Outlook gennaio 2023

PREMESSA

Il mese di dicembre è stato, per gran parte, caratterizzato da un vortice polare troposferico debole fino in bassa stratosfera e da valori negativi degli indicatori NAO/AO.
Alle quote medio alte della stratosfera diversamente il vortice ha proseguito un percorso di raffreddamento piuttosto marcato benché mantenuto in condizioni di equilibrio rispetto a moderati flussi di calore prevalentemente disposti su W2 ( 2 waves pattern) con la prima cresta d’onda leggermente recessiva.
La troposfera ha coadiuvato questo equilibrio attraverso un vortice poco coeso che ha permesso l’evoluzione di uno scenario assimilabile al pattern SCAND + ad ATH in evoluzione di blocco sulla Groenlandia.
Una successiva fase maggiormente forzante in troposfera dovuta ad un AAM+ con Mountain Torque sulla catena asiatica ha generato un rinforzo del PNA evidente nell’approfondimento della depressione semipermanente aleutinica sfociato in un deciso blocco che ha esordito Dal Golfo dell’Alaska fino al polo ove si è generato il wave breaking dell’onda planetaria con conseguente inversione di gradiente troposferico e soppressione dei flussi orizzontali e verticali di calore per venir meno del gradiente meridionale di temperatura e di pressione.
Tale evento è associato, proprio per quanto detto, ad un rapido rinforzo della colonna del vortice polare per il venir meno dei disturbi provocati dagli eddy calore e momento.
L’evento stratosferico estremo che ne consegue rappresenta la rottura di quell’equilibrio fino a prima mantenuto tra flussi di calore e raffreddamento radiativo.
L’influenza di questo evento in troposfera, manifestatasi soprattutto sull’andamento della NAO, ha dovuto verosimilmente fare i conti con MPV nettamente sotto la media su tutta la colonna del VP. Questo si traduce in una minor capacità da parte dei piani più alti di condizionare quelli più bassi a livello polare, come dimostra l’andamento dell’indice AO, in netta risalita ma su valori comunque neutri/debolmente negativi.

PROSPETTIVE PER IL MESE DI GENNAIO

La prima parte del mese di gennaio risentirà giocoforza degli eventi occorsi nell’ultima parte di dicembre con un debole rinforzo del vortice polare troposferico, soprattutto nel suo ramo Nord-Atlantico, al punto che l’indice NAO da valori marcatamente negativi, generati dal vasto anticiclone polare, invertirà repentinamente il suo segno divenendo positivo seppure in maniera contenuta.
L’Europa meridionale nella prima decade di gennaio subirà dapprima i residui effetti generati dalla falla pressoria presente nel medio atlantico causata dalla precedente circolazione e responsabile di marcate anomalìe positive di temperatura e geopotenziale con valori del tutto anomali sull’Italia rispetto al periodo e a seguire di modeste ondulazioni in seno alla corrente occidentale con effetti limitati alle aree alpine e alle regioni settentrionali con temperature ancora elevate ma in progressivo ridimensionamento.
La tendenza verso un periodo dai connotati moderatamente invernali dovrebbe aversi dopo l’epifania, intorno alla fine della prima decade del mese e caratterizzare questo breve periodo.
Si prevede infatti un temporaneo aumento dei geopotenziali in direzione dell’Europa settentrionale verso la penisola scandinava ove vi sarà la tendenza all’affermarsi di una situazione di blocco.
Il disturbo al vortice polare sarà pertanto a carico di 3 principali ondulazioni a livello emisferico.
La prima nel Pacifico tra il Golfo dell’Alaska e la west coast nord americana incentivata dall’oscillazione del PNA che permarrà su valori mediamente positivi, la seconda dalle medie latitudini euroatlantiche verso la penisola scandinava e la terza più debole sull’Asia centro orientale.
Due i principali centri motore nei quali si ripartiranno le masse artiche: il primo a carico della semipermanente aleutinica, il secondo a carico del vortice canado-groenlandese.
Conseguenza di questo nuovo assetto sarà il calo dell’indice AO verso valori moderatamente negativi mentre il segno della nao oscillerà tra valori neutri o leggermente positivi.
A ragione di questa circolazione si ritiene che gli afflussi di aria fredda provenienti dal continente euroasiatico dovrebbero prediligere l’Europa orientale con debole e marginale coinvolgimento delle regioni orientali della nostra penisola.
Nel contempo la riattivazione degli eddy heat fluxes dopo la stasi di fine dicembre / inizio gennaio, dovrebbe rendersi evidente anche in stratosfera attraverso l’esordio di un nuovo disturbo al vortice polare con esordio prevalente di W1 su quasi tutte le quote (1/70 hpa).
L’azione compressiva del pattern ad una onda si tradurrà in troposfera in un travaso verso est della forte semipermanente islandese formatasi in precedenza. Questo porterà ad un sensibile rinforzo zonale sul settore europeo. Le correnti dovrebbero disporsi da WNW/NW alle medio-basse latitudini con clima spesso perturbato sull’Europa centro-settentrionale e più stabile su quella meridionale. L’andamento delle correnti potrebbe portare a ripetuti fenomeni di foehn alpino sul Nord Italia, in un contesto non lontano dalle medie termiche su tutto il Paese.

La rotazione del VP indotta dall’azione della prima onda dovrebbe compiersi, intorno a metà mese, con una maggiore redistribuzione delle masse artiche anche sul settore canadese, fino ad allora pressoché sgombro dalle maggiori vorticità. Questo potrebbe portare alla riemersione di uno dei pattern caratteristici di questo fine autunno/inizio inverno, cioè lo Scand +, intorno alla fine della seconda decade. Il tutto si accompagnerebbe con un calo della NAO su valori debolmente negativi e ad un nuovo disturbo a 2 onde in stratosfera.
Sull’Europa si riaffaccerebbero, in questo caso, correnti fredde di matrice artico-continentale o polare-continentale, con probabile maggior interessamento delle zone centrali ed orientali europee. Qualora la NAO dovesse calare su valori più marcatamente negativi, non è da escludere un maggior travaso dell’aria fredda verso ovest (ipotesi minoritaria).
Anche il nostro Paese dovrebbe risentire di questo afflusso freddo, specie le regioni Settentrionali e Orientali. Permane la possibilità di avere contributi umidi da ovest ad interagire con l’aria più fredda da est, durante l’ultima decade. In tal caso andrebbe valutata l’area di “scontro” per individuare quali zone potrebbero essere colpite da maltempo di carattere freddo, cosa ad ora impossibile da stabilire.

Qualora il disturbo su due onde dovesse risultare stazionario ed intrusivo, sarebbe da mettere in conto un MMW di tipo split nella prima parte del mese del febbraio.

