Outlook Febbraio 2025

PREMESSA

La circolazione emisferica del mese di Gennaio ha visto un vortice polare che gradualmente si è allineato su tutta la colonna in seguito all’Extreme Stratosphere Event di tipo cold conclamato in stratosfera a fine dicembre.

Nella prima parte del mese, a fronte di una stratosfera molto fredda e profonda, è corrisposta una troposfera con un elevato wave-number, sintomo di una scarsa energia nei piani più bassi della colonna; i fattori che hanno concorso a tale connotazione troposferica vanno ricercati principalmente nello stato dell’ENSO, con anomalie superficiali assimilabili ad una debole/moderata Niña CP.

A dispetto di un vortice polare molto freddo e compatto in stratosfera, non abbiamo osservato in modo rapido e continuativo una trasmissione del segnale verso il basso. La trasmissione di moto è avvenuta in modo dapprima frammentato, poi su due onde e successivamente a carico principalmente del lobo canadese nel momento in cui è arrivato ad interessare la tropopausa. Il trasferimento di vorticità dal continente eurasiatico a quello nord americano è avvenuto solo di recente, ed è quindi uno degli elementi principali di questo outlook.

Le difficoltà in fase prognostica e tutti i dubbi sull’allineamento della colonna del vortice sono stati fugati dal progressivo aumento dapprima della AO e successivamente della NAO:

 

ANALISI TELECONNETTIVA
L’attività tropicale ha visto una perdurante latitanza della convezione sul Pacifico anche nel mese di gennaio, con una buona attività invece dall’Atlantico verso l’Oceano Indiano e nuovamente sul continente marittimo. Una fase leggermente calante del regime Niña-like potrebbe consentire un tentativo di avanzamento verso il Pacifico della zona di convergenza a bassa quota, associabile alla zona di sviluppo della convezione tropicale.

 

Un GLAAM ancora negativo per tutto il mese appena trascorso e un GWO molto debole e principalmente in stage 1, hanno portato ad una scarsa reattività troposferica, con flussi che sono rimasti deboli. Come già accennato non è previsto nessun drastico cambiamento in merito a questi 2 indici, e i forecast attuali continuano a vedere valori neutro/negativi del GLAAM per tutto il mese di febbraio, uniti ad un GWO sempre su valori molto deboli.

In assenza di forzanti troposferiche, appare molto probabile che anche all’inizio di febbraio il VPS si presenti più freddo e compatto della media, con ulteriori impulsi che andranno ad operare su una colonna più allineata e “ricettiva”, dato che negli ultimi giorni del mese di gennaio abbiamo assistito ad un aumento delle MPV anche in bassa stratosfera.

PROIEZIONE PER FEBBRAIO
All’inizio del mese di febbraio è previsto un ulteriore rinforzo degli zonal wind in stratosfera:

La struttura del vortice continuerà a presentarsi allungata e con un forte sbilanciamento verso il continente nord Americano. Il suddetto impulso genererà pertanto un considerevole aumento delle vorticità su quel settore, andando ad innescare un’onda lunga che partirà dall’est Atlantico in direzione Scandinavia. La divergenza del jet stream in quel settore andrà ad innescare un pattern di blocco assimilabile a Scand+, dove una sorta di ponte tra l’anticiclone atlantico e quello sul nord della Russia potrebbe essere all’origine di un innesco di aria artico-continentale in retrogressione verso l’Europa orientale.

Il getto polare rimarrà quindi confinato sul nord-ovest dell’Atlantico grazie alla rottura di una vasta onda anticiclonica dinamica protesa dall’Europa settentrionale fino all’artico Russo ,con un tipico assetto da EA neutro-negativa.

L’aria fredda giunta sul settore est europeo, oramai dalle caratteristiche puramente continentali, non riuscirà in un primo momento a progredire verso Sud e verso Ovest in direzione dell’Europa centrale e meridionale, poiché i nuovi impulsi provenienti dalla stratosfera contribuiranno ad iniettare vorticità sul settore atlantico.

Lo “stallo” dovuto all’azione di queste due forze contrapposte contribuirà al mantenimento dello “status quo” almeno fino all’inizio della seconda decade, con lo “strappo” di deboli nuclei di vorticità in seno al jet-stream che dovrebbero temporaneamente “bucare” la struttura altopressoria che continuerà a dominare sull’Europa centro-settentrionale, creando una sorta di divergenza della corrente a getto; la traiettoria e gli effetti di questi strappi rimangono ad oggi francamente imprevedibili.

Qualora l’equilibrio circolatorio dovesse permanere immutato, stante anche una scarsa evoluzione delle forzanti tropicali come accennato precedentemente, la perdurante azione del blocking scandinavo favorirebbe l’insorgenza di intensi flussi di calore verso la stratosfera, con una progressiva erosione della massa del VPS accentuando la sua bilobazione.

La continuità di un’azione di erosione bilaterale da parte degli eddy calore e momento, che soprattutto nella fase di late winter tende ad erodere la massa del VPS nella regione di surf, non porta ad escludere la possibilità di una completa rottura (split) del vortice con riflessi su tutta la colonna. In tal caso la propagazione dell’onda critica (Charney e Drazin) avrebbe modo di produrre i propri effetti sulla circolazione troposferica nel corso della terza decade grazie all’instaurazione di moti antizonali sulle regioni polari e subpolari.

Diversamente, qualora non si dovesse verificare la dinamica sopra descritta, la situazione caratterizzata da un vortice bilobato in stratosfera dovrebbe mantenere una sorta di riflessione d’onda piuttosto stabile in troposfera, con un impianto caratterizzato a lungo da un blocking (BLO) nel settore euroatlantico e da un AKR (Alaskian Ridge) tra il Pacifico e il continente americano.

Ad oggi, la mancata decisa traslazione della convezione tropico-equatoriale in stage 3 (mjo 6/7 e AAM+) fa ritenere minoritaria l’ipotesi di un forcing pacifico ad una sola onda e un sostanziale mantenimento dei pattern indicati. Riteniamo decisamente improbabile un rinforzo del jet stream dal Nord Atlantico verso il cuore dell’Europa.

PROSPETTIVE

Alla luce di quanto analizzato, si ritiene probabile un mese di febbraio condizionato da un coriaceo blocco presente tra l’Europa settentrionale ed orientale, durante il quale risulta difficile disegnare connotati precisi sia per quanto riguarda il quadro termico che precipitativo.

Orientativamente si potrebbe ipotizzare una prima parte del mese nella quale prevarrà un clima più asciutto, solo occasionalmente interessato dallo scorrimento di aria umida verso il mediterraneo e da centri depressionari a debole gradiente provocati dalla confluenza di aria più fredda proveniente dai quadranti orientali.

La seconda parte del mese potrebbe vedere una maggiore accentuazione di questi contrasti tra correnti occidentali umide e aria fredda di origine russa con condizioni di maggiore instabilità sulla nostra penisola in un contesto termico generalmente invernale.

OUTLOOK GENNAIO 2025

PREMESSA

Il mese di dicembre ha confermato le linee dell’analisi precedente evidenziando, in modo particolare, il basso flusso degli eddy (flussi vorticosi verticali con trasferimento di calore e di momento) che ha indotto un notevole raffreddamento della medio alta stratosfera polare dove i venti zonali si sono intensificati in maniera importante.
La troposfera, emissaria principale delle dinamiche d’onda, in grado quindi o meno di intrudere in stratosfera e di disturbare il vortice polare, ha mantenuto un pattern multionda (fino a 6 k-waves) che ha notevolmente frammentato i flussi di calore verticali inibendo la propagazione verticale di fasi d’onda in stratosfera ma anche, in ultimo, ostacolando una propagazione in orizzontale, a causa di progressive, benché intermittenti, accelerazioni dei venti zonali, limitatamente al di sopra dei 60/65°N.
Il pattern attuale si presenta con 3 waves troposferiche di rilievo: un ridge a ridosso del settore orientale del Pacifico settentrionale in direzione dell’Alaska, un altro più debole verso la catena himalayana, un terzo più basso di latitudine nel settore centro orientale del Nord Atlantico.
Quest’ultimo sta attualmente accompagnando il tempo sull’Europa centro meridionale permettendo un’alternanza di fronti freddi con direttrice principale da nord ovest verso sud est con distensioni zonali verso l’Europa centrale che favoriscono una risposta più fredda da est o da nord est anche verso il Mediterraneo centrale che, a tratti condiziona il tempo soprattutto delle regioni adriatiche centro meridionali.

