Mappe periodiche MeteoNetwork, nuovo servizio gratuito per tutti

La rete MeteoNetwork si arricchisce di un nuovo servizio gratuito rivolto a tutti gli utenti.
L’Associazione ha messo a disposizione di tutti le sue prime mappe climatiche, realizzate con l’elaborazione dei dati raccolti sul territorio da più di 1.700 stazioni meteorologiche presenti nella sua rete.

Mappe periodiche

Le mappe, presenti in rete come mappe periodiche, permettono di conoscere e monitorare l’andamento termico e pluviometrico del nostro territorio nazionale. Le mappe pluviometriche e delle temperature medie, con focus esteso anche sulle medie termiche massime e minime, sono consultabili su base annuale, mensile, stagionale e delle singole decadi mensili.

Le mappe annuali, aggiornandosi al termine dell’anno in corso, attualmente riguardano solo il 2019, mentre tutte le altre si riferiscono al periodo successivo al 1 gennaio 2020.

Queste mappe, consultabili qui, sono solo il primo di una serie di risultati di un processo non semplice portato avanti grazie all’instancabile lavoro dei nostri tecnici, un primo passo verso un restyling generale e più complesso di tutta la piattaforma di gestione dei dati meteorologici. Le novità, quindi, non finiscono qui!

MeteoNetwork coglie l’occasione per ringraziare chi rende possibile il sostegno e l’implementazione dei suoi servizi e le sue attività, in primis lo staff tecnico, che gratuitamente presta il suo prezioso servizio, ma anche i soci, i donatori e tutti i gestori delle stazioni meteorologiche presenti nella nostra rete.

Emergenza COVID19 : donazione MeteoNetwork al Giovanni XXIII di Bergamo

Carissimi,

stiamo tutti vivendo una situazione emergenziale senza precedenti che ha modificato in brevissimo tempo tutte le nostre abitudini sociali ma, sopra ogni cosa, ha esposto in primissima linea tutte le donne e tutti gli uomini che lavorano nel nostro Sistema Sanitario Nazionale.

Persone che hanno messo tutte loro stesse a disposizione di tutti noi, per darci soccorso e assistenza; persone che hanno messo da parte le loro Famiglie e il loro tempo libero per dedicarsi totalmente al prossimo, che rischiano quotidianamente la vita, svolgendo la loro professione.

Proprio per questo motivo l’Associazione MeteoNetwork ha deciso di effettuare una donazione all’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Giovanni XXIII di Bergamo dove, al momento, la situazione è tra le più gravi sul territorio nazionale.

La donazione rappresenta tutti i Soci che, anche grazie al loro tesseramento, hanno reso possibile questo; vi ringraziamo TUTTI veramente di cuore.

Restiamo a casa

Direttivo Associazione MeteoNetwork

Outlook MARZO 2020

Abbiamo assistito durante il mese di Febbraio ad una sostanziale prosecuzione del pattern che si era affermato durante il mese di Gennaio. Un progressivo aumento delle velocità zonali su tutta la colonna del vortice polare ha portato ad una scarsa/assente attività d’onda con blande oscillazioni del getto che , nella loro manifestazione, sono state appannaggio dell’est Europa e/o medio oriente.

Siffatta situazione troposferica ha consentito un notevole raffreddamento e stabilità del vortice polare in “prima armonica”. Ripetuti e intensi sfondamenti della soglia NAM hanno confermato come il VP, in questa seconda parte della stagione, sia da considerarsi “very strong”. La particolare intensità e la lunghissima durata di questa configurazione, che si sta portando avanti anche in questo giorni con vari record sia per il valore NAM che per lo zonal wind, non ha permesso il normale accumulo di ozono nella stratosfera polare, la concentrazione di O3 infatti è attualmente su valori estremamente bassi e questo ci fa pensare ad una maggiore possibilità di avere un FW di tipo late. Non aspettandoci quindi particolari scossoni a livello del VPS, crediamo che AO e NAO possano continuare su valori prevalentemente positivi anche nel prossimo mese. Da annotare invece l’ormai compiuto cambio di segno della PDO.

