al di sopra delle medie del periodo) torrido sull’Europa e Mediterraneo centrale, alternate alla discesa di linee di instabilità associate a rovesci e temporali a ridosso delle Alpi centro orientali, e dell’Appennino centrale sconfinanti occasionalmente nelle aree pianeggianti del nord e sulle regioni del medio ed alto versante adriatico.
Data la radice dinamica occidentale, le onde di calore dovrebbero risultare più insistenti sulle aree tirreniche, pur colpendo in modo anche piuttosto intenso il resto delle regioni nei momenti di piegamento ad est della struttura.

Dalla parte finale del mese di giugno si dovrebbe assistere ad un debole e graduale mutamento verso un WR4 più statico. In un siffatto pattern, il promontorio dinamico dovrebbe seguitare ad interessare maggiormente la parte centro-occidentale del continente, con anomalie di geopotenziali positive anche sul Nord Europa. Temporanei deboli rinforzi del getto subtropicale potrebbero portare a rapidi tagli della radice subtropicale, con fugaci ingressi di aria più fresca ed instabile da ovest sul mediterraneo centrale.
Anche in questa fase le zone più a rischio, per quanto riguarda le anomalie termiche più rilevanti, dovrebbero risultare quelle occidentali, mentre gli ingressi instabili da ovest, in un contesto mediamente molto caldo, potrebbero portare a fenomeni violenti sulle pianure del Nord.

 

Outlook Febbraio 2022

PREMESSA
La prima parte della stagione invernale è stata contraddistinta da un Vortice Polare piuttosto disturbato dalla buona azione di un pattern a 2 onde, che però non è riuscito a portare alla sua destrutturazione a causa di flussi di calore sempre deboli; nel mese di gennaio abbiamo assistito ad un maggiore accorpamento delle vorticità in stratosfera, con rapido e fortissimo raffreddamento della colonna del VP, specie in medio-bassa stratosfera. Questo rinforzo del VPS è sfociato in un ESE Cold conclamato (su base NAM a 10 hPa) il 10 di gennaio, con primo impulso stratosferico diretto verso la troposfera individuabile il 16 gennaio. Questo primo trasferimento di moto verso la troposfera, seguito da altri in ultima decade, ha rappresentato l’inizio di un condizionamento troposferico che, verosimilmente, ci accompagnerà anche nel corso del mese di febbraio.

ANALISI
La configurazione media assunta dal VP e dal treno d’onda ad inizio stagione non lasciava presagire ad un possibile Evento Stratosferico Estremo di tipo “cold” nel cuore dell’inverno ma, nonostante un buon setting di partenza, è mancata l’energia interna al sistema, come testimoniato dall’andamento dei flussi di calore. E’ verosimile immaginare che dietro a questa carenza di energia, nonostante che il trend del GW giustifichi speculazioni di senso opposto, ci possa essere l’episodio di Niña biennale che sta assumendo caratteristiche più simili a quelle di una Niña CP (Central Pacific, ovvero con le anomalìe negative maggiori verso la regione ENSO 3.4), nonostante una chiara impostazione di partenza come Niña EP (East Pacific, ovvero con anomalìe negative maggiori nelle SST a ridosso dell’America latina), come peraltro testimoniano sia i valori da evento moderato toccati anche nella zona 3.4 (ONI nel trimestre OND che ha toccato -1.0) che i forti effetti avvertiti nella componente atmosferica del fenomeno (SOI molto positivo in dicembre). Si ricorda infatti che secondo gli studi disponibili una Niña CP ha una maggiore influenza sul NAM rispetto ad un episodio EP .
Ad ESE Cold ormai conclamato, con effetti in troposfera che rientrano nella casistica ben descritta dal paper di Baldwin & Dunkerton e da quello di Waugh e Polvani a proposito di “Low Flux Events”, è ipotizzabile una prosecuzione dei pattern AO+ e NAO+ anche per il mese di febbraio, soprattutto per quanto riguarda quest’ultimo. Questa “accoppiata” sarà molto probabilmente l’elemento che caratterizzerà maggiormente il futuro prossimo, almeno fino all’esordio del mese di marzo. Eventuali disturbi troposferici al pattern principale, più probabili sul settore est siberiano-pacifico, risulteranno comunque deboli e transitori.
Primi cenni più significativi di ripresa degli heat fluxes potrebbero mostrarsi nella fase finale del mese, quando l’avanzamento stagionale e gli ormai 40/45 giorni passati dall’inizio dell’ESE Cold potrebbero portare a qualche timida risposta troposferica più incisiva negli intervalli tra gli impulsi stratosferici. Nonostante il reset imposto dall’Evento Stratosferico Estremo, riteniamo che il setting del VP possa mantenersi, e per questo ci attendiamo una disposizione sinottica simile a quella avuta in precedenza nelle possibili (brevi) fasi in cui andremo incontro ad un allentamento zonale, con la riproposizione di un ATR con deboli flussi divergenti anche al di sotto dei 60°N, quindi con valori della NAO che dovrebbero mantenersi positivi. Da segnalare il fatto che molto probabilmente il pattern zonale conseguente alla reiterazione di impulsi di una stratosfera che si manterrà molto fredda per tutto il mese, specialmente alle quote medie (30 hPa) e medio – basse (50/70 hPa), potrebbe relegare la stratificazione del gelo continentale molto ad est nel continente asiatico, allentando la presa progressivamente anche sull’Europa orientale.