 

ANALISI TELECONNETTIVA

Un primo debole e fugace (anche dubbio in quanto non verificato secondo tutti i metodi di calcolo) superamento della soglia NAM di 1,5 è avvenuto tra il 6 e l’ 8 dicembre (con valori elaborati dal LAMMA di 1.5/1.6). Anche qualora si tenessero per buoni questi ultimi valori, a discapito di quelli elaborati da Lawrence su stratobserve, e quindi decretando un primo ESE Cold per quei giorni, i parametri troposferici non erano indirizzati verso un condizionamento, che infatti, per quella fase, non si è verificato. Durante una fase di condizionamento, generalmente, per l’appunto, si ha un temporaneo azzeramento degli eddy, sia di momento che di calore e una altrettanti temporanea, soppressione della convezione tropicale. In quella fase di inizio dicembre, a fronte di un debolissimo e brevissimo azzeramento del momentum flux, gli heat flux sono rimasti piuttosto attivi, così come la MJO che ha insistito in fase 5 con buona magnitudo.
Tuttavia la continuazione di un regime di flussi di calore molto basso renderà assai verosimile il fatto che l’evento rilevato sul piano statistico da Baldwin e Dunkerton è stato successivamente accompagnato da un vero low flux event che rappresenta una media di 45 giorni di flussi bassi (al di sotto di una soglia minima definita) a 100 hpa. A questo si è accompagnato un nuovo, stavolta più chiaro e marcato, superamento della soglia NAM dal 23/12. Un primo debole e del tutto temporaneo impulso dalla stratosfera verso la troposfera si è avuto intorno a Natale, con allineamento della colonna del VP e lieve risalita dell’AO. Tuttavia questa debolezza e temporaneità della trasmissione di moto, sta lasciando spazio, in questo finale di dicembre, ad una moderata risposta troposferica, con attivazione dei flussi a carico della prima onda e dislocamento del VP, un po’ a tutte le quote, sul settore eurasiatico.
A livello tropicale, l’elemento caratterizzante il mese di dicembre che sta per concludersi è sicuramente stata la lunga fase di convergenza che abbiamo avuto sul settore del Continente Marittimo. Questo ha portato ad un’accelerazione della NINA, con calo delle anomalie superficiali specialmente sul Pacifico Centrale.
La MJO, con una siffatta configurazione, ha insistito per gran parte del mese sulle fasi 5 e 6 con magnitudo debole/moderata. Solo negli ultimissimi giorni del mese si è avuta una progressione verso est, con una debolissima fase 7.
L’East Wind Burst (EWB) equatoriale che ha portato alla convergenza sopra descritta dovrebbe venire meno nella fase di transizione tra il mese di dicembre e il mese di gennaio, con MJO che dovrebbe dapprima distribuirsi su due centri convettivi (uno in Atlantico e l’altro sulla parte più occidentale dell’Oceano Indiano) e successivamente posizionarsi con maggiore insistenza verso le fasi 2/3.

Dopo un mese contraddistinto da un’anomalia positiva di momento angolare (GLAAM), gennaio dovrebbe portare ad un cambiamento anche in questo indice, con valori previsti negativi dalla seconda parte della prima decade. Ricordiamo che un movimento angolare positivo è essenziale per la formazione delle onde di rossby mentre una fase negativa generalmente propende per una graduale destrutturazione delle stesse.
Lo stesso si può dire per il GWO, che, passato durante dicembre per lo stage 2 (frictional e mountain torque positivi), ha praticamente saltato lo stage 3 che porta alla fase vera e propria di strutturazione delle onde atmosferiche e la ritroveremo dapprima in stage 4 (opposto allo stage 2) ad inizio gennaio e probabilmente in stage 1 da metà mese.

EVOLUZIONE PREVISTA PER IL MESE DI GENNAIO

​Il mese di Gennaio esordisce con le medesime caratteristiche, esposte nel precedente outlook, riguardo agli ultimi giorni di Dicembre: un anticiclone esteso zonalmente sull’Europa centro-meridionale e sul Mediterraneo settentrionale che relega il flusso perturbato atlantico sul nord Europa. Il sud Italia è invece marginalmente interessato da una goccia fredda che scorre verso est, tra il nord Africa e la porzione più meridionale del Mediterraneo.
Nei primi giorni dell’anno il raffreddamento stratosferico inizierà ad intrudere la troposfera con nuclei di vorticità positiva che verranno trasmessi in zona Scandinava a seguito di una fase di allungamento del VPS che assume temporaneamente una forma ellittica e un posizionamento dell’intera colonna in area eurasiatica. La Rossby wave atlantica che ne consegue, carica di aria fredda e secca di recente origine stratosferica, si innesta su un Atlantic Ridge (ATR) pregresso ed è prevista interessare l’Europa nel suo spostamento verso sud-est intorno alla metà della prima decade. Il contributo di aria polare porterà la saccatura ad interessare l’Italia centro settentrionale in modo marginale e temporaneo, con rapidi fenomeni nevosi a bassa quota su Alpi orientali e Appenino centro-settentrionale.
In seguito al passaggio della saccatura, un promontorio atlantico concorrerà alla formazione di un blocco al flusso zonale che permetterà la discesa di aria artica verso il nord-est Atlantico e le Isole Britanniche, entro la fine della prima decade. Il blocco atlantico dovrebbe essere solo temporaneo in quanto il momento angolare (GLAAM) transiterà in fase negativa, dunque in attesa della fase di rottura d’onda anticiclonica. Riteniamo pertanto probabile l’aggancio del blocco di aria artico con nuclei di bassa pressione alle medie latitudini atlantiche che lo porteranno in retrogressione verso il taglio della radice del blocco atlantico.
La fase che ne consegue vedrà un cambio di segno del pattern EA (East Atlantic). Sostenuto da una variabilità naturale resiliente al trend climatico, l’EA- che ha contrassegnato la prima parte dell’inverno, lascerà spazio ad un reversal pattern soprattutto per quanto riguarda la prima metà del mese. Avremo quindi un netto rinforzo del getto subtropicale fino circa a metà mese, con condizioni invernali sull’Europa settentrionale (e centrale in una prima fase) mentre il Mediterraneo a l’area balcanica saranno interessati più spesso dal richiamo mite del getto. In questa fase le temperature, in una primissima fase sottomedia un po’ su tutta Italia, saranno destinate a salire fino a valori sopra la media climatologica, soprattutto al sud. Abbondanti nevicate potrebbero registrarsi sul settore alpino e, in alcune fasi, sulle vette più alte dell’Appennino settentrionale.

Anomalie di geopotenziali attese per la prima metà di gennaio

Verso metà mese dovrebbero emergere in maniera più netta gli effetti del condizionamento troposferico a seguito dell’Evento Stratosferico Estremo avvenuto in dicembre. Ci attendiamo pertanto un riaccentramento del nucleo del VP sul polo geografico con netto rialzo della corrente a getto sul settore euro-atlantico. Sarà quindi possibile avere una distensione zonale dell’anticiclone, che andrebbe a proteggere maggiormente l’Europa centro-meridionale.
Clima quindi più stabile anche sul nostro Paese, con temperature che dovrebbero riavvicinarsi alle medie del periodo, specie al centro-sud.

Anomalie di geopotenziali attese per la seconda metà del mese

Outlook Dicembre 2024

PREMESSA
L’autunno che si avvia alla conclusione ha visto un’evoluzione che si può definire “a doppia faccia”. Ad una prima metà contraddistinta da buona attività della corrente a getto in entrata verso il Mediterraneo centrale è seguita una seconda parte nettamente più anticiclonica. Attualmente la fase anticiclonica va incontro a modesti cedimenti sul suo fianco orientale dovuti all’ingresso di aria fredda dal nord Atlantico, che ha come obiettivo l’Europa meridionale e balcanica. Di conseguenza il promontorio di alte pressioni si stabilizza più ad ovest (Atlantic Ridge, ATR), benché temporaneamente si possa estendere fino all’Europa centrale.

L’anomalia di copertura nevosa in Eurasia, conseguenza del pattern suddetto, vede un’importante anomalia positiva su est Europa, Balcani e Turchia. Sulla parte più continentale della Russia ha invece insistito un sistema di basse pressioni e di risalite calde provenienti dalle basse latitudini del medio Oriente.