Marzo dovrebbe iniziare apportando un cambio piuttosto netto rispetto a quanto avuto a febbraio. Ci attendiamo un sensibile abbassamento del getto in ingresso sull’Europa con fronti atlantici più organizzati anche alle latitudini medio-basse e tempo spesso perturbato su tutto il Paese.
Le temperature dovrebbero risultare intorno alla media in una prima fase mentre successivamente un maggiore apporto di aria artica potrebbe portare anche temperature sotto la media al centro-nord. Probabili, in questa fase, nevicate in Appennino fino a quote medio-basse.
Un nuovo progressivo innalzamento del jet-stream in Atlantico, dovrebbe aversi verso metà mese, con anticiclone nuovamente in espansione verso l’Europa occidentale, in modesta elevazione verso il nord Atlantico e discese di aria artica sull’Est Europa. Ne consegue, per il nostro territorio, un miglioramento del tempo. Qualche temporaneo sbuffo da est potrebbe portare a qualche lieve disturbo sull’alto Adriatico in un contesto termico intorno alla media del periodo su gran parte d’Italia e leggermente sopra sulle regioni tirreniche e Sardegna.

Outlook febbraio 2020

PREMESSA


Il mese di gennaio è stato caratterizzato da anomalie positive termiche e di geopotenziale su gran parte dell’Europa centro-meridionale, più marcate nella prima decade ma comunque caratterizzanti di fatto l’intero periodo, con scarse soluzioni di continuità. L’abbassamento del fronte polare in seconda decade prospettato nel precedente outlook mensile è risultato meno incisivo del previsto, a causa di un forte compattamento delle masse artiche.

ANALISI DELLE COMPONENTI TELECONNETTIVE

STRATOSFERA


Valori molto elevati del North Annular Mode (=>+2,2) raggiunti durante il mese di gennaio in stratosfera (10 hPa) hanno conclamato un ESE (Extreme Stratospheric Event) di tipo Cold, che ha trovato conferma nella propagazione di moto e approfondimento barico del vortice polare a tutte le quote. Il superamento della soglia del NAM (+1,5) si è attuato tra l’11 e il 12 gennaio ed è rimasto tale per tutto il mese salvo una breve interruzione, confermando condizioni di vortice polare “strong” su tutta la colonna.

Da evidenziare come la risonanza di moto da parte del vortice stratosferico abbia operato anche prima della data nella quale il valore soglia è stato raggiunto, a causa di vorticità potenziali molto compatte e di valori di geopotenziale anormalmente bassi (anche inferiori a 2780 dam nel core del VPS a 10 hPa) benché il core dello stesso sia rimasto dislocato rispetto alla posizione di riferimento del NAM/AO. L’Arctic Oscillation, rimasta positiva per tutto il periodo, è rappresentativa della propagazione del cooling stratosferico.

All’inizio del mese di febbraio si prospetta tuttavia una modifica sostanziale rispetto a quanto avvenuto nel mese di gennaio, caratterizzato interamente da flussi di calore molto deboli (Low Flux event); alcuni parametri infatti, visibili anche in troposfera, evidenziano una netta ripresa dei flussi di calore, dapprima con E.P. flux divergente principalmente in alta stratosfera (1/5 hPa) ove assisteremo ad un intenso forcing dislocativo della massa del VPS, quindi a partire dal 3-4 febbraio con E.P. flux convergente con effetti sulle quote medie e medio-alte del VPS (10-30 hPa), che probabilmente assumerà una conformazione allungata (ellittica) a causa della maggiore intrusione da parte degli “eddy” (calore e momento) all’interno della massa del vortice.

Assisteremo quindi ad una forte rarefazione delle vorticità potenziali (EPV) a cominciare dalle alte quote e fino ai piani isobarici di 10/15 hPa, unitamente ad un netto incremento dei geopotenziali che si compirà entro la prima decade di febbraio. Le quote inferiori risentiranno inevitabilmente gli effetti di quanto avverrà ai “piani superiori”, anche se le EPV molto coese tenderanno probabilmente ad opporre resistenza alla propagazione del disturbo.

Degno di rilievo è il livello molto basso della quantità di ozono stratosferico, che indubbiamente non aiuterà ad invertire anzitempo il processo di raffreddamento radiativo che crediamo possa agevolmente riprendere a causa di una nuova fase caratterizzata da deboli flussi verticali di calore; in virtù di questo riteniamo minoritaria l’ipotesi di un riscaldamento maggiore (Major Warming) in grado di interrompere questa lunga fase caratterizzata da un vortice polare forte.

