OUTLOOK CTS – Mese di Febbraio 2024

PREMESSA

Subito dopo la metà del mese di Gennaio abbiamo assistito ad un riscaldamento stratosferico che ha portato ad una brevissima inversione dei venti zonali; a seguito di questo disturbo, il Vortice Polare Stratosferico si è allungato sui paralleli, operando un temporaneo trasferimento di massa dal settore euroasiatico a quello nordamericano. A seguito del riscaldamento stratosferico abbiamo osservato un repentino crollo dei flussi di calore e di momento su entrambe le onde planetarie (wave 1 e wave 2), con il VPS che si è andato nuovamente a riposizionare sull’Artico siberiano durante la terza decade del mese, evidenziando un certo approfondimento.

Nella prima parte del mese la convezione tropicale è stata attiva sull’Oceano Indiano, favorendo l’allungamento del Vortice Polare sullo stesso settore asiatico e producendo un rinforzo del momento angolare associato alla GWO (fasi 5 e 6), creando un momento torcente positivo (MT+) che ha contribuito al rinforzo del flusso zonale in uscita dal continente asiatico e americano, non favorendo quindi la genesi di ridge anticiclonici sopra i due oceani (indici descrittivi NAO e del PNA nettamente positivi nell’ultima decade del mese).

La mancata costruzione di un promontorio di alte pressioni sull’Oceano Atlantico è quindi risultata impattante sulla configurazione nord emisferica; sul finire del mese abbiamo assistito allo spostamento della convezione tropicale sul settore ovest del Pacifico, in una posizione più consona alla fase di Niño in essere. La fase 6 della MJO in buona magnitudine e il suo sofferto passaggio in fase 7, prodromica ad azioni di blocco tra il nord Europa ed il nord Atlantico, ha prodotto un’elevazione verso Nord-Est dell’anticiclone presente sull’Europa centro-occidentale, producendo una configurazione abbastanza inusuale per il periodo invernale con un’alta dinamica che ha raggiunto la Russia occidentale; tale azione si è manifestata con temperature nettamente sopra la norma su buona parte del continente europeo, in particolare sui settori centro-settentrionali ed occidentali, mentre ha prodotto un episodio di freddo moderato sul Mediterraneo orientale e più in generale sul comparto medio-orientale sul finire del mese.

A livello teleconnettivo registriamo un calo dei valori dell’Indian Ocean Dipole (IOD) ed uno spostamento sulla parte centrale dell’Oceano Pacifico delle anomalie positive legate all’episodio di Niño, che sembra essere destinato a terminare entro la fine della stagione primaverile, come testimonia peraltro il ridimensionamento delle anomalie superficiali sulle coste del Pacifico orientale. Per quanto riguarda gli indici di Ice e Snow cover abbiamo un deficit generale sull’emisfero settentrionale, più marcato in Europa e in Nordamerica; in controtendenza invece la Cina. Per quanto riguarda i ghiacci artici assistiamo ad un deficit significativo sull’Artico europeo, sulla scia del trend a cui stiamo assistendo negli ultimi decenni.


EVOLUZIONE PREVISTA PER IL MESE DI FEBBRAIO

Sulla base di quanto riportato in premessa, l’inizio del mese di Febbraio evidenzierà la prosecuzione del pattern atmosferico che ha contraddistinto l’ultima parte di gennaio, con un’imponente alta pressione di origine oceanica posizionata sul nostro comparto associata alla presenza di un lobo del Vortice Polare tra la Scandinavia ed il nord Europa.

Per la prima parte del mese prevediamo un andamento “lineare” delle vicende stratosferiche, con un VPS leggermente più profondo della media che continuerà ad essere dislocato sul settore euro-asiatico. Nella seconda parte del mese potremmo assistere a nuovi warming sul settore asiatico, che poterebbero portare ad una nuova destabilizzazione del VPS.

Si prevede che la MJO, attualmente in fase 7 con magnitudo moderata, possa nuovamente emergere in fase 6 verso la fine della prima decade, andando ad influenzare progressivamente il setting del Vortice Polare; sul comparto europeo assisteremo quindi ad un progressivo decadimento degli indici descrittivi (prima l’AO e quindi la NAO) con un abbassamento del jet stream polare verso la fine della prima decade associato all’ingresso di correnti da Ovest verso il Mediterraneo, con la tendenza ad una progressiva instabilizzazione delle condizioni meteorologiche all’inizio della seconda decade.

Coerentemente con un nuovo passaggio della MJO in fase 7, verso la metà del mese ci aspettiamo un nuovo blocco alle correnti atlantiche, con il nucleo freddo posizionato sulla Scandinavia che dovrebbe spostarsi sull’Europa centro-orientale, acquisendo caratteristiche di continentalità. In questa fase riteniamo probabile l’afflusso di aria via via più fredda di origine artica fin sul mediterraneo centrale.

Il quadro teleconnettivo, che dovrebbe vedere anomalie di momento angolare positive, GWO in fase 6, migliore ripartizione delle vorticità in seno al VP, unite alla MJO sul Pacifico e allo IOD in fase calante, ci porta a prevedere un’evoluzione del pattern da Atlantic Ridge (ATR) a Blocking; si ritiene tuttavia improbabile almeno inizialmente una eccessiva negativizzazione della NAO come avvenuto a metà Gennaio, con il cuore delle anomalie positive di GPT che questa volta dovrebbe posizionarsi tra Islanda e Mare del Nord.

In considerazione delle configurazioni presenti sullo scacchiere europeo è verosimile ritenere che a ridosso della terza decade del mese si possa assistere ad una fase tipicamente invernale sull’Europa centrale, con possibile interessamento anche delle nostre regioni centro-settentrionali. Qualora si dovesse andare incontro ad un più ficcante disturbo ai danni del VPS e ad un calo del GLAAM con MJO in fase 8 di buona magnitudo è da ritenersi verosimile un graduale arretramento verso Ovest delle figure dominanti verso fine mese, con clima che si farebbe più umido e mite sul Mediterraneo.

PROSPETTIVE PER L’ITALIA

Per quanto riguarda la penisola italiana è lecito attendersi una prima decade del mese di Febbraio decisamente stabile con temperature molto al di sopra della media di riferimento, soprattutto in collina e montagna, mentre le pianure potranno “beneficiare” degli effetti dell’inversione termica. Consolidata assenza di precipitazioni sulla penisola.

Nel corso della seconda decade dovremmo assistere ad un graduale rientro verso condizioni più consone al periodo con precipitazioni che dovrebbero interessare prevalentemente i settori occidentali del Centro-Nord peninsulare, in un contesto ancora mite al Centro-Sud e più vicino alle medie climatologiche al Nord, con possibilità di nevicate a quote medie sul settore alpino.