In stratosfera abbiamo avuto uno sviluppo del Vortice Polare in linea con la climatologia, con flussi di calore che si sono dimostrati piuttosto attivi durante il trimestre autunnale. L’andamento delle vorticità rispecchia quello riscontrato spesso negli ultimi anni, con PV organizzate e in linea con le medie in alta stratosfera e decisamente sotto la media climatologica in bassa stratosfera.

ANALISI TELECONNETTIVA
L’area ENSO ha visto nel corso degli ultimi mesi l’emersione di anomalie negative, che da ultimo sono andate a localizzarsi quasi esclusivamente nelle regioni più occidentali del Pacifico tropico-equatoriale a ragione di un’onda di Rossby oceanica che ha intensificato notevolmente i venti che soffiano da est dal meridiano del cambio di data verso il continente marittimo e da ovest dall’oceano Indiano sempre verso l’Oceania.
Infatti attualmente l’area ENSO che presenta maggiormente anomalie negative, a dispetto di quella 1+2 addossata all’America latina, è proprio la regione 3.4 (ONI).
L’assetto quindi la Niña-like (per la declaratoria del segnale effettivo de La Niña occorre una stabilizzazione delle anomalìe negative) presenta attualmente caratteristiche CP (Central Pacific) o addirittura Modoki.
Il segnale prevalente della MJO rispecchia quindi le condizioni correnti nelle regioni tropico-equatoriali, facendo emergere a debole-moderata magnitudo le fasi 4/5, ovvero tra la parte orientale dell’oceano Indiano ed il continente marittimo, ove si esprimono i massimi di convezione.
A ragione di questo andamento permane una situazione caratterizzata da bassi eddy calore e momento verso la stratosfera, mentre in troposfera vorticità piuttosto disorganizzate operano all’interno di un flusso zonale frammentato da un pattern plurionda (si conta un pattern attuale di 5/6 onde di Rossby) che si mantiene mediamente con le proprie creste al di sotto dei 65°N.
Come accennato quindi, in troposfera si va definendo in questo finale di stagione un pattern caratterizzato da elevate velocità di gruppo in seno alle onde di Rossby multionda, con conseguente riflesso sul rinforzo del VPS a cominciare dalle quote alte e medio alte.

Coerentemente con quanto osservato ad inizio della premessa, il profilo ondulatorio del nord emisfero risulta abbastanza statico e, nel settore di nostro maggior interesse si evidenziano:

  1. Una configurazione coerente con un Atlantic Ridge Pattern ma con modesto trasferimento di momento della cresta dell’onda entro i 60/65°N
  2. Un cavo d’onda che porta anomalìe negative di geopotenziale e di temperatura tra la Russia occidentale / la parte sud orientale scandinava verso l’Europa orientale, ove insisteranno condizioni già nettamente invernali
  3. Fasi ondulatorie che a tratti conducono il ridge altopressorio atlantico ad estendersi verso l’Europa centrale (passaggio da un pattern ATR ad un pattern di blocco) e a portare dei rientri di aria fredda più marcatamente verso il Mediterraneo centro orientale, le regioni adriatiche e meridionali.

Ci attendiamo, a partire segnatamente dalla terza decade di dicembre, l’emersione degli effetti derivanti da un progressivo accorpamento delle masse artiche in seno al vortice polare, favorito dalla possibile permanenza fino a quel momento di flussi di calore (sia verticali che orizzontali) bassi.
Questo andamento verrebbe confermato soprattutto qualora lo status attuale del Pacifico (orientato verso uno status Niña-like con sbilanciamento verso la parte centrale dello stesso oceano Pacifico) inibisse o limitasse ancora in modo sostanziale l’andamento dei flussi di calore.
In quest’ultima ipotesi è plausibile una sorta di reset del pattern plurionda, fino a quel momento in essere, a causa dell’intensificazione del flusso zonale e dell’incremento di tensione del jet stream polare.

EVOLUZIONE PREVISTA PER IL MESE DI DICEMBRE

Il mese di Dicembre dovrebbe esordire mostrando le medesime caratteristiche degli ultimi giorni di Novembre, con un anticiclone esteso su buona parte dell’Europa centro-meridionale, con correnti atlantiche che rimarranno relegate alle isole britanniche ed alla penisola scandinava. In seno a questa circolazione, l’area balcanica si troverà interessata da correnti orientali moderatamente fredde, con interessamento più diretto del Mediterraneo orientale e dell’area jonica.
Durante la prima decade, il pattern Blocking (BLO) sopra descritto è previsto piuttosto mobile, con evoluzione dalla penisola iberica verso l’Europa centrale. Questo movimento potrebbe portare a qualche temporaneo strappo di aria polare da nord-ovest in ingresso sul cuore del continente. Rimane difficile stabilire i possibili effetti sul nostro territorio di un siffatto passaggio evolutivo, ma è ipotizzabile un blando e fugace passaggio perturbato al centro-nord con calo termico verso le medie del periodo.


Il possibile termine durante la seconda decade della particolare configurazione Indo-Pacifica (venti occidentali – Westerly Wind Burst – sull’Indiano e venti orientali – Easterly Wind Burst – sul Pacifico), con evoluzione di un debole segnale della Madden Julian Oscillation verso est (o un suo rientro nel cerchio), potrebbe portare una temporanea traslazione dell’asse anticiclonico verso Ovest con la nuova affermazione di un Atlantic Ridge ed una conseguente discesa di aria artica verso l’Europa centro-orientale, da inquadrare indicativamente per metà mese. Probabile anche l’interessamento del Mediterraneo centro-orientale, con l’ingresso di aria fredda e un possibile peggioramento del tempo di stampo invernale.
La scarsa magnitudo della MJO non appare in grado di forzare con decisione il pattern multionda esistente, pertanto il ridge atlantico non si rivelerà particolarmente significativo per effettuare una modifica duratura del tempo su gran parte dell’Italia. Nel contempo, la prolungata assenza di flussi di calore comincerà a produrre i propri effetti nell’assetto della colonna del vortice polare e, in prossimità della fine della seconda decade del mese di dicembre, dovremmo assistere ad un deciso rinforzo della zonalità sul settore euro-atlantico, con il passaggio a condizioni di AO e NAO+. Il blocco atlantico, come il pattern plurionda che caratterizza il nord emisfero, dovrebbero quindi venire risolti dall’incremento di tensione della corrente a getto polare.
E’ possibile attendersi, tra fine seconda e inizio terza decade, il passaggio ad un pattern ascrivibile ad una “Bartlett High”, ove la distensione zonale dell’alta pressione mantiene mediamente un centroide tra l’Atlantico e l’Europa attorno ai 50/55° N.
Questo pattern dovrebbe accompagnarci almeno fino a fine mese, con condizioni 
prevalentemente stabili e temperature che dovrebbero risultare lievemente sopra la media in quota e grossomodo nella norma nei bassi strati, con possono episodi di inversioni termiche e nebbia, anche persistente, nelle pianure del centro-nord.

Figura 1 – Anomalie di geopotenziale previste indicativamente per le prime due decadi di dicembre

Figura 2 . Anomalie di geopotenziale previste indicativamente per l’ultima decade di Dicembre

OUTLOOK seconda parte estate 2024

Analisi iniziale

La prima parte della stagione estiva ha vissuto una circolazione fortemente connotata, contraddistinta sostanzialmente da una buona vivacità del getto in ingresso sul continente Europeo con il Mediterraneo centrale soggetto a correnti prevalentemente dai settori sud-occidentali, con un tipo di tempo variabile ma anche instabile al nord con interessamento transitorio anche delle regioni centrali.
Generalmente molto più stabile e caldo il clima al Sud Italia e in generale sul Mediterraneo orientale.
Dietro questa vivacità della corrente a getto nel Nord Atlantico verso il continente europeo è abbastanza verosimile risalire al riscaldamento ulteriore delle fasce tropicali imposte dalla pregressa fase di El Nino ormai decaduta e quindi all’incremento del gradiente termico/barico avuto. Inoltre la persistenza delle preesistenti SSTA Atlantiche ha impattato nella circolazione extratropicale oltre le aspettative, condizionando la circolazione sul nostro comparto.
A questo si aggiungano scarsi elementi di variabilità naturale ad alta frequenza che sarebbero stati possibili fattori in grado di incidere più significativamente su una possibile rottura dell’andamento circolatorio generale attuale.
Tuttavia in questi giorni stiamo verificando come il solo innalzamento fisiologico delle fasce tropicali, in assenza di grossi scambi meridiani, stia portando con sé isoterme decisamente molto alte a fronte di una configurazione che probabilmente non sarebbe stata troppo penalizzante in mancanza di un trend di fondo dominato dal GW e quindi da un deciso incremento delle temperature e dei geopotenziali.