TROPOSFERA

Ci troviamo tuttora nel pieno del condizionamento troposferico iniziato nella prima metà di gennaio a seguito del superamento della soglia NAM, con i piani troposferici che analogamente a quanto evidenziato per la stratosfera già prima dell’ESE cold erano indirizzati verso condizioni di Vortice Polare “Strong”, grazie ad una attività convettiva tropicale spesso sopita ed a dinamiche votate alla scarsa propagazione orizzontale e verticale dei flussi di calore nell’oceano Pacifico; tutto questo ha rappresentato terreno fertile per il riverbero in troposfera delle pulsazioni stratosferiche. La disposizione delle vorticità in seno al Vortice Polare, unita alla riemersione di un netto tripolo positivo nel Nord Atlantico, hanno ulteriormente incentivato una forte tensione zonale in Atlantico, come dimostra la forte positività della NAO nel bimestre appena trascorso.

La discontinuità e la debolezza dei flussi di calore riscontrate in gennaio (low flux event) dovrebbero lasciar spazio solo temporaneamente ad una attività più incisiva attorno alla metà della prima decade del mese di febbraio, con gli effetti del condizionamento che dovrebbero persistere almeno fino alla seconda decade del mese.

Per quanto riguarda il comparto euro-asiatico stiamo assistendo in questi giorni ad un robusto raffreddamento del settore siberiano, che ha contribuito alla genesi di un HP termico su quel settore. La temporanea riattivazione dei flussi porterà quindi ad una momentanea frenata zonale, con l’attivazione di un pattern troposferico a 3 onde in grado di convogliare aria fredda di estrazione artica sull’Europa Orientale. Non ci aspettiamo un’azione particolarmente prolungata nel tempo, in quanto la soppressione dei flussi consentirà una nuova pulsazione in discesa dalla stratosfera che verrà assecondata dal VPT, che andrà incontro ad un nuovo ricompattamento con la ricomparsa di un pattern zonale sull’Europa, con indici AO e NAO fortemente positivi per tutta la seconda decade del mese di febbraio. In una prima fase non è comunque da escludere la permanenza di aria fredda stratificata sull’Europa orientale e Balcani, anche se riteniamo che le correnti zonali riusciranno a smantellare con relativa facilità il “serbatoio freddo” al suolo.

Nella terza decade ci aspettiamo un allentamento della tensione zonale, complice la fine del condizionamento stratosferico. In questa fase è lecito attendersi un nuovo progressivo raffreddamento dell’Europa centro-orientale; la permanenza di un pattern caratterizzato da una NAO sempre in campo positivo, anche se in calo rispetto alla seconda decade, non permetterà ciclogenesi alimentate da aria artica nel Mediterraneo centrale.

PROSPETTIVE PER IL QUADRO ITALIANO

Il mese di febbraio esordirà con condizioni prevalentemente stabili, caratterizzate dalla persistenza di geopotenziali alti e temperature decisamente sopra la media del periodo. A metà decade avremo comunque un rapido afflusso di correnti fredde di estrazione artica dirette verso l’Europa orientale e le pianure russe europee, che porteranno ad una repentina diminuzione delle temperature anche sulla nostra penisola ad iniziare dalle regioni adriatiche, interessate da veloci passaggi nuvolosi in un contesto di precipitazioni comunque scarse; sulle altre regioni proseguiranno condizioni di tempo asciutto, anche se decisamente più freddo.

Già dalla fine della prima decade tuttavia il ricompattamento del Vortice Polare Troposferico porterà ad una nuova accelerazione zonale sul nostro comparto, con progressiva erosione del blocco di aria fredda che precedentemente si era depositata al suolo tra Balcani ed Europa Orientale. In un primo momento quest’aria fredda potrebbe ancora interessare marginalmente le aree del basso adriatico ma con successivo sensibile aumento termico che riguarderà anche queste regioni. Il clima si manterrà asciutto pressoché ovunque salvo qualche sfondamento, sui settori alpini di confine, delle nevicate che interesseranno i versanti nord dell’arco alpino.