Non possiamo tuttavia non sottolineare l’esistenza di un importante “bivio previsionale” a metà mese. Se infatti la rotazione del VP non dovesse tradursi in un aumento di gpt sul settore nord-europeo e quindi una riattivazione di wave 2 (ipotesi per noi maggioritaria) ma dovessimo assistere ad un fisiologico calo di W1 con riaccentramento del VPS sul Polo, allora si assisterebbe ad una nuova impennata del NAM in medio-alta stratosfera, con l’attivazione di un nuovo ESE Cold, stavolta con possibilità di condizionamento troposferico nettamente maggiori (ipotesi per noi minoritaria).

Outlook Dicembre 2022

PREMESSA

La stagione autunnale ormai giunta al termine ha confermato la oramai cronica difficoltà del getto polare ad entrare nel continente europeo: per quanto riguarda il nostro comparto, la debolezza del jetstream a latitudini subtropicali si è tradotta nella frequente instaurazione di blocchi dinamici e di anomalie positive di geopotenziale.

A livello circolatorio questa situazione (che in molte zone ha portato ad un aggravamento delle condizioni siccitose che perdurano da oltre 1 anno) è verosimilmente riconducibile a condizioni “Niña-like”, con alisei mediamente più forti in corrispondenza dei meridiani centrali del Pacifico equatoriale; tale “staticità configurativa” è inevitabilmente enfatizzata dalla persistenza di condizioni di ENSO negativo per il terzo anno consecutivo (ONI =< -0,5°C).

Per quanto riguarda lo sviluppo del Vortice Polare in Stratosfera, abbiamo assistito fino ad oggi ad un andamento grossomodo normale per quanto riguarda le velocità zonali, mentre le temperature, specie nella seconda parte della stagione, si sono portate su valori inferiori alla media climatologica fino a raggiungere valori record per il periodo nella terza decade di Novembre; il mantenimento di un pattern a due onde in media e medio-alta stratosfera, analogamente allo scorso anno, ha portato ad un’eccessiva canalizzazione dei flussi di calore e ad un elevato “wave number” in troposfera e bassa stratosfera. Se da un lato questa configurazione è andata a disturbare l’approfondimento radiativo del VPS, dall’altro l’eccessiva debolezza della prima cresta d’onda (che non ha goduto di altrettanta vivacità) sta inducendo un ulteriore raffreddamento delle quote più elevate della stratosfera, con un conseguente approfondimento del VPS.

ANALISI TELECONNETTIVA

Secondo i principali centri previsionali le condizioni di ENSO negativo ci accompagneranno fino a tutto il mese di gennaio, assistendo ad un graduale calo delle anomalie solo nella seconda parte  della stagione invernale.

Possiamo quindi ipotizzare anche per il mese di Dicembre un andamento dei flussi simile a quanto osservato durante la stagione autunnale, con una maggiore attività del pattern a 2 onde e carenza dei flussi sulla prima cresta d’onda; tale situazione potrebbe modificarsi temporaneamente a cavallo tra la prima e la seconda decade di Dicembre, con una ripresa dei flussi di calore anche sulla prima onda, analogamente a quanto avvenuto nella seconda parte del mese di Novembre grazie ad una fase forzante la circolazione caratterizzata da una repentina risalita del PNA, dall’esordio della Madden Julian Oscillation nelle fasi 6 e 7 e dal mantenimento di anomalìe positive del momento angolare (GLAAM+).

In troposfera la fase di partenza stagionale vedrà i 3 indici principali (AO, PNA e NAO) nettamente negativi; in particolare, il segno negativo della NAO connoterà in maniera chiara il comparto euro-atlantico, con la presenza di anticicloni localizzati a latitudini sub-polari e depressioni alle medie latitudini, alimentate dalla confluenza alta di aria fredda di origine artica con aria mite proveniente dal medio Atlantico.

In tale contesto si ritiene che il Vortice Polare Stratosferico si possa mantenere in condizioni di relativo equilibrio (mediamente più profondo in alta e medio-alta stratosfera e più debole alle quote inferiori), “rimandando” al successivo mese di Gennaio probabili Eventi Stratosferici Estremi (ESE).

ANALISI MESE DICEMBRE

L’avvio del primo mese invernale sarà decisamente influenzato su tutto il comparto europeo da un’ampia circolazione antizonale che dovrebbe interessare le medie latitudini. La propaggine occidentale dei nuclei di vorticità facente capo ad un marcato Dipolo Artico Siberiano (sbilanciamento delle masse artiche verso la Siberia) dovrebbe difatti andare ad alimentare le depressioni presenti alle latitudini mediterranee.

Sul nostro comparto ne conseguirà un forte gradiente termico Nord/Sud, con l’Europa centrale e settentrionale investita da fredde correnti di matrice artica mentre il Mediterraneo sarà presumibilmente alle prese con correnti umide da W-SW.

Questa circolazione dovrebbe interessarci fino a metà mese, andando a disegnare un profilo termico sopra le medie di riferimento per la penisola con le anomalie più alte localizzate nel sud Italia. Con questo tipo di circolazione dovremmo assistere a precipitazioni sopra alla norma di riferimento.

Per la seconda metà del mese ci aspettiamo una diversa ripartizione delle masse artiche del VP, in concomitanza della riattivazione dei flussi di calore sull’onda pacifica descritta in premessa; contestualmente dovremmo assistere ad una nuova emersione della MJO nella fasi a noi note (6 e 7), con la riproposizione di alte pressioni continentali sull’Europa centro-settentrionale.

Bisogna tuttavia tenere presente che l’attività della MJO potrebbe risentire di una Kelvin wave in zona ENSO, rimodulando la convezione tropicale in modo abbastanza marcato rispetto alle prospettive ad oggi ipotizzabili.

La nostra idea di massima propende per una fase governata da correnti orientali veicolate dall’HP presente sull’Europa centro-settentrionale; queste correnti fredde dovrebbero avere una traiettoria più “bassa” rispetto a quella osservabile nella prima parte del mese, stante una NAO sempre negativa ma su valori meno estremi. Una buona tensione zonale alle basse latitudini atlantiche dovrebbe portare alla possibile confluenza sull’Europa meridionale tra correnti più fredde orientali e correnti più umide da Ovest.

Ad oggi appare comunque dfficile indicare quali zone potrebbero risentire maggiormente di una o dell’altra circolazione, ma sono ipotizzabili precipitazioni attorno ai valori medi climatologici su buona parte d’Italia e temperature più basse della media al centro-nord.

Verifica outlook estate 2022

L’outlook dell’estate 2022 è stato suddiviso in 2 parti.