Analisi teleconnettiva

Il quadro teleconnettivo che si andrà a comporre nel prosieguo della stagione estiva non vedrà grossi mutamenti e di conseguenza l’impianto circolatorio nel suo insieme rimarrà abbastanza coerente con quanto fin qui visto, descritto in maniera piuttosto chiara da un segno della nao oscillante tra il segno positivo e negativo, ad indicare una circolazione mediamente occidentale nella quale si inseriscono ondulazioni mobili.
Eccezion fatta quindi che per un fisiologico innalzamento delle fasce tropicali, per cui inevitabilmente si deve tenere conto del trend di fondo imputabile al GW, non dovremmo assistere a importanti cambiamenti sinottici, se non uno spostamento verso ovest del promontorio subtropicale di origine africana, che dal settore tunisino-libico si sposterebbe verso quello marocchino-algerino.
Anche le stesse forzanti ad alta frequenza in grado potenzialmente di modificare l’inerzia fin qui avuta non sembrano essere in grado di imporre un diverso tracciato al trend ondulatorio e al comportamento generale della circolazione.
La traccia delle SSTA atlantiche rimarrà presente ma sicuramente meno influente sulla circolazione atmosferica europea.

In base a quanto sopra, in un contesto sinottico abbastanza simile all’impianto fin qui avuto, occorre inevitabilmente valutare l’innalzamento medio delle fasce tropicali, le quali dovrebbero essere in grado di marginalizzare in modo più deciso gli effetti del trend ondulatorio, limitando gli effetti della circolazione oceanica a temporanei passaggi per lo più alle regioni alpine e prealpine con qualche temporaneo sconfinamento sul Nord e sulle regioni adriatiche.

Prospettive

La seconda parte del mese di Luglio dovrebbe vedere la penisola alla prese con un quadro configurativo medio in continuità con la prima metà del mese.
Alta pressione che dovrebbe occupare stabilmente il Mediterraneo centro-occidentale con isoterme e geopotenziali molto alti. Si conferma una buona tensione zonale che, come detto, andrà prevalentemente a “rimbalzare” sulla struttura alto pressoria di cui sopra.
E’ lecito in questo contesto attendersi il passaggio di qualche cavo d’onda sul Nord Italia, in successivo scivolamento verso l’Adriatico, che temporaneamente potrebbe instabilizzare le condizioni meteorologiche sul Nord Italia e innescare un blando rimescolamento dell’aria fino sulle regioni centrali.

Il mese di Agosto non vedrà significativi mutamenti dello schema circolatorio. Sussisteranno le possibilità di ulteriori passaggi instabili sul Nord.
Durante il corso del mese assisteremo alla massima espansione delle celle sub-tropicali ed un contestuale rinforzo del Jet stream alle alte latitudini in Atlantico. Avremo ancora ben presente un forte presidio anticiclonico in espansione dal settore marocchino-algerino verso il Mediterraneo occidentale, con l’Europa centrale che andrebbe a trovarsi in un terreno di scontro tra masse d’aria molto differenti, con la conseguente possibilità di fenomeni violenti.

Riteniamo anche verosimile una graduale espansione verso nord-est delle anomalie di geopotenziale con una cella che andrebbe a posizionarsi sul settore russo-finnico. Questa cella andrebbe a collegarsi con la zona calda succitata durante le fasi di rilassamento della corda zonale, andando a stabilizzare il tempo su buona parte d’Europa. Questi potrebbero rappresentare i passaggi più caldi anche sul nostro Paese, specialmente al centro-nord.
Nelle fasi di ripresa del getto, questi collegamento verrebbe meno, con ingresso di deboli saccature e/o gocce fredde sull’Europa centrale, in scivolamento verso sud-est.

Nel periodo oggetto di analisi le temperature risulteranno essere oltre le medie di riferimento un po’ su tutta la penisola, con qualche breve pausa soprattutto al Nord.
Precipitazioni scarse eccezion fatta per le aree Alpine e il nord-est.

Outlook Estate 2024 – Prima parte

PREMESSA

La stagione primaverile ha visto un sostanziale cambio di pattern iniziato a metà del mese di marzo in concomitanza del Major Warming stratosferico, il cui effetto sulla circolazione troposferica si è manifestato attraverso la dislocazione di nuclei freddi alle latitudini intermedie, tra cui un blocco di aria fredda sul Nord-Est europeo ed una circolazione secondaria di derivazione nord pacifica estesa fino all’Oceano Atlantico (ben descritta dalla negatività degli indici NAO e PNA). Questa circolazione si è prolungata fino ad oggi grazie al Final Warming intercorso a distanza di circa un mese dall’evento major, che ha contribuito a dare nuova linfa al pattern.

Riguardo all’ENSO, il veloce rientro verso valori neutri al momento non ha avuto effetti sostanziali in troposfera, con una circolazione atmosferica che ha palesato gli effetti residuali del regime di El Niño con il mantenimento di una buona tensione zonale sul comparto Atlantico. Il mese di Maggio è infatti stato caratterizzato da una doppia azione sul nostro comparto, con il ramo occidentale ben supportato dal jet stream presente in Atlantico ed una circolazione orientale supportata dagli effetti del Final Warming. Le SSTA atlantiche hanno in buona parte risentito dell’effetto della corrente fredda in uscita dal continente nord americano soprattutto ad inizio del mese di maggio, con una fascia di anomalie negative alle medie latitudini (tripolo da NAO-).

Tutto ciò ha avuto come effetto la rimozione di un longevo Atlantic Ridge (ATR) ad opera delle correnti atlantiche, molto efficaci nel portare un periodo particolarmente piovoso in Europa. Questo nuovo tipo di pattern, che possiamo descrivere attraverso un blocco alla circolazione sul nord Europa in concomitanza ad una NAO negativa, ha prodotto un forte gradiente di accumuli precipitativi tra il nord e il sud dell’Italia; con l’avanzamento della stagione tale gradiente si è riflesso anche sulle temperature superficiali, difatti ad un’anomalia di precipitazioni piuttosto marcata sul nord Italia si è contrapposta una fase piuttosto siccitosa e calda al Sud. La zona tropicale atlantica si mantiene su valori positivi; nella seconda parte di maggio la parte occidentale, comprendente il Mare delle Antille e il Golfo del Messico (Western Hemisphere Warm Pool, WHWP), e diventata più calda del suo corrispettivo sulla parte orientale (Tropical North Atlantic index, TNA). L’Indian Ocean Dipole (IOD) si mantiene su valori positivi. Le proiezioni attuali sullo stato futuro dell’ENSO sono oggi orientate verso un segnale neutro/negativo, e non nettamente negativo come le proiezioni precedenti.

 

ANALISI

L’impronta della stagione primaverile su quella estiva non appare immediatamente rimovibile, principalmente in virtù della disposizione delle SSTA atlantiche; l’anomalia negativa alle latitudini intermedie si è ridotta, fino ad annullarsi nella parte centrale dell’oceano.

Le anomalie oceaniche nell’Oceano Indiano associate all’IOD+ impattano solo indirettamente in Oceano Atlantico, mentre favoriscono l’intensificarsi dell’alta subtropicale sull’Africa nord-orientale e sul Mediterraneo orientale per l’innalzamento abnorme dell’ITCZ sul Medio Oriente. Questo a sua volta attiva una circolazione calda e secca dall’Africa nord-occidentale verso il Mediterraneo centro meridionale, i Balcani e l’Europa orientale.

Per quanto concerne il mese entrante, oltre al “segnale di fondo” che ha caratterizzato la primavera ormai al termine bisogna considerare la presenza di un segnale emergente ad alta frequenza. Il segnale di fondo è caratterizzato dall’inerzia circolatoria imposta, come detto in premessa, da due fattori principali:

– I “residui” di una corrente medio atlantica molto umida, effetto della trasmissione nel nord Atlantico dello status ENSO positivo ormai volto al termine;
– Gli effetti in troposfera di un riscaldamento dinamico della stratosfera durante il mese di marzo e del successivo Final Warming.