Un possibile cambio configurativo è attendibile per l’ultima parte del mese, l’allentamento del forcing stratosferico dovrebbe portare ad una parziale destrutturazione del Vortice polare in troposfera con calo dell’AO verso valori neutri o leggermente negativi. Di contro, come già esposto in precedenza, non ci aspettiamo un calo altrettanto significativo della NAO. In uno schema siffatto è verosimile una marginalizzazione del getto in Atlantico con anticiclone europeo in elevazione verso nord-est e nuova espansione verso ovest di aria artico-continentale che potrebbe arrivare ad interessare l’Europa Orientale. Più difficile un coinvolgimento diretto dell’Europa centrale e del mediterraneo, anche se è ipotizzabile quantomeno un moderato calo termico anche sulle nostre regioni con termiche che torneranno in media o leggermente sotto in un contesto comunque ancora asciutto, specie al nord e tirreniche. Seppur minoritaria, non è del tutto da escludere anche la possibilità di un coinvolgimento maggiore del mediterraneo centrale, in questo caso avremmo una fase di stampo spiccatamente invernale con effetti maggiori comunque sempre sulle regioni adriatiche del centro-sud.

Anomalie geopotenziali medie previste per febbraio

Outlook gennaio 2020

PREMESSA

Il mese di dicembre scorso ha riscontrato piuttosto fedelmente quanto prospettato nell’analisi precedentemente operata ovvero:

1.una breve fase più fredda ad inizio mese come effetto della traslazione di massa del vortice polare verso il continente europeo in grado di indurre un’ondulazione con aria prevalentemente artica verso l’Europa orientale ed il Bacino centro – orientale del Mediterraneo;
2.una più prolungata fase umida e molto mite nel corpo centrale del mese per insistenza di correnti prevalentemente da sud ovest attribuibili alla risonanza in troposfera degli effetti del Canadian Warming;
3.un successivo allentamento della corrente a getto dall’Atlantico in direzione dell’Europa con probabile insorgenza di ondulazioni di media ampiezza in direzione dell’Europa centrale e in parte settentrionale

ANALISI DELLE COMPONENTI TELECONNETTIVE

STRATOSFERA

Il vortice polare stratosferico continua a presentarsi piuttosto forte in media e alta stratosfera con temporanea migrazione dei massimi dei nuclei di vorticità potenziale (MPV) verso i bordi della struttura (edges) a causa di una moderata compressione della massa disposta inizialmente in un pattern bilaterale.
La componente di calore e di moto si mostra tuttavia assolutamente insufficiente ad intrudere il core del vortice polare stratosferico che, al contrario, proprio a causa di EPV piuttosto strutturate, induce proprio nell’ultima settimana di dicembre, una risonanza intermittente verso i piani più bassi della stratosfera e fino anche in troposfera ove tuttavia il segnale di trasmissione risulterà più intermittente e frammentato ( a causa di nuclei di vorticità più deboli ).
Non essendo evidenti indicatori di risposta da parte della troposfera che siano comunque in grado di garantire il mantenimento di tale equilibrio, il vps inizierà una dinamica di rotazione e di compressione a carico prevalente di un forcing ad un’onda (wave 1) che ne indurrà un ulteriore intenso raffreddamento e approfondimento per contrazione della massa.
Va detto da subito, a scanso di fraintendimenti, che i valori previsti dai modelli evidenziano una situazione di marcato strat cooling anche se, almeno in un primo momento, non andrà questa a coincidere con un Ese di tipo cold ( che si conclama alla quota relativa a 10 hpa in caso di valore pari o superiore a +1,5 ) a causa sia della conformazione del vps che della sua posizione che diverrà dapprima ellittica con uno degli assi disposti tra l’oceano Atlantico e l’Europa occidentale e poi più compatto ma sbilanciato ancora verso il comparto euroasiatico.
In questa seconda fase comunque, nonostante il contenuto disassamento della massa rispetto al polo, la sua estensione e i valori raggiungibili dal core del vps anche al disotto dei 2780 dam a 10 hpa potrebbero portare al raggiungimento della soglia dell’Ese cold .
Non è tuttavia quest’ultimo il punto maggiormente di rilievo quanto il fatto che l’alta stratosfera presenterà diversi momenti forzanti verso i piani medi della stessa proprio a causa di quanto sopra evidenziato ovvero la coesione e profondità dei proprio nuclei di vorticità potenziale.
Diversamente la discontinuità del segnale tra la bassa stratosfera e la troposfera sarà confermata da Epv ivi più rarefatte e dalla conformazione della colonna del vortice polare.
Successivi forcing operati prevalentemente da 1 onda con componente di calore più marcata, potrebbero mettere i presupposti dopo la metà del mese di gennaio per un progressivo indebolimento del vps a partire dalle alte quote (1/5 hpa). Non è dato ad oggi dare maggiori indicazioni che riguardino la possibilità di insorgenza di un evento di riscaldamento maggiore che ad ogni buon conto avrebbe maggiori probabilità di realizzarsi tra la fine del mese di gennaio e il mese di febbraio.