La prima parte dell’outlook copre la prima metà dell’estate. L’anomalia a livello dei 500 hPa è stata prevista compatibile con il WR4, ossia con una fascia di anomalie positive sull’Europa centro-settentrionale e due aree relativamente depressionarie sul Mediterraneo centro-orientale e sull’Atlantico a ridosso della Spagna. Esso corrisponde ad un clima caldo e siccitoso in Italia e in gran parte del continente.

In figura osserviamo l’anomalia effettivamente registrata in Europa.

A nostro avviso, quanto prospettato in sede di outlook è stato centrato. Nelle successive figure si notano le anomalie relative agli effetti più tangibili, temperatura e piovosità.

La proiezione della prima parte dell’estate è, a sua volta, suddivisa in due periodi. Nel primo è stato previsto un Atlantic Ridge (ATR) spostato sull’ovest Europa, mentre nella seconda è stato previsto il pattern WR4.

Sostanzialmente, l’Alta delle Azzorre è rimasta piuttosto defilata per tutto il primo periodo considerato, non piazzando quindi i suoi massimi in ovest Europa. Per quanto riguarda invece il secondo periodo, il regime WR4 è stato eclatante.

Seconda Parte

Anche la seconda parte dell’outlook si suddivide in due periodi. Il primo si estende fino alla metà di agosto ed il secondo, a seguire, fino a fine mese. Nel primo periodo era stata prevista la continuazione del pattern WR4, ed un suo rincrudimento dal punto di vista degli effetti termici con un ulteriore aumento delle temperature, che sarebbero state di molto superiori alle medie. 

In figura è visibile un potente WR4 e il suo effetto termico sull’Italia dove solo il nord  è stato interessato da un clima caldo ma meno insopportabile rispetto al resto della penisola.

Nel secondo periodo era stata prospettata una progressiva modifica del pattern da WR4 a WR3, ossia l’isolamento di una profonda saccatura in Atlantico centro-orientale con clima caldo e siccitoso sulla parte peninsulare e più umido al nord Italia e Alpi. Questo non è avvenuto in quanto è proseguita una versione di WR4 con l’anomalia positiva opposta, cioè centrata sulla Russia. Questo ha permesso un certo abbassamento dei gpt in est Atlantico, ma come si vede in figura, non abbastanza da alimentarne una saccatura semipermanente.

Solo verso la fine del mese si è palesato il cambiamento con la profonda saccatura isolatasi ad ovest dell’Irlanda.

Quindi in conclusione abbiamo avuto un WR4 dominante per almeno 2 mesi e mezzo con clima molto caldo e molto siccitoso in gran parte d’Europa occidentale. Sorge pertanto una naturale curiosità di come si colloca l’estate 2022 rispetto alla terribile estate del 2003.

Sull’Italia come si vede, la parte più accentuata delle due anomalie termiche non è sovrapposta, ragion per cui in Sardegna e sulle regioni peninsulari, Puglia esclusa, l’estate 2022 è stata peggiore di quella del 2003 ma non a livelli record. L’estate 2003 rimane a livelli record (e quindi peggiore di quella attuale) nelle seguenti aree: 1) nord Italia; 2) nord delle Marche e nord della Toscana.

OUTLOOK CTS: SECONDA PARTE ESTATE 2022

La prima metà dell’estate ha visto l’affermarsi di un pattern in evoluzione rispetto al mese di Maggio.
Già nell’ultimo mese della stagione primaverile si era palesato un Jet stream molto alto di latitudine che scorreva dal medio Atlantico in direzione di UK- Scandinavia in perfetta sintonia con un regime di Enso negativo .
II successivo e fisiologico indebolimento del Jet stream ha fatto si che, nel corso del mese di Giugno, si consolidasse un corposo blocco alla circolazione zonale sul comparto Europeo.
Le vorticità in uscita dal continente Americano si sono concentrate tra Groenlandia e Uk lasciando tutto il Vecchio continente completamente escluso dalla circolazione Atlantica. Una sorta di compartimentazione ha connotato la prima parte stagionale con un crescente regime siccitoso e caldo.
Inoltre un debole e permanente cut off in quota e al suolo su est Atlantico e penisola Iberica ha iniettato con continuità aria subtropicale in questo “sistema isolato” che si è affermato sul nostro comparto.

gpt fino a metà luglio 2022

Tali premesse pongono i presupposti per il proseguimento di una stagione anomala sia come temperature (di molto superiori alle medie del periodo) che come persistenza delle masse stabili su tutto il Mediterraneo centro occidentale.
Nelle fasi contraddistinte da una maggiore ondulazione dovuta alla caduta della corrente a getto, verranno amplificate queste anomalìe dall’Europa meridionale (Spagna, Francia meridionale) verso tutta l’Europa occidentale con valori da primato sull’Inghilterra mentre temporanee discese di aria più fresca verso l’Europa orientale potrebbero lambire le regioni adriatiche con annessa temporanea instabilità.
Diversamente, nelle fasi in cui il getto tenderà a divenire più teso oltre i 50°N verso il Regno Unito, è verosimile che l’onda di calore venga spalmata anche verso l’Italia coinvolgendo in particolar modo il nord, le regioni tirreniche e le isole maggiori.
E’ assai probabile che questo tipo di circolazione, praticamente bloccata dal punto di vista evolutivo, possa proseguire con scarse variazioni fino alla metà del mese di agosto, quando una traslazione verso est dell’aria subartica in uscita dal Canada agevolata da SSTA negative nei meridiani centro orientali del Nord Atlantico, conduca da un pattern ibrido simil Wr4 in un pattern assimilabile a Wr3 con conseguente incremento di umidità verso un Mediterraneo centrale già notevolmente sopra media termica.
In questa fase, pur proseguendo la fase molto calda sulla penisola, anzi intensificandosi sui versanti adriatici e sulle regioni meridionali, potrebbero farsi avanti infiltrazioni più instabili verso le Alpi occidentali e temporaneamente verso la pianure padana.

regime estivo Wr3

Outlook prima parte estate 2022

PREMESSA

La primavera 2022 è trascorsa con un regime di tempo molto secco, soprattutto al centro nord. La parte iniziale ha subito una sorta di reversal pattern rispetto a quello invernale, dovuto ad un warming stratosferico di tipo major a fine febbraio che ha riversato i suoi effetti in marzo sull’Europa meridionale e centrale, attraverso un corridoio di aria fredda proveniente dalla Russia continentale.
Nel mese di aprile è continuato l’effetto pregresso di tale configurazione, congiuntamente ad un Final Warming di tipo early. Nell’ultimo mese vi è stata una prima parte con un leggero rientro del clima siccitoso al centro e in misura minore al nord est. Nella seconda parte vi è stato invece un anticipo della stagione estiva, con clima caldo e secco sulla penisola; molto caldo interrotto da temporali sulla pianura Padana nell’ultima decade.
La Nina continua il suo lungo episodio oramai al suo terzo anno. Attualmente osserviamo un’anomalia di temperatura superficiale in Pacifico tropicale molto negativa ad est che si affievolisce spostandosi verso l’Indonesia, congiuntamente all’avanzare verso est di acque più calde del normale sotto la superficie. Per questo motivo le chance di Nada sono molto vicine a quelle de La Nina a fine estate e nel mese di settembre. La porzione dell’Oceano pacifico dove è inibita la convezione si sta spostando lentamente verso il continente marittimo ( Figura 1) mentre le aree di massima convezione sono relative a MJO7 e 8 cioè in area pacifica