Anomalie di geopotenziale previste per la prima parte di Febbraio. La tendenza è ad un progressivo abbassamento verso Sud delle anomalie di geopotenziale

Dopo metà mese ci attendiamo un ulteriore calo termico soprattutto al Centro-Nord, in un contesto anche instabile/perturbato. Anomalie di scarso rilievo al Sud e sul medio-basso Adriatico.

Tale assetto dovrebbe protrarsi per gran parte del mese, con tendenza ad un ulteriore aumento delle precipitazioni al Centro-Nord ed un contestuale blando rialzo termico.

Anomalie di geopotenziale previste per la seconda parte del mese di Febbraio

OUTLOOK CTS – Mese di Gennaio 2024

PREMESSA

Le ultime due decadi del mese di dicembre sono state contraddistinte come previsto da un netto rinforzo della corrente a getto polare sugli oceani Pacifico e Atlantico, indotto dal trasferimento di flusso zonale causato da un Mountain Torque positivo bilaterale nei continenti asiatico e americano.
Il netto rialzo dei valori del PNA e della NAO è avvenuto come conseguenza di tale forzante, ed il gradiente termico (enfatizzato dal trasferimento dei minimi di geopotenziale del vortice polare) ha portato nella terza decade di dicembre ad uno storm track molto teso con scarse ondulazioni con accenno di Atlantic Ridge, sempre in un contesto prevalente di NAO positiva.
La risonanza di questo tipo di circolazione è risultata ben evidente in stratosfera, con un VPS compresso da un doppio forcing e da una sua dislocazione di massa con gli assi sui 2 oceani. Attualmente stiamo assistendo ad un rinforzo di W1 con un conseguente dislocamento di massa del vortice stratosferico, così come descritto nel precedente outlook.
In questi giorni stiamo assistendo ad un disimpegno dalle condizioni di MT+, visibile dalla transizione dei venti globali verso uno stage 4, che porterà le anomalie positive di momento angolare (AAM+) a calare progressivamente.
A livello teleconnettivo, per quanto riguarda la regione tropico-equatoriale continuano ad interferire due principali centri convettivi di azione: il primo, indotto da una fase moderata di ENSO+ nella regione 3.4, il secondo da un’anomala positività dello IOD.
Tale interferenza si sviluppa sul coupling delle suddette forzanti oceano/atmosfera, spostando nel Pacifico i centri convettivi assai oltre il meridiano del cambio di data, ma attivando un polo attrattore anche in Atlantico e nell’estrema regione nord occidentale dell’oceano Indiano (fasi 8/1/2 della Madden Julian Oscillation).
Nel frattempo, stiamo assistendo ad un calo progressivo della tensione dei venti zonali nel Nord Atlantico, con un ridimensionamento dei valori positivi della NAO.
Parimenti in stratosfera si assisterà a breve ad una nuova rotazione di massa del VPS, con una configurazione ad asse bilobato disposto sui continenti.
Per l’analisi del mese di gennaio si parte quindi da queste ultime condizioni sopra descritte.

ANALISI DEL MESE DI GENNAIO

La particolare disposizione del lobo del VPS sul settore euroatlantico riflette un approfondimento della saccatura sul nord Europa ed uno “svuotamento” di vorticità sull’Est Canada / Groenlandia, con temporanee fasi di cut-off anticiclonico su quest’ultima. Il fronte polare è atteso abbassarsi fino alle latitudini mediterranee ed alle medio basse latitudini dell’oceano Atlantico, rinforzando le correnti umide e miti da Ovest. Questo flusso potrebbe solo temporaneamente rallentare verso la fine della prima decade, quando la spinta dell’HP verso la Groenlandia porterà ad un fisiologico ma temporaneo break del flusso atlantico e all’avvicinamento di aria più fredda di matrice artica dall’Europa centrale.
Nel suo complesso però, fatta salva la possibilità di un’ondulazione mobile di cui si faceva cenno, il flusso occidentale dovrebbe permanere tale e scorrere con blande ondulazioni dall’Atlantico fino all’Europa meridionale fino a tutta la seconda decade di gennaio compresa.
La corrente a getto subtropicale dovrebbe infatti ricevere un’alimentazione di aria fredda che scorrerà con moto retrogrado dai confini dell’Europa centrale fino alle medie latitudini dell’oceano atlantico, per ripresentarsi quindi con correnti umide in entrata verso le coste dell’Europa meridionale.
In questa fase, che dovrebbe realizzarsi attorno alla metà del mese di gennaio, le condizioni teleconnettive saranno caratterizzate da flussi di calore orizzontali e verticali (eddy) più deboli, dati i centri di maggior convezione situati nell’oceano Indiano, ed anomalie dei venti globali (GWO) prossime alla neutralità o leggermente negative.
Alla fase NAO negativa si accompagnerà un calo anche del PNA, e quindi della tensione del jet stream polare anche sull’oceano Pacifico, a rispecchiare un segnale di fondo del Niño soppresso o fortemente limitato dal segnale positivo dello IOD.
In stratosfera il riflesso di questa fase sarà visibile con un’attenuazione generale dei forcings d’onda ed un contenuto approfondimento del vortice polare.
Tuttavia, emergono in prospettiva nuovi segnali che indicano la traslazione dei centri di maggior convezione sul Pacifico verso la fine della seconda decade di gennaio, con un’attività convettiva che tenderà ad assecondare il segnale di fondo del Niño mentre il segno positivo dello IOD dovrebbe attenuarsi.
E’ pertanto assai probabile l’emersione più palese di un segnale della MJO nelle fasi 6 e 7 ed una nuova positivizzazione delle AAM.
In questa ultima fase del mese di gennaio emergono quindi indicazioni favorevoli all’emersione di nuove attività d’onda, con possibile esordio di regimi di blocking assimilabili a Scandinavian pattern positivo.
Questa tipologia di pattern tornerà a favorire un’interferenza costruttiva delle Rossby troposferiche nei confronti delle onde planetarie climatologiche della stratosfera, che dovrebbero tornare ad apportare nuovi disturbi anche importanti al vortice stratosferico.
Non si può escludere un evento di riscaldamento maggiore come conseguenza di questa evoluzione.
E’ quindi da considerare come probabile un netto cambio circolatorio in grado di veicolare masse d’aria molto fredda verso l’Europa centro meridionale.