Il primo dei due fattori sarà in progressivo esaurimento per la decadenza nella trasmissione del segnale ENSO positivo e per l’incedere stagionale, con le fasce altopressorie che tenderanno fisiologicamente ad innalzarsi influenzando la traiettoria e l’intensità della corrente a getto durante il trimestre estivo. Il secondo fattore è responsabile del contributo di aria fresca che attualmente scende verso l’Europa centrale dalle latitudini settentrionali dell’Atlantico e dal Nord Europa.

Il segnale emergente consiste nei possibili effetti trasmessi lungo l’Oceano Pacifico dall’emersione e spostamento di un’onda di Kelvin, che dovrebbe far traslare i centri di massima convezione tropico-equatoriali verso i meridiani centro occidentali del Pacifico (equivalenti ad una fase 6/7 della MJO). Questo effetto si esprime subito nella forte intensificazione della corrente a getto subpolare pacifica e nella marcata positivizzazione del PNA rispetto ai valori molto negativi fin qui registrati.

Gli effetti di questa trasmissione d’onda potrebbero essere visibili anche nel comparto atlantico verso la fine della prima decade del mese di Giugno, quando dapprima verranno rimossi i blocchi precedenti (wave breaking), in particolare modo quello nel centro ovest Atlantico, mantenuti da uno stato inerziale della corrente a getto attorno ai 50/60°N, quindi si avrà una distensione zonale in direzione dell’Europa centrale (con inversione del gradiente sull’Europa meridionale in una sorta di temporaneo pattern WR4) e, infine, potrebbe aver luogo una nuova fase ondulatoria nel centro est Atlantico, con un cavo d’onda in avvicinamento verso Spagna, Portogallo e nord Italia il quale darà adito ad una nuova fase umida/instabile ad appannaggio soprattutto della parte occidentale del continente europeo.

In questo ambito è invece molto probabile il rinforzo di un’onda calda stabilizzante con focus sull’Europa orientale e sul Medio Oriente fino al Mediterraneo orientale, con possibili effetti più evidenti verso il sud Italia.

 

PROIEZIONI PER IL MESE DI GIUGNO E LA PRIMA PARTE DI LUGLIO

L’avvio del primo mese estivo vedrà la prosecuzione del pattern in essere, con il Mediterraneo centrale alla prese con una saccatura alimentata da aria fresca proveniente dal Nord Atlantico; le condizioni saranno marcatamente instabili al Nord Italia e gradatamente più stabili procedendo verso Sud.

La traslazione del nucleo freddo Nord atlantico verso la zona scandinava farà sì che la stessa tenda ad allungarsi progressivamente verso Sud-Ovest, andando ad agganciare una zona depressa su Iberia- Est Atlantico, attivando una risposta altopressoria di matrice continentale Africana verso il Mediterraneo centrale.

Successivamente, attorno a metà mese, dovremmo assistere ad una nuova distensione del getto con aria stabile che dall’Oceano Atlantico andrebbe gradualmente a sostituire l’aria calda di matrice africana preesistente sul nostro comparto; tuttavia, al graduale decremento di GPT ed isoterme in quota potrebbe non corrispondere un efficace ricambio d’aria al suolo, con le giornate che potrebbero mantenersi particolarmente afose con tassi di umidità elevati nelle aree interne ed in Pianura Padana. Diversamente, sulle coste si attiveranno brezze diurne vivaci, stanti le temperature ancora non particolarmente elevate del mare.

La dinamica circolatoria in essere dovrebbe tendenzialmente proseguire a cavallo tra la seconda e la terza decade di Giugno, in quanto la buona vivacità del getto dovrebbe essere agevolata dalla disposizione delle SSTA in Atlantico. In questo contesto è lecito attendersi un abbassamento del getto sull’Europa centrale, con il possibile transito di qualche fronte atlantico su Germania, Francia, Austria e Nord Italia. Sempre decisamente più stabili e calde le condizioni meteorologiche sul Sud Italia, Balcani ed est Europa.

Tale circolazione dovrebbe protrarsi fino alla fine del mese, anche se si cominceranno a manifestare i segnali premonitori di quello che dovrebbe essere regime prevalente per il mese di Luglio, con un graduale indebolimento del jet stream atlantico ed un contestuale innalzamento delle fasce tropicali sul Nord Africa, che andranno ad opporsi via via con maggior vigore alla corrente a getto. Ci attendiamo pertanto una crescente difficoltà dei fronti instabili ad entrare franchi sull’Europa, ed il consolidamento di un’area stabile che dall’est Europa-Balcani dovrebbe espandersi verso Ovest, andando così a concretizzare il passaggio di testimone verso un WR3 che pare essere il regime prevalente per la prima parte di Luglio. Queste modifiche porteranno quindi a condizioni meteorologiche più calde e stabili, anche sulle regioni settentrionali; in questo contesto non è escludibile a priori il transito di gocce “fresche” dal Nord-Ovest europeo sulle nostre regioni come esito di piccoli “strappi” nel getto, ma ad oggi questa possibilità appare minoritaria.

Riassumendo, ad un Giugno piuttosto dinamico, specialmente al Nord Italia, dovrebbe seguire una prima metà di Luglio decisamente stabile e calda sull’intera penisola.

OUTLOOK CTS – Mese di Febbraio 2024

PREMESSA

Subito dopo la metà del mese di Gennaio abbiamo assistito ad un riscaldamento stratosferico che ha portato ad una brevissima inversione dei venti zonali; a seguito di questo disturbo, il Vortice Polare Stratosferico si è allungato sui paralleli, operando un temporaneo trasferimento di massa dal settore euroasiatico a quello nordamericano. A seguito del riscaldamento stratosferico abbiamo osservato un repentino crollo dei flussi di calore e di momento su entrambe le onde planetarie (wave 1 e wave 2), con il VPS che si è andato nuovamente a riposizionare sull’Artico siberiano durante la terza decade del mese, evidenziando un certo approfondimento.

Nella prima parte del mese la convezione tropicale è stata attiva sull’Oceano Indiano, favorendo l’allungamento del Vortice Polare sullo stesso settore asiatico e producendo un rinforzo del momento angolare associato alla GWO (fasi 5 e 6), creando un momento torcente positivo (MT+) che ha contribuito al rinforzo del flusso zonale in uscita dal continente asiatico e americano, non favorendo quindi la genesi di ridge anticiclonici sopra i due oceani (indici descrittivi NAO e del PNA nettamente positivi nell’ultima decade del mese).

La mancata costruzione di un promontorio di alte pressioni sull’Oceano Atlantico è quindi risultata impattante sulla configurazione nord emisferica; sul finire del mese abbiamo assistito allo spostamento della convezione tropicale sul settore ovest del Pacifico, in una posizione più consona alla fase di Niño in essere. La fase 6 della MJO in buona magnitudine e il suo sofferto passaggio in fase 7, prodromica ad azioni di blocco tra il nord Europa ed il nord Atlantico, ha prodotto un’elevazione verso Nord-Est dell’anticiclone presente sull’Europa centro-occidentale, producendo una configurazione abbastanza inusuale per il periodo invernale con un’alta dinamica che ha raggiunto la Russia occidentale; tale azione si è manifestata con temperature nettamente sopra la norma su buona parte del continente europeo, in particolare sui settori centro-settentrionali ed occidentali, mentre ha prodotto un episodio di freddo moderato sul Mediterraneo orientale e più in generale sul comparto medio-orientale sul finire del mese.

A livello teleconnettivo registriamo un calo dei valori dell’Indian Ocean Dipole (IOD) ed uno spostamento sulla parte centrale dell’Oceano Pacifico delle anomalie positive legate all’episodio di Niño, che sembra essere destinato a terminare entro la fine della stagione primaverile, come testimonia peraltro il ridimensionamento delle anomalie superficiali sulle coste del Pacifico orientale. Per quanto riguarda gli indici di Ice e Snow cover abbiamo un deficit generale sull’emisfero settentrionale, più marcato in Europa e in Nordamerica; in controtendenza invece la Cina. Per quanto riguarda i ghiacci artici assistiamo ad un deficit significativo sull’Artico europeo, sulla scia del trend a cui stiamo assistendo negli ultimi decenni.


EVOLUZIONE PREVISTA PER IL MESE DI FEBBRAIO

Sulla base di quanto riportato in premessa, l’inizio del mese di Febbraio evidenzierà la prosecuzione del pattern atmosferico che ha contraddistinto l’ultima parte di gennaio, con un’imponente alta pressione di origine oceanica posizionata sul nostro comparto associata alla presenza di un lobo del Vortice Polare tra la Scandinavia ed il nord Europa.