Nella prima parte dell’estate questa situazione tende a favorire il distacco di blocchi alla circolazione zonale che dal nord America si spostano verso la Groenlandia e per contrasto a favorire un’area depressionaria sul medio Atlantico. Questa situazione è in linea con le SSTA atlantiche che presentano un dipolo zonale con acque che tra aprile e maggio si sono raffreddate tra Irlanda e Terranova e invece si sono riscaldate tra Gibilterra e la Florida ( Figura 2).

Gli altri indici di natura tropicale oceanica che interessano in vista della prossima estate europea sono l’AMM e l’IOD, gli unici due contigui all’Africa che hanno subito una netta variazione in primavera. L’Indian Ocean Dipole (IOD) dopo una fine inverno debolmente positivo ora torna ad essere consistente con la Nina, cioè con acque più calde della media che contornano Indonesia e nord Australia e più fredde a ridosso dell’Africa orientale.
L’Atlantic Meridional Mode (AMM) è passato con segno negativo in primavera dopo un inverno positivo. Quest’ultimo indice è in linea con il 2012. Se consideriamo il riflesso dell’AMM attuale con anomalia negativa su Capo Verde sul monsone occidentale del golfo di Guinea, l’ITCZ in ovest africa è previsto essere sostanzialmente in media nella prima parte dell’estate, eccetto per impennate nella porzione più estrema occidentale, Senegal e Mauritania. La dinamica che vede blocchi ad ovest della penisola con rotazione dell’asse nord-est / sud-ovest sarà favorita sotto questo aspetto. L’ITCZ ad est è previsto essere molto basso di latitudine per l’azione congiunta di IOD- e venti secchi dal deserto a nord est tra Etiopia e Ciad.
Il vortice polare è soggetto ad essere debole in area groenlandese (come detto in precedenza) e il difficile riassorbimento della pregressa area fredda continentale sul nord della Russia e Siberia, almeno in un primo tempo, spinge l’aria stabilizzante più ad est sull’Oceano Artico (Figura 3).

Il quadro descritto vede una coppia di aree depressionarie continentale e atlantica separate da un forte blocco alla circolazione zonale con asse meridiano tra Svalbard e Mar del Nord/Germania. Tuttavia questo blocco non copre latitudini inferiori (Francia, nord Spagna e nord Italia) favorendo il distacco di un’area di instabilità in quota dall’Oceano Atlantico. L’anomalia della prima parte estate 2022 è compatibile con il WR4.

Eventuali fasi assimilabili al WR 1 summer pattern saranno temporanee e ascrivibili agli effetti traslati più marcati della suddetta fase della Madden Julian Oscillation durante la quale maggiore sarà lo sprofondamento della corrente a getto verso le medie latitudine dei meridiani centro occidentali del NordAtlantico. In questo caso si assisterà ad un forcing dinamico del promontorio dell’alta pressione nord africana verso l’Europa occidentale e nord occidentale, passante per Spagna e ovest Francia. Questo pattern sarà probabilmente più presente ad inizio stagione e andrà via via perdendo d’importanza col passare delle settimane, complice un graduale calo dell’intensità della convezione tropicale.

PROSPETTIVE

Con tali premesse, dati gli scarsi contributi di correnti umide di matrice oceanica verso l’Europa centrale e meridionale dovuti all’alternanza di ATR (Atlantic Ridge) e/o blocking e di correnti mediamente zonali ad alta latitudine mediamente oltre i 55/60°N con ritornante di aria temporaneamente instabile verso l’Europa centro orientale, si prevedono fasi contrassegnate da un clima caldo (ben al di sopra delle medie del periodo) torrido sull’Europa e Mediterraneo centrale, alternate alla discesa di linee di instabilità associate a rovesci e temporali a ridosso delle Alpi centro orientali, e dell’Appennino centrale sconfinanti occasionalmente nelle aree pianeggianti del nord e sulle regioni del medio ed alto versante adriatico.
Data la radice dinamica occidentale, le onde di calore dovrebbero risultare più insistenti sulle aree tirreniche, pur colpendo in modo anche piuttosto intenso il resto delle regioni nei momenti di piegamento ad est della struttura.

Dalla parte finale del mese di giugno si dovrebbe assistere ad un debole e graduale mutamento verso un WR4 più statico. In un siffatto pattern, il promontorio dinamico dovrebbe seguitare ad interessare maggiormente la parte centro-occidentale del continente, con anomalie di geopotenziali positive anche sul Nord Europa. Temporanei deboli rinforzi del getto subtropicale potrebbero portare a rapidi tagli della radice subtropicale, con fugaci ingressi di aria più fresca ed instabile da ovest sul mediterraneo centrale.
Anche in questa fase le zone più a rischio, per quanto riguarda le anomalie termiche più rilevanti, dovrebbero risultare quelle occidentali, mentre gli ingressi instabili da ovest, in un contesto mediamente molto caldo, potrebbero portare a fenomeni violenti sulle pianure del Nord.

 

Outlook Febbraio 2022

PREMESSA
La prima parte della stagione invernale è stata contraddistinta da un Vortice Polare piuttosto disturbato dalla buona azione di un pattern a 2 onde, che però non è riuscito a portare alla sua destrutturazione a causa di flussi di calore sempre deboli; nel mese di gennaio abbiamo assistito ad un maggiore accorpamento delle vorticità in stratosfera, con rapido e fortissimo raffreddamento della colonna del VP, specie in medio-bassa stratosfera. Questo rinforzo del VPS è sfociato in un ESE Cold conclamato (su base NAM a 10 hPa) il 10 di gennaio, con primo impulso stratosferico diretto verso la troposfera individuabile il 16 gennaio. Questo primo trasferimento di moto verso la troposfera, seguito da altri in ultima decade, ha rappresentato l’inizio di un condizionamento troposferico che, verosimilmente, ci accompagnerà anche nel corso del mese di febbraio.