PROIEZIONE MENSILE

In considerazione delle premessa esposte nell’analisi sopra riportata, il mese di gennaio, caratterizzato all’inizio da un progressivo calo del segno della NAO, dovrebbe vedere un’interferenza crescente delle correnti occidentali provenienti dalle medie latitudini del Nord Atlantico in direzione dell’Europa meridionale.
Si tratterà di correnti umide e mediamente miti che solo a ridosso della fine della prima decade del mese potrebbero interferire con aria più fredda di matrice artica; in questa fase non sono da escludersi episodi di instabilità ,con nevicate (specie al Nord) anche a quote basse.
Maggiori probabilità di eventi nevosi anche consistenti si verificheranno sull’Europa centrale per probabile sovrascorrimento di aria oceanica su strati di aria fredda confluenti o preesistenti, mentre sull’Europa meridionale soprattutto nel corso della seconda decade di gennaio si assisterà ad un’alternanza di fasi umide localmente perturbate e di intervalli interciclonici, in un contesto prevalentemente non freddo con temperature attorno alle medie del periodo (o leggermente superiori) al Nord e superiori alle medie del periodo al Centro-Sud, dove le schiarite potrebbero essere localmente più ampie rispetto a quanto ipotizzabile sulle regioni settentrionali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un cambio di rotta è ipotizzabile a cavallo tra la seconda e la terza decade del mese a causa di più ampie trasmissioni d’onda, in grado di rinvigorire la corrente a getto polare.
In quest’ultimo contesto il segno della NAO si potrebbe riportare su valori vicini alla neutralità consentendo ampie ondulazioni trasmesse dall’Atlantico in direzione dell’Europa settentrionale, ove è ipotizzabile un incremento del valore dei geopotenziali.
Ne conseguirebbe un cambio circolatorio, contraddistinto dall’arrivo di masse d’aria fredda dal continente europeo e dalla Russia anche verso l’Europa meridionale ed il Mediterraneo.
Conseguentemente in quest’ultima fase le regioni settentrionali vedrebbero un clima più rigido ma più asciutto, mentre le regioni esposte ai venti prevalenti da Nord-Est risentirebbero più direttamente degli effetti dell’aria fredda e di condizioni di maggior instabilità, con precipitazioni nevose localmente a quote basse o di pianura.

OUTLOOK CTS – Mese di dicembre 2023

PREMESSA

Il quadro delle TLC introduce un forte elemento di discontinuità rispetto agli anni precedenti, ovvero l’emersione del Niño; nonostante il fenomeno abbia preso avvio già dai mesi primaverili, fino ad oggi ha avuto uno scarso impatto sull’atmosfera, tant’è che sia la convezione tropicale (MJO) che le dinamiche circolatorie emisferiche sono rimaste poco coerenti con lo stato di fondo indotto dall’ENSO.

L’autunno del 2023 ci lascerà con una fase di tempo freddo e instabile che dall’Europa centro-orientale si estenderà progressivamente anche all’Italia e al Mediterraneo, regalando così un assaggio di inverno.

La dinamica attuale è stata innescata da un treno di onde sviluppate dal Pacifico nell’ultima decade del mese di novembre grazie alla traslazione di un’intensa Kelvin Wave in grado di sviluppare un marcato focus convettivo nei pressi del meridiano del cambio di data, creando una sorta di sincronia con il segnale di fondo caratterizzato dal Niño in fase di rinforzo proprio nella regione 3.4.

Sulla base delle proiezioni dei modelli climatici è verosimile che questo tipo di circolazione a carattere freddo (ma anche umida) sconfini all’interno della prima decade del mese di dicembre.

L’approfondimento di una saccatura sul Canada orientale porterà infatti allo sviluppo di un’alta pressione dinamica sulla Groenlandia, che spostandosi poi verso est andrà a congiungersi con un ponte all’alta russa isolando così una saccatura fredda sull’Europa. Tuttavia, l’allungamento dell’Atlantic Ridge (ATR) renderà critica la stabilità di tale configurazione, e la rottura dell’onda altopressoria (wave breaking) porrà fine all’alimentazione calda della struttura dell’alta pressione.

E’ infatti assai probabile che il vortice polare, privo di ulteriori significativi disturbi d’onda, vada successivamente ad incidere sul rinforzo della corrente a getto polare, inducendo una lenta ma progressiva risalita del segno della NAO fino a valori neutro positivi nella seconda parte del mese, in una prima fase a causa degli effetti di flussi di calore verticali piuttosto deboli (fase maggiormente Niña-like). Si ritiene comunque che questa fase caratterizzata da una debole convezione, centrata principalmente sull’oceano Indiano, sia da considerarsi temporanea.

E’ da preventivare infatti una netta intensificazione degli eddy heat and momentum flux nel corso della terza decade di dicembre, quando l’attività convettiva tropico-equatoriale tornerà in fase con il segnale del Niño nella fasi MJO 5-6-7, portando ad un netto rinforzo di W1 fino in stratosfera con un conseguente dislocamento di massa del vortice stratosferico, che anche in virtù dei deboli flussi di calore e momento avuti nella fase precedente risulterà essere piuttosto forte.

In questa fase in troposfera tenderà a consolidarsi un prevalente regime NAO+, anche in virtù di un’anomalìa di momento angolare fortemente positiva.

Viene ad oggi ipotizzato un mutamento di tale assetto entro la prima metà del mese di gennaio, con una modifica progressiva del pattern dominante (NAO+) verso uno Scandinavian Blocking (o Scand+), circostanza che farebbe presumere un netto indebolimento del vortice polare a tutte le quote a cominciare dalla stratosfera.

PROIEZIONI PER IL MESE DI DICEMBRE

Come anticipato in premessa, per la prima decade del mese di dicembre dovrebbe consolidarsi una fase di tempo instabile sull’Italia e più in generale sul Mediterraneo, ove sarà possibile l’interazione fra masse di aria artica proveniente dal nord Europa e dalla Russia occidentale ed aria più umida presente nel Mediterraneo, in grado di sviluppare condizioni favorevoli a precipitazioni nevose a quote medie o medio-basse specialmente al Nord e sull’arco alpino.

In questa fase non si escludono accumuli pluviometrici significativi sul settentrione e sulle regioni tirreniche centro-settentrionali, specialmente quando la bassa pressione sul Canada inizierà ad indebolirsi ed il flusso occidentale in uscita dal continente americano Canada raggiungerà l’Europa occidentale, agganciando il blocco freddo preesistente.

Inizialmente le precipitazioni potrebbero risultare nevose fino a bassa quota al nord. (vedi composito nell’ immagine di copertina)

1a parte del mese di dicembre

Nella seconda decade il flusso umido e mite da ovest dovrebbe scalzare la massa di aria fredda, portando progressivamente verso l’Europa meridionale un flusso occidentale ondulato. Tali ondulazioni si innalzeranno progressivamente di latitudine, a causa del previsto rinforzo del vortice polare; in questa fase solo le regioni meridionali e quelle centrali adriatiche potrebbero rimanere marginalmente esposte a correnti fredde di matrice balcanica.

2a fase del mese di dicembre

Nel corso della terza decade si dovrebbe assistere ad un progressivo consolidamento dell’alta pressione verso l’Europa meridionale e verso il Mediterraneo, con un tempo generalmente stabile sulla nostra penisola. Non si possono escludere marginali disturbi sulle regioni Alpine e prealpine e al nord (più in particolare nord-est) per gli effetti del transito di sistemi perturbati di matrice polare diretti essenzialmente verso l’Europa orientale.