Per la prima parte del mese prevediamo un andamento “lineare” delle vicende stratosferiche, con un VPS leggermente più profondo della media che continuerà ad essere dislocato sul settore euro-asiatico. Nella seconda parte del mese potremmo assistere a nuovi warming sul settore asiatico, che poterebbero portare ad una nuova destabilizzazione del VPS.

Si prevede che la MJO, attualmente in fase 7 con magnitudo moderata, possa nuovamente emergere in fase 6 verso la fine della prima decade, andando ad influenzare progressivamente il setting del Vortice Polare; sul comparto europeo assisteremo quindi ad un progressivo decadimento degli indici descrittivi (prima l’AO e quindi la NAO) con un abbassamento del jet stream polare verso la fine della prima decade associato all’ingresso di correnti da Ovest verso il Mediterraneo, con la tendenza ad una progressiva instabilizzazione delle condizioni meteorologiche all’inizio della seconda decade.

Coerentemente con un nuovo passaggio della MJO in fase 7, verso la metà del mese ci aspettiamo un nuovo blocco alle correnti atlantiche, con il nucleo freddo posizionato sulla Scandinavia che dovrebbe spostarsi sull’Europa centro-orientale, acquisendo caratteristiche di continentalità. In questa fase riteniamo probabile l’afflusso di aria via via più fredda di origine artica fin sul mediterraneo centrale.

Il quadro teleconnettivo, che dovrebbe vedere anomalie di momento angolare positive, GWO in fase 6, migliore ripartizione delle vorticità in seno al VP, unite alla MJO sul Pacifico e allo IOD in fase calante, ci porta a prevedere un’evoluzione del pattern da Atlantic Ridge (ATR) a Blocking; si ritiene tuttavia improbabile almeno inizialmente una eccessiva negativizzazione della NAO come avvenuto a metà Gennaio, con il cuore delle anomalie positive di GPT che questa volta dovrebbe posizionarsi tra Islanda e Mare del Nord.

In considerazione delle configurazioni presenti sullo scacchiere europeo è verosimile ritenere che a ridosso della terza decade del mese si possa assistere ad una fase tipicamente invernale sull’Europa centrale, con possibile interessamento anche delle nostre regioni centro-settentrionali. Qualora si dovesse andare incontro ad un più ficcante disturbo ai danni del VPS e ad un calo del GLAAM con MJO in fase 8 di buona magnitudo è da ritenersi verosimile un graduale arretramento verso Ovest delle figure dominanti verso fine mese, con clima che si farebbe più umido e mite sul Mediterraneo.

PROSPETTIVE PER L’ITALIA

Per quanto riguarda la penisola italiana è lecito attendersi una prima decade del mese di Febbraio decisamente stabile con temperature molto al di sopra della media di riferimento, soprattutto in collina e montagna, mentre le pianure potranno “beneficiare” degli effetti dell’inversione termica. Consolidata assenza di precipitazioni sulla penisola.

Nel corso della seconda decade dovremmo assistere ad un graduale rientro verso condizioni più consone al periodo con precipitazioni che dovrebbero interessare prevalentemente i settori occidentali del Centro-Nord peninsulare, in un contesto ancora mite al Centro-Sud e più vicino alle medie climatologiche al Nord, con possibilità di nevicate a quote medie sul settore alpino.

Anomalie di geopotenziale previste per la prima parte di Febbraio. La tendenza è ad un progressivo abbassamento verso Sud delle anomalie di geopotenziale

Dopo metà mese ci attendiamo un ulteriore calo termico soprattutto al Centro-Nord, in un contesto anche instabile/perturbato. Anomalie di scarso rilievo al Sud e sul medio-basso Adriatico.

Tale assetto dovrebbe protrarsi per gran parte del mese, con tendenza ad un ulteriore aumento delle precipitazioni al Centro-Nord ed un contestuale blando rialzo termico.

Anomalie di geopotenziale previste per la seconda parte del mese di Febbraio

OUTLOOK CTS – Mese di Gennaio 2024

PREMESSA

Le ultime due decadi del mese di dicembre sono state contraddistinte come previsto da un netto rinforzo della corrente a getto polare sugli oceani Pacifico e Atlantico, indotto dal trasferimento di flusso zonale causato da un Mountain Torque positivo bilaterale nei continenti asiatico e americano.
Il netto rialzo dei valori del PNA e della NAO è avvenuto come conseguenza di tale forzante, ed il gradiente termico (enfatizzato dal trasferimento dei minimi di geopotenziale del vortice polare) ha portato nella terza decade di dicembre ad uno storm track molto teso con scarse ondulazioni con accenno di Atlantic Ridge, sempre in un contesto prevalente di NAO positiva.
La risonanza di questo tipo di circolazione è risultata ben evidente in stratosfera, con un VPS compresso da un doppio forcing e da una sua dislocazione di massa con gli assi sui 2 oceani. Attualmente stiamo assistendo ad un rinforzo di W1 con un conseguente dislocamento di massa del vortice stratosferico, così come descritto nel precedente outlook.
In questi giorni stiamo assistendo ad un disimpegno dalle condizioni di MT+, visibile dalla transizione dei venti globali verso uno stage 4, che porterà le anomalie positive di momento angolare (AAM+) a calare progressivamente.
A livello teleconnettivo, per quanto riguarda la regione tropico-equatoriale continuano ad interferire due principali centri convettivi di azione: il primo, indotto da una fase moderata di ENSO+ nella regione 3.4, il secondo da un’anomala positività dello IOD.
Tale interferenza si sviluppa sul coupling delle suddette forzanti oceano/atmosfera, spostando nel Pacifico i centri convettivi assai oltre il meridiano del cambio di data, ma attivando un polo attrattore anche in Atlantico e nell’estrema regione nord occidentale dell’oceano Indiano (fasi 8/1/2 della Madden Julian Oscillation).
Nel frattempo, stiamo assistendo ad un calo progressivo della tensione dei venti zonali nel Nord Atlantico, con un ridimensionamento dei valori positivi della NAO.
Parimenti in stratosfera si assisterà a breve ad una nuova rotazione di massa del VPS, con una configurazione ad asse bilobato disposto sui continenti.
Per l’analisi del mese di gennaio si parte quindi da queste ultime condizioni sopra descritte.

ANALISI DEL MESE DI GENNAIO

La particolare disposizione del lobo del VPS sul settore euroatlantico riflette un approfondimento della saccatura sul nord Europa ed uno “svuotamento” di vorticità sull’Est Canada / Groenlandia, con temporanee fasi di cut-off anticiclonico su quest’ultima. Il fronte polare è atteso abbassarsi fino alle latitudini mediterranee ed alle medio basse latitudini dell’oceano Atlantico, rinforzando le correnti umide e miti da Ovest. Questo flusso potrebbe solo temporaneamente rallentare verso la fine della prima decade, quando la spinta dell’HP verso la Groenlandia porterà ad un fisiologico ma temporaneo break del flusso atlantico e all’avvicinamento di aria più fredda di matrice artica dall’Europa centrale.
Nel suo complesso però, fatta salva la possibilità di un’ondulazione mobile di cui si faceva cenno, il flusso occidentale dovrebbe permanere tale e scorrere con blande ondulazioni dall’Atlantico fino all’Europa meridionale fino a tutta la seconda decade di gennaio compresa.
La corrente a getto subtropicale dovrebbe infatti ricevere un’alimentazione di aria fredda che scorrerà con moto retrogrado dai confini dell’Europa centrale fino alle medie latitudini dell’oceano atlantico, per ripresentarsi quindi con correnti umide in entrata verso le coste dell’Europa meridionale.
In questa fase, che dovrebbe realizzarsi attorno alla metà del mese di gennaio, le condizioni teleconnettive saranno caratterizzate da flussi di calore orizzontali e verticali (eddy) più deboli, dati i centri di maggior convezione situati nell’oceano Indiano, ed anomalie dei venti globali (GWO) prossime alla neutralità o leggermente negative.
Alla fase NAO negativa si accompagnerà un calo anche del PNA, e quindi della tensione del jet stream polare anche sull’oceano Pacifico, a rispecchiare un segnale di fondo del Niño soppresso o fortemente limitato dal segnale positivo dello IOD.
In stratosfera il riflesso di questa fase sarà visibile con un’attenuazione generale dei forcings d’onda ed un contenuto approfondimento del vortice polare.
Tuttavia, emergono in prospettiva nuovi segnali che indicano la traslazione dei centri di maggior convezione sul Pacifico verso la fine della seconda decade di gennaio, con un’attività convettiva che tenderà ad assecondare il segnale di fondo del Niño mentre il segno positivo dello IOD dovrebbe attenuarsi.
E’ pertanto assai probabile l’emersione più palese di un segnale della MJO nelle fasi 6 e 7 ed una nuova positivizzazione delle AAM.
In questa ultima fase del mese di gennaio emergono quindi indicazioni favorevoli all’emersione di nuove attività d’onda, con possibile esordio di regimi di blocking assimilabili a Scandinavian pattern positivo.
Questa tipologia di pattern tornerà a favorire un’interferenza costruttiva delle Rossby troposferiche nei confronti delle onde planetarie climatologiche della stratosfera, che dovrebbero tornare ad apportare nuovi disturbi anche importanti al vortice stratosferico.
Non si può escludere un evento di riscaldamento maggiore come conseguenza di questa evoluzione.
E’ quindi da considerare come probabile un netto cambio circolatorio in grado di veicolare masse d’aria molto fredda verso l’Europa centro meridionale.