ANALISI
La configurazione media assunta dal VP e dal treno d’onda ad inizio stagione non lasciava presagire ad un possibile Evento Stratosferico Estremo di tipo “cold” nel cuore dell’inverno ma, nonostante un buon setting di partenza, è mancata l’energia interna al sistema, come testimoniato dall’andamento dei flussi di calore. E’ verosimile immaginare che dietro a questa carenza di energia, nonostante che il trend del GW giustifichi speculazioni di senso opposto, ci possa essere l’episodio di Niña biennale che sta assumendo caratteristiche più simili a quelle di una Niña CP (Central Pacific, ovvero con le anomalìe negative maggiori verso la regione ENSO 3.4), nonostante una chiara impostazione di partenza come Niña EP (East Pacific, ovvero con anomalìe negative maggiori nelle SST a ridosso dell’America latina), come peraltro testimoniano sia i valori da evento moderato toccati anche nella zona 3.4 (ONI nel trimestre OND che ha toccato -1.0) che i forti effetti avvertiti nella componente atmosferica del fenomeno (SOI molto positivo in dicembre). Si ricorda infatti che secondo gli studi disponibili una Niña CP ha una maggiore influenza sul NAM rispetto ad un episodio EP .
Ad ESE Cold ormai conclamato, con effetti in troposfera che rientrano nella casistica ben descritta dal paper di Baldwin & Dunkerton e da quello di Waugh e Polvani a proposito di “Low Flux Events”, è ipotizzabile una prosecuzione dei pattern AO+ e NAO+ anche per il mese di febbraio, soprattutto per quanto riguarda quest’ultimo. Questa “accoppiata” sarà molto probabilmente l’elemento che caratterizzerà maggiormente il futuro prossimo, almeno fino all’esordio del mese di marzo. Eventuali disturbi troposferici al pattern principale, più probabili sul settore est siberiano-pacifico, risulteranno comunque deboli e transitori.
Primi cenni più significativi di ripresa degli heat fluxes potrebbero mostrarsi nella fase finale del mese, quando l’avanzamento stagionale e gli ormai 40/45 giorni passati dall’inizio dell’ESE Cold potrebbero portare a qualche timida risposta troposferica più incisiva negli intervalli tra gli impulsi stratosferici. Nonostante il reset imposto dall’Evento Stratosferico Estremo, riteniamo che il setting del VP possa mantenersi, e per questo ci attendiamo una disposizione sinottica simile a quella avuta in precedenza nelle possibili (brevi) fasi in cui andremo incontro ad un allentamento zonale, con la riproposizione di un ATR con deboli flussi divergenti anche al di sotto dei 60°N, quindi con valori della NAO che dovrebbero mantenersi positivi. Da segnalare il fatto che molto probabilmente il pattern zonale conseguente alla reiterazione di impulsi di una stratosfera che si manterrà molto fredda per tutto il mese, specialmente alle quote medie (30 hPa) e medio – basse (50/70 hPa), potrebbe relegare la stratificazione del gelo continentale molto ad est nel continente asiatico, allentando la presa progressivamente anche sull’Europa orientale.


PROSPETTIVE
Il mese di febbraio potrebbe trascorrere senza particolari sussulti invernali sul settore centro-occidentale europeo e quindi anche sul nostro paese. La circolazione marcatamente zonale per gran parte del mese non consentirà l’instaurazione di regimi che potrebbero portare azioni invernali degne di nota sul Mediterraneo centrale. Il mese probabilmente risulterà contraddistinto da una vasta e coriacea area di alta pressione in allungamento dall’Atlantico verso l’Europa centro-occidentale, caratterizzando il tempo anche sulle nostre regioni, con clima secco e a tratti mite. Le zone di pianura potrebbero risentire spesso di nebbie e accumulo di sostanze inquinanti, con temperature che risulterebbero quindi più basse rispetto alle anomalie positive che si avranno in quota.
Come abbiamo accennato sopra, non possiamo escludere qualche timido cambiamento nella parte finale del mese, quando potrebbe rifarsi vedere qualche ondulazione nella corrente a getto. L’abbozzo di ATR con NAO comunque prevalentemente positiva lascia pensare ad un maggiore interessamento dell’Est Europa e della zona Balcanica per ipotetiche discese di aria artica. In una siffatta situazione sarebbe più probabile un marginale o parziale interessamento delle nostre regioni orientali e meridionali, mentre più riparate potrebbero risultare ancora le zone settentrionali e tirreniche.

Outlook dicembre 2021

PREMESSA
La stagione autunnale è stata connotata da flussi assenti o al più deboli. Un flusso e un trasporto di momento sottotono sono in genere associati ad una maturazione del Vortice Polare Stratosferico (VPS) lento, in accordo al normale decadimento stagionale.
Il pattern emisferico associato al dipolo artico negativo (AD-) stabilitosi in fase di “imprinting” del VPS è andato progressivamente affermandosi nel corso dell’autunno; tuttavia, sul finire della stagione un approfondimento del Vortice Polare in media stratosfera ha modificato l’equilibrio attraverso un trasporto di momento negativo in troposfera.
L’ultima parte del mese di Novembre è stata così caratterizzata da una configurazione con anomalie negative di geopotenziale sull’Europa Settentrionale (SCAND-), una tipologia di pattern che, in accordo con recenti studi, compare in seguito alla propagazione verso il basso degli “influssi” stratosferici come quello che abbiamo appena sperimentato.
Secondo la recente letteratura, confermata da riscontri fattuali, la permanenza di questa tipologia di pattern favorisce l’incremento delle velocità zonali, che difatti in meno di 20 giorni sono all’incirca raddoppiate.
La discesa artica di fine novembre, avente come obiettivo la penisola italiana e non l’area balcanica, rappresenta una sorta di “mediazione” tra la fase precedente il rinforzo del vortice polare e un indice NAO che, in base a diversi parametri troposferici, non è “predisposto” a portarsi verso valori francamente positivi, come invece era propenso a fare nelle ultime stagioni invernali, in particolare fino al 2019/2020.