3a fase del mese di dicembre

Bando MeteoNetwork: progetto di monitoraggio meteorologico e condivisione dei dati

L’Associazione MeteoNetwork indice un concorso di idee, con l’obiettivo di sostenere soggetti fisici e giuridici nelle attività di monitoraggio ambientale del territorio, mediante la raccolta e la condivisione di dati meteorologici, per la diffusione della conoscenza nel campo della meteorologia e della climatologia, promuovendo al contempo la libera condivisione dei dati meteorologici. A tale scopo, MeteoNetwork mette a disposizione 1 stazione meteorologica “Davis Instruments Vantage Pro2” che sarà assegnata al progetto ritenuto più rilevante.

COME PARTECIPARE

SELEZIONE: I soggetti proponenti dovranno compilare la scheda di progetto scaricabile dall’apposita sezione del nostro sito indicando all’interno: descrizione della località che ospiterà la stazione, modalità di installazione, caratteristiche climatiche, modalità di trasmissione dati in rete, eventuali soggetti partner con relativo accordo di partenariato. Il Consiglio Direttivo valuterà ciascun progetto mediante apposita griglia di punteggio e assegnerà le stazioni meteorologiche alla proposta con maggior punteggio.

REGOLAMENTO

1) Soggetto promotore: il bando è indetto dall’Associazione MeteoNetwork.
2) Durata: il bando durerà 40 giorni dalla data di pubblicazione sul sito dell’Associazione.
3) Strumentazione a disposizione: 1 stazione meteorologica “Davis Instruments Vantage Pro2” dal valore di circa 1.000 euro.
4) Requisiti di partecipazione: possono partecipare al concorso tutte le organizzazioni non a scopo di lucro e gli istituti di istruzione.
5) Come partecipare: gli utenti dovranno compilare la scheda di progetto “Allegato A” in tutte le sue parti; non saranno prese in considerazione proposte incomplete o carenti della documentazione richiesta. Gli utenti avranno 40 giorni di tempo a partire dalla pubblicazione del bando sul sito dell’associazione per inviare la propria candidatura a info@meteonetwork.it.
6) Valutazione e assegnazione premi: il Consiglio Direttivo a proprio insindacabile giudizio valuterà i progetti finalisti entro 20 giorni dalla chiusura del concorso, tenendo conto anche delle seguenti premialità:
– Luogo dell’installazione: location carente di monitoraggio meteorologico nella rete MeteoNetwork: 5 punti
– Qualità dell’installazione: su tetto 1 punto; su prato 3 punti;
– Esperienza nel settore del soggetto proponente: da meno di 5 anni 1 punto; da oltre 5 anni 3 punti.
– Soggetto proponente socio MeteoNetwork: 5 punti;
– Evento di promozione del progetto: 3 punti;
– Accordi di partenariato: 3 punti;
– Eventuali output di progetto: 3 punti.

Il progetto con maggiore punteggio si aggiudicherà il premio di cui al punto 3.

7) Vincoli obbligatori: l’installazione della stazione dovrà rispettare i requisiti minimi previsti dalle norme MNW consultabili a questo link: http://wiki.meteonetwork.it/. Dovrà essere garantita la necessaria alimentazione per la strumentazione e la costante condivisione online dei dati rilevati con iscrizione della stazione su http://my.meteonetwork.it/.
Il mancato rispetto di uno o più vincoli obbligatori comporterà la restituzione del premio.

Outlook seconda parte Estate 2023

PREMESSA
L’emersione di condizioni di El Niño, seppure con un’anomala distribuzione delle SSTA (attualmente la regione ENSO 1+2 presenta anomalie di circa 2 gradi maggiori rispetto alla regione ONI 3.4), ha indotto un netto incremento di gradiente nelle fasce subtropicali, con un marcato aumento della tensione del getto a cavallo del continente americano tra i due oceani (Pacifico e Atlantico).
In tale contesto riscontriamo una forte anomalia positiva di momento angolare nello stage 3 della GWO, tipicamente rappresentativo di una fase ENSO positiva, ma un comportamento non del tutto coerente con il segnale stesso da parte degli altri indicatori che, a media o ad alta frequenza, traducono il segnale ENSO.
Ci si riferisce in particolare alla MJO (ma anche al OLR e al CHI oltre che allo stesso SOI), che ad oggi è stata scarsamente connotata dalle caratteristiche fasi forzanti di El Niño e con il diagramma RMM di magnitudo quasi assente o comunque molto bassa e in fasi poco tipiche.
Riteniamo che per questi motivi nel coupling oceano atmosfera si siano manifestati effetti più a bassa frequenza tipici di El Niño e del GLAAM+, nei quali si nota una tensione zonale più marcata e un dinamismo circolatorio più accentuato rispetto a quelli delle estati ultime ricorrenti, intervallata tuttavia dai segnali in discontinuità a maggior frequenza che sono andati a tratti ad interrompere la tensione del getto; tutto questo è evidenziato non solo dal comportamento fortemente oscillatorio del PNA ma anche dal calo della NAO, che nell’ultimo periodo è approdata in territorio negativo dando origine ad una heat wave mediterranea dalle caratteristiche di eccezionalità, “grazie” anche al contributo apportato dall’innalzamento delle fasce tropicali dovuto principalmente ad una intensificazione del WAM.
Conseguentemente, l’attuale fase molto calda sull’Europa centro-meridionale è il frutto di una doppia componente:

  1. Una risalita più o meno omogenea del W-ITF, che si prefigura particolarmente tenace per il centro sud italia e le isole maggiori
  2. Una vera e propria “heat wave”, figlia della attuale fase SNAO negativa e della fase (riteniamo temporanea) di calo di tensione della corrente a getto

 

PROSPETTIVE
Mentre l’attuale fase molto calda appare proseguire sulla nostra penisola in modo continuativo e duraturo su gran parte del centro, delle isole maggiori e al Sud, il Nord Italia alternerà fasi calde a brevi episodi più freschi e localmente instabili con possibili eventi di forte intensità, soprattutto sulle regioni padane centro-orientali fino grossomodo alla terza decade di Luglio, quando la ripresa della tensione zonale nel Nord Atlantico generata dallo spostamento dei centri di convezione nel Pacifico, da una nuova oscillazione del PNA e dal ritorno ad una fase SNAO positiva dovrebbero portare il Nord Italia ed in parte il centro sotto l’influenza di correnti più fresche di origine atlantica e quindi ad un ritorno di condizioni climatiche più gradevoli, anche se con un tipo di tempo più variabile e anche a tratti instabile, specie sulle regioni a Nord del Po.
La linea di demarcazione rispetto alle pregresse condizioni di caldo anomalo dovrebbe spostarsi gradualmente verso Sud, e anche il mese di Agosto presenterà probabilmente questo nuovo tipo di connotazione come pattern medio mensile.
Saranno tuttavia da mettere in conto nuovi rallentamenti della corrente a getto, con la possibilità quindi di nuove ondulazioni. Riteniamo che in queste fasi possa farsi nuovamente strada un pattern “Atlantic Ridge” con saccature in affondo sull’Europa occidentale e risposta di un promontorio anticiclonico subtropicale su basso mediterraneo e penisola balcanica.
Mediamente, la seconda parte dell’estate dovrebbe trascorrere con anomalie termiche più moderate al Nord, mentre le anomalie positive più marcate dovrebbero interessare nuovamente le isole maggiori e il Sud.