PROIEZIONE MENSILE

In considerazione delle premessa esposte nell’analisi sopra riportata, il mese di gennaio, caratterizzato all’inizio da un progressivo calo del segno della NAO, dovrebbe vedere un’interferenza crescente delle correnti occidentali provenienti dalle medie latitudini del Nord Atlantico in direzione dell’Europa meridionale.
Si tratterà di correnti umide e mediamente miti che solo a ridosso della fine della prima decade del mese potrebbero interferire con aria più fredda di matrice artica; in questa fase non sono da escludersi episodi di instabilità ,con nevicate (specie al Nord) anche a quote basse.
Maggiori probabilità di eventi nevosi anche consistenti si verificheranno sull’Europa centrale per probabile sovrascorrimento di aria oceanica su strati di aria fredda confluenti o preesistenti, mentre sull’Europa meridionale soprattutto nel corso della seconda decade di gennaio si assisterà ad un’alternanza di fasi umide localmente perturbate e di intervalli interciclonici, in un contesto prevalentemente non freddo con temperature attorno alle medie del periodo (o leggermente superiori) al Nord e superiori alle medie del periodo al Centro-Sud, dove le schiarite potrebbero essere localmente più ampie rispetto a quanto ipotizzabile sulle regioni settentrionali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un cambio di rotta è ipotizzabile a cavallo tra la seconda e la terza decade del mese a causa di più ampie trasmissioni d’onda, in grado di rinvigorire la corrente a getto polare.
In quest’ultimo contesto il segno della NAO si potrebbe riportare su valori vicini alla neutralità consentendo ampie ondulazioni trasmesse dall’Atlantico in direzione dell’Europa settentrionale, ove è ipotizzabile un incremento del valore dei geopotenziali.
Ne conseguirebbe un cambio circolatorio, contraddistinto dall’arrivo di masse d’aria fredda dal continente europeo e dalla Russia anche verso l’Europa meridionale ed il Mediterraneo.
Conseguentemente in quest’ultima fase le regioni settentrionali vedrebbero un clima più rigido ma più asciutto, mentre le regioni esposte ai venti prevalenti da Nord-Est risentirebbero più direttamente degli effetti dell’aria fredda e di condizioni di maggior instabilità, con precipitazioni nevose localmente a quote basse o di pianura.

Outlook seconda parte Estate 2023

PREMESSA
L’emersione di condizioni di El Niño, seppure con un’anomala distribuzione delle SSTA (attualmente la regione ENSO 1+2 presenta anomalie di circa 2 gradi maggiori rispetto alla regione ONI 3.4), ha indotto un netto incremento di gradiente nelle fasce subtropicali, con un marcato aumento della tensione del getto a cavallo del continente americano tra i due oceani (Pacifico e Atlantico).
In tale contesto riscontriamo una forte anomalia positiva di momento angolare nello stage 3 della GWO, tipicamente rappresentativo di una fase ENSO positiva, ma un comportamento non del tutto coerente con il segnale stesso da parte degli altri indicatori che, a media o ad alta frequenza, traducono il segnale ENSO.
Ci si riferisce in particolare alla MJO (ma anche al OLR e al CHI oltre che allo stesso SOI), che ad oggi è stata scarsamente connotata dalle caratteristiche fasi forzanti di El Niño e con il diagramma RMM di magnitudo quasi assente o comunque molto bassa e in fasi poco tipiche.
Riteniamo che per questi motivi nel coupling oceano atmosfera si siano manifestati effetti più a bassa frequenza tipici di El Niño e del GLAAM+, nei quali si nota una tensione zonale più marcata e un dinamismo circolatorio più accentuato rispetto a quelli delle estati ultime ricorrenti, intervallata tuttavia dai segnali in discontinuità a maggior frequenza che sono andati a tratti ad interrompere la tensione del getto; tutto questo è evidenziato non solo dal comportamento fortemente oscillatorio del PNA ma anche dal calo della NAO, che nell’ultimo periodo è approdata in territorio negativo dando origine ad una heat wave mediterranea dalle caratteristiche di eccezionalità, “grazie” anche al contributo apportato dall’innalzamento delle fasce tropicali dovuto principalmente ad una intensificazione del WAM.
Conseguentemente, l’attuale fase molto calda sull’Europa centro-meridionale è il frutto di una doppia componente:

  1. Una risalita più o meno omogenea del W-ITF, che si prefigura particolarmente tenace per il centro sud italia e le isole maggiori
  2. Una vera e propria “heat wave”, figlia della attuale fase SNAO negativa e della fase (riteniamo temporanea) di calo di tensione della corrente a getto

 

PROSPETTIVE
Mentre l’attuale fase molto calda appare proseguire sulla nostra penisola in modo continuativo e duraturo su gran parte del centro, delle isole maggiori e al Sud, il Nord Italia alternerà fasi calde a brevi episodi più freschi e localmente instabili con possibili eventi di forte intensità, soprattutto sulle regioni padane centro-orientali fino grossomodo alla terza decade di Luglio, quando la ripresa della tensione zonale nel Nord Atlantico generata dallo spostamento dei centri di convezione nel Pacifico, da una nuova oscillazione del PNA e dal ritorno ad una fase SNAO positiva dovrebbero portare il Nord Italia ed in parte il centro sotto l’influenza di correnti più fresche di origine atlantica e quindi ad un ritorno di condizioni climatiche più gradevoli, anche se con un tipo di tempo più variabile e anche a tratti instabile, specie sulle regioni a Nord del Po.
La linea di demarcazione rispetto alle pregresse condizioni di caldo anomalo dovrebbe spostarsi gradualmente verso Sud, e anche il mese di Agosto presenterà probabilmente questo nuovo tipo di connotazione come pattern medio mensile.
Saranno tuttavia da mettere in conto nuovi rallentamenti della corrente a getto, con la possibilità quindi di nuove ondulazioni. Riteniamo che in queste fasi possa farsi nuovamente strada un pattern “Atlantic Ridge” con saccature in affondo sull’Europa occidentale e risposta di un promontorio anticiclonico subtropicale su basso mediterraneo e penisola balcanica.
Mediamente, la seconda parte dell’estate dovrebbe trascorrere con anomalie termiche più moderate al Nord, mentre le anomalie positive più marcate dovrebbero interessare nuovamente le isole maggiori e il Sud.

Outlook prima parte estate 2023

PREMESSA

L’evoluzione circolatoria che ha connotato gran parte della primavera ha visto l’incipit nel raffreddamento stratosferico limitato all’area polare conseguente al precedente MMW avvenuto in Febbraio. Il vortice polare troposferico ha visto una consistente contrazione con un core piccolo come ma molto compatto.

Queste condizioni hanno palesato l’instaurazione di una circolazione zonale molto alta dove il jet stream corre praticamente quasi all’altezza del polo.