TROPOSFERA

La sinottica generale inquadrabile in troposfera nel mese di gennaio sarà molto probabilmente influenzata dalle dinamiche esposte in stratosfera e che, dopo un’iniziale riflesso d’onda a fine dicembre tra l’Europa centrosettentrionale e il settore est dell’atlantico settentrionale quale effetto del notevole calo di geopotenziali a partire dai piani più alti della stratosfera (richiamo verticale di calore che precede la risonanza degli effetti in troposfera della dinamica stratosferica), evidenzieranno da subito un brusco incremento del gradiente orizzontale e un netto rinforzo della corrente a getto polare in grado di imporre un trend prevalentemente zonale dall’Atlantico verso l’Europa centro orientale con prevalente direttrice nord occidentale.
Questo impianto circolatorio dovrebbe caratterizzare la prima decade del mese di gennaio ed essere confermati da indici AO e NAO prevalentemente positivi e da un PNA neutro a raffigurare la scarsa componente d’onda proveniente dal Pacifico nonché la progressiva migrazione del corpo più consistente della struttura del vortice verso il comparto atlantico e poi europeo.

A cavallo con la seconda decade del mese di gennaio si dovrebbe assistere a un calo del fronte polare nel comparto atlantico in direzione dell’Europa centrale.
In questo contesto è possibile che, grazie alla diminuzione dei geopotenziali anche verso le medie latitudini, si susseguano verso l’Europa centrale correnti temporaneamente più ondulate tendenti ad incrementare condizioni di variabilità (e a tratti di instabilità) a causa dell’afflusso più diretto di correnti polari o artiche.
In tale contesto si dovrebbe assistere ad un temporaneo calo degli indici AO e soprattutto NAO in quanto la traslazione delle masse artiche comporterà un disimpegno dell’area canadese e groenlandese rispetto le forti vorticità instauratesi nella prima decade.

E’ possibile infine che, nel corso della terza decade, vada nuovamente ad instaurarsi un pattern caratterizzato da una parziale ripresa delle velocità zonali.
L’Europa centro meridionale, stante questa situazione si troverebbe contesa tra la circolazione oceanica e possibili azioni più fredde provenienti dai quadranti nord orientali a causa di una parziale divergenza della corrente a getto in prossimità della penisola scandinava.

PROSPETTIVE

Alla luce delle condizioni sopra evidenziate, ci si potrebbe aspettare un mese di gennaio connotato dal transito di correnti tese prevalentemente occidentali o nordoccidentali dall’Atlantico in direzione del vecchio continente con soppressione della fase maggiormente ondulatoria presente negli ultimi giorni del vecchio anno.

Anche in questo caso si potranno comunque distinguere sommariamente tre fasi:
A) dopo una fase temporaneamente più fredda inquadrabile per fine 2019 a causa dell’afflusso di correnti balcaniche verso il Bacino centro orientale del Mediterraneo, si assisterà ad un netto aumento della pressione e dei geopotenziali verso l’Europa meridionale ove si instaureranno probabilmente nei primi 7/10 giorni del mese condizioni di tempo prevalentemente stabile (fig. 1 ), solo occasionalmente disturbato da rapidi passaggi nuvolosi sulle regioni alpine e marginalmente adriatiche.

In questo contesto ove la ventilazione sarà debole o solo temporaneamente moderata al nord Italia, le temperature saranno al di sopra delle medie del periodo e le precipitazioni occasionali e limitate ad alcune aree alpine e del nord Italia.