Outlook prima parte estate 2023

PREMESSA

L’evoluzione circolatoria che ha connotato gran parte della primavera ha visto l’incipit nel raffreddamento stratosferico limitato all’area polare conseguente al precedente MMW avvenuto in Febbraio. Il vortice polare troposferico ha visto una consistente contrazione con un core piccolo come ma molto compatto.

Queste condizioni hanno palesato l’instaurazione di una circolazione zonale molto alta dove il jet stream corre praticamente quasi all’altezza del polo.

Tale situazione è stata coadiuvata da ulteriori forcing dinamici nascenti dal mutamento del quadro enso e connessi ad una fase forzante (mjo 6/7, momento angolare fortemente positivo) ben visibile dalle oscillazioni di un PNA che a tratti ha raggiunto e raggiunge valori molto elevati.
La permanenza di queste condizioni legata alle sole dinamiche del VP avrebbe portato, nel mese di giugno, ad un deciso ridimensionamento delle velocità zonali e alle prime insorgenze di forti heat waves in seno all’incremento di un trend ondulatorio.
Infatti se la resistenza della componente zonale ancora nel mese di maggio, con promontori altopressori ad elevate latitudini, dipende principalmente dalla dimensione ridotta che occupa il vpt sul Polo e che quindi più difficilmente viene intruso al proprio interno da trasporti di momento intensi come durante il periodo invernale, questa facilmente sarebbe stata vinta dal trasporto di calore in sede polare nel primo mese estivo con conseguente cambio circolatorio a livello emisferico.
Allo stesso tempo, però, la prevista esplosione del Nino non pare trovare riscontro nelle proiezioni della MJO. Se oggi infatti guardiamo la distribuzione delle ssta notiamo la regione enso principale, quella dell’ONI, con deboli anomalìe positive rispetto alle regioni limitrofe che invece restano maggiormente interessate da anomalìe più elevate.
Pertanto questa dilazione temporale dell’emersione netta del fenomeno El Nino potrebbe essere quantomeno ritardata (prossimo autunno?) e le fasi della convezione tropicale potrebbero essere meno incidenti sulla circolazione emisferica.
Oggi nelle prospettive di ecmwf compare questa evoluzione:

Questa fase di stasi dovrebbe permettere il mantenimento di una buona tensione del getto subtropicale facendo permanere un’inerzia circolatoria in linea con il mese di Maggio.

PROIEZIONE MESE DI GIUGNO E PRIMA PARTE MESE DI LUGLIO

In logica di quanto sopra esposto ci attendiamo una prosecuzione, con anomalie di GPT meno accentuate, del pattern del mese di Giugno con un’anomalia positiva sul nord Europa.
Il pattern prevalente dovrebbe essere assimilabile al WR4.

Con una tale configurazione, la buona attività della corrente a getto subtropicale si andrebbe a tradurre con l’ingresso ripetuto di saccature e gocce fredde sul Mediterraneo. Eventuali istmi altopressori, di collegamento tra l’anticiclone di blocco nord europeo è la radice subtropicale sul Nord Africa avranno carattere del tutto provvisorio e saranno più probabili sul Mediterraneo occidentale.
In questo contesto è lecito attendersi un mese con anomalie termiche in media/leggermente sopra media e con anomalie pluviometriche positive.

 

Sul limitare del mese e a cavallo con il mese di Luglio il pattern sopra descritto dovrebbe proseguire con una graduale ricollocazione.
L’avanzamento stagionale sicuramente darà forza alle fasce subtropicali che tenderanno naturalmente ad espandersi verso Nord e a prendere gradualmente possesso del Mediterraneo. In assenza di forzanti che possano andare a rimodulare la circolazione sul nostro comparto, ci attendiamo una sostanziale maggiore stabilità rispetto al mese di Giugno per un WR4 più alto di latitudine.
Le incursioni instabili al di sotto degli anticicloni presenti sul Nord Europa dovrebbero interessare maggiormente l’Europa centrale e il settore alpino.
In questo contesto eventuali mutazioni del pattern portante potrebbero vedere temporanei sbilanciamenti dei massimi di GPT verso l’ovest Europa ( Francia Spagna) con l’Italia sul ramo discendente del getto.

In questa fase ci attendiamo anomalie termiche positive, specie sulle regioni occidentali, mentre le precipitazioni dovrebbero mantenersi intorno alla media trentennale, con maggiori possibilità di fasi instabili su Alpi e Nord-est.

Nuovo servizio MNW: climatologia stazioni

L’associazione è felice di presentare a tutti gli utenti un nuovo servizio gratuito relativo alla gestione e consultazione dei dati meteorologici: https://meteonetwork.eu/it/climatologia

Si tratta della climatologia delle stazioni meteorologiche iscritte alla rete associativa, i grafici consultabili per ogni stazione riportano la media dei dati archiviati nel database associativo relativa a temperatura (massima, minima e media) e precipitazioni su base mensile.
La climatologia viene calcolata con tutti i dati disponibili, con un limite minimo di circa 2 anni per quanto concerne i dati termici e circa 5 anni per i restanti.

Attualmente il servizio è alla prima release che nel corso del tempo verrà migliorata e implementata, per questa ragione vi chiediamo di testarla e darci le vostre impressioni, cercheremo di farne tesoro e basare su di esse i prossimi rilasci.

Per chi volesse conoscere maggiori dettagli tecnici riportiamo delle caratteristiche più nel dettaglio.

Nella pagina vengono rappresentate le climatologie di temperatura minima, massima e media giornaliere (media mensile) e precipitazione (accumulo mensile). I dati sono calcolati sulla climatologia di riferimento 1991-2020. Dato che l’archivio della rete MeteoNetwork copre gli anni fino al 2002, e che la maggior parte delle stazioni hanno non più di qualche anno di dati, per poter calcolare la climatologia sul periodo 1991-2020 è stato adoperato un particolare algoritmo che permette di ricostruire l’andamento della serie storica sul periodo 1991-2020 per molte delle stazioni. Il funzionamento dell’algoritmo è descritto di seguito.