Tale situazione è stata coadiuvata da ulteriori forcing dinamici nascenti dal mutamento del quadro enso e connessi ad una fase forzante (mjo 6/7, momento angolare fortemente positivo) ben visibile dalle oscillazioni di un PNA che a tratti ha raggiunto e raggiunge valori molto elevati.
La permanenza di queste condizioni legata alle sole dinamiche del VP avrebbe portato, nel mese di giugno, ad un deciso ridimensionamento delle velocità zonali e alle prime insorgenze di forti heat waves in seno all’incremento di un trend ondulatorio.
Infatti se la resistenza della componente zonale ancora nel mese di maggio, con promontori altopressori ad elevate latitudini, dipende principalmente dalla dimensione ridotta che occupa il vpt sul Polo e che quindi più difficilmente viene intruso al proprio interno da trasporti di momento intensi come durante il periodo invernale, questa facilmente sarebbe stata vinta dal trasporto di calore in sede polare nel primo mese estivo con conseguente cambio circolatorio a livello emisferico.
Allo stesso tempo, però, la prevista esplosione del Nino non pare trovare riscontro nelle proiezioni della MJO. Se oggi infatti guardiamo la distribuzione delle ssta notiamo la regione enso principale, quella dell’ONI, con deboli anomalìe positive rispetto alle regioni limitrofe che invece restano maggiormente interessate da anomalìe più elevate.
Pertanto questa dilazione temporale dell’emersione netta del fenomeno El Nino potrebbe essere quantomeno ritardata (prossimo autunno?) e le fasi della convezione tropicale potrebbero essere meno incidenti sulla circolazione emisferica.
Oggi nelle prospettive di ecmwf compare questa evoluzione:

Questa fase di stasi dovrebbe permettere il mantenimento di una buona tensione del getto subtropicale facendo permanere un’inerzia circolatoria in linea con il mese di Maggio.

PROIEZIONE MESE DI GIUGNO E PRIMA PARTE MESE DI LUGLIO

In logica di quanto sopra esposto ci attendiamo una prosecuzione, con anomalie di GPT meno accentuate, del pattern del mese di Giugno con un’anomalia positiva sul nord Europa.
Il pattern prevalente dovrebbe essere assimilabile al WR4.

Con una tale configurazione, la buona attività della corrente a getto subtropicale si andrebbe a tradurre con l’ingresso ripetuto di saccature e gocce fredde sul Mediterraneo. Eventuali istmi altopressori, di collegamento tra l’anticiclone di blocco nord europeo è la radice subtropicale sul Nord Africa avranno carattere del tutto provvisorio e saranno più probabili sul Mediterraneo occidentale.
In questo contesto è lecito attendersi un mese con anomalie termiche in media/leggermente sopra media e con anomalie pluviometriche positive.

 

Sul limitare del mese e a cavallo con il mese di Luglio il pattern sopra descritto dovrebbe proseguire con una graduale ricollocazione.
L’avanzamento stagionale sicuramente darà forza alle fasce subtropicali che tenderanno naturalmente ad espandersi verso Nord e a prendere gradualmente possesso del Mediterraneo. In assenza di forzanti che possano andare a rimodulare la circolazione sul nostro comparto, ci attendiamo una sostanziale maggiore stabilità rispetto al mese di Giugno per un WR4 più alto di latitudine.
Le incursioni instabili al di sotto degli anticicloni presenti sul Nord Europa dovrebbero interessare maggiormente l’Europa centrale e il settore alpino.
In questo contesto eventuali mutazioni del pattern portante potrebbero vedere temporanei sbilanciamenti dei massimi di GPT verso l’ovest Europa ( Francia Spagna) con l’Italia sul ramo discendente del getto.

In questa fase ci attendiamo anomalie termiche positive, specie sulle regioni occidentali, mentre le precipitazioni dovrebbero mantenersi intorno alla media trentennale, con maggiori possibilità di fasi instabili su Alpi e Nord-est.

Nuovo servizio MNW: climatologia stazioni

L’associazione è felice di presentare a tutti gli utenti un nuovo servizio gratuito relativo alla gestione e consultazione dei dati meteorologici: https://meteonetwork.eu/it/climatologia

Si tratta della climatologia delle stazioni meteorologiche iscritte alla rete associativa, i grafici consultabili per ogni stazione riportano la media dei dati archiviati nel database associativo relativa a temperatura (massima, minima e media) e precipitazioni su base mensile.
La climatologia viene calcolata con tutti i dati disponibili, con un limite minimo di circa 2 anni per quanto concerne i dati termici e circa 5 anni per i restanti.

Attualmente il servizio è alla prima release che nel corso del tempo verrà migliorata e implementata, per questa ragione vi chiediamo di testarla e darci le vostre impressioni, cercheremo di farne tesoro e basare su di esse i prossimi rilasci.

Per chi volesse conoscere maggiori dettagli tecnici riportiamo delle caratteristiche più nel dettaglio.

Nella pagina vengono rappresentate le climatologie di temperatura minima, massima e media giornaliere (media mensile) e precipitazione (accumulo mensile). I dati sono calcolati sulla climatologia di riferimento 1991-2020. Dato che l’archivio della rete MeteoNetwork copre gli anni fino al 2002, e che la maggior parte delle stazioni hanno non più di qualche anno di dati, per poter calcolare la climatologia sul periodo 1991-2020 è stato adoperato un particolare algoritmo che permette di ricostruire l’andamento della serie storica sul periodo 1991-2020 per molte delle stazioni. Il funzionamento dell’algoritmo è descritto di seguito.

Il dato di riferimento per poter ricostruire la serie storica di ogni stazione è basato sulla rianalisi ERA5-Land (da non confondere con ERA5) alla risoluzione originale di circa 10km. Per ogni stazione vengono estratti i punti di griglia delle rianalisi in un intorno di 20 km dalla stazione stessa.

Per le temperature il dato (media, minima e massima giornaliere) viene confrontato nel periodo temporale in comune tra rianalisi e stazione, per ogni giorno in cui sono presenti dati. Facendo il training di un algoritmo di Machine Learning, che ha come input la serie temporale dei punti di griglia della rianalisi e come output il dato osservato dalla stazione, è possibile costruire un modello che permette di fare una previsione per qualsiasi periodo arbitrario. Da notare che se lo skill score del modello ML scende sotto l’88% la stazione viene esclusa
Il modello ottenuto viene utilizzato per ricostruire una serie storica “fittizia” della stazione sul periodo 1991-2020 basandosi sui dati della rianalisi. Successivamente questa serie storica viene mediata sui 30 anni in modo da ottenere una climatologia per giorno dell’anno. Vengono utilizzate solo stazioni che hanno almeno 2 anni di dati in comune con la rianalisi. È possibile usare un periodo così limitato perché l’algoritmo non deve “imparare” a riconoscere ogni particolare evento nel corso dei 30 anni, ma piuttosto la relazione tra la temperatura prevista dalla rianalisi e quella osservata dalla stazione (quindi, fondamentalmente, il bias caratteristico del modello).

Per la precipitazione la bassa correlazione tra dato misurato dal modello ed osservato dalla stazione non permette di utilizzare lo stesso metodo, almeno al momento. In effetti la precipitazione, a differenza della temperatura, è caratterizzata da gradienti temporali e spaziali molto spiccati che non permettono di allenare un modello ML stabile. Inoltre, la correlazione tra precipitazione prevista dal modello ed osservata dalla stazione è, probabilmente per l’incapacità di ERA5-Land di rappresentare correttamente eventi locali come temporali, molto bassa.
Per questo motivo il confronto tra i punti vicini della rianalisi e della stazione è fatto sulla base di dati già mediati per giorno dell’anno. Inoltre, i punti più vicini estratti dalla rianalisi vengono mediati nello spazio, utilizzando dei pesi che dipendono dalla distanza dalla stazione (sia in latitudine/longitudine che in altezza), in modo da ottenere un solo dato che varia nel tempo.
Per ottenere delle medie statisticamente significative si richiede che la serie temporale della stazione e della rianalisi abbiano almeno 5 anni di dati in comune (a differenza dei 2 utilizzati per la temperatura).

Il confronto finale viene quindi effettuato tra due serie temporali fatte da 365 punti (uno per ogni giorno dell’anno). La differenza tra queste due serie permette di ottenere il “bias” caratteristico della rianalisi che poi può essere applicato, per giorno dell’anno, in modo da ottenere la climatologia sul periodo 1991-2020. Purtroppo l’accuratezza di questo metodo non è al pari di quello utilizzato per la temperatura, ma permette comunque di ricostruire quantitativi mensili sensati, cosa che non era possibile utilizzando solo un training di un modello ML.
È opportuno evidenziare che i sensori non a norma sono esclusi dalla climatologia quindi è possibile che alcune stazioni abbiano solo dati mensili di precipitazione e non di temperatura o viceversa.

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