FIG. 1
B) Il calo di latitudini del flusso polare potrebbe influenzare maggiormente la nostra Penisola a cominciare dalle regioni settentrionali.
Dapprima queste infatti potrebbero risentire degli effetti di un calo delle temperature in quota e della pressione al suolo in grado di instaurare un tipo di tempo variabile ma anche temporaneamente instabile con precipitazioni sparse, nevose a quote medie e solo temporaneamente a bassa quota al nord. (fig. 2)
In seguito anche le altre regioni, specialmente quelle appenniniche e dei versanti adriatici potrebbero essere interessate da questi veloci passaggi perturbati.
In questo contesto la ventilazione potrebbe essere moderata ma con dei rinforzi anche considerevoli e il quadro termico portarsi su valori non lontani dalle medie del periodo.

FIG. 2
C) L’ultima fase che dovrebbe caratterizzare grossomodo la terza decade del mese potrebbe vedere una marginalizzazione delle correnti polari o artico marittime sostituite da westerliess più sostenute in atlantico che potrebbero lambire prevalentemente le regioni settentrionali della nostra Penisola alternando condizioni di variabilità a momenti di maggior stabilità mantenendo aperta la possibilità di una al più moderata incidenza delle correnti orientali, segnatamente sul bacino centro orientale del mediterraneo (fig. 3 )

FIG. 3

Di’ la tua su MeteoNetwork

Cara amica, caro amico,
la campagna tesseramento per l’anno 2019 si avvicina.
Quest’anno MeteoNetwork ha deciso di dar voce alla sua community.
Riconoscendo nella partecipazione dei suoi utenti uno dei principali valori che hanno permesso la crescita dell’associazione in questi 13 anni, vi chiediamo di contribuire con il vostro punto di vista al racconto e alla promozione associativa.

  

Di cosa si tratta?
L’idea è di costruire la campagna tesseramento 2019 attraverso la partecipazione della nostra community, che è chiamata a raccontare la propria visione dell’associazione.

   

Come partecipare?
Potete contribuire alla campagna tesseramento rispondendo a una o più domande riguardanti MNW, riportate nel file seguente: 

Scegliete una o più domande e per ognuna scrivete una risposta di massimo 2 righe o registrate un video di massimo 30 secondi. Inviate le vostre risposte a info@meteonetwork.it specificando il vostro nome e cognome e, se sei nostro/a socio/a anche il n° di tessera associativa.

   

Quale sarà il risultato finale?
Il prodotto finale consisterà in un breve racconto narrato attraverso il montaggio dei video e/o la composizione dei testi ricevuti. Il materiale ricevuto sarà selezionato in base a esigenze tecniche e stilistiche.

   

Grazie per il vostro costante sostegno.
Un caro saluto a tutti e a tutte.

METEO CHE SCEGLI, TEMPO CHE TROVI

Serena Giacomin è una di noi.

Perché per Serena le scienze atmosferiche non si limitano solo alla sua professione di meteorologa EPSON, ma includono anche la Presidenza dell’Italian Climate Network e tutte le attività di apprezzata conferenziera  e instancabile divulgatrice, multimediale e presso le scuole di ogni ordine e grado, nelle quali riversa una passione pari alla professionalità che mostra davanti alle telecamere.

Serena ha appena pubblicato un libro (“Meteo che scegli, tempo che trovi – Guida alle previsioni meteo di app. web e tv”, Edizioni Imprimatur), che non è il solito testo divulgativo sulla meteorologia, ma un vademecum indirizzato a tutti coloro che, almeno una volta al giorno, cercano informazioni meteo sul web o consultano la app del proprio smartphone. Ne abbiamo già parlato qui al momento dell’uscita in libreria, ma vogliamo riservarle ora ben più del rilancio di un comunicato stampa, perché questo è un libro di cui si sentiva veramente la necessità.

Perché nel suo libro, Serena, pagina dopo pagina, entra nel dettaglio del processo di previsione meteorologica e, al solito sito acchiappaclick che urla informazioni sensazionalistiche (purtroppo spesso rilanciate anche dai principali mass media…) su imminenti bufere, bombe d’acqua o altre cataclismatici eventi atmosferici dagli evocativi nomi mitologici, risponde spiegando, anche con l’aiuto di un “Glossario Anti Bufala”,  come l’aspetto caotico sia un carattere imprescindibile della nostra atmosfera, rendendo del tutto aleatorio cercare di fare previsioni deterministiche non solo da una stagione all’altra, ma già da una settimana a quella successiva. E come nonostante questa incertezza, nonostante sarà sempre impossibile dire con una precisone del 100% se oggi pomeriggio il temporale interesserà questo paese o il comune a fianco, la meteorologia rimanga pur sempre una “scienza esatta”.