Il dato di riferimento per poter ricostruire la serie storica di ogni stazione è basato sulla rianalisi ERA5-Land (da non confondere con ERA5) alla risoluzione originale di circa 10km. Per ogni stazione vengono estratti i punti di griglia delle rianalisi in un intorno di 20 km dalla stazione stessa.

Per le temperature il dato (media, minima e massima giornaliere) viene confrontato nel periodo temporale in comune tra rianalisi e stazione, per ogni giorno in cui sono presenti dati. Facendo il training di un algoritmo di Machine Learning, che ha come input la serie temporale dei punti di griglia della rianalisi e come output il dato osservato dalla stazione, è possibile costruire un modello che permette di fare una previsione per qualsiasi periodo arbitrario. Da notare che se lo skill score del modello ML scende sotto l’88% la stazione viene esclusa
Il modello ottenuto viene utilizzato per ricostruire una serie storica “fittizia” della stazione sul periodo 1991-2020 basandosi sui dati della rianalisi. Successivamente questa serie storica viene mediata sui 30 anni in modo da ottenere una climatologia per giorno dell’anno. Vengono utilizzate solo stazioni che hanno almeno 2 anni di dati in comune con la rianalisi. È possibile usare un periodo così limitato perché l’algoritmo non deve “imparare” a riconoscere ogni particolare evento nel corso dei 30 anni, ma piuttosto la relazione tra la temperatura prevista dalla rianalisi e quella osservata dalla stazione (quindi, fondamentalmente, il bias caratteristico del modello).

Per la precipitazione la bassa correlazione tra dato misurato dal modello ed osservato dalla stazione non permette di utilizzare lo stesso metodo, almeno al momento. In effetti la precipitazione, a differenza della temperatura, è caratterizzata da gradienti temporali e spaziali molto spiccati che non permettono di allenare un modello ML stabile. Inoltre, la correlazione tra precipitazione prevista dal modello ed osservata dalla stazione è, probabilmente per l’incapacità di ERA5-Land di rappresentare correttamente eventi locali come temporali, molto bassa.
Per questo motivo il confronto tra i punti vicini della rianalisi e della stazione è fatto sulla base di dati già mediati per giorno dell’anno. Inoltre, i punti più vicini estratti dalla rianalisi vengono mediati nello spazio, utilizzando dei pesi che dipendono dalla distanza dalla stazione (sia in latitudine/longitudine che in altezza), in modo da ottenere un solo dato che varia nel tempo.
Per ottenere delle medie statisticamente significative si richiede che la serie temporale della stazione e della rianalisi abbiano almeno 5 anni di dati in comune (a differenza dei 2 utilizzati per la temperatura).

Il confronto finale viene quindi effettuato tra due serie temporali fatte da 365 punti (uno per ogni giorno dell’anno). La differenza tra queste due serie permette di ottenere il “bias” caratteristico della rianalisi che poi può essere applicato, per giorno dell’anno, in modo da ottenere la climatologia sul periodo 1991-2020. Purtroppo l’accuratezza di questo metodo non è al pari di quello utilizzato per la temperatura, ma permette comunque di ricostruire quantitativi mensili sensati, cosa che non era possibile utilizzando solo un training di un modello ML.
È opportuno evidenziare che i sensori non a norma sono esclusi dalla climatologia quindi è possibile che alcune stazioni abbiano solo dati mensili di precipitazione e non di temperatura o viceversa.

Lo staff

Assemblea elettiva 2023

Il 15 aprile 2023 si è svolta l’assemblea annuale dell’Associazione MeteoNetwork, durante la quale sono stati presentati ai soci, oltre ai bilanci associativi, le attività di gestione dei fondi 5×1000 e le attività istituzionali svolte nel 2022 e in programmazione nel 2023.

Le attività sono state svolte in streaming, una modalità consolidata negli ultimi anni che anche nel 2023 ha consentito una larga partecipazione dei soci di tutta Italia i quali hanno potuto presentare le proprie osservazioni o proposte e confrontarsi in merito all’ordine del giorno.

L’assemblea, inoltre, è stata occasione di rinnovo del Consiglio Direttivo 2023-2026 che ha visto l’elezione dei seguenti consiglieri:
Alessandro Ceppi;
Marco Giazzi;
Francesco Marasco;
Isabella Riva;
Marco Tadini.
Tra i candidati a tale carica era presente anche Franco Tuzzato che potrà assumere il ruolo di consigliere in caso di dimissioni di un eletto.

In occasione del primo consiglio direttivo successivo all’assemblea, i consiglieri hanno assegnato le seguenti nomine associative:
Presidente – Marco Giazzi;
Vice Presidente – Marco Tadini;
Segretario – Luca Garbolino;
Tesoriere: Fabrizio De Grandi.

Tutta l’Associazione augura un proficuo triennio a tutte le cariche sociali.

Outlook Febbraio 2023

PREMESSA

Il mese di Gennaio ha esordito sul comparto Europeo con la prosecuzione di un pattern prettamente anticiclonico e mite che si era affermato sul nostro comparto a partire dalla metà del mese di Dicembre 2022. Il concomitante raffreddamento della stratosfera fino all’evento estremo (Baldwin e Dunkerton) ha contestualmente inviato (seppur in modo “disordinato” e alterno) impulsi verso la troposfera.
Eloquente l’andamento dello zonal wind a partire dal mese di Gennaio che è rimasto su valori molto alti.
Questa trasmissione di moto, seppur ostacolata da MPV (Maximum Potential Vorticity) decisamente sotto la media, è andata ad impattare sulla circolazione nord emisferica segnatamente sul comparto nord Atlantico.
Pur non avendo riscontri definitivi sull’impatto dell’approfondimento stratosferico, possiamo notare come sul Nord Atlantico si sia avuto un sostanziale reversal pattern in quell’area ed un contestuale aumento dello Zonal Wind a 500 hPa su tutto l’emisfero settentrionale.
Le azioni polari e poi artiche che si sono avute durante tutta la seconda e terza decade sono state figlie di quell’aumento di vorticità proprio sulle regioni subpolari in area ATL, in un trend ondulatorio ancora apprezzabile e di un generale dislocamento delle masse del vortice polare verso il NATL.
La successiva intensificazione dei venti zonali ha ostacolato ulteriori apporti marittimi (polari o artici) e favorito una chiusura altopressoria oltre i 50°N, con una ritornante fredda da est sulla nostra Penisola e ancora instabile sulle regioni centrali adriatiche e meridionali.
La riattivazione dell’attività convettiva tropico-equatoriale nell’Oceano Indiano (MJO fasi 3/4) e il connesso basso momento angolare andrà a consolidare proprio a cavallo dell’inizio del mese di febbraio una fase più segnatamente zonale, con apprezzabile incremento del segno positivo di AO e NAO.
In tali circostanze è assai probabile un perdurante pattern zonale tra l’Atlantico e l’Europa centro occidentale, durante il quale le irruzioni di aria fredda avranno come target principale l’Europa orientale e il Mar Nero, non potendosi tuttavia escludere marginali influenze sul Mediterraneo orientale e (limitatamente) sulle nostre regioni meridionali.