MESE DI DICEMBRE
Nel corso del mese di novembre, dopo una fase caratterizzata da una conformazione del Vortice Polare Troposferico esemplificativa di un dipolo artico negativo (AD-), le anomalie negative di geopotenziale si sono concentrate a ridosso dell’Artico orientale, con i minimi localizzati tra la penisola scandinava e la Russia occidentale e prevalentemente disposti con asse Ovest-Est.
Tuttavia, proprio l’incremento del gradiente meridionale di calore (meridional heat flux) testimoniato dalla ripresa dell’attività della Madden Julian Oscillation (MJO) porterà ad inizio del mese di dicembre e probabilmente per tutta la prima decade del mese un progressivo cambiamento nell’assetto circolatorio, non solo in troposfera ma anche in stratosfera, andando a disturbare un vortice fortemente approfondito a tutte le quote e rinforzato in modo particolare dalla media stratosfera verso i piani più bassi.
A motivo di questo, si ritiene che la ripresa del heat and momentum flux possa rivelarsi temporaneamente prevalente su w1 (una sola cresta d’onda) e nettamente divergente sulla seconda cresta d’onda, contestualmente al transito in fase 6 della MJO in troposfera.
A causa delle masse di vorticità potenziale strutturate dalla media troposfera (da 30 hPa) fino ai piani isobarici inferiori, la compressione della massa del VPS dovrebbe favorire una moderata trasmissione di moto zonale ed un progressivo allineamento delle masse artiche verso il comparto euro-atlantico.
Da questa azione dovrebbe derivare una forzatura anche sul segno della NAO, che potrebbe attestarsi temporaneamente su valori moderatamente positivi.
La soppressione della seconda onda dovrebbe comunque risultare limitata nel tempo, già entro fine della prima decade dovremmo avere una nuova attivazione di deboli disturbi a carico di entrambe le onde con vortice polare stratosferico che andrebbe a “stirarsi” con asse Canada-siberia centrale. Nel frattempo in troposfera dovremmo ancora smaltire gli effetti della precedente trasmissione di moto ma con effetti meno impattanti e possibilità di avere debole attività d’onda proprio sulla zona europea.
Qualche modifica più sostanziale dovrebbe intervenire a partire da metà mese, quando la progressiva traslazione della MJO verso una fase 7-8 dovrebbe riportare il segno della NAO su valori neutri o debolmente negativi, con attività d’onda in ripresa anche sull’oceano Pacifico e buona trasmissione fino in Atlantico.
Questo tipo di circolazione dovrebbe caratterizzare per buona parte il proseguo del mese di dicembre.

PROSPETTIVE
Con il panorama sopra descritto, si dovrebbe prospettare una primissima parte del mese di dicembre (i primi 5/7 giorni) caratterizzata da moderate oscillazioni del jet stream sul comparto euro-atlantico. Visti i massimi di GPT posizionati saldamente sull’Est Atlantico, è lecito attendersi un’alternanza di distensioni dell’alta pressione verso il Mediterraneo intervallata a cavi d’onda che potrebbe interessare maggiormente il Centro est Europa/ Balcani e, marginalmente, i settori più orientali della penisola italiana.
L’evoluzione di questo pattern dovrebbe vedere intorno alla fine della prima decade una progressiva meridianizzazione dell’asse dell’alta pressione, con il passaggio a condizioni meteorologiche sulla penisola via via più stabili. Non è escludibile, in questo contesto, un interessamento delle zone orientali da parte di correnti fredde dall’est Europa.


Qualche mutamento rispetto questo scenario è da mettere in conto nella seconda parte del mese di dicembre, quando la progressione della MJO verso le fasi 7-8 dovrebbe contribuire a un indebolimento del presidio dell’alta pressione proprio a ridosso dell’Europa meridionale, grazie anche all’infiltrazione di correnti fredde da Nord-Est di provenienza russa o balcanica.
In questo assetto, l’alta pressione sul comparto euro-atlantico dovrebbe posizionarsi a latitudini più elevate, lasciando l’Europa meridionale più esposta agli influssi di correnti fredde e a tratti instabili.

Outlook agosto 2021

INTRODUZIONE

La circolazione, dalla seconda metà di luglio, è stata dominata da prevalenti correnti portanti sud occidentali calde e umide dalle medie latitudini dell’Atlantico verso l’Europa meridionale.

Questa sinottica è motivata da un forte sbilanciamento delle fasce altopressorie tropicali africane contraddistinte da un West ITF (la porzione occidentale dell’ITCZ Africano) sotto la media climatologica del periodo e, al contrario l’E-ITF (la porzione orientale oltre i 10°E) marcatamente traslato più a nord.
Ne deriva una sorta di “piano inclinato” in salita che crea una sorta di maggior resistenza e tenacia del promontorio nord africano a prediligere L’Europa centro orientale, il Mediterraneo orientale e le nostre regioni meridionali e in gran parte anche quelle centrali.
Diversamente il nord Italia, soprattutto le zone oltrepò e ancora più segnatamente quelle centro occidentali, si trovano in confluenza rispetto questa circolazione caldo-umida e le infiltrazioni più fresche capitanate dall’ampia depressione attualmente centrata sul Regno Unito.

PROIEZIONI PER IL MESE DI AGOSTO

Tale situazione che probabilmente contraddistinguerà anche la prima parte del mese di agosto sarà motivo di una sostanziale divisione dell’Italia in 2 sfere di influenza: il gran caldo al sud e parte del centro e delle isole maggiori (solo occasionalmente toccato dagli sconfinamenti dell’aria più fresca presente in quota) con deficit pluviometrico, la forte umidità ma in un contesto instabile al nord Italia con fasi piovose sparse ma localmente anche intense specialmente sulla Pianura padana, sulle regioni alpine e prealpine.
Le zone pianeggianti del nord, segnatamente centro occidentali, potrebbero vedere la formazione di eventi temporaleschi anche di notevole portata data la confluenza e l’apporto di aria umida di matrice nord africana e di aria più fresca oceanica.

La seconda parte del mese di agosto potrebbe essere contraddistinta da un ridimensionamento dell’E-ITF e da un temporaneo incremento nella parte occidentale intorno a metà mese. Ne conseguirebbe, quindi, uno spostamento dei massimi di anomalia geopotenziale verso la parte ovest del Mediterraneo nel corso della seconda decade, con graduale rimozione dell’aria stabile e molto calda che stazione da settimane tra centro-sud Italia e penisola balcanica.
Una temporanea ondulazione, figlia anche della “frustata” del PNA, potrebbe creare i presupposti per una breve ondata di calore ad interessare maggiormente le Isole Maggiori e le zone occidentali.
La progressione della MJO, unita al nuovo calo del PNA, dovrebbe garantire una ripresa della zonalità in tempi piuttosto brevi intorno a metà mese, con il possibile ingresso di aria più mite dai quadranti occidentali a spezzare la calura su tutto il nostro Paese.