Ma Serena è una di noi anche (e soprattutto) perché è una nostra socia e membro del Consiglio Scientifico di MeteoNetwork, aspetto questo che, meglio di ogni altro, evidenzia la coesistenza in lei della meteorologia come “professione” e come “passione”. Non poteva quindi mancare, nel suo libro, anche una citazione per la rete di stazioni MeteoNetwork, con i dati liberamente consultabili on line, “un patrimonio immenso di informazioni e dati a disposizione di tutta la meteorologia”.

Attenzione particolare merita la spiegazione del sistema delle allerte meteo. Un’allerta meteo può salvare vite umane e, per questo motivo, deve essere emessa solo da chi è realmente titolato a farlo: gridare “al lupo” sparandola grossa solo per acchiappare click crea, quando va bene, solo confusione, ma rischia di avere anche ben più gravi conseguenze. Una battaglia questa in cui anche MeteoNetwork si è recentemente schierata al fianco di AISAM, sostenendone la presa di posizione contro la previsione di eventi meteorologici avversi da parte di soggetti non abilitati.

In chiusura, da evidenziare i preziosi vademecum che, alla fine di ogni capitolo, sintetizzano efficacemente il contenuto delle pagine precedenti, i test che aiutano il lettore a identificare il proprio profilo di “utente meteo” e, per i più giovani, il dettaglio delle università dove, anche grazie al contributo di AISAM, si stanno oggi aprendo nuovi percorsi di studio per chi è interessato a intraprendere una carriera nella meteorologia.

Brava Serena, da parte di tutti noi di MeteoNetwork!

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CHI SIAMO

L’associazione MeteoNetwork possiede la più grande rete italiana di stazioni di rilevamento. Con i servizi di LiveMap, i modelli, il forum e le sue collaborazioni con enti di ricerca, MeteoNetwork dà un contributo fondamentale alla divulgazione scientifica sulla meteorologia e la climatologia.

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MeteoNetwork al convegno “Meteorologia e Comunicazione”

In un periodo in cui si parla tanto di fake news è importante fare chiarezza, anche negli aspetti riguardanti la meteorologia”. Partendo da questo presupposto e da un’affermazione da noi più volte condivisa e rilanciata, l’Associazione MeteoinMolise e l’I.I.S S. Pertini hanno organizzano il convegno “Meteorologia e comunicazione: dai modelli matematici alla previsione“, che si è tenuto, sabato 19 maggio 2018, presso l’Auditorium di Campobasso, con le autorevoli partecipazioni di:

  • Ten. Col. Daniele MOCIO (Aeronautica Militare);
  • Col. Sergio PISANI (A.I.S.A.M.);
  • Col. Mario GIULIACCI (Meteo Giuliacci);
  • Dott. Silvio DAVOLIO (CNR-ISAC);
  • Dott. Massimo Enrico FERRARIO (ARPA Lazio);
  • e, ovviamente, del Presidente MeteoNetwork Marco GIAZZI

Proprio Marco Giazzi, in apertura di convegno, ha effettuato un excursus sull’evoluzione della comunicazione in meteorologia, dagli albori pre-internet, quando le informazioni erano limitate e comunque erogate da canali istituzionali con un linguaggio semplice e diretto, fino all’odierna sovrabbondanza di dati e previsioni, spesso non autorevoli e riportate in modo poco o per nulla scientifico, con modalità atte più alla ricerca di introiti commerciali che di altro. Una pratica infausta, con persone e/o aziende che utilizzano illegalmente termini quale “allerta meteo” o “allarme meteo”, che dovrebbero essere invece riservati alle istituzioni a questo preposte.

Marco Giazzi, nel riportare il virtuoso esempio di MeteoNetwork, ha elencato gli sforzi fatti negli anni per creare protocolli di comunicazione, controllo dei processi e verifica delle attività, che ancora oggi rappresentano per MeteoNetwork un investimento culturale e scientifico, utile a favorire una sempre maggiore collaborazione con Enti, Istituzioni, Aziende, Associazioni. Fin dalla sua fondazione MeteoNetwork ha infatti siglato numerose collaborazioni con diverse realtà professionali e non della meteorologia italiana ed estera, come nel caso dell’appena siglato accordo di scambio dati con il National Observatory of Athens/Institute for Environmental Research.