PROSPETTIVE
Il mese di febbraio potrebbe trascorrere senza particolari sussulti invernali sul settore centro-occidentale europeo e quindi anche sul nostro paese. La circolazione marcatamente zonale per gran parte del mese non consentirà l’instaurazione di regimi che potrebbero portare azioni invernali degne di nota sul Mediterraneo centrale. Il mese probabilmente risulterà contraddistinto da una vasta e coriacea area di alta pressione in allungamento dall’Atlantico verso l’Europa centro-occidentale, caratterizzando il tempo anche sulle nostre regioni, con clima secco e a tratti mite. Le zone di pianura potrebbero risentire spesso di nebbie e accumulo di sostanze inquinanti, con temperature che risulterebbero quindi più basse rispetto alle anomalie positive che si avranno in quota.
Come abbiamo accennato sopra, non possiamo escludere qualche timido cambiamento nella parte finale del mese, quando potrebbe rifarsi vedere qualche ondulazione nella corrente a getto. L’abbozzo di ATR con NAO comunque prevalentemente positiva lascia pensare ad un maggiore interessamento dell’Est Europa e della zona Balcanica per ipotetiche discese di aria artica. In una siffatta situazione sarebbe più probabile un marginale o parziale interessamento delle nostre regioni orientali e meridionali, mentre più riparate potrebbero risultare ancora le zone settentrionali e tirreniche.

Outlook gennaio 2022

PREMESSA

Le condizioni di partenza a fine 2021 hanno evidenziato un Vortice Polare troposferico moderatamente disturbato da attività d’onda con un pattern prevalentemente riconducibile ad un “Atlantic Ridge”, evoluto temporaneamente in “Blocking” sul Nord Atlantico, in un regime medio di NAO negativa.
In stratosfera permangono condizioni di vortice polare moderatamente forte soprattutto in media e medio alta quota con contenuto disturbo bilaterale (Wave 2) dovuto all’intenso gradiente meridionale locale ma con scarso afflusso di “eddy heat and momentum flux” attraverso le quote più basse della stratosfera, ove pertanto l’alimentazione delle creste d’onda appare discontinuo e le stesse raramente convergenti sopra i 55/60° N.
In prospettiva è attesa un’intensificazione dell’attività d’onda a motivo della convergenza delle fasi 7 della MJO e 6 tendente a 7 dei venti circumglobali (GWO) in un regime di momento angolare positivo.
A motivo di questo, l’evoluzione del gradiente locale si sposta dalla catena uralica (Mountain Torque) al Pacifico centrale, entrando in coppia con la MJO ove i massimi di convezione si sono posizionati costantemente ad oggi nei pressi del meridiano del cambio di data (180°).


