Ricordate quel tale che aveva cavalcato l’insana moda di battezzare le perturbazioni e gli anticicloni? Ebbene, rimasto ben presto a corto di fantasia, considerato soprattutto il gran numero di alte pressioni rispetto ai limitati personaggi dell’inferno dantesco, pensò bene di imbastire previsioni imboccando la strada degli aforismi popolari, che altro non sono se non i comuni proverbi. Si, esatto proprio quelli: rosso di sera, nubi a pecorelle… et voilà previsione cannata.. ehm pubblicata.
Senza prender lezioni da quel genio della comicità che è Checco Zalone, tutti dovremmo aver capito che il tempo ha cambiato le regole e se dopo le nubi a pecorelle la pioggia può diventare “sole a catinelle”, allora anche i giorni della merla possono diventare i “giorni della sberla”. La sberla è naturalmente quella sferrata dall’alta pressione nei confronti del generale inverno, un generale in pensione che riemerge ormai solo dai libri di storia e che, comunque, appare ai nostri occhi con il colore sbiadito di vecchie fotografie.
Che volete che sia? Questo è il conto presentato per il tanto decantato progresso. L’inverno? Sorpassato, così come del resto retro son considerati coloro che parlano di etica, di ambiente, di ecologia in un mondo che punta tutto sullo sviluppo, dove qualcuno, cari amici, arriverà al punto di farsi disegnare i modelli da Giugiaro, pur di far credere che il clima non sia cambiato. Rimanevano solo i giorni della merla: emigrata da tempo negli USA, anche l’impavida merla ha però gettato la spugna avanti ad un monster anticiclone di tale portata.
Nino, Nina, Pino o Pina poco cambia; la musica viaggia a quattro quarti e gli ultimi giorni di gennaio in questo spicchio di mondo pesano quanto i primi giorni di aprile. Eppure c’è ancora chi, nostalgico come il sottoscritto, aspetta ancora che arrivi il freddo, che arrivi la neve. E’ a proprio persone come me, come noi, come voi, cari amici, che è dedicato questo schiaffo, pardon questa sberla, e i giorni a lei dedicati sicuramente non si smentiranno.
Luca Angelini
Domanda semplice semplice: chi di voi, cari amici, avrebbe il coraggio di bere attingendo da una fonte non sicura? La risposta è quasi scontata. Ma se l’acqua non potabile è un rischio serio per la nostra salute, le notizie di dubbia provenienza lo sono per la nostra informazione. Perchè dunque molta gente attinge notizie dai social media piuttosto che affidarsi a fonti ufficiali e qualificate?

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Da quel lontano dicembre del 1997, quando al tavolo delle trattative i leader di 180 Paesi si erano dati la mano per assicurare al Pianeta un ambiente più dignitoso, ne è passata di acqua sotto i ponti. Nel frattempo i

Si parla di qualcosa come 1°C, o poco più, in 150 anni: secondo una nota appena diramata del Met Office, le temperature globali del nostro Pianeta hanno superato l’unità rispetto alla media pre-industriale. Il valore esatto, secondo set di dati HadCRUT gestito congiuntamente dal Met Office e il Climate Research Unit presso l’Università dell’est Anglia, sarebbe+1,02°C, con un margine di errore di circa +/- 0,11°C.





Gli oceani si comportano come giganteschi polmoni, in grado di assorbire dall’atmosfera grandi quantità di anidride carbonica, il più incisivo tra i gas serra. Tra questi, particolare attenzione è rivolta all'Oceano Antartico, cintura di mare che circonda il continente di ghiaccio. Si è calcolato che le sue acque assorbono da sole il 40 per cento delle emissioni di CO2 in eccedenza, ossia quelle dovute al consumo di combustibili fossili.