 

Per devolvere il tuo contributo a MeteoNetwork, ti chiediamo di firmare la casella “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale ecc”, nel riquadro in alto a sinistra del modulo relativo al 5×1000, riportando poi sotto la firma il codice fiscale dell’Associazione: 03968320964

STORM REPORT: Segnalare fenomeni temporaleschi intensi

Da febbraio 2018 PRETEMP e Meteonetwork collaborano nella previsione di temporali e nel progetto Storm Report ( link all’articolo della collaborazione )

Cos’è Storm Report? E’ un database creato da Meteonetwork ( http://www.meteonetwork.it/tt/stormreport/ ) in cui gli utenti possono inserire segnalazioni di fenomeni legati ad attività temporalesca ( grandinate, raffiche di vento, tornado…) in maniera molto facile, veloce ed intuitiva.  Il progetto ha lo scopo di effettuare una raccolta scientifica dei fenomeni legati ai temporali in modo da poter effettuare statistiche di questi fenomeni e anche validazioni di previsioni meteo.

PRETEMP sta cercando di rivitalizzare il database, che purtroppo era caduto in disuso, attraverso alcuni appassionati meteo e associazioni locali che volontariamente si sono presi l’impegno di inserire le segnalazioni della loro zona. Tra le associazioni sono presenti: Meteo Lazio ( Lazio), Serenissima Meteo (Veneto), Osservatorio Meteorologico-Agrario Geologico Raffaelli (Liguria), Osservatorio Meteorologico Lucano (Basilicata), Meteo4 (Verona), Meteo Trentino Alto Adige ( Trentino Alto Adige), Emilia Romagna Meteo ( Emilia Romagna), Centro Meteo Torinese ( Piemonte), Meteo Isernia e Molise ( Molise)

Inoltre ci sono dei singoli appassionati meteo che segnalano: Carlo Bregant ( Friuli Venezia Giulia) e Umberto Rossini ( Calabria).

A tutti loro vanno i più sentiti ringraziamenti da parte sia di PRETEMP  che di Meteonetwork per l’impegno preso. Ci affidiamo a loro per la riuscita del progetto!

Nel mese di aprile abbiamo avuto in tutto 61 segnalazioni, suddivise nei vari giorni del mese così come rappresentato dal grafico.

Questo secondo grafico mostra invece il numero di segnalazioni arrivate ad aprile rispetto ai 4 fenomeni principali: grandine, precipitazioni, vento forte, tromba marina e tornado.

E’ evidente una netta prevalenza della grandine rispetto agli altri fenomeni. Ciò non desta troppa sorpresa in quanto nella stagione primaverile la grandine è un fenomeno abbastanza tipico. Abbiamo inoltre avuto un tornado F0 a Thiene ( Veneto) e una tromba marina segnalata a Pietrasanta ( Toscana).

Il numero di segnalazioni rispetto le varie regioni segue l’andamento del grafico: il Veneto è la regione nettamente con più segnalazioni, grazie soprattutto all’attivismo di Simone Buttura di Meteo4 e di Serenissima meteo.

In quest’altro grafico invece si mostra la distribuzione delle segnalazioni dei vari fenomeni rispetto alla regioni italiane ( sempre per quanto riguarda aprile).

In quest’ultima immagine invece vediamo tutte le segnalazioni di aprile così come vengono mostrate dal database Storm Report.

La speranza è che il progetto possa andare avanti, perché siamo sicuri che nel lungo periodo possa dare grandi soddisfazioni, risultando di grande utilità anche per i professionisti e la ricerca scientifica.

Ci sono ancora numerose regioni in cui non ci sono dei segnalatori incaricati: Lombardia, Valle d’Aosta, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Se ci fosse qualche associazione o semplice appassionato meteo che voglia dedicare un po’ del suo tempo alla riuscita di questo progetto, collaborando nell’inserimento delle segnalazioni, non esiti a contattarci all’indirizzo email previsione.temporali@gmail.com !

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