ANALISI
Alla luce delle premesse esposte, sul Pacifico settentrionale si andrà a strutturare un blocco vero e proprio, che andrà a consolidare il ridge semistazionario ivi già presente, rispecchiando il pattern pacifico caratteristico delle fasi di Niña che, in caso di modalità EP (East Pacific) come quella attuale, è generalmente composto da un tripolo con anomalie negative a ridosso del continente asiatico, positive a ridosso della regione centrale e nuovamente negative sulla west coast americana, consolidando il dipolo PDO negativo.
In questo contesto, a ragione del momento angolare positivo, è da mettere in conto (ad eccezione dell’area influenzata dall’attività convettiva, ovvero inizialmente nel Pacifico) un’intensificazione delle westerlies e quindi della componente zonale soprattutto nel comparto atlantico.
Ad incentivare questo incremento, verosimilmente, concorre anche una compressione d’onda stratosferica che, in caso di VPS strong come in questo caso, può venir sollecitata verso una trasmissione di moto verticale westerlies verso i piani inferiori.
Riteniamo per queste ragioni che i tentativi d’onda nel comparto atlantico, a fronte di una zonalità inizialmente non particolarmente marcata e quindi di un getto che andrà ad intensificarsi successivamente, non presentino idonee caratteristiche di stazionarietà tali per strutturare importanti azioni retrogressive in grado di coinvolgere tutta la Penisola ed il Mediterraneo centrale.
E’ probabile che quest’azione si concretizzi in un modesto strappo artico in rapido spostamento verso est con maggiore interessamento del Nord Italia e delle regioni adriatiche, e che presenti quale successivo focus l’est Europa, in considerazione del previsto aumento di valore dell’indice NAO.
La parziale avanzata del blocco Pacifico verso il continente americano, testimoniata dalla risalita del PNA, dovrebbe portare ad un ulteriore avanzamento verso est della zona di bassi geopotenziali ad inizio seconda decade. La presenza di una debole spalla anticiclonica in Atlantico, unita alla presenza di aria gelida precedentemente depositata sull’Europa Orientale, dovrebbe portare ad un abbassamento del jet stream verso il Mediterraneo centro-occidentale, con l’ingresso di aria polare marittima sul nostro Paese.
Lo scenario per il restante mese di gennaio appare parzialmente evolutivo per quanto concerne la traslazione dei massimi centri di convezione tropico-equatoriale, che vedrebbero attiva un’oscillazione tra la fase 7 e la fase 8 della MJO e venti globali che puntano in fase 8, ovvero laddove il GLAAM inizia la sua inversione di tendenza da anomalie positive verso anomalie di segno opposto.
E’ in questa fase che ritroviamo le possibilità più concrete di un avanzamento del “wave train” dal Pacifico verso il continente americano, con una conseguente maggiore probabilità di strutturazione di blocchi alle velocità zonali.
A decorrere grossomodo dalla metà del mese gli scenari possibili non sono del tutto univoci, in quanto si potrebbero alternare pattern di temporanei ATR (Atlantic Ridge) ad una tendenza da parte dell’apice del promontorio ad evolvere verso nord-est, contribuendo a costituire uno scivolo di correnti di matrice polare verso l’Europa centro-meridionale.
Al momento non si potrebbe neppure del tutto escludere l’evoluzione del predetto Atlantic Ridge in un pattern Scandinavian positivo, qualora l’incidenza del trasporto d’onda riuscisse a marginalizzare le correnti zonali uscite dalla East coast USA e pertanto l’indice NAO si portasse su valori neutro-negativi dopo un’iniziale fase di maggiore positività.
In questa fase, almeno fino all’inizio della terza decade di gennaio, grazie alla coppia MJO/GWO in fasi forzanti si dovrebbe assistere al mantenimento di un buon gradiente, coadiuvato da GLAAM+ ad azioni da parte degli eddy fluxes tendenti ad indebolire le Vorticità Potenziali del VPS.
Sarebbe lecito attendersi infatti un incremento dei flussi di calore provenienti dalla troposfera e una salita del diagramma dell’Heat Flux a 100 hPa che attesti un trasferimento verticale di calore e momento più corposi rispetto alla situazione iniziale, che vede un buon gradiente meridionale alle quote medio alte della stratosfera ma un insufficiente apporto dalle quote inferiori.
Gli esiti finali di questa dinamica non è facilmente pronosticabile allo stato attuale.

PROSPETTIVE

Alla luce di questa non univoca premessa è comunque possibile tracciare l’andamento medio della circolazione sull’Europa centro-meridionale con influenza sulla nostra penisola.
Dopo un inizio di gennaio caratterizzato da un anomalo promontorio subtropicale proteso verso l’Europa centro meridionale, che sta comportando/comporterà valori di temperatura assolutamente anomali per il periodo, si dovrebbe difatti assistere ad un incremento marcato del regime zonale dall’Atlantico verso l’Europa, che provvederà a stemperare i valori notevolmente superiori alle medie del periodo, in attesa di un più intenso raffreddamento che a cavallo dell’Epifania dovrebbe riguardare tutta la penisola; in questo caso gli apporti precipitativi saranno probabilmente poco incisivi e limitati ai settori orientali.
Dovrebbe quindi seguire una breve fase anticiclonica in attesa di nuovi contributi nord-atlantici, che verosimilmente interesseranno il nostro territorio con maggior riguardo alle regioni settentrionali.
Questo tipo di tempo, variabile ed a tratti instabile e caratterizzato da un quadro termico grossomodo in linea con le medie del periodo o solo temporaneamente al di sotto, dovrebbe costituire il trend prevalente fino almeno alla metà del mese di gennaio.
In seguito il panorama evolutivo, connotato dalle incertezze prognostiche descritte in ANALISI, potrebbe essere caratterizzato da un promontorio atlantico (ATR, blocco relativamente basso di latitudine) o una “Bartlett High“; in entrambi i casi, verso metà mese dovrebbe interrompersi il flusso occidentale e partire una fase più favorevole all’instaurazione di forcing dinamici dell’alta pressione atlantica verso l’Europa centro settentrionale, con un nuovo raffreddamento del comparto europeo orientale.
Questo comporterebbe una maggiore esposizione della nostra Penisola a correnti fredde dai quadranti orientali o nord orientali in ragione della posizione ed estensione della radice dell’ATR.
Eventuali confluenze con correnti più umide di matrice polare marittima, piuttosto che una più spiccata evoluzione del ridge atlantico sull’Europa centro settentrionale con una maggiore prevalenza di clima freddo ma mediamente più asciutto, fanno parte del bivio previsionale concernente l’evoluzione/intensificazione o meno dei flussi tropico-equatoriali, con probabili marcate differenze sugli effetti nell’evoluzione delle dinamiche stratosferiche.

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