L’ultima parte del mese dovrebbe continuare su questi binari, con getto piuttosto teso e probabile espansione verso est dell’anticiclone oceanico. In questo caso ovviamente ad avere clima più stabile e caldo (comunque non eccessivo) dovrebbero essere le regioni occidentali mentre il nord-est e le regioni adriatiche potrebbero risentire maggiormente di infiltrazioni più instabili da nord-ovest in un contesto non lo tanto dalle medie termiche di riferimento

Outlook Giugno 2021

INTRODUZIONE

La primavera che sta per concludersi, ha risentito, nella prima parte di essa, dell’ESE cold avvenuto a fine inverno, seguito ad una stagione invernale che ha visto un VP debole ed instabile. Un VPS piuttosto compatto ma con vorticità deboli è proseguito per tutta la stagione e questo ha portato ad una quasi completa soppressione dei flussi di calore, con disaccoppiamento dei diversi piani atmosferici. Tutto questo si è tradotto in un FW late di tipo esclusivamente radiativo.
L’elemento cardine che ha caratterizzato il treno d’onda è stato, senza dubbio, la fase ormai pienamente negativa della PDO, che ha favorito l’instaurarsi di anomalie di geopotenziali ben positive su entrambi gli oceani. Questo elemento ha portato ad una primavera molto fresca e a tratti instabile su gran parte del Vecchio Continente

ANALISI TELECONNETTIVA

Le modalità e le tempistiche del FW non hanno apportato conseguenze alle dinamiche troposferiche e anzi, proprio dalla metà di maggio, i due principali indici che misurano lo stato di salute del VPT (AO e NAO), sono risaliti su valori neutri/debolmente positivi. In mancanza di altre forzanti, riteniamo probabile una prosecuzione di questo andamento anche per gran parte del trimestre estivo e questo dovrebbe garantire una buona vivacità del getto tra Atlantico e continente europeo.
Il quadro delle SSTA denota alcuni pattern “borderline” come ad esempio ENSO e IOD che pur essendo classificati neutri sono entrambi tendenti ad una fase debolmente negativa, con alisei più intensi della norma come dimostra il SOI positivo.

Questo si traduce in una attività convettiva tropico/equatoriale più intensa a ridosso del Continente Marittimo e parte occidentale del Pacifico, favorendo fasi 5 e 6 della MJO.


Un fattore invece ben definito continuerà ad essere la PDO- che andrà a modulare il getto, pur perdendo gradualmente di rilevanza col procedere della stagione.
In Atlantico, una pozza di acque più fredde della norma collocata alle medie latitudini, dovrebbe favorire una certa vivacità del jet stream. Anomalie positive nel golfo di Guinea e TNA negativo lasciano pensare ad un WAM lievemente sotto la linea climatologica o al più in media nelle prossime settimane

PROSPETTIVE

Con gli elementi indicati è possibile individuare un mese di giugno caratterizzato da un doppio pattern: l’uno prevalente e l’altro temporaneo.
Il primo caratteristico, per il mese di giugno, della Mjo in fase 6 proprio a ragione degli alisei intensi non solo nella fascia equatoriale pacifica nei pressi dell’America latina ma anche in prossimità della Regione 3.4 dell’Enso.
Tale pattern vede prevalenti anomalie negative di geopotenziale sulla Mitteleuropa dove l’estate farà molta fatica ad affermarsi.
Anomalìe lievemente negative di geopotenziale sono previste nei pressi dell’Atlantico portoghese per possibili cadute della corrente a getto.
Anomalìe marcatamente di segno opposto si concentreranno nel continente asiatico oltre gli Urali verso la Siberia.
Si potranno avere inoltre anomalìe positive nel Mediterraneo occidentale con parziale coinvolgimento dei settori meridionali di Spagna, Francia e, più marginalmente delle regioni tirreniche e delle Isole maggiori italiane mentre le Regioni settentrionali, più marcatamente quelle Alpine e prealpine centro orientali e quelle centro settentrionali dei versanti adriatici dovrebbero maggiormente risentire degli effetti di infiltrazioni di aria fresca, proprio a causa di una circolazione instabile che insisterà sull’Europa centrale.
Il secondo pattern, di carattere più transitorio, sarà dovuto a temporanei forcings di natura dinamica in grado di generare un ridge altopressorio dall’Atlantico verso l’Europa occidentale, sconfinando temporaneamente verso la penisola Scandinava e il nord Europa.
In questo quadro si potrebbero riscontrare, sulla nostra Penisola, oltre a quanto sopra evidenziato, anomalìe leggermente positive dal punto di vista precipitativo per il mese di giugno, nelle regioni settentrionali e, più segnatamente, su quelle dei versanti adriatici oltre che a sconfinamenti a ridosso dell’appennino centro-settentrionale.
Anche le temperature dovrebbero essere la conseguenza di questo tipo di circolazione presentando valori più elevati e leggermente sopra media nelle regioni tirreniche centro meridionali e nelle isole maggiori mentre dovrebbero allinearsi attorno alla media del periodo sulle altre regioni o temporaneamente inferiori alla media sulle regioni alpine e prealpine centro orientali.
Non sono da escludere brevi fasi caratterizzate da un promontorio dinamico del tutto transitorio passante per le nostre regioni. In questi intermezzi sono da mettere in conto moderate ma brevi onde di calore, più probabili ancora sulle regioni occidentali e Isole Maggiori.

 

Outlook Gennaio 2021

PREMESSA

Nella prima parte del mese di Dicembre l’area del Mediterraneo centro-occidentale è stata coinvolta da una prolungata fase polare marittima, figlia di una ritrovata attività d’onda in area Pacifica in grado di trasmettere una buona oscillazione del jet stream sull’Atlantico; l’ingerenza delle correnti polari oceaniche è progressivamente calata nella fase centrale del mese.

Nel frattempo abbiamo assistito ad un notevole rinforzo dell’attività d’onda in area Pacifica, che ha contribuito al trasporto di una ingente massa di aria calda oltre il circolo polare ed alla formazione di un vasto anticiclone dinamico. Tutto ciò ha portato ad una parziale dislocazione delle masse del Vortice Polare Troposferico (VPT) a latitudini più basse, con il conseguente incremento della componente zonale su buona parte dell’emisfero settentrionale.

Da sottolineare come le condizioni di partenza del Vortice Polare Stratosferico (VPS) fossero molto molto fredde, con parecchia energia “da dissipare” in ragione delle condizioni di partenza, ovvero bassi flussi di calore prevalentemente ripartiti su wave 2 (e quindi in modo bilanciato).

La successiva traslazione dell’anticiclone polare verso l’Artico siberiano ed il suo rapido indebolimento hanno contribuito all’accorpamento del VPT in posizione decentrata rispetto al polo geografico, più precisamente nel comparto siberiano-pacifico, favorendo in questo modo la riattivazione degli attriti dovuti proprio al suo posizionamento con conseguente forte rinforzo dei flussi verticali di calore verso la stratosfera. Questa riattivazione dei flussi ha di fatto impedito di giungere agli effetti che sarebbero conseguentemente derivati da un evento di tipo “ESE cold”, data l’iniziale profondità del vortice stratosferico.

Da notare, eccetto rarissime fasi, come il comparto canadese abbia registrato una assenza quasi totale di vorticità. Indubbiamente gli attriti tra una potentissima “Siberian High” e le vorticità del VPT quasi del tutto assenti in area canadese hanno dato manforte al mantenimento di questa energia proprio sul quel comparto.