Analisi e proiezione mese di Febbraio 2023

Come descritto in premessa, gli elementi teleconnettivi influenti saranno quelli caratteristici di una fase di bassi flussi di calore sia in troposfera che verso la stratosfera. In tale fase, che coinvolgerà buona parte della prima decade del mese di febbraio, si assisterà ad un riassetto delle vorticità anche in stratosfera verso il polo, e quindi ad un sostanziale reset degli effetti apportati dal forte Minor Warming che ha caratterizzato la terza decade di gennaio.

Altresì la bassa attività d’onda in troposfera si manifesterà attraverso tutta una serie di “segnali” caratteristici, ovvero NAO e AO positive, PNA negativo, basso momento angolare e Madden Julian Oscillation attiva sull’Oceano Indiano (in probabile transito verso il continente marittimo).

In questo periodo si ritiene probabile il mantenimento di una circolazione prevalentemente zonale nel comparto euroatlantico, con tendenza ad espansione del promontorio anticiclonico verso l’Europa meridionale ed il Mediterraneo centro-occidentale.

Le regioni maggiormente interessate da questa protezione altopressoria saranno probabilmente quelle dell’Italia settentrionale (ove proseguirà una fase molto asciutta) e in gran parte centrale, mentre il sud Italia potrebbe maggiormente risentire di una ritornante di aria fredda e instabile proveniente dall’Europa orientale. Non è da escludere un consistente episodio di föhn alpino intorno alla metà della prima decade, con breve fase molto mite sulle regioni settentrionali.

A partire dalla fase finale della prima decade dovrebbero attuarsi dei progressivi mutamenti nelle forzanti teleconnettive che, in una loro complessiva valutazione, potrebbero portare ad un sostanziale cambiamento della circolazione nord emisferica nella seconda decade.

Valutiamo infatti la possibile traslazione dell’attività convettiva tropico equatoriale dapprima verso il continente marittimo e poi in uscita verso l’Oceano Pacifico.

In genere questo spostamento è contestuale alla risalita del momento angolare (da AAM- ad AAM+), del segno del PNA ed in genere (come ben esposto in letteratura) dalla riattivazione dell’attività d’onda emisferica caratteristica dello Stage 2 del GWO (fase 5) e del momento torcente di montagna (AMT+).

Durante la riemersione pertanto di una nuova fase forzante, verranno nuovamente riattivati i flussi di calore non solo in troposfera ma anche in stratosfera, con trasporto verticale degli eddy heat and momentum flux. Da un punto di vista di dislocazione geografica delle waves emisferiche, un primo blocco alle correnti è atteso sul nord Atlantico probabilmente come conseguenza di un lag temporale intorno ai 10 giorni dell’attività convettiva tropico equatoriale di elevata magnitudine e persistente in fase 3. Esso si innesta sul precedente flusso zonale andando progressivamente a frazionare il getto a sud della Groenlandia, ed al culmine della sua azione un profondo nucleo di aria artico-marittima in distacco dalla Groenlandia è atteso isolarsi sull’Europa orientale e balcanica.

Tra fine prima e inizio seconda decade la nostra penisola sarà interessata da una fase correlata alla termicizzazione dell’aria artica che si andrà isolando sull’Europa orientale,  una azione di natura fredda di tipo continentale con correnti da Est.

Il blocco nordatlantico, quando confluisce nella sua massima estensione latitudinale, è previsto stabilizzare uno Scandinavian pattern positivo, seppure un po’ basso di latitudine a causa della ancora forte spinta delle correnti zonali. Ci attendiamo un periodo di temperature sottomedia su gran parte del Paese con effetti maggiori, in termini di instabilità, sulle regioni orientali.

Durante la seconda decade si assisterà al passaggio dalla fase negativa dell’AAM a quella positiva, che avviene con lo Stage 2 e 3 del GWO ed in cui matura la massima attività di blocco delle westerlies sul nord emisfero. La disposizione pregressa in area mediterranea non verrà a mutare sostanzialmente fino a che il wave train oceanico non sarà in grado di incidere sul segno della NAO, e tale riflesso (rispetto ad una fase della MJO) non è immediato ma richiede un lag temporale di 8/10 giorni se ovviamente il segnale è impostato in magnitudo apprezzabile (>1,5) oppure nel caso in cui l’evoluzione non prenda ritmi più elevati (traslazione in fase 7 della MJO).

Annotiamo in questo stesso periodo il probabile crollo degli alisei pacifici in regione 3.4 (SOI) e, non da ultimo, il disturbo amplificato in stratosfera dalla concomitanza della fase occidentale della QBO in concorso con una fase intensa di Solar Flux Index (>150 SFI) come da apprezzati studi di Karin Labitzke e altri, che verificarono la maggior incidenza di SSMMW (riscaldamenti maggiori) in coincidenza di predetti fattori assai maggiore anche di quella meno certa occorrente in occasione di E-QBO e Solar Flux basso.

Dopo metà mese, a causa del blocco instauratosi sulla penisola scandinava ed alla sua successiva evoluzione verso ovest, si andrà verso un progressivo deterioramento della stabilità a cominciare da ovest (Spagna, Portogallo e Francia), per un possibile abbassamento delle correnti polari in associazione ad una divergenza della corrente a getto tra le medie latitudini dell’Atlantico ed il continente europeo.

Tale situazione potrebbe andare ad interagire con il predetto afflusso di aria fredda di matrice continentale in direzione dell’Europa centale.

Il consolidamento di questa fase potrebbe come detto portare quali conseguenze nella terza decade di febbraio ad un tempo instabile e marcatamente invernale sull’Europa centro meridionale.

Un calo inoltre più marcato dell’indice NAO in questa fase potrebbe portare ad una traiettoria più settentrionale delle correnti fredde, con interessamento delle regioni settentrionali, anche se queste dinamiche rimangono difficilmente predicibili a questa distanza temporale.

Outlook gennaio 2023

PREMESSA

Il mese di dicembre è stato, per gran parte, caratterizzato da un vortice polare troposferico debole fino in bassa stratosfera e da valori negativi degli indicatori NAO/AO.
Alle quote medio alte della stratosfera diversamente il vortice ha proseguito un percorso di raffreddamento piuttosto marcato benché mantenuto in condizioni di equilibrio rispetto a moderati flussi di calore prevalentemente disposti su W2 ( 2 waves pattern) con la prima cresta d’onda leggermente recessiva.
La troposfera ha coadiuvato questo equilibrio attraverso un vortice poco coeso che ha permesso l’evoluzione di uno scenario assimilabile al pattern SCAND + ad ATH in evoluzione di blocco sulla Groenlandia.
Una successiva fase maggiormente forzante in troposfera dovuta ad un AAM+ con Mountain Torque sulla catena asiatica ha generato un rinforzo del PNA evidente nell’approfondimento della depressione semipermanente aleutinica sfociato in un deciso blocco che ha esordito Dal Golfo dell’Alaska fino al polo ove si è generato il wave breaking dell’onda planetaria con conseguente inversione di gradiente troposferico e soppressione dei flussi orizzontali e verticali di calore per venir meno del gradiente meridionale di temperatura e di pressione.
Tale evento è associato, proprio per quanto detto, ad un rapido rinforzo della colonna del vortice polare per il venir meno dei disturbi provocati dagli eddy calore e momento.
L’evento stratosferico estremo che ne consegue rappresenta la rottura di quell’equilibrio fino a prima mantenuto tra flussi di calore e raffreddamento radiativo.
L’influenza di questo evento in troposfera, manifestatasi soprattutto sull’andamento della NAO, ha dovuto verosimilmente fare i conti con MPV nettamente sotto la media su tutta la colonna del VP. Questo si traduce in una minor capacità da parte dei piani più alti di condizionare quelli più bassi a livello polare, come dimostra l’andamento dell’indice AO, in netta risalita ma su valori comunque neutri/debolmente negativi.

PROSPETTIVE PER IL MESE DI GENNAIO

La prima parte del mese di gennaio risentirà giocoforza degli eventi occorsi nell’ultima parte di dicembre con un debole rinforzo del vortice polare troposferico, soprattutto nel suo ramo Nord-Atlantico, al punto che l’indice NAO da valori marcatamente negativi, generati dal vasto anticiclone polare, invertirà repentinamente il suo segno divenendo positivo seppure in maniera contenuta.
L’Europa meridionale nella prima decade di gennaio subirà dapprima i residui effetti generati dalla falla pressoria presente nel medio atlantico causata dalla precedente circolazione e responsabile di marcate anomalìe positive di temperatura e geopotenziale con valori del tutto anomali sull’Italia rispetto al periodo e a seguire di modeste ondulazioni in seno alla corrente occidentale con effetti limitati alle aree alpine e alle regioni settentrionali con temperature ancora elevate ma in progressivo ridimensionamento.
La tendenza verso un periodo dai connotati moderatamente invernali dovrebbe aversi dopo l’epifania, intorno alla fine della prima decade del mese e caratterizzare questo breve periodo.
Si prevede infatti un temporaneo aumento dei geopotenziali in direzione dell’Europa settentrionale verso la penisola scandinava ove vi sarà la tendenza all’affermarsi di una situazione di blocco.
Il disturbo al vortice polare sarà pertanto a carico di 3 principali ondulazioni a livello emisferico.
La prima nel Pacifico tra il Golfo dell’Alaska e la west coast nord americana incentivata dall’oscillazione del PNA che permarrà su valori mediamente positivi, la seconda dalle medie latitudini euroatlantiche verso la penisola scandinava e la terza più debole sull’Asia centro orientale.
Due i principali centri motore nei quali si ripartiranno le masse artiche: il primo a carico della semipermanente aleutinica, il secondo a carico del vortice canado-groenlandese.
Conseguenza di questo nuovo assetto sarà il calo dell’indice AO verso valori moderatamente negativi mentre il segno della nao oscillerà tra valori neutri o leggermente positivi.
A ragione di questa circolazione si ritiene che gli afflussi di aria fredda provenienti dal continente euroasiatico dovrebbero prediligere l’Europa orientale con debole e marginale coinvolgimento delle regioni orientali della nostra penisola.
Nel contempo la riattivazione degli eddy heat fluxes dopo la stasi di fine dicembre / inizio gennaio, dovrebbe rendersi evidente anche in stratosfera attraverso l’esordio di un nuovo disturbo al vortice polare con esordio prevalente di W1 su quasi tutte le quote (1/70 hpa).
L’azione compressiva del pattern ad una onda si tradurrà in troposfera in un travaso verso est della forte semipermanente islandese formatasi in precedenza. Questo porterà ad un sensibile rinforzo zonale sul settore europeo. Le correnti dovrebbero disporsi da WNW/NW alle medio-basse latitudini con clima spesso perturbato sull’Europa centro-settentrionale e più stabile su quella meridionale. L’andamento delle correnti potrebbe portare a ripetuti fenomeni di foehn alpino sul Nord Italia, in un contesto non lontano dalle medie termiche su tutto il Paese.

La rotazione del VP indotta dall’azione della prima onda dovrebbe compiersi, intorno a metà mese, con una maggiore redistribuzione delle masse artiche anche sul settore canadese, fino ad allora pressoché sgombro dalle maggiori vorticità. Questo potrebbe portare alla riemersione di uno dei pattern caratteristici di questo fine autunno/inizio inverno, cioè lo Scand +, intorno alla fine della seconda decade. Il tutto si accompagnerebbe con un calo della NAO su valori debolmente negativi e ad un nuovo disturbo a 2 onde in stratosfera.
Sull’Europa si riaffaccerebbero, in questo caso, correnti fredde di matrice artico-continentale o polare-continentale, con probabile maggior interessamento delle zone centrali ed orientali europee. Qualora la NAO dovesse calare su valori più marcatamente negativi, non è da escludere un maggior travaso dell’aria fredda verso ovest (ipotesi minoritaria).
Anche il nostro Paese dovrebbe risentire di questo afflusso freddo, specie le regioni Settentrionali e Orientali. Permane la possibilità di avere contributi umidi da ovest ad interagire con l’aria più fredda da est, durante l’ultima decade. In tal caso andrebbe valutata l’area di “scontro” per individuare quali zone potrebbero essere colpite da maltempo di carattere freddo, cosa ad ora impossibile da stabilire.

Qualora il disturbo su due onde dovesse risultare stazionario ed intrusivo, sarebbe da mettere in conto un MMW di tipo split nella prima parte del mese del febbraio.

Non possiamo tuttavia non sottolineare l’esistenza di un importante “bivio previsionale” a metà mese. Se infatti la rotazione del VP non dovesse tradursi in un aumento di gpt sul settore nord-europeo e quindi una riattivazione di wave 2 (ipotesi per noi maggioritaria) ma dovessimo assistere ad un fisiologico calo di W1 con riaccentramento del VPS sul Polo, allora si assisterebbe ad una nuova impennata del NAM in medio-alta stratosfera, con l’attivazione di un nuovo ESE Cold, stavolta con possibilità di condizionamento troposferico nettamente maggiori (ipotesi per noi minoritaria).

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