 

STRATOSFERA

Gli intensi flussi di calore che hanno caratterizzato la fine del mese di Dicembre hanno prodotto una grave destrutturazione del VPS. Il notevole forcing (quasi da record) di W1 (wave 1) ad iniziare dalle alte e medio-alte quote della stratosfera (1-10 hPa), pur in presenza di W2 inizialmente su valori prossimi alla media climatologica a 10 hPa (300-350 gpm) ma in diminuzione, sta generando un riscaldamento stratosferico maggiore che presenta tutte le caratteristiche di un evento SSMMW (Sudden Stratospheric Major Midwinter Warming) di tipo “split”, dal quale tuttavia si andrà a differenziare per la mancata realizzazione della rottura delle Ertel Potential Vorticity (EPC), elemento discriminante rispetto ad una classificazione a tal punto residuale quale evento di tipo “displacement”, di cui tuttavia non presenta sostanziali caratteristiche.

In particolare, si deve notare l’opera compiuta non solo dalla forte intrusione di W1, ma anche gli attriti progressivamente realizzati da W2 nella massa centrale del VPS che di fatto ne comporterà un sostanziale svuotamento di vorticità.

Benché le possibilità maggiori vadano verso una classificazione dell’evento come “displacement”, non è per ora totalmente da escludere che la frattura della massa del VPS possa avvenire entro i 10 giorni dall’inversione dei venti zonali alla quota e alla latitudine previste dalla letteratura (10 hPa ≥ 60° N), con evento che andrebbe quindi classificato come “split”.

Tuttavia, sulla base delle analisi dei modelli questa eventualità non andrebbe comunque ad aggiungere granché rispetto gli effetti propagativi (“downward”) che questa dinamica presenta, e che di fatto l’accomuna in tutto e per tutto anche sotto questo aspetto ad un MMW di tipo “split”. Al più ci si potrebbe attendere un maggior contributo in termini di GPT e di profondità delle saccature in uscita dal comparto artico, in caso si vada verso uno “split”.

Nel corso della terza decade del mese di Gennaio riteniamo che sarà fisiologico assistere ad una progressiva ristrutturazione del VPS ad iniziare dai suoi piani alti (1-5 hPa), e ad un suo più consistente rinforzo nel corso del mese di febbraio fino ai piani medi e medio-bassi (10-50 hPa); farà probabilmente eccezione la bassa stratosfera, ove probabilmente le tempistiche di accorpamento delle masse di vorticità potenziale sarà più diluito nel tempo.

 

TROPOSFERA

In seguito agli effetti del forte sconquasso stratosferico dovuti all’afflusso di intensi “eddy heat flux” ed “eddy momentum flux” dalla troposfera, assisteremo al consolidamento delle condizioni di VPT debole (“weak”) e di velocità zonali molto basse (< 5 m/s in media troposfera) fino almeno a tutta la prima metà del mese di Gennaio.

Le caratteristiche principali fino ad allora dominanti saranno rappresentate da:

  • Un’intensa depressione aleutinica con baricentro traslato ad ovest (come ricorrente in caso di ENSO negativo)
  • Una imponente Siberian High, con valori massimi di pressone al suolo nelle aree continentali di pianura più fredde prossimi a valori record
  • Una scarsa o quasi nulla vorticità in area canadese, con forte caratterizzazione NAO negativa

Date le premesse, anche in considerazione delle condizioni presenti in stratosfera, è assai probabile attendersi almeno fino alla metà del mese di Gennaio condizioni di marcata stasi dei centri motori principali e dello status iniziale sopra indicato, in virtù della permanenza di velocità zonali molto basse (< 5 m/s) fino ai 50° N; solo al di sotto di tale latitudine la corrente a getto si mostrerà più tesa. Tali condizioni potrebbero proseguire fino all’inizio della terza decade.

Con queste prospettive l’Europa centro-meridionale rimarrà sede di confluenza tra masse artiche più fredde in discesa dalle alte latitudini europee e correnti più miti e umide in transito dalle medie latitudini dell’Atlantico; questa confluenza pare ad oggi coinvolgere maggiormente l’Europa centrale, con riflessi più diretti sul Nord Italia, ove maggiori saranno le probabilità di nevicate anche in pianura in un contesto termico inferiore alle medie. Quindi freddo ma non gelo per lo meno in questa fase.

Più marginale invece l’apporto di correnti fredde al di sotto dei 44° N, ove pertanto le temperature risulteranno più miti benché in un contesto assai umido. Dato il reiterarsi del pattern artico-polare sull’Europa centro-occidentale, non sono da escludere in questo frangente rapidi ma intensi prefrontali sulle regioni centro-meridionali.

Ci attendiamo invece una sostanziale modifica nella seconda parte del mese di Gennaio (indicativamente nella terza decade), quando una graduale ripresa delle velocità zonali in sede polare comporterà la traslazione verso latitudini più basse del jet stream subtropicale ed un progressivo incremento dell’attività d’onda in sede Nord Atlantica, dato il graduale aumento di vorticità in area canadese (valori NAO negativi meno estremi).

La forte compartimentazione del continente euro-asiatico, connotato da una estesa termicizzazione delle pianure russo-siberiane, potrebbe creare un isolamento importante rispetto alla circolazione che verrà ad instaurarsi in seguito alla ripresa della corrente a getto polare, gettando quindi i presupposti per la genesi di un’ampia azione retrograda delle masse continentali verso i meridiani europei che, in tal caso, verrebbero interessati da possibili ondate di freddo molto intenso, localmente di gelo.

Se le nostre ipotesi venissero rispettate, è lecito attendersi una fase prolungata di tempo molto instabile sul Mediterraneo e sull’Italia, dai connotati decisamente invernali. Le correnti molto fredde da Est o da Nord-Est potrebbero seguire tuttavia una traiettoria non eccessivamente bassa di latitudine, andando quindi ad interessare in modo più marcato le regioni settentrionali e quelle adriatiche centro-settentrionali, senza tuttavia escludere a priori fasi di influenza più estese all’intera penisola.

Per la prima parte del mese di Febbraio ci attendiamo una prosecuzione del pattern, con condizioni piuttosto fredde sul settore Europeo. Il graduale venir meno degli effetti del MMW dovrebbe portare ad un progressivo aumento degli indici AO e NAO nella parte finale del mese, con maggiore invadenza anticiclonica sul settore centro-occidentale europeo. Residue interferenze fredde ed instabili da Est potrebbero continuare ad interessare il comparto sud-orientale del continente, con coinvolgimento delle regioni del medio-basso Adriatico e del Sud. Ci riserviamo di tornare su questa previsione a fine Gennaio per maggiore accuratezza.

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